La Mediazione al Tempo del Petrolio
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La Mediazione al Tempo del Petrolio
SCUOLA SUPERIORE PER MEDIATORI LINGUISTICI (Decreto Ministero dell’Università 31/07/2003) Via P. S. Mancini, 2 – 00196 - Roma TESI DI DIPLOMA DI MEDIATORE LINGUISTICO (Curriculum Interprete e Traduttore) Equipollente ai Diplomi di Laurea rilasciati dalle Università al termine dei Corsi afferenti alla classe delle LAUREE UNIVERSITARIE IN SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA La Mediazione al Tempo del Petrolio RELATORI: Prof.ssa Adriana Bisirri CORRELATORI: Prof.Marco Provvidera Prof.ssa Paula Queiroz Prof.ssa Claudia Piemonte CANDIDATA: Marina Marino ANNO ACCADEMICO 2013/2014 Eppur si muove! La Mediazione al Tempo del Petrolio INDICE: INTRODUZIONE.......................................................................................1 CAPITOLO I I.1. Breve storia del petrolio ............................................................................. 10 I.2 Mar Caspio, il Grande Gioco ...................................................................... 15 I.3 Oleodotti - Gasdotti..................................................................................... 29 I.4 Siria, Iran, Ucraina ...................................................................................... 42 CAPITOLO II II.1 Sistemi di fissazione prezzi del petrolio: posted price, modello OPEC, sistema legato al mercato e la formula pricing........................................................................... 62 II.2 Il prezzo del gas naturale ........................................................................... 78 II.3 La rivoluzione dello shale gas (gas da scisti bituminosi) e l’accordo di libero scambio USA-UE .......................................................................................................... 81 CAPITOLO III III.1 “Lingua e Potere”, l’importanza della mediazione e del mediatore linguistico. ....................................................................................................................................... 92 III.3 Glossario termini industria del petrolio : EN-ITA-PT-AR..................... 101 Abbreviazioni: ................................................................................................ 105 CONCLUSIONI .......................................................................................109 CONTENTS: FOREWORD………………………………………………………........113 SECTION I I.1 Brief history of oil……………………………………….115 I.2 Caspian Sea, the great game…………………………...117 I.3 Pipelines........................................................................... 124 I.4 Syria, Iran, Ukraine........................................................... 131 SECTION II II.1 Posted price, OPEC administrated price system, market-related system and formula pricing................................................................. 142 II.2 Natural gas pricing .......................................................... 146 II.3 Shale gas revolution and US-EU free trade agreement ... 148 SECTION III III.1 “Language and Power”, the importance of language mediation and mediator. ...................................................................................... 153 CONCLUSIONS…………………………………………………...........159 Sumário: INTRODUÇÃO........................................................................................162 CAPITULO I ........................................................................................... 164 I.1 Breve história do petróleo ................................................................... 164 I.2 Mar Cáspio, o Grande Jogo...................................................................166 I.3 Oleodutos-Gasdutos............................................................................ 170 I.4 Síria, Irã, Ucrânia................................................................................ 174 CAPITULO II II.1 Sistemas de fixação preços do petróleo: posted price, modelo OPEP, formula pricing ................................................................................................... 181 II.2 O preço do gás .................................................................................. 185 II.3 A Revolução do shale gas e o acordo de livre comércio entre os Estados Unidos e a Europa .............................................................................................. 187 CAPITULO III III.1 “Lingua e Poder”. A importancia da mediação e do mediador linguistico .................................................................................................................190 CONCLUSÕES ....................................................................................... 194 BIBLIOGRAPHY …………………………………………199 WEBOGRAPHY ……………………………………………. 201 INTRODUZIONE Siamo abituati a usare o ad ascoltare la parola “petrolio” dalle notizie, in pratica tutti i giorni ed è facile capirne il perché. Basti citare i maggiori prodotti della raffinazione come: asfalto, diesel, oli combustibili, benzina, combustibili per aviogetti, cherosene, gas naturale liquefatto, paraffina, catrame, prodotti petrolchimici. Poi vi sono più di 6000 prodotti derivanti dagli scarti dei sottoprodotti del greggio, come: fertilizzanti, linoleum, profumi, insetticidi, saponi e capsule per vitamine. Infatti, un barile di 42 galloni di greggio produce 19,4 galloni di benzina. Il resto è usato per la produzione di: inchiostro, vestiti, telefoni, occhiali da sole, tinte per capelli, lenti a contatto, aspirine, antistaminici, frigoriferi, dentiere, anestetici, valvole cardiache. In pratica ogni attività commerciale, come anche la maggior parte dei prodotti farmaceutici nella nostra economia globale, dipende dal greggio e altri combustibili fossili. Anche i nostri vestiti, per la maggior parte, sono prodotti con fibre sintetiche derivanti dal greggio come anche i trasporti, l’energia, il riscaldamento e la luce, dipendono tutti dai combustibili fossili. Abbiamo costruito un’intera civilizzazione sui riesumati depositi di carbone del periodo Carbonifero. 8 Il primo capitolo abbraccia la storia del secolo passato. Una storia senza dubbio legata al petrolio. Allo stesso tempo, questo capitolo vuole mostrare l’importanza, lungo i secoli, di stabilire delle linee di comunicazione. Questo capitolo termina tentando di interpretare il difficile e attuale scenario riguardante la Siria, l’Iran e l’Ucraina. Il secondo capitolo spiega il modus operandi del sistema di fissazione dei prezzi del petrolio, dall’era delle Sette Sorelle a un sistema legato al libero mercato. Poi, pone l’accento sulla rivoluzione del gas da scisti bituminosi e l’importanza dell’accordo di libero scambio tra gli Stati Uniti e l’Europa. Il terzo capitolo introduce l’importanza della mediazione linguistica per poi terminare descrivendo le qualità proprie e il ruolo del mediatore linguistico che si avventura per i mari della traduzione nel campo delle energie. 9 Figura1:Rand McNally World Classic Map. CAPITOLO I I.1. Breve storia del petrolio La storia del ventesimo secolo e l’inizio del ventunesimo, è la storia del petrolio, al quale è indissolubilmente legata. Questo è il punto focale su cui si fondano le attuali relazioni internazionali e l’equilibrio delle potenze. 10 Intorno al 1000 a.C. un pastore di capre in Grecia s’imbatte’ in quello che sembrava un ruscello in fiamme in cima al Monte Parnaso. Era una fiamma che usciva da una fenditura nella roccia. Molto probabilmente una scintilla aveva acceso il gas naturale. Gli antichi greci, credendo che quella fiamma avesse origini divine, ivi fondarono un tempio. Il tempio ospitava una sacerdotessa, conosciuta con il nome di ‘Oracolo di Delfi’ la quale vaticinava profezie ispirate dalle fiamme guizzanti. Solo nel 500 d.C. quel gas naturale diventa una merce di scambio. Nel 400 a.C. Erodoto descrisse dei pozzi di petrolio vicino a Babilonia e nel 324 a.C. Alessandro Magno usò torce impregnate di petrolio e infuocate per spaventare i propri nemici. I cinesi cercarono di trovare da dove venisse quel gas naturale da circa duemila anni. I cinesi di Sichuan, una provincia nel centro sud della Cina, scavarono e perforarono il terreno per sfruttare le falde acquifere salmastre, che erano ciò che rimaneva di un antico mare interno. Bollivano quest’acqua salmastra per ricavarne cristalli di cloruro di sodio o più comunemente chiamato sale. All’epoca il sale era fondamentale per la conservazione e il condimento dei cibi tanto che intere civilizzazioni fiorirono e terminarono in base al suo commercio. Sembra che la storia sia andata cosi: un giorno un fulmine colpi uno dei pozzi e un’immediata colonna di fuoco di 11 decine di metri s’innalzò in aria. Gli abitanti del posto chiamarono il fenomeno “ i pozzi di fuoco”. Al momento non potevano sapere, ma avevano scoperto che il gas naturale spesso è associato alle risorse di sale. Sebbene la maggior parte del gas fosse usata per la produzione di sale, ci sono prove che indicano il fluire del gas naturale verso la capitale Pechino per l’illuminazione notturna. A quel tempo i cinesi costruirono dei gasdotti in bamboo, molto prima della Pennsylvania del diciannovesimo secolo. Nel diciannovesimo secolo l’industria baleniera era uno dei commerci più proficui in America. Centinaia di navi lasciavano i porti, specialmente quelli del New England, per girare il mondo e portare indietro l’olio di balena e altri prodotti ricavati da essa. Mentre le navi americane ne crearono un’industria molto organizzata, la caccia alla balena risale al periodo Neolitico, migliaia di anni fa. L’olio ottenuto dal grasso di balena è stato usato a lungo per l’illuminazione e per la lubrificazione, mentre le ossa erano usate per fare diversi utensili. Quasi alla fine del 1700 quest’olio era usato per la produzione di candele, le cui principali caratteristiche erano di non fare fumo ed essere inodori. Erano, a ragione, considerate le migliori candele mai prodotte. L’olio ottenuto dalle balene usato per la lubrificazione di macchinari in un certo senso ha reso possibile la Rivoluzione Industriale. I balenieri sono stati i primi sceicchi del nuovo mondo. L’olio di balena era molto costoso ed era venduto a 12 circa due dollari al gallone, l’equivalente di duecento dollari al gallone dei giorni nostri. L’età dell’oro delle baleniere americane arrivò fino al 1850, quando furono scoperti i pozzi petroliferi. Infatti, con l’olio estratto direttamente dalla terra e raffinato per ottenerne il kerosene, l’era delle grandi navi baleniere era terminata. L’industria petrolifera fu inaugurata nel 1859. Si potrebbe pensare,che ci sia stata una competizione tra i due oli agli inizi del 1860, ma non vi fu nessuna battaglia per il mercato americano,perché la Guerra Civile, iniziata nell’aprile del 1861, aveva costretto le flotte di baleniere a restare nei porti del New England. Il kerosene, ottenuto dal petrolio, a mano a mano sostituì l’olio di balena; essendo più a buon mercato, era molto richiesto in America settentrionale e in seguito in Europa e in altre parti del mondo. Nel 1885-86 Gottlieb Daimler e Karl Benz inventarono dei veicoli a benzina di grande successo e praticità; questi motori inaugurarono l’era delle moderne automobili. Oggi milioni e milioni di automobili affollano le strade del mondo. All’inizio del ventesimo secolo l’ammiraglio John Fisher, il comandante della Royal Navy dal 1904 al 1910, amico e consigliere 13 di Churchill, promosse il passaggio della flotta britannica dal carbone al petrolio. Quella inglese, era la maggiore flotta al mondo del diciannovesimo secolo. Il petrolio offriva molti vantaggi: avendo il doppio delle calorie rispetto al carbone significava che i serbatoi potevano essere più piccoli e che le navi potevano viaggiare il doppio, significava maggiore velocità e inoltre il rifornimento a mare sarebbe stato possibile. L’Accademia Militare britannica fu interpellata per stabilire quale velocità servisse alla divisione veloce per sconfiggere strategicamente la flotta tedesca. La risposta fu venticinque nodi, o almeno cinque nodi sopra la velocità massima possibile a quel tempo. Churchill aveva deciso: “Non possiamo avere la potenza necessaria a far arrivare le navi a venticinque nodi se non con l’uso del petrolio”. L’importante passaggio al petrolio fu completato alla fine della prima guerra mondiale. Da questo punto in avanti, considerata la fondamentale importanza del petrolio come combustibile della seconda Rivoluzione Industriale e come maggiore perno su cui si fonda e si relaziona la nostra società, le risorse di petrolio e gas, vale a dire la sicurezza energetica è diventata una questione di sicurezza nazionale. 14 Figura 2: Mappa geografica del Mar Caspio. I.2Mar Caspio, il Grande Gioco Nel tredicesimo secolo, Marco Polo, mentre viaggiava verso la città di Baku (Azerbaijan), osservò come i pozzi petroliferi fossero scavati a mano e come fosse usato anche il gas naturale. 15 Baku si trova sulla costa occidentale del Mar Caspio, il più grande bacino d’acqua chiuso al mondo, cui convergono molti scarichi, ma da cui non refluisce nulla. E’risaputa la ricchezza delle risorse energetiche del Mar Caspio. Il petrolio nella regione di Baku non aveva sbocchi a mare e per secoli, sin dal 700 a.C., quest’utile prodotto fu trasportato da Baku verso l’Iran, l’Iraq e l’India. Nel diciassettesimo secolo era trasportato con otri su dei carretti a quattro ruote trainati da cammelli fino all’imbarco a mare. Tutto rimase così fino a quando non arrivarono i capitali esteri a Baku con l’arrivo dei Nobel. Famiglia famosa per il premio Nobel ma anche perché inventrice della dinamite, era emigrata dalla Svezia in Russia diventando uno dei maggiori mercanti d’armi. Robert Nobel era stato inviato dal fratello maggiore, Ludwig, a Baku in Azerbaijan, per acquistare delle foreste di nocciolo da cui ricavarne legno utile per la fabbricazione di fucili. Robert Nobel non trovò nessun albero. Infatti, non vi è alcuna vegetazione a Baku, essendo estremamente secco e battuto dal vento. Robert Nobel dichiarò di essere rimasto stupefatto da quello che era il più grande boom nella storia del petrolio:per caso, era andato lì per comprare del legno e decise su due piedi che i pozzi erano notevolmente più proficui del legno. Così iniziarono a investire a Baku. Durante gli anni successivi i fratelli Nobel investirono fortune in questa città, costruendo raffinerie per la trasformazione del petrolio in kerosene. 16 La domanda di questo combustibile era ormai insaziabile. Intorno al 1880, i Nobel erano i primi produttori di petrolio a Baku. E intorno al 1900, solo venti anni dopo, Baku produceva metà del petrolio mondiale. Ludwig Nobel diventò il “re di Baku” anche perché seppe come distribuirlo. La soluzione geniale era stata quella di pompare il petrolio direttamente nello scafo di una nave che era stata progettata appositamente per la navigazione sul Volga. Oggi le navi petroliere sono i mezzi in movimento più grandi mai costruiti. Il trasporto su navi,è stato ed è ancora, parte integrante dello sviluppo dell’industria del petrolio. La prima nave, “Zoroaster”, fu varata nel 1878 a Baku. Figura 3: “Zoroaster”, la prima petroliera. 17 Tra il 1910 e il 1914 vi erano solo tre compagnie petrolifere occidentali, la Standard Oil americana (con le sue mini Standard Oil, dopo il frazionamento del 1911 dovuto alla nuova legge sull’antitrust), la compagnia British-Persian Petroleum che controllava i vasti giacimenti della Persia (oggi Iran) fino quasi al sud della Russia e la Royal Dutch Shell che controllava i vasti giacimenti delle Indie Occidentali in Indonesia e Sud-est asiatico. Come ci è stato insegnato a scuola, la scintilla che ha fatto scoppiare la prima guerra mondiale era stata l’uccisione il 28 giugno dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria da parte di un nazionalista iugoslavo a Sarajevo. Nonostante le scarse prove, Austria e Ungheria accusarono il governo della Serbia. Ne seguì una crisi diplomatica. Quando Austria e Ungheria lanciarono un ultimatum al Regno di Serbia (The Guardians of the Gate), furono invocate le alleanze internazionali formatesi nei decenni precedenti. In poche settimane, le maggiori potenze dell’epoca erano entrate in guerra e il conflitto rapidamente dilagò in tutto il mondo. Vi erano molte cause di contrasto tra la Germania e l’Inghilterra, tra cui lo sforzo da parte della Germania di rivaleggiare con la potenza marittima inglese. Infatti,trasporto marittimo, assicurazioni e attività bancarie avevano reso Londra 18 Figura 4: Ferrovia Berlino-Baghdad la capitale finanziaria al centro del mondo. Secondo Morris Jatrow1 (orientalista americano e bibliotecario) come riportato nel suo testo ‘La guerra e la ferrovia Berlino – Baghdad’, la ferrovia avrebbe avvicinato le nazioni, favorendone l’interscambio d’idee e merce, è stata la causa primaria di contrasto, che ha portato poi la Germania e l’Inghilterra alla distruzione reciproca. Le ferrovie erano fondamentali a quel tempo, basti pensare che la parte occidentale Morris Jastrow, “The War and the Bagdad Railway, the history of Asia Minor and its relation to the present conflict”, PHILADELPHIA AND LONDON J.B. LIPPINCOTT COMPANY, 1917. 1 19 degli Stati Uniti è stata costruita grazie alla ferrovia. E mediante la ferrovia gli industriali tedeschi avevano progettato di colonizzare il Medio Oriente e ostacolare la Russia. “Se la Berlino – Baghdad fosse costruita, un enorme blocco di territorio, inaccessibile dal mare andrebbe a finire sotto il controllo della Germania”, è quanto ammoniva R.G.D. Laffin, all’epoca addetto militare britannico presso l’esercito serbo. Una ferrovia esentasse che sfuggisse inoltre al controllo del canale di Suez, avrebbe potuto significare un’incredibile vittoria strategica tedesca2. La Germania aveva promesso il proprio appoggio all’Austria e all’Ungheria per l’invasione della Serbia. Le potenze centrali, ossia la Germania, l’Austria, l’Ungheria e in seguito l’Impero Ottomano e la Bulgaria volevano la Serbia perché parte mancante del puzzle di connessione vero l’Azerbaijan e la Persia. La Germania e l’Impero Ottomano volevano raggiungere la Persia per sconfiggere la potenza coloniale inglese e raggiungere l’Azerbaijan per sconfiggere i russi. Una sconfitta russa significava una posizione più forte in Caucaso e chiaramente il controllo del petrolio a Baku. La Germania invase il neutrale Belgio e il Lussemburgo prima di muoversi verso la Francia, inducendo così l’Inghilterra a dichiararle guerra. Gli Stati ˂http://www.foreignaffairs.com/articles/70087/philip-willard-ireland/berlin-to-baghdad-up-to-date˃. COUNCIL OF FOREIGN RELATIONS, “ Berlin to Baghdad Up-To-date”.Aprile 1941, visitatoottobre, 2013. 2 20 Uniti mantennero la loro neutralità per due anni e mezzo e allo stesso tempo elargivano presiti su larga scala all’Inghilterra e alla Francia. Poi qualcosa cambiò e gli Stati Uniti decisero a un certo punto di aiutare l’Inghilterra. La guerra sottomarina si stava intensificando in Atlantico. “Gli U-Boot stavano affondando più di 500.000 tonnellate al mese di vascelli inglesi e degli alleati”3. La Germania aveva dichiarato zona di guerra i mari fuori le coste inglesi e l’ambasciata tedesca in America aveva fatto pubblicare su un giornale l’avvertimento di non viaggiare sulla nave Lusitania, all’epoca la più grande nave al mondo. Il pomeriggio del 7 maggio 1915, la nave Lusitania fu silurata da un U-Boot tedesco, causando la morte di 1.198 passeggeri. L’affondamento della nave causò molte proteste negli Stati Uniti e influenzò sicuramente la decisione futura. Il presidente americano Wilson chiese al Congresso “Una guerra per porre fine a tutte le guerre” che avrebbe reso “Il mondo più sicuro per la democrazia”4 e il Congresso votò la dichiarazione di guerra il 6 aprile 1917. La verità è che “la prima guerra mondiale 3 Kennedy, Paul. The Rise and Fall of Great Powers: Economic Change and Military Conflict from 1500 to 2000. London, UK: Vintage, 1988. pag. 271. ˂ http://www.history.com/this-day-in-history/woodrow-wilson-asks-us-congress-for-declaration-of-war˃ “ Woodrow Wilson Asks U.S. Cogress for Declaration of War.” Visitato 12 Maggio 2014. 4 21 galvanizzò le economie nazionali, portando la moderna industria per la prima volta in molte regioni e apportando un aumento incredibile nella produzione di armi”5. La guerra giunse a una risoluzione solo quando il governo dello Zar russo cadde nel marzo del 1917 e la seguente rivoluzione a novembre portò i russi a scendere a patti con le potenze centrali. Nel 1918 le forze britanniche avevano catturato i pozzi petroliferi di Baku, i quali rimasero sotto gli Alleati per due anni. Quando le truppe americane lasciarono i giacimenti petroliferi di Baku, l’undicesima Armata Rossa schiacciò le deboli forze britanniche che ancora controllavano Baku e ripresero il controllo dei giacimenti, mettendo fine alla prima guerra mondiale e creando quella che sarebbe stata la ragione del blocco che ha separato l’est e l’ovest per i successivi sessantotto anni. I Bolscevichi presero il controllo di Baku e la Branobel fu nazionalizzata. Centinaia di migliaia di residenti furono massacrati, i pozzi e le strutture di Baku date al fuoco. Immediatamente uno dei maggiori produttori mondiali cessò di esistere. 5 Kennedy, Paul, op. cit, pag. 271. 22 Figura 5: Incendio dei pozzi petroliferi a Baku. Alla fine della guerra, quattro delle maggiori potenze imperiali – Germania, Russia, Austria - Ungheria egli Ottomani - cessarono di esistere. I primi due persero considerevoli territori mentre gli ultimi due furono smantellati. La mappa dell’Europa era stata ridisegnata e molte nazioni indipendenti ristabilite o smantellate. Con la firma del Trattato di Versailles la Germania accettò la responsabilità della guerra che causò dieci milioni di morti. L’articolo 231 del trattato di pace - la cosiddetta clausola di colpevolezza per la guerra- dichiarò la Germania e l’Impero austro-ungarico responsabili per tutte le ‘perdite e danni’ sofferti dagli Alleati durante la guerra e stabilì i termini delle riparazioni di guerra. Il principale rappresentante del 23 Ministero del Tesoro britannico alla Conferenza di Parigi, John Meynard Keynes6, diede le dimissioni nel 1919 in forma di protesta contro la portata delle riparazioni di guerra, ammonendo che tali richieste avrebbero attizzato un’altra guerra in futuro. Probabilmente, la fine della prima guerra mondiale fu solo un armistizio. Domenica 3 ottobre 2010, la Germania ha estinto il debito concernente le riparazioni della prima guerra mondiale. La prima guerra mondiale è stata quindi il culmine di un massiccio consolidamento di nazioni imperiali in cerca di sicurezza energetica. Quando la guerra era iniziata, vi erano molti imperi, al suo termine rimasero solo due grandi imperi europei (Francia e Inghilterra) e una nuova forza emergente, gli Stati Uniti. Al termine della guerra il miglior bottino era rimasto però nelle mani dei Bolscevichi. Alcuni, nel 1939-40, si aspettavano un attacco tedesco alla Russia. E invece il generale Rommel si affrettò nel nord dell’Africa per cercare di catturare il canale di Suez e controllare tutto il trasporto del petrolio che di lì passava. Poi, aveva programmato di continuare la propria rotta verso la Persia e cacciare 6 Keynes, John Maynard. ‘The Economic Consequences of the Peace’. New York: Harcourt, Brace and Howe, 1920. 24 gli inglesi dai giacimenti della British-Persian Oil, (questo era anche uno degli obiettivi della prima guerra mondiale). In seguito la Germania e il Giappone firmarono un patto di non-aggressione con la Russia. Gli Stati Uniti entrarono nella seconda guerra mondiale dopo l’incidente di Pearl Harbor. Nel 1941, il Giappone era diventato un’incredibile potenza militaristica, ma non poteva contare su una propria fonte energetica, tantomeno sul petrolio. Le forniture di petrolio per i loro nuovi aerei, navi e autocarri venivano dai giacimenti della Royal Dutch situati nella vicina Indonesia. Nel luglio del 1941, il presidente Roosevelt firmò un embargo per bloccare tutti i rifornimenti destinati al Giappone, probabilmente in ritorsione alla recente invasione giapponese dell’Indocina francese. L’embargo di Roosevelt aveva tagliato i rifornimenti di petrolio al Giappone, mettendolo in ginocchio. Alla fine del novembre 1941 i giapponesi inviarono un messaggio scritto di ‘war warning’ mediante canali diplomatici a Washington7, dichiarando che l’embargo doveva essere cessato, altrimenti alcune postazioni americane nel Pacifico sarebbero state attaccate in ritorsione. Solo ˂ https://www.cia.gov/library/center-for-the-study-of-intelligence/csi-publications/csistudies/studies/vol46no3/article07.html˃ U.S. CIA. Library, The Information War in the Pacific, 1945. Visitato 12 Dicembre 2013. 7 25 due settimane più tardi i giapponesi ruppero l’embargo, bombardando le navi da embargo americane ormeggiate a Pearl Harbor. Non era stato un attacco a sorpresa. I giapponesi l’avevano formalmente annunciato due settimane prima. Era la diretta conseguenza dell’embargo americano che strangolava i rifornimenti di petrolio verso il Giappone. Dopo che il Giappone attaccò l’America, l’America dichiarò guerra alla Germania. Il piano di Hitler era di catturare per prima cosa i giacimenti petroliferi in Romania nel 1939, così da avere il proprio rifornimento di petrolio. E quest’obiettivo fu raggiunto. In seguito, Rommel avrebbe catturato i giacimenti in Persia nel 1941, per poi muoversi verso la Russia nel 1942 e solo allora Hitler avrebbe avuto petrolio sufficiente per proseguire una guerra con gli Stati Uniti. I giacimenti petroliferi in Romania erano insufficienti per affrontare una guerra su due fronti. In un primo momento, l’Americaprestava assistenza a Stalin per proteggere i giacimenti russi a sud, mentre Rommel era bloccato in Africa, impossibilitato a raggiungere i giacimenti persiani. Fu quindi solo una questione di tempo aspettare che la macchina da guerra tedesca rimanesse senza combustibile. 26 “Inevitabilmente, allora, la decisione di Hitler di invadere la Russia nel giugno del 1941, cambiò l’intera dimensione del conflitto. Strategicamente volle dire che la Germania doveva adesso combattere su più fronti e quindi ripiegare sul vecchio dilemma del 1914-1917”8. Probabilmente l’esito della guerra sarebbe stato notevolmente differente se la Germania avesse continuato con la campagna di Doenitz, mirata esclusivamente all’affondamento di navi mercantili, che alla lunga avrebbe sicuramente piegato gli inglesi. Figura 6: U-Boat. 8P.Kennedy, op. cit. 27 Dopo la seconda guerra mondiale, la compagnia BritishPersian Petroleum ancora aveva il controllo dei vasti giacimenti in Iran, sebbene sia stato presto eliminata. Nel 1954 un colpo di stato prese il controllo dell’Iran, mettendo al potere lo Shah. In seguito nel 1979, ebbe luogo la Rivoluzione Iraniana che spodestò la dinastia dei Pahlavi, sotto Mohammed Reza Pahlavi, rimpiazzandola con una Repubblica Islamica sotto la guida del Grande Ayatollah Ruhollah Khomeini, il leader della rivoluzione. Figura 7: Oleodotti in progettazione o costruzione. 28 I.3Oleodotti- Gasdotti Le linee di comunicazione, siano esse culturali o commerciali insieme alle scoperte tecnologiche sono sempre state un elemento fondamentale per la fondazione stessa degli imperi. Alcune linee di comunicazione evocano addirittura nella nostra immaginazione un’idea di passato più romantico, basti pensare alla Via della Seta o alle rotte carovaniere transahariane verso Timbuktu9. WELCH, Galbraith, and Ren CAILLI . ‘The n eiling of Tim uctoo. The Astounding Ad entures of Cailli ’. London: Victor Gollancz, 1938. 9 29 Figura 8: Rotte carovaniere del Sahara. All’inizio del primo millennio a.C., prima ancora che i greci emergessero dal Medioevo ellenico, le città-stato fenicie già inviavano missioni di esplorazione su rotte molto lontane. Prima della scoperta da parte dei fenici dell’uso della stella Polare, chiamata anche dai vecchi scrittori la “ Stella Fenicia”, le navi che solcavano il Mediterraneo tendevano a mantenere una navigazione sotto costa per evitare di perdersi. Una volta che i navigatori capirono che avrebbero potuto tenere la Polare dritta a prua o a poppa della loro nave durante la notte, le navi cominciarono a solcare il Mediterraneo su rotte dirette nord-sud. Si pensa che tutto ciò abbia contribuito alla rinascita della cultura e del commercio internazionale portando alla diffusione dell’alfabeto Canaanita e 30 all’inizio di una nuova fase della civilizzazione conosciuta come l’età del ferro. Poi fu la volta di Roma. I romani, più di ogni altra civilizzazione sono conosciuti per le loro incredibili costruzioni. I loro sforzi nel campo dell’architettura, dell’ingegneria e dell’organizzazione li hanno posti una spanna più avanti degli altri popoli. Il risultato fu una rete di strade, acquedotti e ponti che andavano dal ponte Limmyria in Turchia e Dura Europos (l’avamposto romano sul fiume Eufrate) in Siria fino al muro di Adriano in Gran Bretagna. “Un sistema strategico di strade e rotte navali, che dalla capitale permetteva un rapido dispiegamento e concentrazione -nel caso in cui ci fosse un grande pericolo alla sicurezza- delle legioni romane stanziate nei ari stati assalli e pro ince. All’apice dell’impero, le legioni romane dispiegate contavano con non meno di trecentomila uomini- un eccezionale forza che rendeva ancora più letale la superiorità romana della tattica e degli armamenti come anche la capacità del polo centrale di dirigere dispiegamenti relativamente veloci. E’ impressionante notare che nel 1996, la ben più popolosa e suprema potenza americana, proteggeva i confini 31 esterni dei propri domini con uno stanziamento oltreoceano di duecentonovantaseimila soldati professionisti”10. Figura 9: Vie di comunicazione dell’Impero Romano. I romani riuscirono a tenere il controllo sulle vie di comunicazione per mare e per terra, consolidando così l’impero. Ma soltanto alla fine del diciottesimo secolo, la longitudine stabilì definitivamente la dimensione globale delle rotte marittime. Prima del diciottesimo secolo, i navigatori oceanici non avevano a 10 Brzezinski, Zbigniew. The Grand Chessboard: American Primacy and Its Geostrategic Imperatives. New York, NY: Basic, 1997. Pag.10. Traduzione a cura di Marina Marino. 32 disposizione un metodo accurato per la determinazione della longitudine e molte navi sbagliavano la loro destinazione, spesso finendo sugli scogli e ammazzando il proprio equipaggio. Per secoli gli imperi hanno tentato di arrivare a una conclusione del problema senza alcun successo. Come riportato nell’affascinante libro ‘Longitudine’ di Dava Sobel, la soluzione al problema arrivò da un semplice carpentiere, John Harrison, il quale assemblò un accurato cronometro. Anche i migliori scienziati del tempo, come Isaac Newton, pensavano fosse impossibile. Harrison dedicò quaranta anni al perfezionamento dell’orologio che alla fine gli fece guadagnare il premio stabilito dal Longitude Act del 1714, fortemente voluto dal re Giorgio III d’Inghilterra. Senza dubbio questo fu una delle maggiori scoperte del tempo. Infatti, questa invenzione migliorò la tempistica dei trasporti e la coordinazione logistica. Il ventesimo secolo e l’inizio del ventunesimo (era del petrolio), hanno visto un enorme rafforzamento di quello che una volta era il sistema romano. Vale a dire, la consolidazione delle vie di comunicazione. Aerei e automobili hanno ridotto le distanze fisiche, internet ha avvicinato e interconnesso milioni di persone in tempo reale, mentre il sistema GPS, domina l’intero sistema. Il petrolio e il gas, in altre parole il prodotto maggiormente 33 commerciato e di maggior valore, fanno l’equilibrio delle potenze. Sono trasportati via oleodotti e gasdotti e/o navi petroliere. In un sistema di controllo imperiale, proprio come succedeva con gli avamposti romani, le rotte marittime sono rese sicure mantenendo il controllo di punti chiave strategici, in altre parole Panama, Gibilterra, Suez, Singapore, lo stretto di Malacca o lo stretto di Hormuz e vari porti, come ad esempio i porti dove vi sia un terminal LNG. “Le disposizioni speciali di sicurezza nel Golfo Persico, specialmente dopo la re e missione puniti a del 1991 contro l’Iraq, hanno reso quella ricca regione economicamente vitale una riserva militare americana”11. Infatti, gli Stati Uniti, la potenza dei due oceani, hanno stanziato lì la Quinta flotta. Via terra è molto più complicato. Per il semplice fatto che questi oleodotti attraversano molti paesi, richiedendo quindi maggiori sforzi geopolitici e geostrategici. Gli oleodotti sono diventati importanti come importanti furono le costruzioni di ferrovie nel diciannovesimo secolo. Infatti, legano commerciali e influenzano l’equilibrio regionale del potere. 11 Ibidem, pag.27. 34 partner Subito dopo la seconda guerra mondiale, la guerra fredda divise il mondo in due sfere d’influenza, poi con la caduta del muro di Berlino prima, la nascita dell’Europa e l’emergere di nuove potenze in seguito, lo scenario globale sembra essere diventato multipolare. “Alcuni analisti hanno affermato persuasivamente che la paura di una collusione cino-americana in Afghanistan ha contribuito a, sebbene non abbia determinato, la decisione sovietica di invadere quel paese nel 1979, dando inizio a una guerra che avrebbe prosciugato ulteriormente la Russia”.(Nancy Bernkopf Tucker, professoressa di storia presso l’Università di Georgetown, China as a factor in the collapse of the Soviet Empire). I sovietici avevano massicciamente costruito il loro esercito, come anche la maggiore flotta di sottomarini nucleari nel 1980, scommettendo sui lauti profitti che avrebbero ricavato commercializzando il loro petrolio del Mar Caspio sul libero mercato. “L’in asione so ietica dell’Afghanistan precipitò una doppia risposta americana: diretta assistenza degli Stati Uniti alla resistenza afghana per arenare l’esercito so ietico; lo stanziamento su larga scala della presenza militare americana nel Golfo Persico come deterrente per qualsiasi proiezione politica o militare futura da parte della Russia. Gli Stati Uniti si sono impegnati nella difesa 35 della regione del Golfo Persico, in linea con i propri interessi riguardanti la sicurezza Eurasiatica occidentale e orientale”12. Gli afghani aiutati dall’America fermarono la costruzione dell’oleodotto sovietico-afghano, fattore che contribuì al collasso economico dell’Unione Sovietica. Il territorio nel nord dell’Afhganistan è costituito dagli aridi e aspri pendii ai piedi dell’Himalaya, conosciuto come Hindu Kush, ed è difeso dagli agguerriti e numerosi eserciti tribali dell’alleanza del nord, i quali sono eccellenti combattenti in guerriglia con anni di esperienza di combattimento contro i sovietici, aiutati da cinesi e al tempo staccati dal governo centrale dei Talebani a Kabul. I sovietici hanno speso oltre dieci anni ad attaccare e bombardare a tappeto l’Afghanistan con un costo elevatissimo, ma si son trovati davanti all’impenetrabilità’ dell’Himalaya. Qualcuno chiamò l’Afghanistan, il Vietnam della Russia. La Transcaucasia (Caucaso del sud), dopo la caduta dell’Unione Sovietica, è emersa come un polo strategico energetico, elevando la regione a un’importanza sempre maggiore sia a livello globale,sia regionale. 12 Ibidem, pag.7. 36 Questo ruolo è stato supportato dalla costruzione di nuovi oleodotti, in particolare il BTC (Baku-Tbilisi-Ceyan)13, che connette le risorse energetiche senza sbocchi al mare dell’Azerbaijan con i mercati internazionali. Questi oleodotti hanno alterato lo status quo dell’equilibrio dei poteri nella regione. Hanno sicuramente segnato la fine del controllo monopolistico russo delle rotte del trasporto di energia dalla regione del Caspio e hanno aiutato sia l’Azerbaijan sia la Georgia a uscire dalla sfera d’influenza russa. “Fino adesso, l’Europa è stata dominata dall’immensa era degli oleodotti russi che andavano da est verso ovest, dai vasti giacimenti di gas della Siberia verso le nazioni con vasti mercati di consumo come la Germania, con ramificazioni in ognuno degli stati che prima formavano il locco so ietico. Il “corridoio energetico meridionale” formato dal Tanap e dal TAP rompe questo schema formando nuove rotte di forniture che corrono da est verso ovest e da sud verso nord. Questo è un grande vantaggio per tutti quei paesi che dipendono attualmente dal gas russo. Per esempio, 1bcm di gas 13 ˂http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/2263611.stm˃ "Caspian Pipeline Dream Becomes Reality." BBC News. BBC, 17 Sept. 2002. Visitato 12 Maggio 2014. 37 azero sarà venduto alla Bulgaria ogni anno con contratti a lungo termine. Allo stesso tempo, la costruzione del gasdotto ionico adriatico, il quale si congiungerà con il TAP in Albania, porterà il gas verso il Montenegro, la Bosnia e la Croazia. Questa sarà una manna dal cielo per il Montenegro, che fino adesso non ha nessuna connessione con la rete del gas. L’altro aspetto cruciale del nuo o corridoio è che potrà essere allargato per includere gas da altre fonti (…). Ci sono molte opzioni per incrementare il flusso del TAP e Tanap, come ad esempio altri giacimenti in Azerbaijan oppure Turkmenistan, Cipro e il nord dell’Iraq, dichiara Leslie PaltiGuzman della società americana Eurasia Group per la consulenza e ricerca sui rischi politici.”14 “Certamente sin da quando la fase due di ShahDenizè stata messa in discussione, l’intero scenario è cambiato in maniera significativa. Enormi volumi di gas sono stati scoperti nel Mediterraneo orientale e nel Kurdistan iracheno. Il gas del Leviatano, un enorme giacimento scoperto fuori le costedi Israele nel 2010, potrebbe facilmente fluire nel Tanap, come anchel’Afrodite, nelle acque cipriote, e Apsheron – un altro 14 "Azeri Gas Pipeline Pushes Boundaries in Europe." Financial Times 2 Jan. 2014. Traduzione a cura di Marina Marino. 38 giacimento azero in fase di sviluppo da parte della francese Totalanche se ci vorranno anni perché questo a enga”15. Fino a poco tempo fa, i migliori analisti di geopolitica hanno dibattuto su quale sia la potenza più significativa, se quella navale o quella terrestre e quale specifica regione dell’Eurasia sia di vitale importanza per guadagnare il controllo dell’intero continente. Uno dei più importanti, Harold Mackinder16 (geografo inglese, 15 febbraio 1861-6 marzo 1947), aprì la strada a questa discussione all’inizio del secolo scorso con i suoi concetti di successo riguardanti le ‘aree perno’ eurasiatiche e in seguito il cuore dell’Europa centroorientale come trampolini di lancio fondamentali al fine del raggiungimento del dominio continentale. Mackinder scrisse:“Chi domina l’Europa orientale comanda la Terra di Mezzo; chi domina la Terra di Mezzo comanda l’Isola del Mondo; chi domina l’Isola del Mondo comanda il mondo”. La geopolitica era stata invocata anche da alcuni geografi coinvolti nella politica tedesca per giustificare il loro “Drang nachOsten”, il loro espansionismo verso est. 15 Ibidem. ˂http://intersci.ss.uci.edu/wiki/eBooks/Articles/1904%20HEARTLAND%20THEORY%20HALFORD%20MACKINDER.pd f. Mackinder, H.J. “The Geographical Pivot of History.” Visitato 12 Dic.2013. 16 39 Figura 10: Mappa delle aree perno di MacKinder. Nel 1998 Dick Cheney, quarantaseiesimo vicepresidente degli Stati Uniti sotto la presidenza George Bush, espresse il pensiero comune di molti governi e compagnie petrolifere:“Non posso pensare a un periodo in cui una regione fosse emersa tanto rapidamente per di entare così fondamentale come il Caspio”. Nel 1997 il consigliere del presidente Carter per gli affari di sicurezza nazionale, Zbigniew Brezinski, scrisse nel suo libro ‘La Grande Scacchiera’ della necessità degli Stati Uniti di controllare le riserve energetiche eurasiatiche per mantenere il mondiale. 40 predominio Il ‘Grande Gioco’ nel diciannovesimo secolo per il controllo dell’Asia, giocato dagli imperi, russo e inglese prima e tedesco poi (Hitler disse a uno dei suoi generali: “La guerra è persa se non arriviamo al petrolio di Baku”17) ha avuto una rinascita, ma con molti più giocatori adesso, i più influenti dei quali sono i governi di Russia, Cina e America e i loro alleati. Secondo Brzezinski, oggi l’interesse della geopolitica non è più da quale parte geografica dell’Eurasia si debba partire per il dominio continentale e nemmeno se sia più significativa la potenza marittima o quella terrestre. Il dato di fatto è che la geopolitica si è spostata da una dimensione regionale verso una dimensione globale, con la prevalenza dell’intero continente eurasiatico che emerge come base centrale per il dominio mondiale. In poche parole una scacchiera. In questo scenario, i perni geopolitici, cioè quegli stati la cui importanza deriva dalla loro posizione strategica, avendo il potere di negare l’accesso a importanti aree o negare l’accesso alle risorse ad alcune importanti pedine, sono fondamentali. 17 Lemay, Beno t, and Pierce Heyward. Erich Von Manstein: Hitler's Master Strategist. Havertown, PA: Casemate, 2010. 41 I.4 Siria, Iran, Ucraina Il gasdotto Iran - Armenia, che ha iniziato a essere operativo sotto il controllo del gigante russo Gazprom nel 2007, doveva avere all’inizio il doppio della capacità della già esistente linea. Avrebbe reso l’Iran un importante fornitore di energia per l’intera regione del Caucaso e allo stesso tempo gli avrebbe permesso di esportare energia verso i mercati europei, andando così in competizione direttamente con il monopolio russo dell’energia. E’ potenzialmente importante e strategico per la politica estera di Mosca continuare a controllare i gasdotti e la rete di distribuzione in Armenia come anche ostacolare qualsiasi possibile cambiamento alle esistenti forniture energetiche. Perciò, il potenziale tentativo iraniano di far fluire le proprie risorse energetiche verso i mercati occidentali e diventare quindi un importante giocatore nel Caucaso meridionale è stato bloccato non solo dalle sanzioni americane ma anche dagli interessi economici strategici russi. 42 Figura 11: Corridoio energetico meridionale. I prezzi del mais negli Stati Uniti sono costantemente aumentati sin dal 2007 quando una nuova legge, la ‘Renewable Fuel Standard’18 ha stabilito che per la produzione del biocombustibile chiamato etanolo dovesse esserci una percentuale di mais. Oggi l’etanolo è aggiunto alla benzina su tutto il territorio nazionale. La diretta conseguenza di questa legge è stata un aumento dei prezzi del cibo a livello globale, colpendo principalmente come ben si può immaginare i più poveri. Allo stesso tempo, un alto tasso di disoccupazione ha aumentato il malcontento e internet ha offerto sicuramente un valido strumento di coesione sociale. Tutti questi fattori hanno portato alla cosiddetta‘Primavera Araba’. Quelle che, 18 ˂ http://www.epa.gov/otaq/fuels/renewablefuels/regulations.htm˃ "Renewable Fuel Standard (RFS)." EPA. Environmental Protection Agency, Visitato 12 Maggio 2014. 43 sono state lecite richieste per condizioni di vita più giuste sono diventate, ad esempio, nel caso della Siria, un’occasione per una lotta geostrategica riguardante il passaggio di gasdotti da parte di tutte le parti coinvolte. Si sta scatenando una battaglia e una completa confusione sul dove passeranno questi gasdotti che andranno verso l’Europa, se da est a ovest, dall’Iran e l’Iraq verso la costa mediterranea della Siria, o una via più a nord, dal Qatar e Arabia Saudita via Siria e Turchia. Avendo compreso che il progetto Nabucco19è in una fase di stallo e che l’intero Corridoio Meridionale20è supportato solo dai giacimenti dell’Azerbaijan e che quindi non potrebbe eguagliare i rifornimenti russi verso l’Europa o ostacolare la costruzione del South Stream, l’occidente vuole rimpiazzarli con le risorse provenienti dal Golfo Persico. La Siria è uno dei perni geopolitici, nel mezzo di questa competizione tra differenti gasdotti. Bashar al-Assad il 25 giugno del 2011 a Bushehr firmò un accordo che prevedeva la costruzione di un ˂http://www.nytimes.com/2008/06/11/business/worldbusiness/11iht-pipe.4.13640390.html?_r=0˃ Dempsey, Judy. "EU Natural Gas Pipeline Project Gets First Order." NY Times [NY] 11 June 2. Visitato 12 Gennaio 2014. 19 ˂ http://www.naturalgaseurope.com/news?keyword=southern+corridor˃ "The Southern Gas Corridor." Natural Gas Europe. Visitato 12 Maggio 2014. 20 44 gasdotto Iran-Iraq-Syria21, che si estendesse per 1500 km da Asaluyeh nel più grande giacimento al mondo, il South Pars (condiviso con il Qatar), verso Damasco. E da lì possibilmente verso i mercati europei, passando per la Grecia. Alcuni esperti credono che questo progetto possa essere un’alternativa al progetto del Nabucco fortemente voluto dall’Unione Europea, il quale però non è supportato da sufficienti riserve. I paesi sunniti vedono il gasdotto islamico da un punto di vista che tiene in considerazione il contrasto interconfessionale, giacché questo sarebbe un gasdotto sciita che parte da un Iran sciita per passare su un Iraq a maggioranza sciita e terminare sul territorio amico degli sciiti dell’alawita Assad. Il dramma geopolitico è intensificato dal fatto che il giacimento South Pars sia condiviso con il sunnita Qatar. Il Qatar, che non può eguagliare assolutamente la forza dell’Iran, fa un uso attivo delle sue connessioni con la presenza militare degli Stati Uniti e della NATO nel Golfo Persico. Qatar non è per niente interessato al successo del gasdotto Iran-Iraq-Siria, il ˂ http://online.wsj.com/news/articles/SB10001424053111903591104576467631289250392˃ Hafidh, Hassan, and Benoit Faucon. "Iraq, Iran, Syria Sign $10 Billion Gas-Pipeline Deal." The Wall Street Journal. Dow Jones & Company, 25 July 2011. VisitatoGennaio 2014. 21 45 quale sarebbe completamente indipendente dalle rotte di Qatar e Turchia verso l’Europa. Infatti, il Qatar sta facendo tutto il possibile per ostacolare la costruzione del gasdotto, incluso armare i combattenti dell’opposizione in Siria. Inoltre il fatto che l’esportazione del gas siriano (importanti giacimenti sono stati scoperti vicino a Homs) e iraniano possa avvenire attraverso il porto siriano di Tartus, storicamente nelle mani della Russia, non soddisfa il Qatar come anche l’occidente. L’altro gasdotto in discussione porterebbe il gas dal Qatar verso l’Europa e coinvolgerebbe Israele e Turchia. La capacità di questo gasdotto non è stata rivelata ma considerando le risorse dei giacimenti del Golfo Persico e del bacino mediterraneo orientale, potrebbe superare sia il gasdotto islamico sia il Nabucco, andando a competere direttamente con il South Stream russo22. Questo nuovo gasdotto dovrebbe partire dal Qatar, passare per l’Arabia Saudita e Giordania, quindi saltare lo sciita Iraq, per arrivare in Siria. Vicino a Homs il gasdotto si diramerebbe in tre direzioni: una verso la città costiera siriana di Latakia, una verso Tripoli a nord del Libano e una verso la Turchia. Gli alleati del Qatar ˂ http://en.ria.ru/analysis/20090129/119794780.html˃ Mityayev, Oleg. "South Stream's Russian Gas for Europe", RIANOVOSTI, 29 Gennaio 2009.VisitatoGennaio 2014. 22 46 stanno cercando di mettere a segno tre goal: rompere il monopolio del gas russo in Europa; liberare la Turchia dal gas iraniano; dare a Israele l’opportunità di esportare il proprio gas verso l’Europa via terra a un minor costo. La triste verità è che la Siria è un campo di battaglia e come ovvio risultato più di centoquarantamila persone sono state ammazzate, più di sei milioni sono rifugiati, è un chiaro fallimento della mediazione e il trionfo della vergogna. Inoltre la crescita del fondamentalismo islamico e di un caos simile a quello dell’Iraq sta minacciando l’intera comunità cristiana del Medio Oriente. Questa volta i cristiani rischiano di scomparire dal Medio Oriente per sempre, causando una tremenda perdita per le radici cristiane. “Noi abbiamo sentito molto parlare della democrazia e della libertà degli Stati Uniti in Iraq, così come stiamo vedendone i risultati- come il paese è stato distrutto”. Ha dichiarato un vescovo cattolico di Aleppo, aggiungendo :“ I primi a perdere sono stati proprio i cristiani dell’Iraq”. La distruzione della comunità cristiana in Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein è evidente. Da un numero stimato di 1,5 a due milioni di cristiani all’epoca della prima guerra del Golfo nel 1991, alcuni esperti credono che oggi rimangano solo dai 250,000 ai 400,000 cristiani in Iraq, i restanti sono stati ammazzati o costretti all’esilio. 47 Papa Francesco il 3 settembre 201323, in occasione del vertice del G20 a San Pietroburgo, ha inviato una lettera al presidente russo Putin, quando un intervento militare in Syria sembrava inevitabile. “Purtroppo duole costatare che troppi interessi di parte hanno prevalso da quando è iniziato il conflitto siriano, impedendo di tro are una soluzione che e itasse l’inutile massacro cui stiamo assistendo.” (…) “A tutti i leader presenti rivolgo un sentito appello perché aiutino a trovare vie per superare le diverse contrapposizioni e abbandonino ogni vana pretesa di una soluzione militare.” Il Papa ha lanciato il suo appello proprio quando il presidente americano Obama stava cercando di raccogliere il consenso internazionale per procedere ad attacchi punitivi contro il governo siriano di Bashar alAssad per un presunto attacco chimico avvenuto in un quartiere pro ribelli a Damasco. Papa Francesco è stato un incredibile mediatore nell’affare siriano e meriterebbe il premio Nobel per la pace. Se il regime siriano sopravvivrà’,sarà in parte dovuto all’aiuto dell’Iran. Se questo avvenisse, una sfera d’influenza iraniana coprirebbe una vasta area che andrebbe dall’Afghanistan occidentale 23 "Pope Francis Writes Letter to President Putin of Russia Ahead of G20 Summit." 5 Sept. 2013. 48 a Beirut. Questo significherebbe un fondamentale spostamento degli equilibri di potere in Medio Oriente, compiendo il sogno dello Shah e dell’Ayatollah. Il possibile cambiamento degli equilibri di potere cambierebbe la posizione degli Stati Uniti nei confronti dell’Iran, rafforzerebbe il regime iraniano dall’interno e spingerebbe l’Arabia Saudita e altri stati del Golfo a essere più flessibili nei confronti delle richieste dell’Iran. La mira dell’Iran è di allungare la paralisi americana e allo stesso tempo sfruttare le opportunità createsi dal ritiro americano dall’Iraq. E così, creando una coerente sfera d’influenza, l’Iran garantirebbe una fornitura di petrolio stabile e conflitti limitati nella regione. Gli Stati Uniti potrebbero riconsiderare anche la loro posizione contraria al gasdotto Iran - Pakistan24. Questo progetto non solo darebbe un valido contributo all’integrazione regionale ma si stima fornirebbe al Pakistan più di un quarto dei suoi consumi elettrici. Grazie all’accordo di Ginevra25 dello scorso anno, gli Stati Uniti si sono impegnati a sospendere le sanzioni sulle esportazioni di petrolio dell’Iran se Tehran fermasse alcuni suoi programmi di ˂ http://www.pakistantoday.com.pk/profits-mail/page/5736/˃ Shahid, Kunwar Khuldrune. “Iran-Pakistan Gas Pipeline Traversing History.” Pakistan Today. 25 Nov.2011. Visitato 12 Maggio 2014. 24 ˂http://www.washingtonpost.com/world/national-security/kerry-in-geneva-raising-hopes-for-historic-nuclear-deal-withiran/2013/11/23/53e7bfe6-5430-11e3-9fe0-fd2ca728e67c_story.html˃ Gerean, Anne, and Jo Warrick. “Iran, World Powers Reach Historic Nuclear Deal.” The Washington post, 24 Nov. 2013. Visitato 11 Maggio 2014. 25 49 armamento nucleare. Se le sanzioni continueranno a essere sollevate, la continua opposizione al gasdotto da parte dell’America svanirà. Purtroppo,se c’e’ una sola parola che possa definire il 2014, questa è transizione. Il Pakistan ha rotto la sua posizione di non allineamento nei confronti della guerra civile siriana, schierandosi ufficialmente con i sauditi. L’allineamento Pak-Saudi26 arriva in un difficile momento delle relazioni tra Islamabad e Iran, il quale sta aiutando il regime di Assad contro i ribelli finanziati dall’Arabia Saudita. Alcuni soldati iraniani sono stati recentemente rapiti da un gruppo di ribelli che operano nella lontana provincia del Balochistan in Pakistan27. L’Iran ha anche minacciato di invadere il territorio pakistano per trarli in salvo. L’accordo con i sauditi potrebbe avere effetti negativi sul Pakistan. Per un motivo, la realizzazione del gasdotto Iran – Pakistan sarebbe ulteriormente posticipato. Una soluzione potrebbe essere il ˂ http://www.the-american-interest.com/blog/2014/02/20/pakistan-joins-saudi-arabia-shuns-iran-on-syria-war/˃ " The Feed Pakistan Joins Saudi Ara ia Shuns Iran on Syria War Comments”. The American Interest, 20 Feb. 2014. Visitato 12 Maggio 2014. 26 ˂ http://iranpulse.al-monitor.com/index.php/tag/jundullah/˃ Karami, Arash. “Iran Pulse: Must-Reads from Iran Today.” Visitato 12 Maggio 2014. 27 50 gasdotto Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India (TAPI)28, ma la situazione in Afghanistan non sembra dove migliorare tanto presto, cosi è inutile contare su qualsiasi gasdotto che debba passare nella regione volatile del nordest dell’Afghanistan. “ Mentre gli Stati Uniti rimuginano sulla ritirata delle truppe dall’Afghanistan e sulla nuo a strategia AfPak del mondo post BinLaden, la Cina sta silenziosamente consolidando la propria posizione per andare a colmare il vuoto U.S./NATO nella regione. In uno scenario in cui le relazioni U.S.-Pakistan si stanno deteriorando, do el’America sta affrontando misure di austerità finanziaria, c’e’ la stanchezza della guerra da parte del popolo americano e tra gli alleati NATO, la Cina si sta abilmente posizionando per entrare e riempire il vuoto così da consolidare la propria influenza nel Grande Gioco eurasiatico. Sebbene la maggior parte degli incontri avvengano a porte chiuse e non tutte le questioni sono incluse nelle dichiarazioni ufficiali, il 15 giugno 2013, in ˂ http://mom.gov.af/en/page/4717˃ "Turkmenistan- Afghanistan – Pakistan-India [TAPI] Pipeline." - Ministry of Mines.Visitato 12 Maggio 2014. 28 51 ricorrenza del decimo anni ersario dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), la Cina e altri paesi membri hanno probabilmente preso decisioni riguardanti alcune questioni come le nuove adesioni- ammettendo l’Afghanistan come paese osservatore, Pakistan e India come membri e la Turchia come interlocutore; formando un’alleanza trilaterale tra la Cina, l’Afghanistan e il Pakistan chiamata Pamir Group, dal nome delle montagne Pamir che connettono i confini dei tre paesi; erigendo un’associazione per l’energia dei paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai al fine di fortificare il blocco eurasiatico delle nazioni che producono, consumano e transitano energia; e aumentando la militarizzazione di quella che fino ad ora era un’organizzazione per la sicurezza per arrivare a una possibile alleanza militare di difesa collettiva in futuro. Sia nel caso in cui l’Afghanistan rimanga neutrale sia nel caso in cui si a icini più alla Cina e ai gruppi regionali dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, gli interessi degli Stati Uniti e della NATO nella regione avranno implicazioni di lungo termine.”29(Dottoressa Christina Lin, ricercatrice borsista presso ˂ http://www.isn.ethz.ch/Digital-Library/Publications/Detail/?id=130169˃ Lin, Christina. “China’s Silk Road Strategy in AfPak: The Shangai Cooperation Organization.” Nstitut Fur Strategie-Politik- Sicherheits- Und Wirtschaftsberatung (ISPSW), 19 June 2011. Visitato 12 Maggio 2014. Traduzione a cura di Marina Marino. 29 52 John Hopkins University ed ex direttrice per gli affari cinesi nell’ufficio del segretario della difesa degli Stati Uniti, China’sSilk Road Strategy in AFPak: the Shanghai Cooperation Organization.)(…)In un articolo recente del Global Times l’illustre ricercatore cinese Li Xiguang ha sostenuto che “il gruppo Pamir potre e far rinascere l’antica Via della Seta che passa attra erso questa regione, giacché la Cina sta intensificando i propri investimenti nella costruzione di reti stradali, corridoi energetici, reti elettriche e altre infrastrutture che connettono AfPak alla Cina. Il corridoio Wakhan, il quale connette l’Afghanistan alla Cina, passa vicino la città di Kashgar e alla zona economica speciale di nuovo sviluppo alla fine della parte occidentale della provincia cinese di Xinjiang. La Cina spera che a Kashgar sia restituita la sua vecchia posizione sulla leggendaria Via della Seta e serva da rampa di lancio per il Pakistan, l’Afghanistan e i paesi dell’Asia centrale. C’e’ anche un progetto già in atto per la costruzione di una ferrovia in quattro parti dalla provincia di Xinjiang attraverso il Tagikistan e l’Afghanistan erso il Pakistan, dove il porto di Gwadar porterà 53 risorse energetiche in Medio Oriente. Questo progetto amplierà anche la loro connessione terrestre con l’Iran”30. “Nonostante a ia uone relazioni con i Tale ani, la migliore leva della Cina sull’Afghanistan è il Pakistan, suo alleato strategico. A differenza degli Stati Uniti, i quali sembrano aver esercitato poca leva sul Pakistan, date le poche relazioni bilaterali, la Cina è uno sponsor del Pakistan in termini di aiuti, di vendita d’armi, di veto al Consiglio di sicurezza e di una condi isa minaccia dell’India. La Cina usa i suoi legami con il Pakistan e i servizi d’intelligence pakistani per influenzare l’Afghanistan, e se questo può aiutarla a concludere un accordo con un Afghanistan che sia amico del Pakistan, tutto ciò servirebbe sicuramente alla Cina.Il Pakistan spesso si riferisce alla Cina come a un amico fidato e alcuni funzionari cinesi hanno commentato con alcuni diplomatici americani che ‘ il Pakistan è il nostro Israele’”31. “ L’Iran anche esercita una grande influenza sull’Afghanistan. Sin dal 1979 nutre un vivo interesse affinché l’Afghanistan non sia usato come paese terzo da cui gli Stati Uniti possano lanciare un attacco. L’Iran ha cercato di impedire che l’Afghanistan fosse usato come piattaforma 30 Ibidem. 31 Ibidem. 54 anti-iraniana e ha stretto alleanze con gli sciiti Hazara afghani e altre comunità di lingua dari (dialetto farsi) al fine di controbilanciare elementi pro-sauditi e pro-pakistani nella regione. (…) inoltre, la Cina condi ide con l’Iran la preoccupazione che l’America possa usare l’Afghanistan come piattaforma di lancio per gli attacchi. L’Iran è circondato dalle truppe americane sul suo lato occidentale in Iraq e sul lato orientale in Afghanistan e il lato orientale degli Stati niti ha sponsorizzato un’alleanza orientale militare anti cinese (e.g. Giappone, Corea del Sud, Filippine, Taiwan, etc.)”32. In questo scenario il riavvicinamento americano verso l’Iran, potrebbe essere un vero vantaggio. Tutti i presenti ai colloqui di Ginevra erano completamente coscienti dell’importanza dell’Iran come perno geostrategico mondiale. Alle porte dell’Asia centrale, del Sud-est asiatico e dell’Asia occidentale, della Caucasia e dell’Europa, la sua peculiare geografia ha significato nei secoli l’estensione dell’influenza etno-culturale, linguistica, religiosa, economica e geopolitica persiana fino al cuore della Caucasia, dell’Asia centrale e oltre. 32 Ibidem. 55 Da un giorno all’altro, dopo trenta anni, l’Iran è passato da una posizione di potenza isolata a uno dei maggiori protagonisti riconosciuto dalle maggiori potenze mondiali. L’alleanza russoiraniana è adesso più salda e l’Arabia Saudita, in contrasto con l’America per la politica di quest’ultima in relazione a Siria e Iran, è poco meno che un alleato. Spianando la strada per la pace con l’Iran, l’amministrazione Obama ha spostato il suo perno strategico dal Medio Oriente verso l’Asia orientale. Israele e l’Arabia Saudita, i principali promotori di una guerra all’Iran, hanno manifestato il loro disappunto all’accordo. Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu con toni d’invettiva l’ha definito “un errore storico”. Gli Emirati Arabi e il Bahrein, seguiti poi dal Qatar e dalla Giordania, hanno accolto con favore l’accordo come un passo avanti verso la stabilizzazione della regione. L’Oman, come hanno dichiarato alcuni funzionari del governo americano, ha ospitato per tutto il tempo incontri segreti tra gli Stati Uniti e l’Iran. Anche la Giordania si è espressa a favore dell’accordo provvisorio. Se le sanzioni iniziassero a essere sollevate, è probabile che l’Iran emerga come pezzo forte nel bel mezzo di una violenta battaglia per i gasdotti, nei quali l’occidente dovrà competere con le economie emergenti per la diversione delle vaste risorse energetiche dell’Eurasia verso la loro direzione. E’ probabile che la rimessa in 56 gioco del progetto Nabucco-ovest emergerà come uno dei maggiori campi di battaglia. I lavori del progetto Nabucco si sono praticamente fermati a causa del gas insufficiente. L’Iran, che possiede la seconda riserva più grande, si trova adesso in una buona posizione per riempire questo vuoto energetico. Tuttavia, la partecipazione iraniana a uno schema che vede la rimessa in gioco del Nabucco è destinata a irritare la Russia. L’Iran ha però un’altra carta da giocare, la quale potrebbe togliere la posizione di leader della piramide energetica eurasiatica alla Russia. L’Iran è il principale protagonista del progetto del gasdotto Iran-Iraq-Siria (IIS). Il gasdotto è progettato per far confluire il gas iraniano dal gigante giacimento South Pars verso il porto siriano di Tartus, dove c’e’ una base russa. C’e’ una proposta che vede il gasdotto diramarsi sotto il mare fino alla Grecia- il paese dove è anche in progetto un nodo del gasdotto russo South Stream legato all’Europa. Se la Grecia diventasse l’anello di giunzione per i due gasdotti, cancellerebbe il sogno occidentale di far fluire il gas del Golfo Persico verso l’Europa lungo una rotta indipendentedal controllo di Mosca. Il progetto South Stream era stato annunciato il 23 giugno 2007, quando il presidente della compagnia energetica italiana Eni, Paolo Scaroni e il vice presidente della Gazprom, Alexander 57 Medvedev, firmarono a Roma un protocollo d’intesa per la costruzione del South Stream. Il 22 novembre 2007, Gazprom ed Eni firmarono a Mosca un accordo per la creazione di un’impresa comune per la realizzazione del progetto. Romano Prodi, a quel tempo primo ministro, ricevette un’offerta dalla Gazprom per presiedere il consorzio South Stream AG. Questa mossa è stata comparata a quella dell’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroder per dirigere il Nord Stream AG, il consorzio per la costruzione del gasdotto Nord Stream, il quale è un gasdotto offshore che parte da Vyborg in Russia e arriva a Greifswald in Germania. Il progetto era stato considerato controverso a causa della maggiore dipendenza energetica europea dalla Russia. Che cosa succederebbe se il maggiore centro per il trasporto del gas russo verso l’Europa cambiasse la sua sfera d’influenza? Cambierebbe l’intero scenario. 58 Figura 12: Maggiori gasdotti passanti per l’Ucraina. Secondo un rapporto stilato dall’U.S. Energy Information Administration33, l’Ucraina è un’importante piattaforma per il gas naturale europeo. Utilizzando dati della russa Gazprom e del blocco energetico orientale, l’amministrazione stima che il 16% di tutto il gas consumato dall’Europa passa per l’Ucraina. La Russia fornisce il 30% dei 18,7 trilioni di piedi cubici di gas naturale all’Europa e circa la metà del quale trova la sua strada verso l’Europa mediante la rete di gasdotti ucraini: il Bratsvo, il più grande gasdotto russo passa per l’Ucraina prima di dividersi in due sistemi separati, uno che va verso il nord e l’altro verso il sud, il Soyuz che fa confluire il carburante russo verso l’Asia centrale come anche verso l’Europa centrale e del nord e il Trans-Balkan che si dirige verso sud, portando il gas naturale alle nazioni dell’area balcanica, come anche alla Turchia. L’Ucraina nel 2009 aveva salutato con favore il lancio del progetto Nabucco e doveva essere il paese dietro cui iniziava la creazione dello spazio energetico Caspio-Mar Nero- Baltico. ˂ http://www.eia.gov/todayinenergy/detail.cfm?id=15411˃ U.S. Energy Information Administration- EIA- Indipendent Statistics and Analysis. ‘‘16% of Natural Gas Consumed in Europe Flows through ukraine“. 14 Mar., 2014. Visitato 12 Maggio 2014. 33 59 Un recente rapporto sponsorizzato dal Dipartimento di Stato americano dice “La posizione strategica dell’ craina collocata in mezzo ai maggiori produttori di energia (Russia e il Mar Caspio) e ai mercati di consumo della regione eurasiatica, la sua enorme rete di transito e la sua capacità di stoccaggio sotterranea”, fanno del paese “Un potenziale protagonista di primo livello del trasporto energetico europeo”, una posizione che“crescerà al continuo aumentare della richiesta da parte dell’Europa occidentale di gas e petrolio russo e caspio”34. Il passaggio all’Europa di un paese perno come l’Ucraina significa un’altra vittoria strategica per l’occidente. Significa principalmente diversificazione in termini di sicurezza energetica europea. Significa che c’e’ una possibilità per il petrolio e il gas iraniano di essere commercializzato in Europa evitando il controllo russo. Il vecchio sogno della ferrovia Berlino - Baghdad prima e il piano di Hitler dopo, di stabilire una linea di comunicazione per ˂http://www.wilsoncenter.org/sites/default/files/op291_ukraines_energy_policy_balmaceda_2004.pdf˃ Balmaceda, Margarita M. "Occasional Paper #291 Ukraine’s Energy Policy and U.S. Strategic Interests in Eurasia." The Kennan Institute, The Woodrow Wilson International Center for Scholars, May 2004. Visitato 12 Maggio 2014. 34 60 prendere il controllo sul Caspio e ostacolare la Russia,è probabile diventi realtà dopo circa cento anni. Significa che tutti i paesi che facevano parte dell’ex Unione Sovietica e che sono stati inclusi sotto l’egida dell’Unione Europea con grande sforzo possono adesso diventare parte integrante della comunità europea non solo sotto il profilo economico e politico ma anche sotto il profilo energetico. Inoltre, quello che si pensa oggi sia il risorgere di un clima da Guerra Fredda, potrebbe essere solo la formula magica per riavviare i motori dell’economia a una fase di stallo dal 2008. Ma, francamente, il gioco è aperto e siamo lontani dal le Jeux sont faits, rien ne va plus. 61 CAPITOLO II II.1 Sistemi di fissazione prezzi del petrolio: posted price, modello OPEC, sistema legato al mercato e la formula pricing. Rockefeller, il primo barone dell’era del petrolio, credeva fermamente nella necessità di controllare l’industria del petrolio attraverso il monopolio, al fine di stabilizzarne i prezzi ed evitare che l’instabilità’ distruggesse il mercato. Prima le Sette Sorelle e poi l’OPEC35 hanno a lungo perseguito lo stesso obiettivo, fallendo. ˂ http://www.geoexpro.com/articles/2010/05/the-road-to-opec-1960˃ Sorkhabi, Rasoul. "GEO ExPro - The Road to OPEC 1960." GEO ExPro – Vol.7, No.5 2010. Visitato 19 Maggio 2014. 35 62 All’inizio del ventesimo secolo il petrolio fu scoperto in Iran e successivamente in Arabia Saudita, Kuwait e Iraq. Nessuno di loro disponeva dei fondi,tecnologie o competenze necessarie per estrarre o commercializzare le proprie risorse petrolifere. Questi paesi avevano bisogno delle competenze delle compagnie internazionali di petrolio. L’industria internazionale del petrolio era stata quasi interamente sviluppata e dominata da sette compagnie petrolifere. Cinque delle quali erano americane (Chevron, Exxon, Gulf, Mobil, Texaco), una inglese (BritishPetroleum) e una anglo-olandese (RoyalDutch/Shell). Molto presto queste compagnie riuscirono a firmare con il Medio Oriente, l’Africa e l’America Latina una serie di contratti di concessione. Questi contratti di concessione erano stilati con clausole riguardanti tempo e aree definite, ma per aree definite si intendeva un territorio enorme e per tempo definito si intendevano contratti di concessione incredibilmente duraturi. Basti pensare che tre compagnie coprivano l’intero Iraq e un solo contratto copriva l’intera metà meridionale dell’Iran o tutti gli Emirati Arabi Uniti. Il primo contratto iraniano durò sessanta anni ! Il paese ospitante non partecipava alla produzione o alla fissazione del prezzo del petrolio, questi agivano solo come venditori di licenze o concessioni petrolifere. In cambio, i governi ospitanti 63 ricevevano un flusso di guadagni attraverso le royalty e l’imposta sui redditi. Ognuna delle Sette Sorelle era verticalmente integrata e teneva il controllo sia sulle operazioni upstream (esplorazione, sviluppo e produzione del petrolio) che su una parte significativa, anche se ridotta, delle operazioni downstream (logistica, raffinazione e commercializzazione). Allo stesso tempo controllavano la quantità della fornitura di petrolio immessa nel mercato attraverso delle compagnie consociate che operavano in vari paesi. I legami verticali e orizzontali permisero alle multinazionali petrolifere di controllare l’intera mole delle esportazioni dei maggiori paesi produttori di petrolio e di evitare che ingenti quantitativi di petrolio si accumulassero nelle mani dei venditori, minimizzando così il rischio che venditori in competizione si disfacessero del petrolio non voluto vendendolo a compratori indipendenti e di conseguenza spingendo i prezzi al ribasso. Il sistema di fissazione del prezzo del petrolio associato al sistema di concessioni che si spinse fino alla metà degli anni settanta era incentrato sul concetto del posted price. Durante i primi decenni queste nazioni ricche di petrolio, erano soddisfatte dei contratti di concessione, i quali apportarono un flusso di denaro mai visto prima d’allora. 64 Sfortunatamente per le compagnie internazionali di petrolio, queste condizioni favorevoli non sarebbero durate a lungo. Il primo paese che cominciò a muoversi fu il Venezuela, il quale varò una legge nel 1943 che prevedeva un aumento delle royalty e delle tasse pagate dalle compagnie petrolifere al 50% del totale dei loro profitti. A causa dell’aumento del prezzo del petrolio la legge fu riadattata due volte e nel 1948 una legge stabilì la tassa a qualsiasi valore richiesto per assicurare una divisione equa dei profitti. Le compagnie petrolifere internazionali non solo avevano potere sui paesi produttori di petrolio ma anche sull’intero mercato petrolifero, agivano quindi come un cartello. Dato che alcune compagnie registravano un surplus di petrolio mentre altre non ne avevano abbastanza, le compagnie internazionali di petrolio elaborarono un accordo, dove le compagnie che avessero avuto un surplus di petrolio lo avrebbero venduto agli altri a un prezzo ridotto. Questo provvedimento ebbe l’effetto di limitare le forniture, stabilizzando e/o aumentando i prezzi. L’incremento dei prezzi del petrolio in realtà portava benefici ai paesi produttori dato che i profitti erano direttamente legati alle compagnie petrolifere. Tuttavia, lo stesso potere che permetteva alle compagnie petrolifere di controllare il prezzo del petrolio gli permetteva di controllare anche dove dirigere questi profitti extra. 65 Ognuna delle sette maggiori compagnie petrolifere vantava diritti in diversi paesi dai quali potevano estrarre petrolio. Potevano quindi facilmente ridurre la produzione in posto per aumentarla in un altro, dandogli così un vantaggioso potere contrattuale su ogni singolo paese. Tutto quello di cui erano a conoscenza i paesi produttori era quanto petrolio le compagnie dichiarassero di aver venduto e quanti soldi ricevessero da queste vendite. Non vi era nessuna comunicazione tra i vari paesi produttori, così nessun governo realmente sapeva quali fossero i proventi derivati dal petrolio delle altre nazioni. Inoltre i prezzi stabiliti in questi contratti non sono stati mai rivelati perché le compagnie petrolifere considerano questa informazione un segreto commerciale. Il governo venezuelano capì che le compagnie potevano ridurre la produzione del paese al fine di un leggero aumento dei prezzi. Per contrastare questa pratica, inviò degli ambasciatori in Medio Oriente. Se questi paesi si fossero convinti di adottare accordi 50-50 allora le compagnie petrolifere non avrebbero avuto più ragione di ridurre la produzione in Venezuela. Inizialmente la strategia venezuelana non fu ben capita. Tuttavia ben presto, l’Arabia Saudita prese coscienza del fatto che una clausola nel contratto proibiva l’adozione di un accordo simile a quello venezuelano. 66 A quel punto però, le compagnie petrolifere capirono che sarebbe stato difficile rifiutare quell’accordo dopo averne istituito uno in Venezuela. Agli Stati Uniti de facto importava più assicurarsi l’accesso al petrolio che una tassa extra sul reddito, così permisero alle compagnie petrolifere di considerare questo incremento nel pagamento come una tassa piuttosto che una royalty così da poter essere dedotta dalle loro tasse sui redditi. In poco tempo tutte le nazioni produttrici di petrolio adottarono contratti 50-50 per la suddivisione dei profitti. La maggior parte dei paesi del Medio Oriente era soddisfatta di questo nuovo tipo di contratto. Ma l’Iran aveva in mente un’idea più radicale, che si era fatta avanti nel parlamento iraniano, l’idea era la nazionalizzazione delle risorse. La nazionalizzazione delle risorse petrolifere si riferisce a quel processo di confisca delle operazioni di produzione e della proprietà privata, generalmente con lo scopo di ottenere maggiori profitti dal petrolio per i governi dei paesi produttori. Il primo ministro Ali Razmara, il più grande oppositore della nazionalizzazione, fu assassinato nel 1951 e subito dopo il progetto di legge riguardante la nazionalizzazione fu approvato in parlamento. Sia l’Inghilterra,sia l’America tentarono di raggiungere un accordo con il primo ministro Mohammad Mossadegh (il quale salì al potere con il sostegno popolare contro il volere dello Shah) senza alcun successo e come conseguenza l’esportazione 67 di petrolio dall’Iran cessò completamente. Due anni senza i profitti del petrolio portarono il paese a sentirne gli effetti e Mossadegh cominciò a perdere consensi. Nel 1953 un colpo di stato rimise al potere lo Shah, portò all’arresto di Mossadegh e alla suddivisione degli interessi petroliferi, una volta solo della British Petroleum, tra le maggiori compagnie. Sarà la rivoluzione iraniana del 1979 a nazionalizzare nuovamente le risorse. Nel dicembre 1954 Enrico Mattei, geniale presidente dell’ENI, chiuse un accordo con il governo egiziano guidato da Nasser, scuotendo quelle che lui stesso aveva chiamato di Sette Sorelle. L’intesa contemplò la partecipazione diretta e la parità decisionale dei paesi produttori di greggio attraverso la costituzione di società miste. Questa nuova formula, conosciuta come ‘Formula Mattei’, tre anni dopo permise all’ENI di siglare un contratto rivoluzionario 75%-25%, con lo Shah di Persia Reza Pahlavi. “Il petrolio è loro” amava dire Mattei, nella convinzione che fosse necessario rendere autonomi i paesi produttori dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico, scegliendo la via del dialogo, della mediazione e del rispetto delle culture. “Nella sua ‘Filosofia di una ri oluzione’, il leader egiziano Nasser definì il petrolio uno dei tre pilastri fondamentali della potenza araba e l’arma più efficace per far prevalere i diritti delle nazioni arabe contro le potenze occidentali. Questo guaio aveva 68 avuto il sostegno di un alleato tanto inaspettato quanto inconsapevole, la U.S. Federal Trade Commission, la quale attraverso la pubblicazione dei risultati della sua indagine sul ‘Cartello internazionale del petrolio’ aveva fornito a molti intellettuali arabi e allo stesso Nasser una chiara visione di quanto potere molti paesi della regione avevano inconsapevolmente messo nelle mani di un esclusivo club di multinazionali occidentali”.36 “Quando nel luglio 1956 gli Stati Uniti ufficialmente informarono Nasser della loro indisponibilità a finanziare la costruzione della diga di Aswan, il progetto più ambizioso di Nasser, la reazione del leader fu drammatica. In pochi giorni annunciò la nazionalizzazione della Compagnia del Canale di Suez, con l’o ietti o di usare i profitti del canale per la costruzione della diga. E allo stesso momento Nasser bloccò i traffici marittimi nel golfo di Aqaba nel Mar Rosso, il quale era vitale per la fornitura di petrolio a Israele. Questa notizia fece il giro del mondo e suscitò una profonda preoccupazione tra i maggiori governi occidentali: proprio dopo tre anni dalla defenestrazione di Mossadegh, una nuova minaccia poneva delle ombre sugli interessi delle potenze europee in un altro paese del Medio Oriente. La Compagnia del Canale era 36 Maugeri, Leonardo. The Age of Oil: The Mythology, History, and Future of the World's Most Controversial Resource. Westport, CT: Praeger, 2006. Pag.94. traduzione a cura di Marina Marino. 69 infatti uno dei gioielli franco-britannici e un importante fonte di profitto per entrambe i paesi; ma era anche un presidio geopolitico di straordinaria importanza”37. Nel bel mezzo dell’esplosione del nazionalismo arabo, i maggiori profitti che le nazioni produttrici stavano ricevendo come conseguenza dei contratti 50-50 molto presto cominciarono a diminuire a causa della discesa dei prezzi del petrolio. La nascita della competizione tra le compagnie, infatti,portò alla discesa dei prezzi. “La competizione è peccato”, disse una volta Rockefeller.Infatti, un numero sempre maggiore di compagnie petrolifere aveva iniziato a prendere una fetta più grande di mercato. Nel 1956 il Venezuela annunciò che avrebbe assegnato nuove concessioni. L’Iran e l’Arabia Saudita seguirono la stessa strada, assegnando alle compagnie indipendenti il segmento maggiore nel 1957. Con lo scopo di mantenere i profitti, le compagnie petrolifere abbassarono il posted price del petrolio, il quale determina la maggior parte delle loro tasse. I posted price avrebbero dovuto riflettere il prezzo del petrolio sul mercato globale ed erano genericamente basati sul costo del petrolio negli Stati Uniti stabilizzato con il prezzo del trasporto. In realtà questi prezzi non 37 Ibidem, pag.96. 70 rappresentavano il prezzo del petrolio. Il sistema favoriva le compagnie occidentali perche loro stessi controllavano i posted price. Le compagnie riuscivano ad aumentare l’effettivo costo del petrolio senza cambiare il posted price. Così, un aumento dei loro profitti del petrolio non necessariamente voleva dire un aumento delle tasse che loro pagavano. Nel 1958 la rivoluzione in Venezuela pose fine alla dittatura militare. L’anno seguente fu istituito un governo democraticamente eletto e Perez Alfonzo fu nominato ministro delle risorse minerarie e degli idrocarburi. Il Venezuela era stato immediatamente colpito dalla discesa dei prezzi del petrolio,poiché le loro tasse ne erano direttamente legate. Una delle prime azioni del nuovo governo fu di aumentare le tasse sul reddito. Il risultato fu una tassa netta del 70% sulle compagnie petrolifere. Perez Alfonzo aveva in mente di far risalire i prezzi del petrolio, sapeva che i paesi avevano il potere di limitare la produzione, dunque le nazioni produttrici di petrolio insieme potevano controllare i prezzi del petrolio riducendo la fornitura. Nel 1959, cercò di avvicinarsi alle altre nazioni con l’idea di formare una coalizione di paesi produttori di petrolio, ma non vi fu nessuna azione seguente la proposta. Per l’anno seguente le nazioni produttrici ne avevano avuto abbastanza della riduzione del posted price senza alcun preavviso da parte delle compagnie. Inoltre erano rimasti colpiti dai risultati raggiunti in Venezuela come conseguenza 71 delle decise azioni che il paese aveva preso riguardo alle compagnie petrolifere. Cosi decisero di seguire il consiglio di Perez Alfonzo e il 10 settembre 1960 si tenne la prima riunione dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esortatori di Petrolio) e l’inglese fu adottato come lingua ufficiale dell’organizzazione. Nel 1966 fu presentato un documento esplicativo della politica riguardante il petrolio dei paesi membri. Questa politica conteneva alcuni provvedimenti che sarebbero diventati importanti. Il primo permetteva alle nazioni produttrici di limitare la produzione nell’interesse della conservazione. Il secondo dichiarava che le nazioni produttrici avrebbero dovuto stabilire i posted price su cui le tasse si sarebbero basate. Il terzo dichiarava che i governi avrebbero dovuto partecipare al possesso delle compagnie petrolifere in modo ragionevole. Nell’ottobre 1973, l’OPEC dichiarò un embargo petrolifero in risposta all’aiuto americano e europeo a Israele nella guerra dello Yom Kippur del 1973. Il risultato fu una salita dei prezzi del petrolio da 3$ al barile a 12$ e l’inizio del razionamento del gas. Sebbene l’embargo durò solo un anno, durante quel periodo il prezzo del petrolio quadruplicò e le nazioni dell’OPEC scoprirono che il loro petrolio poteva essere usato come arma politica ed economica contro altre nazioni. Tuttavia l’epoca d’oro dell’OPEC non durò molto. 72 Conflitti economici e politici tra gli stati membri ostacolarono il raggiungimento di obiettivi comuni. Il declino della domanda di petrolio nella metà degli anni ottanta aveva causato una recessione economica mondiale e la crescita della produzione in paesi produttori di petrolio non facenti parte del sistema OPEC, i quali reagirono alla crescita dei prezzi e trassero vantaggio dalle nuove tecnologie ponendo una grande sfida al sistema di fissazione prezzi dell’OPEC, in definitiva ne decretarono la fine. I nuovi giacimenti,che furono scoperti in paesi non facenti parte dell’OPEC, vollero dire che ingenti quantitativi di petrolio iniziavano a fluire nei mercati internazionali fuori dal controllo dell’OPEC. Quest’aumento della fornitura significò anche un aumento nel numero e nella diversità dei produttori di petrolio i quali stabilivano i loro prezzi in linea con la domanda del mercato ed erano pertanto più competitivi. Negli anni ottanta l’OPEC non era più in grado di gestire il delicato equilibrio tra il prezzo, la fornitura e la domanda e nel 1986 il prezzo del petrolio collassò a causa della sovrapproduzione. Da allora in avanti il mercato dettò i prezzi. Tuttavia anche questo sistema non si è rivelato migliore delle Sette Sorelle o dell’OPEC. Infatti, l’instabilità dei prezzi durante gli anni novanta è stata la peggiore mai registrata. L’adozione del sistema di fissazione prezzi legato al mercato da parte di molti esportatori di petrolio nel 1986-1988 aprirono un 73 nuovo capitolo nella storia della formazione prezzi del petrolio e rappresentò il passaggio da un sistema dove i prezzi erano amministrati dalle compagnie petrolifere multinazionali negli anni cinquanta e sessanta al sistema OPEC nel periodo 1973-1988 a un sistema dove i prezzi sono stabiliti dal mercato. Fu adottato per la prima volta dalla compagnia petrolifera nazionale messicana, la PEMEX, nel 1986, ricevendo ampia accettazione dalla maggior parte dei paesi esportatori di petrolio. Dal 1988 divenne ed è ancora il principale metodo di fissazione dei prezzi del petrolio nel commercio internazionale. Il mercato petrolifero era pronto per questa transizione. La fine dei contratti di concessione e l’ondata di nazionalizzazioni che interruppero le forniture alle compagnie petrolifere internazionali stabilirono la base per accordi liberamente negoziati tra due compagnie indipendenti e lo scambio fuori dalle compagnie petrolifere multinazionali integrate verticalmente e orizzontalmente. L’emergere di molti fornitori fuori dal sistema OPEC e di molti compratori aumentò ancora di più l’adozione di accordi liberamente negoziati tra le parti, che di conseguenza portarono allo sviluppo di una struttura complessa di mercati petroliferi interconnessi tra loro che operano in mercati a pronti, futures, stock options e altri mercati dei derivati. L’innovazione tecnologica ha reso possibile queste transazioni elettroniche e ha rivoluzionato i mercati, rendendo possibile gli scambi 24 ore su 24 74 da qualsiasi parte del mondo. La consegna fisica del petrolio è organizzata sia attraverso gli spot market (contanti) che attraverso contratti a lungo termine. Lo spot market è usato dalle parti interessate per comprare o vendere petrolio non coperto da contratti a lungo termine e si applica spesso per transazioni uniche. Le parti possono concordare il prezzo al momento dell’accordo o spesso possono concordarlo al momento del carico. Gli accordi riguardanti il prezzo sono conclusi con il metodo del 'formula pricing’ ( Px=Pr +D dove P è il prezzo del petrolio x; PR è il prezzo del petrolio standard; e D è il differenziale, che può essere stabilito da un paese esportatore o stimato dalle agenzie che si occupano dell’andamento dei prezzi) il quale lega il prezzo di un carico con contratto a lungo termine con il prezzo dello spot market. Ci sono vari tipi di petrolio commercializzato internazionalmente con differenti qualità e caratteristiche. Le due proprietà più importanti sono la densità e la quantità di zolfo. Il petrolio con una bassa densità è chiamato petrolio leggero, che generalmente rende in proporzione più prodotti petroliferi finali come la benzina attraverso processi di raffinazione semplici. Gli oli pesanti hanno una quantità minore di idrocarburi leggeri e richiedono un più complesso processo di raffinazione come la cokizzazione e il cracking al fine di produrre la stessa quantità di prodotti petroliferi di valore. Lo zolfo è una proprietà indesiderata e le raffinerie fanno 75 ingenti investimenti per rimuoverlo. Il petrolio greggio con un alto tasso di zolfo è chiamato greggio acido mentre quello con un basso tasso di zolfo è chiamato greggio dolce. Al cuore del ‘formula pricing’c’e’l‘identificazione del prezzo secondo benchmark fisici chiave, come il West Texas Intermediate (WTI), il prezzo ASCI, il Dated Brent e il Dubai. Il prezzo di questi greggi benchmark, a cui spesso ci si riferisce come a prezzi di spot market, è al centro del sistema di fissazione dei prezzi (alcuni governi come quello dell’Oman, Abu Dhabi, Malaysia e Indonesia non usano questi benchmark, applicando invece i loro prezzi di vendita ufficiale su base mensile, OSP OfficialSellingPrices). I prezzi riportati di questi benchmark sono prezzi indicativi o stimati. Queste valutazioni sono condotte da agenzie specializzate38 come la Platts o la Argus. Queste agenzie specializzate valutano le loro informazioni derivanti da accordi conclusi, dagli ordini e dalle offerte e se non riescono ad avere queste informazioni dal mercato, raccolgono informazioni pubbliche e private fornitegli dai reporter e ˂Http://www.seec.surrey.ac.uk/Events/EventDocuments/Presentation-BassamFattouh.pdf. ˃ Fattouh, Bassam. "The Crude Oil Pricing System." Oxford Institute for Energy Studies, 29 Mar. 2011. Visitato 19 Maggio 2014. 38 76 dai mercati finanziari. Chiaramente, il problema che potrebbe sorgere da questo sistema è la tentazione da parte di queste agenzie specializzate di cercare di manipolare questi benchmark, ad esempio non riportando gli scambi in corso o non riportandoli affatto, in modo da favorire alcune opzioni invece che altre. L’Unione Europea sta indagando a riguardo e c’e’ una causa aperta a Manhattan nella quale si suppone che il prezzo del Brent Crude sia stato manipolato per più di un decennio, a cominciare dal 2002. Al termine di una giornata di scambi, su una finestra appaiono i prezzi che le compagnie petrolifere e i broker finanziari comunicano alle agenzie specializzate. Cosi si stabiliscono i prezzi per il giorno seguente. Il caso presentato alla corte sostiene che i prezzi siano stati gonfiati per aumentare il valore del greggio da parte di compagnie che ne erano in possesso. 77 II.2 Il prezzo del gas naturale. Il consumo di gas naturale è cresciuto rapidamente durante gli ultimi trent’anni e oggi conta con un quarto della fornitura energetica mondiale, un aumento dovuto all’industrializzazione di nuovi mercati, come l’Asia, il Medio Oriente e l’America Latina. Il gas naturale contribuisce chiaramente alle emissioni globali di gas serra ma è relativamente più pulito se comparato al greggio e al carbone. Il meccanismo dominante per il commercio del gas rimane comunque l’indicizzazione al petrolio, che ha avuto origine in Europa nella metà degli anni sessanta e si è poi diffuso in Asia.Secondo uno studio condotto da Anthony J.Melling, esperto con più di venti anni nel settore del gas e GNL, “Natural Gas Pricing and Its Future, Europe as a batteground”, un meccanismo in contrasto con l’indicizzazione al petrolio, basato sugli hub e sui mercati di scambio si è sviluppato negli Stati Uniti e si è poi diffuso nell’Europa continentale attraverso l’Inghilterra nel 1990. In quel periodo l’Inghilterra decise di introdurre un mercato del gas naturale liberalizzato e l’industria cominciò a sua volta a sviluppare mercati di scambio basati genericamente sul modello americano. Nel 1998, il network inglese del gassi collegò al Belgio, dando inizio così allo 78 sviluppo del mercato delle commodity sul territorio dell’Europa continentale. Il mercato europeo del gas si spaccò,da una parte il sistema di prezzi indicizzati al petrolio che domina la parte continentale e dall’altra il sistema competitivo centrato su prezzi hub che dall’Inghilterra si è fatto avanti nell’Europa nord occidentale. Oggi, l’Europa sta assistendo a una collisione senza precedenti tra questi due meccanismi di fissazione prezzi e culture differenti riguardanti il gas. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), una delle maggiori questioni relative alla fornitura energetica mondiale e alla sicurezza riguarda proprio il ‘se’ il sistema tradizionale che lega il petrolio al gas sopravvivrà. L’Europa ne è sicuramente il campo di battaglia, ma le implicazioni vanno sicuramente oltre i confini europei, perché quelli che erano una volta mercati isolati regionali, sono adesso sempre più interconnessi attraverso l’aumento della commercializzazione del gas naturale liquefatto (GNL). Quindi se il modello di mercato spot prendesse piede in Europa, l’Asia rimarrebbe l’ultima fortezza del sistema dei prezzi indicizzati al petrolio, rendendo il sistema insostenibile. Al contrario, se l’indicizzazione al petrolio riacquistasse terreno, vi sarebbe la possibilità che il mercato spot in America sarebbe influenzato da questo modello. Sebbene gli esiti siano lontani dall’esser certi, le poste in gioco sono alte. Qualsiasi modifica fosse apportata ai contratti esistenti 79 avrebbe degli impatti diretti sugli esportatori che dipendono dai profitti derivanti dal gas e tra questi:Russia, Algeria, Indonesia e Malesia. Questi cambiamenti aumenteranno o inaspriranno il tema della sicurezza energetica e detteranno la sostenibilità delle future forniture. Il sistema di fissazione prezzi del gas avrà impatto sulla competitività dell’industria e sulla potenzialità di raggiungere gli obiettivi mondiali riguardo all’ambiente. A oggi, il sistema liberalizzato di spot market che aveva fatto ingresso in Inghilterra seguito poi dal Belgio e dall’Olanda si sta propagando in tutte le direzioni, rendendo le condizioni più favorevoli sui mercati del mediterraneo. 80 Figura 13: Nave metaniera. II.3 La rivoluzione dello shale gas (gas da scisti bituminosi) e l’accordo di libero scambio USA-UE. Nel 2012, la produzione di gas naturale negli Stati Uniti ha sorpassato i ventinove trilioni di metri cubici, un record assoluto. Il gas è usato per la produzione di energia per le abitazioni, per le attività, per il riscaldamento e come importante materia prima per una varietà di processi industriali. La combinazione di trivellazione orizzontale e fratturazione idraulica, o ‘fracking’39, ha permesso ai ˂ http://www.nytimes.com/news/the-lives-they-lived/2013/12/21/george-mitchell/˃ Gertner, Jon. "George Mitchell, Father of Fracking." The New York Times, 21 Dec. 2013. Visitato 19 Maggio 2014. 39 81 trivellatori americani di estrarre gas naturale dalle riserve di gas da scisti bituminosi, che in precedenza non erano state sfruttate a causa dei costi. La tecnica di fatturazione idraulica è sicuramente l’innovazione in campo energetico più grossa e importante di questo secolo, sebbene sia altrettanto controversa in ambito ambientale. Infatti,le acque di scarico derivanti dal fracking possono contenere un alto tasso di “fluidi additivi, metalli e naturalmente materiali radioattivi”, ha dichiarato l’EPA (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente americana), che potrebbero contaminare l’acqua potabile e in superficie e causare inquinamento atmosferico. Sebbene gli effetti del fracking sull’ambiente siano ancora sottoposti a un pesante dibattito, gli effetti economici sono innegabili: la produzione del gas sta esplodendo. I produttori di gas sperano di vendere la produzione di gas eccedente americana, traendo vantaggio dai prezzi in rialzo che vi sono nel resto del mondo e di conseguenza rafforzare l’economia e il ‘Washington Consensus’. Solo pochi anni fa gli Stati Uniti dovevano essere grandi importatori di GNL, questa inversione di tendenza apre la strada ad un’ indipendenza energetica e cambia l’intero scenario geopolitico. 82 Le esportazioni di GNL aiuteranno l’America a liberare l’Europa e l’Asia dal giogo politico degli stati produttori dominanti. L’Europa rimane fortemente legata alla Russia per il gas naturale, se si tiene in considerazione la decisione della Germania di chiudere le proprie centrali nucleari e l’ovvio aumento della richiesta di gas. Per i paesi dell’Europa centrale e dell’est questa dipendenza è anche più alta. Tuttavia, la sicurezza energetica dell’Europa è migliorata grazie al GNL. L’acquisto di GNL ha permesso all’Europa di guardare ad altri fornitori per il proprio fabbisogno energetico, tra cui il Qatar, Trinidad, l’Egitto e la Nigeria. Tutto ciò ha portato a una diversificazione delle importazioni di gas naturale. Molti paesi europei dell’ex area sovietica sperano di diminuire questa dipendenza mediante la costruzione di terminali per l’importazione di GNL.Il Giappone è privo di risorse energetiche sul proprio suolo e pertanto è altamente dipendente dall’importazione di energia per vie marittime. Infatti,è il terzo importatore mondiale di greggio, il secondo di carbone e il primo di gas. La chiusura di quasi tutte le centrali nucleari dopo il disastro di Fukushima, le cui conseguenze sono ancora ignote ai più, ha creato anche in questo caso un aumento della richiesta di forniture energetiche per sopperire alla capacità persa. A sua volta l’aumento delle richieste di GNL ha fatto alzare i prezzi e gli alti costi del GNL stanno esaurendo l’economia 83 giapponese, per cui si comincia a far pressione per un ritorno all’energia nucleare. L’ordinamento dello shale gas in America: - secondo il “Natural Gas Act”40, legge riguardante il gas, entrata in vigore nel 1938 e successivamente modificata molte volte, l’esportazione di gas naturale è illegale senza l’approvazione del Segretario dell’energia. La Commissione Federale Regolamentatrice dell’Energia o FERC, agenzia responsabile del rilascio dei permessi di costruire terminali per l’esportazione, ha in sospeso sedici pratiche riguardanti terminali import ed export GNL. - secondo la Energy Policy Act del 199241, l’esportazione di GNL verso paesi con cui l’America ha firmato un accordo di libero scambio deve essere in accordo con l’interesse pubblico. Il 24 marzo 2014, il dipartimento dell’Energia americano ha rilasciato un’approvazione per il progetto energetico di Jordan Cove ˂http://www.law.cornell.edu/uscode/text/15/717b˃ "15 U.S. Code § 717b - Exportation or Importation of Natural Gas; LNG Terminals." Visitato 19 Maggio 2014. 40 ˂http://energy.gov/fe/articles/doe-s-program-regulating-liquefied-natural-gas-export-applications˃ "DOE's Program Regulating Liquefied Natural Gas Export Applications." Visitato 19 Maggio 2014. 41 84 per l’esportazione di GNL dall’impianto di liquefazione e terminale di esportazione di Jordan Cove in Oregon, verso paesi che non hanno un accordo di libero scambio con l’America (non- FTA countries). Questa è l’ultima delle sette approvazioni sin dal 2011. Lo schema regolamentativo riguardante l’esportazione di gas verso paesi dove non vi è un accordo di libero scambio richiede che il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti valuti ‘l’interesse pubblicò dell’esportazione. L’analisi svolta dal Dipartimento dell’Energia, ‘l’interesse riguardante pubblico,tiene in considerazione maggiormente l’impatto delle esportazioni sui prezzi nazionali. Ma tiene in considerazione anche altri fattori come: i benefici a livello locale, regionale e nazionale, impatto ambientale, commercio internazionale e sicurezza nazionale. Jordan Cove ha fornito le seguenti argomentazioni per conformarsi alle regole riguardanti ‘l’interesse pubblicò: - le riserve di gas naturale possono rispondere sia ai volumi proposti nel modulo di domanda che ad un’aumentata richiesta nazionale; - il progetto di esportazione GNL di Jordan Cove porterà beneficio all’economia locale, regionale e nazionale attraverso nuovi posti di lavoro, tasse e attività economiche; 85 - l‘approvazione del progetto da parte del Dipartimento dell’Energia è in linea con l’agenda del presidente Obama di incentivare le esportazioni; - le esportazioni di GNL porteranno a una serie di benefici in campo internazionale, incluso l’espansione dei mercati, una transizione globale verso una fonte di energia più pulita che il greggio o il carbone, la liberalizzazione delle politiche di scambi internazionali. L’approvazione del Jordan Cove da parte del Dipartimento dell’Energia è avvenuta durante un periodo d’intensa agitazione geopolitica relativa all’annessione da parte della Russia della penisola della Crimea che era parte dell’Ucraina. L’economia, il commercio e le considerazioni geopolitiche generalmente sono a favore di maggiori esportazioni. Vi è un crescente appoggio bipartisan per le esportazioni di GNL verso paesi che non hanno accordi di libero scambio (non-FTA countries). A luglio 2013, trentaquattro senatori hanno firmato una lettera nella quale si esorta il Dipartimento dell’Energia (DOE) a prendere delle decisioni rapidamente e a fare una valutazione unica e non caso per caso delle richieste. 86 La lettera bipartisan “Expedited LNG for American AlliesAct of 2013”42, nello specifico fa riferimento agli alleati NATO e al Giappone per l’esportazione di gas naturale verso paesi che non hanno un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. “Expedited LNG American AlliesAct of 2013” vuole modificare il Natural Gas Act, mantenendo la linea dell’interesse pubblico , ma accelerando il processo di richiesta e approvazione, senza modifiche o ritardi, delle esportazioni di gas naturale verso un paese straniero il quale sia: (1) una nazione con cui sia in vigore un accordo di libero scambio; (2) un membro della NATO; (3) il Giappone, purché rimanga in vigore il Trattato di mutua cooperazione e sicurezza tra gli Stati Uniti e il Giappone; (4) qualunque paese straniero sia considerato di interesse per la sicurezza nazionale dal Segretario di Stato. La proposta di legge rimane al varo della commissione. Molti paesi importatori di gas naturale come la Francia, il Giappone, l’Inghilterra e la Spagna non hanno al momento un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. Da qui l’importanza ˂ https://www.govtrack.us/congress/bills/113/hr580/text˃ "H.R. 580: Expedited LNG for American Allies Act of 2013." Visitato 19 Maggio 2014. 42 87 dell’accordo di libero scambio tra gli Stati Uniti e l’Europa (TAFTA). L’obiettivo dell’accordo di libero scambio transatlantico,è rimuovere le barriere regolamentative tra gli Stati Uniti e l’Europa. L’accordo, si pensa possa contribuire al commercio globale e allo spostamento dell’equilibrio geopolitico, che si era spostato in precedenza verso est grazie al basso regime tariffario. Nonostante ciò, l’accordo solleva una serie di controversie che vanno dalla preoccupazione che questo possa aprire le porte agli OGM e allo shale gas in Europa, alla minaccia sui diritti digitali e del lavoro, al potere delle multinazionali di impugnare legalmente un’ampia serie di regolamentazioni. Un’area del trattato sta già infatti sollevando l’interesse pubblico: ISDS, “Investor-State Dispute Settlement”, la risoluzione delle dispute tra Stato e investitori. In una lettera indirizzata ai capi delle delegazioni, americane ed europee, riguardanti le trattative, una coalizione di varie organizzazioni non governative a Dicembre 2013 ha avanzato il sospetto che l’ISDS forzerebbe i governi a risarcire le multinazionali per politiche d’interesse pubblico, come la salute o l’ambiente e per azioni di governo. 88 Il coordinamento europeo degli Amici della Terra, una delle più attive organizzazioni non governative riguardante quest’assunto, crede che le disposizioni riguardanti l’ISDS non debbano essere incluse nel trattato di libero scambio in discussione per i seguenti motivi: - le specifiche disposizioni riguardanti l’ISDS elevano gli investitori allo status di stati sovrani, mentre limitano i poteri degli stati rispetto alle compagnie estere presenti sul loro territorio. Questo crea una serie d’impedimenti al compito degli stati di regolare nell’interesse dei propri cittadini e potrebbe anche ostacolare l’introduzione di misure restrittive del potere degli investitori nell’interesse pubblico. Inoltre potrebbe avere impatti particolarmente dannosi per il clima e l’ambiente. - i casi basati sull’ISDS abbandonano gli esistenti meccanismi giudiziari in favore di meccanismi di risoluzione delle dispute segreti e inspiegabili. Non è quindi necessaria tantomeno giustificata l’adozione di tale sistema giacch sia l’America sia l’Europa hanno forti e funzionanti sistemi giuridici. - i meccanismi ISDS violano anche l’esclusiva giurisdizione della Corte Europea di Giustizia, in tal modo si può sostenere che siano incompatibili con i trattati europei. 89 - l’ISDS è un meccanismo a senso unico che non è giusto nei confronti degli stati, giacché solo gli investitori possono reclamare le proprie condizioni; gli stati sono limitati a difendersi. Inoltre il sistema copre solo attività commerciali; i casi relativi ai diritti umani o all’ambiente sono esclusi. Stuart Eizenstat, ex ambasciatore americano presso l’Unione Europea ha dichiarato: “Nel caso in cui l’Europa a ia più leggi riguardanti la protezione ambientale e i diritti sul lavoro che gli Stati Uniti, questi non sarebbero compromessi perché, anche nel caso in cui i mediatori trovassero una violazione da parte dello stato, lo stato è sovrano e non deve cambiare la legge o la regolamentazione. Sebbene chiaramente possa incorrere nel pagamento di un indennizzo.” “Le organizzazioni non governative stanno perdendo la isione d’insieme. Quando la ora o per l’amministrazione Clinton a iamo promosso degli in estimenti americani nei paesi in via di sviluppo e questi, a loro volta, volevano quegli investimenti per creare nuovi impieghi e alzare il livello della tutela ambientale e dei diritti dei lavoratori . Una delle maniere di incentivare gli investimenti è quella di avere un forum 90 per risolvere le dispute bilaterali riguardanti il commercio e gli investimenti.”43 Per concludere, più in generale, le posizioni sono due: da una parte le multinazionali che promuovono la creazione di ulteriori apparati legali, i quali permetteranno di rafforzare e proteggere i loro interessi economici attraverso l’ISDS e dall’altra gruppi ambientalistici che vogliono usare l’apparato statale per proteggere l’ambiente. La stesura del testo del Trattato di Libero Scambio sembra debba terminare entro il 2015. ˂ http://www.legalweek.com/legal-week/analysis/2327975/ttip-of-the-iceberg-what-the-transatlantic-trade-and-investmentpartnership-trade-deal-means-for-lawyers-on-both-sides-of-the-atlantic˃ "TTIP of the Iceberg – What the Transatlantic Trade and Investment Partnership Means for Lawyers on Both Sides of the Pond." Visitato 19 Maggio 2014. 43 91 CAPITOLO III III.1 “Lingua e Potere”, l’importanza della mediazione e del mediatore linguistico. Nei secoli passati della storia a noi più vicina, la diffusione di una cultura è sempre stata correlata ad altri fattori come quello della scoperta di nuove tecnologie e la diffusione di una lingua. La lingua ha veicolato la cultura da un impero all’altro, ha incrementato commerci e fondato imperi millenari. Quel sentimento di appartenenza a un unico impero sotto la stessa lingua, ha portato nel caso dei greci all’idea del cosmopolitismo, con il progetto politico di Alessandro Magno di unificare greci e barbari con la diffusione della koinè ellenistica, mentre nel caso di Roma, ha portato al Civis Romanus sum, espressione di orgoglio per l’appartenenza a un sogno, quello della luce della civilizzazione di Roma. Come si è già riportato nel presente lavoro, una scoperta come quella dell’uso pratico della stella polare ha portato i fenici su rotte di navigazione nord-sud e al successivo ampliamento dei commerci, perciò si rese necessario all’epoca stabilire un codice-lingua comune 92 che mediasse tra le diverse colonie. Questa esigenza ha portato alla diffusione dell’alfabeto cananita, favorendo in seguito, il rifiorire della cultura e del commercio internazionale di quel tempo. L’alfabeto fenicio, a differenza del nostro, aveva ventidue consonanti; le vocali, pur esistendo, non erano annotate, come ad esempio potrebbe avvenire oggi per le vocali brevi dell’arabo nel caso in cui non fossero annotate. Sarà il genio greco in seguito a perfezionare l’alfabeto con l’introduzione delle vocali. Durante il periodo ellenistico la κοινὴ διάλεκτος, o lingua comune, segue l’espansione della civiltà greca ad opera di Alessandro Magno, diventando cosi la lingua dell’impero. Sarà proprio la koinè linguistica, rafforzata da un senso di appartenenza a un mondo i cui confini varcavano il mediterraneo a favorire l’espandersi e l’egemonia della cultura, dell’arte e della letteratura greca dal mar Adriatico fino all’India. Con la battaglia di Pidna nel 148 a.C. la Grecia diventa provincia romana. Ed è attraverso il Circolo degli Scipioni che il pragmatismo romano si affina con la cultura greca. Il latino diventa lingua della globalizzazione al tempo dei romani. Con la caduta dell’impero romano e il sorgere di nuove potenze, con al seguito altre lingue, sorge la necessità di una nuova lingua franca per i commerci. Il Mar Mediterraneo, culla della civiltà 93 e da sempre grande mediatore, capace di veicolare idee, culture e merci, diventa portatore di una nuova lingua franca, il sabir44. Il sabir si sviluppò sul finire del medioevo e sopravvisse fino al novecento. Una lingua quindi che ha scavalcato i secoli regalandoci un esempio di longevità straordinario. Purtroppo, essendo nata per essere parlata, vi sono pochissime testimonianze scritte. Era dunque la lingua del bacino mediterraneo ed era parlata soprattutto a bordo delle navi, nei porti, nei mercati. Era la lingua dei commercianti, degli armatori, dei marinai e dei pirati, nata dall’esigenza di comunicare quotidianamente con i musulmani, i berberi e i turchi, nata laddove persone di diversa origine nazionale avevano bisogno di comprare, vendere, cambiare denaro, chiedere e dare informazioni. L’apertura del commercio con le indie in quello che fu un ulteriore passo verso la globalizzazione e la fine dell’impero ottomano ne segnarono la fine. La lingua pertanto, lungo i secoli, è stata un mezzo imprescindibile di egemonia e mediazione. 44 "Sabir", Treccani, L'Enciclopedia Italiana. 94 La seconda guerra mondiale apre le porte al secolo americano e all’inglese come sua lingua franca. Mai nella storia conosciuta dell’umanità’ si sono raggiunti avanzamenti tecnologici in campo medico, spaziale, dei trasporti e delle comunicazioni come il secolo passato e l’attuale. La velocità con cui si sono susseguite le scoperte è sicuramente l’elemento più straordinario. 100 anni hanno cambiato il mondo e il modo in cui lo percepiamo. Chiaramente, questa velocità non ha permesso a tutti di adattarvisi all’istante e tantomeno non aiuta quei processi che normalmente, in epoche passate, avrebbero richiesto centinaia di anni. mediazione linguistica, in un Si capisce bene che la mondo con un livello di globalizzazione così avanzato, è alla base di tutte le relazioni. E’ vero che l’inglese è la lingua franca in questa fase storica, ma è altrettanto vero che, a oggi, non è un ipse dixit. La storia continua e altre lingue potrebbero dominare il futuro prossimo venturo. Infatti, molte nazioni cercano di promuovere e divulgare la propria lingua, proprio perché lingua significa potere. A questo proposito è interessante porre l’attenzione sulla strategia cinese verso i paesi di lingua portoghese. La strategia cinese è la strategia di una potenza in crescita, non di una potenza già affermata la quale impone la propria lingua. Quindi attraverso la lingua e la cultura si rafforzano i rapporti tra i paesi. Nel 1999, l’ultimo governatore di Macao, il generale Rocha Vieira, si era 95 preoccupato di mantenere un legame con quella piccola ma influente comunità latina di Macao, al fine di preservare la lingua e la cultura portoghese, lanciando l’idea del Forum di Macao45. L’idea non deve essere passata inosservata ai cinesi, che quattro anni dopo, nell’ottobre 2003, fondarono il Forum per la cooperazione economica e commerciale tra la Cina e i Paesi di lingua portoghese, conosciuto come Forum di Macao. Con un piccolo investimento strategico la Cina ha avuto enormi guadagni economici e diplomatici. Basti pensare che la comunità lusofona è presente in quattro continenti con più di 250 milioni di persone. Il Brasile è diventato il principale partner commerciale della Cina, l’Angola il principale partner commerciale africano e il Mozambico, il terzo. Inoltre la Cina come già riportato nel presente lavoro e in linea con la teoria dell’importanza delle linee di comunicazione, sta cercando di ravvivare l’antica Via della Seta e la Via della Seta marittima, che la porterà a un rafforzamento regionale. Una cosa e’ certa, in questo scenario si avrà sempre bisogno di mediatori linguistici. ˂Https://www.hsdl.org/?view&did=725996˃Da Silva Horta, Maubere. "CHINA’S RELATIONS WITH PORTUGUESESPEAKING COUNTRIES: A GROWING BUT UNNOTICED RELATION." Naval Postgraduate School, Sept. 2012. Visitato 19 Maggio 2014. 45 96 Come affronta il mediatore linguistico l’avventura per i mari della mediazione linguistica in ambito energetico e quali le sue difficoltà e abilità richieste? Gli aspetti storici, economici e geopolitici legati ai combustibili fossili, affrontati nei capitoli precedenti, costituiscono la base essenziale al conseguimento di una buona mediazione linguistica in questo settore. Ma, nonostante una buona preparazione, si commettono molto spesso degli errori nell’ambito della traduzione della terminologia legata al settore delle energie. Ciò e’ da imputarsi al modo in cui ci si approccia al progetto di traduzione o all’incombente consegna. A volte, anche l’estenuante ricerca terminologica potrebbe portare il traduttore fuori binario, con ovvie conseguenze quali: quella di ignorare completamente il contesto e quella di una cattiva interpretazione. A volte anche se il termine può essere trovato su di un glossario tecnico, la traduzione verso la lingua interessata potrebbe differire completamente a seconda del contesto. Per quanto possa sembrare illogico, non e’ sufficiente avere una consolidata esperienza in uno specifico settore, per una buona mediazione. In poche parole, un eccellente professionista in campo tecnico non lo sarebbe nel campo della traduzione, perché troppo focalizzato sulla categorizzazione. I mediatori linguistici devono avere molte abilità analitiche e capacità di contestualizzazione, memorizzazione e localizzazione. Oltre alla 97 motivazione che li spinge ad una continua ricerca nel proprio campo di competenza. Il mediatore linguistico, pertanto, potrebbe essere per analogia comparato a quello che da Cicerone era definito un buon oratore, id est, vir bonus dicendi peritus. Dove il bonus, deve intendersi come qualità di intessere relazioni, capacità di comprensione delle varie culture che si trova a mediare, capacità di cogliere il quid che può essere il legame tra mondi diversi; mentre il peritus dicendi è la proprietà di linguaggio nelle sue molteplici sfumature, che un buon mediatore linguistico sa cogliere in modo da servirsene per il conseguimento di una buona mediazione. Bonus è da intendersi anche come qualità del mediatore di non far prevalere le proprie opinioni, idee o convinzioni al fine di non peccare ne’d’intolleranza né d’incomprensione, giacch il suo ruolo non può in alcun modo portare al non dialogo. Il mediatore ascolta, recepisce e cerca di assemblare e poi elaborare a seconda delle circostanze e degli interlocutori, quanto è presentato. Deve essere una persona abile a capire non solo il problema di ordine pratico o economico ma di intuire e capire la psicologia degli interlocutori. In fondo il mediatore è un gran conoscitore dell’uomo. Si colloca in quell’unicum dell’intero processo di mediazione. In molti casi precede l’opera dell’avvocato, nel preparare il terreno per evitare posizioni conflittuali e contrasti a volte non sanabili che potrebbero compromettere l’intero processo di mediazione. 98 Il mediatore linguistico si colloca in questo mondo, apparentemente globalizzato su internet, in una posizione molto importante. Infatti, in questa scacchiera mondiale ne è la pedina della prima mossa. E’ il tramite attraverso cui le informazioni passano da una persona all’altra, da una comunità all’altra, da un paese all’altro. E’ attraverso l’opera del mediatore che dopo estenuanti trattative due governi ad esempio raggiungono un accordo. Ed è sempre attraverso l’opera del mediatore, che se abbastanza capace, un affare può andare a buon fine o una guerra può cessare. Sta, infatti, alla sua sensibilità nell’uso della parola, a quell’innata capacità di provocare una metanoieia, sta all’intonazione e al pathos con cui si trasmettono le informazioni, sta alla grande capacità del capire il dove, il quando, il come, il chi e il perché, rielaborandolo in poco tempo per conseguire una mediazione di successo. In questo nessun computer mai potrà sostituire l’uomo. Perche il quid che fa la differenza è il nostro stesso essere umani, intelligenza variabile, non scienza esatta. L’industria del petrolio e del gas e’ in costante evoluzione tecnologica. In più, essendo una delle maggiori industrie mondiali, le operazioni vengono condotte su larga scala e gli effetti coinvolgono, come abbiamo visto nei capitoli precedenti, diversi aspetti di uno scenario. Per questo il settore petrolifero costituisce per i mediatori linguistici una stimolante sfida alla propria curiosità e un interessante campo di lavoro con il fine di offrire sempre un miglior servizio. 99 100 III.3 Glossario termini industria del petrolio : ENITA-PT-AR Aframax: Average Freight Rate Assessment - petroliera con tonnellaggio di portata lorda tra 80.000 e 120.000 TPL -petroleiro da ordem de 80.000 e 120.000 TPB طن0080888- 080888 ناقلة منتجات نفط حمولة إجمالية Balance sheet : the company’s financial situation at a particular time Bilancio- balanço- الميزانية Downstream: Refining of petroleum crude oil and processing and purifying of a raw natural gas, marketing and distribution. Due diligence: a careful investigation of the financial and business situationof a company which may be taken over. DWT: Dead Weight Tonnage TPL tonnellagio di portata lorda- TPB tonelada de peso bruto- الحمولة الساكنة Expropriation: the taking of property from a private owner by stateusually through compulsory purchase. Espropriazione- expropriação/desapropriação101 مصادرة الملكية Fixed asset: an object such as a building or power plant owned and utilized by a company for long-term use. Cespite- ativofixo- أصول ثابتة Force majeure: an unavoidable event over which the parties who have signed a contract have no influence. Forza maggiore- forçamaior- القوة القاهرة Fracking: hydraulic fracturing , mining technique ( 94% water, 5% sand and 1% chemicals) Fratturazione idraulica- fracturaçãohydraulicaالتصديع الهيدرولي Grid: a network of pipelines rete- rede- شبكة HR: human resources Risorse Umane- RecursosHumanos- الموارد البشرية IT: department in charge of software and hardware, information technology Oil tanker; merchant ship for the bulk transport of oil/gas petroliera- petroleiro- ناقلة نفط Nationalization : the act of bringing a company under state ownership and control. 102 Nazionalizzazione- nacionalização- تأميم Oil/Gas well: boring. pozzo petrolifero/perforazione- poço de petroleo/perfuração- حفر اآلبار: غاز/بئر نفط OBO: Ore- Bulk-Oil carrier navi che possono trasportare carichi liquidi e secchinaviospolivalentes- الناقالت المختل PANAMAX : oil tankers specially designed to navigate the Panama Channel Peak load: the maximum amount of electricity delivered and required over a specific period. Carico di punta- carga do pico-الحمولة الكهربائية القصوى Proppant: solid material designed to keep an induced hydraulic fracture Red tape: bureaucracy. ROI: return on investments Indice redditivita’ del capitale investito- retornosobre investimento-عائد على االستثمار Shale gas : non conventional gas Gas di scisto- gás de xisto- غاز حجر األردواز 103 Subsidiary: a company which belongs to a parent or holding company. Societa’ sussidiaria- companhiasubsidiariaشركة تابعة Suezmax: oil tankers specially designed to navigate the Suez channel SWOT analysis: Strength, Weakness, Opportunities, Threats analysis. ULCC: ultra large crude carrier , 550,000DWT -petroliera con tonnellaggio di portata lorda di 550.000 (TPL) - petroliero da ordem de 550.000 toneladas de peso bruto (TPB) طن0080888 ناقلةنفط عمالقةحمولة إجمالية Upstream: E&P exploration and production sector Esplorazione & Produzione- Exploração&Produação إكتشاف وإنتاج VLCC: very large crude carrier, 320,000DWT -petroliera con tonnellaggio di portata lorda di 320.000 (TPL) - petroliero da ordem de 320.000 toneladas de peso bruto (TPB) طن0080888 ناقلة نفط عمالقةحمولة إجمالية 104 Abbreviazioni: ACER Bbl Agency for the Co-ordination of Energy Regulators barrel CCPP combined cycle power plant CCT clean coal technology CCTG combined cycle gas turbine CEO chief executive officer CFO chief financial officer CHP combined heat and power CO carbon monoxide CO2 carbon dioxide DC direct current dept department 105 DSO distribution system operator EPA Environmental Protection Agency DOE US Department of Energy EC European Commission EEX European Energy Exchange GHG greenhouse gas GPA Gas Producers Association GW gigawatt H hydrogen Ha hectare IAEA International Atomic Energy Agency IAHE International Association for Hydrogen Energy IEA International Energy Agency IGCC integrated gasification combined cycle IMO International Maritime organization 106 Inc incorporated IPP independent power producer ISO International Standard Organization, independent standard operator LNG liquefied natural gas Ltd limited Misc miscellaneous NGO non governamental organization NOx nitrogen oxide OECD Organization for Economic Co-operation and Development p.a per annum PV photovoltaic TCE tons of coal equivalent TW terawatt UNEP United Nations Environment Program WCI World Coal Institute 107 WTO World Trade Organization COT Commitment of traders Tcf Trillion cubic feet HI Hydrogen iodide Ro Reflectance in oil ( vitrinite reflectance) m 3/d cubic meter/day 108 CONCLUSIONI Come abbiamo potuto costatare, il petrolio è stato per anni, e continuerà a essere, il re indiscusso delle fonti energetiche. Sebbene si sia aperta la strada per il gas da scisti bituminosi e altre fonti energetiche, il cammino è ancora lungo per una società libera dalle fonti fossili. Il disastro di Fukushima e le conseguenti chiusure in Giappone e in Germania delle centrali nucleari, hanno posto un’altra seria sfida al campo delle energie. Nonostante gli sforzi condotti dalla Germania in direzione delle energie rinnovabili, queste sono ancora lontane in termini di efficienza e di soddisfacimento della richiesta mondiale di energia. La crescita demografica e la corsa all’industrializzazione da parte di molti paesi emergenti hanno fatto si che quelle risorse, una volta destinate a una parte di mondo, siano 109 adesso distribuite in più parti. E’ fuori di dubbio che, il periodo, in cui non ci saranno più guerre per l’accaparramento delle risorse, siano esse legate ai combustibili fossili, alle risorse minerarie come il coltan o all’acqua, è ancora lontano. La realtà ci parla di conflitti sempre più aspri, conflitti che si combatteranno con diverse modalità. Purtroppo, mentre gli affari andranno avanti, soprattutto durante i periodi di guerra, le potenze giocheranno tutte le loro posizioni nello scacchiere mondiale al fine di meglio posizionarsi. Una scacchiera questa, che vede in gioco il campo tecnologico, spaziale, delle informazioni, finanziario e commerciale. Sembrerebbe un sistema complessissimo ma in realtà è un sistema che si muove su logiche preistoriche e quindi alquanto prevedibile ed elementare. Il meccanismo dominante rimane comunque quello del ‘ti creo un problema’ così ‘ti risolvo il problema’. Le armi atomiche hanno dimostrato al mondo circa sessanta anni fa, la loro potenza distruttiva. L’evoluzione tecnologica va avanti e riesce persino difficile immaginare a quale capacità distruttiva siano arrivate le scoperte oggi. In ogni caso, le armi nucleari hanno funzionato durante questi anni da deterrente a un serio conflitto mondiale. Quindi, le guerre sul campo si continueranno a combattere in piccoli scenari, alle periferie delle grandi potenze, in paesi in via di sviluppo. Nei paesi in cui il processo storico ha visto una pausa rispetto ad altri stati, infatti, è 110 molto importante tenere sempre presente e capire la fase storica in cui si trova un determinato paese. Queste guerre saranno combattute con armi convenzionali e serviranno maggiormente a svuotare gli arsenali, a tenere in piedi l’industria bellica così come l’economia mondiale. Sul campo verranno sempre più usate missioni speciali mirate, come rivelano i dati delle operazioni in Afghanistan e tecnologie avanzate come quella dell’uso dei droni. Sul campo sarà sempre fondamentale la logistica strategica militare, ma la vera regina della scacchiera è e sarà sicuramente la guerra informativa. 111 LANGUAGE MEDIATION IN THE OIL AGE 112 FOREWORD We use or hear the word petroleum in the news practically, everyday. And it’s easy to understand why. Specialty end products : asphalt, diesel fuel, fuel oils, gasoline, jet fuel, kerosene, liquefied petroleum gas, lubricating oils, paraffin wax , tar, petrochemicals. Then we have over 6000 items made from petroleum waste byproducts including: fertilizer, linoleum, perfume, insecticide, petroleum jelly, soap, vitamin capsules. In fact, one 42-gallon barrel of oil creates 19.4 gallons of gasoline. The rest (over half) is used to make things like: ink, dresses, telephone, cameras, eyeglasses, hair coloring, toothpaste, soft contact lenses, aspirin, DVD’s, antihistamines, refrigerators, dentures, anesthetics, heart valves, just to mention some of them. Virtually every commercial activity in our global economy is dependent on oil and other fossil fuels, as are most of our pharmaceutical products. Our clothes, for the most part, are made from petrochemical synthetic fibers. Our transport, power, heat, and light are all reliant on fossil fuels as well. We have built an entire civilization on the exhumed carbon deposits of the Carboniferous period. Section one deals with the history of the last century. A history undoubtedly intertwined with oil. And at the same time, this section wants to show the importance, throughout centuries, of establishing communication lines. This section ends with an attempt of explaining the difficult and ongoing Syrian, Iranian, Ukrainian scenario. 113 Section two explains the modus operandi of price fixing, from the Seven Sister ages to the market related prices. Then, it focuses on shale gas revolution and the importance of the U.S.- EU free trade agreement. Section three outlines the importance of language mediation and it ends describing the skills and role of language mediator. 114 Figura14: MacNally World Map. SECTION I I.1 Brief history of oil. The oil industry, as we currently know it, started in 1859. In 1885-86 Gottlieb Daimler and Karl Benz invented highly successful and practical gasoline-powered vehicles that ushered in the age of modern automobiles. At the beginning of 20 th century Admiral John Fisher, the First Sea Lord from 1904 to 1910, friend and 115 advisor of Churchill, supported the shift from coal to oil in the Royal Navy, the largest fleet of the 19th century. Oil offered many benefits: it doubled the thermal content of coal so that boilers could be smaller and ships could travel twice as far, it had greater speed, could be easily stored in tanks and refueling at sea was feasible. This fundamental shift to oil was completed at the beginning of WWI. From that point ahead, given the importance of oil as the fuel of the second Industrial Revolution and as the main energy resource of modern economies, Energy Security became a matter of National Security. Figura15: Caspian Sea Map. 116 I.2 Caspian Sea, the great game Baku is situated on the western coast of the Caspian Sea and was always known to be rich of energy resources. The rich and famous Alfred Nobel, renowned for inventing the dynamite and founding the Nobel Prize, migrated to Russia from Sweden was one of Russia’s most prosperous arms-merchant. By 1880, the Nobels were the leading oil producers in Baku and by 1900, Baku was producing half oil supply in the world. Ludvig Nobel became the ‘King of Baku’ because he figured out how to distribute oil. His brilliant solution was to pump oil directly into the hull of a ship that was specially designed to navigate the Volga. This day oil tanker, namely large tanker and very large crude carriers are the largest moving objects ever built. The first ship, “Zoroaster”, was launched in 1878 in Baku. 117 Figura16: “Zoroaster” the first oil tanker. In the period 1910-1914 there were only three major oil companies in the west: Standard Oil of America after the 1911 breakup and its “mini-S.O.- standards” ( following newly enacted US antitrust laws), the British- Persian Petroleum company, which controlled the large oilfields in Persia (today Iran), roughly extending up into southern Russia, and Royal Dutch Shell which controlled the vast oil fields in the old east Indies Colonies in Indonesia and southeast Asia. As we learned in history classes, what triggered WWI on June 28, 1914 was the assassination of Archduke Franz Ferdinand of Austria, by a Yugoslav nationalist in Sarajevo. Despite limited evidence, Austria-Hungary blamed the Serbian government for the assassination. This set off a diplomatic crisis with AustriaHungary delivering an ultimatum to the Kingdom of Serbia, and international 118 alliances formed over the previous decades were invoked. Within weeks, the major powers were at war and the conflict soon spread around the world. There were many causes of friction between Germany and Britain, but one in particular was compelling. According to Morris Jastrow46, the railway Berlin- Baghdad, whose mission was supposed to be making easier for exchange ideas and merchandise, was instead a primary factor of pulling them apart, leading them to mutual destruction. Railways were fundamental at that time. By rail the western United States were built, by rail German industrialists planned to colonize the Middle East and hinder Russia. “ If Berlin to Baghdad were achieved, a huge block of territory, unassailable by seapower would be united under German authority” warned R.G.D Laffin, at that time senior British Military Adviser attached to the Serbian army. A free tax railway, bypassing Suez channel could translate into scoring an incredible strategic victory47. MorrisJastrow, “The War and the Bagdad Railway, the history of Asia Minor and its relation to the 46 presentconflict”, PHILADELPHIA AND LONDON J.B. LIPPINCOTT COMPANY, 1917. ˂http://www.foreignaffairs.com/articles/70087/philip-willard-ireland/berlin-to-baghdad-up-to-date˃. COUNCIL OF FOREIGN RELATIONS, “ Berlin to Baghdad Up-To-date”. April 1941. RetrivedOct, 2013. 47 119 Figura17: Berlin to Baghdad railway. Germany and the Ottoman empire wanted to reach Persian oil to subdue the British colonial power and reach Azerbaijan to subdue the Russians. A Russian defeat could have meant a stronger position in Caucasus and consequently the Baku oil fields. Germany invaded neutral Belgium and Luxembourg before moving toward France, leading Britain to declare war on Germany. United States kept its neutrality position for two and half years, while granting large-scale loans to the United Kingdom and France. Then something changed and U.S. decided to back the British. The submarine warfare was intensifying in the Atlantic. “The U-Boats were sinking over 500,000 tons of British and Allied vessel48”. Germany declared war zone status 48 Kennedy, Paul. The Rise and Fall of Great Powers: EconomicChange and MilitaryConflict from 1500 to 2000. Pag.271. London, UK: Vintage, 1988. 120 for the seas around the United Kingdom and the German Embassy to America had placed a newspaper advertisement warning people not to sail on Lusitania, the world’s biggest ship of that time. On the afternoon of May 7, 1915, Lusitania was in fact torpedoed by a German U-Boat, causing 1,198 casualties among passengers. The sinking caused a storm of protest in the United States and influenced the forthcoming decision. U.S. President Wilson asked Congress for “a war to end all wars” that would “make the world safe for democracy”49, and the Congress voted to declare war on April 6, 1917. In 1918 British forces captured the Baku oil fields. The Allies held the oil fields for two years. When U.S. troops left the Baku oil fields, the 11th Red Army overwhelmed the weakened British forces that were still holding Baku, and took the oil fields back, ending WWI, and creating the reason for the bloc which would divide East and West for the next 68 years. The Bolsheviks seized power in Baku and Nobel’s oil business in Azerbaijan was nationalized. Hundreds of thousands of residents were slaughtered, oil derricks and facilities of Baku were set on fire. The map of Europe was redrawn, with several independent nations restored or dismantled. The principal representative of the British Treasury at the Paris Peace Conference, John Maynard Keynes 50, resigned in ˂ http://www.history.com/this-day-in-history/woodrow-wilson-asks-us-congress-for-declaration-of-war˃ “Woodrow Wilson Asks U.S. Congress for Declaration of War”. Retrived May 12, 2014. 49 50 Keynes, John Maynard. The Economic Consequences of the Peace. New York: Harcourt, Brace and Howe, 1920. 121 1919 in disagreement with the burden of the requests, warning that it was stoking the fires for another war in the future. Possibly, the end of First World War was only an armistice. WWI was thus the culmination of a massive build-up of imperial nations seeking energy security. At the beginning of the war, there were many empires, at the end of it, there were two dominant European Empires (France and Britain) and an emerging new force in the world, the United States. Some, in 1939 and ’40 were expecting a German attack upon Russia. Instead German General Rommel went rushing across north Africa to grab the Suez Canal and control all oil shipping through the canal. Then he planned to continue on to Persia and toss out the British from the British-Persian oil fields. This was also a German aim of WWI. Afterwards, both Germany and Japan signed non-aggression pacts with Russia. The Americans entered WWII after Pearl Harbor. In 1941, quietly, the Japanese had turned into a very powerful militaristic nation, but they had no energy or oil supply of their own. They relied on the supply of oil for their new planes, ships tanks and trucks coming from the Royal Dutch fields in nearby Indonesia. In July 1941, President Roosevelt signed an embargo to stop all shipping to Japan, presumably in retaliation for the recent Japanese invasion of French Indochina. President Roosevelt’s U.S. embargo cut off the Japanese oil supply, which would have quickly shut down Japan, with obvious consequences. In late November 1941 the Japanese sent a written ‘war warning’ through diplomatic channels to 122 Washington51, declaring the embargo should be stopped, or else many American sites in the Pacific would be attacked in retaliation. Just two weeks later the Japanese broke the embargo, by bombing the American embargo ships parked in Pearl Harbor. It was no surprise attack. The Japanese had formally announced it two weeks before. It was only the obvious result of American strangulation of the oil flow to Japan. Thus after Japan attacked, America declared war on Germany. Hitler’s plan had been to first capture the oilfields in Romania by 1939, so Germany would have its own supply of oil. This was accomplished. Then Rommel would capture the oilfields in Persia by 1941, then capture the oilfields in Russia in 1942, and only then would Hitler have sufficient fuel for prosecuting a war against the U.S.. The Romanian oilfields in Ploesti were insufficient for Germany to carry on a war on two fronts. Since American assistance was going to Stalin, to protect the southern Russian oilfields and Rommel came to a stop in Africa, no further able to reach the Persian oilfields, it was only a matter of time until Germany’s war engines would run out of fuel. Possibly the outcome of the war would have been far different ˂ https://www.cia.gov/library/center-for-the-study-of-intelligence/csi-publications/csistudies/studies/vol46no3/article07.html˃ U.S. CIA. Library, The Information War in the Pacific, 1945. Retrived Dec. 12, 2013. 51 123 if Germany had persisted in the Doenitz Campaign, that was solely dedicated to the sinking of merchant ships. That eventually, has the potential to knock Britain out. Following WWII, the British-Persian Oil Company still controlled the vast oil fields in Iran, but was soon easily eliminated. In 1954 a coup wrested control of Iran and placed in power the Shah of Iran. Therefore in 1979 the Iranian Revolution took place, overthrowing the Pahlavi dynasty under Mohammed Reza Shah Pahlavi and replaced with an Islamic republic under the Grand Ayatollah Ruhollah Khomeini, the leader of the revolution. I.3 Pipelines Communication lines, either cultural or commercial, and technological breakthroughs combined have always been fundamental for establishing empires. Some of them even evoke fantasies in our imagination of a more romantic past, like the Silk Road for instance or the trans-Saharan caravan routes to Timbuktu52. 52 , al rait , a e .“ .” London: Victor Gollancz, 1938. 124 More than any other civilization the Romans are famed for their incredible constructions. Rome’s brilliant architectural, organizational and engineering feats made them stand out among the ancient peoples. The result was a set of roads, bridges, aqueducts that stretch from Limmyria Bridge in Turkey to Hadrian’s Wall in the United Kingdom. “A strategically designed system of roads and naval routes, originating from the capital city, permitted the rapid redeployment and concentration- in the event of a major security threat-of the Roman legions stationed in the various vassal states and tributary provinces. At the empire’s apex, the Roman legions deployed abroad numbered not less than three hundred thousand men- a remarkable force, made all the more lethal by Roman superiority in tactics and armaments as well as the center’s a ility to direct relati ely rapid redeployment. It is striking to note that in 1996, the vastly more populous supreme power, America, was protecting the outer reaches of its dominion by stationing 296,000 professional soldiers o erseas”53. They succeeded to keep control on land and sea communication lines, consolidating the empire. Longitude at the end of 18th century reinforced the global dimension of sea routes. Before the 18th century, ocean navigators could not find an accurate way of determining longitude. This failure caused ships to miss their destination, many times 53 Brzezi ski, Z ig iew. “The GrandChessboard: American Primacy and ItsGeostrategicImperatives”, Pag.10. New York, NY: Basic, 1997. 125 crashing into rocks and killing their crews. The 20th century and the beginning of 21th , in the Oil Age, saw a huge improvement of what once was the Roman system. The consolidation of communication lines. Planes and automobiles reduced physical distances, internet approached and interlinked millions of people in real time while GPS satellite dominate the entire system. At present time seismic techniques and satellite imaging are facilitating the discovery of promising new natural gas reservoirs and new techniques allow far deeper drilling of promised fields, especially offshore. Oil and gas, namely the main traded and valuable commodity, make the balance of power. They are transported through pipelines and/or oil tankers. In a system of imperial control, as it was for the Roman outposts, sea routes are ensured by retaining key strategic points. By land it’s much more complicated. For the simple fact that pipelines crisscross many countries, therefore demanding major geopolitical and geostrategic efforts. Pipelines became important in the same way that railway building was fundamental in the 19th century for Europe and America. They connect trading partners and influence the regional balance of power. After WWII, the Cold War shaped the world in two spheres of influence, then with the fall of the Berlin Wall before, the birth of Europe and the raise of new powers after, global scenario seemingly became multiplayer. “ The Soviet invasion of Afghanistan precipitated a two-pronged American response: direct U.S. assistance to the native resistance in Afghanistan in order to bog down the Soviet army; and a large scale buildup of the U.S. military presence in 126 the Persian Gulf as a deterrent to any further southward projection of Soviet political or military power. The United States committed itself to the defense of the Persian Gulf region, on a par with its western and eastern Eurasian security interests”54. The Afghans, backed by the U.S. stopped the construction of the SovietAfghan pipeline and the Soviet Union went through an economic collapse. The south Caucasus, after the fall of the Soviet Union, emerged as a strategic energy hub, making the region increasingly important for global as well as regional actors. This role has been boosted by the construction of new energy export pipelines, particularly the BTC ( Baku-Tbilisi-Ceyhan)55 and BTE or Shah Deniz pipeline (Baku-Tbilisi-Erzurum), that connect landlocked Azerbaijani energy resources with international markets. These pipelines altered the status quo of the balance of power in the region. They marked the end of Russia’s monopolistic control over the energy transportation routes from the Caspian region and helped both Azerbaijan and Georgia move away from the Russian sphere of influence. 54 Ibidem. 55 ˂http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/2263611.stm˃ "Caspian Pipeline DreamBecomes Reality." BBC News. BBC, 17 Sept. 2002. RetrivedMay 12, 2014. 127 “Up till now, Europe has been dominated by huge Soviet-era pipelines running east-to west, from the vast gas fields of Siberia to the big consuming nations as Germany, with brances into each of the former Soviet- loc states. The ‘southern energy corridor’ formed y Tanap and TAP reaks that pattern y forming new supply routes that run both east-to-west and south to north. That is a big advantage to countries that are currently dependent on Russian gas. For Example, 1bcm of the Azeri gas will be sold to Bulgaria each year under long term contracts. Meanwhile, construction of the Ionian-Adriatic Pipeline, which will link up with TAP in Albania, will bring the gas through Montenegro and Bosnia to Croatia. That will be a particular boon for Montenegro, which so far has no connection at all to the gas network. The other crucial aspect of the new corridor is that it could ultimately be expanded to take in more gas from other sources. (…). There are many options for incremental flows into TAP and Tanap, for example, from other fields in Azerbaijan, as well as Turkmenistan, Cyprus and even northern Iraq, says Leslie Palti-Guzman at the risk consultancy Eurasia Group”56. “ Indeed since phase two of Shah Deniz was first mooted, the supply picture has changed significantly. Huge volumes of gas have been discovered in the eastern Mediterranean and in Iraqi Kurdistan. Gas from Leviathan, a big field found off the coast of Israel in 2010, could easily end up feeding into Tanap, as could Aphrodite, 56 "Azeri Gas Pipeline PushesBoundaries in Europe." Financial TimesJan. 2, 2014. 128 in Cypriot waters, and Apsheron –another Azeri gas field being developed by France’s Total- though it will take many years to happen.”57. Until recently, the leading analysts of geopolitics have debated whether land power was more significant than sea power and what specific region of Eurasia is vital to gain control over the entire continent. One of the most prominent, Harold Mackinder (English Geographer, Feb.15, 1861- March 6, 1947)58, pioneered the discussion early in this century with his successive concepts of the Eurasian ‘pivot area’ and, later, of the Central-East European ‘heartland’ as vital springboards for the attainment of continental domination. He said “Who rules East Europe commands the Heartland; Who rules Heartland commands the World-Island; Who rules the World-Island commands the world.” In 1998 Dick Cheney, the 46th Vice President of the United States under President George Bush, expressed the common thought of most governments and oil companies –“I can’t think of a time when we’ e had a region emerge as suddenly to ecome as strategically significant as the Caspian”. By 1997 President Carter’s former National Security Adviser, Zbigniew Brezinski, wrote in his book ‘The Grand Chessboard’ of the need for U.S. to control Eurasian energy reserves in order to 57 Ibidem. ˂http://intersci.ss.uci.edu/wiki/eBooks/Articles/1904%20HEARTLAND%20THEORY%20HALFORD%20MACKINDER.pd f. Mackinder, H.J. “ The geographical pi ot of History”. Retrived Dec. 12, 2013. 58 129 maintain its global predominance. The 19th century ‘Great Game’ for control of Asia played by Russian and British empires before and Germany after ( Hitler told one of his Marshalls “ Unless we get the Baku oil the war is lost”)59 had been revived, but now with many more players, the most influential being the Russian, the American, the Chinese and their allies. According to Brzezinski, today, the geopolitical issue is no longer what geographic part of Eurasia is the point of departure for continental domination, nor whether land power is more significant than sea power. The fact is that geopolitics has moved from the regional to the global dimension, with preponderance over the entire Eurasian continent serving as the central basis for global primacy. Ergo here a chessboard. In this scenario, geopolitical pivots, are fundamental. Lemay, Beno t, and Pierce Heyward. Erich Von Manstein: Hitler's Master Strategist. Havertown, PA: Casemate, 2010. 59 130 I.4 Syria, Iran, Ukraine. The direct consequence of the “Renewable Fuel Standard”60 was an increase in food prices, which mostly affected poor people. At the same time, high unemployment rate fueled malcontent and internet offered a valid social cohesion tool. All these factors triggered the so called Arab Spring. What was a genuine request for more fair life conditions has became for instance, in the case of Syria, the chance for geostrategic struggle aimed at pipelines by all actors involved. A battle and complete mess is raging over whether pipelines will go toward Europe from east to west, from Iran and Iraq to the Mediterranean coast of Syria, or take a more northbound route from Qatar and Saudi Arabia via Syria and Turkey. Having realized that the stalled Nabucco pipeline61, and indeed the entire Southern Corridor62, are backed up only by Azerbaijan’s reserves and can never equal Russian 60 ˂ http://www.epa.gov/otaq/fuels/renewablefuels/regulations.htm˃ "Renewable Fuel Standard (RFS)." EPA. Environmental Protection Agency. Retrived May 12, 2014. 61 ˂http://www.nytimes.com/2008/06/11/business/worldbusiness/11iht-pipe.4.13640390.html?_r=0˃ Dempsey, Judy. "EU Natural Gas Pipeline Project Gets First Order." NY Times [NY] 11 June 2. Retrived Jan.12, 2014. 62 ˂ http://www.naturalgaseurope.com/news?keyword=southern+corridor˃ "The Southern Gas Corridor." Natural Gas Europe. RetrivedMay 12, 2014. 131 supplies to Europe or thwart the construction of the South Stream, the West want to replace them with resources from the Persian Gulf. Figura18: Southern Gas Corridor. Syria happened to be a geopolitical pivot, in the middle of competing pipeline projects. Bashar al-Assad signed a memorandum in Bushehr on June 25, 2011 regarding the construction of a new Iran-Iraq-Syria gas pipeline63, stretching for 1500km from Asaluyeh on the largest gas field in the world, North Dome/South Pars (shared between Iran and Qatar) to Damascus. And from there possibly to Europe, through Greece. Experts believe that this project could be an alternative to the Nabucco gas pipeline being promoted by the European Union, which doesn’t have 63 ˂ http://online.wsj.com/news/articles/SB10001424053111903591104576467631289250392˃ Hafidh, Hassan, and BenoitFaucon. "Iraq, Iran, Syria Sign $10 Billion Gas-Pipeline Deal." The Wall Street Journal. Dow Jones & Company, 25 July 2011. Visitato Gennaio 2014. 132 sufficient reserves. The Sunnite countries see the Islamic Pipeline from the viewpoint of interfaith contradictions, considering it a “Shiite pipeline from Shiite Iran through the territory of Iraq with its Shiite majority and into the territory of Shiite-friendly Alawite Assad. The geopolitical drama is intensified by the fact that the South Pars is shared with Sunnite Qatar. Qatar makes active use of its connections with the military presence of the U.S. and NATO in the Persian Gulf and it’s not at all interested in the success of an Iran-Iraq-Syria pipeline, which would be completely independent of the transit routes of Qatar or Turkey leading to Europe. A competing pipeline transporting gas from Qatar to Europe would involve Israel and Turkey. The capacity of such pipeline is unknown as of today, but considering the resources of the Persian Gulf and Eastern Mediterranean region, it could exceed that of both the Islamic Pipeline and Nabucco, directly challenging Russia’s South Stream64. This new pipeline is to begin in Qatar, cross Saudi territory and then Jordan, thus bypassing Shiite Iraq, and reach Syria. Near Homs the pipeline is to branch in three directions: to the Syrian coastal city of Latakia, Tripoli in northern Lebanon, and Turkey. The sad truth is that Syria is a battlefield for Sunni-Islamists, including Al-Qaeda-linked groups, Shia militia Hezbollah and their allies. As a result, more than 140,000 people have been killed, more than 6 million rendered refugee, it’s a clear failure of mediation and the triumph of shame. Furthermore, the rising of Islamic fundamentalism and an Iraq- ˂ http://en.ria.ru/analysis/20090129/119794780.html˃ Mityayev, Oleg. "South Stream's Russian Gas for Europe", RIANOVOSTI, 29 Gennaio 2009.RetrivedJan., 2014 64 133 style chaos is threatening the entire middle eastern Christian community. Pope Francis had sent a letter to Russian President Putin on Sept. 3 201365, when a military intervention to Syria seemed unavoidable. “It is regrettable that, from the very beginning of the conflict in Syria, one-sided interests have prevailed and in fact hindered the search for a solution that would have avoided the senseless massacre now unfolding”(…) “To the leaders present, to each and every one, I make a heartfelt appeal for them to help find ways to overcome the conflicting positions and to lay aside the futile pursuit of a military solution.” Pope Francis was an incredible mediator in the Syrian affair deserving a Nobel Peace Prize. If Syrian regime survives in part would be due to Iranian support. If that were to happen, an Iranian sphere of influence would stretch from western Afghanistan to Beirut. This means a fundamental shift of balance of power in the Middle East. This possible change would change U.S. stand regarding Iran, would legitimize the regime inside Iran and would force Saudi Arabia and other Gulf state to be more flexible on Iranian demands. The U.S. would probably reconsider its opposition to the Iran-Pakistan pipeline66. This project would not only contribute to regional integration but would also provide more than an estimated quarter of Pakistan’s daily 65 "Pope Francis WritesLetter to President Putin of Russia Ahead of G20 Summit." 5 Sept. 2013. Web. 12 May 2014. ˂ http://www.pakistantoday.com.pk/profits-mail/page/5736/˃ Shahid, KunwarKhuldrune. “Iran-Pakistan Gas Pipeline Tra ersing History”. Pakistan Today. Nov. 25, 2011. Retrived May 12, 2014. 66 134 electricity demand. Thanks to last year’s Geneva agreement67, the U.S. has pledged to suspend sanctions on Iran’s petrochemical exports if Teheran freezes some of its nuclear weapons program. But if there is one word that defines 2014 is “transition”. Pakistan has broken its nonalignment position toward the Syrian civil war, officially siding with Saudi Arabia68. The Pak-Saudi alignment comes at a particularly difficult moment in Islamabad’s relationship with Iran, which is arming the Assad regime against the Saudi-funded rebels. Iranians soldiers were recently kidnapped by insurgents operating in Pakistan’s remote Balochistan province69. Iran also threatened to invade Pakistani territory in order to rescue them. The agreement with the Saudis could have negative effects for Pakistan. For one thing, the Iran-Pakistan natural gas pipeline will be further delayed. A solution could have been the Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India (TAPI) pipeline70, but the situation in Afghanistan does not seem to be getting better any time soon, so any pipeline traversing the volatile northeast Afghanistan isn’t worth banking on. ˂ http://www.washingtonpost.com/world/national-security/kerry-in-geneva-raising-hopes-for-historic-nuclear-deal-withiran/2013/11/23/53e7bfe6-5430-11e3-9fe0-fd2ca728e67c_story.html˃ Gerean, Anne, and Jo Warrick. “Iran, World Powers Reach Historic Nuclear Deal”. The Washington Post, Nov. 24, 2013. Retrived May 11, 2014. 67 ˂ http://www.the-american-interest.com/blog/2014/02/20/pakistan-joins-saudi-arabia-shuns-iran-on-syria-war/˃ " The Feed Pakistan Joins Saudi Ara ia Shuns Iran on Syria War Comments”. The American Interest, 20 Feb. 2014. Retrived May 12, 2014. 68 69 ˂ http://iranpulse.al-monitor.com/index.php/tag/jundullah/˃ Karami, Arash. “Iran Pulse: Must-Reads from Iran Today”. Feb.9, 2014. Retrived May 12, 2014. ˂ http://mom.gov.af/en/page/4717˃ "Turkmenistan- Afghanistan – Pakistan-India [TAPI] Pipeline." - Ministry of Mines. Retrived May 12, 2014. 70 135 “ As the U.S. is mulling over its troop withdrawal and new AfPak strategy in the post-Bin Laden world, China is quietly consolidating its foothold to fill the U.S./NATO vacuum in the region. Against the backdrop of deteriorating U.S.Pakistan relations, U.S. domestic fiscal austerity, war fatigue in the American public and among NATO allies, China is deftly posturing itself to step in and fill the void to consolidate its influence in the Eurasia ‘Great Game’. Although most meetings are behind closed doors and not all issues are included in official declarations, on June 15 2013, at the 10th anniversary summit of Shanghai Cooperation Organization (SCO), China and other member states would likely have made decisions on issues such as membership- admitting Afghanistan as an observer, Pakistan and India as members, Turkey as a dialogue partner; forming a trilateral alliance between China, Afghanistan and Pakistan called the Pamir Group, based on the Pamir Mountains that connect all three countries’ orders; standing up an SCO energy clu to fortify the Eurasian bloc of energy consuming , producing and transit nations; and increasing militarization of the hitherto security organization into a possible collective defense military alliance in the future. Whether Afghanistan remains neutral or becomes more closely aligned with China and regional grouping of the SCO will have important long-term implications for U.S. and NATO interests in the region.”(Dr. Christina Lin, visiting scholar at John Hopkins University and former director for China affairs in the Office of the Secretary of Defense, China’s Silk Road Strategy in AfPak: the Shanghai Cooperation Organization)71.(…) “In a recent ˂ http://www.isn.ethz.ch/Digital-Library/Publications/Detail/?id=130169˃ Lin, Christina. “China’s Silk Road Strategy in AfPak: The Shangai Cooperation Organization.” Nstitut Fur Strategie-Politik- Sicherheits- Und Wirtschaftsberatung (ISPSW), 71 136 Global Times article, a prominent Chinese scholar Li Xiguang argued that Pamir group could revive the ancient Silk Road that passes through this region, with China intensifying its investments in building a networks of roads, energy pipelines, electric grids and other infrastructure connecting AfPak with China. The Wakhan Corridor, which connects Afghanistan to China, lies next to the city of Kashgar and its newly de eloped special economic zone in the far western end of China’s Xinjiang province. China hopes that Kashgar will be restored to the previous position in the legendary Silk Road, and serve as a launching pad into Pakistan, Afghanistan and Central Asian countries. There is already an active plan for quadrilateral freight railroad from Xinjiang through Tajikistan, Afghanistan to Pakistan, where Gwadar port would bring in Middle East energy supplies. This would also extend their land connectivity to Iran.”72 “ Besides ha ing good relations with the Tali an, China’s main le erage in Afghanistan is its strategic ally Pakistan. Unlike the U.S. that seems to have little influence over Pakistan given its poor bilateral relations, China is a sponsor of 19 June 2011. Visitato 12 Maggio 2014. Translated by Marina Marino. 72 Ibidem. 137 Pakistan via aid, arms sales, UNSC veto power, and shared threat of India. China uses its ties with Pakistan and ISI to influence Afghanistan, and if it can help broker a deal with an Afghanistan that is Friendly towards Pakistan, this would serve China’s interests. Pakistan often refers to China as an ‘all weather friend’ and Chinese officials have remarked to .S. diplomats, ‘Pakistan is our Israel’.” “ Iran also wields great influence in Afghanistan. Since 1979 it has a core interest in ensuring Afghanistan is not used as a third country from which U.S. can launch an attack. Iran has tried to prevent Afghanistan from being used as an anti-Iranian platform and formed relationships with Afghanistan’s Shiite Hazara and other Dari/Persian speaking communities to counter balance pro-Saudi, pro-Pakistani elements in the country.(…) Moreo er, China shares Iran’s concerns of U.S. using Afghanistan as a platform to launch attacks. Iran is surrounded by U.S. troops in its western flank in Iraq and eastern flank in Afghanistan and eastern flank of U.S. sponsored anti-China east Asian military alliance (e.g. Japan, South Korea, Philippines, Taiwan, etc).”73 In this scenario the U.S. conciliatory move to Iran might be a goal. All those at Geneva for the marathon talks were fully aware of Iran’s importance as the world’s geostrategic pivot. At the gateway to Central Asia, Southwest Asia, West Asia, Caucasia and Europe, its unique geography has, over centuries, resulted in the extension of the Persian ethno-cultural, linguistic, religious economic and 73 Ibidem. 138 geopolitical influence into the heart of Caucasia, Central Asia and beyond. Overnight Iran, after 30 years, has moved from an isolated power to a major player recognized by the world’s powers. By paving the way for peace with Teheran, the Obama administration has moved a step forward in its strategic pivot from the Middle East to East Asia. Iran is likely to emerge as the centerpiece of a vicious “pipeline war”, in which the western alliance is expected to compete with rising economies for the diversion of Eurasia’s vast resources in their direction. Figura19: Major Gas Pipelines in Ukraine. It is likely that the revival of the Nabucco pipeline project will emerge as one of its foremost battleground. Work on Nabucco project has virtually stopped because of insufficient gas. Iran, which has the second largest gas reserve , is now well positioned to fill this energy void. However, Iran’s participation in a revived Nabucco scheme is bound to upset Russia. Iran holds a trump card, which can retain Moscow’s standing on top of Eurasia’s energy pyramid. Iran is the core participant of the Iran-Iraq-Syria (IIS) pipeline project. The pipeline is configured to pump gas 139 from Iran’s giant South Pars gas field, toward Syria’s Mediterranean port of Tartus, and home to a Russian base. There is a proposal that the pipeline can branch along an undersea section into Greece- the country where a node of Russia’s Europe-bound South Stream pipeline is also planned. If Greece becomes the junction for the two pipelines, it will extinguish the western dream of pumping Persian Gulf gas into Europe along an independent route that is outside Moscow’s control. The South Stream project, in fact, is seen as rival to the projected Nabucco pipeline. But what if the main hub for the Russian gas transportation towards Europe changes its sphere of influence? It will change the entire picture. Ukraine is an important European natural-gas hub, according to a U.S. Energy Information Administration report 74. Russia provided 30% of Europe’s 18.7 trillion cubic feet of natural gas in 2013, and around half of that finds its way to western Europe through three Ukrainian pipeline networks : the Bratstvo, Russia’s largest pipeline heads through Ukraine before dividing into two separate systems for North and South. The Soyuz pushes Russia’s fuel to Central Asia as well as Central and Northern Europe. The Trans-Balkan heads South, delivering natural gas to Balkan nations, as well as Turkey. Ukraine in 2009 welcomed the launch of the Nabucco gas pipeline project and it was supposed to be the initiating country behind the creation of the Caspian-Black Sea-Baltic energy space. 74 ˂ http://www.eia.gov/todayinenergy/detail.cfm?id=15411˃ U.S. Energy Information Administration –EIA- Independent Statistics and Analysis. “16% of Natural Gas Consumed in Europe Flows Through kraine”. March.14, 2014. Retrived May 12, 2014. 140 A recent U.S. State Department-sponsored report notes “ kraine’s strategic location between the main energy producers ( Russia and the Caspian Sea) and consumers in the Eurasian region, its large transit network, and its available underground gas storage capacities”, make the country “ a potentially crucial player in European energy transit” a position that will “ grow as Western European demands for Russian and Caspian gas and oil continue to increase”75. The shift towards Europe by a pivotal country such as Ukraine means another strategic goal for the West. It mainly means diversification in terms of European energy security. It means that there is a chance for the Iranian oil to be marketed in Europe bypassing Russia’s control. The old dream of the Berlin to Baghdad railway before and Hitler’s plan after of establishing a communication line to grab control over the Caspian and the Persian oil hindering Russia is possibly becoming reality after 100 years. It means that all the former USSR countries which were included under the European aegis at great expense can now join the European Community not only economically and 75 ˂http://www.wilsoncenter.org/sites/default/files/op291_ukraines_energy_policy_balmaceda_2004.pdf˃ Balmaceda, Margarita M. "Occasional Paper #291 Ukraine’s Energy Policy and U.S. Strategic Interests in Eurasia." The Kennan Institute, The Woodrow Wilson International Center for Scholars, May 2004. Retrived May 12, 2014. 141 politically but also energetically. Furthermore, what is thought to be nowadays the resurgence of Cold War climate, it might be only the magic formula to ignite world economic engine at a stand-still since 2008.But frankly, the game is on and we’re far from le joux sont faits, rien ne va plus. SECTION II II.1 Posted price, OPEC administrated price system, marketrelated system and formula pricing. The Seven Sister before and the OPEC76 after have for long pursued the same objective, that is to say, controlling oil prices. But they failed. The beginning of the twentieth century, oil was discovered in Iran and later in Iraq,Saudi Arabia and Kuwait. None of them had the money, technology or knowledge to mine or market 76 ˂ http://www.geoexpro.com/articles/2010/05/the-road-to-opec-1960˃ Sorkhabi, Rasoul. "GEO ExPro - The Road to OPEC 1960." GEO ExPro – Vol.7, No.5 2010. Retrived May 12, 2014. 142 their oil resources. They needed the know- how of the international oil companies. The international oil industry was almost entirely developed and dominated by seven companies. Soon, these companies succeeded in signing a series of concessions agreements in the Middle East, Africa, and South America. The host governments did not participate in production or pricing of crude oil and acted only as competing sellers of licenses or oil concessions. In return, host governments received a stream of income through royalties and income taxes. Each of the Seven Sister was vertically integrated and had control of both upstream operations (exploration, development and production of oil) and to a significant but lesser extent of downstream operations ( transportation, refining and marketing). unwanted crude oil to independent buyers and thus pushing prices down. The oil pricing system associated with the concession system until the mid 1970s was centered on the concept of a posted price. For the first few decades the undeveloped oil rich nations were satisfied by the concession agreements, which brought and unprecedented amount of money to the poverty stricken nations. However these favorable conditions for the IOCs were not to last forever. And the first country to start acting was Venezuela, which passed legislation in 1943 designed to increase the total royalties and tax paid by oil companies to 50% of their total profits. Iran had a more radical idea in mind. The sentiment grew in the Majlis, the Iranian Parliament, that nationalization was the way to go. The nationalization of the oil supplies refers to the process of confiscation of oil production operations and 143 private property, generally in the purpose of obtaining more revenue from oil for oil producing countries’ governments. In the middle of the explosion of Arab Nationalism, the increased profits that oil producing nations were seeing as a result of the fifty percent profit sharing deals were soon starting to be offset by decreasing oil prices, basically due to the beginning of competition between the major oil companies and new concession agreements awarded to independent oil companies. The first meeting of OPEC was held on September 10th, 1960.In October 1973, OPEC declared an oil embargo in response to the United States’ and Western Europe’s support of Israel in the Yom Kippur War of 1973. The result was a rise in oil prices from $3 per barrel to $12 and the commencement of gas rationing. Although the embargo only lasted a year, during that time oil prices had quadrupled and OPEC nations discovered that their oil could be used as both a political and economic weapon against other nations. However the gold age of OPEC was short. Political and economical conflicts among member states prevented the achievement of common objectives. The decline in oil demand in the mid 1980s caused by a worldwide economic recession and the growth in non-OPEC crude oil production responding to higher oil prices and taking advantage of new technologies represented major challenges to OPEC’s administered pricing system and were ultimately responsible for its demise. New discoveries in non-OPEC countries meant that significant amounts of oil began to reach the international market from outside OPEC. This increase in supply also meant an increase in the number and diversity of 144 crude oil producers who were setting their prices in line with market conditions and hence proved to be more competitive. In the 80s OPEC was not able to manage the delicate balance between price, supply and demand and in 1986 oil price collapsed due to overproduction. Ever since it was the market to be in charge of the prices. However even this system is not better than the Seven Sister or OPEC. In fact price instability during the 90s were the worst ever recorded. The adoption of the market-related pricing system by many oil exporters in 1986-1988 opened a new chapter in the history of oil price formation it represented a shift from a system in which prices were first administered by the large multinational oil companies in the 1950s and 1960s and then by OPEC for the period 1973-1988 to a system in which prices are set by ‘markets’. By 1988, it became and still is the main method for pricing crude oil in international trade. Price agreements are usually concluded on the method of ‘formula pricing’ (Px= PR ± D where P is the price of crude x; PR is the benchmark crude price; and D is the differential, that could be set by an oil exporting country or assessed by price reporting agencies)77 which links the price of a cargo in long-term contracts to a market (spot) price. At the heart of formulae pricing is the identification of the price 77 ˂Http://www.seec.surrey.ac.uk/Events/EventDocuments/Presentation-BassamFattouh.pdf. ˃ Fattouh, Bassam. "The Crude Oil Pricing System." Oxford Institute for Energy Studies, 29 Mar. 2011. Retrived May 19, 2014. 145 of key ‘physical’ benchmarks, such as West Texas Intermediate (WTI), the ASCI price, Dated Brent and Dubai. Unlike the futures market where prices are observable in real time, the reported prices of physical benchmark are identified or assessed prices. These assessment are carried out by oil pricing reporting agencies, the two most important of which are Platts and Argus. Oil reporting agencies assess their information on concluded deals which they observe, or bids and offers, and failing that on market talk, other private and public information gathered by reporters, and information from financial markets. Clearly the problem that could arise is the temptation by these oil pricing reports agencies of trying to manipulate those benchmarks, by misreporting current trades or misreporting them in direction that favors some options instead of others. II.2 Natural gas pricing. Consumption of natural gas has grown rapidly over the last three decades and today accounts for nearly a quarter of the world’s energy supply, due to also the industrialization of new markets, namely Asia, the Middle East, and Latin America. The dominant mechanism for the international gas trade, however, remains oil indexation, which originated in Europe in the 1960s and spread in Asia. A 146 contrasting mechanisms based on hub pricing and traded markets developed in the United States and has spread to continental Europe via the UK in 1990s. at that time UK decided to introduce a liberalized market in natural gas and the industry began developing traded markets based loosely on the U.S. model. And in 1998, the UK gas network was linked to Belgium, causing commodity markets to spread into continental Europe. The European gas market split, with oil indexation dominating the continent while competitive hub pricing-centered in UK- made inroads into northwestern Europe. Today, Europe is witnessing an unprecedented collision between these two pricing mechanisms and gas industry cultures. According to The International Energy Agency, one of the most essential questions related to global energy supplies and security is whether the traditional link between oil and gas prices will survive. While Europe is the battleground, the implications stretch beyond Europe’s borders because once-isolated regional gas markets are now interconnected through the rising trade in liquefied natural gas. If the spot market model gains the upper hand in Europe, Asia will be the last remaining stronghold of oil indexed pricing, possibly making it unsustainable. Alternatively if oil indexation re-exerts its predominance, there is the prospect that spot prices in North America will be influenced by this model. Though the outcomes are far from certain, the stakes are high. Any modifications to existing contractual arrangements will directly impact exporters that depend on gas revenue- including Russia, Algeria, Indonesia, and Malaysia. And these changes will enhance or exacerbate energy security and dictate the sustainability of future supply. 147 At present time liberalized, liquid spot markets that previously encompassed the UK, Belgium and Netherlands are spreading in all directions. Northern France and Germany are rapidly expanding spot trades, and conditions are becoming more favorable in the Mediterranean markets. II.3 Shale gas revolution and US-EU free trade agreement. The combination of horizontal drilling and hydraulic fracturing, or “fracking”, has allowed American drillers to release natural gas from shale reserves that had previously been uneconomic to exploit. Mitchell’s fracking technique78 is so far the most important, and the biggest, energy innovation of this century, however, it is also the most environmentally controversial. The water contamination caused as a side-effect of the practice has made some people’s residencies unlivable. Although the environmental effects of fracking are still under heavy debate, the effects are undeniable: the production of natural gas is booming. 78 ˂ http://www.nytimes.com/news/the-lives-they-lived/2013/12/21/george-mitchell/˃ Gertner, Jon. "George Mitchell, Father of Fracking." The New York Times, 21 Dec. 2013. Retrived May 19, 2014. 148 Producers hope to sell U.S. surplus production, taking advantage of higher prices around the world that in turn will boost the economy and strengthen the Washington consensus. Only a few short years ago the U.S. was expected to be a large LNG importer, now, that U.S. is on the threshold of exporting LNG, it is important to assess the geopolitical implications. LNG exports will help American allies in two key regions – Europe and Asia – by undercutting the political power of dominant producer states and by expanding the quantity of total energy supplied to allies starved of energy. American shale gas regulation: - Under the Natural Gas Act79, first passed in 1938 and amended several times since, the export of natural gas is illegal without approval from the Secretary of Energy. The Federal Energy Regulatory Commission (FERC), the agency responsible for permitting export terminals, has a backlog of 16 LNG import and export applications. 79 ˂http://www.law.cornell.edu/uscode/text/15/717b˃ "15 U.S. Code § 717b - Exportation or Importation of Natural Gas; LNG Terminals." Retrived May 19, 2014. 149 - Under the Energy Policy Act of 199280, exporting LNG to countries with which the U.S. has a free-trade agreement was deemed to be consistent with the “public interest”. March 24 2014, the U.S. Department of Energy issued an Order granting approval to Jordan Cove Energy Project, L.P.. to export liquefied gas (LNG) from Jordan Cove’s liquefaction and export terminal in Oregon, to countries that do not have a free trade agreement with the U.S.( non-FTA countries). This Order is the last of seven since 2011. The regulatory scheme for gas exports to non-FTA countries requires DOE to determine whether the export will be in the public interest. DOE’s “public interest” analysis heavily weights the exports’ predicted impact on domestic prices. But it also encompasses other factors, including economic benefit at local, regional and national level, environmental considerations, international trade and national security. There is growing bipartisan support for LNG exports to non-FTA countries. In July 2013, 34 senators, signed a letter urging DOE (Department of Energy) to make decisions quickly and to evaluate applications in bulk rather than on a case-bycase basis. 80 ˂http://energy.gov/fe/articles/doe-s-program-regulating-liquefied-natural-gas-export-applications˃ "DOE's Program Regulating Liquefied Natural Gas Export Applications." Retrived May 19, 2014. 150 The bipartisan ‘Expedited LNG for American Allies Act of 2013’81, specifically mentions NATO allies and Japan for export natural gas to countries that do not have free trade agreement (FTA) with the U.S.. The bill remains in committee. Many natural gas importers, including France, Japan, the United Kingdom, and Spain, do not currently have free-trade agreement, or FTAs, with the United States. Therefore the importance of the U.S. –EU Transatlantic Free Trade Agreement (TAFTA) or the Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP). Although, the agreement raises a number of controversies: starting from the growing concern that the negotiation could open the doors for GMOs and shale gas in Europe, to the threatening of digital and labor rights and, to the empowering of corporations to legally challenge a wide range of regulations. One area of the proposed treaty is already raising public interest: ISDS, Investor to State Dispute Settlement. In a letter to the heads of the U.S. and EU trade delegations, a coalition of NGOs in December 2013 alleged that ISDSs would force “governments to compensate corporations for public health, environmental and other public interest policies and government actions”. 81 ˂ https://www.govtrack.us/congress/bills/113/hr580/text˃ "H.R. 580: Expedited LNG for American AlliesAct of 2013." Retrived May 19, 2014. 151 Stuart Eizenstat, former U.S. ambassador to the EU said “ If anything, the EU has more elevated environmental protection and labor regulations than the U.S., and this would not be compromised because, even in a case where the arbitrators find there was a violation by a state, the state is sovereign and does not have to change law or regulation. Although of course it might have to pay compensation.” “ The NGOs are losing the forest for the trees. When I worked in the Clinton administration we promoted U.S. investment in developing countries, and they in turn wanted that investment because it creates jobs and raises environmental and labor standards. One of the ways you incentivize this investment is to have a forum for resolving bilateral trade and investment disputes.”82 So, on one side there are corporations supporting the creation of additional legal frameworks that will allow them to enhance and protect their economic interests through ISDSs and on the other side there are environment groups wanting to use state frameworks to protect environment. The Free Trade Agreement text will be fully drafted apparently within 2015. 82 ˂ http://www.legalweek.com/legal-week/analysis/2327975/ttip-of-the-iceberg-what-the-transatlantic-trade-and-investment- partnership-trade-deal-means-for-lawyers-on-both-sides-of-the-atlantic˃ "TTIP of the Iceberg – What the Transatlantic Trade and Investment Partnership Means for Lawyers on Both Sides of the Pond." Retrived May 19, 2014. 152 SECTION III III.1 “Language and Power”, the importance of language mediation and mediator. During the past centuries of our recent history, the spread of a culture has always been correlated to other factors, such as the discovery of new technologies and the spread of a language. Language has always carried culture from one country to another, it has mediated trades and founded thousand-year old empires. The sense of belonging to one empire emphasized by the use of the same language, brought the Greeks, for instance, to the idea of cosmopolitism and to the political project of Alexander the Great to unify the Greeks and the Barbarians by spreading the Hellenistic koinè. In the case of Rome that sense of belonging brought the Romans to the Civis Romanus Sum, expression of pride of being part of a dream. The dream of the light of civilization of Rome. During the Hellenistic period, the κοινὴ διάλεκτος or common language, followed the expansion of Greek civilization under Alexander the Great. It 153 was the linguistic koinè, strengthen by a sense of belonging to a world which boundaries went beyond the Mediterranean Sea, to promote the spread and the hegemony of Greek culture, art and literature from the Adriatic sea to India. After the battle of Pidna in 148 a.C., Greece became a Roman province. And it’s through the Circle of Scipioni that the Roman pragmatism was refined with the Greek culture. Latin became the language of the globalization in Roman times. With the fall of the Roman empire and the raise of new powers and languages, a new lingua franca was needed for trades. The Mediterranean sea, cradle of civilization, has always been a great mediator of ideas, cultures and merchandises, becoming this time the carrier of a new lingua franca, the sabir83. Sabir developed at the end of the Middle Ages and survived until the Twentieth Century. It was an incredible long-lived language. Unfortunately it was a spoken language and few written records reached us. It was the language of the Mediterranean basin and it was mostly spoken onboard of ships, in ports and markets. It was the language of merchants and ship owners, sailors and pirates. The opening of the trade with the Indies, in what was a further step toward globalization, and the demise of the Ottoman empire marked its end. 83 "Sabir",Treccani, Italian Encyclopaedia. 154 WWII opened the door to the American century and to English as its language. Never in the history of mankind were achieved so many technological developments as in the previous and current centuries. Innovation has never been faster in medical, space, logistic and communication fields. The most extraordinary trait is surely the speed on which discoveries followed one another. 100 years have changed the world and the way we perceive it. Clearly, this speed does not allow everybody to adapt on the instant and least of all it does not help those processes that normally in the past epoch took hundred years to develop. Today the information in the post-modern world changes the entire notion of classic wars into wars of information. Therefore the importance of language mediation. It is truth that English is the current lingua franca, however it’s also true that it’s not an ipse dixit. History continues and other languages could dominate the future. In fact, many nations try to promote and spread their languages, because language is power. At present time it’s interesting to pay attention to the Chinese strategy toward Portuguese -speaking nations84. Chinese strategy is the strategy of a raising power, not the strategy of an established power which imposes its language. History teaches us that, through culture and language, relation between countries ˂Https://www.hsdl.org/? iew&did=725996.˃Da Silva Horta, Maubere. "CHINA’S RELATIONS WITH PORTUGUESESPEAKING COUNTRIES: A GROWING BUT UNNOTICED RELATION." Naval Postgraduate School, Sept. 2012. Retrived May 19, 2014. 84 155 are strengthen. The last governor of Macau, Lt.Gen. Rocha Viera, was concerned with preserving Portuguese culture and language and retaining strong cultural ties with the small Latinized Macanese community. In 1999 he launched the idea of the creation of the Forum Macau to promote ties between Portugal and Macau. The Chinese kept the idea and four years later, in October 2003, the Forum for Economic Cooperation between China and the Portuguese-speaking Countries was established. With a little strategic investment, China has gained huge diplomatic and economic advantages. The Lusophone community is present in four continents and accounts for 250 million people. Brazil has become China’s main commercial partner, while Angola has become the main African commercial partner and Mozambique the third. As mentioned before in the present work and in line with the idea of the importance of communication lines, China is trying to revive also the ancient Silk Road, which in turn is supposed to strengthen its regional position. One thing is certain, this world will always need language mediators. How does language mediator face the adventure in the high seas of energy language mediation? Which are his/her difficulties and skills? The historic, economic and geopolitical aspects of the fossil fuels dealt with in the previous sections, are language mediator’s essential background. However, despite a proper knowledge, mistakes are often made in this sector. This happens because of the way the translation is approached or a pressing deadline. Sometimes, the translator focuses too much on the terminology 156 and this could lead him/her to obvious consequences, such as: completely ignoring and misinterpret the context. Other times even if the term can be found on a technical glossary, the translation into the target language may differ completely depending on the context. Contrary to what may seem logical, it is not enough to have some sort of consolidated experience in this area to achieve a good mediation. In few words, someone who is as an excellent technician might not be the same in the translation area, because him/her rationale is too much focused on compartmentalization. Language mediators must have more than analytical abilities, they must master the skills of contextualization, memorization and localization. Language mediator could be similarly compared to what Cicero described being a good orator, id est, vir bonus dicendi peritus. Where bonus is the skill of weaving relations and the ability of understanding the different cultures to be mediated or to get the quid which could be the link between different worlds; while dicendi peritus is the correct use of language in its numerous nuances, that a skilled language mediator knows how to catch it. Bonus is to be intended also as the quality of the mediator to set aside his/her opinions, ideas or beliefs in order to avoid intolerance or incomprehension, since his/her role can in no way lead to non-dialogue. Language mediator listens, gets the message and tries to gather and elaborate the information depending upon circumstances and speakers. He/she must be a skilled person capable to understand not only the practical or economical problem, but also to grasp and understand speakers’ psychology. At the end of the day, language mediator is a great expert of 157 humankind. His/her role is placed in the unicum of the entire mediation process. In many cases he/she foreruns the lawyer’s work by preparing the ground in order to avoid conflicting positions and contrasts which could put at stake the entire mediation process. Language mediator, come rain or shine, needs an extreme training: linguistics, history, social and cultural context on which he/she is going to work, geopolitics, religion, custom and behavior pattern et al. There is no successful mediation without studying and without the innate skills of language mediator. Language mediator is, in this global chessboard, the pawn of the first move. He/she is the channel through which the information are transferred from person to person and from one country to another. And it’s by his/her commitment that two countries for instance, after wearing talks, can achieve an agreement or a business can be concluded successfully or a war can come to an end. It is by his/her sensitivity in the use of words and by his/her innate ability to trigger metanoein, it is by his/her voice intonation and the pathos with which transmits information, it is by his/her great ability to understand the where, when, how, who and why and by re-elaborating them all together that a successful mediation can be achieved. This role will never be replaced by computers. Because the quid that makes the difference, it’s our being human. That is to say, it’s variable intelligence not an exact science. The oil and gas industry is constantly in advance. Being one of the world’s top leading industries, its operations are conducted on large scale and the effects involve, as we saw in the previous sections, different aspects of a scenario. That is precisely the reason why the 158 oil and gas industry is a stimulating challenge for language mediators’ curiosity and an interesting area to work on. CONCLUSIONS This work shows that oil was for years, and will continue to be the undisputed king of energy resources. Renewable energy resources are increasingly being used today, but a fossil fuel- free society has a long road ahead yet. The Fukushima nuclear disaster and the consequent closure of nuclear facilities in Japan and Germany , posed another serious challenge to the energy sector. Despite the fact that Germany conducted many efforts to promote the use of renewable energy resources, these latter are far away from meeting energy efficiency requirement and global demand. Demographic growth and industrialization of many developing countries translate into skyrocketing demand of energy resources which, until recent times were destined only to the rich world. Clearly, the wars will continue to be fought for these resources such as: water, oil, gas, coltan, etc. It is a fact, that ever new conflicts spread all over the world. These conflicts are fought in different ways. Sadly, “business must go on”, especially during war times, and world powers play their game in the global chessboard striving to secure a better position. Technology, space, information, finance and commerce fields are all part of the game on this chessboard. It may look like a complex system. However, in reality, it’s a system based on a sort of prehistoric 159 logic, hence foreseeable and simple: the dominant mechanism remains “ creating a problem” to “ solve the problem”. Atomic weapons showed their destructive power to the world about 60 years ago and It is hard now to imagine the current state of the art of these weapons. However, nuclear weapons worked during these years as a deterrent to a serious global war. Therefore, conflicts are fought today on a smaller scale, in developing countries at the periphery of the great powers. In developing countries where the historical scenario is not the same as 2014 of the western world. The conflicts are fought with conventional weapons and are needed to empty arsenals, support the fortunes of the defense industry as well as global economy. Special operations and drones will be ever more used, as Afghanistan operations demonstrate. Furthermore, while military strategic logistics remains crucial on ground operations, the novel master game on the geo-strategic chessboard is by far and large the information war, or, as it is today dubbed, the “cyberwar”. 160 A mediação linguística no tempo do petróleo 161 INTRODUÇÃO Somos acostumados a usar ou a escutar nas notícias, a palavra petróleo, praticamente todos os dias, e é fácil entender o porque. Seria suficiente, no caso, mencionar os maiores produtos do refino: asfalto, diesel, óleos combustíveis, gasolina, combustíveis para jatos, querosene, gás natural líquido, lubrificantes, parafina, alcatrão, produtos petroquímicos. Além disso, são 6000 os produtos derivados dos resíduos dos subprodutos, entre os quais: fertilizantes, linóleos, perfumes, inseticidas, sabões e cápsulas para as vitaminas. De fato, 42 galões de petróleo produzem 19.4 galões de gasolina. O que sobra, é utilizado para a produção de produtos como: tintas, vestidos, telefones, óculos de sol, tintas para cabelos, lentes de contato, aspirinas, antihistaminicos, geladeiras, dentaduras, anestéticos e válvulas de coração. Em prática todas as atividades comerciais como também a maior parte dos produtos farmacêuticos na nossa economia global dependem do petróleo e outros combustíveis fósseis. Até mesmo os nossos vestidos são fabricados com fibras sintéticas derivantes do petróleo. Os nossos transportes, a energia, o aquecimento nas casas e a luz eléctrica expendem todos dos combustíveis fósseis. Nos temos construído uma inteira civilização sobre os depósitos de carvão que remontam ao período Carbonífero. O primeiro capítulo aborda a 162 história do século passado. Uma história, sem dúvida, ligada ao petróleo. E ao mesmo tempo, este capítulo, quer mostrar a importância, ao longo dos séculos, das rotas de comunicações. Este capítulo termina, tentando interpretar a difícil e atual situação da Síria, do Irã e da Ucrânia. O segundo capítulo esclarece o modus operandi do sistema de fixação dos preços do petróleo, a partir da era das Sete Irmã até chegar ao sistema atual de livre mercado. Depois, lida com a revolução do gás de xisto e a importância do acordo de livre comércio entre os Estados Unidos e a Europa. O terceiro capítulo introduz a importância da mediação linguística e termina descrevendo as qualidades próprias e o papel do mediador linguístico. 163 CAPITULO I I.1 Breve história do petróleo. A história do século XX e XXI é a história do petróleo. Este é o elemento em volta do qual são fundadas as atuais relações internacionais e através do qual funda-se o equilíbrio entre as potências. A indústria do petróleo teve início em 1859. O querosene obtido do petróleo pouco a pouco substituiu o óleo de baleia, sendo ele mais barato. A sua demanda cresceu muito na América do Norte e, emseguida, na Europa e em outras partes do mundo. Em 1885-86, Gottlieb Daimler e Karl Benz inventaram veículos a gasolina de grande sucesso, porque práticos. Estes motores inauguraram a era dos automóveis modernos. Hoje, milhões e milhões de automóveis circulam pelas estradas do mundo. No começo do século XXI, o almirante John Fisher, capitão da Royal Navy de 1904 até 1910, amigo e conselheiro de Churchill, 164 propôs que a frota britânica, a maior frota do mundo no século XIX, passasse a utilizar o petróleo no lugar do carvão. O petróleo oferecia muitas vantagens: o dobro das calorias em comparação ao carvão significava que os tanques poderiam ser menores e que os navios poderiam viajar o dobro, significava mais rapidez e, além disso, o abastecimento em mar teria sido possível. Deste ponto adiante, considerada a fundamental importância do petróleo como combustível da secunda revolução industrial e como elemento decisivo sobre o qual se funda e está relacionada a nossa sociedade, os recursos do petróleo e do gás, ou seja a segurança energética tornou-se uma questão de segurança nacional. 165 I.2 Mar Cáspio, o Grande Jogo. Baku localiza-se na Costa Oeste do Mar Cáspio e desde sempre é conhecida por suas riquezas energéticas. A família Nobel, originária da Suécia, estava tentando comprar madeira em Baku para a fabricação de fuzis, mas na cidade encontraram uma industria que comecava a se desenvolver e que teria se tornado o grande boom economico daquela regiao: o petroleo. Logo decidiram investir no negócio. Por volta do 1880, a família Nobel era a maior produtora de petróleo em Baku. Vinte anos depois, Baku produzia a metade do petróleo mundial. A invenção genial da família Nobel foi bombear o petróleo diretamente no casco de um navio construído especialmente para navegar o Volga. O primeiro navio, ‘Zoroaster’, foi lançado em 1878 em Baku. Entre 1910 e 1914 as companhias petrolíferas ocidentais eram só três : a Standard Oil americana, a British-Persian Petroleum e a Royal Dutch Shell que controlava as jazidas das Índias Ocidentais na Indonésia e no sudeste Asiático. Ensina-se na escola que o terrível conflito que inaugurou o século XX estourou por causa do assassínio do arquiduque Francisco Ferdinando da Áustria por mão de um nacionalista iugoslavo em Sarajevo. Mas tinham muitas causas de fricção entre a Alemanha e a Inglaterra. De acordo com quanto escreveu Morris 166 Jastrow85 ( orientalista e bibliotecário americano) no seu livro ‘A guerra e a ferrovia Berlim- Bagdá’, a ferrovia que teria ajuntado nações favorecendo o intercâmbio de ideias e mercadorias foi a primeira causa de contraste que em seguida trouxe a Alemanha e a Inglaterra a destruição recíproca. Através da ferrovia os industriais alemães tinham projetado colonizar o Oriente Médio e bloquear a Russia. "Se a Berlim-Bagdá será construída, um enorme bloco de território, inacessível pelo mar, irá acabar nas mãos da Alemanha", foi o que referiu R.G.D. Laffin, na época conselheiro militar britânico no exército servio. Uma ferrovia sem taxas, que além de tudo escapava do controle do canal de Suez, teria significado uma vitória estratégica da Alemanha86. Por isso, as potências centrais queriam a Servia. Porque ele teria funcionado como anel de conjunção para chegar ao Azerbaijão e a Pérsia. Uma derrota russa no Azerbaijão, significava uma posição mais forte na área caucásica e obviamente significava ter nas maos o petróleo de Baku. Uma derrota inglesa na Pérsia significava o controle do petróleo naquela região. 85 Morris Jastrow, “The War and the Bagdad Railway, the history of Asia Minor and its relation to the present conflict”, PHILADELPHIA AND LONDON J.B. LIPPINCOTT COMPANY, 1917. 86 ˂ http://www.foreignaffairs.com/articles/70087/philip-willard-ireland/berlin-to-baghdad-up-to-date˃ COUNCIL OF FOREIGN RELATIONS, “Berlin to Baghdad Up-To-date”. April 1941, Retrieved October, 2013. 167 Os Estados Unidos entraram em guerra ao lado das forças aliadas depois do afundamento do navio Lusitânia, que causou a morte de 1198 passageiros. No final da guerra, os Bolcheviques conseguiram ganhar novamente o controle de Baku, nacionalizando a empresa da família Nobel. Centenas de pessoas foram mortas e os poços petrolíferos incendiados. Um dos maiores produtores mundiais de petróleo deixou de existir. No final da guerra, as quatro maiores potências imperiais-Alemanha, Rússia, ÁustriaHungria e os otomanos- acabaram de existir. O mapa da Europa foi redesenhado e muitas nações independentes restabelecidas o destruídas. E’ possivel afirmar então que a primeira guerra mundial foi o ápice de um enorme processo de consolidação de nações imperiais em busca de segurança energética. Quando a guerra começou, havia muitos impérios, ao acabar permaneceram só dois grandes impérios europeus (França e Inglaterra) e uma nova força emergente surgiu, os Estados Unidos. Provavelmente o fim da primeira guerra mundial foi somente um armistício. Alguns esperavam em 1939-1940 um ataque alemã à Russia. Ao invés, o marechal-de-campo Erwin Rommel apressou-se no norte da África para tentar capturar o canal de Suez e controlar todo o transporte de petróleo que por lá passava. Planejou, em seguida continuar rumo a Pérsia, para caçar os ingleses das jazidas da BritishPetroleum. Este era um dos alvos da primeira guerra mundial também. Os Estados Unidos entraram em guerra só depois do ataque de Pearl Harbor. Em julho de 1941, o presidente Roosevelt assinou um embargo para bloquear todos os abastecimentos destinados ao Japão, provavelmente em retaliação a 168 invasão japonesa da Indochina francesa. Depois de lançar um "War warning" através de canais diplomáticos no qual o Japão pedia a cessação do embargo e ameaçava um ataque aos americanos no pacifico, o Japão quebrou o embargo atacando os navios americanos em Pearl Harbor. Em seguida os Estados Unidos atacaram a Alemanha. Hitler no entanto, consegui apropriar-se das jazidas da Romenia. Mas com a guerra que se abriu em varias frentes e com Rommel parado na África, as jazidas da Romenia não eram mais suficientes. Em poucas palavras, a máquina da guerra alemã ficou sem gasolina. Depois da secunda guerra mundial, a companhia British-Persian Petroleum ainda controlava as enormes jazidas no Irã, embora foi logo eliminada. Um golpe de estado em 1954 tomou o controle do Irã, colocando o Xá no poder. Em seguida, em 1979, a Revolução Iraniana expulsou a dinastia Pahlavi, substituindo-a com uma República islâmica sob o comando do aiatolá Ruhollah Khamenei. 169 I.3 Oleodutos-Gasdutos. As linhas de comunicação, sejam elas culturais o comerciais, junto com as descobertas tecnológicas, sempre foram um elemento extremamente importante na fundação dos impérios. Algumas delas até evocam um passado mais romântico na nossa imaginação, como por exemplo a Rota da Seda o as rotas caravaneiras transaaharianas até Timbuktu87. Quando os fenícios conseguiram usar a estrela polar para a navegação, novas rotas se abriram entre o norte eo sul do mediterrâneo. Estas rotas contribuíram ao renascimento da cultura e do comércio internacional, trazendo também a difusão do alfabeto canaanita e uma nova era chamada de Idade do Ferro. Mais tarde, os romanos esforçaram-se para construir uma rede de linhas de comunicação feitas de estradas, aquedutos e pontes, que da Turquia chegava até a Muralha de Adriano na Grã-Bretanha. Segundo referiu Z. Brzezinski, conselheiro da 87 WELCH, Galbraith, and Ren CAILLI . The n eiling of Tim uctoo. The Astounding Ad entures of Cailli . London: Victor Gollancz, 1938. 170 segurança nacional do governo Cárter, no seu livro ‘O grande Xadrez’88, estas linhas de comunicação permitiram aos romanos deslocar rapidamente as tropas e os armamentos, fortalecendo o império. No século XVIII foi finalmente possivel estabelecer a dimensão global das rotas marítimas, gracas a descoberta da longitude por um simples carpinteiro. Nos séculos XX e XXI, na era do petróleo, viu-se um enorme fortalecimento do sistema das rotas de comunicações romanas. Aviões e automóveis reduziram as distâncias físicas, internet aproximou milhões de pessoas em tempo real e o GPS passou a dominar o inteiro sistema. Neste cenario,o petróleo e o gás, constituem o equilíbrio das potências. São transportados via oleodutosgásdutos e/o navios petroleiros. Num sistema de controle imperial, como acontecia tambem nos destacamentos avançados romanos, as rotas marítimas são protegidas através do controle de pontos estratégicos. Via terra é muito mais complicado, devido ao simples fato que estes oleodutos- gásdutos atravessam muitos países, demandando assim um esforço maior da geopolítica e da geo-estratégia. Os oleodutos-gásodutos conectam sócios comerciais e influenciam o equilíbrio regional das potências. Com a queda do muro de Berlim e a criação da União Europeia e o surgimento de novas potências, o cenário mundial parece ter-se tornado plural. Em 1980, os soviéticos tinham construído um exército enorme e contavam com a maior 88 Brzezinski, Zbigniew. “The Grand Chess oard: American Primacy and Its Geostrategic Imperati es”.New York, NY: Basic, 1997. 171 frota de submarinos nucleares do mundo. De acordo com Z.Brzezinski a invasão soviética do Afeganistão apressou uma dupla resposta americana: o posicionamento em larga escala de tropas militares no Golfo Persa e a ajuda direta a resistência afegã. Os afegãos com a ajuda dos americanos bloquearam a construção do oleoduto soviético-afegão. Este fator contribuiu certamente a caida da União Soviética. A região da Transcaucasia, ou Caucaso Sul, depois da queda da União Soviética surgiu como polo estratégico da energia, tornando a região cada vez mais importante ao nível global também como regional. Este novo papel foi suportado pela construção de novos oleodutos, especialmente o BTC, Baku-Tbilisi-Cheyan, o qual conecta os recursos energéticos do Azerbaijão aos mercados internacionais. Estes oleodutos alteraram o status quo do equilíbrio regional das potências. De fato, decretaram o fim do monopólio russo das rotas de transporto energético da região do Cáspio e ajudaram o Azerbaijan e a Geórgia a livrarem-se do dominio russo. "O corredor energético meridional, Tanap e TAP, quebra este esquema formando novas rotas de fornecimento, as quais correm do leste para oeste e do sul para o norte. Este é uma grande vantagem para todos aqueles países dependentes atualmente do gás russo." “Certamente desde quando a fase número dois do Shah Deniz está sendo debatida, o inteiro cenário mudou significativamente. Enormes volumes de gás foram descobertos no Mediterrâneo oriental e no Curdistao iraqueuiano. O gás do Leviathan, um enorme jazida descoberta ao largo das águas de Israel em 2010, poderia facilmente confluir no Tanap, como também o Afrodite, nas águas cipriotas, 172 e Apsheron- uma outra jazida no Azerbaijão - embora ocorrerão anos até que isto aconteça”.89 Até pouco tempo atrás, os melhores analistas da geopolítica debateram sobre qual seria o poder mais significativo, se aquele naval ou terrestre e qual específica região eurasiática seria de vital importância para controlar o inteiro continente. Harold MacKinder (geógrafo inglês)90 abriu o caminho desta discussão no começo do século passado com a sua teoria das áreas estratégicas. Em 1998 Dick Cheney, vicepresidente do governo Bush, expressou o pensamento comum de muitos governos e companhias petrolíferas " Não consigo imaginar outro período de tempo em que uma região tenha aflorado tão rapidamente ao ponto de se tornar fundamental como aconteceu com a regiao do Cáspio". Em 1997, Z. Brzezinski, escreveu no seu livro sobre a necessidade dos Estados Unidos controlar os recursos energéticos eurasiáticos para manter a própria predominação mundial. O ‘Grande Papel’ do século XIX para o controle da Asia, desempenhado pela Rússia e Inglaterra antes e por Hitler depois está renascendo agora, mas com muito mais jogadores, sendo os 89 "Azeri Gas Pipeline Pushes Boundaries in Europe." Financial Times 2 Jan. 2014.Trad. feitapor Marina Marino ˂http://intersci.ss.uci.edu/wiki/eBooks/Articles/1904%20HEARTLAND%20THEORY%20HALFORD%20MAC 90 KINDER.pdf. MacKinder, H.J. “The Geographical Pivot of History”. Acessado no dia 12 de Dec. 2013. 173 mais influentes os governos da Rússia, da China e dos Estados Unidos e os respectivos aliados. De acordo com Z. Brzezinski, hoje a geopolítica mudou-se de uma dimensão regional para uma dimensão global, com a prevalência do continente eurasiático, que emergiu como base central para a dominação mundial. Neste cenário os pontos estratégicos geopoliticos, o seja, estados cuja importância é determinada pela posição estratégica dos mesmos, tendo de facto o poder de negar o acesso a importantes áreas o negar o acesso aos recursos a alguns importantes atores, são fundamentais. I.4 Síria, Irã, Ucrânia. O gasdouto Irã-Arménia, que se tornou operativo sob o controle do gigante russo Gazprom em 2007, devia ter no começo, o dobro da capacidade do douto que já existia, tornando o Irã um importante fornecedor de energia para a inteira região do Caucaso e ao mesmo tempo permitindo-lhe exportar energia para os mercados europeus, indo assim em competição com o monopólio russo. É importante portanto para Moscou, manter o status quo e o controle dos gasdoutos armênios. A tentativa iraniana de chegar, de uma maneira independente, aos mercados europeus foi bloqueada, não só por 174 causa das sanções americanas mas também pelos interesses russos. A direta consequência da lei "Renewable Fuel Standard"91, implementada nos Estados Unidos em 2007, foi um aumento dos preços da comida no mundo todo, afetando os mais pobres. Esta foi uma das causas daquela que hoje chama-se de ‘Primavera Árabe’. As legitimas solicitações para condições de vida mais justas, tornaram-se, no caso da Síria, ocasião de luta para a passagem de gasdoutos. Uma batalha e uma completa confusão estão detonando-se sobre o ‘onde’ vão passar estes gasdoutos que vão para a Europa. Se do leste para oeste, do Irã e Iraq até a costa mediterrânea da Síria ou através de um rumo mais ao norte, do Qatar e Arábia Saudita, via Síria até a Turquia. Em 2011, Bashar al-Assad assinou um acordo para a construção de um gasdouto IrãIraque-Síria92 que, da jazida de South Pars chegasse até Damasco. Alguns especialistas acreditam que este projeto seja uma alternativa ao projeto Nabucco93, ligado à União Europeia, que esta paralisado devido a escassez dos recursos energéticos. Os países sunitas consideram este projeto do ponto de vista religioso, sendo este um gasdouto xiita, que parte do xiita Irã 91 ˂ http://www.epa.gov/otaq/fuels/renewablefuels/regulations.htm˃ "Renewable Fuel Standard (RFS)." EPA. Environmental Protection Agency. AcessadoemMaio, 2014. 92 ˂ http://online.wsj.com/news/articles/SB10001424053111903591104576467631289250392˃ Hafidh, Hassan, and Benoit Faucon. "Iraq, Iran, Syria Sign $10 Billion Gas-Pipeline Deal." The Wall Street Journal. Dow Jones & Company, 25 July 2011. AcessadoemJan. 2014. 93 Dempsey, Judy. "EU Natural Gas Pipeline Project Gets First Order." NY Times [NY] 11 June 2008. 175 passando no xiita Iraq ate alcancar a Síria alauita. O drama torna-se maior pelo fato da jazida do South Pars, no golfo Persico, ser compartilhada com o Qatar sunita. O outro gasdouto em discussão levaria o gás do Qatar até a Europa e envolveria também Israel e a Turquia. Considerados os recursos do Golfo Persico, o porte deste gasdouto poderia enfrentar diretamente o South Stream russo94. Este condouto partiria do Qatar, passaria pela Arábia Saudita e pela Jordânia ate chegar a Síria, perto da cidade de Homs. Os aliados do Qatar querem alcançar três objectivos: quebrar o monopólio do gás russo na Europa; livrar a Turquia do gás iraniano; dar a Israel a oportunidade de exportar o próprio gás. Esta luta sangrenta e perigosa já causou mais de 140.000 mortos e mais de seis milhões de refugiados. É claramente um fracasso da mediação e o triunfo da vergonha. Além disso, o aumento do fundamentalismo islâmico e este pandemônio parecido com o do Iraq esta ameaçando a inteira comunidade cristã do Oriente Médio. Papa Francisco no dia três de setembro 201395, durante o G20 em São Petersburgo, enviou uma carta ao presidente Putin, na qual exortou todos os líderes presentes a achar soluções pacíficas e abandonar ideias de intervenções militares. O Papa lançou este apelo, quando o presidente Obama estava recolhendo consensos para uma intervenção militar na Síria. Por isso, mereceria o Prêmio Nobel da 94 ˂ http://en.ria.ru/analysis/20090129/119794780.html˃ Mityayev, Oleg. "South Stream's Russian Gas for Europe", RIANOVOSTI, 29 Gennaio 2009. Acessado em Jan., 2014. 95 "Pope Francis Writes Letter to President Putin of Russia Ahead of G20 Summit." 5 Sept. 2013. 176 Paz. Se o regime sírio sobreviver será em parte graças ao Irã. Se isso acontecer, uma esfera de influência iraniana se espalhara numa vasta área que vai do Afeganistão até Beirute, causando uma substancial mudança no equilíbrio dos poderes no Oriente Médio. A possível mudança do equilíbrio forçaria os Estados Unidos a mudar sua posicao de contraste em relacao ao Irã, fortaleceria o regime iraniano no seu interior e levaria a Arábia Saudita e outros estados do Golfo a serem mais flexíveis as solicitacoes daquele pais. Criando uma esfera de influência coerente, o Irã garantiria também um fornecimento de petróleo estável. Os Estados Unidos poderiam até reconsiderar a própria objeção ao gasdouto Irã-Pakistan96 em favor de uma maior integração regional. Em Ginevra97 no ano passado, os Estados Unidos prometeram tirar as sanções sobre as exportações de petróleo do Irã em troca do bloqueio de alguns programas nucleares. Porem, uma só palavra pode definir o ano 2014: transição. O Pakistan98 decidiu ficar ao lado da Arábia Saudita em relação a questão síria. Este acordo, poderá atrasar o projeto do 96 ˂ http://www.pakistantoday.com.pk/profits-mail/page/5736/˃ Shahid KunwarKhuldune. “Iran-Pakistan Gas Pipeline Tra ersing History”. Pakistan Today. 25 Nov. de 2011. Acessado no dia 12 de Maio 2014. ˂ http://www.washingtonpost.com/world/national-security/kerry-in-geneva-raising-hopes-for-historic-nuclear-deal- 97 with-iran/2013/11/23/53e7bfe6-5430-11e3-9fe0-fd2ca728e67c_story.html˃ Gerean, Anne, and Jo Warrick. “Iran, World Powers Reach Historic Deal”. The Washington Post, 24 Nov. 2013. Acessado no dia 11 de Maio de 2014. 98 ˂ http://www.the-american-interest.com/blog/2014/02/20/pakistan-joins-saudi-arabia-shuns-iran-on-syria-war/˃ " The Feed Pakistan Joins Saudi Ara ia Shuns Iran on Syria War Comments”. The American Interest, 20 Feb. 2014. Acessado no dia 19 de Maio 2014. 177 gasdouto Irã-Pakistan. Uma solução ao problema poderia ser o gasdouto Turkmenistan-Afeganistão- Pakistan-Índia, mas a situação no Afeganistão não parece melhorar , então é inútil contar com a ideia de que um qualquer gasdouto passe por la. De acordo com a ex diretora dos negócios chineses no escritório do secretário da defesa americano, a doutora Christina Lin99, e' importante ter em consideração a estratégia da China em relação ao Afeganistão e ao Pakistan. De fato, a incerteza dos Estados Unidos sobre a própria retirada do Afeganistão e sobre a nova estratégia AfPak do mundo post Bin Laden esta permitindo uma consolidação da posição chinesa. Seja que o Afeganistão fique neutral, seja que fique mais perto da China e dos grupos regionais da Organização para a Cooperação de Changhai, os interesses americanos e da OTAN na região irão ter implicações a longo prazo. A China está intensificando os próprios investimentos nas infraestruturas que conectam AfPak à China, naquele que parece ser um ˂ http://www.isn.ethz.ch/Digital-Library/Publications/Detail/?id=130169˃ Lin, Christina. “China’s Silk Road Strategy in AfPak: The Shangai Cooperation Organization.” Nstitut Fur Strategie-Politik- Sicherheits- Und Wirtschaftsberatung (ISPSW), 19 June 2011. Visitato 12 Maggio 2014. Traduzido por Marina Marino. 99 178 projeto de renascença da antiga Rota da Seda. Embora os chineses tenham boas relações com os talibas, a melhor alavanca da China sobre o Afeganistão é o Pakistao, seu aliado histórico. O Irã também exerce uma grande influência sobre o Afeganistão através das comunidades xiita e outras comunidades de língua dari porque, desde 1979, não quer que seja usado, pelos Estados Unidos, como plataforma para um eventual ataque. Tambem a China compartilha deste medo . O Irã está cercado por tropas americanas do lado ocidental, em Iraq e do lado oriental, em Afeganistão. Neste cenário a decisão americana de Genebra poderia ser uma verdadeira vantagem. Todos eram conscientes, naquela reunião, da importância geográfica e estratégica do Irã. Se as sanções começassem a ser canceladas, o Irã provavelmente tornaria-seia o ponto focal em volta do qual estouraria uma violenta batalha, onde o ocidente deveria competir com as economias emergentes para o desvio dos recursos energéticos do continente Eurasiático em sua própria direção. O projeto Nabucco, que foi suspendido por causa da insuficiência de gás, seria um dos maiores pontos de contraste. O Irã, rico de recursos energéticos, poderia entrar no projeto, mas isso irritaria a Rússia. Todavia o Irã é o principal protagonista do outro projeto, aquele do gasdouto Irã-Iraq-Síria (IIS), o qual transportaria o gás iraniano até o porto de Tartus, onde ha uma base russa. Existe um projeto que prevê que este gasdouto chegue até a Grécia e se junte ao South Stream russo. Se a Grécia se tornasse um anel de conjunção para os dois gasdoutos, o sonho ocidental de transitar gás do Golfo Persa até a Europa sobre uma rota independente de Moscou se cancelaria. 179 Mas, o que aconteceria se o maior centro para o transporte de gás russo para a Europa mudasse a sua esfera de influência ? Mudaria o inteiro cenário. A U.S. Energy Information Administration100 estima que 16% de todo o gás que a Europa consome passa para Ucrânia. O maior gasdouto russo, denominado Bratsvo, passa pela Ucrânia antes de dividir-se em dois braços, um que vai para o norte e outro para o sul. Através do gasdoduto Soyuz, o gás russo chega à Europa central e a Europa do norte, e através do gasoduto Trans-Balkan, que vai para o sul, o gás chega até as nações da área balcânica. A Ucrânia acolheu com favor o lancamento do Nabucco e deveria ter sido o pais a partir do qual começava a criação do espaço energético Cáspio-Mar Negro- Báltico. A mudanca na esfera de influencia da Ucrânia significaria uma outra vitoria estratégica para o ocidente. Significaria principalmente diversificação em termos de segurança energética europeia. Significaria a existencia de uma possibilidade para o petróleo e gás iraniano de ser comercializado na Europa evitando o controle russo. O velho sonho da 100 ˂ http://www.eia.gov/todayinenergy/detail.cfm?id=15411˃ U.S. Energy Information Administration –EIA- Independent Statistics and Analysis. “16% of Natural Gas consumed in europe Flows through kraine“. Acessado no dia 14 de Março de 2014. 180 ferrovia Berlim-Bagdá antes e o plano de Hitler depois, de estabelecer uma linha de comunicação para chegar ao Cáspio e colocar obstáculos a Rússia poderia se tornar realidade apos 100 anos. Significaria, que todos os países que faziam parte da ex União Soviética e entraram na Europa com grande esforço desta, poderiam agora se tornarem parte integrante da Europa não só sob o perfil econômico e político mas também energético. Todavia a partida esta ainda aberta e longe de ser concluida. CAPITULO II II.1 Sistemas de fixação preços do petróleo: posted price, modelo OPEP, formula pricing. No inicio do século XX, o petróleo foi descoberto em Irã, Arábia Saudita, Kuwait e Iraque. Nenhum destes países dispunha de verba, tecnologia ou competências necessárias para extrair ou comercializar o petróleo. Estes países precisavam das competências das companhias internacionais de petróleo (IOCs). A indústria do petróleo era quase inteiramente dominada por sete companhias, cinco das quais eram 181 americanas, uma inglesa e uma anglo-holandesa. Durante os primeiros decénios, estas nações ricas de petróleo estavam satisfeitas com os contratos de concessão (apesar de serem contratos de longuissimo prazo que envolviam áreas enormes), porque os mesmos aportavam-lhes um fluxo de dinheiro nunca visto antecedentemente. Infelizmente para as companhias internacionais de petróleo estas condições favoráveis não teriam durado muito. O primeiro país que começou agir foi o Venezuela, que aprovou uma lei, em 1943, segundo a qual as royalties e as taxas pagas pelas companhias petrolíferas foram aumentadas até 50% do total dos proveitos. Os países produtores, com a subida dos preços do petróleo, queriam maior participação nos lucros que os próprios recursos proporcionavam. Foi entao que a ideia da nacionalização dos pocos de petroleo passou a ser defendida no parlamento iraniano e no mundo árabe. Teve, entao, inocio um processo de confisco das operações de produção e da propriedade particular que tinha como objectivo fazer com que os maiores lucros provenientes da extracao do petróleo na regiao favorecesse maiormente os governos dos países produtores. Em 1951, Ali Razmara, grande opositor da nacionalização foi assassinado e Mohammad Mossadegh subiu ao poder caçando o Xá e passando uma lei para a nacionalização dos recursos. A falta de acordos com os ingleses e americanos fez suspender as exportações de petróleo. Dois anos sem proveitos do petróleo, levaram o país a sentir os efeitos. Mossadegh perdeu o consenso da populacao e um golpe militar, em 1953, colocou novamente o Xá de novo no poder e o petróleo nas mãos das IOCs. Com a revolução iraniana de 1979, os 182 recursos iranianos foram novamente nacionalizados. No meio da explosão do nacionalismo árabe, um genial empresário italiano, Enrico Mattei presidente da ENI (companhia petrolífera italiana), fechou um acordo com o presidente egípcio Nasser, irritando aquelas que ele mesmo havia chamado de ‘As Sete Irmãs’. O acordo estabeleceu a participação direta e a paridade no poder decisório dos países produtores de petróleo através da constituição de sociedades mistas. Com esta nova fórmula, conhecida como "fórmula Mattei", três anos depois a ENI fechava um contrato revolucionário 75%25% com o Xá da Pérsia. A OPEP nasceu com o mesmo objectivo das IOCs: controlar os preços e o mercado do petróleo. Em setembro de 1960, a organização dos países produtores de petróleo reuniram-se pela primeira vez. Em outubro 1973 a OPEP declarou um embargo petrolífero em resposta a ajuda americana e europeia oferecida a Israel. Embora o embargo tenha durado só um ano, durante aquele período o preço do petróleo aumentou de quatro vezes e as nações da OPEP tinham descoberto que o petróleo poderia ser usado também como arma política e econômica contra as outras nações. Todavia, a era da OPEP não durou muito. Conflitos econômicos e políticos entre os estados membros impediram a concretização de objectivos comuns. Em meados dos anos oitenta, a demanda do petróleo caiu, devido a recessão mundial. A descoberta de novas jazidas em países que não faziam parte da OPEP, significaou que enormes quantidades de petróleo entravam nos mercados internacionais sem o controle da organização. Estes produtores estabeleciam 183 os preços tendo em conta a demanda do mercado e portanto eram mais competitivos. Nos anos oitenta a OPEP não conseguia mais gerir o difícil equilíbrio entre o preço, o fornecimento e a demanda e em 1986 o preço do bruto caiu. Desde então os mercados passaram a decidir os preços. As inovações tecnológicas e electrónicas revolucionaram este mercado consentindo intercâmbios durante a noite e o dia em qualquer parte do mundo. A entrega física do petróleo é organizada através dos spot market (à vista) e através de contratos. Os preços são estabelecidos através da 'fórmula pricing', que relaciona o preço de uma carga com contrato a longo prazo com o preço do ‘spot market’. Os parametros de referencia do 'fórmula pricing' sao o West Texas Intermediate, ASCI ( Argus Sour Crude Index), Dated Brent e Dubai. Estes preços são indicativos e estimados, e são avaliados por agências especializadas como a Platt e a Argus101. ˂Http://www.seec.surrey.ac.uk/Events/EventDocuments/Presentation-BassamFattouh.pdf. ˃ Fattouh, Bassam. "The Crude Oil Pricing System." Oxford Institute for Energy Studies, 29 Mar. 2011. Acessado no dia 19 de Maio 2014. 101 184 II.2 O preço do gás. O consumo de gás natural cresceu rapidamente nos últimos trinta anos, um aumento devido a industrialização de novos mercados como o da Asia, do Oriente Médio e da América Latina. O sistema dominante da fixação do preço do gás baseia-se numa fórmula que estabelece a indexação do preço do gás tomando como referência o preco do petróleo. Este sistema nasceu na Europa e espalhou-se na Asia. De acordo com Anthony J. Melling, especialista no setor do gás, um mecanismo em contraste com o da indexação, baseado nos hubs e nos mercados livres desenvolveu-se nós Estados Unidos e entrou na Europa através da Inglaterra em 1990. Em 1998, o network inglês conectouse ao da Bélgica, desenvolvendo o mercado das commodity na Europa continental. O mercado europeu do gás dividiu-se em dois. De uma parte o sistema da indexação que domina a parte continental e, de outra, o sistema 185 competitivo dos preços hub na Europa ocidental do norte. A Europa é então, o campo de batalha entre estes dois sistemas e as implicações vão além dos confines europeus. Se o modelo ‘spot market’ vigorasse na Europa, a Asia se tornaria a única fortaleza do sistema de indexação, tornando o sistema insustentável. Por outro lado, se o sistema da indexação ganhasse, haveria a possibilidade que o ‘spot market’ nos Estados Unidos seria influenciado por este modelo. Embora os êxitos sejam incertos, as apostas são altas. Qualquer modificação dos contratos existentes afetaria diretamente os exportadores que dependem dos proveitos do gás e entre eles estão : Rússia, Argelia, Indonésia e Malásia. Estas mudanças afetarão o tema da segurança energética e a sustentabilidade dos futuros fornecimentos, além da competitividade da indústria e da potencialidade de alcançar objectivos ambientais globais. Hoje o sistema liberalizado de spot market está espalhando-se em todas as direções, tornando as condições mais favoráveis na área do mediterrâneo. 186 II.3 A Revolução do shale gas e o acordo de livre comércio entre os Estados Unidos e a Europa. Em 2012, a produção do gás natural nos Estados Unidos bateu um recorde absoluto. A combinação de furos direcionais e fracturamento hidráulico ou fracking102, permitiu extrair gás natural das jazidas de xisto betuminoso, operação até então impossível devido aos custos. Embora os efeitos do fracking no meio ambiente estejam sob duro debate, os efeitos econômicos são incontestáveis. Só poucos anos atrás os Estados Unidos estavam para se tornar grandes importadores de GNL (Gas Natural 102 ˂ http://www.nytimes.com/news/the-lives-they-lived/2013/12/21/george-mitchell/˃ Gertner, Jon. "George Mitchell, Father of Fracking." The New York Times, 21 Dec. 2013. Acessado no dia 19 de Maio2014. 187 Liquefeito), esta inversão de tendência abriu o caminho para a independência energética do pais, mudando completamente todo o cenário político. As exportações de GNL ajudarão os Estados Unidos a livrar a Europa e a Asia do jogo político dos países produtores. De acordo com a lei 'Natural Gas Act'103 que entrou em vigor em 1938, a exportação de gás é ilegal sem a aprovação do secretário da energia. De acordo com a lei 'Energy Policy Act'104 de 1992, a exportação de GNL para os países com os quais os Estados Unidos assinaram um acordo de livre comércio deve ser de acordo com o interesse público. O Departamento da Energia avalia o interesse público tendo em consideração o impacto das exportações sobre os preços nacionais, mas leva em consideração também os fatores ambientais, o comércio internacional e a segurança nacional. Ambas as partes políticas estão apoiando as exportações de GNL para países que não assinaram um acordo de livre comércio (non- 103 ˂http://www.law.cornell.edu/uscode/text/15/717b˃ "15 U.S. Code § 717b - Exportation or Importation of Natural Gas; LNG Terminals." Acessado no dia 19 de Maio 2014. 104 ˂http://energy.gov/fe/articles/doe-s-program-regulating-liquefied-natural-gas-export-applications˃ "DOE's Program Regulating Liquefied Natural Gas Export Applications." Acessado no dia 19 de Maio2014. 188 FTA countries). A ‘Expedited LNG for American Allies Act’ de 2013105 faz referencia aos países da OTAN e ao Japão para as exportações de gás natural. Esta proposta de lei está sendo avaliada. Muitos países da Europa não tem um acordo de livre comércio com os Estados Unidos, dai a importância do acordo de livre comércio entre a UE e os EUA. Todavia, uma área do tratado esta levantando o interesse público. Em uma carta endereçada aos chefes das delegações europeias e americanas que estão cuidando do tratado, um grupo de organizações não governamentais avançaram a suspeita que o ISDS (Investor to State Dispute Settlement) forçaria os governos a indemnizar as multinacionais em caso da implementação de políticas públicas ou ações de governo. As específicas disposições do ISDS elevam os investidores ao status de estados soberanos, limitando os poderes dos mesmos. Estas limitações poderiam também afectar negativamente as políticas ambientais e climáticas. De modo geral as posições são duas: de um lado as multinacionais que promovem a criação de aparados legais adjuntos, visando proteger os próprios interesses econômicos, de outro os grupos ambientalistas que 105 ˂ https://www.govtrack.us/congress/bills/113/hr580/text˃ "H.R. 580: Expedited LNG for American Allies Act of 2013." Acessado no dia 19 de Maio 2014. 189 querem usar a estrutura do estado para proteger o meio ambiente. O testo do tratado de livre comércio será terminado ate o final de 2015. CAPITULO III III.1 “Lingua e Poder”. A importancia da mediação e do mediador linguistico. Nos séculos passados da história mais recente, a difusão de uma cultura sempre esteve correlacionada com outros fatores como a descoberta de novas tecnologias e a difusão de uma língua. Portanto, a língua veiculou a cultura de um império para outro, mediou comércios e fundou impérios milenários. Como já foi mencionado neste trabalho, uma descoberta como a do uso da estrela polar levou os fenícios a seguir as rotas norte-sul com a consequente ampliação dos comércios. Por isso, foi necessário estabelecer um códigolíngua comum capaz de mediar entre as diferentes colônias. Ao longo dos séculos a língua foi sempre um meio imprescindível de hegemonia e mediação. O alfabeto fenício não continha vogais; foram os gregos quem as 190 introduziu. Durante o período helenístico a κοινὴ διάλεκτος ou língua comum, acompanha a expansão da civilização grega com Alexandre Magno. O grego torna-sea língua franca do imp rio. A κοινὴ e o sentimento de pertencer a um mundo que ia além das fronteiras do mediterrâneo (a ideia do cosmopolitismo), proporcionaram a expansão e a hegemonia da cultura, da arte e da literatura grega do mar Adriático até a Índia. Com a batalha de Pidna em 148 a.C., a Grécia torna-se província romana e através do Círculo dos Scipionis, o pragmatismo romano afinou-se com a cultura grega. O latim torna-se a língua franca nos tempos de Roma antiga. Com a queda do império romano e o nascimento de outras potências e línguas, uma nova língua franca surgiu. O Mar Mediterrâneo, berço das civilizações e desde sempre mediador de ideias, culturas e mercadorias torna-se portador desta nova língua, o Sabir. Somente falada e não escrita, o idioma desenvolveu-se na idade média e foi utilizado até o século XIX. Era falado nos navios, nos portos e nos mercados. A abertura do comércio com as Índias decretaram o fim desta língua. A segunda guerra mundial abre as portas ao século americano e ao inglês como língua franca. Mas a história continua e outras línguas poderão dominar no futuro. Por isso, muitas nações buscam promover e divulgar suas línguas, porque língua significa poder. Neste propósito é interessante por a atenção na estratégia da China em relação aos países de língua portuguesa. A estratégia chinesa é a estratégia de uma potência emergente e não de potência já afirmada a qual impõe a sua língua. Em 1999, o último governador de Macau, o general Rocha Vieira, quis deixar uma ligação com aquela pequena mas 191 influente comunidade latina de Macau, ao fim de preservar a língua e a cultura portuguesa, lançando a ideia do Fórum de Macau106. Quatro anos depois os chineses fundaram o Fórum de cooperação econômica e comercial entre a China e os países de língua portuguesa. Com um pequeno investimento estratégico a China tornou-se primeiro sócio comercial do Brasil, o primeiro sócio da Angola e o terceiro do Moçambique. Aliás, e' suficiente ter em consideração que a comunidade lusófona é presente em quatro continentes e conta com mais de 250 milhões de pessoas. Neste sentido sempre haverá necessidade de mediadores linguísticos. Como enfrenta o mediador linguístico a aventura nos mares da mediação em campo energético, quais as suas dificuldades e quais as habilidades demandadas? Os aspectos históricos, econômicos e geo-políticos abordados nos capítulos antecedentes são uma base essencial ao conseguimento de uma boa mediação linguística neste setor. Porém, mesmo em presença de uma boa preparação, erros ocorrem frequentemente. Devido ao jeito com o que enfrenta-se a tradução ou ao prazo da entrega. As vezes, até a procura meticulosa de um termo poderia tirar o tradutor fora do foco, com óbvias consequências quais: 106 ˂Https://www.hsdl.org/? iew&did=725996.˃Da Silva Horta, Maubere. "CHINA’S RELATIONS WITH PORTUGUESE-SPEAKING COUNTRIES: A GROWING BUT UNNOTICED RELATION." Naval Postgraduate School, Sept. 2012. Acessado no dia 19 de Maio 2014. 192 ignorar completamente o contexto ou uma má interpretação. Além disso, por quanto pode parecer ilógico, não é suficiente possuir uma consolidada experiência em um específico setor para alcançar uma boa mediação. Em poucas palavras, uma pessoa muito competente no campo técnico, não o seria no campo da tradução, porque focalizado demais na categorizarão. Os mediadores linguísticos devem possuir muitas habilidades analíticas e capacidades de contextualizacão, memorização e localização. O mediador linguístico portanto poderia similarmente ser comparado ao 'vir bonus dicendi peritus' de Cicerone. Onde bonus deve intender-se como qualidade de estreitar relações, capacidade de compreensão das diferentes culturas, capacidade de colher o quid que pode ser a ligação entre mundos diferentes; e peritus dicendi deve intender-se como a propriedade de linguagem nas suas multíplices variações, que um bom mediador sabe colher para o conseguimento de uma boa mediação. Bonus deve intender-se também como a qualidade do mediador de anular as próprias opiniões, ideias e convenções ao fim de não pecar de intolerância ou de incompreensão, porque a sua tarefa não pode de jeito nenhum levar ao não-diálogo. O mediador escuta, acolhe, junta e elabora em base as circunstâncias e aos interlocutores, quanto está sendo presenteado. Deve ser uma pessoa muito esperta para entender não só o problema de ordem prático ou econômico, mas de intuir a psicologia dos interlocutores. No final, o mediador é um grande conhecedor do ser humano. De facto é só graças a sensibilidade no uso da palavra, aquela inata capacidade de provocar uma metanoieia, a intonação e ao pathos com o qual 193 transmitam-se as informações, a grande capacidade de entender o aonde, o quando, o como, o quem e o porquê elaborando tudo em pouco tempo que consegue-se uma mediação de sucesso. Neste ponto, nenhum computador poderá nunca substituir o homem. Porque o quid que faz a diferença, é o nosso mesmo ser humanos, inteligência variável e não ciência exata. Neste sentido, o próximo século vai ainda precisar de mediadores. A indústria do petróleo e do gás está em continua evolução tecnológica. Além disso, sendo uma das maiores indústrias mundiais, as operações são conduzidas em larga escala e os efeitos, como vimos nos capítulos antecedentes, envolvem diferentes aspectos de um cenário. Por isso, o setor petrolífero constitui para os mediadores linguísticos um estimulante desafio a própria curiosidade e um interessante campo de trabalho. CONCLUSÕES Temos aprendido como o petróleo foi, e continuará a ser o rei indiscutível das fontes energéticas. Embora abriu-se o caminho para o gás de xisto betuminoso e outras fontes energéticas alternativas, uma sociedade livre das fontes fósseis ainda está longe de ser alcançada. O desastre de Fukushima e os consequentes encerramentos das centrais nucleares na Alemanha e no Japão, puseram um outro sério desafio no campo das fontes energéticas. Apesar dos esforços da Alemanha em direção das fontes energéticas 194 renováveis, estas estão ainda longe de alcançar a eficiência e de satisfazer a demanda mundial de energia. O crescimento demográfico e o percurso de industrialização de muitos países emergentes fizeram com que aqueles recursos, outrora destinados a somente uma parte do mundo, fossem hoje distribuídos em várias partes desse mesmo mundo. Consequentemente, o período em que não haverá mais guerras por causa dos recursos, sejam eles combustíveis fósseis ou minerais, como o coltan ou a água, ainda está longe de ser visto. A realidade nos fala de conflitos cada vez mais sangrentos. Conflitos que se combaterão com diferentes modalidades. Os negócios irão seguir sobretudo em tempos de guerra e as potências ocuparão todas as posições no xadrez mundial para conseguir uma melhor posição. Um xadrez este que põe em jogo o setor das tecnologias, o setor espacial e aquele das informações, o setor financeiro, bem como aquele comercial. Parece um sistema complicadíssimo, mas na realidade é um sistema que se move com lógicas pre-históricas, portanto previsível e elementar. De qualquer forma, o mecanismo dominante permanece aquele de 'criar um problema' para 'resolver o problema'. As armas atômicas, demonstraram ao mundo todo a própria potência destrutiva, sessenta anos atrás. A evolução tecnológica segue adiante e é difícil até imaginar a qual potência destrutiva estas armas chegaram. Enfim, as armas nucleares funcionaram como impedimento de um sério conflito mundial. Portanto, as guerras no campo continuarão a ser combatidas em pequenos cenários, nas periferias das grandes potências, em países em 195 desenvolvimento. Em países onde, a história não é a história de 2014. De fato, é muito importante ter em consideração o momento histórico no qual se encontra um determinado país. Estas guerras serão combatidas com armas convencionais e servirão principalmente para esvaziar os arsenais, ajudar a indústria bélica assim como a economia mundial. No campo serão sempre mais usadas operações especiais e tecnologias avançadas como a dos drones. No campo será fundamental a logística estratégica militar. Mas a verdadeira rainha do xadrez é e será a guerra informátiva. 196 لقد اعتدنا سماع كلمة "بترول" بشكل يومي في األخبار ،و من السهل معرفة السبب يكفي ان نذكر المنتجات الرئيسية الناتجة عن تصفية النفط مثل األسفلتوالديزلوزيتالوقودوالبنزينووقودالطائراتوالكيروسينوالغا زالطبيعيالمسال،البارافين،القطران،والبتروكيماويات، كذلكهناكأكثرمن 0666منتج يشتق منمنالنفاياتوالمنتجاتالثانويةمنالنفطالخام،مثالألسمدة،مشمعوالع طوروالمبيداتالحشريةوالصابونوكبسوالتلتعبئة الفيتامينات. فيالواقع ،كل برميل بسعة 24غالونمنالنفطالخام ينتج 4..2 غالونمنالبنزين ما تبقى يستخدم لصناعة الحبر أقمشة المالبس و الهواتف و النظارات الشمسية كذلك صبغات الشعر و العدسات الالصقة و األدوية كاألسبرين و األنتهستامين إلضاف إلى الثالجات،وصناعةاألسنان،وموادالتخدير،وصماماتالقلب عمليا ً تدخلبكالألعمااللتجارية،فضالعنغالبيةالمنتجاتالصيدالنيةاقتصا دناالعالمييعتمدعلىالنفطو المحروقات األخرى .لقد أقمنا حضارةبأكملهاعلى مخزونالفحم و الذي يعود إلى العصرالكربوني. 197 يغطيالفصالألول قصة تاريخالقرنالماضي ،و هي قصةمرتبطة من دون أي شكبالنفط .فيالوقت ذاته،نحاول في هذا الفصإلبرازأهمية إنشاء خطوط للتواصل علىمرالقرون .و في النهاية نحاول تفسيرالسيناريوالحاليالصعب المتعلق بكل من سورياوإيرانوأوكرانيا. أما في الفصاللثاني فسنشرح طريقةعملنظام العالمي لتسعيرالنفط،منعهداألخواتالسبعإلى نظاميعتمد على السوقالحرة .من ثم نضع النقاط على الحروفثورةالغازالصخريوأهميةاتفاقيةالتجارةالحرةبينالوالياتال متحدةوأوروبا. و في الفصل الثالث نقدمأهميةالوساطةاللغويةلننهي هذا البحث باستعراض صفاتودورالوسيطالثقافيالذي يختبر مياه الترجمةفيمجااللطاقة. 198 BIBLIOGRAPHY Brzezinski, Zbigniew. 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