pentecostale - Assemblee di Dio in Italia

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RISVEGLIO
PENTECOSTALE
Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia
Settembre 2008
Periodico Mensile - Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza
Numero 9 - Anno LXII
«Seguitemi,
e io farò di voi
dei pescatori
d’uomini»
(MARCO 1:17)
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EDITORIALE
RISVEGLIO
PENTECOSTALE
Organo ufficiale
delle Chiese Cristiane Evangeliche
“Assemblee di Dio in Italia”
Lo Spirito Santo
VIETÒ LORO…
(Atti 16:6)
Ente Morale di Culto
D.P.R. 5.12.1959 n.1349
Legge 22.11.1988 n.517
Pubblicato dal Consiglio
Generale delle Chiese
Presidente: Felice A. Loria
Segretario: Eliseo Cardarelli
Tesoriere: Giuseppe Tilenni
Consiglieri: Salvatore Cusumano,
Carmine Lamanna, Paolo Lombardo,
Gaetano Montante, Vito Nuzzo,
Vincenzo Specchi
Presidente emerito: Francesco Toppi
Consiglieri onorari:
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e Amministrazione:
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Direttore Responsabile:
Vincenzo Specchi
Comitato di Redazione Risveglio
Pentecostale - Cristiani Oggi:
Vincenzo Specchi (sostituto del presidente ex officio), Francesco Toppi,
Salvatore Esposito, Vincenzo
Martucci, Elio Varricchione.
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La solitudine è quella triste condizione che
molte persone sperimentano ai nostri giorni.
Può capitare di sentirsi tristi e soli perfino in
mezzo ad una folla, e talvolta finanche nella propria famiglia.
La solitudine può aggravare il cuore dell’uomo fino a quando non incontra Colui che, con il
Suo amore, è in grado di consolare ogni cuore:
Cristo Gesù, il Signore. “Venite a me voi tutti che
siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo…”
(Mat.11:28).
La Sua presenza è in grado di rasserenare ogni
cuore timoroso e impaurito: “Non temete, sono
io…” disse ai Suoi in quella notte nella quale
non Lo avevano ancora riconosciuto.
Anche il Signore Gesù, sulla terra, era soggetto ad alcune limitazioni della natura umana, poteva infatti essere solo in luogo per volta. Ecco
perché ai Suoi disse: “…È utile per voi che io me
ne vada; perché se non me ne vado, non verrà a voi
il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò”
(Giov.16:7) “…perché stia con voi per sempre…”
(Giov.14:16).
Il programma di Dio
Il piano del Signore va oltre
ogni nostro programma!
Se è giusto che il popolo di
Dio faccia dei programmi per il
progresso dell’opera Sua, è ancor più importante che ogni
programma sia, prima d’ogni altra cosa, sottoposto a Lui.
C’è un coro che contiene
una bella richiesta a Dio: “Spirito Santo fai Tu, prendi Tu il
comando! Se mi guidi Tu, non
sarò deluso. Dammi la mano e
farò quello che mi chiedi, camminerò con Te ed avrò la pace”.
Possa essere veramente lo scopo
della nostra vita adempiere alla
Sua volontà anche nel servizio
che Lui ci ha affidato, sia come
individui, sia come Chiesa.
Quando Dio cambia programma
La guida di Dio
Può il Signore cambiare il
Ecco che, oggi come un tempo, la presenza e nostro programma? Certo!
la guida dello Spirito Santo sono di vitale impor- “…lo Spirito Santo vietò loro di
tanza per la vita del credente.
annunziare la parola in Asia”
Solo per l’opera continua dello Spirito Santo, (v.6). Se sottomettiamo ogni
si potrà manifestare una crescita “nella grazia e
nostro programma al Signore,
nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore
se ci affidiamo nelle Sue mani,
Gesù Cristo” (2 Pie.3:18). E la crescita è imporsaremo ben disposti ad ascoltare
tante sia individualmente, sia come Chiesa.
la Sua voce e seguire le Sue indiLo scopo di Paolo, nel suo secondo viaggio
cazioni. Ecco che quando Dio
missionario, era quello di visitare le Chiese fon- cambierà qualsiasi nostro prodate nel corso del suo primo viaggio (Atti 15:36) gramma non chiederemo più:
per informarsi sul loro stato di salute spirituale. “Che cosa dobbiamo fare?” ma
Il primo risultato fu che “…le chiese dunque si ci affideremo sempre più al Suo
fortificavano nella fede e crescevano ogni giorno di programma, certi e sicuri che
numero” (Atti 16:5).
ogni cosa è sotto il Suo controlIl pensiero di Paolo per la Chiesa è come
lo!
quello naturale della madre per il proprio figliolo: ella si interessa e si adopera affinché cresca.
Dio non lascia nell’incertezCome per la crescita naturale si seguono delle in- za
dicazioni, dei programmi, così anche il popolo
Che cosa poteva fare Paolo?
del Signore fa dei programmi.
A nord non poteva andare, a
sud nemmeno. Notiamo come
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SOMMARIO
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Paolo non tornò indietro, ma si diresse verso est.
Talvolta Dio può anche mettere dei “sensi vietati” sul nostro cammino cristiano; siamo noi che
dobbiamo avere la sensibilità di cogliere questi segni.
Dio non lascia nessuno nell’incertezza: “…un
macedone gli stava davanti…” (v.9). Egli dà sempre
l’indicazione su come muoversi. Quando questa ci
è data, vogliamo imparare, anche dai servitori di
Dio del passato, a seguirla con prontezza, con
gioia, con spirito di sottomissione in piena ubbidienza.
L’invito di Dio
“…un macedone gli stava davanti, e lo pregava
dicendo: "Passa in Macedonia e soccorrici" (v.9).
L’indicazione del Signore giunse a Paolo mediante una preghiera, una richiesta di aiuto precisa,
molto urgente, che doveva avere la priorità su qualsiasi altro programma: “Andate per tutto il mondo,
predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non
avrà creduto sarà condannato” (Mc.16:15-16). E
l’urgenza è data dal fatto che Gesù sta per ritornare!
Il messaggio recepito
La risposta di Paolo non si fece attendere: nella
piena e chiara convinzione della chiamata (“Convinti che Dio ci aveva chiamati là…”), il messaggio
fu recepito immediatamente (“Appena ebbe avuta
quella visione…”) e si tradusse in azione “subito…”.
Possa il Signore trovarci sempre ben disposti a
seguire le Sue direttive, in ogni tempo!
Il coinvolgimento
Paolo ebbe la visione da parte di Dio, la comprese e recepì, ma non la tenne solo per sé.
Anzi, ne fece partecipi Timoteo e Sila, che lo seguirono insieme a Luca: “…Salpando da Troas,
puntammo diritto su Samotracia…” (v.11).
Il risultato
Paolo, Timoteo, Sila e Luca giunsero così nella
“…città più importante di quella regione della
Macedonia…”, Filippi.
Qui iniziarono ad annunciare l’Evangelo della
grazia e si videro i primi passi della nascente Chiesa
di questa città: Lidia aprì il
proprio cuore al Signore,
una serva posseduta da uno
spirito di divinazione fu liberata… e anche se in questa circostanza le cose sembravano andare per il peggio, Dio fece cooperare
“tutte le cose per il bene di
quanti amano Dio”
(Rom.8:28).
Nella prigione di Filippi Paolo e Sila, anche se
provati e vilipesi a causa
della fede, cantavano le lodi al Signore… Proprio colui che aveva ricevuto ordine di sorvegliarli attentamente, sarà quello che non
solo li prenderà con sé e laverà le loro piaghe, ma ancora sarà battezzato con
tutta la sua famiglia.
Dio ha iniziato e sta
continuando a portare
avanti la Sua opera servendosi di uomini che accettano la Sua chiamata, ai quali
dà la Sua visione.
Anche noi siamo il risultato della visione di salvezza di Dio e vogliamo essere partecipi del Suo piano
per la conquista di anime al
Signore!
Perciò, indipendentemente dai nostri piani, dai
nostri progetti, affidiamoci
fiduciosamente ubbidendo
in ogni cosa al Signore, ed
Egli opererà!
Editoriale
Lo Spirito Santo
vietò loro...
pag.2
Bella da morire
Domenico Modugno pag.4
Correre da solo
Francesco Lazzaro
pag.6
In che modo
ti abbiamo derubato?
Angelo Gargano
pag.8
La perla di gran prezzo
Carmine Lamanna pag.10
La Chiesa esemplare
Salvatore Esposito pag.12
NOTIZIE
DALLE NOSTRE
COMUNITÀ
pag.14
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BELLA...
da morire
Il concetto di bellezza può essere giustamente definito “singolare”. È evidente, purtroppo, quanto esso sia stato plagiato dalla
televisione: modelle magrissime o vallette dai corpi perfetti, sfilando, ci ricordano che la nostra forma fisica non è al “Top”!
Ormai essere magri è diventato sinonimo di bellezza e, negli
ultimi tempi, questo messaggio è stato fin troppo recepito, per la
maggior parte da ragazze adolescenti, che si sentono sempre meno a proprio agio nel loro corpo sottoposto a continui cambiamenti.
L’anoressia
Ma fin dove si è disposti ad arrivare per ottenere una forma fisica impeccabile? Purtroppo molte ragazze, pur di perdere peso
per corrispondere a questo canone estetico, ricorrono ad una cattiva e disordinata alimentazione o ad una dieta eccessivamente
ferrea. Questi rimedi, nella maggior parte dei casi, provocano
una progressiva perdita d’appetito che sfocia in un rifiuto permanente nei confronti del cibo e spesso anche dell’acqua.
Ci si ritrova in un tunnel chiamato “anoressia” che, nell’ultimo ventennio, è diventato una vera e propria emergenza per la
salute mentale, dati gli effetti devastanti che ha sulla vita degli
adolescenti e dei giovani.
Una persona diventa anoressica quando, riducendo o interrompendo la propria consueta alimentazione, scende sotto l’85%
del peso normale, cioè di quello previsto in base all’età ed all’altezza (indice di massa corporea).
Può manifestarsi in persone di diverse età, sesso, provenienza
sociale, ma solitamente è più comune in giovani donne in età
compresa tra i 15 e i 25 anni.
Le associazioni mediche non esitano a definire l’anoressia una
vera e propria epidemia che attraversa tutti gli strati sociali e le
diverse etnie.
Se non trattati in tempo e con metodi adeguati, i disordini
alimentari possono diventare una condizione permanente e, nei
casi più gravi, portare alla morte.
Secondo la classificazione internazionale delle malattie
(ICD), l’anoressia è uno dei più importanti disturbi del comportamento alimentare.
La soluzione
Le soluzioni al problema, date dagli specialisti dei disturbi
dell’alimentazione, sono tante e diverse fra loro; ogni essere umano ha una storia a sé e come tale, dinanzi ad una patologia come
l’anoressia nervosa, andrebbe studiato in profondità, cosa alquanto improponibile da ogni punto di vista: basti pensare che l’anoressico/a quasi mai chiede aiuto, anzi tende a chiudersi nei confronti del mondo.
Ma senza nulla togliere alla scienza medica, esiste qualcuno
che ci conosce meglio di noi stessi e che quindi può in qualsiasi
momento intervenire e cambiare radicalmente ogni situazione,
senza preclusione alcuna.
Come cristiani “nati di nuovo”, conosciamo la Persona in grado di risolvere in modo definitivo e radicale anche il problema
“anoressia”: Cristo Gesù è Colui che ha la risposta a tutti gli interrogativi umani.
Il Suo invito è attuale più che mai: “Venite a me, voi tutti che
siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio
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ARTICOLI DI FEDE
giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e
umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre;
poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero”
(Matteo 11:28).
Nell’Antico Testamento leggiamo che Dio stesso
si preoccupò di cibare Elia nel momento più triste
della sua vita.
Per ben due volte l’Angelo dell’Eterno, teofania
del figlio di Dio, provvide del cibo ad Elia, il quale,
per la forza che quel cibo gli dette, riuscì a raggiungere Oreb, il monte di Dio (cfr. I Re 19:5-8).
La soluzione dunque è in Dio e nella Sua Parola.
La Bibbia ci parla dell’ “anoressica” Anna che rifiutò il cibo, perché era sterile e perchè Peninna, sua
rivale, la mortificava continuamente.
A nulla valse l’incoraggiamento del marito: la sua
tristezza era profonda: “Anna… piangeva e non mangiava più. Elcana, suo marito, le diceva: "Anna, perché
piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore?
Per te io non valgo forse più di dieci figli”? (1 Sam.
1:7-8). Ma Anna non aveva dimenticato che Dio era
l’onnipotente e sebbene avesse l’animo pieno di
amarezza, si rivolse a Lui in preghiera e il Signore la
esaudì: “Così la donna se ne andò per la sua via, mangiò, e il suo aspetto non fu più quello di prima” (I
Sam.1:18).
Anche uno dei salmisti aveva dimenticato, a causa dell’afflizione dell’anima sua, di mangiare il suo
pane: “Il mio cuore, afflitto, inaridisce come l’erba tanto che dimentico di mangiare il mio pane” (Salmo
102:4).
Tutto questo però svanisce nel momento in cui
egli riflette sulla sovranità di Dio nella sua vita e su
tutti i regni delle nazioni: “Ma tu, Signore, regni per
sempre e il Tuo ricordo dura per ogni generazione”
(Salmo 102:12).
Eliù, nel discorso rivolto al suo amico Giobbe,
parla dello stato di chi nel dolore più profondo rifiuta persino i cibi più squisiti, sino alla consumazione
della carne e l’apparizione delle ossa: “Quand’egli ha
in avversione il pane e lo ripugnano i cibi più squisiti,
la carne gli si consuma e sparisce, mentre le ossa, prima
invisibili, gli escono fuori” (Giobbe 33:20).
Ma, anche in questo caso, l’intervento di Dio è
risolutivo: la carne torna a coprire quelle ossa, divenendo fresca come quella di un bimbo: “Allora la sua
carne divenne più fresca di quella di un bimbo; egli
torna ai giorni della sua giovinezza” (Giobbe 33:25).
In un’epoca in cui l’apparire è più importante
dell’essere, è interessante considerare che “Dio non
guarda a ciò a cui guarda l’uomo; questi guarda all’apparenza, Dio riguarda al cuore” (I Sam.16:7).
Dio è la risposta ad ogni problema, anche all’anoressia: “Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per
il Signore?” (Gen.18:14).
Domenico Modugno
Crediamo al battesimo nello Spirito
Santo, come esperienza susseguente
a quella della nuova nascita, che si
manifesta, secondo le Scritture, con
il segno del parlare in altre lingue e,
praticamente, con una vita di progressiva santificazione, nell’ubbiCrediamo nell’unico vero Dio, Eter- dienza a tutta la verità delle Sacre
no, Onnipotente, Creatore e Signore Scritture, nella potenza dell’annundi tutte le cose e che nella Sua unità cio di “Tutto l’Evangelo” al mondo
vi sono tre distinte Persone: Padre, (Atti 2:4; 2:42-46, 8:12-17; 10:44Figliolo e Spirito Santo (Efe.4:6;
Matt. 28:19; Luca 3: 21-22, I Gio- 46; 11:14-16; 15: 7-9; 19:2-6; Mar.
16:20; Giov.16: 13; Matt.28:19-20).
v.5:7).
Crediamo che il Signore Gesù Cristo Crediamo ai carismi e alle grazie delfu concepito dallo Spirito Santo e as- lo Spirito Santo nella vita dei cristiani che, nell’esercizio del sacerdozio
sunse la natura umana in seno di
Maria vergine. Vero Dio e vero uo- universale dei credenti, si manifestamo (Giov.1:1,2, 14; Luca 1:34,35; no per l’edificazione, l’esortazione e
Matt.1:23).
la consolazione della comunità cristiana e, conseguentemente, della soCrediamo nella Sua vita senza pecca- cietà umana (I Cor. 12:4-11;
to, nei Suoi miracoli, nella Sua mor- Gal.5:22; Ebr.13:15; Rom.12:1).
te vicaria, come “prezzo di riscatto
per tutti” gli uomini, nella Sua resur- Crediamo ai ministeri del Signore
rezione, nella Sua ascensione alla de- glorificato, quali strumenti autorestra del Padre, quale unico mediato- voli di guida, d’insegnamento, di ere, nel Suo personale e imminente ri- dificazione e di servizio nella comutorno per i redenti e poi sulla terra in nità cristiana, rifuggendo da qualsiapotenza e gloria per stabilire il Suo si forma gerarchica (Efe.1: 22-23;
regno (I Pie. 2:22; II Cor.5:21; Atti 4:11-13; 5:23; Col.1:18).
2:22; I Pie.3:18; Rom. 1:4; 2:24; I
Cor.15:4; Atti 1:9-11, Giov.14:1-3; I Crediamo all’attualità e alla validità
Cor. 15:25; I Tim.2:5).
delle deliberazioni del Concilio di
Crediamo all’esistenza degli angeli Gerusalemme, riportate in Atti 15:
28-29; 16:4.
creati tutti puri e che una parte di
questi, caduti in una corruzione e
perdizione irreparabili, per diretta Crediamo alla resurrezione dei morazione di Satana, angelo ribelle, sa- ti, alla condanna dei reprobi e alla
glorificazione dei redenti, i quali
ranno con lui eternamente puniti
hanno perseverato nella fede fino al(Matt.25:41; Efe.6:11-12).
la fine (Atti 24:15; Matt.25: 46;
Crediamo che soltanto il ravvedi24:12, 13).
mento e la fede nel prezioso sangue
di Cristo, unico Sommo Sacerdote, Celebriamo il battesimo in acqua per
siano indispensabili per la purifica- immersione, nel nome del Padre e
zione dal peccato di chiunque Lo ac- del Figliolo e dello Spirito Santo, per
cetta come personale Salvatore e Si- coloro che fanno professione della
gnore (Rom.3:22-25; Atti 2:38; I
propria fede nel Signore Gesù Cristo
Pie.1:18, 19; Efe.2:8).
come loro personale Salvatore (Matt.
Crediamo che la rigenerazione (nuo- 28:18-19; Atti 2: 38; 8:12).
va nascita) per opera dello Spirito
Santo è assolutamente essenziale per Celebriamo la cena del Signore o
la salvezza (Giov.3:3; I Pie.1:23; Tito Santa Cena, sotto le due specie del
pane e del vino, rammemorando co3:5).
sì la morte del Signore e annunzianCrediamo alla guarigione divina, se- done il ritorno, amministrata a chicondo le Sacre Scritture mediante la unque sia stato battezzato secondo le
preghiera, l’unzione dell’olio e l’im- regole dell’Evangelo e vive una vita
degna e santa davanti a Dio e alla soposizione delle mani (Isa.53:4-5;
cietà (I Cor.11:23-29; Luca 22:19Matt.8:16-17; I Pie.2:24; Mar.
16:17-18; Giac.5: 14-16).
20).
Crediamo e accettiamo l’intera Bibbia come la ispirata Parola di Dio,
unica, infallibile e autorevole regola
della nostra fede e della nostra condotta (II Tim.3: 15 -17; II Pie.1:21;
Rom.1:16; I Tess.2:13).
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CORRERE
da solo
In questi ultimi giorni il correre da solo è diventato quasi una minaccia contro tutto e tutti;
sicuramente coloro che hanno lanciato questa
sfida non hanno valutato né il vero significato
della vera espressione, né hanno tenuto presente
che da soli non possono fare molta strada, raggiungere alcuni obiettivi, risolvere i molti problemi e soddisfare le innumerevoli esigenze.
Correre da solo vuol dire non ammettere che
si ha bisogno degli altri, significa ritenere gli altri
non all’altezza della situazione e, in limite massimo, farà inorgoglirsi.
Nel mondo purtroppo ci sono queste disastrose tendenze, e noi che componiamo la società
ne subiamo le amare conseguenze, perché in coloro che vogliono correre da soli non c’è coerenza, non c’è sensibilità, non c’è umiltà, non c’è altruismo perché non pensano che ai loro principali interessi, mentre milioni di persone soffrono
questo loro correre da soli.
La Bibbia dice: “Il cuore è ingannevole più di
ogni altra cosa, è insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?” (Ger. 17:9).
Solo il Signore può cambiare il cuore dell’uomo.
Gli uomini cercano con tutte le proprie forze
di correre da soli per raggiungere i propri scopi e
acquisire posizioni di potere.
Anche in alcuni ambiti religiosi si verificano
tali posizioni e in alcuni casi anche nel nostro
mezzo.
Questo non ci deve scandalizzare, perché l’argomento ha origini antiche.
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Un personaggio che ebbe questa filosofia di
vita, certamente non voluta da Dio, fu Absalom.
Absalom si era messo a “correre da solo” verso
il trono di suo padre Davide. Uno degli sbagli
che fece, però, fu quello che, anziché andare sopra un cavallo, andò sopra un mulo che lo portò
a fare una terribile fine. Il cristiano deve sì correre, ma non da solo.
Ma correre, perché, verso chi, con chi?
Il vero cristiano ha bisogno anche degli altri
cristiani
Alcuni credono di farcela da soli, chiedono
aiuto agli altri solo in casi estremi, e quando lo
fanno, a volte, risulta troppo tardi.
Il segreto della soluzione a molti problemi
consiste nell’unità dello Spirito e nell’unità della
fede (Efe.4:3-13).
Nel caso di Cornelio, fu chiamato Pietro che
con altri fratelli si recò a casa sua, e là non solo
Cornelio e quelli che erano riuniti in casa sua furono salvati appieno dal Signore , ma furono anche battezzati di Spirito Santo.
Poveretto chi dice: “Io non ho bisogno di
nessuno”. Noi cristiani abbiamo bisogno gli uni
degli altri.
Il vero cristiano corre insieme a Gesù
Il Signore Gesù Cristo, in momenti particolari, diceva ai Suoi discepoli: “Senza di me non potete fare nulla” (Giov.15:5).
Con ciò Gesù non voleva dire “Statevene con
le braccia legate perché farò tutto io” e neanche
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intendeva dire “Voi non valete nulla”. Certamente voleva anche dire “Voi avete bisogno di
me per fare qualcosa di buono, se volete raggiungere nuovi obiettivi, se volete portare frutto e se
volete avere una vera gioia.”
Signore, prendici per mano, vogliamo correre
insieme a Te; la Tua compagnia rassicura il cammino, tranquillizza il cuore e agevola il percorso;
noi faremo prodigi se correremo con Te.
Il vero cristiano corre avvalendosi dello
Spirito Santo
Un vero cristiano sa molto bene che senza la
guida, la luce, la rivelazione, la potenza e la persona dello Spirito Santo, non può percorrere la
strada di Dio fino alla fine; molte vite si sono
spente strada facendo solo perché hanno corso
senza la speranza dello Spirito Santo nella loro
vita.
noi essendo legati alla Parola di Dio.
Vi assicuro, cari lettori che se correremo
“non da soli”, ma insieme alla Chiesa del
Signore, insieme con Gesù, guidati dallo
Spirito Santo e legati alla Parola di Dio,
il nostro correre ci porterà a raggiungere vette elevate e, alla fine, il premio della vita eterna in Cristo
Gesù, benedetto in eterno.
Francesco Lazzaro
Il vero cristiano corre essendo legato alla
Parola di Dio
È giunto il tempo in cui bisognerebbe fermarsi e riscoprire l’autorità della Parola di Dio, la
sua grandezza, la sua veridicità e la sua fermezza.
È la Parola che dà speranza, è la Parola che
crea la fede, è la Parola che istruisce, è la
Parola che ci consente di conoscere il Padre,
il Figlio e lo Spirito Santo.
Colui che è legato alla Parola si
studia diligentemente di metterla in pratica.
Corriamo anche
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In che modo ti abbiamo
DERUBATO?
MALACHIA 3:8-12
C’è un soggetto della Parola di Dio che, quando è
predicato, mette alcuni credenti a disagio. Non è il
“peccato”, non è il “ritorno di Cristo” né “l’inferno”,
è “il dare al Signore”. Eppure la Bibbia ne parla diffusamente. Su 36 parabole di Gesù, 17 trattano, direttamente o indirettamente, proprio questo soggetto. Le epistole sono piene di insegnamenti riguardanti il dare. L’Antico Testamento tratta abbondantemente questo argomento.
Se è un argomento così importante, come mai alcuni credenti sono a disagio quando si parla di denaro? La risposta è molto semplice: molti adorano più
il denaro che Dio!
Difficilmente ci si sofferma ad esaminare quali
sono i diritti di Dio. Spesso consideriamo i nostri diritti, e raramente consideriamo i nostri doveri.
Malachia, ultimo libro dell’Antico Testamento,
fu scritto circa 100 anni dopo il ritorno del popolo di
Israele a Gerusalemme, dalla schiavitù in Babilonia.
L’entusiasmo per la liberazione era affievolito, il popolo aveva smesso di essere grato a Dio e sembrava
vivere come se tutto quello che aveva fosse suo diritto
acquisito. Erano tempi terribili. I sacerdoti di Dio si
erano sviati, concedevano il divorzio alle famiglie
d’Israele e permettevano alla gioventù Israelita di
sposarsi con dei pagani. Inoltre non insegnavano al
popolo a dare la decima al Signore. Dare la decima
delle proprie entrate al Signore non significa pagare
Dio per quello che Egli fa per noi, ma è un atto di
amore per Lui e per la Sua opera.
Chi non riconosce i diritti di Dio, difficilmente
può realizzare le benedizioni di Dio
La Bibbia insegna come fare un buon uso del denaro e ci chiama a dare a Dio quello che Gli spetta,
non limitandosi ad onorarLo solo a parole, ma anche
con i fatti. Rifiutarsi di dare a Dio quello che Gli
spetta è rubare a Dio,
privandosi delle grandi
benedizioni che il Signore ha
preparato per i figlioli ubbidienti. Questo era il problema del
popolo d’Israele. Nel loro sviamento
avevano dimenticato i diritti di Dio su
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quello che avevano, e con faccia tosta Gli chiedevano: “In che cosa ti abbiamo derubato?” (v.8).
Un’accusa (v.8,9)
Dio chiama il Suo popolo a rendere conto dell’amministrazione, lanciando loro un’accusa: Israele
ruba! Dio riprende il Suo popolo, affinché torni sulla
giusta via: a Lui spettava un’adorazione vera, mentre
il popolo adorava in modo annoiato e svogliato offrendo sacrifici di animali ammalati e difettosi:
“Quando offrite in sacrificio una bestia cieca, non è forse un male? Quando ne offrite una zoppa o malata, non
è forse un male?” (Mal.1:8). Non disprezzavano Dio
con la loro bocca, ma con le loro azioni: “Voi mi trattate con disprezzo, dice il Signore degli eserciti”
(Mal.1:13). Derubavano Dio non offrendoGli le decime: “L’uomo può forse derubare Dio? Eppure voi mi
derubate. Ma voi dite: In che cosa ti abbiamo derubato?
Nelle decime e nelle offerte” (Mal.3:8). Avevano smesso di offrire al Signore, perché i loro sentimenti si
erano guastati: “Voi avete detto: È inutile servire Dio;
e: Che vantaggio c’è a osservare i suoi precetti” (Mal.3:
16). Erano diventati dei “commercianti dello Spirito”. Consideravano il dover dare a Dio soltanto sotto
l’aspetto del guadagno, dimenticando che ciò che
dovrebbe spingerci nell’ubbidire al nostro Padre celeste deve essere l’amore. Non diamo per ottenere, anche se Dio non rimarrà debitore con nessuno, diamo
perché amiamo Dio e la Sua opera. Dio considerò un
furto il fatto che il popolo non dava più la decima e
le offerte. Dare a Dio dovrebbe essere fatto con gioia,
ma è anche un atto di ubbidienza. Dio riprende il
Suo popolo, affinché ritorni ad ubbidire e riceva benedizione dal Signore. La decima, insegnata nell’Antico Testamento, fu confermata da Gesù. A coloro
che volevano solo limitarsi a pagare la decima, Gesù
disse: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pagate
la decima della menta, dell’aneto e del comino, e trascurate le cose più importanti della legge: il giudizio, la misericordia, e la fede. Queste sono le cose che bisogna fare,
senza trascurare le altre” (Matt.23:23). Non ci si può
limitare a una sorta di compensazione: «Faccio questo al posto di quello...». Il Signore ci chiama ad ubbidire a tutta la Sua Parola.
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Dio dà chiare indicazioni riguardo a dove portare
le decime e le offerte: “Alla casa del tesoro, perché ci sia
cibo nella mia casa” (v.10). L’apostolo Paolo, onde evitare che ci sia confusione nell’intendere qual è la casa
di Dio, lo specifica chiaramente: “Affinché tu sappia,
nel caso che dovessi tardare, come bisogna comportarsi
nella casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità” (1 Tim.315).
Se derubare gli uomini è un grave peccato, derubare Dio è ancor più grave! Il popolo era adirato contro
Dio perché il cielo era serrato e non realizzavano più le
Sue benedizioni, senza rendersi conto che si erano messi da loro stessi in questa posizione, privando Dio delle
decime e delle offerte.
Donare per l’opera del Signore dimostra sottomissione a Dio; donare al Signore dimostra che abbiamo
compreso che quanto abbiamo viene da Lui e non dalla
nostra abilità; donare al Signore quello che Gli spetta ci
mantiene umili in quanto dimostra che non possediamo tutto; donare al Signore ci aiuta a non adorare i beni materiali.
L’avarizia aveva messo il popolo sotto maledizione.
L’obbedienza spalanca le porte alla benedizione,
la disubbidienza spalanca le porte alla maledizione
La situazione può cambiare se l’atteggiamento
personale cambia. Rubare a Dio era quanto di peggio
si potesse fare. Rubare a Dio non porta a guadagnare
nulla, non mette sotto benedizione, ma sotto maledizione. Quello che rende ricchi è la benedizione del Signore! Quello che molti credenti non hanno compreso è che dare a Dio non lascia con meno, anzi apre la
porta all’abbondanza perché Dio è fedele e non rimane debitore con nessuno.
Una sfida (v.10)
Dio sfida il popolo d’Israele affinché esca dalla
maledizione. Come poteva cambiare condizione?
Semplicemente obbedendo al Signore: “Portate tutte
le decime alla casa del tesoro… poi mettetemi alla prova
in questo dice il Signore degli eserciti; vedrete se io non vi
aprirò le cataratte del cielo e non riverserò su di voi tanta benedizione che non vi sia dove riporla” (v.10).
Questa è la sfida della fede. Ciò che si doveva dimostrare era di aver fiducia in Dio. Chi trattiene la decima e l’offerta che spetta a Dio deruba Dio! Dio stava
dicendo loro: «Ubbidite a me, abbiate fiducia in me,
datemi quello che mi spetta e sarò io a prendermi cura di voi». Dare la decima in chiesa affinché venga
utilizzata per l’opera del Signore, significa riporre la
propria fiducia non nel denaro, ma nel Signore. È
strano come a volte alcuni ripongono maggiore fiducia in pochi soldi, piuttosto che nel Padre celeste che
possiede tutto l’universo.
Dio lancia una sfida e dà il diritto di metterLo alla
prova. In molti vorrebbero ricevere prima la benedizione per poi disporsi eventualmente a dare. Ma le
cose, con Dio, non vanno così: “Portate tutte le decime
alla casa del tesoro… poi... vedrete se io non aprirò le cataratte del cielo, e non riverserò su di voi tanta benedizione che non vi sia dove riporla” (v.10). Ubbidire a
Dio significa avere piena fiducia in Dio.
Una promessa (v.11,12)
Dio fa delle promesse ai figli ubbidienti: “Per
amor vostro, io minaccerò l’insetto divoratore affinché esso non distrugga più i frutti del vostro suolo, la vostra vigna non sarà più infruttuosa nella campagna, dice il
Signore degli eserciti” (v.11). Oggi il Signore direbbe:
«Se tu sei ubbidiente, io renderò la tua casa produttiva e non rimarrai senza lavoro...». Dio benedice sempre i Suoi figlioli che donano con gioia e generosamente. Nella Sua Parola Dio avanza diritti ai quali faremmo bene a porre mente. Quando i diritti di Dio
sono soddisfatti, le cateratte del cielo si aprono ed
Egli riversa benedizioni sia su noi, sia sulle nostre famiglie: “Egli volgerà il cuore dei padri verso i figli, e il
cuore dei figli verso i padri, perché io non debba venire a
colpire il paese di sterminio” (Mal.4:6).
Malachia ci dice che Dio conserva un libro di ricordi: “Allora quelli che hanno timore del Signore si sono
parlati l’un l’altro; il Signore è stato attento e ha ascoltato; un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il
ricordo di quelli che temono il Signore e rispettano il suo
nome” ( Mal.3:16).
Che cosè scritto in questo libro? In questo libro
sono scritti i nomi di tutti coloro che adorano Dio,
Lo onorano e Gli ubbidiscono. Ci dia il Signore grazia di avere i nostri nomi scritti in quel libro.
Le persone più felici e benedette sono coloro che
hanno scoperto la gioia del dare per l’opera del Signore.
I cuori in pace sono quelli che danno al Signore
quello che Gli spetta, perché sanno di trovarsi nella
volontà di Dio.
Permetti a Dio di aprire il cielo sulla tua casa, sulla
tua persona, ubbidendo alla Sua Parola e sottomettendoti alla Sua volontà; non riporre la tua fiducia sul
tuo conto in banca, riponi la tua fiducia nel Signore.
Dare per l’opera del Signore dimostra tangibilmente che riconosciamo l’autorità di Dio su quello
che possediamo e che poniamo la fiducia nel Suo
grande e infinito amore. L’apostolo Paolo dice che
“Dio ama un donatore allegro. Dio è potente da fare abbondare su di voi ogni grazia, affinché, avendo sempre
in ogni cosa tutto quello che vi è necessario, abbondiate
per ogni opera buona” (2 Cor.9:7).
Angelo Gargano
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LA PERLA DI GRAN PREZZO
M AT T E O 1 3 : 4 5 - 4 6
La perla è un agglomerato calcareo, bianco opaco, di sostanza madreperlacea, custodito dalle valve delle conchiglie,
la principale delle quali è l’ostrica perlifera, presente nel
Mediterraneo, sulla costa atlantica europea oltre che nei mari di Giappone ed Australia. Si produce per la presenza di
un corpo estraneo, spesso un granello di sabbia, all’interno
del mollusco. L’animale, nell’intento di proteggersi, avvolge
l’intruso con una secrezione che solidifica all’interno del
mantello coriaceo e s’incrementa quotidianamente. Il valore
dipende dalla qualità della perla prodotta, dalla sua dimensione e forma. Ci sono perle naturali, coltivate o industriali.
Quelle naturali sono quelle trovate occasionalmente nei
molluschi di mare, quelle coltivate provengono da allevamenti, mentre quelle industriali sono prodotte artificialmente. Il valore delle perle è tuttora elevato, ma in tempi
antichi erano ancora più considerate. I mercanti le proponevano ai propri clienti e, per approvvigionarsene, frequentavano aste che, nel caso di pezzi di pregio, raggiungevano
quotazioni raggiungibili solo da pochi. Siamo interessati al
significato spirituale del verso 46, simile a quello della parabola che la precede. Sia la perla che il tesoro rappresentano
la salvezza in Cristo, ricercata dall’anima attratta dal messaggio divino. Il tesoro nascosto viene trovato da un uomo
ignaro, mentre la perla è il frutto di una ricerca del mercante
per trarne profitto.
È interessante osservare la sequenza nell’attività del mercante che per prima cosa cerca, poi trova e vende tutto per
acquistare quanto di meglio abbia mai trovato. Molti credono di poter meritare la salvezza praticando digiuni, penitenze, osservando dettami religiosi. Essa resterà irragiungibile
fino quando non conosceranno Cristo, vera giustizia, rendendosi conto della sterilità dei loro presunti meriti. Si osservi la notevole somiglianza tra la condotta del mercante di
perle che vendette ogni cosa per raggiungere l’obiettivo, e
quella condotta di Paolo quando incontrò Cristo (Filip.3:710; Isaia 45:1-3; Prov.2:5-6).
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Cercare
“Il regno dei cieli è simile ad un mercante che va in cerca di
belle perle” . Il mercante di perle persegue volontariamente e
con determinazione il proprio obiettivo: cerca le più perle
belle per acquistarle, e trova la migliore; quale premio le sue
ricerche! (Sal.9:10; 27:8).
Il protagonista della parabola conosceva il valore delle
perle e, forte della sua esperienza, ne apprezza la qualità.
Possa Dio inculcare in noi il desiderio di vivere meglio
secondo la Sua volontà, scegliendo il giusto e il vero, nel
giusto discernimento.
Il mondo è così ricco d’imbrogli e di imbroglioni che il
rischio di truffa è elevatissimo.
Non accontentiamoci di perle ordinarie, ma impariamo
a cercare le migliori. Il mercante pronto e disposto a comprare parecchie perle, non pensava d’incappare in una perla
straordinaria, forse qualche volta l’aveva sognata, ma era determinato a cogliere di buon grado ogni occasione.
Trovare
Il mercante cercava perle, ma fu l’Eterno che lo indirizzò: se desideri trovare Colui che è giusto e buono, Egli si rivelerà! Il mercante non aveva trovato solo belle perle, ma s’era imbattuto nella migliore, che valeva più di tutte quelle
che possedeva.
Come il mercante stimò quella perla superba, superiore
ad ogni altra e la valutò con attenzione; così un uomo che
incontri Cristo, facendoLo proprio Signore e Maestro, stimi
questo come il più grande beneficio al mondo!
Vendere
Il mercante vendette i suoi averi per acquistare la perla
di gran valore. Cristo Gesù può essere conquistato solo per
mezzo di una completa rinuncia.
Alcuni, animati da pregiudizi, vorrebbero conoscere in
anticipo che cosa abbandonare per arrivare a Cristo.
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Dio insegna nella Sua Parola che la salvezza si ottiene in
Cristo Gesù, e ci vuole determinazione per ottenerla.
Sì, desidero abbandonare ogni mio pregiudizio: la mia giustizia non vale nulla, è come spazzatura, come tutto quello che fin’ora m’inorgogliva.
Che cosa dobbiamo “vendere”, lasciare per accogliere Cristo?
• Orgoglio - Se credi d’essere importante, dotato di gran forza d’animo e ritieni che queste qualità ti potranno aprire il cielo, abbandona quest’idea, perché la forza del cristiano sta nella propria
debolezza (2 Cor.12:8-10)! Abbandonando ogni ambizione apparentemente c’indeboliremo, ma saremo forti in Cristo.
• Pregiudizi - Molti hanno pregiudizi e una propria giustizia. Sei
disposto ad un abbandono incondizionato? Ricorda: sono scorie,
pesi inutili ed immondizia (2 Pietro 2: 9-10); solo quando te ne
sarai liberato, potrai avere la perla di gran valore.
• Cattive compagnie - “Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi” (1Cor.15:33), esse alimentano il vizio e la corruzione: lasciale per amore di Cristo! La perla è a disposizione di chi lascia!
• I piaceri peccaminosi del mondo - Molti devono lasciare i piaceri
del mondo (Mar.7:22; Rom.13:13). Potresti anche conservare
piaceri innocui, onesti... ma quello che è secondo la carne deve
essere lasciato. Desideri liberartene? Cristo non può convivere
con il mondo (1Pie.4:2). Se ambisci ottenere la perla, è opportuno disinteressarsi degli onori, dell’altrui stima. Taluni sono in difficoltà se additati come seguaci di Cristo. Sei disposto a sopportare qualche disprezzo per amore del Signore (Luca 9:26; Marco
8:38)?
Acquistare (Prov.23:23)
La stoltezza dell’uomo affievolisce la luce per vedere il Salvatore Cristo Gesù.
Il nostro compito è quello d’implorare gli uomini di avvicinarsi al Signore (2 Cor.5:20). Chi accetta l’appello ci chiederà che
cosa è possibile fare per il Signore!
Quali sacrifici sono richiesti per andare a Chi perdona tutti i
peccati ed offre la salvezza istantanea? Nessuno, è molto semplice:
“Chi crede in Lui ha vita eterna” (Giov.3:16). Ma, come il mercante agì immediatamente per non correre il rischio di perdere l’occasione che gli si era presentata, così per l’uomo è importante cogliere l’attimo, finché c’è tempo! (Isa.49:8).
La vera perla: Cristo Gesù (Matt.20:28; Mar.10:15)
Il mercante concluse l’affare consapevole della scelta. All’atto
del pagamento i suoi occhi sprizzavano felicità, pur avendo venduto l’intera proprietà! Raggiunto lo scopo, si rallegrò. Che cosa
poteva volere di più! Pur avendo rinunziato a tutto per ottenere
una sola perla, era arricchito! Ogni rinunzia per seguire il Signore
sarà largamente ricompensata da Lui! (Mat.9:27-29; Mar.10:2830).
Scegliendo Cristo come perla di gran valore, la Sua preziosa
qualità si riversa in noi rendendoci preziosi agli occhi Suoi (Isaia
43:4; 54:12).
La nostra fede è preziosa per Dio (1 Pietro 1:4; 3:4) ed è nel
cuore che abita il nostro tesoro (Luca 12:33-34).
Carmine Lamanna
Nella tua città ascolta la Parola di Dio sulle frequenze di
R A D I O E VA N G E L O
Acireale (CT)
92,500+92,800 MHz
Agrigento
98,500 MHz
Macchia di Giarre (CT)
106,300 MHz
(rip.Linguaglossa)
Matera
98,300 MHz
Atena Lucana (SA)
88,400 MHz (rip.Napoli)
Atina (FR)
90,000 MHz (rip.Sora)
Bari
91,500 MHz
Melito di Porto S. (RC)
104,400 MHz
Misilmeri (PA)
99,500 MHz
Montecalvo (AV)
96,300 MHz (rip.Napoli)
Benevento
88,800 MHz (rip.Napoli)
Napoli
102,800 MHz
Bologna
88,450 MHz; 88,300 MHz
Petilia Policastro
(KR) 92,600 MHz
(rip.Isola Capo Rizzuto)
Bova a Monasterace (RC)
88,800-104,800 MHz
(rip.Melito Porto S.)
Cagliari
101,750 MHz
Piana di Gioia Tauro (RC) Vibo Valentia
90,500 MHz
(rip.Melito Porto S.)
Cassino (FR)
89,200 MHz (rip.Sora)
Reggio Calabria
107,700 MHz
(rip.Melito Porto S.)
Catania
91,000 MHz
Rieti
101,900 MHz (rip.Roma)
Crotone - Caccuri
107,400 MHz
(rip.Isola Capo Rizzuto)
Rimini (RN)
95,000 MHz
Frosinone
89,100 MHz (rip.Roma)
Gela (CL)
104,200 MHz
Giarre (CT)
93,400 MHz, 93,800 MHz
Ginosa (TA)
102,300 MHz
Gravina (BA)
103,500MHz
Isola Capo Rizzuto (KR)
104,900 MHz
Isola Liri (FR)
101,450 MHz (rip.Sora)
Latina-Sonnino
101,700+93,550 MHz
(rip.Roma)
Roma
101,700 MHz
Sant’Agata Militello (ME)
91,200 MHz
Sant’Angelo dei Lombardi
(AV) 91,200 MHz (rip.Nap.)
San Giovanni in Carico (FR)
87,550 MHz (rip.Sora)
Salemi (TP)
103,700 MHz (rip.Trapani)
Segni (RM)
107,400 MHz (rip.Roma)
Sora (FR)
89,360 MHz
Terni
107,000 MHz (rip.Roma)
Trapani
103,700 MHz
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LA CHIESA ESEMPLARE
APOCALISSE 3:7-13
È una chiesa senza rimprovero e s’identifica con la comunità di Filadelfia, destinataria di una delle sette epistole ispirate dallo Spirito Santo e rivolte alle rispettive chiese dell’Asia
Minore indicate nei capitoli due e tre dell’Apocalisse.
Le lettere sono dettate seguendo un medesimo schema: cominciano col designare l’Autore; viene quindi il messaggio di
lode o di biasimo con le relative esortazioni; segue l’invito a
porre mente al messaggio rivolto e infine la promessa presentata in forma simbolica a chi vince.
Ma la chiesa di Filadelfia, appunto, possiede la caratteristica esclusiva di non ricevere alcun biasimo, né alcuna esortazione a correggere l’andamento; essa deve andare avanti con costanza. Quali sono quindi i motivi di un tale apprezzamento
divino per quei credenti? Possiamo trovarli in ciò che è “scritto”, infatti questa chiesa:
È fondata su Cristo
“Queste cose dice il Santo, il Veritiero” (v.7). La santità e la
verità sono due attributi divini che parlano della Sua natura e
l’uno non è senza l’altro. La santità senza verità è formale religiosità che non troverebbe approvazione presso Dio; la verità
senza santità è infedeltà, perché si presuppone la conoscenza
senza però praticarla. In Cristo invece queste due qualità si incontrano e si trovano in tutta la loro pienezza. Egli stesso dichiarò: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre
se non per mezzo di me” (Giov. 14:6); e Pietro: “Stendendo la
tua mano per guarire, perché si facciano segni e prodigi mediante
il nome del tuo santo servitore Gesù” (Atti 4:30).
Questa chiesa non è poggiata sulla tradizione, o basata su
credenze popolari, ma il suo unico fondamento è Cristo il Signore.
È dinamica
“Io conosco le tue opere” (v. 8). Non le parole, ma il servizio;
non i propositi, ma le realizzazioni. Ci sembra una comunità
di credenti che ha saputo “recuperare il tempo … approfittare
delle occasioni in giorni malvagi” (cfr. Efe.5:16). Non ha perso
quell’opportunità offerta da quell’unica porta aperta che aveva
dinanzi: “Ti ho posto davanti una porta aperta” (v.8). È la chiesa consapevole delle proprie limitazioni, delle proprie incapacità, della reale debolezza: “pur avendo poca forza, hai serbato la
mia parola e non hai rinnegato il mio nome” (v.8); ma chi davanti alla chiamata divina del servizio può affermare di essere
adatto? Gesù abilita, Egli dona la forza e la capacità per la virtù dello Spirito Santo. Nessuno è capace, ma Dio nella Sua
misericordia fortifica e usa per la Sua gloria: “Ma tu, Israele,
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mio servo, Giacobbe che io ho scelto, discendenza di Abraamo,
l’amico mio, tu che ho preso dalle estremità della terra, che ho
chiamato dalle parti più remote di essa, a cui ho detto: "Tu sei il
mio servo", ti ho scelto e non ti ho rigettato. Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti
fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia” (Isa.41:8-10).
È vincente
Di che cosa può gloriarsi questa comunità se non di essere
stata fatta partecipe dell’esclusivo amore di Dio: “Io ti ho amato” le dice il Signore (v.9). Questo amore però non è per coloro che appaiono, ma non sono: “Dicono di essere Giudei e non
lo sono”.
L’appartenenza al vero popolo di Dio non si ottiene per la
nascita carnale, ma solo per la rigenerazione spirituale.
L’esperienza di conversione di ogni credente deve affondare le sue radici nell’inesauribile amore divino. Se così è la vita
cristiana sarà vissuta con dolcezza e serenità. Questo amore intimo e personale fu sperimentato già nell’Antico Testamento,
per giungere attraverso il ministerio di Cristo ai credenti di
tutti i tempi: “Daniele, uomo molto amato, cerca di capire le parole che ti rivolgo, e àlzati nel luogo dove stai; perché ora io sono
mandato a te ... Non temere, o uomo molto amato! La pace sia
con te. Coraggio! Sii forte! ...” “Gesù, sapendo che era venuta per
lui l’ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i
suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Dan. 10:11, 19;
Giov. 13:1).
È arrendevole alla Parola
“Hai osservato la mia esortazione alla costanza” (v.10). L’ubbidienza presume sempre umiltà. L’uomo si completa nel confronto con gli altri. Nessuno di per sé può ostentare l’impossibilità di sbagliare, bisogna vegliare e spesso accettare il consiglio di chi è vicino ed ama realmente. Questa propensione è
indispensabile davanti alla Parola di Dio; il suo consiglio è anche la direttiva per vivere al centro della volontà di Dio. Nella
vita la costanza è sempre premiata. L’inadempienza non giova
mai alla testimonianza cristiana; iniziare e non portare a termine la propria missione è sinonimo di superficialità e di scarsa riflessione. “Gesù… disse: ’Nessuno che abbia messo la mano
all’aratro e poi volga lo sguardo indietro, è adatto per il regno di
Dio’ … Chi di voi, infatti, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolare la spesa per vedere se ha abbastanza per poterla finire? Perché non succeda che, quando ne abbia posto le
fondamenta e non la possa finire, tutti quelli che la vedranno co-
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mincino a beffarsi di lui, dicendo: ’Quest’uomo ha cominciato a
costruire e non ha potuto terminare’" (Luca 9:62; 14:28-20). La
costanza è sempre indicativa di serietà e affidabilità, ecco perché la Parola invita ed incoraggia sempre alla fermezza: “Solo
sii molto forte e coraggioso; abbi cura di mettere in pratica tutta
la legge che Mosè, mio servo, ti ha data; non te ne sviare né a destra né a sinistra, affinché tu prosperi dovunque andrai. Questo
libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è
scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai” (Giosuè 1:7,8). Inoltre la costanza ha il suo premio:
“Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato” (Matt. 10:22). “Siccome hai osservato la mia esortazione … anch’io ti preserverò dall’ora della
tentazione che sta per venire sul mondo intero” (v.11). Alcuni interpreti affermano che questo versetto è una delle promesse
che la chiesa degli ultimi tempi per il suo amore verso Dio e la
fedeltà alle Sue esortazioni non attraverserà la Grande Tribolazione.
È preziosa a Dio
“Tieni fermamente quello che hai” (v.11). L’avviso di Cristo
risuona come se vi fosse un pericolo imminente di essere derubati dall’avversario di qualcosa di prezioso. Ma che cosa possiede la chiesa di così prezioso da attirare l’invidia e l’ambizione esterna? Proviamo a considerare se nelle istituzioni, per
quanto a volte siano nobili, si trova un così grande deposito di
valori spirituali, morali e sociali come vi sono nella chiesa di
Cristo. Tutti gli sforzi dell’uomo volti a migliorare la qualità
della vita non saranno mai efficaci come l’azione trasformatrice dello Spirito Santo attraverso la predicazione della Parola.
La chiesa è ricca perché è depositaria di valori che il mondo dissipa quotidianamente. La chiesa esemplare è cosciente
delle proprie sostanze e le custodisce gelosamente con l’aiuto
di Dio: “O Timoteo, custodisci il deposito; evita i discorsi vuoti e
profani e le obiezioni di quella che falsamente si chiama scienza
… È anche per questo motivo che soffro queste cose; ma non me
ne vergogno, perché so in chi ho creduto, e sono convinto che egli
ha il potere di custodire il mio deposito fino a quel giorno …
Custodisci il buon deposito per mezzo dello Spirito Santo che abita in noi” (I Tim. 6:20; II Tim. 1:12, 14).
È fiduciosa
“Io lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio …” (v. 12).
La speranza e la fiducia di questa chiesa sono riposte nelle promesse di Gesù. Quanti hanno riposto la loro speranza negli
uomini o nell’incertezza delle facoltà terrene si sono imbattuti
nelle più amare sconfitte e delusioni: “Maledetto l’uomo che
confida nell’uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si
allontana dal Signore! … Infatti l’amore del denaro è radice di
ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla
fede e si sono procurati molti dolori … ordina di non essere d’animo orgoglioso, di non riporre la loro speranza nell’incertezza delle
ricchezze” (Ger.17:5; I Tim.6:10,17). Se Dio e le Sue promesse
saranno l’unica certezza nella vita di un individuo, potranno
venire meno tutti i punti di riferimento umani e secolari, ma
si è salvi “perché colui che ha fatto le promesse è fedele” e non può
mentire: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Luca 21:33).
È sensibile
“Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese”
(v.13). L’epistola, anche se indirizzata al conduttore di una comunità, è nondimeno sempre rivolta a tutti coloro che “hanno
orecchi” per ascoltare il consiglio di Dio. Perciò la responsabilità è sempre a livello personale, individuale. La mancanza di
sensibilità spirituale è un pericolo reale e sempre in agguato.
Gesù ammonì Pietro: “Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma
delle cose degli uomini” (Matt. 16:23). Anche se questa comunità non viene redarguita come le altre, è tuttavia sempre invitata a mantenere un orecchio spirituale reattivo e ricettivo alla
voce del Signore. La chiesa esemplare ha un’intimità meravigliosa con lo Spirito Santo, ne è ripiena e si lascia guidare dalla
Sua voce: “Perciò, come dice lo Spirito Santo: ’Oggi, se udite la
sua voce, non indurite i vostri cuori’” (Ebrei 3:7,8).
Questa chiesa aveva un nome, Filadelfia, ciò significa che
era un gruppo di credenti reali, non immaginari; un gruppo di
uomini e donne come tanti oggi che hanno dato la loro vita al
Signore e lo Spirito Santo ha voluto onorarli per sempre.
Essere una chiesa strumento di edificazione è possibile ancora oggi: Dio non è cambiato, quella porta è sicuramente
aperta anche davanti ai credenti attuali e nessuno può chiuderla. Possa ancora oggi il Signore dire ad ogni lettore: “Io conosco le tue opere. Ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che
nessuno può chiudere, perché, pur avendo poca forza, hai serbato
la mia parola e non hai rinnegato il mio nome” (v. 8).
Salvatore Esposito
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BATTESIMI AD ORISTANO
“Così pure nei vostri giorni di gioia, nelle vostre solennità e al principio dei vostri mesi, sonerete le trombe quando offrirete i vostri olocausti e i vostri sacrifici di riconoscenza. Ciò
vi servirà di ricordanza davanti al vostro
Dio” (Num.10:10). Desideriamo far giungere a tutta la fratellanza, l’eco delle “trombe” che il giorno 14 giugno sono state “suonate” ad Oristano per un servizio di battesimo che ha recato gioia a tutta l’adunanza.
Tre giovani, un fratello e due sorelle, hanno
testimoniato mediante il battesimo in acqua di aver accettato Gesù quale loro Salvatore e Signore. Essi sono il frutto del costante lavoro di evangelizzazione che fratelli
e sorelle svolgono con semplicità e con il desiderio di vedere
l’opera di Dio
crescere a Oristano. Per l’occasione è stato ospite il fratello Salvatore
Pirrera, pastore della comunità di Pescara e
diaspora e membro del Comitato di Zona.
Egli è stato lo strumento per mezzo del
quale Dio ha parlato al cuore dei fratelli
presenti e dei numerosi familiari intervenuti per l’occasione. Il testo tratto dal primo
capitolo dell’Evangelo di Giovanni ha sti-
molato tutti i presenti a riflettere attentamente sulla libera ed amorevole scelta di
Cristo nel venire a salvare l’umanità e sulle
sue conseguenze eterne per chi sceglie di
accettarLo come personale Salvatore, senza
omettere le conseguenze di un ostinato rifiuto. Il giorno dopo i neo-battezzati si sono immensamente rallegrati per l’opportunità di accostandosi, per la prima volta, alla
Cena del Signore. Questo è stato per loro
anche un motivo d’incoraggiamento nel
continuare a servire il Signore con gioia e
fedeltà. Preghiamo gli uni per gli altri allo
scopo di vedere l’opera di Dio prosperare.
Samuele Prudente
BATTESIMI NELLA COMUNITÀ DI OSTIA LIDO (RM)
di Cassino (Fr)
Siamo grati a Dio per la fedeltà che contie Sora (Fr). Il
nua a mostrare verso la Sua chiesa. Domemessaggio della
nica 18 maggio 2008 il Signore ci ha dato
Parola di Dio,
grazia di effettuare un servizio di battesimi
che ha raggiunin cui tre fratelli e una sorella hanno fatto
to il cuore dei
patto con il Signore. La chiesa tutta è stata
presenti, ha
edificata nel constatare che il Signore continua a salvare, liberare e guarire. Per l’occa- avuto come testo base le parole dell’apostolo Paolo riportate in II Timoteo 2:1-7 e in
sione abbiamo avuto con noi il fratello
particolare l’esigenza di essere “uomini fedeGianluca Ciancio pastore delle comunità
li”. Grazie a Dio la chiesa era piena di fratelli, sorelle e simpatizzanti. La nostra preghiera è che Dio, a cui solo va la gloria,
possa continuare a raggiungere quanti sono
alla ricerca della verità, nella consapevolezza che nel sacrificio di Cristo c’è abbastanza
per la situazione dell’uomo: “… le Sue compassioni infatti non sono esaurite; si rinnovano ogni mattina” (Lamentazioni 3:22b,23a).
Michele Venditti
NOTIZIE DA GENAZZANO (RM)
verse anime
nuove, da alcuni credenti delle
comunità limitrofe in visita e
da tutti i membri della locale
comunità che non hanno risparmiato il
proprio impegno e la propria disponibilità.
Abbiamo avuto la gioia di avere come predicatori in queste serate i fratelli Roberto
Vella, pastore ad Avezzano e L’ Aquila,
Fabio Rodorigo, pastore a Ciampino (RM)
accompagnato da alcuni giovani, Michele
Venditti, pastore a Civitavecchia (RM) e
Ostia Lido (RM) e Salvatore Caruso, pastore a Fidene (RM) accompagnato da diversi fratelli di quest’ultima comunità. Il
Signore attraverso la predicazione della Sua
Parola ha benedetto tutti noi partecipanti,
illuminandoci con la luce dell’Evangelo in
contrapposizione alle tenebre di questo
modo. La nostra preghiera è che i semi
sparsi in questi giorni possano portare frutto abbondante a Lode e Gloria di Dio.
Francesco Alboreto
coro della chiesa
Con grande gioia comunichiamo che il 25
di Bari S.Paolo,
maggio a Tito i credenti hanno festeggiato
che ci hanno alperché un giovane credente di 18 anni ha
lietato con dei
fatto patto con il Signore. Il locale di culto
canti alla gloria
era gremito di credenti, amici e parenti vedel Signore. La
nuti per l’occasione ed il Signore non ha
Parola predicata
mancato di raggiungere gli astanti con la
Sua benedetta Parola. Per l’occasione abbia- da Matteo 19:16 ha raggiunto il cuore degli
astanti, invitandoli ad andare al Signore per
mo avuto il fratello Alessandro Fontana e
ricevere salvezza, perché Egli ci ama di un
amore eterno. A Dio vada la gloria per l’opera che ancora oggi continua a compiere
nei cuori aperti all’Evangelo della Grazia.
Chiediamo alla fratellanza di pregare per
queste zone, affinché il Signore ci dia di vedere una grande raccolta di anime. Dio vi
benedica.
Angelo Rotundo
Con grande gioia comunichiamo alla fratellanza che il Signore ci ha dato grazia di
organizzare da lunedì 19 maggio a giovedì
22 maggio 2008 presso la sala “Nuova” del
Castello “Colonna” di Genazzano delle riunioni speciali di Evangelizzazione. Nei
giorni precedenti sono stati distribuiti circa
2.000 volantini e sono state affisse per tutta
la città decine di locandine che invitavano
quanti lo desideravano a frequentare i culti.
I circa 60 posti a sedere di cui la sala disponeva sono stati, ringraziando Iddio, quasi
tutti occupati fin dalla prima serata da di-
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INCONTRO FRATERNO: TREVISO, CONEGLIANO E BELLUNO
Rendiamo partecipi i lettori delle benedizioni ricevute sabato 24 maggio nella sala
congressi dell’Hotel Crystal di Preganziol
(TV) dove si è tenuto un incontro a cui
hanno partecipato credenti delle chiese di
Treviso, Conegliano, Belluno ed anche di
Padova, Castelfranco e Venezia-Mestre,
oltre a diversi simpatizzanti. Per l’occasione, il coro della chiesa di Padova ha lodato il Signore con canti e testimonianze
toccanti. Poi il fratello Vincenzo Specchi,
pastore delle chiese di Padova e Vicenza,
ha predicato la
Parola del Signore dal testo
di Luca 7:1-10,
e ha evidenziato la fede e l’umiltà del centurione, esempio per noi. Il Signore ha riempito i cuori della Sua presenza e ci ha
incoraggiato a confidare in Lui per realizzare la Sua opera di salvezza, guarigione e
liberazione. Diversi presenti hanno rispo-
sto all’appello che invitava a presentare il
proprio bisogno al Signore, che compie
ancora oggi meraviglie. Veramente il Signore si prende cura del Suo popolo.
È stata una serata trascorsa alla gloria di
Dio, di cui resterà un ricordo indimenticabile. Continueremo ad avvicinarci al
Signore nella gioia e nel dolore, sicuri che
Egli non ci lascia e non ci abbandona:
gloria al nome del Signore!
Saverio Eronia
BATTESIMI A S.VITO DEI NORMANNI (BR)
"Apri i miei occhi e contemplerò le meraviglie della Tua legge" (Sal.119:18). Dio continua a operare nella provincia di Brindisi,
facendo esultare i nostri cuori! Domenica
25 maggio abbiamo avuto la gioia di vedere scendere nelle acque battesimali una
giovane sorella di S. Vito dei Normanni.
Per l’occasione il fratello Vito Bleve è stato
lo strumento che Dio ha usato per la nostra edificazione. Il messaggio esposto è
stato tratto da Efesini 1:15-23. È stato ri-
cordato ai presenti e soprattutto a coloro
che per la prima
volta asistevano
ad un culto
evangelico, che
è assolutamente necessario permettere a
Dio di aprire i nostri “occhi spirituali” per
realizzare il miracolo della salvezza e gustare le Sue copiose benedizioni. Invitiamo
quanti leggono questa comunicazione a
pregare insieme a noi affinchè il Signore
tocchi il cuore di quanti hanno udito il
messaggio della salvezza. Un ringraziamento va ai fratelli di Brindisi e Mesagne che
ci hanno rallegrato con la loro presenza.
Pregate per noi, affinchè il Signore continui a fortificarci per esser resi capaci di annunziare l’Evangelo con sempre maggiore
zelo. A Dio sia la gloria!
Copertino Emanuele - Vito Bleve
Il culto è stato
particolarmente
benedetto dal
Signore e siamo
stati incoraggiati a continuare a
pregare per la
salvezza dei nostri cari. Per l’occasione il
consiglio della Parola di Dio è stato trasmesso dal fratello Saverio Eronia, pastore a
Treviso, con il brano in Atti 16:25-34.
Abbiamo anche celebrato la Santa Cena ricordando la morte e risurrezione di Gesù
ed annunciando il Suo imminente ritorno.
Ci sono ancora a Belluno alcune sorelle i
cui mariti non sono convertiti. Purtroppo
alcuni di loro impediscono di frequentare
la comunità in modo regolare alle mogli,
ma la nostra preghiera al Signore è che anche i loro cuori siano arresi all’amore di
Dio. Con queste poche righe vogliamo incoraggiare tutta la fratellanza a continuare a
pregare per la salvezza dei propri cari e per
tutti coloro che ancora non conoscono Gesù. “Come io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a me, ed ogni lingua
darà gloria a Dio” (Romani 14:11)
Marco Rubino
BATTESIMI A BELLUNO
Con immensa gioia comunichiamo alla
fratellanza che domenica 25 maggio a Belluno due neofiti hanno testimoniato la loro
fede in Cristo con il battesimo in acqua.
Un fratello, che per anni è stato simpatizzante, ha accettato Gesù come personale
Salvatore.
Da tempo moglie e comunità pregavano
per la salvezza di questo fratello al quale l’amore di Dio ha completamente sciolto il
cuore. Il secondo battesimo ha riguardato
una familiare di una sorella, trasferitasi da
qualche anno a Belluno, che frequenta in
modo assiduo la comunità.
NOTIZIE DA ROCCAPALUMBA (PA)
“Signore, dà vita all’opera tua nel corso degli
anni! Nel corso degli anni falla conoscere!”
(Abacuc 3:2). Siamo felici di comunicare
ai lettori del Risveglio Pentecostale che
ancora nel 2008 il fuoco continua ad ardere in Roccapalumba (PA).
Domenica 1 giugno 2008 sono scesi nelle
acque battesimali del locale di Valledolmo
(PA) tre sorelle del paese di Roccapalumba (PA) le quali hanno confessato pubblicamente di aver conosciuto la Via, la Verità e Colui che dà la Vita.
Queste tre sorelle, di cui due hanno prima
ricevuto il battesimo nello Spirito Santo,
sono il frutto della semina, delle evangelizzazioni del passato.
Come abbiamo già comunicato in prece-
denza, il Signore continua a
salvare e battezzare nello Spirito Santo e
chiediamo le
preghiere di
tutti affinché quest’ondata di risveglio
non si arresti.
Per l’occasione è stato invitato il fratello
Federico Salvatore il quale ha preso spunto dal libro di Ruth per considerarne la
decisione e la fermezza a non abbandonare la suocera.
Grazie a Dio, il piccolo locale era gremito.
Domenica 8 giugno, nell’ormai piccolo
locale di Roccapalumba, abbiamo ricorda-
to la morte del Signore e nell’attesa del
Suo ritorno l’incoraggiamento è stato di
continuare a trafficare i talenti e ubbidire
ai comandamenti che Dio ci ha affidati.
Vogliamo anche evidenziare che per la sua
ormai piccoola dimensione, il locale non
ci permette di ospitare gruppi numerosi di
fedeli di altre comunità.
Anche questo è un ulteriore impegno per
noi e un invito a pregare affinché Dio ci
dia grazia di trovare al più presto un locale
più adatto alle ormai nuove esigenze.
Pregate ancora il Signore per noi e per l’avanzamento dell’opera Sua in queste zone
della Sicilia.
A Dio la gloria!
Salvatore Polizzano
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SIANO (SA) – BATTESIMI
Ancora quest’anno il Signore della Gloria è
stato buono con noi. Domenica 8 giugno
abbiamo avuto la gioia di vedere quattro
anime scendere nelle acque battesimali,
confessando pubblicamente che Gesù
Cristo è il loro Salvatore in una chiesa gremita piena della presenza dello Spirito
Santo: Emilia conosceva l’Evangelo dalla
sua fanciullezza, Nunzia è stata toccata dalla
predicazione della Parola sotto la tenda di
evangelizzazione a Siano, Pasqualina si è avvicinata a Cristo a seguito di una gravissima
malattia, Marco, nato in una famiglia cristiana, ha sentito forte nel cuore di consa-
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crarsi a Cristo
“adesso” per
offrirGli così
una vita di servizio. Il fratello
Aldo Siviero,
pastore a Salerno, ci ha ministrato la Parola
di Dio che in maniera propizia ha consolato
i nostri cuori e quelli dei tanti familiari ed
amici inconvertiti presenti per la prima volta. Grazie a Dio per quanto ci ha provveduto fino ad oggi! Continuiamo a pregare gli
uni per gli altri!
Aniello Casciello
BATTESIMI A BOSCOREALE (NA)
Non ci sono parole adatte per ringraziare il
Signore che fedelmente benedice e sostiene
la Sua chiesa. Lo Spirito Santo continua ad
operare con potenza per liberare le anime
dal male e dal peccato: domenica 8 giugno
la chiesa di Boscoreale (NA) ha potuto constatare direttamente questa realtà di salvezza
per mezzo di sette credenti che hanno testimoniato della loro nuova vita in Cristo con
il battesimo in acqua. Si tratta di uomini e
donne per i quali si è realizzato quel verso
della Bibbia che dice: “Getta il tuo pane sulle
acque, perché dopo molto tempo lo ritroverai”
(Eccl.11:1). Si è svolta una riunione di culto
in cui tutti hanno goduto di copiose benedizioni da parte di Dio, che non ha mancato di compungere i cuori degli astanti con la
Sua Parola. Il fratello Paolo Faia, pastore a
Parma e Piacenza, con il testo biblico di II
Samuele 9:1-13,
dove si narra di
Davide che
chiese di fare
del bene a qualcuno della casa
di Saul per amor di Gionatan, ha sottolineato la volontà ed il desiderio di Dio di fare
del bene agli uomini per amore di Gesù. Per
tutti i presenti, molti dei quali per la prima
volta, c’è stato un amorevole invito a lasciare operare il Signore per realizzare la Sua immensa grazia. Lo Spirito Santo è ancora all’opera, compiacendoSi di raggiungere i
cuori degli uomini attraverso la predicazione dell’Evangelo. Possa la chiesa adoperarsi
con maggiore zelo ad annunciare la buona
notizia che Gesù è il Salvatore.
Pasquale Contrino
BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME)
“Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura…” (Mc. 16:15).
In obbedienza al Grande Mandato di
Cristo, vogliamo comunicare alla fratellanza
il grande privilegio e la grande gioia che il
Signore ci ha dato di annunziare l’Evangelo
ai perduti.
Tra giugno e luglio, grazie alla collaborazione e all’aiuto di fratelli e sorelle della comunità, abbiamo potuto svolgere una campagna d’evangelizzazione sia istallando la tenda, sia con culti all’aperto nelle cittadine di
Barcellona, Spinesante, S. Lucia del Mela,
Furnari, Basicò e Falcone.
Abbiamo distribuito quasi tremila volantini
e trattati evangelistici; molti hanno avuto
modo di ascoltare la Parola di Dio, predicata con grande franchezza e libertà dai vari
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pastori che ci
hanno visitato,
e alcuni degli
astanti, convinti
dall’Evangelo,
ci hanno promesso che verranno a farci visita nella comunità. La nostra preghiera e la nostra speranza è che Dio, in questi ultimi periodi
della Sua pazienza, continui a salvare altre
anime. Nel nostro cuore c’è il grande desiderio di vedere uomini e donne convertiti a
Cristo, e per questo vi chiediamo di aiutarci, ricordandovi di noi nelle vostre preghiere. Per tutto questo diamo gloria e onore al
nostro Signore Cristo Gesù per quello che
compie in nostro favore. Dio vi benedica.
Davide Valentino
RISVEGLIO
PENTECOSTALE
Organo ufficiale delle Chiese Cristiane
Evangeliche“Assemblee di Dio in Italia”
Ente Morale di Culto D.P.R.5.12.1959 n.1349
Legge 22.11.1988 n.517
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(conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2,
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Tipografia
Cooperativa Tipografica Operai srl - Vicenza
“Risveglio Pentecostale” è una pubblicazione delle
Assemblee di Dio in Italia, che fin dal 1946 ha lo
scopo d’essere, con l’aiuto di Dio, strumento di
edificazione per la Chiesa del Signore, sostenendosi
esclusivamente con libere offerte.
Questo numero di Risveglio Pentecostale è
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Destinatario
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❑ PARTITO
❑ TRASFERITO
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Indirizzo
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❑ INESATTO
Oggetto
❑ RIFIUTATO
❑ NON RICHIESTO
❑ NON AMMESSO
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