La Mediazione al Tempo del Petrolio

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La Mediazione al Tempo del Petrolio
SCUOLA SUPERIORE PER MEDIATORI LINGUISTICI
(Decreto Ministero dell’Università 31/07/2003)
Via P. S. Mancini, 2 – 00196 - Roma
TESI DI DIPLOMA
DI
MEDIATORE LINGUISTICO
(Curriculum Interprete e Traduttore)
Equipollente ai Diplomi di Laurea rilasciati dalle Università al termine dei Corsi afferenti alla
classe delle
LAUREE UNIVERSITARIE
IN
SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA
La Mediazione al Tempo del Petrolio
RELATORI:
Prof.ssa Adriana Bisirri
CORRELATORI:
Prof.Marco Provvidera
Prof.ssa Paula Queiroz
Prof.ssa Claudia Piemonte
CANDIDATA: Marina Marino
ANNO ACCADEMICO 2013/2014
Eppur si muove!
La Mediazione al Tempo del Petrolio
INDICE:
INTRODUZIONE.......................................................................................1
CAPITOLO I
I.1. Breve storia del petrolio ............................................................................. 10
I.2 Mar Caspio, il Grande Gioco ...................................................................... 15
I.3 Oleodotti - Gasdotti..................................................................................... 29
I.4 Siria, Iran, Ucraina ...................................................................................... 42
CAPITOLO II
II.1 Sistemi di fissazione prezzi del petrolio: posted price, modello OPEC, sistema
legato al mercato e la formula pricing........................................................................... 62
II.2 Il prezzo del gas naturale ........................................................................... 78
II.3 La rivoluzione dello shale gas (gas da scisti bituminosi) e l’accordo di libero
scambio USA-UE .......................................................................................................... 81
CAPITOLO III
III.1 “Lingua e Potere”, l’importanza della mediazione e del mediatore linguistico.
....................................................................................................................................... 92
III.3 Glossario termini industria del petrolio : EN-ITA-PT-AR..................... 101
Abbreviazioni: ................................................................................................ 105
CONCLUSIONI .......................................................................................109
CONTENTS:
FOREWORD………………………………………………………........113
SECTION I
I.1 Brief history of oil……………………………………….115
I.2 Caspian Sea, the great game…………………………...117
I.3 Pipelines........................................................................... 124
I.4 Syria, Iran, Ukraine........................................................... 131
SECTION II
II.1 Posted price, OPEC administrated price system, market-related
system and formula pricing................................................................. 142
II.2 Natural gas pricing .......................................................... 146
II.3 Shale gas revolution and US-EU free trade agreement ... 148
SECTION III
III.1 “Language and Power”, the importance of language mediation
and mediator. ...................................................................................... 153
CONCLUSIONS…………………………………………………...........159
Sumário:
INTRODUÇÃO........................................................................................162
CAPITULO I ........................................................................................... 164
I.1 Breve história do petróleo ................................................................... 164
I.2 Mar Cáspio, o Grande Jogo...................................................................166
I.3 Oleodutos-Gasdutos............................................................................ 170
I.4 Síria, Irã, Ucrânia................................................................................ 174
CAPITULO II
II.1 Sistemas de fixação preços do petróleo: posted price, modelo OPEP,
formula pricing ................................................................................................... 181
II.2 O preço do gás .................................................................................. 185
II.3 A Revolução do shale gas e o acordo de livre comércio entre os Estados
Unidos e a Europa .............................................................................................. 187
CAPITULO III
III.1 “Lingua e Poder”. A importancia da mediação e do mediador linguistico
.................................................................................................................190
CONCLUSÕES ....................................................................................... 194
BIBLIOGRAPHY …………………………………………199
WEBOGRAPHY ……………………………………………. 201
INTRODUZIONE
Siamo abituati a usare o ad ascoltare la parola “petrolio” dalle
notizie, in pratica tutti i giorni ed è facile capirne il perché. Basti
citare i maggiori prodotti della raffinazione come: asfalto, diesel, oli
combustibili, benzina, combustibili per aviogetti, cherosene, gas
naturale liquefatto, paraffina, catrame, prodotti petrolchimici. Poi vi
sono più di 6000 prodotti derivanti dagli scarti dei sottoprodotti del
greggio, come: fertilizzanti, linoleum, profumi, insetticidi, saponi e
capsule per vitamine. Infatti, un barile di 42 galloni di greggio
produce 19,4 galloni di benzina. Il resto è usato per la produzione di:
inchiostro, vestiti, telefoni, occhiali da sole, tinte per capelli, lenti a
contatto, aspirine, antistaminici, frigoriferi, dentiere, anestetici,
valvole cardiache. In pratica ogni attività commerciale, come anche
la maggior parte dei prodotti farmaceutici nella nostra economia
globale, dipende dal greggio e altri combustibili fossili. Anche i
nostri vestiti, per la maggior parte, sono prodotti con fibre sintetiche
derivanti dal greggio come anche i trasporti, l’energia, il
riscaldamento e la luce, dipendono tutti dai combustibili fossili.
Abbiamo costruito un’intera civilizzazione sui riesumati depositi di
carbone del periodo Carbonifero.
8
Il primo capitolo abbraccia la storia del secolo passato. Una
storia senza dubbio legata al petrolio. Allo stesso tempo, questo
capitolo vuole mostrare l’importanza, lungo i secoli, di stabilire delle
linee di comunicazione. Questo capitolo termina tentando di
interpretare il difficile e attuale scenario riguardante la Siria, l’Iran e
l’Ucraina.
Il secondo capitolo spiega il modus operandi del sistema di
fissazione dei prezzi del petrolio, dall’era delle Sette Sorelle a un
sistema legato al libero mercato. Poi, pone l’accento sulla
rivoluzione del gas da scisti bituminosi e l’importanza dell’accordo
di libero scambio tra gli Stati Uniti e l’Europa.
Il terzo capitolo introduce l’importanza della mediazione
linguistica per poi terminare descrivendo le qualità proprie e il ruolo
del mediatore linguistico che si avventura per i mari della traduzione
nel campo delle energie.
9
Figura1:Rand McNally World Classic Map.
CAPITOLO I
I.1. Breve storia del petrolio
La storia del ventesimo secolo e l’inizio del ventunesimo, è la
storia del petrolio, al quale è indissolubilmente legata. Questo è il
punto focale su cui si fondano le attuali relazioni internazionali e
l’equilibrio delle potenze.
10
Intorno al 1000 a.C. un pastore di capre in Grecia s’imbatte’ in
quello che sembrava un ruscello in fiamme in cima al Monte
Parnaso. Era una fiamma che usciva da una fenditura nella roccia.
Molto probabilmente una scintilla aveva acceso il gas naturale.
Gli antichi greci, credendo che quella fiamma avesse origini
divine, ivi fondarono un tempio. Il tempio ospitava una sacerdotessa,
conosciuta con il nome di ‘Oracolo di Delfi’ la quale vaticinava
profezie ispirate dalle fiamme guizzanti. Solo nel 500 d.C. quel gas
naturale diventa una merce di scambio. Nel 400 a.C. Erodoto
descrisse dei pozzi di petrolio vicino a Babilonia e nel 324 a.C.
Alessandro Magno usò torce impregnate di petrolio e infuocate per
spaventare i propri nemici.
I cinesi cercarono di trovare da dove venisse quel gas naturale
da circa duemila anni. I cinesi di Sichuan, una provincia nel centro
sud della Cina, scavarono e perforarono il terreno per sfruttare le
falde acquifere salmastre, che erano ciò che rimaneva di un antico
mare interno. Bollivano quest’acqua salmastra per ricavarne cristalli
di cloruro di sodio o più comunemente chiamato sale. All’epoca il
sale era fondamentale per la conservazione e il condimento dei cibi
tanto che intere civilizzazioni fiorirono e terminarono in base al suo
commercio. Sembra che la storia sia andata cosi: un giorno un
fulmine colpi uno dei pozzi e un’immediata colonna di fuoco di
11
decine di metri s’innalzò in aria. Gli abitanti del posto chiamarono il
fenomeno “ i pozzi di fuoco”. Al momento non potevano sapere, ma
avevano scoperto che il gas naturale spesso è associato alle risorse di
sale. Sebbene la maggior parte del gas fosse usata per la produzione
di sale, ci sono prove che indicano il fluire del gas naturale verso la
capitale Pechino per l’illuminazione notturna. A quel tempo i cinesi
costruirono dei gasdotti in bamboo, molto prima della Pennsylvania
del diciannovesimo secolo.
Nel diciannovesimo secolo l’industria baleniera era uno dei
commerci più proficui in America. Centinaia di navi lasciavano i
porti, specialmente quelli del New England, per girare il mondo e
portare indietro l’olio di balena e altri prodotti ricavati da essa.
Mentre le navi americane ne crearono un’industria molto
organizzata, la caccia alla balena risale al periodo Neolitico, migliaia
di anni fa. L’olio ottenuto dal grasso di balena è stato usato a lungo
per l’illuminazione e per la lubrificazione, mentre le ossa erano usate
per fare diversi utensili. Quasi alla fine del 1700 quest’olio era usato
per la produzione di candele, le cui principali caratteristiche erano di
non fare fumo ed essere inodori. Erano, a ragione, considerate le
migliori candele mai prodotte. L’olio ottenuto dalle balene usato per
la lubrificazione di macchinari in un certo senso ha reso possibile la
Rivoluzione Industriale. I balenieri sono stati i primi sceicchi del
nuovo mondo. L’olio di balena era molto costoso ed era venduto a
12
circa due dollari al gallone, l’equivalente di duecento dollari al
gallone dei giorni nostri. L’età dell’oro delle baleniere americane
arrivò fino al 1850, quando furono scoperti i pozzi petroliferi. Infatti,
con l’olio estratto direttamente dalla terra e raffinato per ottenerne il
kerosene, l’era delle grandi navi baleniere era terminata.
L’industria petrolifera fu inaugurata nel 1859. Si potrebbe
pensare,che ci sia stata una competizione tra i due oli agli inizi del
1860,
ma
non
vi
fu
nessuna
battaglia
per
il
mercato
americano,perché la Guerra Civile, iniziata nell’aprile del 1861,
aveva costretto le flotte di baleniere a restare nei porti del New
England.
Il kerosene, ottenuto dal petrolio, a mano a mano sostituì l’olio
di balena; essendo più a buon mercato, era molto richiesto in
America settentrionale e in seguito in Europa e in altre parti del
mondo.
Nel 1885-86 Gottlieb Daimler e Karl Benz inventarono dei
veicoli a benzina di grande successo e praticità; questi motori
inaugurarono l’era delle moderne automobili. Oggi milioni e milioni
di automobili affollano le strade del mondo.
All’inizio del ventesimo secolo l’ammiraglio John Fisher, il
comandante della Royal Navy dal 1904 al 1910, amico e consigliere
13
di Churchill, promosse il passaggio della flotta britannica dal
carbone al petrolio. Quella inglese, era la maggiore flotta al mondo
del diciannovesimo secolo. Il petrolio offriva molti vantaggi: avendo
il doppio delle calorie rispetto al carbone significava che i serbatoi
potevano essere più piccoli e che le navi potevano viaggiare il
doppio, significava maggiore velocità e inoltre il rifornimento a mare
sarebbe stato possibile. L’Accademia Militare britannica fu
interpellata per stabilire quale velocità servisse alla divisione veloce
per sconfiggere strategicamente la flotta tedesca. La risposta fu
venticinque nodi, o almeno cinque nodi sopra la velocità massima
possibile a quel tempo. Churchill aveva deciso: “Non possiamo
avere la potenza necessaria a far arrivare le navi a venticinque nodi
se non con l’uso del petrolio”. L’importante passaggio al petrolio fu
completato alla fine della prima guerra mondiale.
Da questo punto in avanti, considerata la fondamentale
importanza
del
petrolio
come
combustibile
della
seconda
Rivoluzione Industriale e come maggiore perno su cui si fonda e si
relaziona la nostra società, le risorse di petrolio e gas, vale a dire la
sicurezza energetica è diventata una questione di sicurezza
nazionale.
14
Figura 2: Mappa geografica del Mar Caspio.
I.2Mar Caspio, il Grande Gioco
Nel tredicesimo secolo, Marco Polo, mentre viaggiava verso la
città di Baku (Azerbaijan), osservò come i pozzi petroliferi fossero
scavati a mano e come fosse usato anche il gas naturale.
15
Baku si trova sulla costa occidentale del Mar Caspio, il più
grande bacino d’acqua chiuso al mondo, cui convergono molti
scarichi, ma da cui non refluisce nulla. E’risaputa la ricchezza delle
risorse energetiche del Mar Caspio. Il petrolio nella regione di Baku
non aveva sbocchi a mare e per secoli, sin dal 700 a.C., quest’utile
prodotto fu trasportato da Baku verso l’Iran, l’Iraq e l’India. Nel
diciassettesimo secolo era trasportato con
otri su dei carretti a
quattro ruote trainati da cammelli fino all’imbarco a mare.
Tutto rimase così fino a quando non arrivarono i capitali esteri
a Baku con l’arrivo dei Nobel. Famiglia famosa per il premio Nobel
ma anche perché inventrice della dinamite, era emigrata dalla Svezia
in Russia diventando uno dei maggiori mercanti d’armi. Robert
Nobel era stato inviato dal fratello maggiore, Ludwig, a Baku in
Azerbaijan, per acquistare delle foreste di nocciolo da cui ricavarne
legno utile per la fabbricazione di fucili. Robert Nobel non trovò
nessun albero. Infatti, non vi è alcuna vegetazione a Baku, essendo
estremamente secco e battuto dal vento. Robert Nobel dichiarò di
essere rimasto stupefatto da quello che era il più grande boom nella
storia del petrolio:per caso, era andato lì per comprare del legno e
decise su due piedi che i pozzi erano notevolmente più proficui del
legno. Così iniziarono a investire a Baku. Durante gli anni successivi
i fratelli Nobel investirono fortune in questa città, costruendo
raffinerie per la trasformazione del petrolio in kerosene.
16
La domanda di questo combustibile era ormai insaziabile.
Intorno al 1880, i Nobel erano i primi produttori di petrolio a Baku.
E intorno al 1900, solo venti anni dopo, Baku produceva metà del
petrolio mondiale. Ludwig Nobel diventò il “re di Baku” anche
perché seppe come distribuirlo.
La soluzione geniale era stata quella di pompare il petrolio
direttamente nello scafo di una nave che era stata progettata
appositamente per la navigazione sul Volga. Oggi le navi petroliere
sono i mezzi in movimento più grandi mai costruiti. Il trasporto su
navi,è stato ed è ancora, parte integrante dello sviluppo dell’industria
del petrolio. La prima nave, “Zoroaster”, fu varata nel 1878 a Baku.
Figura 3: “Zoroaster”, la prima petroliera.
17
Tra il 1910 e il 1914 vi erano solo tre compagnie petrolifere
occidentali, la Standard Oil americana (con le sue mini Standard Oil,
dopo il frazionamento del 1911 dovuto alla nuova legge
sull’antitrust),
la
compagnia
British-Persian
Petroleum
che
controllava i vasti giacimenti della Persia (oggi Iran) fino quasi al
sud della Russia e la Royal Dutch Shell che controllava i vasti
giacimenti delle Indie Occidentali in Indonesia e Sud-est asiatico.
Come ci è stato insegnato a scuola, la scintilla che ha fatto
scoppiare la prima guerra mondiale era stata l’uccisione il 28 giugno
dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria da parte di un
nazionalista iugoslavo a Sarajevo. Nonostante le scarse prove,
Austria e Ungheria accusarono il governo della Serbia. Ne seguì una
crisi diplomatica. Quando Austria e Ungheria lanciarono un
ultimatum al Regno di Serbia (The Guardians of the Gate), furono
invocate le alleanze internazionali formatesi nei decenni precedenti.
In poche settimane, le maggiori potenze dell’epoca erano entrate in
guerra e il conflitto rapidamente dilagò in tutto il mondo.
Vi erano molte cause di contrasto tra la Germania e
l’Inghilterra, tra cui lo sforzo da parte della Germania di rivaleggiare
con la potenza marittima inglese. Infatti,trasporto marittimo,
assicurazioni e attività bancarie avevano reso Londra
18
Figura 4: Ferrovia Berlino-Baghdad
la capitale finanziaria al centro del mondo. Secondo Morris
Jatrow1 (orientalista americano e bibliotecario) come riportato nel
suo testo ‘La guerra e la ferrovia Berlino – Baghdad’, la ferrovia
avrebbe avvicinato le nazioni, favorendone l’interscambio d’idee e
merce, è stata la causa primaria di contrasto, che ha portato poi la
Germania e l’Inghilterra alla distruzione reciproca. Le ferrovie erano
fondamentali a quel tempo, basti pensare che la parte occidentale
Morris Jastrow, “The War and the Bagdad Railway, the history of Asia Minor and its relation to the present conflict”,
PHILADELPHIA AND LONDON J.B. LIPPINCOTT COMPANY, 1917.
1
19
degli Stati Uniti è stata costruita grazie alla ferrovia. E mediante la
ferrovia gli industriali tedeschi avevano progettato di colonizzare il
Medio Oriente e ostacolare la Russia. “Se la Berlino – Baghdad
fosse costruita, un enorme blocco di territorio, inaccessibile dal
mare andrebbe a finire sotto il controllo della Germania”, è quanto
ammoniva R.G.D. Laffin, all’epoca addetto militare britannico
presso l’esercito serbo. Una ferrovia esentasse che sfuggisse inoltre
al controllo del canale di Suez, avrebbe potuto significare
un’incredibile vittoria strategica tedesca2.
La Germania aveva promesso il proprio appoggio all’Austria e
all’Ungheria per l’invasione della Serbia. Le potenze centrali, ossia
la Germania, l’Austria, l’Ungheria e in seguito l’Impero Ottomano e
la Bulgaria volevano la Serbia perché parte mancante del puzzle di
connessione vero l’Azerbaijan e la Persia. La Germania e l’Impero
Ottomano volevano raggiungere la Persia per sconfiggere la potenza
coloniale inglese e raggiungere l’Azerbaijan per sconfiggere i russi.
Una sconfitta russa significava una posizione più forte in Caucaso e
chiaramente il controllo del petrolio a Baku. La Germania invase il
neutrale Belgio e il Lussemburgo prima di muoversi verso la
Francia, inducendo così l’Inghilterra a dichiararle guerra. Gli Stati
˂http://www.foreignaffairs.com/articles/70087/philip-willard-ireland/berlin-to-baghdad-up-to-date˃. COUNCIL OF
FOREIGN RELATIONS, “ Berlin to Baghdad Up-To-date”.Aprile 1941, visitatoottobre, 2013.
2
20
Uniti mantennero la loro neutralità per due anni e mezzo e allo stesso
tempo elargivano presiti su larga scala all’Inghilterra e alla Francia.
Poi qualcosa cambiò e gli Stati Uniti decisero a un certo punto di
aiutare l’Inghilterra. La guerra sottomarina si stava intensificando in
Atlantico. “Gli U-Boot stavano affondando più di 500.000 tonnellate
al mese di vascelli inglesi e degli alleati”3. La Germania aveva
dichiarato zona di guerra i mari fuori le coste inglesi e l’ambasciata
tedesca in America aveva fatto pubblicare su un giornale
l’avvertimento di non viaggiare sulla nave Lusitania, all’epoca la più
grande nave al mondo.
Il pomeriggio del 7 maggio 1915, la nave Lusitania fu silurata
da un U-Boot tedesco, causando la morte di 1.198 passeggeri.
L’affondamento della nave causò molte proteste negli Stati Uniti e
influenzò sicuramente la decisione futura.
Il presidente americano Wilson chiese al Congresso “Una
guerra per porre fine a tutte le guerre” che avrebbe reso “Il mondo
più sicuro per la democrazia”4 e il Congresso votò la dichiarazione
di guerra il 6 aprile 1917. La verità è che “la prima guerra mondiale
3
Kennedy, Paul. The Rise and Fall of Great Powers: Economic Change and Military Conflict from 1500 to 2000. London, UK:
Vintage, 1988. pag. 271.
˂ http://www.history.com/this-day-in-history/woodrow-wilson-asks-us-congress-for-declaration-of-war˃ “ Woodrow Wilson
Asks U.S. Cogress for Declaration of War.” Visitato 12 Maggio 2014.
4
21
galvanizzò le economie nazionali, portando la moderna industria per
la prima volta in molte regioni e apportando un aumento incredibile
nella produzione di armi”5.
La guerra giunse a una risoluzione solo quando il governo
dello Zar russo cadde nel marzo del 1917 e la seguente rivoluzione a
novembre portò i russi a scendere a patti con le potenze centrali. Nel
1918 le forze britanniche avevano catturato i pozzi petroliferi di
Baku, i quali rimasero sotto gli Alleati per due anni. Quando le
truppe americane lasciarono i giacimenti petroliferi di Baku,
l’undicesima Armata Rossa schiacciò le deboli forze britanniche che
ancora controllavano Baku e ripresero il controllo dei giacimenti,
mettendo fine alla prima guerra mondiale e creando quella che
sarebbe stata la ragione del blocco che ha separato l’est e l’ovest per
i successivi sessantotto anni. I Bolscevichi presero il controllo di
Baku e la Branobel fu nazionalizzata. Centinaia di migliaia di
residenti furono massacrati, i pozzi e le strutture di Baku date al
fuoco. Immediatamente uno dei maggiori produttori mondiali cessò
di esistere.
5
Kennedy, Paul, op. cit, pag. 271.
22
Figura 5: Incendio dei pozzi petroliferi a Baku.
Alla fine della guerra, quattro delle maggiori potenze imperiali
– Germania, Russia, Austria - Ungheria egli Ottomani - cessarono di
esistere. I primi due persero considerevoli territori mentre gli ultimi
due furono smantellati. La mappa dell’Europa era stata ridisegnata e
molte nazioni indipendenti ristabilite o smantellate. Con la firma del
Trattato di Versailles la Germania accettò la responsabilità della
guerra che causò dieci milioni di morti. L’articolo 231 del trattato di
pace - la cosiddetta clausola di colpevolezza per la guerra- dichiarò
la Germania e l’Impero austro-ungarico responsabili per tutte le
‘perdite e danni’ sofferti dagli Alleati durante la guerra e stabilì i
termini delle riparazioni di guerra. Il principale rappresentante del
23
Ministero del Tesoro britannico alla Conferenza di Parigi, John
Meynard Keynes6, diede le dimissioni nel 1919 in forma di protesta
contro la portata delle riparazioni di guerra, ammonendo che tali
richieste avrebbero attizzato un’altra guerra in futuro. Probabilmente,
la fine della prima guerra mondiale fu solo un armistizio. Domenica
3 ottobre 2010, la Germania ha estinto il debito concernente le
riparazioni della prima guerra mondiale.
La prima guerra mondiale è stata quindi il culmine di un
massiccio consolidamento di nazioni imperiali in cerca di sicurezza
energetica. Quando la guerra era iniziata, vi erano molti imperi, al
suo termine rimasero solo due grandi imperi europei (Francia e
Inghilterra) e una nuova forza emergente, gli Stati Uniti.
Al termine della guerra il miglior bottino era rimasto però nelle
mani dei Bolscevichi. Alcuni, nel 1939-40, si aspettavano un attacco
tedesco alla Russia. E invece il generale Rommel si affrettò nel nord
dell’Africa per cercare di catturare il canale di Suez e controllare
tutto il trasporto del petrolio che di lì passava. Poi, aveva
programmato di continuare la propria rotta verso la Persia e cacciare
6
Keynes, John Maynard. ‘The Economic Consequences of the Peace’. New York: Harcourt, Brace and Howe, 1920.
24
gli inglesi dai giacimenti della British-Persian Oil, (questo era anche
uno degli obiettivi della prima guerra mondiale). In seguito la
Germania e il Giappone firmarono un patto di non-aggressione con
la Russia.
Gli Stati Uniti entrarono nella seconda guerra mondiale dopo
l’incidente di Pearl Harbor. Nel 1941, il Giappone era diventato
un’incredibile potenza militaristica, ma non poteva contare su una
propria fonte energetica, tantomeno sul petrolio. Le forniture di
petrolio per i loro nuovi aerei, navi e autocarri venivano dai
giacimenti della Royal Dutch situati nella vicina Indonesia.
Nel luglio del 1941, il presidente Roosevelt firmò un embargo
per bloccare tutti i rifornimenti destinati al Giappone, probabilmente
in ritorsione alla recente invasione giapponese dell’Indocina
francese. L’embargo di Roosevelt aveva tagliato i rifornimenti di
petrolio al Giappone, mettendolo in ginocchio. Alla fine del
novembre 1941 i giapponesi inviarono un messaggio scritto di ‘war
warning’ mediante canali diplomatici a Washington7, dichiarando
che l’embargo doveva essere cessato, altrimenti alcune postazioni
americane nel Pacifico sarebbero state attaccate in ritorsione. Solo
˂ https://www.cia.gov/library/center-for-the-study-of-intelligence/csi-publications/csistudies/studies/vol46no3/article07.html˃ U.S. CIA. Library, The Information War in the Pacific, 1945. Visitato 12 Dicembre
2013.
7
25
due
settimane
più
tardi
i
giapponesi
ruppero
l’embargo,
bombardando le navi da embargo americane ormeggiate a Pearl
Harbor.
Non era stato un attacco a sorpresa. I giapponesi l’avevano
formalmente annunciato due settimane prima. Era la diretta
conseguenza dell’embargo americano che strangolava i rifornimenti
di petrolio verso il Giappone. Dopo che il Giappone attaccò
l’America, l’America dichiarò guerra alla Germania.
Il piano di Hitler era di catturare per prima cosa i giacimenti
petroliferi in Romania nel 1939, così da avere il proprio rifornimento
di petrolio. E quest’obiettivo fu
raggiunto. In seguito, Rommel
avrebbe catturato i giacimenti in Persia nel 1941, per poi muoversi
verso la Russia nel 1942 e solo allora Hitler avrebbe avuto petrolio
sufficiente per proseguire una guerra con gli Stati Uniti.
I giacimenti petroliferi in Romania erano insufficienti per
affrontare una guerra su due fronti. In un primo momento,
l’Americaprestava assistenza a Stalin per proteggere i giacimenti
russi a sud, mentre Rommel era bloccato in Africa, impossibilitato a
raggiungere i giacimenti persiani. Fu quindi solo una questione di
tempo aspettare che la macchina da guerra tedesca rimanesse senza
combustibile.
26
“Inevitabilmente, allora, la decisione di Hitler di invadere la
Russia nel giugno del 1941, cambiò l’intera dimensione del conflitto.
Strategicamente volle dire che la Germania doveva adesso
combattere su più fronti e quindi ripiegare sul vecchio dilemma del
1914-1917”8.
Probabilmente l’esito della guerra sarebbe stato notevolmente
differente se la Germania avesse continuato con la campagna di
Doenitz, mirata esclusivamente all’affondamento di navi mercantili,
che alla lunga avrebbe sicuramente piegato gli inglesi.
Figura 6: U-Boat.
8P.Kennedy, op. cit.
27
Dopo la seconda guerra mondiale, la compagnia BritishPersian Petroleum ancora aveva il controllo dei vasti giacimenti in
Iran, sebbene sia stato presto eliminata. Nel 1954 un colpo di stato
prese il controllo dell’Iran, mettendo al potere lo Shah. In seguito nel
1979, ebbe luogo la Rivoluzione Iraniana che spodestò la dinastia dei
Pahlavi, sotto Mohammed Reza Pahlavi, rimpiazzandola con una
Repubblica Islamica sotto la guida del Grande Ayatollah Ruhollah
Khomeini, il leader della rivoluzione.
Figura 7: Oleodotti in progettazione o costruzione.
28
I.3Oleodotti- Gasdotti
Le linee di comunicazione, siano esse culturali o commerciali
insieme alle scoperte tecnologiche sono sempre state un elemento
fondamentale per la fondazione stessa degli imperi. Alcune linee di
comunicazione evocano addirittura nella nostra immaginazione
un’idea di passato più romantico, basti pensare alla Via della Seta o
alle rotte carovaniere transahariane verso Timbuktu9.
WELCH, Galbraith, and Ren CAILLI . ‘The n eiling of Tim uctoo. The Astounding Ad entures of Cailli ’. London: Victor
Gollancz, 1938.
9
29
Figura 8: Rotte carovaniere del Sahara.
All’inizio del primo millennio a.C., prima ancora che i greci
emergessero dal Medioevo ellenico, le città-stato fenicie già
inviavano missioni di esplorazione su rotte molto lontane. Prima
della scoperta da parte dei fenici dell’uso della stella Polare,
chiamata anche dai vecchi scrittori la “ Stella Fenicia”, le navi che
solcavano il Mediterraneo tendevano a mantenere una navigazione
sotto costa per evitare di perdersi. Una volta che i navigatori
capirono che avrebbero potuto tenere la Polare dritta a prua o a
poppa della loro nave durante la notte, le navi cominciarono a
solcare il Mediterraneo su rotte dirette nord-sud. Si pensa che tutto
ciò abbia contribuito alla rinascita della cultura e del commercio
internazionale portando alla diffusione dell’alfabeto Canaanita e
30
all’inizio di una nuova fase della civilizzazione conosciuta come
l’età del ferro.
Poi fu la volta di Roma.
I romani, più di ogni altra civilizzazione sono conosciuti per le
loro incredibili costruzioni. I loro sforzi nel campo dell’architettura,
dell’ingegneria e dell’organizzazione li hanno posti una spanna più
avanti degli altri popoli. Il risultato fu una rete di strade, acquedotti e
ponti che andavano dal ponte Limmyria in Turchia e Dura Europos
(l’avamposto romano sul fiume Eufrate) in Siria fino al muro di
Adriano in Gran Bretagna.
“Un sistema strategico di strade e rotte navali, che dalla
capitale permetteva un rapido dispiegamento e concentrazione -nel
caso in cui ci fosse un grande pericolo alla sicurezza- delle legioni
romane stanziate nei
ari stati
assalli e pro ince. All’apice
dell’impero, le legioni romane dispiegate contavano con non meno
di trecentomila uomini- un eccezionale forza che rendeva ancora più
letale la superiorità romana della tattica e degli armamenti come
anche la capacità del polo centrale di dirigere dispiegamenti
relativamente veloci. E’ impressionante notare che nel 1996, la ben
più popolosa e suprema potenza americana, proteggeva i confini
31
esterni dei propri domini con uno stanziamento oltreoceano di
duecentonovantaseimila soldati professionisti”10.
Figura 9: Vie di comunicazione dell’Impero Romano.
I romani riuscirono a tenere il controllo sulle vie di
comunicazione per mare e per terra, consolidando così l’impero.
Ma soltanto alla fine del diciottesimo secolo, la longitudine
stabilì definitivamente la dimensione globale delle rotte marittime.
Prima del diciottesimo secolo, i navigatori oceanici non avevano a
10
Brzezinski, Zbigniew. The Grand Chessboard: American Primacy and Its Geostrategic Imperatives. New York, NY: Basic,
1997. Pag.10. Traduzione a cura di Marina Marino.
32
disposizione un metodo accurato per la determinazione della
longitudine e molte navi sbagliavano la loro destinazione, spesso
finendo sugli scogli e ammazzando il proprio equipaggio. Per secoli
gli imperi hanno tentato di arrivare a una conclusione del problema
senza alcun successo.
Come riportato nell’affascinante libro ‘Longitudine’ di Dava
Sobel, la soluzione al problema arrivò da un semplice carpentiere,
John Harrison, il quale assemblò un accurato cronometro. Anche i
migliori scienziati del tempo, come Isaac Newton, pensavano fosse
impossibile. Harrison dedicò quaranta anni al perfezionamento
dell’orologio che alla fine gli fece guadagnare il premio stabilito dal
Longitude Act del 1714, fortemente voluto dal re Giorgio III
d’Inghilterra. Senza dubbio questo fu una delle maggiori scoperte del
tempo. Infatti, questa invenzione migliorò la tempistica dei trasporti
e la coordinazione logistica.
Il ventesimo secolo e l’inizio del ventunesimo (era del
petrolio), hanno visto un enorme rafforzamento di quello che una
volta era il sistema romano. Vale a dire, la consolidazione delle vie
di comunicazione. Aerei e automobili hanno ridotto le distanze
fisiche, internet ha avvicinato e interconnesso milioni di persone in
tempo reale, mentre il sistema GPS, domina l’intero sistema. Il
petrolio e il gas, in altre parole il prodotto maggiormente
33
commerciato e di maggior valore, fanno l’equilibrio delle potenze.
Sono trasportati via oleodotti e gasdotti e/o navi petroliere. In un
sistema di controllo imperiale, proprio come succedeva con gli
avamposti romani, le rotte marittime sono rese sicure mantenendo il
controllo di punti chiave strategici, in altre parole Panama,
Gibilterra, Suez, Singapore, lo stretto di Malacca o lo stretto di
Hormuz e vari porti, come ad esempio i porti dove vi sia un terminal
LNG.
“Le disposizioni speciali di sicurezza nel Golfo Persico,
specialmente dopo la re e missione puniti a del 1991 contro l’Iraq,
hanno reso quella ricca regione economicamente vitale una riserva
militare americana”11. Infatti, gli Stati Uniti, la potenza dei due
oceani, hanno stanziato lì la Quinta flotta.
Via terra è molto più complicato. Per il semplice fatto che
questi oleodotti attraversano molti paesi, richiedendo quindi
maggiori sforzi geopolitici e geostrategici. Gli oleodotti sono
diventati importanti come importanti furono le costruzioni di
ferrovie
nel
diciannovesimo
secolo.
Infatti,
legano
commerciali e influenzano l’equilibrio regionale del potere.
11
Ibidem, pag.27.
34
partner
Subito dopo la seconda guerra mondiale, la guerra fredda
divise il mondo in due sfere d’influenza, poi con la caduta del muro
di Berlino prima, la nascita dell’Europa e l’emergere di nuove
potenze in seguito, lo scenario globale sembra essere diventato
multipolare.
“Alcuni analisti hanno affermato persuasivamente che la
paura di una collusione cino-americana in Afghanistan ha
contribuito a, sebbene non abbia determinato, la decisione sovietica
di invadere quel paese nel 1979, dando inizio a una guerra che
avrebbe prosciugato ulteriormente la Russia”.(Nancy Bernkopf
Tucker, professoressa di storia presso l’Università di Georgetown,
China as a factor in the collapse of the Soviet Empire).
I sovietici avevano massicciamente costruito il loro esercito,
come anche la maggiore flotta di sottomarini nucleari nel 1980,
scommettendo
sui
lauti
profitti
che
avrebbero
ricavato
commercializzando il loro petrolio del Mar Caspio sul libero
mercato. “L’in asione so ietica dell’Afghanistan precipitò una
doppia risposta americana: diretta assistenza degli Stati Uniti alla
resistenza afghana per arenare l’esercito so ietico; lo stanziamento
su larga scala della presenza militare americana nel Golfo Persico
come deterrente per qualsiasi proiezione politica o militare futura
da parte della Russia. Gli Stati Uniti si sono impegnati nella difesa
35
della regione del Golfo Persico, in linea con i propri interessi
riguardanti la sicurezza Eurasiatica occidentale e orientale”12.
Gli afghani aiutati dall’America fermarono la costruzione
dell’oleodotto sovietico-afghano, fattore che contribuì al collasso
economico dell’Unione Sovietica.
Il territorio nel nord dell’Afhganistan è costituito dagli aridi e
aspri pendii ai piedi dell’Himalaya, conosciuto come Hindu Kush, ed
è difeso dagli agguerriti e numerosi eserciti tribali dell’alleanza del
nord, i quali sono eccellenti combattenti in guerriglia con anni di
esperienza di combattimento contro i sovietici, aiutati da cinesi e al
tempo staccati dal governo centrale dei Talebani a Kabul. I sovietici
hanno speso oltre dieci anni ad attaccare e bombardare a tappeto
l’Afghanistan con un costo elevatissimo, ma si son trovati davanti
all’impenetrabilità’ dell’Himalaya. Qualcuno chiamò l’Afghanistan,
il Vietnam della Russia.
La Transcaucasia (Caucaso del sud), dopo la caduta
dell’Unione Sovietica, è emersa come un polo strategico energetico,
elevando la regione a un’importanza sempre maggiore sia a livello
globale,sia regionale.
12
Ibidem, pag.7.
36
Questo ruolo è stato supportato dalla costruzione di nuovi
oleodotti, in particolare il BTC (Baku-Tbilisi-Ceyan)13, che connette
le risorse energetiche senza sbocchi al mare dell’Azerbaijan con i
mercati internazionali. Questi oleodotti hanno alterato lo status quo
dell’equilibrio dei poteri nella regione. Hanno sicuramente segnato
la fine del controllo monopolistico russo delle rotte del trasporto di
energia dalla regione del Caspio e hanno aiutato sia l’Azerbaijan sia
la Georgia a uscire dalla sfera d’influenza russa.
“Fino adesso, l’Europa è stata dominata dall’immensa era
degli oleodotti russi che andavano da est verso ovest, dai vasti
giacimenti di gas della Siberia verso le nazioni con vasti mercati di
consumo come la Germania, con ramificazioni in ognuno degli stati
che prima formavano il locco so ietico. Il “corridoio energetico
meridionale” formato dal Tanap e dal TAP rompe questo schema
formando nuove rotte di forniture che corrono da est verso ovest e
da sud verso nord. Questo è un grande vantaggio per tutti quei paesi
che dipendono attualmente dal gas russo. Per esempio, 1bcm di gas
13
˂http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/2263611.stm˃ "Caspian Pipeline Dream Becomes Reality." BBC News. BBC,
17 Sept. 2002. Visitato 12 Maggio 2014.
37
azero sarà venduto alla Bulgaria ogni anno con contratti a lungo
termine. Allo stesso tempo, la costruzione del gasdotto ionico adriatico, il quale si congiungerà con il TAP in Albania, porterà il
gas verso il Montenegro, la Bosnia e la Croazia. Questa sarà una
manna dal cielo per il Montenegro, che fino adesso non ha nessuna
connessione con la rete del gas. L’altro aspetto cruciale del nuo o
corridoio è che potrà essere allargato per includere gas da altre
fonti (…). Ci sono molte opzioni per incrementare il flusso del TAP e
Tanap, come ad esempio altri giacimenti in Azerbaijan oppure
Turkmenistan, Cipro e il nord dell’Iraq, dichiara Leslie PaltiGuzman della società americana Eurasia Group per la consulenza e
ricerca sui rischi politici.”14
“Certamente sin da quando la fase due di ShahDenizè stata
messa in discussione, l’intero scenario è cambiato in maniera
significativa. Enormi volumi di gas sono stati scoperti nel
Mediterraneo orientale e nel Kurdistan iracheno. Il gas del
Leviatano, un enorme giacimento scoperto fuori le costedi Israele
nel
2010,
potrebbe
facilmente
fluire
nel
Tanap,
come
anchel’Afrodite, nelle acque cipriote, e Apsheron – un altro
14
"Azeri Gas Pipeline Pushes Boundaries in Europe." Financial Times 2 Jan. 2014. Traduzione a cura di Marina Marino.
38
giacimento azero in fase di sviluppo da parte della francese Totalanche se ci vorranno anni perché questo a enga”15.
Fino a poco tempo fa, i migliori analisti di geopolitica hanno
dibattuto su quale sia la potenza più significativa, se quella navale o
quella terrestre e quale specifica regione dell’Eurasia sia di vitale
importanza per guadagnare il controllo dell’intero continente. Uno
dei più importanti, Harold Mackinder16 (geografo inglese, 15
febbraio 1861-6 marzo 1947), aprì la strada a questa discussione
all’inizio del secolo scorso con i suoi concetti di successo riguardanti
le ‘aree perno’ eurasiatiche e in seguito il cuore dell’Europa centroorientale come trampolini di lancio fondamentali al fine del
raggiungimento del dominio continentale. Mackinder scrisse:“Chi
domina l’Europa orientale comanda la Terra di Mezzo; chi domina
la Terra di Mezzo comanda l’Isola del Mondo; chi domina l’Isola
del Mondo comanda il mondo”. La geopolitica era stata invocata
anche da alcuni geografi coinvolti nella politica tedesca per
giustificare il loro “Drang nachOsten”, il loro espansionismo verso
est.
15
Ibidem.
˂http://intersci.ss.uci.edu/wiki/eBooks/Articles/1904%20HEARTLAND%20THEORY%20HALFORD%20MACKINDER.pd
f. Mackinder, H.J. “The Geographical Pivot of History.” Visitato 12 Dic.2013.
16
39
Figura 10: Mappa delle aree perno di MacKinder.
Nel 1998 Dick Cheney, quarantaseiesimo vicepresidente degli
Stati Uniti sotto la presidenza George Bush, espresse il pensiero
comune di molti governi e compagnie petrolifere:“Non posso
pensare a un periodo in cui una regione fosse emersa tanto
rapidamente per di entare così fondamentale come il Caspio”.
Nel 1997 il consigliere del presidente Carter per gli affari di
sicurezza nazionale, Zbigniew Brezinski, scrisse nel suo libro ‘La
Grande Scacchiera’ della necessità degli Stati Uniti di controllare le
riserve energetiche eurasiatiche per mantenere il
mondiale.
40
predominio
Il ‘Grande Gioco’ nel diciannovesimo secolo per il controllo
dell’Asia, giocato dagli imperi, russo e inglese prima e tedesco poi
(Hitler disse a uno dei suoi generali: “La guerra è persa se non
arriviamo al petrolio di Baku”17) ha avuto una rinascita, ma con
molti più giocatori adesso, i più influenti dei quali sono i governi di
Russia, Cina e America e i loro alleati.
Secondo Brzezinski, oggi l’interesse della geopolitica non è
più da quale parte geografica dell’Eurasia si debba partire per il
dominio continentale e nemmeno se sia più significativa la potenza
marittima o quella terrestre. Il dato di fatto è che la geopolitica si è
spostata da una dimensione regionale verso una dimensione globale,
con la prevalenza dell’intero continente eurasiatico che emerge come
base centrale per il dominio mondiale. In poche parole una
scacchiera.
In questo scenario, i perni geopolitici, cioè quegli stati la cui
importanza deriva dalla loro posizione strategica, avendo il potere di
negare l’accesso a importanti aree o negare l’accesso alle risorse ad
alcune importanti pedine, sono fondamentali.
17
Lemay, Beno t, and Pierce Heyward. Erich Von Manstein: Hitler's Master Strategist. Havertown, PA: Casemate, 2010.
41
I.4 Siria, Iran, Ucraina
Il gasdotto Iran - Armenia, che ha iniziato a essere operativo
sotto il controllo del gigante russo Gazprom nel 2007, doveva avere
all’inizio il doppio della capacità della già esistente linea. Avrebbe
reso l’Iran un importante fornitore di energia per l’intera regione del
Caucaso e allo stesso tempo gli avrebbe permesso di esportare
energia verso i mercati europei, andando così in competizione
direttamente con il monopolio russo dell’energia. E’ potenzialmente
importante e strategico per la politica estera di Mosca continuare a
controllare i gasdotti e la rete di distribuzione in Armenia come
anche ostacolare qualsiasi possibile cambiamento alle esistenti
forniture energetiche. Perciò, il potenziale tentativo iraniano di far
fluire le proprie risorse energetiche verso i mercati occidentali e
diventare quindi un importante giocatore nel Caucaso meridionale è
stato bloccato non solo dalle sanzioni americane ma anche dagli
interessi economici strategici russi.
42
Figura 11: Corridoio energetico meridionale.
I prezzi del mais negli Stati Uniti sono costantemente
aumentati sin dal 2007 quando una nuova legge, la ‘Renewable Fuel
Standard’18 ha stabilito che per la produzione del biocombustibile
chiamato etanolo dovesse esserci una percentuale di mais. Oggi
l’etanolo è aggiunto alla benzina su tutto il territorio nazionale. La
diretta conseguenza di questa legge è stata un aumento dei prezzi del
cibo a livello globale, colpendo principalmente come ben si può
immaginare i più poveri. Allo stesso tempo, un alto tasso di
disoccupazione ha aumentato il malcontento e internet ha offerto
sicuramente un valido strumento di coesione sociale. Tutti questi
fattori hanno portato alla cosiddetta‘Primavera Araba’. Quelle che,
18
˂ http://www.epa.gov/otaq/fuels/renewablefuels/regulations.htm˃ "Renewable Fuel Standard (RFS)." EPA.
Environmental Protection Agency, Visitato 12 Maggio 2014.
43
sono state lecite richieste per condizioni di vita più giuste sono
diventate, ad esempio, nel caso della Siria, un’occasione per una
lotta geostrategica riguardante il passaggio di gasdotti da parte di
tutte le parti coinvolte. Si sta scatenando una battaglia e una
completa confusione sul dove passeranno questi gasdotti che
andranno verso l’Europa, se da est a ovest, dall’Iran e l’Iraq verso la
costa mediterranea della Siria, o una via più a nord, dal Qatar e
Arabia Saudita via Siria e Turchia.
Avendo compreso che il progetto Nabucco19è in una fase di
stallo e che l’intero Corridoio Meridionale20è supportato solo dai
giacimenti dell’Azerbaijan e che quindi non potrebbe eguagliare i
rifornimenti russi verso l’Europa o ostacolare la costruzione del
South Stream, l’occidente vuole rimpiazzarli con le risorse
provenienti dal Golfo Persico.
La Siria è uno dei perni geopolitici, nel mezzo di questa
competizione tra differenti gasdotti. Bashar al-Assad il 25 giugno del
2011 a Bushehr firmò un accordo che prevedeva la costruzione di un
˂http://www.nytimes.com/2008/06/11/business/worldbusiness/11iht-pipe.4.13640390.html?_r=0˃ Dempsey, Judy. "EU
Natural Gas Pipeline Project Gets First Order." NY Times [NY] 11 June 2. Visitato 12 Gennaio 2014.
19
˂ http://www.naturalgaseurope.com/news?keyword=southern+corridor˃ "The Southern Gas Corridor." Natural Gas Europe.
Visitato 12 Maggio 2014.
20
44
gasdotto Iran-Iraq-Syria21, che si estendesse per 1500 km da
Asaluyeh nel più grande giacimento al mondo, il South Pars
(condiviso con il Qatar), verso Damasco. E da lì possibilmente verso
i mercati europei, passando per la Grecia. Alcuni esperti credono che
questo progetto possa essere un’alternativa al progetto del Nabucco
fortemente voluto dall’Unione Europea, il quale però non è
supportato da sufficienti riserve.
I paesi sunniti vedono il gasdotto islamico da un punto di vista
che tiene in considerazione il contrasto interconfessionale, giacché
questo sarebbe un gasdotto sciita che parte da un Iran sciita per
passare su un Iraq a maggioranza sciita e terminare sul territorio
amico degli sciiti dell’alawita Assad. Il dramma geopolitico è
intensificato dal fatto che il giacimento South Pars sia condiviso con
il sunnita Qatar.
Il Qatar, che non può eguagliare assolutamente la forza
dell’Iran, fa un uso attivo delle sue connessioni con la presenza
militare degli Stati Uniti e della NATO nel Golfo Persico. Qatar non
è per niente interessato al successo del gasdotto Iran-Iraq-Siria, il
˂ http://online.wsj.com/news/articles/SB10001424053111903591104576467631289250392˃ Hafidh, Hassan, and Benoit
Faucon. "Iraq, Iran, Syria Sign $10 Billion Gas-Pipeline Deal." The Wall Street Journal. Dow Jones & Company, 25 July 2011.
VisitatoGennaio 2014.
21
45
quale sarebbe completamente indipendente dalle rotte di Qatar e
Turchia verso l’Europa. Infatti, il Qatar sta facendo tutto il possibile
per ostacolare la costruzione del gasdotto, incluso armare i
combattenti
dell’opposizione in
Siria.
Inoltre il
fatto che
l’esportazione del gas siriano (importanti giacimenti sono stati
scoperti vicino a Homs) e iraniano possa avvenire attraverso il porto
siriano di Tartus, storicamente nelle mani della Russia, non soddisfa
il Qatar come anche l’occidente. L’altro gasdotto in discussione
porterebbe il gas dal Qatar verso l’Europa e coinvolgerebbe Israele e
Turchia. La capacità di questo gasdotto non è stata rivelata ma
considerando le risorse dei giacimenti del Golfo Persico e del bacino
mediterraneo orientale, potrebbe superare sia il gasdotto islamico sia
il Nabucco, andando a competere direttamente con il South Stream
russo22. Questo nuovo gasdotto dovrebbe partire dal Qatar, passare
per l’Arabia Saudita e Giordania, quindi saltare lo sciita Iraq, per
arrivare in Siria. Vicino a Homs il gasdotto si diramerebbe in tre
direzioni: una verso la città costiera siriana di Latakia, una verso
Tripoli a nord del Libano e una verso la Turchia. Gli alleati del Qatar
˂ http://en.ria.ru/analysis/20090129/119794780.html˃ Mityayev, Oleg. "South Stream's Russian Gas for Europe",
RIANOVOSTI, 29 Gennaio 2009.VisitatoGennaio 2014.
22
46
stanno cercando di mettere a segno tre goal: rompere il monopolio
del gas russo in Europa; liberare la Turchia dal gas iraniano; dare a
Israele l’opportunità di esportare il proprio gas verso l’Europa via
terra a un minor costo.
La triste verità è che la Siria è un campo di battaglia e come
ovvio risultato più di centoquarantamila persone sono state
ammazzate, più di sei milioni sono rifugiati, è un chiaro fallimento
della mediazione e il trionfo della vergogna.
Inoltre la crescita del fondamentalismo islamico e di un caos
simile a quello dell’Iraq sta minacciando l’intera comunità cristiana
del Medio Oriente. Questa volta i cristiani rischiano di scomparire
dal Medio Oriente per sempre, causando una tremenda perdita per le
radici cristiane. “Noi abbiamo sentito molto parlare della
democrazia e della libertà degli Stati Uniti in Iraq, così come stiamo
vedendone i risultati- come il paese è stato distrutto”. Ha dichiarato
un vescovo cattolico di Aleppo, aggiungendo :“ I primi a perdere
sono stati proprio i cristiani dell’Iraq”. La distruzione della
comunità cristiana in Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein è
evidente. Da un numero stimato di 1,5 a due milioni di cristiani
all’epoca della prima guerra del Golfo nel 1991, alcuni esperti
credono che oggi rimangano solo dai 250,000 ai 400,000 cristiani in
Iraq, i restanti sono stati ammazzati o costretti all’esilio.
47
Papa Francesco il 3 settembre 201323, in occasione del vertice
del G20 a San Pietroburgo, ha inviato una lettera al presidente russo
Putin, quando un intervento militare in Syria sembrava inevitabile.
“Purtroppo duole costatare che troppi interessi di parte hanno
prevalso da quando è iniziato il conflitto siriano, impedendo di
tro are una soluzione che e itasse l’inutile massacro cui stiamo
assistendo.” (…) “A tutti i leader presenti rivolgo un sentito appello
perché aiutino a trovare vie per superare le diverse contrapposizioni
e abbandonino ogni vana pretesa di una soluzione militare.” Il Papa
ha lanciato il suo appello proprio quando il presidente americano
Obama stava cercando di raccogliere il consenso internazionale per
procedere ad attacchi punitivi contro il governo siriano di Bashar alAssad per un presunto attacco chimico avvenuto in un quartiere pro
ribelli a Damasco. Papa Francesco è stato un incredibile mediatore
nell’affare siriano e meriterebbe il premio Nobel per la pace.
Se il regime siriano sopravvivrà’,sarà in parte dovuto all’aiuto
dell’Iran. Se questo avvenisse, una sfera d’influenza iraniana
coprirebbe una vasta area che andrebbe dall’Afghanistan occidentale
23
"Pope Francis Writes Letter to President Putin of Russia Ahead of G20 Summit." 5 Sept. 2013.
48
a Beirut. Questo significherebbe un fondamentale spostamento degli
equilibri di potere in Medio Oriente, compiendo il sogno dello Shah
e dell’Ayatollah. Il possibile cambiamento degli equilibri di potere
cambierebbe la posizione degli Stati Uniti nei confronti dell’Iran,
rafforzerebbe il regime iraniano dall’interno e spingerebbe l’Arabia
Saudita e altri stati del Golfo a essere più flessibili nei confronti delle
richieste dell’Iran. La mira dell’Iran è di allungare la paralisi
americana e allo stesso tempo sfruttare le opportunità createsi dal
ritiro americano dall’Iraq. E così, creando una coerente sfera
d’influenza, l’Iran garantirebbe una fornitura di petrolio stabile e
conflitti limitati nella regione.
Gli Stati Uniti potrebbero riconsiderare anche la loro posizione
contraria al gasdotto Iran - Pakistan24. Questo progetto non solo
darebbe un valido contributo all’integrazione regionale ma si stima
fornirebbe al Pakistan più di un quarto dei suoi consumi elettrici.
Grazie all’accordo di Ginevra25 dello scorso anno, gli Stati
Uniti si sono impegnati a sospendere le sanzioni sulle esportazioni di
petrolio dell’Iran se Tehran fermasse alcuni suoi programmi di
˂ http://www.pakistantoday.com.pk/profits-mail/page/5736/˃ Shahid, Kunwar Khuldrune. “Iran-Pakistan Gas Pipeline
Traversing History.” Pakistan Today. 25 Nov.2011. Visitato 12 Maggio 2014.
24
˂http://www.washingtonpost.com/world/national-security/kerry-in-geneva-raising-hopes-for-historic-nuclear-deal-withiran/2013/11/23/53e7bfe6-5430-11e3-9fe0-fd2ca728e67c_story.html˃ Gerean, Anne, and Jo Warrick. “Iran, World Powers
Reach Historic Nuclear Deal.” The Washington post, 24 Nov. 2013. Visitato 11 Maggio 2014.
25
49
armamento nucleare. Se le sanzioni continueranno a essere sollevate,
la continua opposizione al gasdotto da parte dell’America svanirà.
Purtroppo,se c’e’ una sola parola che possa definire il 2014,
questa è transizione.
Il Pakistan ha rotto la sua posizione di non allineamento nei
confronti della guerra civile siriana, schierandosi ufficialmente con i
sauditi. L’allineamento Pak-Saudi26 arriva in un difficile momento
delle relazioni tra Islamabad e Iran, il quale sta aiutando il regime di
Assad contro i ribelli finanziati dall’Arabia Saudita. Alcuni soldati
iraniani sono stati recentemente rapiti da un gruppo di ribelli che
operano nella lontana provincia del Balochistan in Pakistan27. L’Iran
ha anche minacciato di invadere il territorio pakistano per trarli in
salvo.
L’accordo con i sauditi potrebbe avere effetti negativi sul
Pakistan. Per un motivo, la realizzazione del gasdotto Iran – Pakistan
sarebbe ulteriormente posticipato. Una soluzione potrebbe essere il
˂ http://www.the-american-interest.com/blog/2014/02/20/pakistan-joins-saudi-arabia-shuns-iran-on-syria-war/˃ " The Feed
Pakistan Joins Saudi Ara ia Shuns Iran on Syria War Comments”. The American Interest, 20 Feb. 2014. Visitato 12 Maggio
2014.
26
˂ http://iranpulse.al-monitor.com/index.php/tag/jundullah/˃ Karami, Arash. “Iran Pulse: Must-Reads from Iran Today.”
Visitato 12 Maggio 2014.
27
50
gasdotto Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India (TAPI)28, ma la
situazione in Afghanistan non sembra dove migliorare tanto presto,
cosi è inutile contare su qualsiasi gasdotto che debba passare nella
regione volatile del nordest dell’Afghanistan.
“ Mentre gli Stati Uniti rimuginano sulla ritirata delle truppe
dall’Afghanistan e sulla nuo a strategia AfPak del mondo post BinLaden, la Cina sta silenziosamente consolidando la propria
posizione per andare a colmare il vuoto U.S./NATO nella regione.
In uno scenario in cui le relazioni U.S.-Pakistan si stanno
deteriorando, do el’America sta affrontando misure di austerità
finanziaria, c’e’ la stanchezza della guerra da parte del popolo
americano e tra gli alleati NATO, la Cina si sta abilmente
posizionando per entrare e riempire il vuoto così da consolidare la
propria influenza nel Grande Gioco eurasiatico. Sebbene la maggior
parte degli incontri avvengano a porte chiuse e non tutte le questioni
sono incluse nelle dichiarazioni ufficiali, il 15 giugno 2013, in
˂ http://mom.gov.af/en/page/4717˃ "Turkmenistan- Afghanistan – Pakistan-India [TAPI] Pipeline." - Ministry of
Mines.Visitato 12 Maggio 2014.
28
51
ricorrenza del decimo anni ersario dell’Organizzazione per la
Cooperazione di Shanghai (SCO), la Cina e altri paesi membri
hanno probabilmente preso decisioni riguardanti alcune questioni
come le nuove adesioni- ammettendo l’Afghanistan come paese
osservatore, Pakistan e India come membri e la Turchia come
interlocutore; formando un’alleanza trilaterale tra la Cina,
l’Afghanistan e il Pakistan chiamata Pamir Group, dal nome delle
montagne Pamir che connettono i confini dei tre paesi; erigendo
un’associazione per l’energia dei paesi dell’Organizzazione per la
Cooperazione di Shanghai al fine di fortificare il blocco eurasiatico
delle nazioni che producono, consumano e transitano energia; e
aumentando la militarizzazione di quella che fino ad ora era
un’organizzazione per la sicurezza per arrivare a una possibile
alleanza militare di difesa collettiva in futuro. Sia nel caso in cui
l’Afghanistan rimanga neutrale sia nel caso in cui si a icini più
alla Cina e ai gruppi regionali dell’Organizzazione per la
Cooperazione di Shanghai, gli interessi degli Stati Uniti e della
NATO
nella
regione
avranno
implicazioni
di
lungo
termine.”29(Dottoressa Christina Lin, ricercatrice borsista presso
˂ http://www.isn.ethz.ch/Digital-Library/Publications/Detail/?id=130169˃ Lin, Christina. “China’s Silk Road Strategy in
AfPak: The Shangai Cooperation Organization.” Nstitut Fur Strategie-Politik- Sicherheits- Und Wirtschaftsberatung (ISPSW),
19 June 2011. Visitato 12 Maggio 2014. Traduzione a cura di Marina Marino.
29
52
John Hopkins University ed ex direttrice per gli affari cinesi
nell’ufficio del segretario della difesa degli Stati Uniti, China’sSilk
Road
Strategy
in
AFPak:
the
Shanghai
Cooperation
Organization.)(…)In un articolo recente del Global Times l’illustre
ricercatore cinese Li Xiguang ha sostenuto che “il gruppo Pamir
potre
e far rinascere l’antica Via della Seta che passa attra erso
questa regione, giacché la Cina sta intensificando i propri
investimenti nella costruzione di reti stradali, corridoi energetici,
reti elettriche e altre infrastrutture che connettono AfPak alla Cina.
Il corridoio Wakhan, il quale connette l’Afghanistan alla Cina,
passa vicino la città di Kashgar e alla zona economica speciale di
nuovo sviluppo alla fine della parte occidentale della provincia
cinese di Xinjiang. La Cina spera che a Kashgar sia restituita la sua
vecchia posizione sulla leggendaria Via della Seta e serva da rampa
di lancio per il Pakistan, l’Afghanistan e i paesi dell’Asia centrale.
C’e’ anche un progetto già in atto per la costruzione di una ferrovia
in quattro parti dalla provincia di Xinjiang attraverso il Tagikistan e
l’Afghanistan erso il Pakistan, dove il porto di Gwadar porterà
53
risorse energetiche in Medio Oriente. Questo progetto amplierà
anche la loro connessione terrestre con l’Iran”30.
“Nonostante a
ia uone relazioni con i Tale ani, la migliore
leva della Cina sull’Afghanistan è il Pakistan, suo alleato strategico.
A differenza degli Stati Uniti, i quali sembrano aver esercitato poca
leva sul Pakistan, date le poche relazioni bilaterali, la Cina è uno
sponsor del Pakistan in termini di aiuti, di vendita d’armi, di veto al
Consiglio di sicurezza e di una condi isa minaccia dell’India. La
Cina usa i suoi legami con il Pakistan e i servizi d’intelligence
pakistani per influenzare l’Afghanistan, e se questo può aiutarla a
concludere un accordo con un Afghanistan che sia amico del
Pakistan, tutto ciò servirebbe sicuramente alla Cina.Il Pakistan
spesso si riferisce alla Cina come a un amico fidato e alcuni
funzionari cinesi hanno commentato con alcuni diplomatici
americani che ‘ il Pakistan è il nostro Israele’”31. “ L’Iran anche
esercita una grande influenza sull’Afghanistan. Sin dal 1979 nutre
un vivo interesse affinché l’Afghanistan non sia usato come paese
terzo da cui gli Stati Uniti possano lanciare un attacco. L’Iran ha
cercato di impedire che l’Afghanistan fosse usato come piattaforma
30
Ibidem.
31
Ibidem.
54
anti-iraniana e ha stretto alleanze con gli sciiti Hazara afghani e
altre comunità di lingua dari (dialetto farsi) al fine di
controbilanciare elementi pro-sauditi e pro-pakistani nella regione.
(…) inoltre, la Cina condi ide con l’Iran la preoccupazione che
l’America possa usare l’Afghanistan come piattaforma di lancio per
gli attacchi. L’Iran è circondato dalle truppe americane sul suo lato
occidentale in Iraq e sul lato orientale in Afghanistan e il lato
orientale degli Stati
niti ha sponsorizzato un’alleanza orientale
militare anti cinese (e.g. Giappone, Corea del Sud, Filippine,
Taiwan, etc.)”32.
In questo scenario il riavvicinamento americano verso l’Iran,
potrebbe essere un vero vantaggio. Tutti i presenti ai colloqui di
Ginevra erano completamente coscienti dell’importanza dell’Iran
come perno geostrategico mondiale. Alle porte dell’Asia centrale,
del Sud-est asiatico e dell’Asia occidentale, della Caucasia e
dell’Europa, la sua peculiare geografia ha significato nei secoli
l’estensione dell’influenza etno-culturale, linguistica, religiosa,
economica e geopolitica persiana fino al cuore della Caucasia,
dell’Asia centrale e oltre.
32
Ibidem.
55
Da un giorno all’altro, dopo trenta anni, l’Iran è passato da una
posizione di potenza isolata a uno dei maggiori protagonisti
riconosciuto dalle maggiori potenze mondiali. L’alleanza russoiraniana è adesso più salda e l’Arabia Saudita, in contrasto con
l’America per la politica di quest’ultima in relazione a Siria e Iran, è
poco meno che un alleato. Spianando la strada per la pace con l’Iran,
l’amministrazione Obama ha spostato il suo perno strategico dal
Medio Oriente verso l’Asia orientale.
Israele e l’Arabia Saudita, i principali promotori di una guerra
all’Iran, hanno manifestato il loro disappunto all’accordo. Il primo
ministro israeliano Benyamin Netanyahu con toni d’invettiva l’ha
definito “un errore storico”. Gli Emirati Arabi e il Bahrein, seguiti
poi dal Qatar e dalla Giordania, hanno accolto con favore l’accordo
come un passo avanti verso la stabilizzazione della regione. L’Oman,
come hanno dichiarato alcuni funzionari del governo americano, ha
ospitato per tutto il tempo incontri segreti tra gli Stati Uniti e l’Iran.
Anche la Giordania si è espressa a favore dell’accordo provvisorio.
Se le sanzioni iniziassero a essere sollevate, è probabile che
l’Iran emerga come pezzo forte nel bel mezzo di una violenta
battaglia per i gasdotti, nei quali l’occidente dovrà competere con le
economie emergenti per la diversione delle vaste risorse energetiche
dell’Eurasia verso la loro direzione. E’ probabile che la rimessa in
56
gioco del progetto Nabucco-ovest emergerà come uno dei maggiori
campi di battaglia. I lavori del progetto Nabucco si sono
praticamente fermati a causa del gas insufficiente. L’Iran, che
possiede la seconda riserva più grande, si trova adesso in una buona
posizione per riempire questo vuoto energetico. Tuttavia, la
partecipazione iraniana a uno schema che vede la rimessa in gioco
del Nabucco è destinata a irritare la Russia. L’Iran ha però un’altra
carta da giocare, la quale potrebbe togliere la posizione di leader
della piramide energetica eurasiatica alla Russia. L’Iran è il
principale protagonista del progetto del gasdotto Iran-Iraq-Siria
(IIS). Il gasdotto è progettato per far confluire il gas iraniano dal
gigante giacimento South Pars verso il porto siriano di Tartus, dove
c’e’ una base russa.
C’e’ una proposta che vede il gasdotto diramarsi sotto il mare
fino alla Grecia- il paese dove è anche in progetto un nodo del
gasdotto russo South Stream legato all’Europa. Se la Grecia
diventasse l’anello di giunzione per i due gasdotti, cancellerebbe il
sogno occidentale di far fluire il gas del Golfo Persico verso
l’Europa lungo una rotta indipendentedal controllo di Mosca.
Il progetto South Stream era stato annunciato il 23 giugno
2007, quando il presidente della compagnia energetica italiana Eni,
Paolo Scaroni e il vice presidente della Gazprom, Alexander
57
Medvedev, firmarono a Roma un protocollo d’intesa per la
costruzione del South Stream. Il 22 novembre 2007, Gazprom ed Eni
firmarono a Mosca un accordo per la creazione di un’impresa
comune per la realizzazione del progetto. Romano Prodi, a quel
tempo primo ministro, ricevette un’offerta dalla Gazprom per
presiedere il consorzio South Stream AG. Questa mossa è stata
comparata a quella dell’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroder per
dirigere il Nord Stream AG, il consorzio per la costruzione del
gasdotto Nord Stream, il quale è un gasdotto offshore che parte da
Vyborg in Russia e arriva a Greifswald in Germania. Il progetto era
stato considerato controverso a causa della maggiore dipendenza
energetica europea dalla Russia.
Che cosa succederebbe se il maggiore centro per il trasporto
del gas russo verso l’Europa cambiasse la sua sfera d’influenza?
Cambierebbe l’intero scenario.
58
Figura 12: Maggiori gasdotti passanti per l’Ucraina.
Secondo un rapporto stilato dall’U.S. Energy Information
Administration33, l’Ucraina è un’importante piattaforma per il gas
naturale europeo. Utilizzando dati della russa Gazprom e del blocco
energetico orientale, l’amministrazione stima che il 16% di tutto il
gas consumato dall’Europa passa per l’Ucraina.
La Russia fornisce il 30% dei 18,7 trilioni di piedi cubici di gas
naturale all’Europa e circa la metà del quale trova la sua strada verso
l’Europa mediante la rete di gasdotti ucraini: il Bratsvo, il più grande
gasdotto russo passa per l’Ucraina prima di dividersi in due sistemi
separati, uno che va verso il nord e l’altro verso il sud, il Soyuz che
fa confluire il carburante russo verso l’Asia centrale come anche
verso l’Europa centrale e del nord e il Trans-Balkan che si dirige
verso sud, portando il gas naturale alle nazioni dell’area balcanica,
come anche alla Turchia.
L’Ucraina nel 2009 aveva salutato con favore il lancio del
progetto Nabucco e doveva essere il paese dietro cui iniziava la
creazione dello spazio energetico Caspio-Mar Nero- Baltico.
˂ http://www.eia.gov/todayinenergy/detail.cfm?id=15411˃ U.S. Energy Information Administration- EIA- Indipendent
Statistics and Analysis. ‘‘16% of Natural Gas Consumed in Europe Flows through ukraine“. 14 Mar., 2014. Visitato 12
Maggio 2014.
33
59
Un recente rapporto sponsorizzato dal Dipartimento di Stato
americano dice “La posizione strategica dell’ craina collocata in
mezzo ai maggiori produttori di energia (Russia e il Mar Caspio) e
ai mercati di consumo della regione eurasiatica, la sua enorme rete
di transito e la sua capacità di stoccaggio sotterranea”, fanno del
paese “Un potenziale protagonista di primo livello del trasporto
energetico europeo”, una posizione che“crescerà al continuo
aumentare della richiesta da parte dell’Europa occidentale di gas e
petrolio russo e caspio”34.
Il passaggio all’Europa di un paese perno come l’Ucraina
significa un’altra vittoria strategica per l’occidente. Significa
principalmente diversificazione in termini di sicurezza energetica
europea. Significa che c’e’ una possibilità per il petrolio e il gas
iraniano di essere commercializzato in Europa evitando il controllo
russo.
Il vecchio sogno della ferrovia Berlino - Baghdad prima e il
piano di Hitler dopo, di stabilire una linea di comunicazione per
˂http://www.wilsoncenter.org/sites/default/files/op291_ukraines_energy_policy_balmaceda_2004.pdf˃ Balmaceda,
Margarita M. "Occasional Paper #291 Ukraine’s Energy Policy and U.S. Strategic Interests in Eurasia." The Kennan Institute,
The Woodrow Wilson International Center for Scholars, May 2004. Visitato 12 Maggio 2014.
34
60
prendere il controllo sul Caspio e ostacolare la Russia,è probabile
diventi realtà dopo circa cento anni. Significa che tutti i paesi che
facevano parte dell’ex Unione Sovietica e che sono stati inclusi sotto
l’egida dell’Unione Europea con grande sforzo possono adesso
diventare parte integrante della comunità europea non solo sotto il
profilo economico e politico ma anche sotto il profilo energetico.
Inoltre, quello che si pensa oggi sia il risorgere di un clima da
Guerra Fredda, potrebbe essere solo la formula magica per riavviare
i motori dell’economia a una fase di stallo dal 2008.
Ma, francamente, il gioco è aperto e siamo lontani dal le Jeux
sont faits, rien ne va plus.
61
CAPITOLO II
II.1 Sistemi di fissazione prezzi del petrolio: posted
price, modello OPEC, sistema legato al mercato e la
formula pricing.
Rockefeller, il primo barone dell’era del petrolio, credeva
fermamente nella necessità di controllare l’industria del petrolio
attraverso il monopolio, al fine di stabilizzarne i prezzi ed evitare che
l’instabilità’ distruggesse il mercato. Prima le Sette Sorelle e poi
l’OPEC35 hanno a lungo perseguito lo stesso obiettivo, fallendo.
˂ http://www.geoexpro.com/articles/2010/05/the-road-to-opec-1960˃ Sorkhabi, Rasoul. "GEO ExPro - The Road to OPEC
1960." GEO ExPro – Vol.7, No.5 2010. Visitato 19 Maggio 2014.
35
62
All’inizio del ventesimo secolo il petrolio fu scoperto in Iran e
successivamente in Arabia Saudita, Kuwait e Iraq. Nessuno di loro
disponeva dei fondi,tecnologie o competenze necessarie per estrarre
o commercializzare le proprie risorse petrolifere. Questi paesi
avevano bisogno delle competenze delle compagnie internazionali di
petrolio.
L’industria internazionale del petrolio era stata quasi
interamente sviluppata e dominata da sette compagnie petrolifere.
Cinque delle quali erano americane (Chevron, Exxon, Gulf, Mobil,
Texaco), una inglese (BritishPetroleum) e una anglo-olandese
(RoyalDutch/Shell). Molto presto queste compagnie riuscirono a
firmare con il Medio Oriente, l’Africa e l’America Latina una serie
di contratti di concessione. Questi contratti di concessione erano
stilati con clausole riguardanti tempo e aree definite, ma per aree
definite si intendeva un territorio enorme e per tempo definito si
intendevano contratti di concessione incredibilmente duraturi. Basti
pensare che tre compagnie coprivano l’intero Iraq e un solo contratto
copriva l’intera metà meridionale dell’Iran o tutti gli Emirati Arabi
Uniti. Il primo contratto iraniano durò sessanta anni !
Il paese ospitante non partecipava alla produzione o alla
fissazione del prezzo del petrolio, questi agivano solo come venditori
di licenze o concessioni petrolifere. In cambio, i governi ospitanti
63
ricevevano un flusso di guadagni attraverso le royalty e l’imposta sui
redditi. Ognuna delle Sette Sorelle era verticalmente integrata e
teneva il controllo sia sulle operazioni upstream (esplorazione,
sviluppo e produzione del petrolio) che su una parte significativa,
anche se ridotta, delle operazioni downstream (logistica, raffinazione
e commercializzazione). Allo stesso tempo controllavano la quantità
della fornitura di petrolio immessa nel mercato attraverso delle
compagnie consociate che operavano in vari paesi. I legami verticali
e orizzontali permisero alle multinazionali petrolifere di controllare
l’intera mole delle esportazioni dei maggiori paesi produttori di
petrolio e di evitare che ingenti quantitativi di petrolio si
accumulassero nelle mani dei venditori, minimizzando così il rischio
che venditori in competizione si disfacessero del petrolio non voluto
vendendolo a compratori indipendenti e di conseguenza spingendo i
prezzi al ribasso.
Il sistema di fissazione del prezzo del petrolio associato al
sistema di concessioni che si spinse fino alla metà degli anni settanta
era incentrato sul concetto del posted price. Durante i primi decenni
queste nazioni ricche di petrolio, erano soddisfatte dei contratti di
concessione, i quali apportarono un flusso di denaro mai visto prima
d’allora.
64
Sfortunatamente per le compagnie internazionali di petrolio,
queste condizioni favorevoli non sarebbero durate a lungo. Il primo
paese che cominciò a muoversi fu il Venezuela, il quale varò una
legge nel 1943 che prevedeva un aumento delle royalty e delle tasse
pagate dalle compagnie petrolifere al 50% del totale dei loro profitti.
A causa dell’aumento del prezzo del petrolio la legge fu riadattata
due volte e nel 1948 una legge stabilì la tassa a qualsiasi valore
richiesto per assicurare una divisione equa dei profitti.
Le compagnie petrolifere internazionali non solo avevano
potere sui paesi produttori di petrolio ma anche sull’intero mercato
petrolifero, agivano quindi come un cartello.
Dato che alcune
compagnie registravano un surplus di petrolio mentre altre non ne
avevano abbastanza, le compagnie internazionali di petrolio
elaborarono un accordo, dove le compagnie che avessero avuto un
surplus di petrolio lo avrebbero venduto agli altri a un prezzo ridotto.
Questo provvedimento ebbe l’effetto di limitare le forniture,
stabilizzando e/o aumentando i prezzi.
L’incremento dei prezzi del petrolio in realtà portava benefici
ai paesi produttori dato che i profitti erano direttamente legati alle
compagnie petrolifere. Tuttavia, lo stesso potere che permetteva alle
compagnie petrolifere di controllare il prezzo del petrolio gli
permetteva di controllare anche dove dirigere questi profitti extra.
65
Ognuna delle sette maggiori compagnie petrolifere vantava diritti in
diversi paesi dai quali potevano estrarre petrolio. Potevano quindi
facilmente ridurre la produzione in posto per aumentarla in un altro,
dandogli così un vantaggioso potere contrattuale su ogni singolo
paese. Tutto quello di cui erano a conoscenza i paesi produttori era
quanto petrolio le compagnie dichiarassero di aver venduto e quanti
soldi ricevessero da queste vendite. Non vi era nessuna
comunicazione tra i vari paesi produttori, così nessun governo
realmente sapeva quali fossero i proventi derivati dal petrolio delle
altre nazioni. Inoltre i prezzi stabiliti in questi contratti non sono stati
mai rivelati perché le compagnie petrolifere considerano questa
informazione un segreto commerciale.
Il governo venezuelano capì che le compagnie potevano
ridurre la produzione del paese al fine di un leggero aumento dei
prezzi. Per contrastare questa pratica, inviò degli ambasciatori in
Medio Oriente.
Se questi paesi si fossero convinti di adottare
accordi 50-50 allora le compagnie petrolifere non avrebbero avuto
più ragione di ridurre la produzione in Venezuela. Inizialmente la
strategia venezuelana non fu ben capita.
Tuttavia ben presto,
l’Arabia Saudita prese coscienza del fatto che una clausola nel
contratto proibiva l’adozione di un accordo simile a quello
venezuelano.
66
A quel punto però, le compagnie petrolifere capirono che
sarebbe stato difficile rifiutare quell’accordo dopo averne istituito
uno in Venezuela. Agli Stati Uniti de facto importava più assicurarsi
l’accesso al petrolio che una tassa extra sul reddito, così permisero
alle compagnie petrolifere di considerare questo incremento nel
pagamento come una tassa piuttosto che una royalty così da poter
essere dedotta dalle loro tasse sui redditi. In poco tempo tutte le
nazioni produttrici di petrolio adottarono contratti 50-50 per la
suddivisione dei profitti. La maggior parte dei paesi del Medio
Oriente era soddisfatta di questo nuovo tipo di contratto. Ma l’Iran
aveva in mente un’idea più radicale, che si era fatta avanti nel
parlamento iraniano, l’idea era la nazionalizzazione delle risorse. La
nazionalizzazione delle risorse petrolifere si riferisce a quel processo
di confisca delle operazioni di produzione e della proprietà privata,
generalmente con lo scopo di ottenere maggiori profitti dal petrolio
per i governi dei paesi produttori. Il primo ministro Ali Razmara, il
più grande oppositore della nazionalizzazione, fu assassinato nel
1951 e subito dopo il progetto di legge riguardante la
nazionalizzazione fu approvato in parlamento. Sia l’Inghilterra,sia
l’America tentarono di raggiungere un accordo con il primo ministro
Mohammad Mossadegh (il quale salì al potere con il sostegno
popolare contro il volere dello Shah) senza alcun successo e come
conseguenza
l’esportazione
67
di
petrolio
dall’Iran
cessò
completamente. Due anni senza i profitti del petrolio portarono il
paese a sentirne gli effetti e Mossadegh cominciò a perdere consensi.
Nel 1953 un colpo di stato rimise al potere lo Shah, portò all’arresto
di Mossadegh e alla suddivisione degli interessi petroliferi, una volta
solo della British Petroleum, tra le maggiori compagnie. Sarà la
rivoluzione iraniana del 1979 a nazionalizzare nuovamente le risorse.
Nel dicembre 1954 Enrico Mattei, geniale presidente dell’ENI,
chiuse un accordo con il governo egiziano guidato da Nasser,
scuotendo quelle che lui stesso aveva chiamato di Sette Sorelle.
L’intesa contemplò la partecipazione diretta e la parità decisionale
dei paesi produttori di greggio attraverso la costituzione di società
miste. Questa nuova formula, conosciuta come ‘Formula Mattei’, tre
anni dopo permise all’ENI di siglare un contratto rivoluzionario
75%-25%, con lo Shah di Persia Reza Pahlavi. “Il petrolio è loro”
amava dire Mattei, nella convinzione che fosse necessario rendere
autonomi
i
paesi
produttori
dal
punto
di
vista
dell’approvvigionamento energetico, scegliendo la via del dialogo,
della mediazione e del rispetto delle culture.
“Nella sua ‘Filosofia di una ri oluzione’, il leader egiziano
Nasser definì il petrolio uno dei tre pilastri fondamentali della
potenza araba e l’arma più efficace per far prevalere i diritti delle
nazioni arabe contro le potenze occidentali. Questo guaio aveva
68
avuto il sostegno di un alleato tanto inaspettato quanto
inconsapevole, la U.S. Federal Trade Commission, la quale
attraverso la pubblicazione dei risultati della sua indagine sul
‘Cartello internazionale del petrolio’ aveva fornito a molti
intellettuali arabi e allo stesso Nasser una chiara visione di quanto
potere molti paesi della regione avevano inconsapevolmente messo
nelle mani di un esclusivo club di multinazionali occidentali”.36
“Quando nel luglio 1956 gli Stati Uniti ufficialmente
informarono Nasser della loro indisponibilità a finanziare la
costruzione della diga di Aswan, il progetto più ambizioso di Nasser,
la reazione del leader fu drammatica. In pochi giorni annunciò la
nazionalizzazione della Compagnia del Canale di Suez, con
l’o ietti o di usare i profitti del canale per la costruzione della diga.
E allo stesso momento Nasser bloccò i traffici marittimi nel golfo di
Aqaba nel Mar Rosso, il quale era vitale per la fornitura di petrolio
a Israele. Questa notizia fece il giro del mondo e suscitò una
profonda preoccupazione tra i maggiori governi occidentali: proprio
dopo tre anni dalla defenestrazione di Mossadegh, una nuova
minaccia poneva delle ombre sugli interessi delle potenze europee in
un altro paese del Medio Oriente. La Compagnia del Canale era
36
Maugeri, Leonardo. The Age of Oil: The Mythology, History, and Future of the World's Most Controversial Resource.
Westport, CT: Praeger, 2006. Pag.94. traduzione a cura di Marina Marino.
69
infatti uno dei gioielli franco-britannici e un importante fonte di
profitto per entrambe i paesi; ma era anche un presidio geopolitico
di straordinaria importanza”37.
Nel bel mezzo dell’esplosione del nazionalismo arabo, i
maggiori profitti che le nazioni produttrici stavano ricevendo come
conseguenza dei contratti 50-50 molto presto cominciarono a
diminuire a causa della discesa dei prezzi del petrolio. La nascita
della competizione tra le compagnie, infatti,portò alla discesa dei
prezzi.
“La
competizione
è
peccato”,
disse
una
volta
Rockefeller.Infatti, un numero sempre maggiore di compagnie
petrolifere aveva iniziato a prendere una fetta più grande di mercato.
Nel 1956 il Venezuela annunciò che avrebbe assegnato nuove
concessioni. L’Iran e l’Arabia Saudita seguirono la stessa strada,
assegnando alle compagnie indipendenti il segmento maggiore nel
1957. Con lo scopo di mantenere i profitti, le compagnie petrolifere
abbassarono il posted price del petrolio, il quale determina la
maggior parte delle loro tasse. I posted price avrebbero dovuto
riflettere il prezzo del petrolio sul mercato globale ed erano
genericamente basati sul costo del petrolio negli Stati Uniti
stabilizzato con il prezzo del trasporto. In realtà questi prezzi non
37
Ibidem, pag.96.
70
rappresentavano il prezzo del petrolio. Il sistema favoriva le
compagnie occidentali perche loro stessi controllavano i posted
price. Le compagnie riuscivano ad aumentare l’effettivo costo del
petrolio senza cambiare il posted price. Così, un aumento dei loro
profitti del petrolio non necessariamente voleva dire un aumento
delle tasse che loro pagavano. Nel 1958 la rivoluzione in Venezuela
pose fine alla dittatura militare. L’anno seguente fu istituito un
governo democraticamente eletto e Perez Alfonzo fu nominato
ministro delle risorse minerarie e degli idrocarburi. Il Venezuela era
stato immediatamente colpito dalla discesa dei prezzi del
petrolio,poiché le loro tasse ne erano direttamente legate. Una delle
prime azioni del nuovo governo fu di aumentare le tasse sul reddito.
Il risultato fu una tassa netta del 70% sulle compagnie petrolifere.
Perez Alfonzo aveva in mente di far risalire i prezzi del petrolio,
sapeva che i paesi avevano il potere di limitare la produzione,
dunque le nazioni produttrici di petrolio insieme potevano
controllare i prezzi del petrolio riducendo la fornitura. Nel 1959,
cercò di avvicinarsi alle altre nazioni con l’idea di formare una
coalizione di paesi produttori di petrolio, ma non vi fu nessuna
azione seguente la proposta. Per l’anno seguente le nazioni
produttrici ne avevano avuto abbastanza della riduzione del posted
price senza alcun preavviso da parte delle compagnie. Inoltre erano
rimasti colpiti dai risultati raggiunti in Venezuela come conseguenza
71
delle decise azioni che il paese aveva preso riguardo alle compagnie
petrolifere. Cosi decisero di seguire il consiglio di Perez Alfonzo e il
10 settembre 1960 si tenne la prima riunione dell’OPEC
(Organizzazione dei Paesi Esortatori di Petrolio) e l’inglese fu
adottato come lingua ufficiale dell’organizzazione.
Nel 1966 fu presentato un documento esplicativo della politica
riguardante il petrolio dei paesi membri. Questa politica conteneva
alcuni provvedimenti che sarebbero diventati importanti. Il primo
permetteva alle nazioni produttrici di limitare la produzione
nell’interesse della conservazione. Il secondo dichiarava che le
nazioni produttrici avrebbero dovuto stabilire i posted price su cui le
tasse si sarebbero basate. Il terzo dichiarava che i governi avrebbero
dovuto partecipare al possesso delle compagnie petrolifere in modo
ragionevole.
Nell’ottobre 1973, l’OPEC dichiarò un embargo petrolifero in
risposta all’aiuto americano e europeo a Israele nella guerra dello
Yom Kippur del 1973. Il risultato fu una salita dei prezzi del petrolio
da 3$ al barile a 12$ e l’inizio del razionamento del gas. Sebbene
l’embargo durò solo un anno, durante quel periodo il prezzo del
petrolio quadruplicò e le nazioni dell’OPEC scoprirono che il loro
petrolio poteva essere usato come arma politica ed economica contro
altre nazioni. Tuttavia l’epoca d’oro dell’OPEC non durò molto.
72
Conflitti economici e politici tra gli stati membri ostacolarono il
raggiungimento di obiettivi comuni. Il declino della domanda di
petrolio nella metà degli anni ottanta aveva causato una recessione
economica mondiale e la crescita della produzione in paesi
produttori di petrolio non facenti parte del sistema OPEC, i quali
reagirono alla crescita dei prezzi e trassero vantaggio dalle nuove
tecnologie ponendo una grande sfida al sistema di fissazione prezzi
dell’OPEC, in definitiva ne decretarono la fine. I nuovi
giacimenti,che furono scoperti in paesi non facenti parte dell’OPEC,
vollero dire che ingenti quantitativi di petrolio iniziavano a fluire nei
mercati internazionali fuori dal controllo dell’OPEC. Quest’aumento
della fornitura significò anche un aumento nel numero e nella
diversità dei produttori di petrolio i quali stabilivano i loro prezzi in
linea con la domanda del mercato ed erano pertanto più competitivi.
Negli anni ottanta l’OPEC non era più in grado di gestire il delicato
equilibrio tra il prezzo, la fornitura e la domanda e nel 1986 il prezzo
del petrolio collassò a causa della sovrapproduzione. Da allora in
avanti il mercato dettò i prezzi. Tuttavia anche questo sistema non si
è rivelato migliore delle Sette Sorelle o dell’OPEC. Infatti,
l’instabilità dei prezzi durante gli anni novanta è stata la peggiore
mai registrata.
L’adozione del sistema di fissazione prezzi legato al mercato
da parte di molti esportatori di petrolio nel 1986-1988 aprirono un
73
nuovo capitolo nella storia della formazione prezzi del petrolio e
rappresentò il passaggio da un sistema dove i prezzi erano
amministrati dalle compagnie petrolifere multinazionali negli anni
cinquanta e sessanta al sistema OPEC nel periodo 1973-1988 a un
sistema dove i prezzi sono stabiliti dal mercato. Fu adottato per la
prima volta dalla compagnia petrolifera nazionale messicana, la
PEMEX, nel 1986, ricevendo ampia accettazione dalla maggior parte
dei paesi esportatori di petrolio. Dal 1988 divenne ed è ancora il
principale metodo di fissazione dei prezzi del petrolio nel commercio
internazionale. Il mercato petrolifero era pronto per questa
transizione. La fine dei contratti di concessione e l’ondata di
nazionalizzazioni che interruppero le forniture alle compagnie
petrolifere internazionali stabilirono la base per accordi liberamente
negoziati tra due compagnie indipendenti e lo scambio fuori dalle
compagnie petrolifere multinazionali integrate verticalmente e
orizzontalmente. L’emergere di molti fornitori fuori dal sistema
OPEC e di molti compratori aumentò ancora di più l’adozione di
accordi liberamente negoziati tra le parti, che di conseguenza
portarono allo sviluppo di una struttura complessa di mercati
petroliferi interconnessi tra loro che operano in mercati a pronti,
futures, stock options e altri mercati dei derivati. L’innovazione
tecnologica ha reso possibile queste transazioni elettroniche e ha
rivoluzionato i mercati, rendendo possibile gli scambi 24 ore su 24
74
da qualsiasi parte del mondo. La consegna fisica del petrolio è
organizzata sia attraverso gli spot market (contanti) che attraverso
contratti a lungo termine. Lo spot market è usato dalle parti
interessate per comprare o vendere petrolio non coperto da contratti
a lungo termine e si applica spesso per transazioni uniche. Le parti
possono concordare il prezzo al momento dell’accordo o spesso
possono concordarlo al momento del carico. Gli accordi riguardanti
il prezzo sono conclusi con il metodo del 'formula pricing’ ( Px=Pr +D dove P è il prezzo del petrolio x; PR è il prezzo del petrolio
standard; e D è il differenziale, che può essere stabilito da un paese
esportatore o stimato dalle agenzie che si occupano dell’andamento
dei prezzi) il quale lega il prezzo di un carico con contratto a lungo
termine con il prezzo dello spot market.
Ci
sono
vari
tipi
di
petrolio
commercializzato
internazionalmente con differenti qualità e caratteristiche. Le due
proprietà più importanti sono la densità e la quantità di zolfo. Il
petrolio con una bassa densità è chiamato petrolio leggero, che
generalmente rende in proporzione più prodotti petroliferi finali
come la benzina attraverso processi di raffinazione semplici. Gli oli
pesanti hanno una quantità minore di idrocarburi leggeri e richiedono
un più complesso processo di raffinazione come la cokizzazione e il
cracking al fine di produrre la stessa quantità di prodotti petroliferi di
valore. Lo zolfo è una proprietà indesiderata e le raffinerie fanno
75
ingenti investimenti per rimuoverlo. Il petrolio greggio con un alto
tasso di zolfo è chiamato greggio acido mentre quello con un basso
tasso di zolfo è chiamato greggio dolce.
Al cuore del ‘formula pricing’c’e’l‘identificazione del prezzo
secondo benchmark fisici chiave, come il West Texas Intermediate
(WTI), il prezzo ASCI, il Dated Brent e il Dubai. Il prezzo di questi
greggi benchmark, a cui spesso ci si riferisce come a prezzi di spot
market, è al centro del sistema di fissazione dei prezzi (alcuni
governi come quello dell’Oman, Abu Dhabi, Malaysia e Indonesia
non usano questi benchmark, applicando invece i loro prezzi di
vendita ufficiale su base mensile, OSP OfficialSellingPrices). I
prezzi riportati di questi benchmark sono prezzi indicativi o stimati.
Queste valutazioni sono condotte da agenzie specializzate38 come la
Platts o la Argus. Queste agenzie specializzate valutano le loro
informazioni derivanti da accordi conclusi, dagli ordini e dalle
offerte e se non riescono ad avere queste informazioni dal mercato,
raccolgono informazioni pubbliche e private fornitegli dai reporter e
˂Http://www.seec.surrey.ac.uk/Events/EventDocuments/Presentation-BassamFattouh.pdf. ˃ Fattouh, Bassam. "The Crude
Oil Pricing System." Oxford Institute for Energy Studies, 29 Mar. 2011. Visitato 19 Maggio 2014.
38
76
dai mercati finanziari. Chiaramente, il problema che potrebbe
sorgere da questo sistema è la tentazione da parte di queste agenzie
specializzate di cercare di manipolare questi benchmark, ad esempio
non riportando gli scambi in corso o non riportandoli affatto, in
modo da favorire alcune opzioni invece che altre. L’Unione Europea
sta indagando a riguardo e c’e’ una causa aperta a Manhattan nella
quale si suppone che il prezzo del Brent Crude sia stato manipolato
per più di un decennio, a cominciare dal 2002.
Al termine di una giornata di scambi, su una finestra appaiono
i prezzi che le compagnie petrolifere e i broker finanziari
comunicano alle agenzie specializzate. Cosi si stabiliscono i prezzi
per il giorno seguente. Il caso presentato alla corte sostiene che i
prezzi siano stati gonfiati per aumentare il valore del greggio da
parte di compagnie che ne erano in possesso.
77
II.2 Il prezzo del gas naturale.
Il consumo di gas naturale è cresciuto rapidamente durante gli
ultimi trent’anni e oggi conta con un quarto della fornitura energetica
mondiale, un aumento dovuto all’industrializzazione di nuovi
mercati, come l’Asia, il Medio Oriente e l’America Latina. Il gas
naturale contribuisce chiaramente alle emissioni globali di gas serra
ma è relativamente più pulito se comparato al greggio e al carbone.
Il meccanismo dominante per il commercio del gas rimane
comunque l’indicizzazione al petrolio, che ha avuto origine in
Europa nella metà degli anni sessanta e si è poi diffuso in
Asia.Secondo uno studio condotto da Anthony J.Melling, esperto
con più di venti anni nel settore del gas e GNL, “Natural Gas
Pricing and Its Future, Europe as a batteground”, un meccanismo in
contrasto con l’indicizzazione al petrolio, basato sugli hub e sui
mercati di scambio si è sviluppato negli Stati Uniti e si è poi diffuso
nell’Europa continentale attraverso l’Inghilterra nel 1990. In quel
periodo l’Inghilterra decise di introdurre un mercato del gas naturale
liberalizzato e l’industria cominciò a sua volta a sviluppare mercati
di scambio basati genericamente sul modello americano. Nel 1998, il
network inglese del gassi collegò al Belgio, dando inizio così allo
78
sviluppo del mercato delle commodity sul territorio dell’Europa
continentale. Il mercato europeo del gas si spaccò,da una parte il
sistema di prezzi indicizzati al petrolio che domina la parte
continentale e dall’altra il sistema competitivo centrato su prezzi hub
che dall’Inghilterra si è fatto avanti nell’Europa nord occidentale.
Oggi, l’Europa sta assistendo a una collisione senza precedenti tra
questi due meccanismi di fissazione prezzi e culture differenti
riguardanti il gas. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia
(AIE), una delle maggiori questioni relative alla fornitura energetica
mondiale e alla sicurezza riguarda proprio il ‘se’ il sistema
tradizionale che lega il petrolio al gas sopravvivrà. L’Europa ne è
sicuramente il campo di battaglia, ma le implicazioni vanno
sicuramente oltre i confini europei, perché quelli che erano una volta
mercati isolati regionali, sono adesso sempre più interconnessi
attraverso l’aumento della commercializzazione del gas naturale
liquefatto (GNL). Quindi se il modello di mercato spot prendesse
piede in Europa, l’Asia rimarrebbe l’ultima fortezza del sistema dei
prezzi indicizzati al petrolio, rendendo il sistema insostenibile. Al
contrario, se l’indicizzazione al petrolio riacquistasse terreno, vi
sarebbe la possibilità che il mercato spot in America sarebbe
influenzato da questo modello.
Sebbene gli esiti siano lontani dall’esser certi, le poste in gioco
sono alte. Qualsiasi modifica fosse apportata ai contratti esistenti
79
avrebbe degli impatti diretti sugli esportatori che dipendono dai
profitti derivanti dal gas e tra questi:Russia, Algeria, Indonesia e
Malesia. Questi cambiamenti aumenteranno o inaspriranno il tema
della sicurezza energetica e detteranno la sostenibilità delle future
forniture. Il sistema di fissazione prezzi del gas avrà impatto sulla
competitività dell’industria e sulla potenzialità di raggiungere gli
obiettivi mondiali riguardo all’ambiente. A oggi, il sistema
liberalizzato di spot market che aveva fatto ingresso in Inghilterra
seguito poi dal Belgio e dall’Olanda si sta propagando in tutte le
direzioni, rendendo le condizioni più favorevoli sui mercati del
mediterraneo.
80
Figura 13: Nave metaniera.
II.3 La rivoluzione dello shale gas (gas da scisti
bituminosi) e l’accordo di libero scambio USA-UE.
Nel 2012, la produzione di gas naturale negli Stati Uniti ha
sorpassato i ventinove trilioni di metri cubici, un record assoluto. Il
gas è usato per la produzione di energia per le abitazioni, per le
attività, per il riscaldamento e come importante materia prima per
una varietà di processi industriali. La combinazione di trivellazione
orizzontale e fratturazione idraulica, o ‘fracking’39, ha permesso ai
˂ http://www.nytimes.com/news/the-lives-they-lived/2013/12/21/george-mitchell/˃ Gertner, Jon. "George Mitchell, Father of
Fracking." The New York Times, 21 Dec. 2013. Visitato 19 Maggio 2014.
39
81
trivellatori americani di estrarre gas naturale dalle riserve di gas da
scisti bituminosi, che in precedenza non erano state sfruttate a causa
dei costi. La tecnica di fatturazione idraulica è sicuramente
l’innovazione in campo energetico più grossa e importante di questo
secolo, sebbene sia altrettanto controversa in ambito ambientale.
Infatti,le acque di scarico derivanti dal fracking possono contenere
un alto tasso di “fluidi additivi, metalli e naturalmente materiali
radioattivi”, ha dichiarato l’EPA (Agenzia per la Protezione
dell’Ambiente americana), che potrebbero contaminare l’acqua
potabile e in superficie e causare inquinamento atmosferico. Sebbene
gli effetti del fracking sull’ambiente siano ancora sottoposti a un
pesante dibattito, gli effetti economici sono innegabili: la produzione
del gas sta esplodendo. I produttori di gas sperano di vendere la
produzione di gas eccedente americana, traendo vantaggio dai prezzi
in rialzo che vi sono nel resto del mondo e di conseguenza rafforzare
l’economia e il ‘Washington Consensus’. Solo pochi anni fa gli Stati
Uniti dovevano essere grandi importatori di GNL, questa inversione
di tendenza apre la strada ad un’ indipendenza energetica e cambia
l’intero scenario geopolitico.
82
Le esportazioni di GNL aiuteranno l’America a liberare
l’Europa e l’Asia dal giogo politico degli stati produttori dominanti.
L’Europa rimane fortemente legata alla Russia per il gas naturale, se
si tiene in considerazione la decisione della Germania di chiudere le
proprie centrali nucleari e l’ovvio aumento della richiesta di gas. Per
i paesi dell’Europa centrale e dell’est questa dipendenza è anche più
alta.
Tuttavia, la sicurezza energetica dell’Europa è migliorata
grazie al GNL. L’acquisto di GNL ha permesso all’Europa di
guardare ad altri fornitori per il proprio fabbisogno energetico, tra
cui il Qatar, Trinidad, l’Egitto e la Nigeria. Tutto ciò ha portato a una
diversificazione delle importazioni di gas naturale. Molti paesi
europei dell’ex area sovietica sperano di diminuire questa
dipendenza mediante la costruzione di terminali per l’importazione
di GNL.Il Giappone è privo di risorse energetiche sul proprio suolo e
pertanto è altamente dipendente dall’importazione di energia per vie
marittime. Infatti,è il terzo importatore mondiale di greggio, il
secondo di carbone e il primo di gas. La chiusura di quasi tutte le
centrali nucleari dopo il disastro di Fukushima, le cui conseguenze
sono ancora ignote ai più, ha creato anche in questo caso un aumento
della richiesta di forniture energetiche per sopperire alla capacità
persa. A sua volta l’aumento delle richieste di GNL ha fatto alzare i
prezzi e gli alti costi del GNL stanno esaurendo l’economia
83
giapponese, per cui si comincia a far pressione per un ritorno
all’energia nucleare.
L’ordinamento dello shale gas in America:
- secondo il “Natural Gas Act”40, legge riguardante il gas,
entrata in vigore nel 1938 e successivamente modificata molte volte,
l’esportazione di gas naturale è illegale senza l’approvazione del
Segretario
dell’energia.
La
Commissione
Federale
Regolamentatrice dell’Energia o FERC, agenzia responsabile del
rilascio dei permessi di costruire terminali per l’esportazione, ha in
sospeso sedici pratiche riguardanti terminali import ed export GNL.
- secondo la Energy Policy Act del 199241, l’esportazione di
GNL verso paesi con cui l’America ha firmato un accordo di libero
scambio deve essere in accordo con l’interesse pubblico.
Il 24 marzo 2014, il dipartimento dell’Energia americano ha
rilasciato un’approvazione per il progetto energetico di Jordan Cove
˂http://www.law.cornell.edu/uscode/text/15/717b˃ "15 U.S. Code § 717b - Exportation or Importation of Natural Gas;
LNG Terminals." Visitato 19 Maggio 2014.
40
˂http://energy.gov/fe/articles/doe-s-program-regulating-liquefied-natural-gas-export-applications˃ "DOE's Program
Regulating Liquefied Natural Gas Export Applications." Visitato 19 Maggio 2014.
41
84
per l’esportazione di GNL dall’impianto di liquefazione e terminale
di esportazione di Jordan Cove in Oregon, verso paesi che non hanno
un accordo di libero scambio con l’America (non- FTA countries).
Questa è l’ultima delle sette approvazioni sin dal 2011.
Lo schema regolamentativo riguardante l’esportazione di gas
verso paesi dove non vi è un accordo di libero scambio richiede che
il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti valuti ‘l’interesse
pubblicò dell’esportazione. L’analisi svolta dal Dipartimento
dell’Energia,
‘l’interesse
riguardante
pubblico,tiene
in
considerazione maggiormente l’impatto delle esportazioni sui prezzi
nazionali. Ma tiene in considerazione anche altri fattori come: i
benefici a livello locale, regionale e nazionale, impatto ambientale,
commercio internazionale e sicurezza nazionale.
Jordan Cove ha fornito le seguenti argomentazioni per
conformarsi alle regole riguardanti ‘l’interesse pubblicò:
- le riserve di gas naturale possono rispondere sia ai volumi
proposti nel modulo di domanda che ad un’aumentata richiesta
nazionale;
- il progetto di esportazione GNL di Jordan Cove porterà
beneficio all’economia locale, regionale e nazionale attraverso nuovi
posti di lavoro, tasse e attività economiche;
85
- l‘approvazione del progetto da parte del Dipartimento
dell’Energia è in linea con l’agenda del presidente Obama di
incentivare le esportazioni;
- le esportazioni di GNL porteranno a una serie di benefici in
campo internazionale, incluso l’espansione dei mercati, una
transizione globale verso una fonte di energia più pulita che il
greggio o il carbone, la liberalizzazione delle politiche di scambi
internazionali.
L’approvazione del Jordan Cove da parte del Dipartimento
dell’Energia è avvenuta durante un periodo d’intensa agitazione
geopolitica relativa all’annessione da parte della Russia della
penisola della Crimea che era parte dell’Ucraina.
L’economia, il commercio e le considerazioni geopolitiche
generalmente sono a favore di maggiori esportazioni.
Vi è un crescente appoggio bipartisan per le esportazioni di
GNL verso paesi che non hanno accordi di libero scambio (non-FTA
countries). A luglio 2013, trentaquattro senatori hanno firmato una
lettera nella quale si esorta il Dipartimento dell’Energia (DOE) a
prendere delle decisioni rapidamente e a fare una valutazione unica e
non caso per caso delle richieste.
86
La lettera bipartisan “Expedited LNG for American AlliesAct
of 2013”42, nello specifico fa riferimento agli alleati NATO e al
Giappone per l’esportazione di gas naturale verso paesi che non
hanno un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti.
“Expedited LNG American AlliesAct of 2013” vuole
modificare il Natural Gas Act, mantenendo la linea dell’interesse
pubblico , ma accelerando il processo di richiesta e approvazione,
senza modifiche o ritardi, delle esportazioni di gas naturale verso un
paese straniero il quale sia: (1) una nazione con cui sia in vigore un
accordo di libero scambio; (2) un membro della NATO; (3) il
Giappone, purché rimanga in vigore il Trattato di mutua
cooperazione e sicurezza tra gli Stati Uniti e il Giappone; (4)
qualunque paese straniero sia considerato di interesse per la
sicurezza nazionale dal Segretario di Stato.
La proposta di legge rimane al varo della commissione.
Molti paesi importatori di gas naturale come la Francia, il
Giappone, l’Inghilterra e la Spagna non hanno al momento un
accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. Da qui l’importanza
˂ https://www.govtrack.us/congress/bills/113/hr580/text˃ "H.R. 580: Expedited LNG for American Allies Act of 2013."
Visitato 19 Maggio 2014.
42
87
dell’accordo di libero scambio tra gli Stati Uniti e l’Europa
(TAFTA).
L’obiettivo dell’accordo di libero scambio transatlantico,è
rimuovere le barriere regolamentative tra gli Stati Uniti e l’Europa.
L’accordo, si pensa possa contribuire al commercio globale e allo
spostamento dell’equilibrio geopolitico, che si era spostato in
precedenza verso est grazie al basso regime tariffario. Nonostante
ciò, l’accordo solleva una serie di controversie che vanno dalla
preoccupazione che questo possa aprire le porte agli OGM e allo
shale gas in Europa, alla minaccia sui diritti digitali e del lavoro, al
potere delle multinazionali di impugnare legalmente un’ampia serie
di regolamentazioni.
Un’area del trattato
sta già infatti sollevando l’interesse
pubblico: ISDS, “Investor-State Dispute Settlement”, la risoluzione
delle dispute tra Stato e investitori.
In una lettera indirizzata ai capi delle delegazioni, americane
ed europee, riguardanti le trattative, una coalizione di varie
organizzazioni non governative a Dicembre 2013 ha avanzato il
sospetto che l’ISDS forzerebbe i governi a risarcire le multinazionali
per politiche d’interesse pubblico, come la salute o l’ambiente e per
azioni di governo.
88
Il coordinamento europeo degli Amici della Terra, una delle
più attive organizzazioni non governative riguardante quest’assunto,
crede che le disposizioni riguardanti l’ISDS non debbano essere
incluse nel trattato di libero scambio in discussione per i seguenti
motivi:
- le specifiche disposizioni riguardanti l’ISDS elevano gli
investitori allo status di stati sovrani, mentre limitano i poteri degli
stati rispetto alle compagnie estere presenti sul loro territorio. Questo
crea una serie d’impedimenti al compito degli stati di regolare
nell’interesse dei propri cittadini e potrebbe anche ostacolare
l’introduzione di misure restrittive del potere degli investitori
nell’interesse
pubblico.
Inoltre
potrebbe
avere
impatti
particolarmente dannosi per il clima e l’ambiente.
- i casi basati sull’ISDS abbandonano gli esistenti meccanismi
giudiziari in favore di meccanismi di risoluzione delle dispute segreti
e inspiegabili. Non è quindi necessaria tantomeno giustificata
l’adozione di tale sistema giacch sia l’America sia l’Europa hanno
forti e funzionanti sistemi giuridici.
- i meccanismi ISDS violano anche l’esclusiva giurisdizione
della Corte Europea di Giustizia, in tal modo si può sostenere che
siano incompatibili con i trattati europei.
89
- l’ISDS è un meccanismo a senso unico che non è giusto nei
confronti degli stati, giacché solo gli investitori possono reclamare le
proprie condizioni; gli stati sono limitati a difendersi. Inoltre il
sistema copre solo attività commerciali; i casi relativi ai diritti umani
o all’ambiente sono esclusi.
Stuart Eizenstat, ex ambasciatore americano presso l’Unione
Europea ha dichiarato: “Nel caso in cui l’Europa a
ia più leggi
riguardanti la protezione ambientale e i diritti sul lavoro che gli
Stati Uniti, questi non sarebbero compromessi perché, anche nel
caso in cui i mediatori trovassero una violazione da parte dello
stato, lo stato è sovrano e non deve cambiare la legge o la
regolamentazione. Sebbene chiaramente possa incorrere nel
pagamento di un indennizzo.” “Le organizzazioni non governative
stanno perdendo la
isione d’insieme. Quando la ora o per
l’amministrazione Clinton a
iamo promosso degli in estimenti
americani nei paesi in via di sviluppo e questi, a loro volta, volevano
quegli investimenti per creare nuovi impieghi e alzare il livello
della tutela ambientale e dei diritti dei lavoratori . Una delle
maniere di incentivare gli investimenti è quella di avere un forum
90
per risolvere le dispute bilaterali riguardanti il commercio e gli
investimenti.”43
Per concludere, più in generale, le posizioni sono due: da una
parte le multinazionali che promuovono la creazione di ulteriori
apparati legali, i quali permetteranno di rafforzare e proteggere i loro
interessi
economici
attraverso
l’ISDS
e
dall’altra
gruppi
ambientalistici che vogliono usare l’apparato statale per proteggere
l’ambiente.
La stesura del testo del Trattato di Libero Scambio sembra
debba terminare entro il 2015.
˂ http://www.legalweek.com/legal-week/analysis/2327975/ttip-of-the-iceberg-what-the-transatlantic-trade-and-investmentpartnership-trade-deal-means-for-lawyers-on-both-sides-of-the-atlantic˃ "TTIP of the Iceberg – What the Transatlantic Trade
and Investment Partnership Means for Lawyers on Both Sides of the Pond." Visitato 19 Maggio 2014.
43
91
CAPITOLO III
III.1 “Lingua e Potere”, l’importanza della
mediazione e del mediatore linguistico.
Nei secoli passati della storia a noi più vicina, la diffusione di
una cultura è sempre stata correlata ad altri fattori come quello della
scoperta di nuove tecnologie e la diffusione di una lingua. La lingua
ha veicolato la cultura da un impero all’altro, ha incrementato
commerci e fondato imperi millenari. Quel sentimento di
appartenenza a un unico impero sotto la stessa lingua, ha portato nel
caso dei greci all’idea del cosmopolitismo, con il progetto politico di
Alessandro Magno di unificare greci e barbari con la diffusione
della koinè ellenistica, mentre nel caso di Roma, ha portato al Civis
Romanus sum, espressione di orgoglio per l’appartenenza a un
sogno, quello della luce della civilizzazione di Roma.
Come si è già riportato nel presente lavoro, una scoperta come
quella dell’uso pratico della stella polare ha portato i fenici su rotte
di navigazione nord-sud e al successivo ampliamento dei commerci,
perciò si rese necessario all’epoca stabilire un codice-lingua comune
92
che mediasse tra le diverse colonie. Questa esigenza ha portato alla
diffusione dell’alfabeto cananita, favorendo in seguito, il rifiorire
della cultura e del commercio internazionale di quel tempo.
L’alfabeto fenicio, a differenza del nostro, aveva ventidue
consonanti; le vocali, pur esistendo, non erano annotate, come ad
esempio potrebbe avvenire oggi per le vocali brevi dell’arabo nel
caso in cui non fossero annotate. Sarà il genio greco in seguito a
perfezionare l’alfabeto con l’introduzione delle vocali.
Durante il periodo ellenistico la κοινὴ διάλεκτος, o lingua
comune, segue l’espansione della civiltà greca ad opera di
Alessandro Magno, diventando cosi la lingua dell’impero. Sarà
proprio la koinè linguistica, rafforzata da un senso di appartenenza a
un mondo i cui confini varcavano il mediterraneo a favorire
l’espandersi e l’egemonia della cultura, dell’arte e della letteratura
greca dal mar Adriatico fino all’India. Con la battaglia di Pidna nel
148 a.C. la Grecia diventa provincia romana. Ed è attraverso il
Circolo degli Scipioni che il pragmatismo romano si affina con la
cultura greca. Il latino diventa lingua della globalizzazione al tempo
dei romani. Con la caduta dell’impero romano e il sorgere di nuove
potenze, con al seguito altre lingue, sorge la necessità di una nuova
lingua franca per i commerci. Il Mar Mediterraneo, culla della civiltà
93
e da sempre grande mediatore, capace di veicolare idee, culture e
merci, diventa portatore di una nuova lingua franca, il sabir44.
Il sabir si sviluppò sul finire del medioevo e sopravvisse fino al
novecento. Una lingua quindi che ha scavalcato i secoli regalandoci
un esempio di longevità straordinario. Purtroppo, essendo nata per
essere parlata, vi sono pochissime testimonianze scritte. Era dunque
la lingua del bacino mediterraneo ed era parlata soprattutto a bordo
delle navi, nei porti, nei mercati. Era la lingua dei commercianti,
degli armatori, dei marinai e dei pirati, nata dall’esigenza di
comunicare quotidianamente con i musulmani, i berberi e i turchi,
nata laddove persone di diversa origine nazionale avevano bisogno
di
comprare,
vendere,
cambiare
denaro,
chiedere
e
dare
informazioni.
L’apertura del commercio con le indie in quello che fu un
ulteriore passo verso la globalizzazione e la fine dell’impero
ottomano ne segnarono la fine. La lingua pertanto, lungo i secoli, è
stata un mezzo imprescindibile di egemonia e mediazione.
44
"Sabir", Treccani, L'Enciclopedia Italiana.
94
La seconda guerra mondiale apre le porte al secolo americano
e all’inglese come sua lingua franca. Mai nella storia conosciuta
dell’umanità’ si sono raggiunti avanzamenti tecnologici in campo
medico, spaziale, dei trasporti e delle comunicazioni come il secolo
passato e l’attuale. La velocità con cui si sono susseguite le scoperte
è sicuramente l’elemento più straordinario. 100 anni hanno cambiato
il mondo e il modo in cui lo percepiamo. Chiaramente, questa
velocità non ha permesso a tutti di adattarvisi all’istante e tantomeno
non aiuta quei processi che normalmente, in epoche passate,
avrebbero richiesto centinaia di anni.
mediazione
linguistica,
in
un
Si capisce bene che la
mondo
con
un
livello
di
globalizzazione così avanzato, è alla base di tutte le relazioni. E’
vero che l’inglese è la lingua franca in questa fase storica, ma è
altrettanto vero che, a oggi, non è un ipse dixit. La storia continua e
altre lingue potrebbero dominare il futuro prossimo venturo. Infatti,
molte nazioni cercano di promuovere e divulgare la propria lingua,
proprio perché lingua significa potere.
A questo proposito è interessante porre l’attenzione sulla
strategia cinese verso i paesi di lingua portoghese. La strategia cinese
è la strategia di una potenza in crescita, non di una potenza già
affermata la quale impone la propria lingua. Quindi attraverso la
lingua e la cultura si rafforzano i rapporti tra i paesi. Nel 1999,
l’ultimo governatore di Macao, il generale Rocha Vieira, si era
95
preoccupato di mantenere un legame con quella piccola ma influente
comunità latina di Macao, al fine di preservare la lingua e la cultura
portoghese, lanciando l’idea del Forum di Macao45. L’idea non deve
essere passata inosservata ai cinesi, che quattro anni dopo,
nell’ottobre 2003, fondarono il Forum per la cooperazione
economica e commerciale tra la Cina e i Paesi di lingua portoghese,
conosciuto come Forum di Macao. Con un piccolo investimento
strategico la Cina ha avuto enormi guadagni economici e
diplomatici. Basti pensare che la comunità lusofona è presente in
quattro continenti con più di 250 milioni di persone. Il Brasile è
diventato il principale partner commerciale della Cina, l’Angola il
principale partner commerciale africano e il Mozambico, il terzo.
Inoltre la Cina come già riportato nel presente lavoro e in linea con
la teoria dell’importanza delle linee di comunicazione, sta cercando
di ravvivare l’antica Via della Seta e la Via della Seta marittima, che
la porterà a un rafforzamento regionale. Una cosa e’ certa, in questo
scenario si avrà sempre bisogno di mediatori linguistici.
˂Https://www.hsdl.org/?view&did=725996˃Da Silva Horta, Maubere. "CHINA’S RELATIONS WITH PORTUGUESESPEAKING COUNTRIES: A GROWING BUT UNNOTICED RELATION." Naval Postgraduate School, Sept. 2012. Visitato
19 Maggio 2014.
45
96
Come affronta il mediatore linguistico l’avventura per i mari
della mediazione linguistica in ambito energetico e quali le sue
difficoltà e abilità richieste?
Gli aspetti storici, economici e geopolitici
legati ai
combustibili fossili, affrontati nei capitoli precedenti, costituiscono
la base essenziale al conseguimento di una buona mediazione
linguistica in questo settore. Ma, nonostante una buona preparazione,
si commettono molto spesso degli errori nell’ambito della traduzione
della terminologia legata al settore delle energie. Ciò e’ da imputarsi
al modo in cui ci si approccia al progetto di traduzione o
all’incombente consegna. A volte, anche l’estenuante ricerca
terminologica potrebbe portare il traduttore fuori binario, con ovvie
conseguenze quali: quella di ignorare completamente il contesto e
quella di una cattiva interpretazione. A volte anche se il termine può
essere trovato su di un glossario tecnico, la traduzione verso la
lingua interessata potrebbe differire completamente a seconda del
contesto. Per quanto possa sembrare illogico, non e’ sufficiente
avere una consolidata esperienza in uno specifico settore, per una
buona mediazione. In poche parole, un eccellente professionista in
campo tecnico non lo sarebbe nel campo della traduzione, perché
troppo focalizzato sulla categorizzazione. I mediatori linguistici
devono
avere
molte
abilità
analitiche
e
capacità
di
contestualizzazione, memorizzazione e localizzazione. Oltre alla
97
motivazione che li spinge ad una continua ricerca nel proprio campo
di competenza. Il mediatore linguistico, pertanto, potrebbe essere per
analogia comparato a quello che da Cicerone era definito un buon
oratore, id est, vir bonus dicendi peritus. Dove il bonus, deve
intendersi come qualità di intessere relazioni, capacità di
comprensione delle varie culture che si trova a mediare, capacità di
cogliere il quid che può essere il legame tra mondi diversi; mentre il
peritus dicendi è la proprietà di linguaggio nelle sue molteplici
sfumature, che un buon mediatore linguistico sa cogliere in modo da
servirsene per il conseguimento di una buona mediazione. Bonus è
da intendersi anche come qualità del mediatore di non far prevalere
le proprie opinioni, idee o convinzioni al fine di non peccare
ne’d’intolleranza né d’incomprensione, giacch il suo ruolo non può
in alcun modo portare al non dialogo. Il mediatore ascolta, recepisce
e cerca di assemblare e poi elaborare a seconda delle circostanze e
degli interlocutori, quanto è presentato. Deve essere una persona
abile a capire non solo il problema di ordine pratico o economico ma
di intuire e capire la psicologia degli interlocutori. In fondo il
mediatore è un gran conoscitore dell’uomo.
Si colloca in quell’unicum dell’intero processo di mediazione.
In molti casi precede l’opera dell’avvocato, nel preparare il terreno
per evitare posizioni conflittuali e contrasti a volte non sanabili che
potrebbero compromettere l’intero processo di mediazione.
98
Il mediatore linguistico si colloca in questo mondo,
apparentemente globalizzato su internet, in una posizione molto
importante. Infatti, in questa scacchiera mondiale ne è la pedina della
prima mossa. E’ il tramite attraverso cui le informazioni passano da
una persona all’altra, da una comunità all’altra, da un paese all’altro.
E’ attraverso l’opera del mediatore che dopo estenuanti trattative due
governi ad esempio raggiungono un accordo. Ed è sempre attraverso
l’opera del mediatore, che se abbastanza capace, un affare può
andare a buon fine o una guerra può cessare. Sta, infatti, alla sua
sensibilità nell’uso della parola, a quell’innata capacità di provocare
una metanoieia, sta all’intonazione e al pathos con cui si trasmettono
le informazioni, sta alla grande capacità del capire il dove, il quando,
il come, il chi e il perché, rielaborandolo in poco tempo per
conseguire una mediazione di successo. In questo nessun computer
mai potrà sostituire l’uomo. Perche il quid che fa la differenza è il
nostro stesso essere umani, intelligenza variabile, non scienza esatta.
L’industria del petrolio e del gas e’ in costante evoluzione
tecnologica. In più, essendo una delle maggiori industrie mondiali, le
operazioni vengono condotte su larga scala e gli effetti coinvolgono,
come abbiamo visto nei capitoli precedenti, diversi aspetti di uno
scenario. Per questo il settore petrolifero costituisce per i mediatori
linguistici una stimolante sfida alla propria curiosità e un interessante
campo di lavoro con il fine di offrire sempre un miglior servizio.
99
100
III.3 Glossario termini industria del petrolio : ENITA-PT-AR
 Aframax: Average Freight Rate Assessment
- petroliera con tonnellaggio di portata lorda tra 80.000
e 120.000 TPL
-petroleiro da ordem de 80.000 e 120.000 TPB
‫ طن‬0080888- 080888 ‫ناقلة منتجات نفط حمولة إجمالية‬
 Balance sheet : the company’s financial situation at a
particular time
Bilancio- balanço- ‫الميزانية‬
 Downstream: Refining of petroleum crude oil and
processing
and purifying of a raw natural gas,
marketing and distribution.
 Due diligence: a careful investigation of the financial
and business situationof a company which may be
taken over.
 DWT: Dead Weight Tonnage
TPL tonnellagio di portata lorda- TPB tonelada de
peso bruto- ‫الحمولة الساكنة‬
 Expropriation: the taking of property from a private
owner by stateusually through compulsory purchase.
Espropriazione- expropriação/desapropriação101
‫مصادرة الملكية‬
 Fixed asset: an object such as a building or power plant
owned and utilized by a company for long-term use.
Cespite- ativofixo- ‫أصول ثابتة‬
 Force majeure: an unavoidable event over which the
parties who have signed a contract have no influence.
Forza maggiore- forçamaior- ‫القوة القاهرة‬
 Fracking: hydraulic fracturing , mining
technique (
94% water, 5% sand and 1% chemicals)
Fratturazione idraulica- fracturaçãohydraulica‫التصديع الهيدرولي‬
 Grid: a network of pipelines
rete- rede- ‫شبكة‬
 HR: human resources
Risorse Umane- RecursosHumanos- ‫الموارد البشرية‬
 IT: department in charge of software and hardware,
information technology
 Oil tanker; merchant ship for the bulk transport of
oil/gas
petroliera- petroleiro- ‫ناقلة نفط‬
 Nationalization : the act of bringing a company under
state ownership and control.
102
Nazionalizzazione- nacionalização- ‫تأميم‬
 Oil/Gas well: boring.
pozzo
petrolifero/perforazione-
poço
de
petroleo/perfuração- ‫ حفر اآلبار‬: ‫ غاز‬/‫بئر نفط‬
 OBO: Ore- Bulk-Oil carrier
navi che possono trasportare carichi liquidi e secchinaviospolivalentes- ‫الناقالت المختل‬
 PANAMAX : oil tankers specially designed to
navigate the Panama Channel
 Peak load: the maximum amount of electricity
delivered and required over a specific period.
Carico di punta- carga do pico-‫الحمولة الكهربائية القصوى‬
 Proppant: solid material designed to keep an induced
hydraulic fracture
 Red tape: bureaucracy.
 ROI: return on investments
Indice redditivita’ del capitale investito- retornosobre
investimento-‫عائد على االستثمار‬
 Shale gas : non conventional gas
Gas di scisto- gás de xisto- ‫غاز حجر األردواز‬
103
 Subsidiary: a company which belongs to a parent or
holding company.
Societa’ sussidiaria- companhiasubsidiaria‫شركة تابعة‬
 Suezmax: oil tankers specially designed to navigate the
Suez channel
 SWOT analysis: Strength, Weakness, Opportunities,
Threats analysis.
 ULCC: ultra large crude carrier , 550,000DWT
-petroliera con tonnellaggio di portata lorda di 550.000
(TPL)
- petroliero da ordem de 550.000 toneladas de peso
bruto (TPB)
‫ طن‬0080888 ‫ناقلةنفط عمالقةحمولة إجمالية‬
 Upstream: E&P exploration and production sector
Esplorazione & Produzione- Exploração&Produação ‫إكتشاف وإنتاج‬
 VLCC: very large crude carrier, 320,000DWT
-petroliera con tonnellaggio di portata lorda di 320.000
(TPL)
- petroliero da ordem de 320.000 toneladas de peso
bruto (TPB)
‫ طن‬0080888 ‫ناقلة نفط عمالقةحمولة إجمالية‬
104
Abbreviazioni:
ACER
Bbl
Agency for the Co-ordination of Energy Regulators
barrel
CCPP
combined cycle power plant
CCT
clean coal technology
CCTG
combined cycle gas turbine
CEO
chief executive officer
CFO
chief financial officer
CHP
combined heat and power
CO
carbon monoxide
CO2
carbon dioxide
DC
direct current
dept
department
105
DSO
distribution system operator
EPA
Environmental Protection Agency
DOE
US Department of Energy
EC
European Commission
EEX
European Energy Exchange
GHG
greenhouse gas
GPA
Gas Producers Association
GW
gigawatt
H
hydrogen
Ha
hectare
IAEA
International Atomic Energy Agency
IAHE
International Association for Hydrogen Energy
IEA
International Energy Agency
IGCC
integrated gasification combined cycle
IMO
International Maritime organization
106
Inc
incorporated
IPP
independent power producer
ISO
International Standard Organization, independent standard operator
LNG
liquefied natural gas
Ltd
limited
Misc
miscellaneous
NGO
non governamental organization
NOx
nitrogen oxide
OECD
Organization for Economic Co-operation and Development
p.a
per annum
PV
photovoltaic
TCE
tons of coal equivalent
TW
terawatt
UNEP
United Nations Environment Program
WCI
World Coal Institute
107
WTO
World Trade Organization
COT
Commitment of traders
Tcf
Trillion cubic feet
HI
Hydrogen iodide
Ro
Reflectance in oil ( vitrinite reflectance)
m 3/d
cubic meter/day
108
CONCLUSIONI
Come abbiamo potuto costatare, il petrolio è stato per anni, e
continuerà a essere, il re indiscusso delle fonti energetiche. Sebbene
si sia aperta la strada per il gas da scisti bituminosi e altre fonti
energetiche, il cammino è ancora lungo per una società libera dalle
fonti fossili. Il disastro di Fukushima e le conseguenti chiusure in
Giappone e in Germania delle centrali nucleari, hanno posto un’altra
seria sfida al campo delle energie. Nonostante gli sforzi condotti
dalla Germania in direzione delle energie rinnovabili, queste sono
ancora lontane in termini di efficienza e di soddisfacimento della
richiesta mondiale di energia. La crescita demografica e la corsa
all’industrializzazione da parte di molti paesi emergenti hanno fatto
si che quelle risorse, una volta destinate a una parte di mondo, siano
109
adesso distribuite in più parti. E’ fuori di dubbio che, il periodo, in
cui non ci saranno più guerre per l’accaparramento delle risorse,
siano esse legate ai combustibili fossili, alle risorse minerarie come il
coltan o all’acqua, è ancora lontano. La realtà ci parla di conflitti
sempre più aspri, conflitti che si combatteranno con diverse
modalità. Purtroppo, mentre gli affari andranno avanti, soprattutto
durante i periodi di guerra, le potenze giocheranno tutte le loro
posizioni nello scacchiere mondiale al fine di meglio posizionarsi.
Una scacchiera questa, che vede in gioco il campo tecnologico,
spaziale,
delle
informazioni,
finanziario
e
commerciale.
Sembrerebbe un sistema complessissimo ma in realtà è un sistema
che si muove su logiche preistoriche e quindi alquanto prevedibile ed
elementare. Il meccanismo dominante rimane comunque quello del
‘ti creo un problema’ così ‘ti risolvo il problema’.
Le armi atomiche hanno dimostrato al mondo circa sessanta
anni fa, la loro potenza distruttiva. L’evoluzione tecnologica va
avanti e riesce persino difficile immaginare a quale capacità
distruttiva siano arrivate le scoperte oggi. In ogni caso, le armi
nucleari hanno funzionato durante questi anni da deterrente a un
serio conflitto mondiale. Quindi, le guerre sul campo si
continueranno a combattere in piccoli scenari, alle periferie delle
grandi potenze, in paesi in via di sviluppo. Nei paesi in cui il
processo storico ha visto una pausa rispetto ad altri stati, infatti, è
110
molto importante tenere sempre presente e capire la fase storica in
cui si trova un determinato paese. Queste guerre saranno combattute
con armi convenzionali e serviranno maggiormente a svuotare gli
arsenali, a tenere in piedi l’industria bellica così come l’economia
mondiale. Sul campo verranno sempre più usate missioni speciali
mirate, come rivelano i dati delle operazioni in Afghanistan e
tecnologie avanzate come quella dell’uso dei droni. Sul campo sarà
sempre fondamentale la logistica strategica militare, ma la vera
regina della scacchiera è e sarà sicuramente la guerra informativa.
111
LANGUAGE MEDIATION IN THE OIL AGE
112
FOREWORD
We use or hear the word petroleum in the news practically, everyday. And it’s
easy to understand why. Specialty end products : asphalt, diesel fuel, fuel oils,
gasoline, jet fuel, kerosene, liquefied petroleum gas, lubricating oils, paraffin wax ,
tar, petrochemicals. Then we have over 6000 items made from petroleum waste byproducts including: fertilizer, linoleum, perfume, insecticide, petroleum jelly, soap,
vitamin capsules. In fact, one 42-gallon barrel of oil creates 19.4 gallons of gasoline.
The rest (over half) is used to make things like: ink, dresses, telephone, cameras,
eyeglasses, hair coloring, toothpaste, soft contact lenses, aspirin, DVD’s,
antihistamines, refrigerators, dentures, anesthetics, heart valves, just to mention some
of them. Virtually every commercial activity in our global economy is dependent on
oil and other fossil fuels, as are most of our pharmaceutical products. Our clothes, for
the most part, are made from petrochemical synthetic fibers. Our transport, power,
heat, and light are all reliant on fossil fuels as well. We have built an entire
civilization on the exhumed carbon deposits of the Carboniferous period.
Section one deals with the history of the last century. A history undoubtedly
intertwined with oil. And at the same time, this section wants to show the
importance, throughout centuries, of establishing communication lines. This section
ends with an attempt of explaining the difficult and ongoing Syrian, Iranian,
Ukrainian scenario.
113
Section two explains the modus operandi of price fixing, from the Seven
Sister ages to the market related prices. Then, it focuses on shale gas revolution and
the importance of the U.S.- EU free trade agreement.
Section three outlines the importance of language mediation and it ends
describing the skills and role of language mediator.
114
Figura14: MacNally World Map.
SECTION I
I.1 Brief history of oil.
The oil industry, as we currently know it, started in 1859. In 1885-86 Gottlieb
Daimler and Karl Benz invented highly successful and practical gasoline-powered
vehicles that ushered in the age of modern automobiles. At the beginning of 20 th
century Admiral John Fisher, the First Sea Lord from 1904 to 1910, friend and
115
advisor of Churchill, supported the shift from coal to oil in the Royal Navy, the
largest fleet of the 19th century. Oil offered many benefits: it doubled the thermal
content of coal so that boilers could be smaller and ships could travel twice as far, it
had greater speed, could be easily stored in tanks and refueling at sea was feasible.
This fundamental shift to oil was completed at the beginning of WWI.
From that point ahead, given the importance of oil as the fuel of the second
Industrial Revolution and as the main energy resource of modern economies, Energy
Security became a matter of National Security.
Figura15: Caspian Sea Map.
116
I.2 Caspian Sea, the great game
Baku is situated on the western coast of the Caspian Sea and was always
known to be rich of energy resources.
The rich and famous Alfred Nobel, renowned for inventing the dynamite and
founding the Nobel Prize, migrated to Russia from Sweden was one of Russia’s most
prosperous arms-merchant. By 1880, the Nobels were the leading oil producers in
Baku and by 1900, Baku was producing half oil supply in the world. Ludvig Nobel
became the ‘King of Baku’ because he figured out how to distribute oil. His brilliant
solution was to pump oil directly into the hull of a ship that was specially designed to
navigate the Volga. This day oil tanker, namely large tanker and very large crude
carriers are the largest moving objects ever built. The first ship, “Zoroaster”, was
launched in 1878 in Baku.
117
Figura16: “Zoroaster” the first oil tanker.
In the period 1910-1914 there were only three major oil companies in the
west: Standard Oil of America after the 1911 breakup and its “mini-S.O.- standards”
( following newly enacted US antitrust laws), the British- Persian Petroleum
company, which controlled the large oilfields in Persia (today Iran), roughly
extending up into southern Russia, and Royal Dutch Shell which controlled the vast
oil fields in the old east Indies Colonies in Indonesia and southeast Asia.
As we learned in history classes, what triggered WWI on June 28, 1914 was
the assassination of Archduke Franz Ferdinand of Austria, by a Yugoslav nationalist
in Sarajevo. Despite limited evidence, Austria-Hungary blamed the Serbian
government for the assassination. This set off a diplomatic crisis with AustriaHungary delivering an ultimatum to the Kingdom of Serbia, and international
118
alliances formed over the previous decades were invoked. Within weeks, the major
powers were at war and the conflict soon spread around the world. There were many
causes of friction between Germany and Britain, but one in particular was
compelling. According to Morris Jastrow46, the railway Berlin- Baghdad, whose
mission was supposed to be making easier for exchange ideas and merchandise, was
instead a primary factor of pulling them apart, leading them to mutual destruction.
Railways were fundamental at that time. By rail the western United States were built,
by rail German industrialists planned to colonize the Middle East and hinder Russia.
“ If Berlin to Baghdad were achieved, a huge block of territory, unassailable by seapower would be united under German authority” warned R.G.D Laffin, at that time
senior British Military Adviser attached to the Serbian army. A free tax railway,
bypassing Suez channel could translate into scoring an incredible strategic victory47.
MorrisJastrow, “The War and the Bagdad Railway, the history of Asia Minor and its relation to the
46
presentconflict”, PHILADELPHIA AND LONDON J.B. LIPPINCOTT COMPANY, 1917.
˂http://www.foreignaffairs.com/articles/70087/philip-willard-ireland/berlin-to-baghdad-up-to-date˃. COUNCIL OF
FOREIGN RELATIONS, “ Berlin to Baghdad Up-To-date”. April 1941. RetrivedOct, 2013.
47
119
Figura17: Berlin to Baghdad railway.
Germany and the Ottoman empire wanted to reach Persian oil to subdue the
British colonial power and reach Azerbaijan to subdue the Russians. A Russian
defeat could have meant a stronger position in Caucasus and consequently the Baku
oil fields. Germany invaded neutral Belgium and Luxembourg before moving toward
France, leading Britain to declare war on Germany. United States kept its neutrality
position for two and half years, while granting large-scale loans to the United
Kingdom and France. Then something changed and U.S. decided to back the British.
The submarine warfare was intensifying in the Atlantic. “The U-Boats were sinking
over 500,000 tons of British and Allied vessel48”. Germany declared war zone status
48
Kennedy, Paul. The Rise and Fall of Great Powers: EconomicChange and MilitaryConflict from 1500 to 2000. Pag.271.
London, UK: Vintage, 1988.
120
for the seas around the United Kingdom and the German Embassy to America had
placed a newspaper advertisement warning people not to sail on Lusitania, the
world’s biggest ship of that time. On the afternoon of May 7, 1915, Lusitania was in
fact torpedoed by a German U-Boat, causing 1,198 casualties among passengers. The
sinking caused a storm of protest in the United States and influenced the forthcoming
decision. U.S. President Wilson asked Congress for “a war to end all wars” that
would “make the world safe for democracy”49, and the Congress voted to declare war
on April 6, 1917. In 1918 British forces captured the Baku oil fields. The Allies held
the oil fields for two years. When U.S. troops left the Baku oil fields, the 11th Red
Army overwhelmed the weakened British forces that were still holding Baku, and
took the oil fields back, ending WWI, and creating the reason for the bloc which
would divide East and West for the next 68 years.
The Bolsheviks seized power in Baku and Nobel’s oil business in Azerbaijan
was nationalized. Hundreds of thousands of residents were slaughtered, oil derricks
and facilities of Baku were set on fire. The map of Europe was redrawn, with several
independent nations restored or dismantled. The principal representative of the
British Treasury at the Paris Peace Conference, John Maynard Keynes 50, resigned in
˂ http://www.history.com/this-day-in-history/woodrow-wilson-asks-us-congress-for-declaration-of-war˃ “Woodrow Wilson
Asks U.S. Congress for Declaration of War”. Retrived May 12, 2014.
49
50
Keynes, John Maynard. The Economic Consequences of the Peace. New York: Harcourt, Brace and Howe, 1920.
121
1919 in disagreement with the burden of the requests, warning that it was stoking the
fires for another war in the future. Possibly, the end of First World War was only an
armistice. WWI was thus the culmination of a massive build-up of imperial nations
seeking energy security. At the beginning of the war, there were many empires, at the
end of it, there were two dominant European Empires (France and Britain) and an
emerging new force in the world, the United States.
Some, in 1939 and ’40 were expecting a German attack upon Russia. Instead
German General Rommel went rushing across north Africa to grab the Suez Canal
and control all oil shipping through the canal. Then he planned to continue on to
Persia and toss out the British from the British-Persian oil fields. This was also a
German aim of WWI. Afterwards, both Germany and Japan signed non-aggression
pacts with Russia. The Americans entered WWII after Pearl Harbor. In 1941, quietly,
the Japanese had turned into a very powerful militaristic nation, but they had no
energy or oil supply of their own. They relied on the supply of oil for their new
planes, ships tanks and trucks coming from the Royal Dutch fields in nearby
Indonesia. In July 1941, President Roosevelt signed an embargo to stop all shipping
to Japan, presumably in retaliation for the recent Japanese invasion of French Indochina. President Roosevelt’s U.S. embargo cut off the Japanese oil supply, which
would have quickly shut down Japan, with obvious consequences. In late November
1941 the Japanese sent a written ‘war warning’ through diplomatic channels to
122
Washington51, declaring the embargo should be stopped, or else many American sites
in the Pacific would be attacked in retaliation. Just two weeks later the Japanese
broke the embargo, by bombing the American embargo ships parked in Pearl Harbor.
It was no surprise attack. The Japanese had formally announced it two weeks before.
It was only the obvious result of American strangulation of the oil flow to Japan.
Thus after Japan attacked, America declared war on Germany. Hitler’s plan had
been to first capture the oilfields in Romania by 1939, so Germany would have its
own supply of oil. This was accomplished. Then Rommel would capture the oilfields
in Persia by 1941, then capture the oilfields in Russia in 1942, and only then would
Hitler have sufficient fuel for prosecuting a war against the U.S..
The Romanian oilfields in Ploesti were insufficient for Germany to carry on a
war on two fronts. Since American assistance was going to Stalin, to protect the
southern Russian oilfields and Rommel came to a stop in Africa, no further able to
reach the Persian oilfields, it was only a matter of time until Germany’s war engines
would run out of fuel. Possibly the outcome of the war would have been far different
˂ https://www.cia.gov/library/center-for-the-study-of-intelligence/csi-publications/csistudies/studies/vol46no3/article07.html˃ U.S. CIA. Library, The Information War in the Pacific, 1945. Retrived Dec. 12, 2013.
51
123
if Germany had persisted in the Doenitz Campaign, that was solely dedicated to the
sinking of merchant ships. That eventually, has the potential to knock Britain out.
Following WWII, the British-Persian Oil Company still controlled the vast oil
fields in Iran, but was soon easily eliminated. In 1954 a coup wrested control of Iran
and placed in power the Shah of Iran. Therefore in 1979 the Iranian Revolution took
place, overthrowing the Pahlavi dynasty under Mohammed Reza Shah Pahlavi and
replaced with an Islamic republic under the Grand Ayatollah Ruhollah Khomeini, the
leader of the revolution.
I.3 Pipelines
Communication lines, either cultural or commercial, and technological
breakthroughs combined have always been fundamental for establishing empires.
Some of them even evoke fantasies in our imagination of a more romantic past, like
the Silk Road for instance or the trans-Saharan caravan routes to Timbuktu52.
52
, al rait , a
e
.“
.” London: Victor Gollancz, 1938.
124
More than any other civilization the Romans are famed for their incredible
constructions. Rome’s brilliant architectural, organizational and engineering feats
made them stand out among the ancient peoples. The result was a set of roads,
bridges, aqueducts that stretch from Limmyria Bridge in Turkey to Hadrian’s Wall in
the United Kingdom. “A strategically designed system of roads and naval routes,
originating from the capital city, permitted the rapid redeployment and
concentration- in the event of a major security threat-of the Roman legions stationed
in the various vassal states and tributary provinces. At the empire’s apex, the Roman
legions deployed abroad numbered not less than three hundred thousand men- a
remarkable force, made all the more lethal by Roman superiority in tactics and
armaments as well as the center’s a ility to direct relati ely rapid redeployment. It is
striking to note that in 1996, the vastly more populous supreme power, America, was
protecting the outer reaches of its dominion by stationing 296,000 professional
soldiers o erseas”53. They succeeded to keep control on land and sea communication
lines, consolidating the empire.
Longitude at the end of 18th century reinforced the global dimension of sea
routes. Before the 18th century, ocean navigators could not find an accurate way of
determining longitude. This failure caused ships to miss their destination, many times
53
Brzezi ski, Z ig iew. “The GrandChessboard: American Primacy and ItsGeostrategicImperatives”,
Pag.10. New York, NY: Basic, 1997.
125
crashing into rocks and killing their crews. The 20th century and the beginning of
21th , in the Oil Age, saw a huge improvement of what once was the Roman system.
The consolidation of communication lines. Planes and automobiles reduced physical
distances, internet approached and interlinked millions of people in real time while
GPS satellite dominate the entire system. At present time seismic techniques and
satellite imaging are facilitating the discovery of promising new natural gas
reservoirs and new techniques allow far deeper drilling of promised fields, especially
offshore. Oil and gas, namely the main traded and valuable commodity, make the
balance of power. They are transported through pipelines and/or oil tankers.
In a system of imperial control, as it was for the Roman outposts, sea routes
are ensured by retaining key strategic points.
By land it’s much more complicated. For the simple fact that pipelines
crisscross many countries, therefore demanding major geopolitical and geostrategic
efforts. Pipelines became important in the same way that railway building was
fundamental in the 19th century for Europe and America. They connect trading
partners and influence the regional balance of power. After WWII, the Cold War
shaped the world in two spheres of influence, then with the fall of the Berlin Wall
before, the birth of Europe and the raise of new powers after, global scenario
seemingly became multiplayer.
“ The Soviet invasion of Afghanistan precipitated a two-pronged American
response: direct U.S. assistance to the native resistance in Afghanistan in order to
bog down the Soviet army; and a large scale buildup of the U.S. military presence in
126
the Persian Gulf as a deterrent to any further southward projection of Soviet
political or military power. The United States committed itself to the defense of the
Persian Gulf region, on a par with its western and eastern Eurasian security
interests”54.
The Afghans, backed by the U.S. stopped the construction of the SovietAfghan pipeline and the Soviet Union went through an economic collapse. The south
Caucasus, after the fall of the Soviet Union, emerged as a strategic energy hub,
making the region increasingly important for global as well as regional actors. This
role has been boosted by the construction of new energy export pipelines,
particularly the BTC ( Baku-Tbilisi-Ceyhan)55 and BTE or Shah Deniz pipeline
(Baku-Tbilisi-Erzurum), that connect landlocked Azerbaijani energy resources with
international markets. These pipelines altered the status quo of the balance of power
in the region. They marked the end of Russia’s monopolistic control over the energy
transportation routes from the Caspian region and helped both Azerbaijan and
Georgia move away from the Russian sphere of influence.
54
Ibidem.
55
˂http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/2263611.stm˃ "Caspian Pipeline DreamBecomes Reality." BBC News. BBC, 17 Sept.
2002. RetrivedMay 12, 2014.
127
“Up till now, Europe has been dominated by huge Soviet-era pipelines
running east-to west, from the vast gas fields of Siberia to the big consuming nations
as Germany, with brances into each of the former Soviet- loc states. The ‘southern
energy corridor’ formed y Tanap and TAP reaks that pattern y forming new
supply routes that run both east-to-west and south to north. That is a big advantage
to countries that are currently dependent on Russian gas. For Example, 1bcm of the
Azeri gas will be sold to Bulgaria each year under long term contracts. Meanwhile,
construction of the Ionian-Adriatic Pipeline, which will link up with TAP in Albania,
will bring the gas through Montenegro and Bosnia to Croatia. That will be a
particular boon for Montenegro, which so far has no connection at all to the gas
network. The other crucial aspect of the new corridor is that it could ultimately be
expanded to take in more gas from other sources. (…). There are many options for
incremental flows into TAP and Tanap, for example, from other fields in Azerbaijan,
as well as Turkmenistan, Cyprus and even northern Iraq, says Leslie Palti-Guzman
at the risk consultancy Eurasia Group”56.
“ Indeed since phase two of Shah Deniz was first mooted, the supply picture
has changed significantly. Huge volumes of gas have been discovered in the eastern
Mediterranean and in Iraqi Kurdistan. Gas from Leviathan, a big field found off the
coast of Israel in 2010, could easily end up feeding into Tanap, as could Aphrodite,
56
"Azeri Gas Pipeline PushesBoundaries in Europe." Financial TimesJan. 2, 2014.
128
in Cypriot waters, and Apsheron –another Azeri gas field being developed by
France’s Total- though it will take many years to happen.”57.
Until recently, the leading analysts of geopolitics have debated whether land
power was more significant than sea power and what specific region of Eurasia is
vital to gain control over the entire continent. One of the most prominent, Harold
Mackinder (English Geographer, Feb.15, 1861- March 6, 1947)58, pioneered the
discussion early in this century with his successive concepts of the Eurasian ‘pivot
area’ and, later, of the Central-East European ‘heartland’ as vital springboards for the
attainment of continental domination. He said “Who rules East Europe commands
the Heartland; Who rules Heartland commands the World-Island; Who rules the
World-Island commands the world.”
In 1998 Dick Cheney, the 46th Vice President of the United States under
President George Bush, expressed the common thought of most governments and oil
companies –“I can’t think of a time when we’ e had a region emerge as suddenly to
ecome as strategically significant as the Caspian”. By 1997 President Carter’s
former National Security Adviser, Zbigniew Brezinski, wrote in his book ‘The Grand
Chessboard’ of the need for U.S. to control Eurasian energy reserves in order to
57
Ibidem.
˂http://intersci.ss.uci.edu/wiki/eBooks/Articles/1904%20HEARTLAND%20THEORY%20HALFORD%20MACKINDER.pd
f. Mackinder, H.J. “ The geographical pi ot of History”. Retrived Dec. 12, 2013.
58
129
maintain its global predominance. The 19th century ‘Great Game’ for control of Asia
played by Russian and British empires before and Germany after ( Hitler told one of
his Marshalls “ Unless we get the Baku oil the war is lost”)59 had been revived, but
now with many more players, the most influential being the Russian, the American,
the Chinese and their allies.
According to Brzezinski, today, the geopolitical issue is no longer what
geographic part of Eurasia is the point of departure for continental domination, nor
whether land power is more significant than sea power. The fact is that geopolitics
has moved from the regional to the global dimension, with preponderance over the
entire Eurasian continent serving as the central basis for global primacy. Ergo here a
chessboard.
In this scenario, geopolitical pivots, are fundamental.
Lemay, Beno t, and Pierce Heyward. Erich Von Manstein: Hitler's Master Strategist. Havertown, PA: Casemate, 2010.
59
130
I.4 Syria, Iran, Ukraine.
The direct consequence of the “Renewable Fuel Standard”60 was an increase
in food prices, which mostly affected poor people. At the same time, high
unemployment rate fueled malcontent and internet offered a valid social cohesion
tool. All these factors triggered the so called Arab Spring. What was a genuine
request for more fair life conditions has became for instance, in the case of Syria, the
chance for geostrategic struggle aimed at pipelines by all actors involved.
A battle and complete mess is raging over whether pipelines will go toward
Europe from east to west, from Iran and Iraq to the Mediterranean coast of Syria, or
take a more northbound route from Qatar and Saudi Arabia via Syria and Turkey.
Having realized that the stalled Nabucco pipeline61, and indeed the entire Southern
Corridor62, are backed up only by Azerbaijan’s reserves and can never equal Russian
60
˂ http://www.epa.gov/otaq/fuels/renewablefuels/regulations.htm˃ "Renewable Fuel Standard (RFS)." EPA.
Environmental Protection Agency. Retrived May 12, 2014.
61
˂http://www.nytimes.com/2008/06/11/business/worldbusiness/11iht-pipe.4.13640390.html?_r=0˃ Dempsey, Judy. "EU
Natural Gas Pipeline Project Gets First Order." NY Times [NY] 11 June 2. Retrived Jan.12, 2014.
62
˂ http://www.naturalgaseurope.com/news?keyword=southern+corridor˃ "The Southern Gas Corridor." Natural Gas Europe.
RetrivedMay 12, 2014.
131
supplies to Europe or thwart the construction of the South Stream, the West want to
replace them with resources from the Persian Gulf.
Figura18: Southern Gas Corridor.
Syria happened to be a geopolitical pivot, in the middle of competing pipeline
projects. Bashar al-Assad signed a memorandum in Bushehr on June 25, 2011
regarding the construction of a new Iran-Iraq-Syria gas pipeline63, stretching for
1500km from Asaluyeh on the largest gas field in the world, North Dome/South Pars
(shared between Iran and Qatar) to Damascus. And from there possibly to Europe,
through Greece. Experts believe that this project could be an alternative to the
Nabucco gas pipeline being promoted by the European Union, which doesn’t have
63
˂ http://online.wsj.com/news/articles/SB10001424053111903591104576467631289250392˃ Hafidh, Hassan, and
BenoitFaucon. "Iraq, Iran, Syria Sign $10 Billion Gas-Pipeline Deal." The Wall Street Journal. Dow Jones & Company, 25 July
2011. Visitato Gennaio 2014.
132
sufficient reserves. The Sunnite countries see the Islamic Pipeline from the viewpoint
of interfaith contradictions, considering it a “Shiite pipeline from Shiite Iran through
the territory of Iraq with its Shiite majority and into the territory of Shiite-friendly
Alawite Assad. The geopolitical drama is intensified by the fact that the South Pars is
shared with Sunnite Qatar.
Qatar makes active use of its connections with the military presence of the
U.S. and NATO in the Persian Gulf and it’s not at all interested in the success of an
Iran-Iraq-Syria pipeline, which would be completely independent of the transit routes
of Qatar or Turkey leading to Europe. A competing pipeline transporting gas from
Qatar to Europe would involve Israel and Turkey. The capacity of such pipeline is
unknown as of today, but considering the resources of the Persian Gulf and Eastern
Mediterranean region, it could exceed that of both the Islamic Pipeline and Nabucco,
directly challenging Russia’s South Stream64. This new pipeline is to begin in Qatar,
cross Saudi territory and then Jordan, thus bypassing Shiite Iraq, and reach Syria.
Near Homs the pipeline is to branch in three directions: to the Syrian coastal city of
Latakia, Tripoli in northern Lebanon, and Turkey. The sad truth is that Syria is a
battlefield for Sunni-Islamists, including Al-Qaeda-linked groups, Shia militia
Hezbollah and their allies. As a result, more than 140,000 people have been killed,
more than 6 million rendered refugee, it’s a clear failure of mediation and the
triumph of shame. Furthermore, the rising of Islamic fundamentalism and an Iraq-
˂ http://en.ria.ru/analysis/20090129/119794780.html˃ Mityayev, Oleg. "South Stream's Russian Gas for Europe",
RIANOVOSTI, 29 Gennaio 2009.RetrivedJan., 2014
64
133
style chaos is threatening the entire middle eastern Christian community. Pope
Francis had sent a letter to Russian President Putin on Sept. 3 201365, when a military
intervention to Syria seemed unavoidable. “It is regrettable that, from the very
beginning of the conflict in Syria, one-sided interests have prevailed and in fact
hindered the search for a solution that would have avoided the senseless massacre
now unfolding”(…) “To the leaders present, to each and every one, I make a
heartfelt appeal for them to help find ways to overcome the conflicting positions and
to lay aside the futile pursuit of a military solution.” Pope Francis was an incredible
mediator in the Syrian affair deserving a Nobel Peace Prize.
If Syrian regime survives in part would be due to Iranian support. If that were
to happen, an Iranian sphere of influence would stretch from western Afghanistan to
Beirut. This means a fundamental shift of balance of power in the Middle East. This
possible change would change U.S. stand regarding Iran, would legitimize the
regime inside Iran and would force Saudi Arabia and other Gulf state to be more
flexible on Iranian demands. The U.S. would probably reconsider its opposition to
the Iran-Pakistan pipeline66. This project would not only contribute to regional
integration but would also provide more than an estimated quarter of Pakistan’s daily
65
"Pope Francis WritesLetter to President Putin of Russia Ahead of G20 Summit." 5 Sept. 2013. Web. 12 May 2014.
˂ http://www.pakistantoday.com.pk/profits-mail/page/5736/˃ Shahid, KunwarKhuldrune. “Iran-Pakistan Gas Pipeline
Tra ersing History”. Pakistan Today. Nov. 25, 2011. Retrived May 12, 2014.
66
134
electricity demand. Thanks to last year’s Geneva agreement67, the U.S. has pledged
to suspend sanctions on Iran’s petrochemical exports if Teheran freezes some of its
nuclear weapons program. But if there is one word that defines 2014 is “transition”.
Pakistan has broken its nonalignment position toward the Syrian civil war, officially
siding with Saudi Arabia68. The Pak-Saudi alignment comes at a particularly difficult
moment in Islamabad’s relationship with Iran, which is arming the Assad regime
against the Saudi-funded rebels. Iranians soldiers were recently kidnapped by
insurgents operating in Pakistan’s remote Balochistan province69. Iran also
threatened to invade Pakistani territory in order to rescue them. The agreement with
the Saudis could have negative effects for Pakistan. For one thing, the Iran-Pakistan
natural gas pipeline will be further delayed. A solution could have been the
Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India (TAPI) pipeline70, but the situation in
Afghanistan does not seem to be getting better any time soon, so any pipeline
traversing the volatile northeast Afghanistan isn’t worth banking on.
˂ http://www.washingtonpost.com/world/national-security/kerry-in-geneva-raising-hopes-for-historic-nuclear-deal-withiran/2013/11/23/53e7bfe6-5430-11e3-9fe0-fd2ca728e67c_story.html˃ Gerean, Anne, and Jo Warrick. “Iran, World Powers
Reach Historic Nuclear Deal”. The Washington Post, Nov. 24, 2013. Retrived May 11, 2014.
67
˂ http://www.the-american-interest.com/blog/2014/02/20/pakistan-joins-saudi-arabia-shuns-iran-on-syria-war/˃ " The Feed
Pakistan Joins Saudi Ara ia Shuns Iran on Syria War Comments”. The American Interest, 20 Feb. 2014. Retrived May 12,
2014.
68
69
˂ http://iranpulse.al-monitor.com/index.php/tag/jundullah/˃ Karami, Arash. “Iran Pulse: Must-Reads from Iran Today”.
Feb.9, 2014. Retrived May 12, 2014.
˂ http://mom.gov.af/en/page/4717˃ "Turkmenistan- Afghanistan – Pakistan-India [TAPI] Pipeline." - Ministry of Mines.
Retrived May 12, 2014.
70
135
“ As the U.S. is mulling over its troop withdrawal and new AfPak strategy in
the post-Bin Laden world, China is quietly consolidating its foothold to fill the
U.S./NATO vacuum in the region. Against the backdrop of deteriorating U.S.Pakistan relations, U.S. domestic fiscal austerity, war fatigue in the American public
and among NATO allies, China is deftly posturing itself to step in and fill the void to
consolidate its influence in the Eurasia ‘Great Game’. Although most meetings are
behind closed doors and not all issues are included in official declarations, on June
15 2013, at the 10th anniversary summit of Shanghai Cooperation Organization
(SCO), China and other member states would likely have made decisions on issues
such as membership- admitting Afghanistan as an observer, Pakistan and India as
members, Turkey as a dialogue partner; forming a trilateral alliance between China,
Afghanistan and Pakistan called the Pamir Group, based on the Pamir Mountains
that connect all three countries’ orders; standing up an SCO energy clu to fortify
the Eurasian bloc of energy consuming , producing and transit nations; and
increasing militarization of the hitherto security organization into a possible
collective defense military alliance in the future. Whether Afghanistan remains
neutral or becomes more closely aligned with China and regional grouping of the
SCO will have important long-term implications for U.S. and NATO interests in the
region.”(Dr. Christina Lin, visiting scholar at John Hopkins University and former
director for China affairs in the Office of the Secretary of Defense, China’s Silk Road
Strategy in AfPak: the Shanghai Cooperation Organization)71.(…) “In a recent
˂ http://www.isn.ethz.ch/Digital-Library/Publications/Detail/?id=130169˃ Lin, Christina. “China’s Silk Road Strategy in
AfPak: The Shangai Cooperation Organization.” Nstitut Fur Strategie-Politik- Sicherheits- Und Wirtschaftsberatung (ISPSW),
71
136
Global Times article, a prominent Chinese scholar Li Xiguang argued that Pamir
group could revive the ancient Silk Road that passes through this region, with China
intensifying its investments in building a networks of roads, energy pipelines, electric
grids and other infrastructure connecting AfPak with China. The Wakhan Corridor,
which connects Afghanistan to China, lies next to the city of Kashgar and its newly
de eloped special economic zone in the far western end of China’s Xinjiang
province. China hopes that Kashgar will be restored to the previous position in the
legendary Silk Road, and serve as a launching pad into Pakistan, Afghanistan and
Central Asian countries. There is already an active plan for quadrilateral freight
railroad from Xinjiang through Tajikistan, Afghanistan to Pakistan, where Gwadar
port would bring in Middle East energy supplies. This would also extend their land
connectivity to Iran.”72
“ Besides ha ing good relations with the Tali an, China’s main le erage in
Afghanistan is its strategic ally Pakistan. Unlike the U.S. that seems to have little
influence over Pakistan given its poor bilateral relations, China is a sponsor of
19 June 2011. Visitato 12 Maggio 2014. Translated by Marina Marino.
72
Ibidem.
137
Pakistan via aid, arms sales, UNSC veto power, and shared threat of India. China
uses its ties with Pakistan and ISI to influence Afghanistan, and if it can help broker
a deal with an Afghanistan that is Friendly towards Pakistan, this would serve
China’s interests. Pakistan often refers to China as an ‘all weather friend’ and
Chinese officials have remarked to
.S. diplomats, ‘Pakistan is our Israel’.” “ Iran
also wields great influence in Afghanistan. Since 1979 it has a core interest in
ensuring Afghanistan is not used as a third country from which U.S. can launch an
attack. Iran has tried to prevent Afghanistan from being used as an anti-Iranian
platform and formed relationships with Afghanistan’s Shiite Hazara and other
Dari/Persian speaking communities to counter balance pro-Saudi, pro-Pakistani
elements in the country.(…) Moreo er, China shares Iran’s concerns of U.S. using
Afghanistan as a platform to launch attacks. Iran is surrounded by U.S. troops in its
western flank in Iraq and eastern flank in Afghanistan and eastern flank of U.S.
sponsored anti-China east Asian military alliance (e.g. Japan, South Korea,
Philippines, Taiwan, etc).”73
In this scenario the U.S. conciliatory move to Iran might be a goal. All those
at Geneva for the marathon talks were fully aware of Iran’s importance as the
world’s geostrategic pivot. At the gateway to Central Asia, Southwest Asia, West
Asia, Caucasia and Europe, its unique geography has, over centuries, resulted in the
extension of the Persian ethno-cultural, linguistic, religious economic and
73
Ibidem.
138
geopolitical influence into the heart of Caucasia, Central Asia and beyond. Overnight
Iran, after 30 years, has moved from an isolated power to a major player recognized
by the world’s powers. By paving the way for peace with Teheran, the Obama
administration has moved a step forward in its strategic pivot from the Middle East
to East Asia. Iran is likely to emerge as the centerpiece of a vicious “pipeline war”,
in which the western alliance is expected to compete with rising economies for the
diversion of Eurasia’s vast resources in their direction.
Figura19: Major Gas Pipelines in Ukraine.
It is likely that the revival of the Nabucco pipeline project will emerge as one
of its foremost battleground. Work on Nabucco project has virtually stopped because
of insufficient gas. Iran, which has the second largest gas reserve , is now well
positioned to fill this energy void. However, Iran’s participation in a revived
Nabucco scheme is bound to upset Russia. Iran holds a trump card, which can retain
Moscow’s standing on top of Eurasia’s energy pyramid. Iran is the core participant
of the Iran-Iraq-Syria (IIS) pipeline project. The pipeline is configured to pump gas
139
from Iran’s giant South Pars gas field, toward Syria’s Mediterranean port of Tartus,
and home to a Russian base. There is a proposal that the pipeline can branch along an
undersea section into Greece- the country where a node of Russia’s Europe-bound
South Stream pipeline is also planned. If Greece becomes the junction for the two
pipelines, it will extinguish the western dream of pumping Persian Gulf gas into
Europe along an independent route that is outside Moscow’s control. The South
Stream project, in fact, is seen as rival to the projected Nabucco pipeline. But what if
the main hub for the Russian gas transportation towards Europe changes its sphere
of influence? It will change the entire picture. Ukraine is an important European
natural-gas hub, according to a U.S. Energy Information Administration report 74.
Russia provided 30% of Europe’s 18.7 trillion cubic feet of natural gas in 2013, and
around half of that finds its way to western Europe through three Ukrainian pipeline
networks : the Bratstvo, Russia’s largest pipeline heads through Ukraine before
dividing into two separate systems for North and South. The Soyuz pushes Russia’s
fuel to Central Asia as well as Central and Northern Europe. The Trans-Balkan heads
South, delivering natural gas to Balkan nations, as well as Turkey. Ukraine in 2009
welcomed the launch of the Nabucco gas pipeline project and it was supposed to be
the initiating country behind the creation of the Caspian-Black Sea-Baltic energy
space.
74
˂ http://www.eia.gov/todayinenergy/detail.cfm?id=15411˃ U.S. Energy Information Administration –EIA- Independent
Statistics and Analysis. “16% of Natural Gas Consumed in Europe Flows Through kraine”. March.14, 2014. Retrived May
12, 2014.
140
A recent U.S. State Department-sponsored report notes “
kraine’s strategic
location between the main energy producers ( Russia and the Caspian Sea) and
consumers in the Eurasian region, its large transit network, and its available
underground gas storage capacities”, make the country “ a potentially crucial player
in European energy transit” a position that will “ grow as Western European
demands for Russian and Caspian gas and oil continue to increase”75.
The shift towards Europe by a pivotal country such as Ukraine means another
strategic goal for the West. It mainly means diversification in terms of European
energy security. It means that there is a chance for the Iranian oil to be marketed in
Europe bypassing Russia’s control.
The old dream of the Berlin to Baghdad railway before and Hitler’s plan after
of establishing a communication line to grab control over the Caspian and the Persian
oil hindering Russia is possibly becoming reality after 100 years. It means that all the
former USSR countries which were included under the European aegis at great
expense can now join the European Community not only economically and
75
˂http://www.wilsoncenter.org/sites/default/files/op291_ukraines_energy_policy_balmaceda_2004.pdf˃ Balmaceda, Margarita
M. "Occasional Paper #291 Ukraine’s Energy Policy and U.S. Strategic Interests in Eurasia." The Kennan Institute, The
Woodrow Wilson International Center for Scholars, May 2004. Retrived May 12, 2014.
141
politically but also energetically. Furthermore, what is thought to be nowadays the
resurgence of Cold War climate, it might be only the magic formula to ignite world
economic engine at a stand-still since 2008.But frankly, the game is on and we’re far
from le joux sont faits, rien ne va plus.
SECTION II
II.1 Posted price, OPEC administrated price system, marketrelated system and formula pricing.
The Seven Sister before and the OPEC76 after have for long pursued the same
objective, that is to say, controlling oil prices. But they failed. The beginning of the
twentieth century, oil was discovered in Iran and later in Iraq,Saudi Arabia and
Kuwait. None of them had the money, technology or knowledge to mine or market
76
˂ http://www.geoexpro.com/articles/2010/05/the-road-to-opec-1960˃ Sorkhabi, Rasoul. "GEO ExPro - The Road to OPEC
1960." GEO ExPro – Vol.7, No.5 2010. Retrived May 12, 2014.
142
their oil resources. They needed the know- how of the international oil companies.
The international oil industry was almost entirely developed and dominated by seven
companies. Soon, these companies succeeded in signing a series of concessions
agreements in the Middle East, Africa, and South America. The host governments
did not participate in production or pricing of crude oil and acted only as competing
sellers of licenses or oil concessions. In return, host governments received a stream
of income through royalties and income taxes. Each of the Seven Sister was
vertically integrated and had control of both upstream operations (exploration,
development and production of oil) and to a significant but lesser extent of
downstream operations ( transportation, refining and marketing). unwanted crude oil
to independent buyers and thus pushing prices down.
The oil pricing system associated with the concession system until the mid
1970s was centered on the concept of a posted price. For the first few decades the
undeveloped oil rich nations were satisfied by the concession agreements, which
brought and unprecedented amount of money to the poverty stricken nations.
However these favorable conditions for the IOCs were not to last forever.
And the first country to start acting was Venezuela, which passed legislation in 1943
designed to increase the total royalties and tax paid by oil companies to 50% of their
total profits. Iran had a more radical idea in mind. The sentiment grew in the Majlis,
the Iranian Parliament, that nationalization was the way to go. The nationalization of
the oil supplies refers to the process of confiscation of oil production operations and
143
private property, generally in the purpose of obtaining more revenue from oil for oil
producing countries’ governments.
In the middle of the explosion of Arab Nationalism, the increased profits that
oil producing nations were seeing as a result of the fifty percent profit sharing deals
were soon starting to be offset by decreasing oil prices, basically due to the
beginning of competition between the major oil companies and new concession
agreements awarded to independent oil companies.
The first meeting of OPEC was held on September 10th, 1960.In October
1973, OPEC declared an oil embargo in response to the United States’ and Western
Europe’s support of Israel in the Yom Kippur War of 1973. The result was a rise in
oil prices from $3 per barrel to $12 and the commencement of gas rationing.
Although the embargo only lasted a year, during that time oil prices had quadrupled
and OPEC nations discovered that their oil could be used as both a political and
economic weapon against other nations. However the gold age of OPEC was short.
Political and economical conflicts among member states prevented the achievement
of common objectives. The decline in oil demand in the mid 1980s caused by a
worldwide economic recession and the growth in non-OPEC crude oil production
responding to higher oil prices and taking advantage of new technologies represented
major challenges to OPEC’s administered pricing
system and were ultimately
responsible for its demise. New discoveries in non-OPEC countries meant that
significant amounts of oil began to reach the international market from outside
OPEC. This increase in supply also meant an increase in the number and diversity of
144
crude oil producers who were setting their prices in line with market conditions and
hence proved to be more competitive. In the 80s OPEC was not able to manage the
delicate balance between price, supply and demand and in 1986 oil price collapsed
due to overproduction. Ever since it was the market to be in charge of the prices.
However even this system is not better than the Seven Sister or OPEC. In fact price
instability during the 90s were the worst ever recorded.
The adoption of the market-related pricing system by many oil exporters in
1986-1988 opened a new chapter in the history of oil price formation it represented a
shift from a system in which prices were first administered by the large multinational
oil companies in the 1950s and 1960s and then by OPEC for the period 1973-1988 to
a system in which prices are set by ‘markets’. By 1988, it became and still is the
main method for pricing crude oil in international trade.
Price agreements are usually concluded on the method of ‘formula pricing’
(Px= PR ± D where P is the price of crude x; PR is the benchmark crude price; and D
is the differential, that could be set by an oil exporting country or assessed by price
reporting agencies)77 which links the price of a cargo in long-term contracts to a
market (spot) price. At the heart of formulae pricing is the identification of the price
77
˂Http://www.seec.surrey.ac.uk/Events/EventDocuments/Presentation-BassamFattouh.pdf. ˃ Fattouh, Bassam. "The Crude
Oil Pricing System." Oxford Institute for Energy Studies, 29 Mar. 2011. Retrived May 19, 2014.
145
of key ‘physical’ benchmarks, such as West Texas Intermediate (WTI), the ASCI
price, Dated Brent and Dubai. Unlike the futures market where prices are observable
in real time, the reported prices of physical benchmark are identified or assessed
prices. These assessment are carried out by oil pricing reporting agencies, the two
most important of which are Platts and Argus. Oil reporting agencies assess their
information on concluded deals which they observe, or bids and offers, and failing
that on market talk, other private and public information gathered by reporters, and
information from financial markets. Clearly the problem that could arise is the
temptation by these oil pricing reports agencies of trying to manipulate those
benchmarks, by misreporting current trades or misreporting them in direction that
favors some options instead of others.
II.2 Natural gas pricing.
Consumption of natural gas has grown rapidly over the last three decades and
today accounts for nearly a quarter of the world’s energy supply, due to also the
industrialization of new markets, namely Asia, the Middle East, and Latin America.
The dominant mechanism for the international gas trade, however, remains oil
indexation, which originated in Europe in the 1960s and spread in Asia. A
146
contrasting mechanisms based on hub pricing and traded markets developed in the
United States and has spread to continental Europe via the UK in 1990s. at that time
UK decided to introduce a liberalized market in natural gas and the industry began
developing traded markets based loosely on the U.S. model. And in 1998, the UK
gas network was linked to Belgium, causing commodity markets to spread into
continental Europe. The European gas market split, with oil indexation dominating
the continent while competitive hub pricing-centered in UK- made inroads into
northwestern Europe. Today, Europe is witnessing an unprecedented collision
between these two pricing mechanisms and gas industry cultures. According to The
International Energy Agency, one of the most essential questions related to global
energy supplies and security is whether the traditional link between oil and gas prices
will survive.
While Europe is the battleground, the implications stretch beyond Europe’s
borders because once-isolated regional gas markets are now interconnected through
the rising trade in liquefied natural gas. If the spot market model gains the upper
hand in Europe, Asia will be the last remaining stronghold of oil indexed pricing,
possibly making it unsustainable. Alternatively if oil indexation re-exerts its
predominance, there is the prospect that spot prices in North America will be
influenced by this model. Though the outcomes are far from certain, the stakes are
high. Any modifications to existing contractual arrangements will directly impact
exporters that depend on gas revenue- including Russia, Algeria, Indonesia, and
Malaysia. And these changes will enhance or exacerbate energy security and dictate
the sustainability of future supply.
147
At present time liberalized, liquid spot markets that previously encompassed
the UK, Belgium and Netherlands are spreading in all directions. Northern France
and Germany are rapidly expanding spot trades, and conditions are becoming more
favorable in the Mediterranean markets.
II.3 Shale gas revolution and US-EU free trade agreement.
The combination of horizontal drilling and hydraulic fracturing, or
“fracking”, has allowed American drillers to release natural gas from shale reserves
that had previously been uneconomic to exploit. Mitchell’s fracking technique78 is so
far the most important, and the biggest, energy innovation of this century, however, it
is also the most environmentally controversial. The water contamination caused as a
side-effect of the practice has made some people’s residencies unlivable. Although
the environmental effects of fracking are still under heavy debate, the effects are
undeniable: the production of natural gas is booming.
78
˂ http://www.nytimes.com/news/the-lives-they-lived/2013/12/21/george-mitchell/˃ Gertner, Jon. "George Mitchell, Father of
Fracking." The New York Times, 21 Dec. 2013. Retrived May 19, 2014.
148
Producers hope to sell U.S. surplus production, taking advantage of higher
prices around the world that in turn will boost the economy and strengthen the
Washington consensus. Only a few short years ago the U.S. was expected to be a
large LNG importer, now, that U.S. is on the threshold of exporting LNG, it is
important to assess the geopolitical implications.
LNG exports will help American allies in two key regions – Europe and Asia
– by undercutting the political power of dominant producer states and by expanding
the quantity of total energy supplied to allies starved of energy.
American shale gas regulation:
- Under the Natural Gas Act79, first passed in 1938 and amended several
times since, the export of natural gas is illegal without approval from the Secretary of
Energy. The Federal Energy Regulatory Commission (FERC), the agency
responsible for permitting export terminals, has a backlog of 16 LNG import and
export applications.
79
˂http://www.law.cornell.edu/uscode/text/15/717b˃ "15 U.S. Code § 717b - Exportation or Importation of Natural Gas; LNG
Terminals." Retrived May 19, 2014.
149
- Under the Energy Policy Act of 199280, exporting LNG to countries with
which the U.S. has a free-trade agreement was deemed to be consistent with the
“public interest”.
March 24 2014, the U.S. Department of Energy issued an Order granting
approval to Jordan Cove Energy Project, L.P.. to export liquefied gas (LNG) from
Jordan Cove’s liquefaction and export terminal in Oregon, to countries that do not
have a free trade agreement with the U.S.( non-FTA countries). This Order is the last
of seven since 2011.
The regulatory scheme for gas exports to non-FTA countries requires DOE to
determine whether the export will be in the public interest. DOE’s “public interest”
analysis heavily weights the exports’ predicted impact on domestic prices. But it also
encompasses other factors, including economic benefit at local, regional and national
level, environmental considerations, international trade and national security.
There is growing bipartisan support for LNG exports to non-FTA countries.
In July 2013, 34 senators, signed a letter urging DOE (Department of Energy) to
make decisions quickly and to evaluate applications in bulk rather than on a case-bycase basis.
80
˂http://energy.gov/fe/articles/doe-s-program-regulating-liquefied-natural-gas-export-applications˃ "DOE's Program
Regulating Liquefied Natural Gas Export Applications." Retrived May 19, 2014.
150
The bipartisan ‘Expedited LNG for American Allies Act of 2013’81,
specifically mentions NATO allies and Japan for export natural gas to countries that
do not have free trade agreement (FTA) with the U.S..
The bill remains in committee.
Many natural gas importers, including France, Japan, the United Kingdom,
and Spain, do not currently have free-trade agreement, or FTAs, with the United
States. Therefore the importance of the U.S. –EU Transatlantic Free Trade
Agreement (TAFTA) or the Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP).
Although, the agreement raises a number of controversies: starting from the growing
concern that the negotiation could open the doors for GMOs and shale gas in Europe,
to the threatening of digital and labor rights and, to the empowering of corporations
to legally challenge a wide range of regulations. One area of the proposed treaty is
already raising public interest: ISDS, Investor to State Dispute Settlement. In a letter
to the heads of the U.S. and EU trade delegations, a coalition of NGOs in December
2013 alleged that ISDSs would force “governments to compensate corporations for
public health, environmental and other public interest policies and government
actions”.
81
˂ https://www.govtrack.us/congress/bills/113/hr580/text˃ "H.R. 580: Expedited LNG for American AlliesAct of 2013."
Retrived May 19, 2014.
151
Stuart Eizenstat, former U.S. ambassador to the EU said “ If anything, the EU
has more elevated environmental protection and labor regulations than the U.S., and
this would not be compromised because, even in a case where the arbitrators find
there was a violation by a state, the state is sovereign and does not have to change
law or regulation. Although of course it might have to pay compensation.” “ The
NGOs are losing the forest for the trees. When I worked in the Clinton
administration we promoted U.S. investment in developing countries, and they in
turn wanted that investment because it creates jobs and raises environmental and
labor standards. One of the ways you incentivize this investment is to have a forum
for resolving bilateral trade and investment disputes.”82
So, on one side there are corporations supporting the creation of additional
legal frameworks that will allow them to enhance and protect their economic
interests through ISDSs and on the other side there are environment groups wanting
to use state frameworks to protect environment. The Free Trade Agreement text will
be fully drafted apparently within 2015.
82
˂ http://www.legalweek.com/legal-week/analysis/2327975/ttip-of-the-iceberg-what-the-transatlantic-trade-and-investment-
partnership-trade-deal-means-for-lawyers-on-both-sides-of-the-atlantic˃ "TTIP of the Iceberg – What the Transatlantic Trade
and Investment Partnership Means for Lawyers on Both Sides of the Pond." Retrived May 19, 2014.
152
SECTION III
III.1 “Language and Power”, the importance of language
mediation and mediator.
During the past centuries of our recent history, the spread of a culture has
always been correlated to other factors, such as the discovery of new technologies
and the spread of a language.
Language has always carried culture from one country to another, it has
mediated trades and founded thousand-year old empires. The sense of belonging to
one empire emphasized by the use of the same language, brought the Greeks, for
instance, to the idea of cosmopolitism and to the political project of Alexander the
Great to unify the Greeks and the Barbarians by spreading the Hellenistic koinè. In
the case of Rome that sense of belonging brought the Romans to the Civis Romanus
Sum, expression of pride of being part of a dream. The dream of the light of
civilization of Rome. During the Hellenistic period, the κοινὴ διάλεκτος or common
language, followed the expansion of Greek civilization under Alexander the Great. It
153
was the linguistic koinè, strengthen by a sense of belonging to a world which
boundaries went beyond the Mediterranean Sea, to promote the spread and the
hegemony of Greek culture, art and literature from the Adriatic sea to India. After the
battle of Pidna in 148 a.C., Greece became a Roman province. And it’s through the
Circle of Scipioni that the Roman pragmatism was refined with the Greek culture.
Latin became the language of the globalization in Roman times. With the fall of the
Roman empire and the raise of new powers and languages, a new lingua franca was
needed for trades. The Mediterranean sea, cradle of civilization, has always been a
great mediator of ideas, cultures and merchandises, becoming this time the carrier of
a new lingua franca, the sabir83.
Sabir developed at the end of the Middle Ages and survived until the
Twentieth Century. It was an incredible long-lived language. Unfortunately it was a
spoken language and few written records reached us. It was the language of the
Mediterranean basin and it was mostly spoken onboard of ships, in ports and
markets. It was the language of merchants and ship owners, sailors and pirates. The
opening of the trade with the Indies, in what was a further step toward globalization,
and the demise of the Ottoman empire marked its end.
83
"Sabir",Treccani, Italian Encyclopaedia.
154
WWII opened the door to the American century and to English as its
language. Never in the history of mankind were achieved so many technological
developments as in the previous and current centuries. Innovation has never been
faster in medical, space, logistic and communication fields. The most extraordinary
trait is surely the speed on which discoveries followed one another. 100 years have
changed the world and the way we perceive it. Clearly, this speed does not allow
everybody to adapt on the instant and least of all it does not help those processes that
normally in the past epoch took hundred years to develop. Today the information in
the post-modern world changes the entire notion of classic wars into wars of
information. Therefore the importance of language mediation.
It is truth that English is the current lingua franca, however it’s also true that
it’s not an ipse dixit. History continues and other languages could dominate the
future. In fact, many nations try to promote and spread their languages, because
language is power. At present time it’s interesting to pay attention to the Chinese
strategy toward Portuguese -speaking nations84. Chinese strategy is the strategy of a
raising power, not the strategy of an established power which imposes its language.
History teaches us that, through culture and language, relation between countries
˂Https://www.hsdl.org/? iew&did=725996.˃Da Silva Horta, Maubere. "CHINA’S RELATIONS WITH PORTUGUESESPEAKING COUNTRIES: A GROWING BUT UNNOTICED RELATION." Naval Postgraduate School, Sept. 2012. Retrived
May 19, 2014.
84
155
are strengthen. The last governor of Macau, Lt.Gen. Rocha Viera, was concerned
with preserving Portuguese culture and language and retaining strong cultural ties
with the small Latinized Macanese community. In 1999 he launched the idea of the
creation of the Forum Macau to promote ties between Portugal and Macau. The
Chinese kept the idea and four years later, in October 2003, the Forum for Economic
Cooperation between China and the Portuguese-speaking Countries was established.
With a little strategic investment, China has gained huge diplomatic and economic
advantages. The Lusophone community is present in four continents and accounts for
250 million people. Brazil has become China’s main commercial partner, while
Angola has become the main African commercial partner and Mozambique the third.
As mentioned before in the present work and in line with the idea of the
importance of communication lines, China is trying to revive also the ancient Silk
Road, which in turn is supposed to strengthen its regional position.
One thing is certain, this world will always need language mediators. How
does language mediator face the adventure in the high seas of energy language
mediation? Which are his/her difficulties and skills?
The historic, economic and geopolitical aspects of the
fossil fuels dealt with in the previous sections, are language mediator’s
essential background. However, despite a proper knowledge, mistakes are often
made in this sector. This happens because of the way the translation is approached or
a pressing deadline. Sometimes, the translator focuses too much on the terminology
156
and this could lead him/her to obvious consequences, such as: completely ignoring
and misinterpret the context. Other times even if the term can be found on a technical
glossary, the translation into the target language may differ completely depending on
the context. Contrary to what may seem logical, it is not enough to have some sort of
consolidated experience in this area to achieve a good mediation. In few words,
someone who is as an excellent technician might not be the same in the translation
area, because him/her rationale is too much focused on compartmentalization.
Language mediators must have more than analytical abilities, they must master the
skills of contextualization, memorization and localization.
Language mediator could be similarly compared to what Cicero described
being a good orator, id est, vir bonus dicendi peritus. Where bonus is the skill of
weaving relations and the ability of understanding the different cultures to be
mediated or to get the quid which could be the link between different worlds; while
dicendi peritus is the correct use of language in its numerous nuances, that a skilled
language mediator knows how to catch it.
Bonus is to be intended also as the quality of the mediator to set aside his/her
opinions, ideas or beliefs in order to avoid intolerance or incomprehension, since
his/her role can in no way lead to non-dialogue. Language mediator listens, gets the
message and tries to gather and elaborate the information depending upon
circumstances and speakers. He/she must be a skilled person capable to understand
not only the practical or economical problem, but also to grasp and understand
speakers’ psychology. At the end of the day, language mediator is a great expert of
157
humankind. His/her role is placed in the unicum of the entire mediation process. In
many cases he/she foreruns the lawyer’s work by preparing the ground in order to
avoid conflicting positions and contrasts which could put at stake the entire
mediation process.
Language mediator, come rain or shine, needs an extreme training:
linguistics, history, social and cultural context on which he/she is going to work,
geopolitics, religion, custom and behavior pattern et al. There is no successful
mediation without studying and without the innate skills of language mediator.
Language mediator is, in this global chessboard, the pawn of the first move.
He/she is the channel through which the information are transferred from person to
person and from one country to another. And it’s by his/her commitment that two
countries for instance, after wearing talks, can achieve an agreement or a business
can be concluded successfully or a war can come to an end. It is by his/her sensitivity
in the use of words and by his/her innate ability to trigger metanoein, it is by his/her
voice intonation and the pathos with which transmits information, it is by his/her
great ability to understand the where, when, how, who and why and by re-elaborating
them all together that a successful mediation can be achieved. This role will never be
replaced by computers. Because the quid that makes the difference, it’s our being
human. That is to say, it’s variable intelligence not an exact science. The oil and gas
industry is constantly in advance. Being one of the world’s top leading industries, its
operations are conducted on large scale and the effects involve, as we saw in the
previous sections, different aspects of a scenario. That is precisely the reason why the
158
oil and gas industry is a stimulating challenge for language mediators’ curiosity and
an interesting area to work on.
CONCLUSIONS
This work shows that oil was for years, and will continue to be the undisputed king
of energy resources. Renewable energy resources are increasingly being used today, but a
fossil fuel- free society has a long road ahead yet. The Fukushima nuclear disaster and the
consequent closure of nuclear facilities in Japan and Germany , posed another serious
challenge to the energy sector. Despite the fact that Germany conducted many efforts to
promote the use of renewable energy resources, these latter are far away from meeting
energy efficiency requirement and global demand.
Demographic growth and
industrialization of many developing countries translate into skyrocketing demand of energy
resources which, until recent times were destined only to the rich world. Clearly, the wars
will continue to be fought for these resources such as: water, oil, gas, coltan, etc. It is a fact,
that ever new conflicts spread all over the world. These conflicts are fought in different
ways. Sadly, “business must go on”, especially during war times, and world powers play
their game in the global chessboard striving to secure a better position. Technology, space,
information, finance and commerce fields are all part of the game on this chessboard. It may
look like a complex system. However, in reality, it’s a system based on a sort of prehistoric
159
logic, hence foreseeable and simple: the dominant mechanism remains
“ creating a
problem” to “ solve the problem”.
Atomic weapons showed their destructive power to the world about 60 years ago and
It is hard now to imagine the current state of the art of these weapons. However, nuclear
weapons worked during these years as a deterrent to a serious global war. Therefore,
conflicts are fought today on a smaller scale, in developing countries at the periphery of the
great powers. In developing countries where the historical scenario is not the same as 2014
of the western world. The conflicts are fought with conventional weapons and are needed to
empty arsenals, support the fortunes of the defense industry as well as global economy.
Special operations and drones will be ever more used, as Afghanistan operations
demonstrate. Furthermore, while military strategic logistics remains crucial on ground
operations, the novel master game on the geo-strategic chessboard is by far and large the
information war, or, as it is today dubbed, the “cyberwar”.
160
A mediação linguística no tempo do petróleo
161
INTRODUÇÃO
Somos acostumados a usar ou a escutar nas notícias, a palavra petróleo,
praticamente todos os dias, e é fácil entender o porque. Seria suficiente, no
caso, mencionar os maiores produtos do refino: asfalto, diesel, óleos
combustíveis, gasolina, combustíveis para jatos, querosene, gás natural
líquido, lubrificantes, parafina, alcatrão, produtos petroquímicos. Além disso,
são 6000 os produtos derivados dos resíduos dos subprodutos, entre os quais:
fertilizantes, linóleos, perfumes, inseticidas, sabões e cápsulas para as
vitaminas. De fato, 42 galões de petróleo produzem 19.4 galões de gasolina.
O que sobra, é utilizado para a produção de produtos como: tintas, vestidos,
telefones, óculos de sol, tintas para cabelos, lentes de contato, aspirinas, antihistaminicos, geladeiras, dentaduras, anestéticos e válvulas de coração. Em
prática todas as atividades comerciais como também a maior parte dos
produtos farmacêuticos na nossa economia global dependem do petróleo e
outros combustíveis fósseis. Até mesmo os nossos vestidos são fabricados
com fibras sintéticas derivantes do petróleo. Os nossos transportes, a energia,
o aquecimento nas casas e a luz eléctrica expendem todos dos combustíveis
fósseis. Nos temos construído uma inteira civilização sobre os depósitos de
carvão que remontam ao período Carbonífero. O primeiro capítulo aborda a
162
história do século passado. Uma história, sem dúvida, ligada ao petróleo. E ao
mesmo tempo, este capítulo, quer mostrar a importância, ao longo dos
séculos, das rotas de comunicações. Este capítulo termina, tentando
interpretar a difícil e atual situação da Síria, do Irã e da Ucrânia.
O segundo capítulo esclarece o modus operandi do sistema de fixação
dos preços do petróleo, a partir da era das Sete Irmã até chegar ao sistema
atual de livre mercado. Depois, lida com a revolução do gás de xisto e a
importância do acordo de livre comércio entre os Estados Unidos e a Europa.
O terceiro capítulo introduz a importância da mediação linguística e
termina descrevendo as qualidades próprias e o papel do mediador
linguístico.
163
CAPITULO I
I.1 Breve história do petróleo.
A história do século XX e XXI é a história do petróleo. Este é o
elemento em volta do qual são fundadas as atuais relações internacionais e
através do qual funda-se o equilíbrio entre as potências.
A
indústria
do
petróleo
teve
início
em
1859.
O querosene obtido do petróleo pouco a pouco substituiu o óleo de baleia,
sendo ele mais barato. A sua demanda cresceu muito na América do Norte e,
emseguida,
na
Europa
e
em
outras
partes
do
mundo.
Em 1885-86, Gottlieb Daimler e Karl Benz inventaram veículos a gasolina de
grande sucesso, porque práticos. Estes motores inauguraram a era dos
automóveis modernos. Hoje, milhões e milhões de automóveis circulam pelas
estradas do mundo. No começo do século XXI, o almirante John Fisher,
capitão da Royal Navy de 1904 até 1910, amigo e conselheiro de Churchill,
164
propôs que a frota britânica, a maior frota do mundo no século XIX, passasse
a utilizar o petróleo no lugar do carvão. O petróleo oferecia muitas vantagens:
o dobro das calorias em comparação ao carvão significava que os tanques
poderiam ser menores e que os navios poderiam viajar o dobro, significava
mais rapidez e, além disso, o abastecimento em mar teria sido possível.
Deste ponto adiante, considerada a fundamental importância do
petróleo como combustível da secunda revolução industrial e como elemento
decisivo sobre o qual se funda e está relacionada a nossa sociedade, os
recursos do petróleo e do gás, ou seja a segurança energética tornou-se uma
questão de segurança nacional.
165
I.2 Mar Cáspio, o Grande Jogo.
Baku localiza-se na Costa Oeste do Mar Cáspio e desde sempre é
conhecida por suas riquezas energéticas. A família Nobel, originária da
Suécia, estava tentando comprar madeira em Baku para a fabricação de fuzis,
mas na cidade encontraram uma industria que comecava a se desenvolver e
que teria se tornado o grande boom economico daquela regiao: o petroleo.
Logo decidiram investir no negócio. Por volta do 1880, a família Nobel era a
maior produtora de petróleo em Baku. Vinte anos depois, Baku produzia a
metade do petróleo mundial. A invenção genial da família Nobel foi bombear
o petróleo diretamente no casco de um navio construído especialmente para
navegar o Volga. O primeiro navio,
‘Zoroaster’, foi lançado em 1878 em Baku. Entre 1910 e 1914 as
companhias petrolíferas ocidentais eram só três : a Standard Oil americana, a
British-Persian Petroleum e a Royal Dutch Shell que controlava as jazidas das
Índias Ocidentais na Indonésia e no sudeste Asiático. Ensina-se na escola que
o terrível conflito que inaugurou o século XX estourou por causa do
assassínio do arquiduque Francisco Ferdinando da Áustria por mão de um
nacionalista iugoslavo em Sarajevo. Mas tinham muitas causas de fricção
entre a Alemanha e a Inglaterra. De acordo com quanto escreveu Morris
166
Jastrow85 ( orientalista e bibliotecário americano) no seu livro ‘A guerra e a
ferrovia Berlim- Bagdá’, a ferrovia que teria ajuntado nações favorecendo o
intercâmbio de ideias e mercadorias foi a primeira causa de contraste que em
seguida trouxe a Alemanha e a Inglaterra a destruição recíproca. Através da
ferrovia os industriais alemães tinham projetado colonizar o Oriente Médio e
bloquear a Russia. "Se a Berlim-Bagdá será construída, um enorme bloco de
território, inacessível pelo mar, irá acabar nas mãos da Alemanha", foi o que
referiu R.G.D. Laffin, na época conselheiro militar britânico no exército
servio. Uma ferrovia sem taxas, que além de tudo escapava do controle do
canal de Suez, teria significado uma vitória estratégica da Alemanha86. Por
isso, as potências centrais queriam a Servia. Porque ele teria funcionado como
anel de conjunção para chegar ao Azerbaijão e a Pérsia. Uma derrota russa no
Azerbaijão, significava uma posição mais forte na área caucásica e
obviamente significava ter nas maos o petróleo de Baku. Uma derrota inglesa
na Pérsia significava o controle do petróleo naquela região.
85
Morris Jastrow, “The War and the Bagdad Railway, the history of Asia Minor and its relation to the present
conflict”, PHILADELPHIA AND LONDON J.B. LIPPINCOTT COMPANY, 1917.
86
˂ http://www.foreignaffairs.com/articles/70087/philip-willard-ireland/berlin-to-baghdad-up-to-date˃ COUNCIL
OF FOREIGN RELATIONS, “Berlin to Baghdad Up-To-date”. April 1941, Retrieved October, 2013.
167
Os Estados Unidos entraram em guerra ao lado das forças aliadas
depois do afundamento do navio Lusitânia, que causou a morte de 1198
passageiros. No final da guerra, os Bolcheviques conseguiram ganhar
novamente o controle de Baku, nacionalizando a empresa da família Nobel.
Centenas de pessoas foram mortas e os poços petrolíferos incendiados. Um
dos maiores produtores mundiais de petróleo deixou de existir. No final da
guerra, as quatro maiores potências imperiais-Alemanha, Rússia, ÁustriaHungria e os otomanos- acabaram de existir. O mapa da Europa foi
redesenhado e muitas nações independentes restabelecidas o destruídas. E’
possivel afirmar então que a primeira guerra mundial foi o ápice de um
enorme processo de consolidação de nações imperiais em busca de segurança
energética. Quando a guerra começou, havia muitos impérios, ao acabar
permaneceram só dois grandes impérios europeus (França e Inglaterra) e uma
nova força emergente surgiu, os Estados Unidos. Provavelmente o fim da
primeira guerra mundial foi somente um armistício. Alguns esperavam em
1939-1940 um ataque alemã à Russia. Ao invés, o marechal-de-campo Erwin
Rommel apressou-se no norte da África para tentar capturar o canal de Suez e
controlar todo o transporte de petróleo que por lá passava. Planejou, em
seguida continuar rumo a Pérsia, para caçar os ingleses das jazidas da BritishPetroleum. Este era um dos alvos da primeira guerra mundial também. Os
Estados Unidos entraram em guerra só depois do ataque de Pearl Harbor. Em
julho de 1941, o presidente Roosevelt assinou um embargo para bloquear
todos os abastecimentos destinados ao Japão, provavelmente em retaliação a
168
invasão japonesa da Indochina francesa. Depois de lançar um "War warning"
através de canais diplomáticos no qual o Japão pedia a cessação do embargo e
ameaçava um ataque aos americanos no pacifico, o Japão quebrou o embargo
atacando os navios americanos em Pearl Harbor. Em seguida os Estados
Unidos atacaram a Alemanha. Hitler no entanto, consegui apropriar-se das
jazidas da Romenia. Mas com a guerra que se abriu em varias frentes e com
Rommel parado na África, as jazidas da Romenia não eram mais suficientes.
Em poucas palavras, a máquina da guerra alemã ficou sem gasolina. Depois
da secunda guerra mundial, a companhia British-Persian Petroleum ainda
controlava as enormes jazidas no Irã, embora foi logo eliminada. Um golpe
de estado em 1954 tomou o controle do Irã, colocando o Xá no poder.
Em seguida, em 1979, a Revolução Iraniana expulsou a dinastia Pahlavi,
substituindo-a com uma República islâmica sob o comando do aiatolá
Ruhollah Khamenei.
169
I.3 Oleodutos-Gasdutos.
As linhas de comunicação, sejam elas culturais o comerciais, junto com as
descobertas tecnológicas, sempre foram um elemento extremamente importante na
fundação dos impérios. Algumas delas até evocam um passado mais romântico na
nossa imaginação, como por exemplo a Rota da Seda o as rotas caravaneiras
transaaharianas até Timbuktu87. Quando os fenícios conseguiram usar a estrela polar
para a navegação, novas rotas se abriram entre o norte eo sul do mediterrâneo. Estas
rotas contribuíram ao renascimento da cultura e do comércio internacional, trazendo
também a difusão do alfabeto canaanita e uma nova era chamada de Idade do
Ferro. Mais tarde, os romanos esforçaram-se para construir uma rede de linhas de
comunicação feitas de estradas, aquedutos e pontes, que da Turquia chegava até a
Muralha de Adriano na Grã-Bretanha. Segundo referiu Z. Brzezinski, conselheiro da
87
WELCH, Galbraith, and Ren CAILLI . The n eiling of Tim uctoo. The Astounding Ad entures of Cailli .
London: Victor Gollancz, 1938.
170
segurança nacional do governo Cárter, no seu livro ‘O grande Xadrez’88, estas linhas
de comunicação permitiram aos romanos deslocar rapidamente as tropas e os
armamentos, fortalecendo o império. No século XVIII foi finalmente possivel
estabelecer a dimensão global das rotas marítimas, gracas a descoberta da longitude
por um simples carpinteiro. Nos séculos XX e XXI, na era do petróleo, viu-se um
enorme fortalecimento do sistema das rotas de comunicações romanas. Aviões e
automóveis reduziram as distâncias físicas, internet aproximou milhões de pessoas
em tempo real e o GPS passou a dominar o inteiro sistema. Neste cenario,o petróleo
e o gás, constituem o equilíbrio das potências. São transportados via oleodutosgásdutos e/o navios petroleiros. Num sistema de controle imperial, como acontecia
tambem nos destacamentos avançados romanos, as rotas marítimas são protegidas
através do controle de pontos estratégicos. Via terra é muito mais complicado,
devido ao simples fato que estes oleodutos- gásdutos atravessam muitos países,
demandando assim um esforço maior da geopolítica e da geo-estratégia. Os
oleodutos-gásodutos conectam sócios comerciais e influenciam o equilíbrio regional
das potências. Com a queda do muro de Berlim e a criação da União Europeia e o
surgimento de novas potências, o cenário mundial parece ter-se tornado plural. Em
1980, os soviéticos tinham construído um exército enorme e contavam com a maior
88
Brzezinski, Zbigniew. “The Grand Chess oard: American Primacy and Its Geostrategic Imperati es”.New York,
NY: Basic, 1997.
171
frota de submarinos nucleares do mundo. De acordo com Z.Brzezinski a invasão
soviética do Afeganistão apressou uma dupla resposta americana: o posicionamento
em larga escala de tropas militares no Golfo Persa e a ajuda direta a resistência afegã.
Os afegãos com a ajuda dos americanos bloquearam a construção do oleoduto
soviético-afegão. Este fator contribuiu certamente a caida da União Soviética. A
região da Transcaucasia, ou Caucaso Sul, depois da queda da União Soviética surgiu
como polo estratégico da energia, tornando a região cada vez mais importante ao
nível global também como regional. Este novo papel foi suportado pela construção
de novos oleodutos, especialmente o BTC, Baku-Tbilisi-Cheyan, o qual conecta os
recursos energéticos do Azerbaijão aos mercados internacionais. Estes oleodutos
alteraram o status quo do equilíbrio regional das potências. De fato, decretaram o fim
do monopólio russo das rotas de transporto energético da região do Cáspio e
ajudaram o Azerbaijan e a Geórgia a livrarem-se do dominio russo. "O corredor
energético meridional, Tanap e TAP, quebra este esquema formando novas rotas de
fornecimento, as quais correm do leste para oeste e do sul para o norte. Este é uma
grande vantagem para todos aqueles países dependentes atualmente do gás russo."
“Certamente desde quando a fase número dois do Shah Deniz está sendo debatida, o
inteiro cenário mudou significativamente. Enormes volumes de gás foram
descobertos no Mediterrâneo oriental e no Curdistao iraqueuiano. O gás do
Leviathan, um enorme jazida descoberta ao largo das águas de Israel em 2010,
poderia facilmente confluir no Tanap, como também o Afrodite, nas águas cipriotas,
172
e Apsheron- uma outra jazida no Azerbaijão - embora ocorrerão anos até que isto
aconteça”.89
Até pouco tempo atrás, os melhores analistas da geopolítica debateram sobre qual
seria o poder mais significativo, se aquele naval ou terrestre e qual específica região
eurasiática seria de vital importância para controlar o inteiro continente. Harold
MacKinder (geógrafo inglês)90 abriu o caminho desta discussão no começo do século
passado com a sua teoria das áreas estratégicas. Em 1998 Dick Cheney, vicepresidente do governo Bush, expressou o pensamento comum de muitos governos e
companhias petrolíferas " Não consigo imaginar outro período de tempo em que uma
região tenha aflorado tão rapidamente ao ponto de se tornar fundamental como
aconteceu com a regiao do Cáspio". Em 1997, Z. Brzezinski, escreveu no seu livro
sobre a
necessidade dos Estados Unidos controlar os recursos energéticos
eurasiáticos para manter a própria predominação mundial. O ‘Grande Papel’ do
século XIX para o controle da Asia, desempenhado pela Rússia e Inglaterra antes e
por Hitler depois está renascendo agora, mas com muito mais jogadores, sendo os
89
"Azeri Gas Pipeline Pushes Boundaries in Europe." Financial Times 2 Jan. 2014.Trad. feitapor Marina Marino
˂http://intersci.ss.uci.edu/wiki/eBooks/Articles/1904%20HEARTLAND%20THEORY%20HALFORD%20MAC
90
KINDER.pdf. MacKinder, H.J. “The Geographical Pivot of History”. Acessado no dia 12 de Dec. 2013.
173
mais influentes os governos da Rússia, da China e dos Estados Unidos e os
respectivos aliados. De acordo com Z. Brzezinski, hoje a geopolítica mudou-se de
uma dimensão regional para uma dimensão global, com a prevalência do continente
eurasiático, que emergiu como base central para a dominação mundial. Neste cenário
os pontos estratégicos geopoliticos, o seja, estados cuja importância é determinada
pela posição estratégica dos mesmos, tendo de facto o poder de negar o acesso a
importantes áreas o negar o acesso aos recursos a alguns importantes atores, são
fundamentais.
I.4 Síria, Irã, Ucrânia.
O gasdouto Irã-Arménia, que se tornou operativo sob o controle do
gigante russo Gazprom em 2007, devia ter no começo, o dobro da capacidade
do douto que já existia, tornando o Irã um importante fornecedor de energia
para a inteira região do Caucaso e ao mesmo tempo permitindo-lhe exportar
energia para os mercados europeus, indo assim em competição com o
monopólio russo. É importante portanto para Moscou, manter o status quo e o
controle dos gasdoutos armênios. A tentativa iraniana de chegar, de uma
maneira independente, aos mercados europeus foi bloqueada, não só por
174
causa das sanções americanas mas também pelos interesses russos. A direta
consequência da lei "Renewable Fuel Standard"91, implementada nos Estados
Unidos em 2007, foi um aumento dos preços da comida no mundo todo,
afetando os mais pobres. Esta foi uma das causas daquela que hoje chama-se
de ‘Primavera Árabe’. As legitimas solicitações para condições de vida mais
justas, tornaram-se, no caso da Síria, ocasião de luta para a passagem de
gasdoutos. Uma batalha e uma completa confusão estão detonando-se sobre o
‘onde’ vão passar estes gasdoutos que vão para a Europa. Se do leste para
oeste, do Irã e Iraq até a costa mediterrânea da Síria ou através de um rumo
mais ao norte, do Qatar e Arábia Saudita, via Síria até a Turquia. Em 2011,
Bashar al-Assad assinou um acordo para a construção de um gasdouto IrãIraque-Síria92 que, da jazida de South Pars chegasse até Damasco. Alguns
especialistas acreditam que este projeto seja uma alternativa ao projeto
Nabucco93, ligado à União Europeia, que esta paralisado devido a escassez
dos recursos energéticos. Os países sunitas consideram este projeto do ponto
de vista religioso, sendo este um gasdouto xiita, que parte do xiita Irã
91
˂ http://www.epa.gov/otaq/fuels/renewablefuels/regulations.htm˃ "Renewable Fuel Standard (RFS)." EPA.
Environmental Protection Agency. AcessadoemMaio, 2014.
92
˂ http://online.wsj.com/news/articles/SB10001424053111903591104576467631289250392˃ Hafidh, Hassan, and
Benoit Faucon. "Iraq, Iran, Syria Sign $10 Billion Gas-Pipeline Deal." The Wall Street Journal. Dow Jones & Company, 25
July 2011. AcessadoemJan. 2014.
93
Dempsey, Judy. "EU Natural Gas Pipeline Project Gets First Order." NY Times [NY] 11 June 2008.
175
passando no xiita Iraq ate alcancar a Síria alauita. O drama torna-se maior
pelo fato da jazida do South Pars, no golfo Persico, ser compartilhada com o
Qatar sunita. O outro gasdouto em discussão levaria o gás do Qatar até a
Europa e envolveria também Israel e a Turquia. Considerados os recursos do
Golfo Persico, o porte deste gasdouto poderia enfrentar diretamente o South
Stream russo94. Este condouto partiria do Qatar, passaria pela Arábia Saudita
e pela Jordânia ate chegar a Síria, perto da cidade de Homs. Os aliados do
Qatar querem alcançar três objectivos: quebrar o monopólio do gás russo na
Europa; livrar a Turquia do gás iraniano; dar a Israel a oportunidade de
exportar o próprio gás. Esta luta sangrenta e perigosa já causou mais de
140.000 mortos e mais de seis milhões de refugiados. É claramente um
fracasso da mediação e o triunfo da vergonha. Além disso, o aumento do
fundamentalismo islâmico e este pandemônio parecido com o do Iraq esta
ameaçando a inteira comunidade cristã do Oriente Médio. Papa Francisco no
dia três de setembro 201395, durante o G20 em São Petersburgo, enviou uma
carta ao presidente Putin, na qual exortou todos os líderes presentes a achar
soluções pacíficas e abandonar ideias de intervenções militares. O Papa
lançou este apelo, quando o presidente Obama estava recolhendo consensos
para uma intervenção militar na Síria. Por isso, mereceria o Prêmio Nobel da
94
˂ http://en.ria.ru/analysis/20090129/119794780.html˃ Mityayev, Oleg. "South Stream's Russian Gas for Europe",
RIANOVOSTI, 29 Gennaio 2009. Acessado em Jan., 2014.
95
"Pope Francis Writes Letter to President Putin of Russia Ahead of G20 Summit." 5 Sept. 2013.
176
Paz.
Se o regime sírio sobreviver será em parte graças ao Irã. Se isso acontecer,
uma esfera de influência iraniana se espalhara numa vasta área que vai do
Afeganistão até Beirute, causando uma substancial mudança no equilíbrio dos
poderes no Oriente Médio. A possível mudança do equilíbrio forçaria os
Estados Unidos a mudar sua posicao de contraste em relacao ao Irã,
fortaleceria o regime iraniano no seu interior e levaria a Arábia Saudita e
outros estados do Golfo a serem mais flexíveis as solicitacoes daquele pais.
Criando uma esfera de influência coerente, o Irã garantiria também um
fornecimento de petróleo estável. Os Estados Unidos poderiam até
reconsiderar a própria objeção ao gasdouto Irã-Pakistan96 em favor de uma
maior integração regional. Em Ginevra97 no ano passado, os Estados Unidos
prometeram tirar as sanções sobre as exportações de petróleo do Irã em troca
do bloqueio de alguns programas nucleares. Porem, uma só palavra pode
definir o ano 2014: transição. O Pakistan98 decidiu ficar ao lado da Arábia
Saudita em relação a questão síria. Este acordo, poderá atrasar o projeto do
96
˂ http://www.pakistantoday.com.pk/profits-mail/page/5736/˃ Shahid KunwarKhuldune. “Iran-Pakistan Gas
Pipeline Tra ersing History”. Pakistan Today. 25 Nov. de 2011. Acessado no dia 12 de Maio 2014.
˂ http://www.washingtonpost.com/world/national-security/kerry-in-geneva-raising-hopes-for-historic-nuclear-deal-
97
with-iran/2013/11/23/53e7bfe6-5430-11e3-9fe0-fd2ca728e67c_story.html˃ Gerean, Anne, and Jo Warrick. “Iran, World
Powers Reach Historic Deal”. The Washington Post, 24 Nov. 2013. Acessado no dia 11 de Maio de 2014.
98
˂ http://www.the-american-interest.com/blog/2014/02/20/pakistan-joins-saudi-arabia-shuns-iran-on-syria-war/˃
" The Feed Pakistan Joins Saudi Ara ia Shuns Iran on Syria War Comments”. The American Interest, 20 Feb. 2014. Acessado
no dia 19 de Maio 2014.
177
gasdouto Irã-Pakistan. Uma solução ao problema poderia ser o gasdouto
Turkmenistan-Afeganistão- Pakistan-Índia, mas a situação no Afeganistão
não parece melhorar , então é inútil contar com a ideia de que um qualquer
gasdouto passe por la. De acordo com a ex diretora dos negócios chineses no
escritório do secretário da defesa americano, a doutora Christina Lin99, e'
importante ter em consideração a estratégia da China em relação ao
Afeganistão e ao Pakistan. De fato, a incerteza dos Estados Unidos sobre a
própria retirada do Afeganistão e sobre a nova estratégia AfPak do mundo
post Bin Laden esta permitindo uma consolidação da posição chinesa. Seja
que o Afeganistão fique neutral, seja que fique mais perto da China e dos
grupos regionais da Organização para a Cooperação de Changhai, os
interesses americanos e da OTAN na região irão ter implicações a longo
prazo. A China está intensificando os próprios investimentos nas
infraestruturas que conectam AfPak à China, naquele que parece ser um
˂ http://www.isn.ethz.ch/Digital-Library/Publications/Detail/?id=130169˃ Lin, Christina. “China’s Silk Road Strategy in
AfPak: The Shangai Cooperation Organization.” Nstitut Fur Strategie-Politik- Sicherheits- Und Wirtschaftsberatung (ISPSW),
19 June 2011. Visitato 12 Maggio 2014. Traduzido por Marina Marino.
99
178
projeto de renascença da antiga Rota da Seda. Embora os chineses tenham
boas relações com os talibas, a melhor alavanca da China sobre o Afeganistão
é o Pakistao, seu aliado histórico. O Irã também exerce uma grande influência
sobre o Afeganistão através das comunidades xiita e outras comunidades de
língua dari porque, desde 1979, não quer que seja usado, pelos Estados
Unidos, como plataforma para um eventual ataque. Tambem a China
compartilha deste medo . O Irã está cercado por tropas americanas do lado
ocidental, em Iraq e do lado oriental, em Afeganistão. Neste cenário a decisão
americana de Genebra poderia ser uma verdadeira vantagem. Todos eram
conscientes, naquela reunião, da importância geográfica e estratégica do Irã.
Se as sanções começassem a ser canceladas, o Irã provavelmente tornaria-seia o ponto focal em volta do qual estouraria uma violenta batalha, onde o
ocidente deveria competir com as economias emergentes para o desvio dos
recursos energéticos do continente Eurasiático em sua própria direção. O
projeto Nabucco, que foi suspendido por causa da insuficiência de gás, seria
um dos maiores pontos de contraste. O Irã, rico de recursos energéticos,
poderia entrar no projeto, mas isso irritaria a Rússia. Todavia o Irã é o
principal protagonista do outro projeto, aquele do gasdouto Irã-Iraq-Síria
(IIS), o qual transportaria o gás iraniano até o porto de Tartus, onde ha uma
base russa. Existe um projeto que prevê que este gasdouto chegue até a
Grécia e se junte ao South Stream russo. Se a Grécia se tornasse um anel de
conjunção para os dois gasdoutos, o sonho ocidental de transitar gás do Golfo
Persa até a Europa sobre uma rota independente de Moscou se cancelaria.
179
Mas, o que aconteceria se o maior centro para o transporte de gás russo para a
Europa mudasse a sua esfera de influência ? Mudaria o inteiro cenário. A
U.S. Energy Information Administration100 estima que 16% de todo o gás
que a Europa consome passa para Ucrânia. O maior gasdouto russo,
denominado Bratsvo, passa pela Ucrânia antes de dividir-se em dois braços,
um que vai para o norte e outro para o sul. Através do gasdoduto Soyuz, o gás
russo chega à Europa central e a Europa do norte, e através do gasoduto
Trans-Balkan, que vai para o sul, o gás chega até as nações da área balcânica.
A Ucrânia acolheu com favor o lancamento do Nabucco e deveria ter sido o
pais a partir do qual começava a criação do espaço energético Cáspio-Mar
Negro- Báltico. A mudanca na esfera de influencia da Ucrânia significaria
uma outra vitoria estratégica para o ocidente. Significaria principalmente
diversificação em termos de segurança energética europeia. Significaria a
existencia de uma possibilidade para o petróleo e gás iraniano de ser
comercializado na Europa evitando o controle russo. O velho sonho da
100
˂ http://www.eia.gov/todayinenergy/detail.cfm?id=15411˃ U.S. Energy Information Administration –EIA-
Independent Statistics and Analysis. “16% of Natural Gas consumed in europe Flows through kraine“. Acessado no dia 14 de
Março de 2014.
180
ferrovia Berlim-Bagdá antes e o plano de Hitler depois, de estabelecer uma
linha de comunicação para chegar ao Cáspio e colocar obstáculos a Rússia
poderia se tornar realidade apos 100 anos. Significaria, que todos os países
que faziam parte da ex União Soviética e entraram na Europa com grande
esforço desta, poderiam agora se tornarem parte integrante da Europa não só
sob o perfil econômico e político mas também energético. Todavia a partida
esta ainda aberta e longe de ser concluida.
CAPITULO II
II.1 Sistemas de fixação preços do petróleo: posted price,
modelo OPEP, formula pricing.
No inicio do século XX, o petróleo foi descoberto em Irã, Arábia
Saudita, Kuwait e Iraque. Nenhum destes países dispunha de verba,
tecnologia ou competências necessárias para extrair ou comercializar o
petróleo. Estes países precisavam das competências das companhias
internacionais de petróleo (IOCs). A indústria do petróleo era quase
inteiramente dominada por sete companhias, cinco das quais eram
181
americanas, uma inglesa e uma anglo-holandesa. Durante os primeiros
decénios, estas nações ricas de petróleo estavam satisfeitas com os contratos
de concessão (apesar de serem contratos de longuissimo prazo que envolviam
áreas enormes), porque os mesmos aportavam-lhes um fluxo de dinheiro
nunca
visto
antecedentemente.
Infelizmente
para
as
companhias
internacionais de petróleo estas condições favoráveis não teriam durado
muito. O primeiro país que começou agir foi o Venezuela, que aprovou uma
lei, em 1943, segundo a qual as royalties e as taxas pagas pelas companhias
petrolíferas foram aumentadas até 50% do total dos proveitos. Os países
produtores, com a subida dos preços do petróleo, queriam maior participação
nos lucros que os próprios recursos proporcionavam. Foi entao que a ideia da
nacionalização dos pocos de petroleo passou a ser defendida no parlamento
iraniano e no mundo árabe. Teve, entao, inocio um processo de confisco das
operações de produção e da propriedade particular que tinha como objectivo
fazer com que os maiores lucros provenientes da extracao do petróleo na
regiao favorecesse maiormente os governos dos países produtores. Em 1951,
Ali Razmara, grande opositor da nacionalização foi assassinado e Mohammad
Mossadegh subiu ao poder caçando o Xá e passando uma lei para a
nacionalização dos recursos. A falta de acordos com os ingleses e americanos
fez suspender as exportações de petróleo. Dois anos sem proveitos do
petróleo, levaram o país a sentir os efeitos. Mossadegh perdeu o consenso da
populacao e um golpe militar, em 1953, colocou novamente o Xá de novo no
poder e o petróleo nas mãos das IOCs. Com a revolução iraniana de 1979, os
182
recursos iranianos foram novamente nacionalizados. No meio da explosão do
nacionalismo árabe, um genial empresário italiano, Enrico Mattei presidente
da ENI (companhia petrolífera italiana), fechou um acordo com o presidente
egípcio Nasser, irritando aquelas que ele mesmo havia chamado de ‘As Sete
Irmãs’. O acordo estabeleceu a participação direta e a paridade no poder
decisório dos países produtores de petróleo através da constituição de
sociedades mistas. Com esta nova fórmula, conhecida como "fórmula
Mattei", três anos depois a ENI fechava um contrato revolucionário 75%25% com o Xá da Pérsia.
A OPEP nasceu com o mesmo objectivo das IOCs: controlar os preços
e o mercado do petróleo. Em setembro de 1960, a organização dos países
produtores de petróleo reuniram-se pela primeira vez. Em outubro 1973 a
OPEP declarou um embargo petrolífero em resposta a ajuda americana e
europeia oferecida a Israel. Embora o embargo tenha durado só um ano,
durante aquele período o preço do petróleo aumentou de quatro vezes e as
nações da OPEP tinham descoberto que o petróleo poderia ser usado também
como arma política e econômica contra as outras nações. Todavia, a era da
OPEP não durou muito. Conflitos econômicos e políticos entre os estados
membros impediram a concretização de objectivos comuns. Em meados dos
anos oitenta, a demanda do petróleo caiu, devido a recessão mundial. A
descoberta de novas jazidas em países que não faziam parte da OPEP,
significaou que enormes quantidades de petróleo entravam nos mercados
internacionais sem o controle da organização. Estes produtores estabeleciam
183
os preços tendo em conta a demanda do mercado e portanto eram mais
competitivos. Nos anos oitenta a OPEP não conseguia mais gerir o difícil
equilíbrio entre o preço, o fornecimento e a demanda e em 1986 o preço do
bruto caiu. Desde então os mercados passaram a
decidir os preços. As
inovações tecnológicas e electrónicas revolucionaram este mercado
consentindo intercâmbios durante a noite e o dia em qualquer parte do
mundo. A entrega física do petróleo é organizada através dos spot market (à
vista) e através de contratos. Os preços são estabelecidos através da 'fórmula
pricing', que relaciona o preço de uma carga com contrato a longo prazo com
o preço do ‘spot market’. Os parametros de referencia do 'fórmula pricing' sao
o West Texas Intermediate, ASCI ( Argus Sour Crude Index), Dated Brent e
Dubai. Estes preços são indicativos e estimados, e são avaliados por agências
especializadas como a Platt e a Argus101.
˂Http://www.seec.surrey.ac.uk/Events/EventDocuments/Presentation-BassamFattouh.pdf. ˃ Fattouh, Bassam. "The Crude
Oil Pricing System." Oxford Institute for Energy Studies, 29 Mar. 2011. Acessado no dia 19 de Maio 2014.
101
184
II.2 O preço do gás.
O consumo de gás natural cresceu rapidamente nos últimos trinta anos,
um aumento devido a industrialização de novos mercados como o da Asia, do
Oriente Médio e da América Latina. O sistema dominante da fixação do preço
do gás baseia-se numa fórmula que estabelece a indexação do preço do gás
tomando como referência o preco do petróleo. Este sistema nasceu na Europa
e espalhou-se na Asia. De acordo com Anthony J. Melling, especialista no
setor do gás, um mecanismo em contraste com o da indexação, baseado nos
hubs e nos mercados livres desenvolveu-se nós Estados Unidos e entrou na
Europa através da Inglaterra em 1990. Em 1998, o network inglês conectouse ao da Bélgica, desenvolvendo o mercado das commodity na Europa
continental. O mercado europeu do gás dividiu-se em dois. De uma parte o
sistema da indexação que domina a parte continental e, de outra, o sistema
185
competitivo dos preços hub na Europa ocidental do norte. A Europa é então,
o campo de batalha entre estes dois sistemas e as implicações vão além dos
confines europeus. Se o modelo ‘spot market’ vigorasse na Europa, a Asia se
tornaria a única fortaleza do sistema de indexação, tornando o sistema
insustentável. Por outro lado, se o sistema da indexação ganhasse, haveria a
possibilidade que o ‘spot market’ nos Estados Unidos seria influenciado por
este modelo. Embora os êxitos sejam incertos, as apostas são altas. Qualquer
modificação dos contratos existentes afetaria diretamente os exportadores que
dependem dos proveitos do gás e entre eles estão : Rússia, Argelia, Indonésia
e Malásia. Estas mudanças afetarão o tema da segurança energética e a
sustentabilidade dos futuros fornecimentos, além da competitividade da
indústria e da potencialidade de alcançar objectivos ambientais globais. Hoje
o sistema liberalizado de spot market está espalhando-se em todas as
direções, tornando as condições mais favoráveis na área do mediterrâneo.
186
II.3 A Revolução do shale gas e o acordo de livre comércio
entre os Estados Unidos e a Europa.
Em 2012, a produção do gás natural nos Estados Unidos bateu um
recorde absoluto. A combinação de furos direcionais e fracturamento
hidráulico ou fracking102, permitiu extrair gás natural das jazidas de xisto
betuminoso, operação até então impossível devido aos custos. Embora os
efeitos do fracking no meio ambiente estejam sob duro debate, os efeitos
econômicos são incontestáveis. Só poucos anos atrás os Estados Unidos
estavam para se tornar grandes importadores de GNL (Gas Natural
102
˂ http://www.nytimes.com/news/the-lives-they-lived/2013/12/21/george-mitchell/˃ Gertner, Jon. "George Mitchell, Father of
Fracking." The New York Times, 21 Dec. 2013. Acessado no dia 19 de Maio2014.
187
Liquefeito), esta inversão de tendência abriu o caminho para a independência
energética do pais, mudando completamente todo o cenário político. As
exportações de GNL ajudarão os Estados Unidos a livrar a Europa e a Asia do
jogo político dos países produtores. De acordo com a lei 'Natural Gas Act'103
que entrou em vigor em 1938, a exportação de gás é ilegal sem a aprovação
do secretário da energia. De acordo com a lei 'Energy Policy Act'104 de 1992,
a exportação de GNL para os países com os quais os Estados Unidos
assinaram um acordo de livre comércio deve ser de acordo com o interesse
público. O Departamento da Energia avalia o interesse público tendo em
consideração o impacto das exportações sobre os preços nacionais, mas leva
em consideração também os fatores ambientais, o comércio internacional e a
segurança nacional. Ambas as partes políticas estão apoiando as exportações
de GNL para países que não assinaram um acordo de livre comércio (non-
103
˂http://www.law.cornell.edu/uscode/text/15/717b˃ "15 U.S. Code § 717b - Exportation or Importation of Natural Gas;
LNG Terminals." Acessado no dia 19 de Maio 2014.
104
˂http://energy.gov/fe/articles/doe-s-program-regulating-liquefied-natural-gas-export-applications˃ "DOE's Program
Regulating Liquefied Natural Gas Export Applications." Acessado no dia 19 de Maio2014.
188
FTA countries). A ‘Expedited LNG for American Allies Act’ de 2013105 faz
referencia aos países da OTAN e ao Japão para as exportações de gás natural.
Esta proposta de lei está sendo avaliada. Muitos países da Europa não tem um
acordo de livre comércio com os Estados Unidos, dai a importância do acordo
de livre comércio entre a UE e os EUA. Todavia, uma área do tratado esta
levantando o interesse público. Em uma carta endereçada aos chefes das
delegações europeias e americanas que estão cuidando do tratado, um grupo
de organizações não governamentais avançaram a suspeita que o ISDS
(Investor to State Dispute Settlement) forçaria os governos a indemnizar as
multinacionais em caso da implementação de políticas públicas ou ações de
governo. As específicas disposições do ISDS elevam os investidores ao status
de estados soberanos, limitando os poderes dos mesmos. Estas limitações
poderiam também afectar negativamente as políticas ambientais e climáticas.
De modo geral as posições são duas: de um lado as multinacionais que
promovem a criação de aparados legais adjuntos, visando proteger os
próprios interesses econômicos, de outro os grupos ambientalistas que
105
˂ https://www.govtrack.us/congress/bills/113/hr580/text˃ "H.R. 580: Expedited LNG for American Allies Act of
2013." Acessado no dia 19 de Maio 2014.
189
querem usar a estrutura do estado para proteger o meio ambiente. O testo do
tratado de livre comércio será terminado ate o final de 2015.
CAPITULO III
III.1 “Lingua e Poder”. A importancia da mediação e do
mediador linguistico.
Nos séculos passados da história mais recente, a difusão de uma cultura
sempre esteve correlacionada com outros fatores como a descoberta de novas
tecnologias e a difusão de uma língua. Portanto, a língua veiculou a cultura de
um império para outro, mediou comércios e fundou impérios milenários.
Como já foi mencionado neste trabalho, uma descoberta como a do uso da
estrela polar levou os fenícios a seguir as rotas norte-sul com a consequente
ampliação dos comércios. Por isso, foi necessário estabelecer um códigolíngua comum capaz de mediar entre as diferentes colônias. Ao longo dos
séculos a língua foi sempre um meio imprescindível de hegemonia e
mediação. O alfabeto fenício não continha vogais; foram os gregos quem as
190
introduziu. Durante o período helenístico a κοινὴ διάλεκτος ou língua
comum, acompanha a expansão da civilização grega com Alexandre Magno.
O grego torna-sea língua franca do imp rio. A κοινὴ e o sentimento de
pertencer a um mundo que ia além das fronteiras do mediterrâneo (a ideia do
cosmopolitismo), proporcionaram a expansão e a hegemonia da cultura, da
arte e da literatura grega do mar Adriático até a Índia. Com a batalha de Pidna
em 148 a.C., a Grécia torna-se província romana e através do Círculo dos
Scipionis, o pragmatismo romano afinou-se com a cultura grega. O latim
torna-se a língua franca nos tempos de Roma antiga. Com a queda do império
romano e o nascimento de outras potências e línguas, uma nova língua franca
surgiu. O Mar Mediterrâneo, berço das civilizações e desde sempre mediador
de ideias, culturas e mercadorias torna-se portador desta nova língua, o Sabir.
Somente falada e não escrita, o idioma desenvolveu-se na idade média e foi
utilizado até o século XIX. Era falado nos navios, nos portos e nos mercados.
A abertura do comércio com as Índias decretaram o fim desta língua. A
segunda guerra mundial abre as portas ao século americano e ao inglês como
língua franca. Mas a história continua e outras línguas poderão dominar no
futuro. Por isso, muitas nações buscam promover e divulgar suas línguas,
porque língua significa poder. Neste propósito é interessante por a atenção na
estratégia da China em relação aos países de língua portuguesa. A estratégia
chinesa é a estratégia de uma potência emergente e não de potência já
afirmada a qual impõe a sua língua. Em 1999, o último governador de Macau,
o general Rocha Vieira, quis deixar uma ligação com aquela pequena mas
191
influente comunidade latina de Macau, ao fim de preservar a língua e a
cultura portuguesa, lançando a ideia do Fórum de Macau106. Quatro anos
depois os chineses fundaram o Fórum de cooperação econômica e comercial
entre a China e os países de língua portuguesa. Com um pequeno
investimento estratégico a China tornou-se primeiro sócio comercial do
Brasil, o primeiro sócio da Angola e o terceiro do Moçambique. Aliás, e'
suficiente ter em consideração que a comunidade lusófona é presente em
quatro continentes e conta com mais de 250 milhões de pessoas. Neste
sentido sempre haverá necessidade de mediadores linguísticos. Como
enfrenta o mediador linguístico a aventura nos mares da mediação em campo
energético, quais as suas dificuldades e quais as habilidades demandadas? Os
aspectos históricos, econômicos e geo-políticos abordados nos capítulos
antecedentes são uma base essencial ao conseguimento de uma boa mediação
linguística neste setor. Porém, mesmo em presença de uma boa preparação,
erros ocorrem frequentemente. Devido ao jeito com o que enfrenta-se a
tradução ou ao prazo da entrega. As vezes, até a procura meticulosa de um
termo poderia tirar o tradutor fora do foco, com óbvias consequências quais:
106
˂Https://www.hsdl.org/? iew&did=725996.˃Da Silva Horta, Maubere. "CHINA’S RELATIONS WITH
PORTUGUESE-SPEAKING COUNTRIES: A GROWING BUT UNNOTICED RELATION." Naval Postgraduate School,
Sept. 2012. Acessado no dia 19 de Maio 2014.
192
ignorar completamente o contexto ou uma má interpretação. Além disso, por
quanto pode parecer ilógico, não é suficiente possuir uma consolidada
experiência em um específico setor para alcançar uma boa mediação. Em
poucas palavras, uma pessoa muito competente no campo técnico, não o seria
no campo da tradução, porque focalizado demais na categorizarão. Os
mediadores linguísticos devem possuir muitas habilidades analíticas e
capacidades de contextualizacão, memorização e localização. O mediador
linguístico portanto poderia similarmente ser comparado ao 'vir bonus dicendi
peritus' de Cicerone. Onde bonus deve intender-se como qualidade de
estreitar relações, capacidade de compreensão das diferentes culturas,
capacidade de colher o quid que pode ser a ligação entre mundos diferentes; e
peritus dicendi deve intender-se como a propriedade de linguagem nas suas
multíplices variações, que um bom mediador sabe colher para o
conseguimento de uma boa mediação. Bonus deve intender-se também como
a qualidade do mediador de anular as próprias opiniões, ideias e convenções
ao fim de não pecar de intolerância ou de incompreensão, porque a sua tarefa
não pode de jeito nenhum levar ao não-diálogo. O mediador escuta, acolhe,
junta e elabora em base as circunstâncias e aos interlocutores, quanto está
sendo presenteado. Deve ser uma pessoa muito esperta para entender não só o
problema de ordem prático ou econômico, mas de intuir a psicologia dos
interlocutores. No final, o mediador é um grande conhecedor do ser humano.
De facto é só graças a sensibilidade no uso da palavra, aquela inata
capacidade de provocar uma metanoieia, a intonação e ao pathos com o qual
193
transmitam-se as informações, a grande capacidade de entender o aonde, o
quando, o como, o quem e o porquê elaborando tudo em pouco tempo que
consegue-se uma mediação de sucesso. Neste ponto, nenhum computador
poderá nunca substituir o homem. Porque o quid que faz a diferença, é o
nosso mesmo ser humanos, inteligência variável e não ciência exata. Neste
sentido, o próximo século vai ainda precisar de mediadores. A indústria do
petróleo e do gás está em continua evolução tecnológica. Além disso, sendo
uma das maiores indústrias mundiais, as operações são conduzidas em larga
escala e os efeitos, como vimos nos capítulos antecedentes, envolvem
diferentes aspectos de um cenário. Por isso, o setor petrolífero constitui para
os mediadores linguísticos um estimulante desafio a própria curiosidade e um
interessante campo de trabalho.
CONCLUSÕES
Temos aprendido como o petróleo foi, e continuará a ser o rei indiscutível
das fontes energéticas. Embora abriu-se o caminho para o gás de xisto
betuminoso e outras fontes energéticas alternativas, uma sociedade livre das
fontes fósseis ainda está longe de ser alcançada. O desastre de Fukushima e
os consequentes encerramentos das centrais nucleares na Alemanha e no
Japão, puseram um outro sério desafio no campo das fontes energéticas.
Apesar dos esforços da Alemanha em direção das fontes energéticas
194
renováveis, estas estão ainda longe de alcançar a eficiência e de satisfazer a
demanda mundial de energia. O crescimento demográfico e o percurso de
industrialização de muitos países emergentes fizeram com que aqueles
recursos, outrora destinados a somente uma parte do mundo, fossem hoje
distribuídos em várias partes desse mesmo mundo. Consequentemente, o
período em que não haverá mais guerras por causa dos recursos, sejam eles
combustíveis fósseis ou minerais, como o coltan ou a água, ainda está longe
de ser visto. A realidade nos fala de conflitos cada vez mais sangrentos.
Conflitos que se combaterão com diferentes modalidades. Os negócios irão
seguir sobretudo em tempos de guerra e as potências ocuparão todas as
posições no xadrez mundial para conseguir uma melhor posição. Um xadrez
este que põe em jogo o setor das tecnologias, o setor espacial e aquele das
informações, o setor financeiro, bem como aquele comercial. Parece um
sistema complicadíssimo, mas na realidade é um sistema que se move com
lógicas pre-históricas, portanto previsível e elementar. De qualquer forma, o
mecanismo dominante permanece aquele de 'criar um problema' para 'resolver
o problema'.
As armas atômicas, demonstraram ao mundo todo a própria potência
destrutiva, sessenta anos atrás. A evolução tecnológica segue adiante e é
difícil até imaginar a qual potência destrutiva estas armas chegaram. Enfim,
as armas nucleares funcionaram como impedimento de um sério conflito
mundial. Portanto, as guerras no campo continuarão a ser combatidas em
pequenos cenários, nas periferias das grandes potências, em países em
195
desenvolvimento. Em países onde, a história não é a história de 2014. De
fato, é muito importante ter em consideração o momento histórico no qual se
encontra um determinado país. Estas guerras serão combatidas com armas
convencionais e servirão principalmente para esvaziar os arsenais, ajudar a
indústria bélica assim como a economia mundial. No campo serão sempre
mais usadas operações especiais e tecnologias avançadas como a dos drones.
No campo será fundamental a logística estratégica militar. Mas a verdadeira
rainha do xadrez é e será a guerra informátiva.
196
‫لقد اعتدنا سماع كلمة "بترول" بشكل يومي في‬
‫األخبار‪ ،‬و من السهل معرفة السبب يكفي ان نذكر المنتجات‬
‫الرئيسية الناتجة عن تصفية النفط مثل‬
‫األسفلتوالديزلوزيتالوقودوالبنزينووقودالطائراتوالكيروسينوالغا‬
‫زالطبيعيالمسال‪،‬البارافين‪،‬القطران‪،‬والبتروكيماويات‪،‬‬
‫كذلكهناكأكثرمن ‪ 0666‬منتج يشتق‬
‫منمنالنفاياتوالمنتجاتالثانويةمنالنفطالخام‪،‬مثالألسمدة‪،‬مشمعوالع‬
‫طوروالمبيداتالحشريةوالصابونوكبسوالتلتعبئة الفيتامينات‪.‬‬
‫فيالواقع‪ ،‬كل برميل بسعة ‪24‬غالونمنالنفطالخام ينتج ‪4..2‬‬
‫غالونمنالبنزين ما تبقى يستخدم لصناعة الحبر أقمشة المالبس‬
‫و الهواتف و النظارات الشمسية كذلك صبغات الشعر و‬
‫العدسات الالصقة و األدوية كاألسبرين و األنتهستامين‬
‫إلضاف‬
‫إلى‬
‫الثالجات‪،‬وصناعةاألسنان‪،‬وموادالتخدير‪،‬وصماماتالقلب عمليا ً‬
‫تدخلبكالألعمااللتجارية‪،‬فضالعنغالبيةالمنتجاتالصيدالنيةاقتصا‬
‫دناالعالمييعتمدعلىالنفطو المحروقات األخرى‪ .‬لقد أقمنا‬
‫حضارةبأكملهاعلى مخزونالفحم و الذي يعود إلى‬
‫العصرالكربوني‪.‬‬
‫‪197‬‬
‫يغطيالفصالألول قصة تاريخالقرنالماضي‪ ،‬و هي‬
‫قصةمرتبطة من دون أي شكبالنفط‪ .‬فيالوقت ذاته‪،‬نحاول في‬
‫هذا الفصإلبرازأهمية إنشاء خطوط للتواصل علىمرالقرون‪ .‬و‬
‫في النهاية نحاول تفسيرالسيناريوالحاليالصعب المتعلق بكل‬
‫من سورياوإيرانوأوكرانيا‪.‬‬
‫أما في الفصاللثاني فسنشرح طريقةعملنظام العالمي‬
‫لتسعيرالنفط‪،‬منعهداألخواتالسبعإلى نظاميعتمد على‬
‫السوقالحرة‪ .‬من ثم نضع النقاط على‬
‫الحروفثورةالغازالصخريوأهميةاتفاقيةالتجارةالحرةبينالوالياتال‬
‫متحدةوأوروبا‪.‬‬
‫و في الفصل الثالث نقدمأهميةالوساطةاللغويةلننهي‬
‫هذا البحث باستعراض صفاتودورالوسيطالثقافيالذي يختبر‬
‫مياه الترجمةفيمجااللطاقة‪.‬‬
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