veci e bocia 1-2008 - Sezione di Milano

Transcrição

veci e bocia 1-2008 - Sezione di Milano
Veci e Bocia - 1
Marzo 2008
PERIODICO DELLA SEZIONE DI MILANO DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
Direzione: Via V. Monti, 36 - 20123 Milano - Tel. 02 48519720 - Fax 02 48025928
http://www.milano.ana.it - p.e.: [email protected]
Anno 56 - Numero 1 - Marzo 2008
Spedizione in a. p. art.2 comma 20/C legge 662/96 Filiale di Milano - C.c. postale 38521209
Dal Direttore
Il nostro giornale ha già parlato della
preparazione all’80° della Sezione.
Finalmente ci siamo, e da questo numero vedete ben evidente il logo della manifestazione.
Ottanta anni sono tanti se paragonati alla
vita delle persone. Ma sono pochi se si
prende come metro la storia. L’ANA e
la nostra Sezione possono essere considerate a pieno titolo ancora giovani perché è con la storia che si confrontano.
Noi, Veci e Bocia, siamo fieri della nostra storia, dei nostri padri, dei nostri
valori e vogliamo che anche le manifestazioni dell’80° siano una opportunità
per farci conoscere meglio divulgando
ciò che siamo e facciamo.
Non temiamo di presentarci e di parlare
di noi. In questi tempi di confusione di
valori, le nostre comunità hanno bisogno di sapere che ci siamo e che i valori
e il lavoro dei Veci saranno tenuti alti e
portati avanti dai nostri Bocia con la
stessa serietà, tenacia e caparbietà.
In questo importante momento della vita
della nostra Sezione, noi Veci e Bocia
ci presentiamo alle nostre comunità con
la solidità e l’autorevolezza dei nostri
valori, patrimonio che ci pone tra le
componenti pregiate della società italiana.
Le celebrazioni dell’80° saranno un
impegno gravoso e sappiamo che ci sarà
molto da lavorare.
Ma queste sono cose che non hanno mai
spaventato gli alpini!
Gianni Papa
Il verbale dell’Assemblea Sezionale 2008
Il giorno 9 Marzo 2008, a seguito di
regolare convocazione, si è riunita in
seconda convocazione alle ore 9.00,
essendo andata deserta la prima convocazione delle ore 8 nello stesso giorno
e luogo, presso l’Aula Magna dell'Istituto Nazionale Tumori, in Milano via
Venezian 1, per discutere e deliberare
sul seguente
ORDINE DEL GIORNO:
1. Nomina del presidente dell’Assemblea e verifica dei poteri
2. Nomina del Segretario dell’Assemblea e di 3 scrutatori
3. Approvazione del verbale della seduta precedente
4. Consegna del riconoscimento a Soci
con cinquant’anni di comprovata iscrizione all’ANA
5. Relazione morale del Presidente Sezionale sulle attività della Sezione nell’anno 2007
6. Discussione ed approvazione della relazione morale
7. Approvazione del rendiconto 2007 e
del bilancio preventivo 2008
8. Autorizzazione al Consiglio Direttivo
Sezionale a stabilire la quota sociale per
il 2009
9. Elezione delle cariche sezionali per
il biennio 2008/09 e dei delegati alla
Assemblea Nazionale per il 2008.
Punti 1 e 2
Il Presidente sezionale Giorgio Urbinati
invita i presenti, prima di ogni altra attività, a rendere omaggio alla Bandiera
Ricordo di Mario Castelli
Il Consigliere Sezionale in carica Mario Castelli è andato avanti.
Lo vogliamo ricordare con le parole di Elio Dal Pont
Mario è stato il primo alpino della Se- pulizia al Parco Lambro. Poi venne l’imzione di Milano che ho conosciuto per- pegno PC a Foligno; noi andammo con
sonalmente. Era il 1996 quando io, es- la Panda appena ritirata dalla concessendo prossimo alla pensione, decisi di sionaria. E vennero le altre esercitazioiscrivermi alla Protezione Civile ni e infine l’Albania con Valona.
dell’ANA e da lui, che allora era il Poi io ridussi le mie presenze, anche a
referente per la città, fui indirizzato in causa della caviglia che mi ero rotto a
Sezione.
Foligno, mentre Mario continuò nella
Per chi si ricorda la vecchia sistemazio- sua attività.
ne della sede sezionale, sulla parete del- In una di quelle serate in Sezione, menl’atrio c’era un grande poster con la ve- tre stavamo considerando la staticità
duta del Cervino e sotto un tavolino di della situazione, decidemmo di fondare
pino con delle panche; per alcuni era il Gruppo di Milano Lorenteggio coinquello il punto di ritrovo e lo fu anche volgendo altri alpini. Mario si diede super noi.
bito da fare con il suo solito impegno.
Dopo il primo approccio, tra Mario e Ideò insieme a Renato il distintivo del
me fu coppia fissa alle esercitazioni di
( segue a pag. 4)
intonando il “Trentatrè”. Propone quindi
di nominare Presidente dell’Assemblea
Edo Biondo che viene nominato per acclamazione.
Alle ore 9,25 sono presenti in proprio
219 soci portatori di 382 deleghe per
un totale di 601 soci aventi diritto al
voto. Gli aventi diritto al voto sono
2.253 e quindi è superato il quorum del
20% e le votazioni potranno essere prese con la maggioranza semplice dei votanti.
Il Presidente, constatata la validità dell’Assemblea a termini di regolamento,
propone di nominare Segretario Andrea
Gorgoglione, nonché Scrutatori Luigi
De Melgazzi, Filippo Vezza e Franco
Vidali che vengono ugualmente nominati per acclamazione.
Si procede quindi allo svolgimento dei
successivi punti all’o.d.g.
Punto 3
Il Presidente propone di dare per letto il
verbale della precedente Assemblea sezionale del 11 Marzo 2007, portato a
suo tempo a conoscenza dei soci mediante pubblicazione sul notiziario sezionale “Veci e Bocia”, e ne chiede l’approvazione: i presenti approvano all’unanimità per alzata di mano.
Punto 4
Riprende la parola il Presidente sezionale Urbinati che procede a consegnare
i riconoscimenti ai seguenti soci con 50
anni di anzianità di iscrizione all’A.N.A
ai quali vengono consegnate le meda-
glie sezionali:
- Alberti Gianfranco (Corsico) ritira il
capogruppo
- Benzoni Giovanni (Mi–Crescenzago)
- Brivio Felice (Missaglia)
- Calligaro Modesto (Bollate)
- Cattaneo Ermanno (Limito–Pioltello–
Segrate)
- Comi Vittorio (Missaglia)
- Della Vedova Marcello (Bollate)
- Dobner Ugo (Sezione)
- Favini Giancarlo (Limbiate)
- Governo Ottorino (Limbiate)
- Isari Giorgio (Cesano Maderno)
- Luraschi Gaetano (Mi–Centro)
- Marchiotto Vasco (Bresso)
- Mazzetto Angelo (Limbiate) ritira il
capogruppo
- Professione Giuseppe (Sezione)
- Sironi Gregorio (Giussano)
- Soldi Egidio (Lacchiarella)
- Tirinnanzi Talisio (Sezione) alla memoria-ritira il nipote
- Vaia Giancarlo (Bresso)
- Valcarenghi Roberto (Lodi)
Lunghi e calorosi applausi accompagnano la consegna delle medaglie da parte
del Presidente Giorgio Urbinati.
Punto 5
Il Presidente sezionale Giorgio Urbinati
invita ad osservare un minuto di silenzio per i soci “andati avanti” Anselmi
Bruno, Bastianello Gildo, Casiraghi
Eriminio, Castelli Giancarlo, Colombo
Italo, Crose Sergio, Del Negro Giovan(segue a pag. 2)
Ricorda:
97329810150
per dare il 5 per mille
dell’IRPEF all’ospedale
da campo dell’ANA!
Anche quest’anno è possibile destinare, oltre all’8 per mille (allo Stato,
alla Chiesa cattolica, ecc.) un ulteriore 5 per mille dell’IRPEF a organizzazioni senza fini di lucro.
La “Fondazione ANA Onlus”, rientra tra quante possono ricevere questo ulteriore contributo.
Chiunque, iscritto o no all’ANA, può
indicare questo ulteriore contributo
nella sua prossima dichiarazione dei
redditi, precisando il numero di codice fiscale che è 97329810150.
Marzo 2008
2 - Veci e Bocia
VITA SEZIONALE
Segue Assemblea Sezionale
ni, Galbiati Angelo, Longo Giovanni,
Perini Vittore, Ramon Pietro, Rigamonti
Costante, Ronco Gianni, Armando Rossi, Tasca Giovanni, Terno Sergio,
Tirinnanzi Talisio, Vago Gaetano, a cui
si unisce il ricordo degli Alpini in armi
caduti. Di seguito dà lettura della Relazione Morale, il cui testo integrale viene allegato come parte integrante al presente verbale e che verrà anche pubblicato sul giornale sezionale “Veci e
Bocia”. Un lungo e caloroso applauso
sottolinea il termine della Relazione
Morale.
Punto 6 e 7
Il Presidente dell’Assemblea propone di
accorpare la discussione ed approvazione della Relazione economico/finanziaria con la discussione della Relazione
Morale e precisa che avverranno comunque votazioni distinte. Il segretario
sezionale Giuseppe Borella da lettura
del bilancio e delle sue relazioni.
Dopodiché, su invito del Presidente dell'Assemblea, si procede con i seguenti
interventi:
- Mazzucchi esprime approvazione per
la Relazione Morale; cita il libro di Daniele Chiappa “All’ombra della Luna”
sulla Protezione Civile di Lecco ricordando l’opera dell’autore per la prevenzione dei rischi dell’attività alpinistica;
fa omaggio di alcune copie del libro alla
Sezione.
- Boffi invita tutti al 50° del Gruppo di
Limbiate; raccomanda al Consiglio di
raccogliere con ulteriore sforzo tutte le
professionalità disponibili e i volontari
per la Protezione Civile.
- Barberi invita a trovare sempre nuove motivazioni per richiamare i giovani.
- Parazzini invita a parlare anche in
questa sede dei problemi connessi alla
figura degli “Amici degli Alpini” che
danno grande aiuto e forse non hanno i
dovuti riconoscimenti; rivendica il ruolo sociale dell’A.N.A. e ricorda che anche gli “Amici” hanno diritto di partecipare.
- Perini ricorda il rischio di perdere un
delegato nazionale se si scendesse sotto i 2250 soci; invita tutti a diffondere
l’attività dell’Associazione e in particolare quella dell’Ospedale da Campo
della P.C.; fa appello al Presidente sezionale per superare le differenze che
sono emerse nella P.C.
Risponde il Presidente sezionale ai singoli interventi: ringrazia Mazzucchi per
il dono e per la fondazione della Sia di
cui è stato protagonista; ribadisce l’importanza della partecipazione alle manifestazioni; conferma la propria disponibilità personale a qualsiasi iniziativa
a favore della P.C.; richiama la partecipazione alle iniziative quale risposta all’impegno degli organizzatori; sugli
“Amici degli Alpini” conferma l’impor-
tanza dell’argomento e auspica direttive
anche dalla sede nazionale; esprime le
lodi dell’Ospedale da Campo e auspica
l’affissione di stemmi alpini sui mezzi
ANA e la diffusione del Libro Verde;
Seguono quindi altri interventi:
- Piccioni auspica che nei raggruppamenti si sviluppi maggior collaborazione.
- Marchesi invita ad organizzare dibattiti interni sui principi e valori associativi; richiama l’ANA e la Sezione a porsi obiettivi di largo respiro che siano di
stimolo e richiamino nuove adesioni;
sugli “Amici” invita a distinguere e privilegiare quelli che si distinguono nell’attività concreta in particolare nei cori
e nella P.C.
- Scavini invita tutti a Vigevano il 1819 ottobre alle manifestazioni per l’80°
della Sezione con partecipazione numerosa.
- Branduardi sottolinea la presenza
numerosa e fattiva dei giovani nella sezione; relaziona sull’ultima riunione dei
giovani a Ceriano Laghetto; richiama il
ruolo della Commissione Giovani quale riferimento per le attività dei Gruppi
dirette ai giovani iscritti.
- Gandini ringrazia la Sezione e i Gruppi per la festa del 75° del gruppo di
Cinisello Balsamo; comunica che sono
stati già raccolti oltre 60.000,00 euro per
l’impianto satellitare e di telemedicina
dell’Ospedale da Campo pari a circa il
La S.Messa in Duomo “per non dimenticare”
Peppino Prisco pensò bene, cinquant’anni or sono, di dedicare una S.
Messa a tutti coloro che non tornarono
dai campi di battaglia, ai compagni che
vide morire nella neve, ai Caduti del suo
battaglione “L’Aquila”, della divisione
“Julia”. Da allora ogni anno, prima di
Natale, nel Duomo di Milano si celebra
quella S. Messa che è ora in ricordo di
tutti i Caduti di tutte le guerre.
Quest’anno c’era il sole, ma l’aria era
gelida. Già dalle prime ore del mattino
si potevano incontrare, ai capolinea del
metrò, in stazione Centrale o nei pressi
Sfila la fanfara della Taurinense
del centro, piccoli gruppi di Alpini, Cappello ben calcato sulla testa, che s’incamminavano verso il Duomo. Gli Alpini a Milano.. fa sempre un certo effetto vedere le Penne Nere in città, lontane dalle montagne.
La cronaca della giornata è come quella dell’anno passato e dell’anno prima
e così via: ammassamento, arrivo del
Vessillo di Milano con il Presidente
Urbinati e l’intero Consiglio, arrivo del
Labaro scortato dal Presidente Perona
e dai Consiglieri e poi il picchetto armato e il Generale Novelli.
E siccome la cronaca la conoscete tutti
vorrei, questa volta, raccontare dei tanti
Alpini semplici venuti da vicino e da
lontano… per non dimenticare.
Perché domenica 16 dicembre in Piazza Duomo c’erano soprattutto loro: gli
Alpini semplici, quelli che non pretendono nulla ma chiedono solo se c’è da
fare, quelli che ci sono sempre, anche
in trasferta quando bisogna alzarsi che
è ancora buio e mettersi in macchina
macinando chilometri, con la pioggia e
con il sole, sempre presenti.
Gli Alpini che non si fermano a pensare
a quanto tempo dedicano all’Associazione, ma lo dedicano punto e basta.
Perché ANA significa famiglia, significa tradizione, significa non dimenticare
chi non è tornato a baita, significa condividere la gioia per un nuovo gruppo
Alpini che nasce e il dolore per un Alpino che va avanti.
Significa dovere e dedizione incondi-
zionati, significa tutto questo e molto
altro ancora. Questi sono gli Alpini che
animano e tengono viva l’Associazione, insomma.
Gli stessi che il Beniamino, Artigliere
Alpino conducente muli, annovera nel
battaglione “Pala e Picco”: un Battaglione fatto di Alpini sempre pronti a lavorare ma con i propri attrezzi da lavoro,
perché, secondo loro, quelli di proprietà del Gruppo sono meno efficienti.
Uomini di buona volontà che quando
lavorano spesso mugugnano e sono in
disaccordo su come eseguire l’intervento, ma che alla fine realizzano una lavoro o una ricostruzione a regola d’arte.
Sono gli Alpini che il giorno delle inaugurazioni e dei riconoscimenti stanno
sempre in ultima fila, con l’espressa richiesta di non essere menzionati; e quando si dice loro che visto il tempo speso
per la comunità è giusto e doveroso che
siano ringraziati, loro rispondono solo
così “Num sem Alpini”.
Ecco lo straordinario regalo che il buon
Peppino Prisco ci ha lasciato: quello di
voler ricordare i nostri fratelli Caduti in
tutte le guerre radunando ogni anno a
dicembre, tutti gli Alpini d’Italia che
come sempre rispondono “Presente!”
Con il ricordo degli Alpini negli occhi e
con le parole di “Stelutis Alpinis” che
risuonavano dolci nella mia testa, mi
sono avviato verso casa, tranquillo e
consolato dal pensiero che gli Alpini
semplici, con l’aiuto del buon Dio, preserveranno l’Associazione da ogni male.
50% del costo, e spera di avere il mezzo pronto per la sfilata di Bassano; parla degli “Amici” chiedendo un assemblea in merito; chiede alle forze della P.
C. di superare le divergenze e dare sempre miglior contributo.
Risponde il Presidente sezionale: i raggruppamenti servono come strumento
di collaborazione tra i gruppi; concorda sull’importante ruolo degli Amici
degli Alpini nei cori e nella P.C.; si complimento con Gandini per il 75° del
Gruppo; raccoglie l’invito a convocare
un’Assemblea Straordinaria sugli “Amici degli Alpini” dicendo che sottoporrà
al Consiglio la questione su modalità e
opportunità di tale assemblea.
Seguono altri interventi:
- Tona si lamenta dell’eccessiva brevità della Relazione Morale sottolineandone l’importanza anche come memoria storica; sulla P.C. ricorda le qualità
dell’attività del responsabile Roberto
Polonia e dell’importanza del ruolo del
responsabile; sugli “Amici” raccomanda di non disperdere le risorse umane
che essi rappresentano e contenere l’orgoglio “alpino” che ne frena la piena
accettazione.
- Ghioldi ringrazia il servizio d’ordine
per il concerto tenutosi al Conservatorio; ricorda il concerto del 4 novembre
agli Arcimboldi per il 90° della vittoria
in cui il Coro canterà con l’Orchestra
del Conservatorio; sui giovani invita a
guardare alle scuole superiori come bacino di riferimento.
- Valsecchi sugli “Amici” riconosce i
meriti di molti di loro; sulla P.C. invita
a partecipare all’attività in particolare
alle esercitazioni di aprile.
- Maggioni sollecita un suggerimento
del Consiglio sulle modalità di utilizzo
delle Sedi dei Gruppi; invita a utilizzare la convenzione tra il Ministero della
Pubblica Istruzione e il Corpo d’Armata per tenere lezioni nelle scuole.
- Luciani richiama il ruolo degli “Amici”.
Risponde il Presidente Urbinati rivendicando la scelta sulla brevità della Relazione Morale che dà spazio agli interventi dei soci; ribadisce che sottoporrà
al consiglio decisioni in merito alla convocazione di un’Assemblea straordinaria; invita tutti a promuovere il concerto agli Arcimboldi che è un appuntamento prestigioso; spiega che il Comando
Regione e le Associazioni d’Arma hanno un accordo per l’accesso alle scuole;
il regolamento sull’utilizzo delle sedi
deve tenere conto della specificità di
ogni sede e di ogni gruppo; ricorda la
qualità prima degli Alpini che è quella
di lavorare “cantando”.
Il Presidente dell’Assemblea pone quindi in votazione la Relazione Morale che
viene approvata all’unanimità.
Segue la votazione per alzata di mano
sul bilancio consuntivo e sul bilancio
preventivo, che vengono approvati all’unanimità.
Punto 8
Il Presidente propone che venga data
(segue a pag. 3)
Veci e Bocia - 3
Marzo 2008
VITA SEZIONALE
Segue Assemblea Sezionale
delega al Consiglio Direttivo Sezionale di stabilire la quota associativa per
il 2009. La proposta, per alzata di
mano, viene approvata all’unanimità.
Interviene a questo punto il Consigliere Nazionale Casini che spiega che in
merito al problema degli “Amici degli
Alpini” entro agosto dovranno essere
elaborati pareri e mozioni che dovranno essere formalmente inoltrate al
Consiglio Nazionale ad ottobre; in via
personale invita a non enfatizzare oltre misura il problema del Cappello;
ricorda che la Regione Veneto l’anno
scorso ha dato un contributo all’ANA
per l’attività nelle scuole e che presso
la sede nazionale si possono recupe-
rare informazioni operative; invita tutti
a venire a giugno all’inaugurazione del
ristrutturato rifugio Contrin e ad altre
manifestazioni del genere; comunica
che è in fase di completamento il Libro Verde della solidarietà e quindi sollecita le ultime comunicazioni sull’attività dei Gruppi; sollecita volontari
piastrellisti e muratori per i restauri
della casa di soggiorno di Costalovara.
Punto 9
Si procede infine alle operazioni di
votazione per le cariche sezionali ed
il Presidente dell’Assemblea Biondo
dichiara chiusa la seduta alle ore 12.30.
Il Presidente: Edo Biondo
Il Segretario: Andrea Gorgoglione
Elezione alle cariche sociali
Sunto del verbale di scrutinio
A fronte di n° 623 soci partecipanti in
proprio o per delega all’assemblea,
sono state rinvenute nelle urne 620
schede, che scrutinate hanno dato il
seguente risultato:
ELEZIONE DI 2 CONSIGLIERI
PER IL 1° RAGGRUPPAMENTO
- Biennio 2008-2009
Hanno ottenuto voti: Giuseppe Bona:
561, Francesco Tajana: 567, che risultano eletti
ELEZIONE DI 2 CONSIGLIERI
PER IL 2° RAGGRUPPAMENTO
- Biennio 2008-2009
Hanno ottenuto voti: Giorgio Piccioni: 548, Andrea Sacco: 590, che risultano entrambi eletti.
ELEZIONE DI 2 CONSIGLIERI
PER IL 3° RAGGRUPPAMENTO
- Biennio 2008-2009
Hanno ottenuto voti: Valerio Fusar
Imperatore: 562, Benito Tinti: 571, che
risultano entrambi eletti.
ELEZIONE DI 2 CONSIGLIERI
PER IL 4° RAGGRUPPAMENTO
- Biennio 2008-2009
Hanno ottenuto voti: Antonio Liuzzi:
376, Giulio Onori: 339, Antonio
Respighi: 379. Pertanto risultano eletti Antonio Liuzzi e Antonio Respighi.
ELEZIONE DI 3 REVISORI DEI
CONTI EFFETTIVI
- Triennio 2008-2010
Hanno ottenuto voti: Luigi Azzerboni:
579, Angelo De Andrea: 590, Andrea
Gorgoglione: 574, che risultano pertanto eletti.
ELEZIONE DI 1 REVISORE DEI
CONTI SUPPLENTE
- Triennio 2008-2010
Ha ottenuto voti: Giorgio Borea: 586
che risulta pertanto eletto.
ELEZIONE DI 3 COMPONENTI
LA GIUNTA DI SCRUTINIO
- Triennio 2008-2010
Hanno ottenuto voti: Daniele Gariboldi:
471, Roberto Magistri: 483, Franco
Magnoni: 436, Riccardo Talleri: 348.
Risultano eletti Daniele Gariboldi, Roberto Magistri e Franco Magnoni.
ELEZIONE 4 DELEGATI ALLA
ASSEMBLEA NAZIONALE 2008
Hanno ottenuto voti: Aldo Barberi:
574, Alessandro Branduardi: 572,
Gianni Papa: 595, Mario Sormani: 547
che risultano tutti eletti.
Per l’80° della Sezione
La Sezione di Milano, nata nel 1928 a seguito del forzato spostamento a Roma della sede nazionale, si appresta a celebrare quest’anno i propri primi 80 anni di vita mettendo in calendario una
serie di eventi ed iniziative, al momento ancora in fase di definizione.
Tra i progetti figurano:
a) una pubblicazione dedicata ai graffiti della sede sezionale
b) un concerto di tutti i cori alpini della Sezione, che si terrà la sera
del venerdì 30 maggio presso il teatro “Manzoni” a Sesto San Giovanni
c) il prossimo raduno delle Sezioni ANA del 2° Raggruppamento
(Lombardia ed Emilia-Romagna), che si terrà nei giorni 18 e 19 ottobre 2008 a Vigevano, località che assai meglio si presta a ospitare
il raduno rispetto a Milano città.
Visitate il sito Internet sezionale www.milano.ana.it
per ulteriori informazioni.
Relazione Morale anno 2007
Cari soci Alpini ed Amici degli Alpini,
un altro anno è concluso ed è giusto ed
anche importante ritrovarsi come tra
amici per trascorrere un po’ di tempo
insieme.
In tutte le riunioni, per tradizione, il primo pensiero è rivolto alla nostra Bandiera che ci affratella tutti …per cui:
saluto alla Bandiera.
(Seguono nomina Presidente Assemblea, ecc. ecc.)
Anche quest’anno, come tradizione vuole, dobbiamo ringraziare i nostri soci con
cinquant’anni di appartenenza alla nostra Associazione, è un piccolo riconoscimento per tutta la loro dedizione alla
vita Alpina, infatti è merito della loro
costanza se i nostri valori sono sempre
presenti nella nostra vita quotidiana, se
le nostre sedi sono sempre un centro di
aggregazione, di rispetto delle tradizione e soprattutto fucina di idee nel nostro … non dimenticare i nostri morti
aiutando i vivi.
(Vengono consegnate le medaglie).
Dobbiamo ringraziare, di cuore, l’Associazione donatori dell’Istituto dei
Tumori per l’ospitalità che ogni anno ci
concede, essendo in totale sintonia con
noi.
Ho, come mia consuetudine, voluto iniziare con i ringraziamenti ai nostri
“veci”, perché senza di loro l’Associazione non sarebbe sopravissuta al
menefreghismo generale ed al continuo
voler distruggere tutti i valori che fanno
grandi noi Alpini, nello stesso modo non
possiamo e soprattutto non vogliamo dimenticare i nostri soci andati avanti.
Vi chiedo perciò un minuto di silenzio
per loro e per tutti coloro caduti in nome
dei nostri stessi valori nelle operazioni
di peace keeping.
- Della Sezione
Spartaco Arnaboldi, classe 1925
Vinicio Bondanza, classe 1929
Giovanni Crestetto, classe 1920
Ernesto Fermi, classe 1913
Fabio Gagnatelli, classe 1922
Aurelio Merlo, classe 1929
Umberto Norio, classe 1929
Franco Pozzati, classe 1940
Sergio Schrievers, classe 1931
Talisio Tirinnanzi, classe 1919
Carlo Travaglio, classe 1916
- Gruppo di Milano Crescenzago
Gildo Bastianello, classe 1919
- Gruppo di Bollate
Serafino Colomba, classe 1941
Giovanni Del Negro, classe 1922
- Gruppo di Bresso
Bruno Grandi, classe 1929
Ignazio Marengo, classe 1940
Vittore Perini, classe 1932
- Gruppo di Cassano d’Adda
Giancarlo Castelli, classe 1957
- Gruppo di Cernusco
Angelo Galbiati, classe 1935
- Gruppo di Cinisello Balsamo
Angelo Greppi, classe 1924
- Gruppo di Legnano
Gaudenzio Maestrone, classe 1910
Armando Rossi, classe 1924
- Gruppo di Limbiate
Vittorino Fullin, classe 1932
Giovanni Tasca, classe 1940
- Gruppo di Lodi
Sergio Terno, classe 1938
- Gruppo di Missaglia
Erminio Casiraghi, classe 1947
- Gruppo di Paderno Dugnano
Pietro Ramon, classe 1938
- Gruppo di Sesto S. Giovanni
Giovanni Longo, classe 1922
- Gruppo di Lainate
Sergio Crose, classe 1946 (capogruppo)
- Gruppo di Ceriano Laghetto
Gaetano Vago, classe 1947
- Gruppo di Magenta
Luigi Bona, classe 1937
Italo Colombo, classe 1922
- Gruppo di Arese
Costante Rigamonti, classe 1913
- Gruppo di Milano Centro
Bruno Anselmi, classe 1907
Alfredo Colombo, classe 1940
- Gruppo di Rozzano
Gianni Ronco, classe 1939
CONSIDERAZIONI
L’anno appena concluso è un anno per
la nostra Associazione indubbiamente
positivo, perché nonostante gli avvoltoi ed i menagramo abbiamo tenuto non
abbiamo ceduto anzi in molti casi abbiamo progredito. Infatti in considerazione del naturale avvicendarsi delle
“stagioni”, non solo abbiamo avuto un
calo di meno dello 0,5 % di iscritti, ma
i programmi, le attività di solidarietà, i
progetti futuri, i nuovi gruppi e soprattutto la non voglia di star fermi ad aspettare gli eventi dimostrano che siano vivi
e con voglia di vivere.
La dimostrazione pratica c’è nei singoli
Gruppi, ma a livello nazionale, è sufficiente sfogliare il libro verde per vedere come e quanto siamo attivi.
Forse, nel nostro mondo Alpino, siamo
noi come Sezione che non cerchiamo
maggiori consensi e maggior
penetrazione nelle comunità già sede di
gruppi e anche non sede di gruppi. Dobbiamo cercare di migliorarci perché la
capacità l’abbiamo, forse manca la determinazione.
GLI ORGANI SEZIONALI
La collaborazione è sempre più migliorata tra la base ed i vertici della nostra
Sezione, ma sono indubbiamente
migliorabili. Abbiamo la fortuna di avere persone che dedicano la loro vita da
“pensionati” ad un attività che forse non
avevano nemmeno quando erano
stipendiate, sono tutti dedicati alla nostra Sezione e lo fanno con alcuni
mugugni ma sempre con il sorriso nel
cuore, perché credono in quello che fanno ed i mugugni nascono quando vengono delusi.
Anche il direttivo, ogni tanto rimane
sorpreso per quella necessaria collaborazione che fa sì che il lavoro, perché è
sempre un impegno, dia i frutti che tutti
(segue a pag.4)
Marzo 2008
4 - Veci e Bocia
VITA SEZIONALE
Segue Relazione Morale
ci aspettiamo. Ogni tanto questo non
succede ed è un peccato.
Quest’anno desidero ringraziare il
vicepresidente Aldo Barberi perché mi
è stato vicino in tutti questi anni e spero
che anche da esterno riesca, rientrando
nel suo Gruppo, a dedicare ancora un
po’ del suo tempo alle esigenze della Sezione e con lui voglio ringraziare tutti i
Consiglieri uscenti e quelli di prima nomina, un po’ anche per piaggeria perché quest’anno per l’80° l’impegno di
tutta la Sezione, ed in special modo del
direttivo, sarà veramente pesante.
Dobbiamo già rimboccarci le maniche
da … ieri per cui grazie a chi si è candidato perché abbiamo bisogno veramente
di massima operatività, sono sicuro che
la base non ci potrà deludere ma dobbiamo essere sicuri di dare tutto affinché i risultati arrivino.
Per il resto che dire. Siamo la sezione
che ha i siti più attivi dell’Associazione, abbiamo più notiziari noi che il resto dell’associazione quasi e ne nascono in continuazione nuovi.
E’ un ulteriore dimostrazione che non
vogliamo riposare sugli allori attendendo gli eventi.
L’unica pecca è il notiziario della Sezione perché è bello, di sicuro interesse
ed in espansione …. Quando arriva!!!
E’ un problema in via di soluzione! Sarà
più tempestivo sicuramente.
LE ATTIVITÀ SEZIONALI
Cori
I nostri Cori, come è risaputo, sono tanti e sono sempre impegnati in serate
molto belle ed intense. Hanno l’unica
pecca, forse essendo degli artisti, di non
coinvolgere come potrebbero la sezione. I loro calendari sarebbe bello conoscerli prima di una serata e non all’ultimo minuto. Questo è una preghiera che
rivolgo a tutti i Cori, anche a quelli in
fase di primi passi. Già è un passo quello di fare una Rassegna di tutti i cori
sezionali per il nostro 80°, però è bello
è il primo non deve essere l’ultimo.
Dovrebbero anche i Capigruppo cercare di dialogare maggiormente con loro
per riuscire a creare quel rapporto che a
volte manca. Senza pregiudizi e con il
desiderio di creare un qualcosa di monolitico senza distinzioni tra Gruppo e
Coro un tutt’uno dobbiamo diventare,
perché più compatti siamo più forti siamo.
Servizio d’ordine
Che dire. Alcune forze nuove sono arrivate, ma alcuni Gruppi ancora mancano all’appello e, sebbene con un organico migliorabile, siamo già considerati molto validi, al punto tale che alla festa dell’Esercito il compito era stato assegnato a noi. Spesso siamo più riconosciuti come gruppo di riferimento all’esterno della nostra Sezione che dai
nostri Gruppi.
Pensateci ad avvicinare giovani al SdO
perché le manifestazioni sono tante ed
avere nelle strutture dei Gruppi Alpini
già esperti, vi permetterà risultati sempre più positivi, maggior soddisfazione
e meno mugugni.
Protezione Civile
E’ stato un anno molto importante per
la nostra P.C. perché dopo tanti anni
abbiamo avuto un cambio al vertice.
Infatti Roberto Polonia, a cui la Sezione dovrà essere sempre grata per la dedizione, è stato sostituito da Espero
Carraro. E’ stato un passo molto importante che ha segnato per un lungo periodo la vita della nostra P.C., abbiamo
fatto bene lo dirà il tempo, abbiamo sbagliato lo dirà sempre il tempo, ma le
esigenze erano cambiate e soprattutto,
come Roberto ha sempre agito nell’interesse della Sezione, anche il Direttivo
ha agito nell’interesse della Sezione.
Quello che è certo che il lavoro iniziato
da Roberto è finalmente concluso, manca solo un pò di vernice sulle pareti però
luce, acqua, bagni, ecc. sono già stati
ultimati.
Insieme ad Espero debbo ringraziare di
ciò tutti i volontari che hanno collaborato in tutti questi anni affinché la nostra Sezione fosse dotata di una base
logistica degna di questo nome da
Galbiati direttore dei lavori all’ultimo
iscritto che ha lavorato al 3P.
Grazie a tutti a nome della Sezione.
Adesso starà ai volontari dimostrare che
tutto il sudore versato fosse giusto e ben
motivato.
Donatori di sangue
Questa è indubbiamente un nota un po’
stonata. Dobbiamo ricominciare a crederci. Dobbiamo diffondere questo
messaggio perché è una necessità nazionale, ma noi nel nostro piccolo dobbiamo crederci e far sì che si inverta la
tendenza attuale.
Ricordiamoci che dare sangue è il primo gesto di solidarietà, dobbiamo riprendere le posizioni che avevamo una
volta.
Solidarietà
Escludendo il “sangue” siamo veramente bravi! Dal gruppo di Cinisello che si
è impegnato in quell’opera stupenda, al
Gruppo di Giussano con il progetto Africa in primis e diversi altri, dai Cori alle
adozioni a distanze siete veramente
meravigliosi e generosi. Siete l’orgoglio
della Sezione e dell’Associazione tutta.
Grazie grazie per la bella immagine che
date di tutti noi.
Manifestazioni sezionali
Il nostro Vessillo è, come di consueto,
stato presente a quasi tutte le manifestazioni delle Sezioni del nostro raggruppamento, spesso scortato da un folto gruppo di Soci cosa che mi inorgoglito molto. Alle manifestazioni nazionali dall’Adunata all’Ortigara e così via
siamo sempre presenti. La nostra partecipazione all’Adunata è sempre tra le
più numerose (in percentuale).
Dove invece pecchiamo un po’ è nelle
manifestazioni della Sezione. Spesso
non sono stati presenti nemmeno tutti i
gagliardetti dei nostri Gruppi, abbiamo
problemi nel far quadrare le presenze
delle feste di primavera e d’autunno, a
Ponte Selva stiamo migliorando come
presenze ma siamo solo intorno al18%
della forza sezionale e certamente possiamo migliorare.
Credo che sia un obbligo ad essere presenti all’anniversario di un gruppo, essere presenti significa che ci siano insieme al gagliardetto anche 3 o 4 soci.
Ogni Gruppo che fa o ha fatto questi
anniversari sa la fatica che gli è costato
organizzare, ecc. e l’unica soddisfazione è poterne gioire con tanti amici .
Lo sforzo è lo stesso, la soddisfazione
varia con le presenze.
In qualsiasi caso, sebbene speri in miglioramenti, non posso negare che tutti
voi già fate molto per la Sezione e vi
debbo ringraziare tutti, perché fate nei
vostri Gruppi, per Comuni o parrocchie,
cose egregie e forse per invidia sarei
molto felice che lo faceste anche per la
Sezione.
Il fatto che voi collaboriate con le vostre realtà in modo superlativo è dimostrato dalle continue richieste che vi
giungono e dalle parole che spesse volte mi vengono dette dai vostri sindaci e/
o assessori vari.
Tanti ci cercano perché sanno che su di
noi possono contare, sanno che i nostri
impegni, cascasse il mondo, vengono
rispettati, siamo meglio della migliore
assicurazione per loro; questo è chiaramente motivo d’orgoglio.
Vorremmo che il rispetto che ci dimostrano quando hanno bisogno di noi fosse applicato anche quando noi abbiamo
bisogno di loro, cosa che spesso avviene in modo marginale.
Però sotto sotto a noi va bene .. un po’
di mugugni sono nel nostro DNA insieme agli alti valori che ci affratellano e
che ci distinguono dagli altri e che fanno sì che possiamo dire a testa alta viva
gli Alpini, e viva un’Italia sempre più
Alpina
Giorgio Urbinati
Sintesi dei verbali
di riunione del CDS
Per esigenze di spazio rimandiamo
al prossimo numero la pubblicazione dei verbali relativi al trimestre
appena trascorso.
Mario Castelli
(segue da pag. 1)
Gruppo mettendo in primo piano la
“Geseta dei lusert”, poi ci demmo da
fare ereditando dal Gruppo di
Abbiategrasso la postazione di Via
Lorenteggio per le feste di via, postazione che poi ampliammo anche alla Via
Ripamonti anche con l’aiuto iniziale e
indispensabile di Antonio Frison.
Quando finalmente il Comune di Milano ci affidò la gestione della palazzina
che ancora adesso è la nostra “baita”,
subito Mario si diede da fare per renderla alpina.
Infatti anche noi possiamo vantare degli affreschi alpini nella sede del Gruppo come in Sezione: non eseguiti da
Giuseppe Novello bensì da parte di
Mario Emilio.
Qualche anno fa Mario decise di lasciare il Gruppo per iscriversi di nuovo alla
Sezione pur continuando ad essere in
contatto con me. La sua disponibilità all’Associazione si confermava con la
candidatura e la elezione a Consigliere
sezionale. Fu proprio Mario che mi consigliò e convinse a presentare la mia
candidatura per lavorare nel Consiglio
sezionale, cosa che io accettai di buon
grado e fu un mio grande piacere quello
di constatare di essere abbastanza conosciuto nella Sezione al punto di venire eletto.
Questa è la mia breve cronaca dell’amicizia e delle avventure vissute con
Mario, raccontata in poche immagini
anche se i momenti vissuti con lui e con
i nostri cappelli sono stati davvero tanti
e belli.
Caro Mario, anche se nell’ultimo anno
il destino ti ha tenuto lontano da noi per
una causa davvero di forza maggiore, il
ricordo di quanto hai fatto, del tuo entusiasmo per gli alpini e del tuo coraggio
nell’affrontare il male che ti ha colpito,
resterà sempre vivo nel ricordo mio e di
tutti coloro che ti hanno potuto conoscere e apprezzare.
Ti ringrazio con tutto il cuore per tutti i
buoni consigli e per gli esempi che così
fraternamente mi hai dato.
Lassù nel paradiso di Cantore tienimi
un posto vicino a te, così potremo ricominciare a fare coppia fissa come ai bei
tempi.
Un forte abbraccio, ciao fratello.
Elio Dal Pont
CALENDARIO ATTIVITÀ
PROSSIME MANIFESTAZIONI SEZIONALI
20 aprile
24-25 maggio
30 maggio
8 giugno
15 giugno
- Limbiate: 50° di fondazione del Gruppo
- Milano: Festa di Primavera
- Sesto S.Giovanni: rassegna cori per l’80°della Sezione
- Ponteselva: 43° Raduno sezionale
- Lacchiarella: Premiazione 17° Concorso Letterario e
incontro referenti stampa sezionale
MANIFESTAZIONI NAZIONALI SIGNIFICATIVE
10-11 maggio - Bassano del Grappa: 81a Adunata nazionale
Veci e Bocia - 5
Marzo 2008
PROTEZIONE CIVILE
La nostra Unità di P.C. e il Monte Grappa: un impegno pluriennale
Il Grappa sarebbe solo una delle tante
amene località delle Prealpi Italiane se
non fosse assurto assieme al vicino fiume Piave a simbolo stesso del valore e della
volontà di resistenza del Soldato Italiano.
È un massiccio montano di poco più di
900 km. quadrati, delimitato a est dalla
valle del Piave, a sud dalla pianura
veneta, a ovest dal solco del fiume
Brenta, mentre a nord digrada verso la
valle del fiume Cismon e la piana di
Feltre. Non raggiunge grandi altezze supera di poco i 1800 m.- ed è caratterizzato da dossi più o meno ripidi coperti da boschi di conifere e latifoglie,
con vasti pascoli nelle zone più alte.
Attualmente è uno spazio turistico poco
abitato e, a differenza del contiguo Altipiano di Asiago, non ha cittadine o paesi. È di una grande ma tranquilla bellezza, una bellezza pastorale, familiare,
luogo ideale per fare pic nic, passeggiate nei boschi, per raccogliere funghi o
per visitare le innumerevoli malghe, qui
dette "casere", alla ricerca del buon formaggio che vi viene prodotto.
Nell'ottobre- novembre del 1917 non era
così: infatti, in seguito alla sconfitta di
Caporetto ed alla veloce ritirata dal
Cadore della 4a Armata, il massiccio divenne la cerniera tra la precedente linea
del fronte che partiva dallo Stelvio, rimasta intatta fino all'Altopiano di
Asiago, e la nuova linea venutasi a creare sul Piave.
Sul Grappa furono lanciati tanti reggimenti di Fanti, Bersaglieri e Alpini con
1'ordine di resistenza fino all'estremo di
fronte al dilagare delle truppe austrotedesche imbaldanzite dai successi ottenuti. Balze montane usate fino ad allora da pastori e mandriani divennero
baluardi da difendere ad ogni costo.
Furono scavate trincee, ricoveri, strade.
Furono attrezzate teleferiche per rifornire i soldati e sistemi di innalzamento
delle acque per dare alle truppe la possibilità di bere e nutrirsi.
Denominazioni geografiche dal significato pacifico e forestale, peraltro conosciute solo dai paesani del Feltrino, di
Bassano e della Val Piave, divennero
sinonimo di eroismo. Nomi come Monte
Roncone, Tomatico, Valderoa, Col
Moschin, Col dell'Orso, Col della
Beretta, Asolone, Val Calcino e tanti altri
significarono da allora coraggio, sacrificio ma anche morte.
Quanti Italiani sono oggi a conoscenza
di ciò? Molte vie, piazze, viali, corsi
hanno preso quei nomi nelle nostre città, ma quante persone sanno cosa c'è
dietro a "Viale Monte Grappa" o a “Via
Col dell'Orso"? Proprio per carità di
Patria è meglio, in proposito, non fare
indagini statistiche.
Ma c'è qualcuno che proprio nell'intento di "non dimenticare" si è dato da fare
e ha costituito un sodalizio, denominato "Musei all'Aperto" con base a Romano d'Ezzelino, con l'intento ambizioso di ripristinare e riportare a nuova vita
alcuni manufatti risalenti a quel perio-
do. Non tutto, ovviamente. In definitiva, è meglio che la natura ricopra con la
sua forza di vita le pazzie ed i disastri
ambientali operati dall'uomo.
È bene, tuttavia, che la storia e i sacrifici di chi ci ha preceduto non vengano
dimenticati e che tutti ci si renda conto
della differenza indefinibile e comunque abissale tra la guerra e la pace.
Il progetto di "Musei all'Aperto” è quello di ricostruire un percorso che partendo dalla cosiddetta "Strada Cadorna" e
attraverso camminamenti, trincee, ridotte, ricoveri, postazioni di artiglieria e di
mitragliatrici, giunga sulla Cima Grappa (sono ben 27 Km.!).
Il lavoro è già iniziato da qualche anno
e con grandi fatiche fisiche e operative
sono stati riadattati proprio alcuni di
quei manufatti, scegliendo tra i ruderi e
i resti più promettenti e significativi.
A quest' opera partecipa da sei anni anche la Sezione ANA di Milano con parte della sua Unità di Protezione Civile,
dedicandovi una settimana all'anno; di
solito la prima di luglio.
La partecipazione della nostra Sezione
ai lavori ha richiesto e richiederà anche
per il futuro un grosso impegno logistico
e umano. Sia la zona di accantonamento, denominata Casera Andreon e situata a quota di poco superiore ai 1000
metri tra il Col Campeggia ed il Col del
Gallo, sia la contigua zona operativa
sono del tutto prive di allacciamenti alle
linee elettriche e all'acquedotto.
Non vi sono sorgenti nelle vicinanze a
causa della particolare situazione geologica del massiccio, che è di natura
carsica e quindi con scarse o inesistenti
acque di superficie. Occorre aggiungere che la zona è inoltre "oscurata" telefonicamente dai dossi incombenti,
ancorché scarsamente elevati.
Ciò ha significato doversi attrezzare con
generatori di corrente e con contenitori
per l'acqua potabile (2 da 1000 litri ciascuno) da rifornire ogni 2-3 giorni.
La base operativa e di accantonamento
è una cascina ("casera" = luogo dove si
prepara il formaggio) abbastanza ampia e su due piani, di cui il pian terreno
era utilizzato originariamente come stalla e il piano superiore come fienile.
Ora la stalla, ripulita e messa in ordine,
è diventata la sala da pranzo/riunione,
mentre l'altro piano è stato trasformato
in dormitorio. Il collegamento fra i due
ambienti è dato da una ripida scala a
pioli che passa attraverso una botola, di
uso abbastanza problematico al buio.
Per quanto riguarda la sistemazione nel
dormitorio, si sono posti due problemi:
quello dei "russanti" e quello delle signore (due o tre per turno).
Per quanto riguarda i "russanti", cioè gli
Amici e Alpini che dormono non propriamente in silenzio, i colpevoli sono
stati confinati in particolari spazi defilati,
mentre le signore Agnese, Giuseppina
e Rosina hanno trovato alloggio parte
in una tenda esterna e parte in un
sottoscala, sistemato che sembrava un
Primi accantonamenti della P.C. milanese sul Grappa, presso la Casera Andreon
salotto. La presenza assidua nell'accantonamento dei ghiri, animaletti dalla lunga coda pelosa come scoiattoli, è stata
una compagnia ed un divertimento, anche se questi se ne approfittavano della
condiscendenza degli Alpini facendo
non poco rumore nelle loro passeggiate
notturne. Un piccolo edificio a lato della cascina coperto con un tetto, è diventato la cucina ed il deposito dei cibi e
delle bevande. Il focolare presente nella casetta è servito per grigliate e analoghe preparazioni. Il servizio igienico era
collocato in un primo tempo in una pineta poco lontano: la scomodità di raggiungerlo e di servirsene erano compensati dalla vista del bosco (si poteva tenere la porta aperta) e dall'aria profumata di resina e ossigenata che lì si respirava. Questa indispensabile installazione è stata poi portata nell'ambito
della "casera", perdendo in poesia, ma
guadagnando in facilità d'uso, specialmente di notte o con la pioggia.
Lo sforzo logistico per conseguire la
solita e necessaria autonomia operativa
è consistito anche nel trasportare in loco
tavoli e panche, tutta la dotazione di
cucina con frigoriferi, fornelli, bombole, stoviglie, lavandini e materiali di
consumo (detersivi, ecc.), le brandine
per 25-28 Alpini, oltre ad una considerevole scorta di cibo non deperibile (pasta, riso, olio, bevande, scatolame).
Le derrate alimentari deperibili (carni,
verdure, pane, ecc.) venivano acquistate giornalmente con viaggi di una cinquantina di chilometri, andata e ritorno,
nelle località più vicine (Romano
d'Ezzelino o Bassano del Grappa).
Il materiale operativo, carriole, badili,
picconi, motoseghe e quant'altro, è stato trasportato con i mezzi in dotazione
alla Unità e cioè il camion pesante con
gru , il camioncino 4X4 e il furgone officina.
Gli Alpini hanno raggiunto la località
sui mezzi del Nucleo: il pullmino
"Ducato" (n. 9 posti), il 4X4 (6 posti),
la Panda (4 posti), il camion pesante (2
posti), il furgone officina (3 posti), oltre
che con automezzi personali.
La scavatrice e la ruspa hanno trovato
posto sul camion pesante.
I lavori, come già accennato, sono consistiti nel ripristino di trincee,
camminamenti e postazioni militari di
vario tipo, mediante lo scavo e il movimento del terreno, con sistemi meccanici ove possibile, altrove con picconi,
mazze e pale, preceduto dall'abbattimento di alberi, anche di alto fusto, e
dal diradamento del sottobosco.
Il materiale legnoso (tronchi, ramaglie)
veniva raccolto e accumulato in zone
prederminate e a quanto risulta è ancora là.Alcuni camminamenti o postazioni
riadattati sono stati dotati di scalini per
renderne agevole l'accesso, di corde
metalliche e, anche, di coperture in legno per dar l'idea ai visitatori del loro
aspetto originale.
Molti scavi sono stati preceduti da operazioni di ricerca di mine, effettuate con
le apposite attrezzature da incaricati del
sodalizio "Musei all'Aperto" per individuare eventuali ordigni inesplosi: grazie a loro, e al cielo, tale circostanza non
si è mai verificata.
Nel corso dei turni di lavoro, nei sei anni
citati, una sola volta si è verificato un
incidente rilevabile con l’infortunio al
piede di uno dei nostri. L'infortunato è
stato subito aiutato e trasportato al Pronto Soccorso del più vicino ospedale e
poi è rientrato a casa.
Le giornate lavorative, molto mattiniere e precedute da rapide abluzioni e da
una sostanziosa colazione, iniziavano
con 1’alza bandiera accompagnato dalle note – anche se flebili - dell'Inno di
Mameli. Verso le 7.30 le varie squadre
si recavano ai propri punti di lavoro, tutti
a portata di vista e di voce. A mezzogiorno o poco più, la sosta per il ricco e
sostanzioso pranzo, seguito da una
"pennichella" - qualcuno s'è anche divertito a fotografare gli Alpini durante la siesta pomeridiana - con la ripresa
dei lavori alle 14 circa.
La giornata lavorativa terminava alle 17,
con il rientro, la doccia, del tempo libero e la cena.
È da tenere presente che molti degli Alpini volontari sono impiegati (o ex impiegati), dirigenti, tecnici, autisti e quasi nessuno solito a un lavoro eminente(segue a pag.6)
Marzo 2008
6 - Veci e Bocia
PROTEZIONE CIVILE
Segue Monte Grappa
mente di braccia, e il lavoro, nonostante la notevole fatica fisica era sempre
eseguito da tutti nella massima letizia
per non dire goliardia: continui gli scherzi e le battute, i canti e le spiritose prese
in giro. A volte, si veniva a creare fra le
squadre una forma di competitività per
chi faceva di più e chi lavorava meglio,
tanto che una delle continue esortazioni
era che: "non stiamo lavorando a cottimo". Il clima è sempre stato di serenità
e cordialità e non risulta siano mai avvenuti contrasti fra gli Alpini, al di fuori
delle urla di prammatica durante il lavoro, specialmente nel caso di
abbattimenti di alberi di alto fusto, ma-
nifestazioni foniche che, comunque, fanno quasi parte del folclore.
Il periodo di lavoro terminava con il
pellegrinaggio alla Cima Grappa e
all'Ossario proprio in vetta, seguito dalla Santa Messa e dalla deposizione di
una corona d'alloro a tutti i Caduti.
Il ritorno a casa era sempre e comunque molto sospirato, proprio per la stanchezza accumulata nei sette / otto giorni di lavoro intenso e per il riposo in
brande e in ambienti non esattamente
confortevoli. Ma nonostante ciò stiamo
già organizzandoci per il prossimo turno di lavori.
Quintilio Fostini
In ricordo di Angelo Greppi
Mi succede sempre. Quando mi trovo
in una chiesa per partecipare ad una
cerimonia funebre, il mio pensiero
vola. Tra i ricordi, i pensieri, i momenti vissuti con l’amico a cui stiamo dando l’ultimo saluto, le parole, i gesti.
Talvolta mi capita addirittura di
estraniarmi, di farmi sfuggire le parole del celebrante.
Non è bello, lo so, ma non è mancanza di rispetto verso il luogo sacro o la
cerimonia religiosa, ma è un modo forte di vivere il distacco, di porgere con
la mente l’omaggio più intimo e più
particolare.
Mi è capitato così anche il 28 novembre, nella bella chiesa di Carate
Brianza. L’amico per cui eravamo lì
era Angelo, proprio quel Greppi che
tanti nostri alpini, quelli dai calli sulle mani, quelli sempre pronti per darsi da fare comunque e dovunque, quelli con una tuta sgargiante ed un sorriso sempre indosso, hanno imparato a
conoscere ed apprezzare nell’ultimo
quarto di secolo.
Quell’Angelo che ho sentito chiamare con tutte le inflessioni dialettali possibili, quello che è stato il protagonista “nascosto” di tanti interventi della
Associazione Nazionale Alpini a partire dall’Armenia continuando con
tanti eventi in Italia ed all’estero e,
fiore all’occhiello, dei lavori per l’asilo di Rossosch. Per tutte queste attività aveva vinto la ritrosia per i computer, la paura dell’aereo, la noia della burocrazia, delle procedure, delle
complicazioni che tanto irritano noi alpini. Ed era orgoglioso del suo compito,
della “sua” Russia, della sua
disponibilità quando veniva
chiesto l’intervento della nostra Protezione Civile, o appena il suo “capo” Sarti e
poi Gorza, o il dottor
Losapio dicevano “bisogna
andare”. Lui era sempre lì,
attento e pronto.
Questo era l’Angelo che conoscevano tutti gli alpini, ma
noi del suo Gruppo lo apprezzavamo già da tanti anni prima.
Ricordo anni di presenza nel Gruppo,
la sua bonomia, la sua disponibilità,
il suo esempio per tutti noi.
Disponibile, pronto ed orgoglioso.
Ed in quella chiesa c’eravamo tutti,
con la tuta o senza, presidenti o soci
semplici, con il cappello alpino e gli
occhi lucidi. E mentre il mio pensiero
(e forse non solo il mio…) si perdeva
tra i ricordi, gli occhi si posavano su
tutta quella gente, venuta anche da lontano, sui tanti vessilli, sui gagliardetti,
sui cappelli alpini e su quel mazzo di
girasoli, commosso omaggio da parte
della sensibilità di un amico particolare per il suo impegno russo.
E tra tutte queste immagini negli occhi, con la malinconia del canto del
coro ANA CAI di Cinisello Balsamo
che rappresentava l’ultimo omaggio
del suo Gruppo, un ricordo diveniva
più forte: il suo sorriso quando, di ritorno da una visita all’ospedale da
campo dell’ANA eravamo passati a
trovarlo per dirgli che ci eravamo impegnati a donare un mezzo importante per ricordare i 75 anni del nostro
Gruppo.
Quel sorriso non era solo lo scontato
consenso, ma la gratitudine e la soddisfazione nel vedere che il suo esempio era stato seguito, che il suo Gruppo apprezzava ciò che lui sempre aveva amato.
E questo è il più bel ricordo che Angelo ci poteva lasciare.
Giuliano Perini
Esercitazione a Cesano Maderno
Domenica 9 marzo, presso la base operativa delle Unità P.C. della nostra Sezione a Cesano Maderno, comunemente
e più brevemente indicata come “3P”,
si è svolta un’esercitazione congiunta
dei Nuclei di Supporto Alpinistico delle Sezioni di Milano, Alessandria e Asti.
Con questa esercitazione si è voluto simulare un intervento in ambiente urbano; per la prima volta si sono provate
manovre di evacuazione di personale
ferito o in difficoltà da un edificio dan-
neggiato da terremoto o alluvione.
Grande soddisfazione, per i volontari, è
stata la visita del Presidente con alcuni
Consiglieri Sezionali e del Coordinatore di PC, giunti a Cesano non appena
terminato l’impegno presso la
concomitante Assemblea sezionale.
Nel prossimo numero un articolo accompagnato da alcune foto vi racconterà più nel dettaglio lo svolgimento dell’esercitazione.
Marco Pellavio
Alcuni soci ci hanno chiesto perché la base operativa struttura della Unità si
chiama: “3P”. La risposta è semplice, “3P” vuol dire: “tre piani”, come quelli
dello stabile. Non chiedeteci perché questo abbreviativo è diventato il termine
con cui viene chiamata quella struttura, dovremmo riuscire a trovare chi ha
coniato questa abbreviazione per primo. Indagheremo.
E per tenervi informati sull’andamento dei lavori, nel prossimo numero pubblicheremo un resoconto sullo stato dei lavori al “3P”.
ATTIVITÀ SPORTIVE
3a Mezzamaratona Alpin Cup
L’ Alpin Cup – Parco Nord, manifestazione podistica organizzata dal Gruppo
Sportivo Alpini dell’ ANA Gruppo
“Monte Ortigara” di Sesto San Giovanni congiuntamente all’Atletica TTB
Lissone e allo stesso Parco Nord, è giunta alla terza edizione in un crescendo di
interesse sia per le finalità benefiche che
per i contenuti sportivi.
L’ Alpin Cup 2007 che, come le precedenti, ha ottenuto il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Milano
e dei Comuni di Milano, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Bresso,
Cusano Milanino e Cormano nonchè del
CONI, Comitato Provinciale Milano,
assume la fisionomia di un importante
evento sociale, oltre che sportivo, poiché il ricavato è devoluto interamente
ogni anno a un Ente Benefico.
Per l’anno 2007 il destinatario è stato
individuato in VIDAS, primo modello
italiano no-profit di matrice esclusivamente privata, apolitica, aconfessionale
autogestita e autofinanziata per l’assistenza socio-sanitaria completa e gratuita ai malati terminali; questa Associazione opera secondo canoni operativi corrispondenti alle finalità ed ai principi di solidarietà proprii dell’ ANA.
Domenica 18 Novembre 2007,
beneficiando del clima frizzante di una
limpida giornata di tardo autunno, si
sono ritrovati ai nastri di partenza delle
gare, nei pressi della cascina del Centro
Direzionale del Parco, un nutrito gruppo di atleti tesserati FIDAL e IAAF e
altri non tesserati ma comunque idonei
alle gare sportive e desiderosi di ben figurare, per confrontarsi sui 21,097 Km
della mezzamaratona competitiva, quindi un secondo, altrettanto nutrito gruppo che partecipavano alla “non
competitiva” sui 10,5 Km ed infine uno
spumeggiante gruppo di bambini/ ragazzi dai 6 ai 14 anni che affrontavano la
loro minimaratona di 4 Km (possibile
futura specialità olimpica?).
Alle 9,30 il “via” scaglionato per categorie e in breve si assiste a un lungo
serpentone che si snoda lungo i viali e
vialetti del Parco. A quell’ora già molte
persone vi si aggirano per godere della
bella giornata e dello spettacolo degli
alberi ingialliti che fanno intravedere,
nelle trame dei rami, gli sbadigli di una
natura che va assopendosi verso il letargo invernale.
Il servizio di controllo dei vari Alpini
presenti lungo il percorso nonché lo
scalpiccio degli atleti liberano prontamente il percorso e sono sguardi di ammirazione e gridi di incitamento che si
levano qua e là mentre dai loro posatoi
fra gli arbusti, altri attoniti piccoli spettatori pennuti osservano timorosi di svelarsi. In breve il serpentone si sfilaccia
e mentre in testa i primi sfrecciano protesi nello sforzo atletico, man mano sfilano volonterosi tutti gli altri che onorano con il loro ansimare il nobile De
Coubertin perché “importante è partecipare”. In un clima di sana euforia sportiva la gara si conclude per tutti e ci si
avvia alle palestre del Centro Scolastico Parco Nord dove è allestito il centro
logistico con le postazioni per i massaggi, gli spogliatoi e le docce, il Bureau
dell’organizzazione, il minuto ristoro e
l’ormai immancabile “Pasta Party” divenuto graditissimo sigillo delle fatiche
atletiche e organizzative, come si conviene quando ci sono di mezzo gli Alpini. In breve ecco le classifiche:
ClassificaMaschile:
1° Nasef Ahmed in 01:07:55.20
Società sportiva “Forti e Liberi”
2° Mokraji Lahcen in 01:09:07.70
3° Colnaghi Pietro in 01:11:40.30
G.S.Alpini Cornomarco
Classifica Femminile:
1° Felletti Paola in 01:23:32.90
Società sportiva R.R.C.M.
(segue a pag. 8)
Veci e Bocia - 7
Marzo 2008
VITA SEZIONALE
Bruno Anselmi
Prosegue il racconto sulle belle figure che hanno dato lustro alla nostra Sezione. Siamo lieti di parlare in questo numero di Bruno Anselmi, per tanto tempo
decano della nostra Sezione, scomparso recentemente. Il suo ricordo è ancora
vivo in tanti soci della sezione. Questa scheda è stata preparata da Mario e
Silvio Anselmi, figli di Bruno, cui va un ringraziamento per la disponibilità e la
collaborazione, e un grazie va a Luca Geronutti per l’assistenza data nella
preparazione di questo testo.
Bruno Anselmi nacque il 14 maggio
1907 a Milano in corso Indipendenza
da Archimede e Annunciata Mascherpa.
In famiglia venne cresciuto con regole
abbastanza rigide dal papà, che fin dagli anni dell’infanzia lo iniziò alle fatiche della montagna di cui era appassionato in compagnia della madre, che seguiva docilmente il marito in eroiche
scarpinate tra le quali la prima ciclo
montana in assoluto per una signora di
allora al Piccolo San Bernardo, fra lo
stupore dei frati dell’ospizio.
Questi viaggi e le escursioni gli aprirono la conoscenza di luoghi e persone di
estrazione e ceto diversi, e soprattutto
della montagna.
Il papà aveva allora un’edicola in piazza Caiazzo. Sin da ragazzo e dopo gli
studi, le giornate di Bruno finivano fra
riviste, giornali e libri. Per fortuna il ragazzo non ereditò proprio del tutto dal
padre, perché il genitore era anche un
patito del velocipede oltre che della
montagna. Capitava talvolta che si allontanasse per giorni finché una cartolina delle Regie Poste non svelava la sua
posizione; fatto che faceva rientrare la
denuncia di scomparsa e di abbandono
del tetto coniugale sporta nel frattempo
da mamma Annunciata. È naturale che
qualcosa di sportivo fosse rimasto nel
suo DNA e così, durante e dopo gli studi tecnici, Bruno divenne praticante il
calcio nell’“Ambrosiana” di Milano al
Campo all’Acquabella, e il ciclismo in
corse da allievo e da dilettante dove
emergevano le sue doti di passista.
Ma la montagna era la sua vera grande
passione: imparò a sciare e fece parte
di alcune società sportive e di squadre
di sci di fondo con il dopolavoro, gareggiando con i valligiani del lecchese
e della Valtellina in anni pionieristici in
cui questo sport era veramente agli
albori. Bruno cominciò a pensare al momento in cui avrebbe dovuto andar soldato e pensò logicamente agli Alpini: si
iscrisse al CAI e frequentò la “FALC”
di Milano (acronimo di “Ferant Alpes
Letitiam Cordibus” cioè: “le Alpi portino letizia ai cuori”), una delle prime
società alpinistiche milanesi fondata nel
1920. I suoi impegni di lavoro lo trovarono impegnato professionalmente nella tipografia Pezzini di Milano, una ditta che stampava volumi di buon livello
letterario.
Questa fu la sua vita sino al 1927, anno
in cui vide realizzato il suo sogno. Alla
visita militare venne dichiarato abile al
Corpo degli Alpini, ove venne arruolato nel 1928 fra lo scherno dei valligiani
che gli gridavano: “te ‘endit la aaca per
gnii in dij alpini”. Oltrepassò così la porta carraia della caserma del V° Alpini e
venne assegnato al Battaglione “Tirano”, ove ritrovò il valsassinese Angelo
Casari, uno dei suoi acerrimi rivali nelle gare di fondo, con il quale rimase poi
amico per tutta la vita.
Finita la naja, Bruno vinse un concorso
per entrare nel Corpo dei Vigili Urbani
di Milano e iniziò quel nuovo lavoro.
Da quel momento cominciò a pensare a
una esistenza più consona all’età ormai
matura: allora anche se solo a trenta anni
la giovinezza allora finiva presto. E fece
di tutto per convolare a nozze con la sua
Angela che aveva conosciuto durante le
gite in montagna e le famose “narcisate”
sulle montagne sopra Erba e Como con
i treni messi a disposizione dal Regime
a prezzo ridotto.
Nel 1935 sposò Angela Tombola (e diceva di aver vinto per la vita la sua tombola con 67 anni di matrimonio) dalla
quale ebbe in tre anni due maschietti.
Come ultima leva soggetta a richiamo,
la guerra lo vide sotto le armi in Savoia
a presidio della zona di Chambery.
Il 27 febbraio 1943, nell’attraversare il
fiume Aare cadde per una placca ghiacciata e si fratturò il coccige. Venne
rispedito in Patria ad Alessandria e lo
rimisero in condizioni di ritornare in
Francia, da dove il 1° Alpini era stato
trasferito parte in Russia e parte in
Corsica. La nave che trasportava questa parte fu silurata e i sopravvissuti furono fatti prigionieri dalle Forze Alleate. Nell’agosto 1943 ottenne un permesso speciale per rientrare a Milano, dove,
nei bombardamenti di quella estate, la
sua casa era stata distrutta.
Per il nostro Paese nei giorni successivi
accadde la tragedia dell’8 settembre.
Bruno era allora a Milano e tentò di rientrare per raggiungere il suo reparto, ma
il consiglio della sua Angela lo invitò a
riflettere mentre il Comando dei Vigili
lo arruolò nel Corpo armato del Comune per i servizi di sorveglianza annonaria
per poi passare al servizio investigativo
al Comando di Piazza Filodrammatici.
La famiglia era intanto cresciuta e
Luciana venne finalmente viene a completare e concludere gli anni della maturità di Bruno. Negli anni subito successivi la fine della guerra, nel turbine
delle ideologie e delle violenze verbali
e fisiche, lo troviamo ideologicamente
impegnato presso i Gesuiti di piazza San
Fedele, come fondatore della “Lega del
Sacro Cuore” fra i dipendenti del Comune di Milano, e fu avversato, ma mai
domato, dalle correnti di pensiero sindacali. Con l’ausilio del Cardinale
Schuster prima e del Cardinale Montini
poi, la sua tenacia e la sua fede riuscirono a creare una alternativa sociale e di
pensiero nell’ambito dei dipendenti comunali.
Fu il periodo che coincise con la conoscenza diretta di don Carlo Gnocchi, con
la frequentazione del Colonnello Belotti,
del Generale Reverberi, di Bolla e del
suo rientro a tutto titolo nella Sezione
di Milano della Associazione Nazionale Alpini dove poi collaborerà attivamente come segretario.
In seno all’Associazione strinse una
amicizia fraterna con soci più giovani
di lui: Bignami, Strumolo, Antonazzo,
Vercesi, formando un gruppetto denominato “i randagi” che a bordo di una
FIAT giardinetta faceva man bassa di
presenze nelle varie manifestazioni alpine e alle Adunate Nazionali, dove, al
termine delle giornate ufficiali, aggiungevano alcuni giorni di allegre “scorribande” su invito dei vari commilitoni
ritrovati e delle Sezioni che li ospitavano. Così li troviamo, dopo una Adunata
a Trieste, a fare ritorno via Parma – Nervi – Asti – Aosta, con ultima salutare
tappa a Varazze prima del rientro a Milano. La partecipazione all’Adunata de
L’Aquila durò ben 10 giorni, ma dicevano: “…eravamo andati troppo in giù
e poi troppo in alto, e bisognava
riadattarsi all’aria della pianura.”
Poi si consolidò ancora di più l’amicizia con Arturo De Andrea con il quale
si vedevano anche durante le vacanze
estive, e questa amicizia durò fino agli
anni ’90 tra viaggi e inviti nelle caserme e nelle Scuole Alpine di tutta Italia.
Erano già tutti in pensione e la loro vita
era praticamente in Sezione a Milano
dove con Antonio Rezia ebbero a frequentare da vicino colui che diventò per
lui, dopo Belotti e don Gnocchi, un punto di riferimento per tutti gli Alpini di
Milano: Peppino Prisco. Bruno venne
introdotto ai convivii degli avvocati e si
instaurò con Peppino una fortissima
amicizia, consolidata dalla stessa passione per l’Inter.
Alla fine degli anni ’70 con Bignami e
Antonazzo, ebbe l’idea di fare un censimento delle sepolture Alpine nei cimiteri di Milano cui portare ogni anno
a novembre un mazzolino di fiori legato con il tricolore. All’inizio quasi improvvisarono, ma credettero in quella
idea e tennero duro. Poi cominciarono
ad arrivare gli aiuti anche materiali dai
Soci Alpini, dalle loro famiglie, dalle Sezioni e talvolta anche dall’estero e da
tanti Amici degli Alpini. Il tutto
pignolescamente e alpinamente censito,
annotato e fatto confluire su un libretto
intestato: “Penne Mozze”. Questa meritoria iniziativa è ora passata a mani più
giovani che hanno compreso il loro messaggio e continuano la loro opera: così
proseguirà ciò che è stato fatto per non
dimenticare mai la memoria, così come
speriamo non si cancellino mai gli ideali e lo spirito di corpo degli Alpini.
Bruno cominciò pian piano a perdere
alcuni gli amici più cari: Strumolo,
Vercesi, Zani, cui seguirono Bignami
Antonazzo e Gandini.
Già Decano della Sezione, ne è stato
davvero la memoria storica. Il “vecchio”
aveva una volontà e una memoria di ferro; ne sanno qualcosa i più giovani che
gli erano vicini come Gianluca Marchesi, Cesare Lavizzari (che adorava come
un figlio), Luca Geronutti e Paul Wilcke.
Questi ultimi lui li chiamava: “i suoi
Angeli Custodi”, alpini con i quali, sia
pure inizialmente con scetticismo, collaborò per la fondazione del Gruppo di
“Milano Centro”. Loro, i giovani, lo stimavano e lo consideravano una bandiera
oltre che la loro memoria storica.
Poi arrivò la quarta età e Bruno era sempre lì, limpido di mente e sereno nei giudizi, anche se non disdegnava qualche
volta di far valere il grado dell’anzianità
e dell’esperienza.
Gli anni ’90 segnarono una serie di duri
colpi nel morale di Bruno: quando dovette abbandonare la sua casa in affitto
dopo 47 anni, e quando lo stato di salute della sua Angela peggiorò sino a lasciarlo solo. Questo fu per lui davvero
il colpo più duro.
In quegli anni in Sezione vi fu una innovazione storica: vennero fondati i
gruppi cittadini di “Milano
Lorenteggio” e “Milano Centro”.
Bruno Anselmi confluì in quest’ultimo
perché non avrebbe mai accettato di abbandonare la Sede storica della Sezione del dopo Guerra, sede dove
Reverberi, Belotti, Bazzi e don Gnocchi avevano profuso le loro energie e la
loro fede Alpina.
La sua grande determinazione e la sua
volontà di indipendenza lo portarono a
cambiare baita, e si ritirò così in una
Casa di Riposo a Villa D’Adda.
Anche da lì gestì la sua Alpinità sino ad
arrivare, pochi giorni prima di entrare
nel centesimo anno della sua esistenza,
a far dotare la Casa di Cura di una Bandiera tricolore consegnata con tutti gli
onori il 16 dicembre 2006, alla vigilia
della S. Messa in Duomo cui partecipò per l’ultima volta sfilando con i
suoi Alpini, sollecitato in questo dal
suo Presidente.
Ha raggiunto la sua Angela e i suoi
Amici nel Paradiso di Cantore nel 2007,
all’inizio del suo centesimo anno di vita.
Come nelle sue previsioni, perché il
numero sette era stato presente, come
un segnavia al quale si era affezionato,
per tutta la sua vita nelle date più importanti e cruciali che lo avevano toccato.
Mario e Silvio Anselmi
Marzo 2008
8 - Veci e Bocia
GIOVANI ALPINI
quanto naturali, limiti. Credo anche che
Riunione commissione giovani
meno strutture ci sono, meglio è. Meno
Il mondo dei giovani alpini è molto dinamico con tante attività e anche le opinioni su quanto viene fatto possono essere diverse. Pubblichiamo un testo di
Carlo Barberi e la risposta del Consigliere Sezionale Branduardi.
Invitiamo altri giovani alpini a farci pervenire le loro opinioni.
Sabato 12 gennaio nelle bella sala della interventi fatti con il mio solito tono
nostra Sede Sezionale affrescata da provocatorio, cinico, odiosamente
Novello si è riunita la Commissione disfattista. Ho reagito forse in maniera
Giovani istituita circa tre anni fa dal Pre- esagerata, ma mi sembrava di essermi
sidente Nazionale Perona. La riunione imbattuto in un clima surreale con perera stata convocata dal Consigliere Na- sone alle quali in fin dei conti risultava
zionale Cesare Lavizzari, e il referente comodo e soddisfacente spendere tanto
giovani del 2° Raggruppamento Ales- tempo in chiacchiere. Lo scopo della
sandro Branduardi ha approfittato del- Commissione dovrebbe essere quello di
l’occasione per invitare tutti i giovani trovare e realizzare nuove idee per ridella nostra Sezione per osservare me- chiamare altri giovani nell’associazioglio e più da vicino il lavoro della Com- ne. Le occasioni per stare in compagnia,
missione.
per richiamare altri giovani non mancaHo così partecipato alla riunione. Ad no, anzi ce n’è fino allo sfinimento. Ma
essa hanno partecipato i referenti del prima bisogna imparare a legare assieVeneto, del Friuli, di Brescia. Notevole me, a conoscersi, ad avere il piacere di
e ammirevole il loro sforzo...così tanti uscire la sera dalle proprie “poltrone”,
chilometri in una giornata, tra l’altro, trovandosi nelle baite dei nostri Grupparticolarmente piovosa.
pi. Le forze che spingono l’alpino, come
Dopo il saluto alla Bandiera sono ini- chiunque altro di qualunque altra realziati i lavori e i punti che sono stati af- tà, a scuotersi dalla propria pigrizia sono
frontati sono stati sostanzialmente due. solo l’amicizia e l’avere un grande proSul primo Cesare Lavizzari ci ha parla- getto. È solo l’amicizia faticosamente
to della scarsa attinenza di un argomen- costruita giorno per giorno nei Gruppi,
to portato all’ordine del giorno di una gomito a gomito con i “veci”, grandi o
riunione precedente con le finalità della piccoli uomini, simpatici o fastidiosi,
stessa commissione giovani; ci ha spie- semplicioni o dotati di acuta intelligengato quale sia lo scopo di redigere un za, che a causa del cappello che portiaordine del giorno e quali siano gli argo- mo in testa, ci permette di vivere questa
menti su cui la commissione possa deli- nostra nuova “naja”. È questa una lunberare tenendo conto delle finalità e sco- ga avventura – che diventa una vita pi che ad essa sono stati assegnati dal fatta di alterne fortune, ma sicuramente
Presidente Nazionale. Al secondo pun- molto più avvincente di quel solo anno,
to, sempre sollevato da Lavizzari, egli talvolta vissuto come un gran
intendeva chiedere spiegazioni sul rifiu- “rompimento di *****”, che fu il servito della Commissione di rettificare il zio militare! Anno che molti, se non tutverbale di una riunione precedente nel- ti, rimpiangono solo perchè erano i temla parte in cui si faceva riferimento alla pi in cui si correva dalla propria fidansostanza di un suo intervento. Due temi zata senza avere il fiatone di oggi salenpiuttosto pesanti, e anche ora, rileggen- do quattro gradini!
do queste righe, provo la stessa noia!
I giovani nei Gruppi ci sono, in alcuni
È mai possibile che giovani alpini pieni di più in altri di meno, e la necessità che
di energia si trovino per parlare di que- i giovani comincino a sentire il peso di
ste cose e si comportino alla stregua di portare avanti un Gruppo con le sue atferruginose commissioni parlamentari? tività, le sue iniziative, la sento anch’io.
È mai possibile che i giovani dell’ANA Ma non si tira su un muro senza il cerimangano impastoiati nella burocrazia mento, senza quel profondo legame del
autogenerata in Sede Nazionale che ri- sentirsi legati e complici. E la vita di un
schia di compromettere l’attività giovane che lavora, che ha una famiglia,
propositiva e vitale di una Associazio- che non ha solo gli alpini, ma tante altre
ne che deve vedere camminare fianco a cose, buone e meno buone, che gli frulfianco i giovani e i meno giovani. La lano nel cervello, è costituita da priorità
Commissione giovani è stata investita e valori che si sommano gli uni agli aldi aspettative forse troppo elevate, tal- tri e per ognuno di essi dedica il tempo
mente alte che molti alpini, giovani e nella misura che solo la propria maturimeno giovani, stentano ancora oggi a tà può insegnare. Io penso che lo sforzo
capire cosa debba fare.
di un giovane alpino sia quello, nonoLa Commissione sembrava “dover spac- stante tutto, di cominciare a non perdecare i monti” invece, come lo stesso re i contatti con gli altri del suo Gruppo
Consiglio Nazionale ammette, la cosa e che lo sforzo maggiore sia quello di
pare aver già perso d’entusiasmo ri- non dimenticarsi mai di chi, pur essenschiando di sparire come una bolla di do iscritto, non varca mai la porta della
sapone!
propria sede. Su questo punto nessuna
I giovani della Commissione, esuberanti Commissione Giovani può intervenire;
e incostanti per la natura della loro età, spetta a ciascuno chiedersi se si sta muodevono imparare nelle loro varie riunio- vendo in questa direzione e rispondere
ni a parlare delle cose di cui hanno com- con tempestività.
petenza. Francamente ho trovato molto Credo che sulla Commissione Giovani
deludente quella riunione cui ho parte- sia stata fatta molta confusione su ciò
cipato in qualità di ospite, e credo che che deve fare e che siano stati sottovaciò sia stato capito dal tenore dei miei lutati fin dall’inizio i suoi inevitabili,
procedure, meno regole, meno alpini
che sfilano con i musi duri o ingessati
come manichini nelle loro giacche e cravatte, potranno rendere più snella e familiare un’Associazione che altrimenti
rischia di implodere su se stessa.
Gli alpini come me sono gente semplice che non si perde dietro le parole, gente abituata a fare, e tutte le sensazioni
che sono scaturite da una riunione come
quella non fanno altro che disorientarli
e far domandare loro se facciamo ancora parte dell’Associazione Nazionale
Alpini oppure di una complicata macchina piena di ingranaggi e incomprensibili istruzioni per l’uso.
Per Davide Beraldo, giovane alpino del
Gruppo di Paderno Dugnano, quella è
stata la prima volta che entrava nella
Sede sezionale. Credo che Davide sia
rimasto stupefatto di quanto bella e ric-
ca di storia e di avvenire sia la Sede della
Sezione. Ha ammirato gli affreschi e i
cimeli di un’importanza straordinaria
appartenuti a personaggi di cui noi portiamo il ricordo, come la sciabola del
fondatore delle Truppe Alpine gen.
Perrucchetti, la gavetta del ten. Bedeschi
che ha contribuito con la sua tenacia e i
suoi scritti a far sì che le gesta dei nostri
Alpini su tutti i fronti non finissero nell’oblio e rimanessero sempre presenti
nei nostri cuori, oggetti di altri personaggi come il col. Belotti, già nostro presidente sezionale e comandante del battaglione Edolo nello sfondamento
dell’accerchiamento a Nikolajewka, e il
cappello consunto del nostro amatissimo
don Carlo Gnocchi!
Credo che anche lui abbia provato una
forte emozione davanti a questi cimeli.
E un forte dubbio davanti a quella riunione. Viva l’Italia, viva gli Alpini!!!
Carlo Barberi
Caro Carlo, mi rammarico assai nel leggere quanto scrivi perché le tue parole
lasciano trasparire una tua difficoltà nel comprendere le finalità stesse della Commissione di coordinamento giovani. Sinceramente non si possono sparare conclusioni con la convinzione che tu utilizzi, essendo stati sempre assenti ed avendo
partecipato a una sola riunione tecnica (servono anche quelle per mettere a punto
una macchina che da poco tempo ha iniziato a muoversi).
Anche nel corso della riunione, forse un poco a sproposito, hai cercato di propinare ai referenti le tue opinioni pensando di parlare a neo soci che nulla sapevano dell’Associazione e dovendo, invece, apprendere che si trattava di persone con
un’esperienza associativa anche ben superiore alla tua.
Quanto affermi sulla Commissione giovani non può in alcun punto essere da me
condiviso perché è chiaro frutto di scarsa conoscenza. Prima di esprimere giudizi,
credo che sarebbe opportuno informarsi bene e magari partecipare di più. E che
sia così appare chiarissimo laddove affermi, quasi con candore, che dopo tre anni
non hai ancora compreso scopi e finalità della Commissione stessa. Eppure sarebbe stato sufficiente leggere la delibera o partecipare alla vita della Commissione: ti saresti accorto della strada che questi giovani hanno percorso e dei tanti
progetti andati a buon fine. Concedimi però per coerenza e onestà di condividere
con te alcune cose: la bellezza della nostra sede e l’importanza dei cimeli in essa
custoditi con tutta la loro storia! Solo questo, con l’affermazione che rinnovo
anche io: Viva l’Italia, viva gli Alpini!!!
Alessandro Branduardi
Segue: Mezzamaratona Alpin Cup
I vincitori con gli assessori Giovanni Urro di Sesto S.Giovanni e Giuseppe Sacco di Cinisello,
il Capogruppo Ponti, i consiglieri Marazzato e Cossa, più altri collaboratori.
2° Baracetti Simona in 01:27:40.35
Atletica Stramilano
3° Massari Rosanna in 01:29:49.15
G.S.Montestella
Un doveroso ringraziamento và a tutti
gli Sponsor e in particolare alla Direzione del Parco Nord che ha vigilato,
con un nutrito gruppo di Guardie del
Parco in collaborazione con i già citati Alpini, sul buon andamento della
manifestazione e alla Direzione Didat-
tica del Centro Scolastico Parco Nord
che ha messo a disposizione la confortevole e funzionale struttura delle
palestre con spogliatoi e docce calde
nonchè i locali mensa.
Ed infine “last but not least” le meravigliose “ragazze” (mogli, figlie, sorelle, amiche) degli Alpini che hanno
collaborato in modo encomiabile in
ogni settore dell’organizzazione.
Cesare Camussi
Veci e Bocia - 9
Marzo 2008
VITA SEZIONALE
come monito. “Voi non doCon l’ITALFOR in Afghanistan
Afghanistan. Quando i mezzi di comunicazione ne parlano è solo per informarci delle beghe tra politici o per dare
tristi annunci.
Fortunatamente per le FF. AA. Italiane
la Missione ISAF vuol dire altro: due
contingenti, uno ad Herat ed un altro a
Kabul, una forza complessiva di poco
oltre 2000 tra uomini e donne.
Il compito è quello di controllare il territorio, supportare ed istruire la Polizia
e l’Esercito Afgano oltre che ad aiutare
direttamente le istituzioni e ancor più la
popolazione che piano piano sta cercando di scrollarsi da dosso i postumi di
trent’anni di guerra e non solo.
Io, quale Ufficiale Richiamato ho passato cinque mesi (marzo – luglio 2007)
con ITALFOR XV, su base 3° Rgt. Alpini, a Kabul. Il mio incarico era quello
di capocellula S5 che in “sostanza” vuol
dire: responsabile per l’intera area di
Kabul di tutte le attività di Cooperazione Civile-Militare il cui acronimo è
“CIMIC”, e pertanto mi occupavo di
tutte quelle attività legate agli aiuti umanitari che andavano dalla distribuzione
viveri ai materiali sanitari e scolastici,
ai progetti di sviluppo economico fino
agli interventi infrastrutturali.
Questo ha fatto sì che in circa 150 giorni di permanenza in teatro d’operazioni, ne ho passati almeno la metà tra la
gente. Vinta la tensione della prima uscita per la città di Kabul, dove ho subito
scoperto che non c’erano schiere di
talebani pronte a spararmi o a farmi saltare in aria, mi sono mosso con gli altri
con molta attenzione sia per la città che
per le aree rurali.
Le attività operative degli uomini e delle donne del Battaglione Susa si sono
sempre svolte in concerto con quelle del
mio team. Quando usciva una pattuglia,
oltre al controllo del territorio, di pari
passo avvenivano piccole o grandi attività di aiuto e supporto alla popolazione, o si improvvisava un posto sanitario dove il medico curava tutti quelli che
si presentavano, comprese le donne con
il burca. Oppure si faceva visita alla
scuola del villaggio portando materiale
scolastico sia per la struttura (banchi,
lavagne, armadi…) che per gli alunni
(quaderni, penne, matite e colori… e
aquiloni). Altra attività importante per
un paese con una forte vocazione all’agricoltura e alla pastorizia è stata l’attività svolta dal Veterinario militare: gli
alpini non hanno più i muli, allora lui ha
vaccinato, visitato e curato pecore, capre, mucche, asini e, perché no, anche
qualche dromedario.
Visto che ho accennato alle donne con
il burca, sfatiamo un mito: non tutte le
donne portano il burca. L’Afghanistan
ha una popolazione formata da diverse
etnie, gli Azara, i Tagichi, i Pastun e i
Kuci, questi ultimi sono una popolazione nomade che vive di pastorizia. Tornando al burca, questo indumento viene usato solo dalle donne di etnia Pastun,
per intenderci le donne dei mushaidin,
quelli che combatterono prima i russi e
poi il regime talebano.
Sono stati mesi di duro lavoro; il team
operativamente lavorava su due nuclei,
una parte si occupava degli aiuti diretti,
viveri, materiali scolastici e sanitari, progetti di sviluppo ed interventi di emergenza. Sì, emergenza, perchè tra marzo
e luglio ci sono stati ben due alluvioni
ed un terremoto, quindi oltre alle quotidiane necessità si sono aggiunti tutti i
problemi legati ai danni prodotti dagli
eventi calamitosi. L’altra parte della cellula CIMIC, si occupava invece dei lavori più consistenti, quelli infrastrutturali quali ponti, strade, scuole, ospedali, pozzi e …tutto quello le necessità
della popolazione ci chiedeva. Così è
nato il progetto di bonifica di 2 milioni
di mq. di terreno paludoso, come pure
la riparazione di dighe per il
convogliamento delle acque nei canali
di irrigazione agricola che erano andati
seriamente danneggiati con la prima alluvione.
In una sola parola siamo diventati un
po’ i loro angeli custodi, specialmente
nelle zone agricole dove gli aiuti umanitari più diretti ed immediati, se arrivano, arrivano con il contagocce. In
questi casi, gli alpini si sono spontaneamente adoperati con piccoli gesti. Quando una pattuglia si fermava in un villaggio, uno stuolo di bimbi lentamente e
con circospezione si avvicinava al dispositivo di sicurezza e cominciava a
fraternizzare con le ragazze ed i ragazzi
in mimetica (…elmetto e giubbotto
antiproiettile). I piccoli amici comunque
già sapevano che avrebbero ricevuto un
po’ dei viveri che ciascuno aveva al seguito. A volte, nelle lande desolate ed
assolate, dove fa talmente caldo che i
nomadi montano le tende anche per proteggere le loro greggi, la cosa che più
delle volte ci veniva chiesta era l’acqua;
allora era più forte la voglia di aiutarli e
ci si ritrovava sulla strada del ritorno
avvolti in una nuvola di polvere sperando di arrivare velocemente a Camp
Invicta per recuperare una sorsata di
acqua fresca dato che tutte le bottiglie
erano finite nelle mani dei bimbi.
Se il quadro descritto sembra bucolico,
ciò non toglie che la situazione era sempre incerta. Le attività da noi svolte sono
sicuramente ben accolte dalla popolazione, un po’ meno lo sono da parte di
coloro che come obiettivo hanno la
destabilizzazione, la creazione di uno
stato di paura ed insicurezza il cui unico scopo è quello di riportare il paese in
quel baratro dal quale sta faticosamente cercando di uscire. Qualche esempio
esplicativo: gli attentati verso la popolazione, o meglio ancora contro le forze dell’ordine sono frequenti, ma oramai non fanno più notizia in occidente
se non si supera un certo numero di vittime. Un altro bersaglio che fa notizia è
il politico locale o l’altro funzionario,
non si ha invece notizia delle bambine
uccise all’uscita della scuola in un villaggio. In Afghanistan queste bimbe trucidate hanno invece un forte impatto
sulla popolazione, sia per la crudeltà del
fatto ma anche perché ai genitori serve
vete mandare a scuola le
bambine, la scuola è solo per
i maschi”: questa era una delle prerogative del regime
talebano, le donne dovevano
vivere nell’ombra, un ombra
azzurra come i loro burca. Le
sventurate non potevano studiare, non potevano lavorare se non in casa, non potevano avere una vita pubblica e per strada dovevano
camminare dietro al marito.
De Finis riceve una stretta di mano dopo la consegna di viveri
Torniamo per un attimo alla
pericolosità della missione: il negarlo è sto lo si respira anche attraverso la polda stolti, l’esagerarlo altrettanto. Atten- vere che ricopre tutto, una sorta di bozione, lavoro di intelligence, pianifica- rotalco giallastro, impalpabile che alza
zione accurata e condotta delle opera- nuvole al passaggio dei mezzi e che poi
zioni con la giusta tensione hanno fatto ci si ritrova addosso e dentro, ma che
sì che nulla di grave accadesse ai mem- anche si trasforma in una poltiglia apbri del contingente, anche il nostro uso piccicosa con la pioggia. In effetti
delle armi si è ridotto a due sole raffi- l’Afghanistan è il paese degli estremi
che. Una volta il fuoco è servito a sven- opposti, dal tanto caldo al tanto freddo,
tare un attacco diretto con RPG. Non dalla siccità alle alluvioni, dalle piazze
sto svelando nessun segreto militare, stracolme di gente al nulla più assoluto,
infatti i giornali nazionali hanno ripor- dalla nostra quiete nell’ammirare quetato la notizia che nella notte dell’8 ste cose all’attenzione estrema nel cermarzo 2007 avendo una nostra pattu- care di vedere e prevenire i pericoli.
glia individuato con i visori notturni tre La campagna, come tutte le zone agriindividui che stavano puntando contro cole del mondo, anche nei periodi più
di loro l’arma controcarro, solo la oscuri è sempre riuscita a vivere e a trofulminea reazione della pattuglia evitò vare di che sfamare tutti, così anche in
che potesse succedere l’irreparabile. Afghanistan. Dove c’è acqua c’è agri(L’esito del fuoco non ci è noto in quan- coltura e un po’ di benessere; in cinque
to la ricognizione della mattina dopo mesi abbiamo fatto realizzare oltre 80
non evidenziò segni che lo rivelassero). pozzi e messo in cantiere la bonifica per
Un altro pericolo più costante è il traffi- dare altra terra da coltivare. Attorno a
co cittadino; è vero che ci sono gli at- Kabul le campagne somigliano molto
tentatori suicidi che girano per la città alle nostre e si coltivano le stese cose,
pronti a farsi saltare, ma il fiume di auto, niente sterminati campi di papaveri da
furgoni, camion, carretti spinti a mano oppio. La conformazione del terreno, in
può essere altrettanto pericoloso. Il la- alcune zone, richiede la realizzazione di
voro del conduttore di un blindato a terrazzamenti per avere aree in piano e
Kabul è veramente snervante…. Evita i per sfruttare meglio la poca acqua a dimezzi fermi sul ciglio della strada, le sposizione, lavoro duro, tutto fatto fonbuche scavate di recente, stai attento ai damentalmente a mano. La tecnologia
mezzi che ti giungono di fronte, ai bam- esiste, ma non per tutti: basti pensare
bini che scorazzano per strada non sem- che ho visto arare con un aratro in lepre stando attenti. Alla fine di una gior- gno trascinato da due buoi, se non fosse
nata tutti hanno di che essere contenti stato per il contadino con il turbante,
se si è usciti, si è fatto l’attività in pro- sarebbe stata un’immagine ottocentesca
gramma e si è rientrati senza fare o ri- tratta da un quadro del Fattori.
Per concludere, cerco di rispondere alla
portare danni.
Torniamo agli Afgani, prima vi ho par- domanda che in molti mi hanno fatto:
lato delle etnie e del loro traffico, ora “…ma ne vale la pena fare quel che stiacercherò brevemente di dare al lettore mo facendo in quel paese?”; la risposta
un idea più generale, cercherò di descri- è una sola, “si!”
vere le sensazioni che si hanno girando L’Afghanistan è un paese che ha bisoed incontrando le persone. La città di gno di ricominciare a vivere, deve toKabul porta ancora evidentissimi i se- gliersi da dosso i segni della guerra, forgni del periodo trascorso, case e palaz- se questa è la parte più facile perché
zi ridotti in scheletri crivellati dai colpi qualche mattone e un po’ di calce candi arma da fuoco fanno da contraltare cellano i fori dai muri, ma il lavoro più
ai nuovi palazzi che piano piano stanno lungo è quello della popolazione che
sorgendo. Tantissime scuole nuove, le deve poter vedere che esiste un altro
vecchie anche in tenda, servono a con- modo per vivere, fatto di relazioni ditenere in tre turni la fiumana inar- rette, di esempi, di una ricostruzione
restabile di bambine e bambini; una fa- lenta dei valori senza forzature, quasi
miglia media conta almeno 8 figli, un per osmosi. Non possiamo esportare la
colonnello dell’esercito mi ha detto di cultura occidentale e farla cadere a piogavere 26 figli con tre mogli, penso sia gia su campi e città, dobbiamo solo viun record anche per quel paese. Anche vere e rischiare con loro giorno per giorle università funzionano e sono molto no apprendendo reciprocamente che si
frequentate anche dalle ragazze. In cit- può vivere diversamente.
tà si passa dalle zone in lenta ripresa a E questo richiede tempo, molto tempo!
Luigi De Finis
quelle dove l’orologio si è fermato, que-
Marzo 2008
10 - Veci e Bocia
VITA NEI GRUPPI
CORSICO
Alpini ...al supermercato
Nel comune sentire della gente, la parola “Alpino” rievoca montagne, ghiacciai, boschi, canti che si perdono nell’infinito delle cime. Rievoca, per gli
individui più banali, bevute, grappa,
vino e tutte quelle retoriche stupidate
connesse che ci fanno proprio arrabbiare. Rievoca, per chi conosce un po’ di
storia patria, sacrifici, eroismi, nomi
fiammeggianti come Julia, Tridentina e
quant’altro noi ben abbiamo presente e
questo – ovviamente – ci sta bene.
Certamente la parola “Alpino” non si
collega con acquisti, con pasta, con riso,
con tonno, con pomodori pelati e fagioli o con omogeneizzati, e men che meno
con “Centri Commerciali” o “Supermercati”. Invece, chi sabato 24 novembre
si fosse recato in uno di questi luoghi
deputati al consumismo, utile o becero
che sia, poteva avere la sorpresa di scorgere fra la folla che si accalcava fra le
casse, gli scaffali ed i negozi di contorno al supermercato, anche parecchie
penne alpine che si distinguevano subito perchè svettavano sia fisicamente che
in senso morale sopra gli altri.
Anche quest’anno, infatti, è scattata
l’operazione “Banco Alimentare” una
iniziativa seria e benefica che raccoglie
derrate alimentari non deperibili, per poi
distribuirle nel corso dei mesi successivi agli enti di assistenza (mense per poveri, ecc.) che ne fanno richiesta.
Anche noi del Gruppo di Corsico eravamo presenti in forze - una quindicina, più alcuni Amici che, anche loro
come sempre, non si sottraggono a questi impegni.
E siamo stati presenti per circa quattro
ore, le più intense dal punto di vista dell’affluenza, del pomeriggio, cioè dalle
17 alle 21. La fatica non è stata molta,
se non quella di restare in piedi per tutto il tempo, oltre al pomeriggio rubato
alle nostre mogli e ai nostri impegni.
Ma i risultati, a dire dei responsabili
Banco Alimentare, sono stati veramente ottimi. Il nostro marchio “Alpini” è,
infatti, un marchio morale che paga, che
rende, che avvolge ogni iniziativa in
un alone di rispettabilità, di validità e di
solidarietà disinteressata: e di questo –
a tutti i livelli delle nostre Sezioni e
Gruppi – dobbiamo essere pienamente
consapevoli.
A volte, quando noi Alpini parliamo di
noi stessi, sembra quasi che ci autoincensiamo, ci lodiamo da soli, noi siamo bravi, siamo i migliori, eccetera eccetera: però per essere obiettivo non
posso non riportare quanto ci dice la
gente qualsiasi, quella che va e viene
un sabato pomeriggio qualsiasi in un
supermercato qualsiasi: “ci fidiamo di
voi Alpini”, “voi siete una garanzia” e
via elencando.
Oppure quanto mi ha detto un responsabile dell’iniziativa circa il “valore aggiunto” che rappresenta per il “Banco
Alimentare” la presenza degli Alpini.
E ad un mio intervento che specificava
che potremmo anche partecipare –
previo accordo dei nostri capi – come
“Protezione Civile”, sorge l’immediata
obiezione che il cappello con la penna
è l’elemento qualificante.
Quintilio Fostini
Ritroviamoci a Ponte Selva
domenica 8 giugno
L’appuntamento per il 43° raduno in montagna della Sezione di Milano
è fissato per domenica 8 giugno a Ponte Selva.
Sempre più Alpini, Amici e familiari apprezzano il piacere di ritrovarsi
in quel bel posto di serenità. L’invito è esteso a tutti i nostri iscritti per
tenersi liberi in questa domenica e trascorrere così una bella giornata
nell’ambiente verde e naturale della montagna.
Per la nostra Sezione sarà anche il momento del ricordo di quella magnifica figura di Alpino e di educatore che fu don Antonietti.
LAINATE
Tanti auguri, Bepi!
Dal notiziario del Gruppo di Lainate
Non succede sovente di festeggiare il
compleanno di un nostro amico e ripercorrere, attraverso la successione dei
suoi giorni e dei suoi anni, quasi un secolo della storia della nostra nazione.
Senti allora di avere incontrato un testimone di vita ed eventi, scopri l'importanza di avere percorso con lui un tratto
del tuo cammino e ti accorgi, dopo,
come poi sia stato uno degli umili.
Quando Giuseppe nasce a Campolongo
sul Brenta è il 20 settembre del 1917.
La prima guerra mondiale è in un momento molto critico. I cannoni tuonano
sull'Isonzo, sulla Bainsizza e sul Sabotino.
Malgrado i continui assalti e le gravissime perdite tra i nostri soldati, il Fronte Austriaco resiste. Siamo a Gorizia, ma
battere nella terribile e oscura campaTrieste é ancora tanto lontana.
I1 24 ottobre 1917 gli austrotedeschi gna militare contro i partigiani jugoslasfondano nella conca di Plezzo e a vi in Montenegro (1941-42).
Tolmino. È la disfatta di Caporetto e la Giunge, finalmente, la ricompensa di 20
fuga disperata dai paesi che presto sa- giorni di licenza seguita dal ritorno imranno occupati dai tudesch. Forse an- mediato al Reggimento che sta partenche papà Pietro, come tutti gli uomini do per le Alpi Francesi Fronte Occidendi quel tempo, é al fronte e allora mam- tale (1942-1943). Poi 1'8 settembre, lo
ma Luigia con i suoi bimbi e Bepi in sbandamento della Quarta Armata e
fasce abbandona la sua casa, si incolon- nello sfascio generale.
na tra i profughi alla ricerca di un rifu- Gli Alpini salvano gli Ebrei di Borgo
gio sicuro, anche perché il Comando San Dalmazzo e di Don Viale, quando,
Supremo ha ordinato di abbandonare con la fuga degli Alti Comandi, non esiBassano e tutti i paesi della Valle del stono ordini e i semplici soldati salgoBrenta. Il Piave, il Monte Grappa, la no in montagna per lottare contro i TeBattaglia del Solstizio, Vittorio Veneto deschi o cercano di raggiungere casa.
Ma poi, infine arriva il 25 Aprile e la
e infine finalmente, la PACE.
Bepi ritorna a Campolongo e, ancora Liberazione.
bambino, dalle finestre di casa comin- Nel settembre 1945 gli giunge il Concia a conoscere le montagne del Sacri- gedo illimitato: sono passati sette anni
ficio: il Grappa, l'Altipiano di Asiago, abbondanti di gioventù.
la Via degli Eroi, Cima Dodici, Il 14 ottobre 1967, con i sentimenti di
l'Ortigara. Cresce conoscendo il prezzo gratitudine dell'Esercito (dopo 22
della fatica e del sudore. Diventa adul- anni...) viene decorato con la Croce al
to con le dure lezioni che la vita incide Merito di Guerra.
nel profondo del suo animo come ferite Poi é la vita, il lavoro, la famiglia a segnargli lo scorrere delle ore.
che non si rimarginano.
Nel maggio del 1938 viene arruolato Ma per Giuseppe, anzi Bepi perché suocome artigliere alpino. Il destino, anzi na meglio, nato alpino, cresciuto alpila Patria, sceglie per lui e lo manda in no, oggi sono 3307 giorni cioè noGrecia e Albania (1940-41), con le bat- vant'anni che porta la Penna e il Capterie del Gruppo Lanzo del 5° Reggi- pello che un Alpino non molla mai.
mento Artiglieria da Montagna, Divisio- Così gli hanno cantato i suoi amici Alne Pusteria. Non "spezziamo le reni alla pini della Baita di Lainate e tutti forse
Grecia", anzi rischiamo di essere ribut- volevano anche abbracciarlo ....
tati a mare, ma malgrado il tanto san- Ma le grandi querce si guardano soltangue versato dalle Divisioni Alpine, la Di- to... Tanti auguri, Bepi!
visione Pusteria viene comandata a comGruppo di Lainate
Da questo numero il nostro giornale viene
stampato presso la tipografia Prontografing
di Milano e da queste righe vogliamo inviare
un sentito ringraziamento alla ditta “A.G.
Bellavite srl” di Missaglia, e a tutti i suoi
tecnici e collaboratori, che ha stampato per
anni il nostro “Veci e Bocia”
Veci e Bocia - 11
Marzo 2008
VITA NEI GRUPPI
LODI
Incontro col generale Rovelli
Sabato 26 gennaio, in occasione della
commemorazione per il 65° anniversario della battaglia di Nikolajewka presso l’omonima Scuola di Mompiano, al
termine della cerimonia ho avuto modo
di scambiare alcune parole col generale
Armando Novelli, comandante delle
Truppe Alpine.
Dopo essermi presentato, gli ho ricordato che fu mio comandante al Battaglione Susa alla caserma Berardi di
Pinerolo negli anni 1993-1994, e lui
stesso ha appurato che dicevo il vero
dopo aver visto le spille attaccate al mio
cappello alpino; subito la simpatia è stata reciproca. E così gli ho raccontato un
episodio che coinvolse involontariamente sua figlia.
“Un giorno ero uno dei nove alpini addetti al corpo di guardia, e si presentò
in porta carraia un ragazzo chiedendomi se in caserma ci fosse una ragazza di
nome Valentina. Sul momento rimasi
spiazzato: sia perché non sapevo chi potesse essere questa Valentina, sia perché mi stavo domandando chi potesse
essere questo “pazzo” che cercava una
ragazza in una caserma: all’epoca non
c’erano ancora le donne alpino”. A questo punto del racconto il generale ha iniziato a guardarmi divertito aspettando
il finale.
E ho proseguito il racconto: “Dopo la
sorpresa della richiesta e consultazioni
con gli altri alpini dissi a quel ragazzo
che Valentina non era in caserma e lui
se ne andò. Andai avanti per il resto del
pomeriggio a chiedermi chi fosse
Valentina, e solo in serata mi venne in
mente che era proprio la figlia del comandante Novelli. Una volta capito chi
fosse, mi missi il cuore in pace: il comandante Novelli non aveva ancora
pronto l’appartamento all’interno della
caserma per la sua famiglia ma abitava
nel grattacielo di Pinerolo”.
Nel raccontare questo episodio ho notato che al generale ha fatto molto piacere sentire un aneddoto su sua figlia.
Tant’è vero che mi ha detto di essere
rimasto sorpreso dal fatto che me ne ricordassi ancora oggi il nome a distanza
di 14-15 anni dal servizio militare.
Io gli ho risposto che quello fu un episodio talmente insolito che per me è stato difficile dimenticarlo.
L’incontro con il generale Novelli è stato
un fatto inatteso, ed è stato piacevole
poter parlare con lui schiettamente, tra
alpini, senza la rigidità e la formalità di
quando indossavo la divisa. Dopodichè
l’un l’altro ci siamo salutati e scambiati
gli auguri per il prosieguo della vita.
Dario Bignami
MILANO CENTRO
Ricordando Peppino Prisco
Nessuno di noi può dimenticare i suoi
discorsi al temine della celebrazione
della Messa di Natale, della Sua Messa, della cerimonia da lui voluta per ricordare prima i suoi compagni di reparto, e poi tutti i caduti nell’adempimento
del proprio dovere: a braccio, senza mai
leggere, si scagliava contro coloro che
riteneva violentassero non solamente gli
Alpini, ma la Patria, l’Italia che tanto
amava ed alla quale tanto aveva dato.
Quattro realtà, che confluivano in questo uomo, piccolo, ma con un carisma
eccezionale: di queste, quella che prevaleva era senza dubbio quella Alpina,
che lo aveva portato a dare tanto alla
Associazione, anche dopo che era potuto rientrare dalla tragedia del fronte
russo.
Per ricordare Peppino, nelle sue molteplici sfaccettature, il Rotary Club Milano Est, la Regione Lombardia ed il mio
Gruppo, Milano Centro, con la partecipazione del Coro ANA della Sezione di
Milano, hanno organizzato il 20 novembre una serata al Teatro Dal Verme, intitolata “Un Alpino…nel pallone”, presentata da Bruno Pizzul.
Le varie personalità di Peppino sono
state illustrate, in un teatro gremito, con
Alpini giunti addirittura dall’Abruzzo,
da ospiti decisamente “mirati”: l’avv.
Giuggioli, presidente dell’Ordine degli
Avvocati di Milano, ha raccontato
Peppino avvocato; su Peppino milanese è intervenuto l’assessore regionale dr
Piergianni Prosperini, sul tifoso, ovviamente nerazzurro, è intervenuto il Presidente dell’Inter Massimo Moratti, sul
rotariano è intervenuto il presidente del
Rotary Club Milano Est Sardi.
Momenti di particolare commozione ha
poi riservato la parte dedicata all’Alpino: dopo una relazione, a tratti anche
scanzonata, come è nel suo stile, del
Presidente Emerito della Associazione,
Beppe Parazzini, che ha ricordato fra
l’altro quando, nonostante la sua carica, gli faceva (ben lieto) da autista, è
intervenuto un altro carissimo amico di
Peppino (dai tempi della Russia) Nelson
Cenci, anche lui decorato di medaglia
d’argento – come Peppino – al valor
militare, che ha ricordato un incontro
con l’amico in un’isba russa, durante la
ritirata.
Infine, una altro carissimo amico di
Peppino, Tito Dagrada, con la sua voce
calda, pastosa e, in più tratti, decisamente commossa, ha recitato la preghiera di
Peppino “Natale 1942”.
Sandro Vincenti
Per esigenze di spazio questo
articolo è stato tagliato: il testo
completo è leggibile nell’edizione di Veci e Bocia on-line
LEGNANO
Onori a Raul Achilli
Devo rivolgere un caloroso ringraziamento al Comune per averci onorato
della presenza del Gonfalone e
all’Associarma per la massiccia presenza, ai Gruppi di Castellanza e San
Vittore Olona per la loro significata
partecipazione e alla Banda Civica di
Legnano che per tutto il percorso ci
ha accompagnati con la sua musica.
Come da programma, sabato 26 gennaio con una semplice cerimonia abbiamo voluto dare inizio a questo 2008
che ci vedrà protagonisti in tante e tante iniziative con le quali celebreremo i
75 anni di vita del nostro Gruppo.
Portare una corona d’alloro alla nostra
Medaglia d’Oro Raul Achilli, caduto
il 26 gennaio 1943 in Russia, leggere
la motivazione di questa onorificenza
seguita poi dalla lettura della “ Preghiera dell’Alpino” e dalle note del
“Silenzio” ed infine ascoltare le
parole dell’Assessore Brignoli ha
veramente dato un forte segnale di
rispetto e ricordo dei nostri Defunti.
Dopo la cerimonia ci siamo recati
presso il salone d’onore
dell’Associarma dove abbiamo offerto un rinfresco e ci siamo dati
appuntamento per le ore 21.00
presso le scuole Arca.
Un “Grazie” va rivolto a tutti gli alpini del Gruppo che, guidati dal nostro
cerimoniere Marco, sono riusciti a regalare alla città una bella cerimonia.
Alla sera, davanti ad una sala gremita
di giovani accompagnati dalle loro famiglie e da un folto gruppo di Alpini,
prima abbiamo ascoltato i canti proposti dai giovani del Coro Arca e poi i
magnifici canti eseguiti dal Coro ANA
Limbiate.
Restando fedeli al nostro motto, ricordiamo i morti aiutando i vivi: in questa serata sono stati infatti raccolti
1.800 Euro che serviranno all’Istituto
per una adozione a distanza, e questi
fondi saranno sufficienti a permettere
ad una ragazza d’avere un istruzione
garantita per ben 7 anni.
Giorgio Piccioni
GIUSSANO
Trofeo Penne Mozze:
Memorial Ermanno Riva
Domenica 2 marzo sulle nevi dei Pia- più numerose estrazioni a sorteggio per
ni di Bobbio in Valsassina si è svolta tutti i partecipanti.
la terza prova del circuito del Ospiti della bella giornata il nostro preCriterium della Brianza di sci di fon- sidente Urbinati e il consigliere
do. La gara organizzata dal Gruppo Gilberto Sala.
alpini di Giussano è stata dedicata al- Il Gruppo Alpini Giussano si è aggiul’amico scomparso Ermanno Riva, al- dicato la prova battendo i rivali della
pino e papà del pluricampione del squadra dei "Pell e oss" di Monza
mondo di Winter Triathlon Paolo.
giunti secondi.
Numerosissima la partecipazione, con Terzo il "Triatlhon Team Brianza".
quasi 200 persone al via, dai piccoli Ringraziamo gli amici Alpini del Grup"baby" fino ad arrivare ai veterani della po di Arese, unici rappresentanti ancategoria “sempre verdi”. Tutti si sono che quest’anno della sezione di Milabattuti con grinta e la competizione si no e un arrivederci all’anno prossimo!
è conclusa nel migliore dei modi!
Le classifichesono pubblicate sul sito
Il dopo gara è stato caratterizzato da www.gruppoalpinigiussano.it oppure
un ricco ristoro alpino sulla neve: for- www.triathlonteambrianza.com
maggi, salamini, pizze, torte e l’imFabrizio Folcio
mancabile calice di
vino.
Sulla pista lo spirito di amicizia alpino richiamava le
genti…e fra cappelli e canti continuava la festa.
Anche quest’anno
la premiazione è
stata caratterizzata
dai più graditi “premi in natura”: coppe, salami, speck,
forme di formaggi,
A fine gara, una foto ricordo con il presidente Urbinati
Marzo 2008
12 - Veci e Bocia
ANAGRAFE A MARZO
NOTIZIE LIETE
Matrimoni
Bollate
Diego Sanelli con Alessandra Magri
Magenta
Dora Cattaneo, figlia di Piercarlo,
con Alberto Oldani
Milano Crescenzago
Andrea Bocus, figlio di Luciano, con
Raffaella Pozzi
Nascite
Arese
Federico ed Alessandro Mantia, figli
di Nicola e Bianca Garofalo
Busto Garolfo
Gaia Figna, figlia di Matteo e Alessia
Paleari, e nipote di Bruno Figna
Corsico
Matteo Brazzoli, nipote di Giuseppe
Brazzoli
Tommaso Elli, nipote di Umberto Elli
Pietro Muselli, nipote di Arnaldo
Muselli
Ilaria Oldrati, figlia di Stefano Oldrati
Jessica Cavanna, nipote di Bartolomeo
Cavanna
Gessate
Cinzia Scaramuzza,figlia di Michael
e Flavia Scopacasa
Melzo
Simone Braggiotti, figlio di Ermanno
e Laura Gabelli
Milano Centro
Anna Magdalena Wilcke, figlia di Paul
e Alessandra
Milano Crescenzago
Gaia Mancuso, figlia di Massimo e di
Elena Maria Liverta, nipote di Benedetto Liverta
Magenta
Ruben Scardassa, figlio di Mauro e
Annalisa Sala, e nipote di Giancarlo
Sala
Milano Crescenzago
Marco e Alessio Brambilla, figli di
Andrea e Bruna Vich, e nipoti di
Gianfranco Brambilla
Milano Sezione
Marco Giulio Bonisoli, figlio di Bruno
Miriam Bosco, figlia di Massimiliano
LETTERE AL DIRETTORE
e Gretel, e nipote di Riccardo Talleri
San Vittore Olona
Mattia Toso, figlio di Paolo ed Elena,
e nipote di Isidoro e Giorgio Toso
Vigevano/Mortara
Piergiulio Alberto Coldesina, figlio di
Stefano e Simona Onori, e nipote di
Giulio Onori
NOTIZIE TRISTI
Arese
Costante Rigamonti, reduce del fronte occidentale e d’Albania
Bareggio
Luigi Folli
Bollate
Pancrazio Bonariva, fratello di Natale
Valeria Magoni, sorella di Paolo
Bresso
Aldo Cantagalli
La mamma di Angelo Sarugnani
Corsico
Giovanna Maddalon, mamma di Luigi Ghezzi
Riccardo Rella, papà di Massimo
Gessate
Teresa Villa, sorella di Alfredo
Giussano
Paolo Benvenuti
Legnano
Gaudenzio Maestrone
Lodi
Sergio Terno
Melzo
Rosa Chioda, moglie di Francesco
Corneli
Milano Centro
Alfredo Colombo
Giovanni Giua
Il padre di Marco Grigolo
La madre di Matteo Martin
Milano Crescenzago
Adolfo Zan
Antonio De Lorenzi
Milano Sezione
Angela Cortigiano Blan
Ernesto Fermi
Pietro Ramon
Mario Castelli, Consigliere sezionale
Natalia Zambianchi, moglie di Paolo
Crepaldi
OFFERTE
Pro Sede
Emilio Agostinis
Euro 8,00
Arnaldo Berni
10,00
Giosuè Besozzi
18,00
Raffaele Bonomi
68,00
Giovanna Cantoni
8,00
Agostino Carenzio
18,00
Paolo Ciocca
18,00
Gaudenzia Clerici
23,00
Piercarlo Comolli
68,00
Coro ANA Milano
200,00
Vittorio Del Vecchio
18,00
Roberto Ghelfi
18,00
Rosamaria Ghidotti
40,00
Gruppo Sesto San Giovanni 16,00
Guido e Mary
100,00
Adele Maestri
68,00
Piero Mondellini
18,00
N.N.
40,00
N.N.
40,00
Signora Norio
Trento Ortelli
Gianni Paramithiotti
Federico Plattner
Guido Ravenna
Virginio Rovetta
TullioTona
Giuseppe Valle
Franco Vidali
Gianfranco Vismara
Pietro Zappa
32,00
48,00
8,00
8,00
18,00
18,00
18,00
18,00
30,00
18,00
18,00
Pro Penne Mozze
Gaetana Marchesi
N.N.
Trento Ortelli
Antonio Rezia
Euro 35,00
50,00
48,00
150,00
Pro 3P
Volontari P.C.
Euro 670,00
Caro direttore,
ho letto che, non so se a livello nazionale o a livello sezionale, sarebbe stato deciso che in chiesa il cappello non
va tenuto in testa.
Invece siccome ho sempre visto che
nelle nostre manifestazioni il cappello
è sempre stato tenuto ben calcato in
testa, mi permetto di fare qualche considerazione a favore della tenuta in
testa del nostro bel cappello.
Quando ero ASC alla SMA di Aosta,
estate 1960, alla domenica ci portavano inquadrati alla Messa in una chiesa
dietro la caserma ed entrando il cappello si toglieva.
Vi era però una sostanziale differenza
con gli alpini in congedo e cioè che
eravamo in divisa, perchè cappello o
non cappello si vedeva lontano un miglio che eravamo alpini in armi.
Il caso nostro è completamente diverso perché l’unico segno distintivo è
proprio il cappello e tolto quello, di
divisa non resta proprio niente.
Quindi secondo me il cappello è la divisa e non va tolto.
Inoltre vi è una bella differenza tra il
vedere alcune file di alpini nei primi
banchi con la penna nera ben in vista
e invece un gruppo di cittadini qualsiasi. Mi ricordo che all’adunata di
Roma, in piazza S. Pietro, quando siamo stati ricevuti in udienza dal Papa,
vi era un mare di centomila penne nere
che al solo vederle valeva la pena di
essere andati a Roma. In quel caso
piazza S. Pietro era paragonabile ad
una chiesa e alla fine anche il Papa si
è messo in testa un cappello con i gradi da generale.
Il nostro cappello è oltretutto una specie di microchips perché da esso si può
capire il corpo, il grado, i reparti dove
si è servito ed è una specie di presentazione non parlante del soggetto che
lo porta. Non vedo proprio leggere la
preghiera dell’Alpino da un alpino senza cappello e tantomeno portare i doni
all’Offertorio da dei civili qualsiasi perché il cappello è rimasto sulla sedia.
Forse si può, non si deve, togliere al
momento di fare la comunione, ma ho
visto spesso tenerlo in testa anche in
quel momento senza che nessun celebrante abbia avuto a ridire.
Concludendo mi pare che a parte con-
siderazioni affettive, morali, estetiche
e di buon senso, anche secondo la logica “regolamentare” il cappello in
chiesa vada tenuto perché deve essere
considerato a tutti gli effetti la divisa
dell’alpino in congedo.
Ricordo che alle reclute insegnavo che
a norma di regolamento “un ordine
sbagliato o ingiusto non deve essere
eseguito”. Meglio sarebbe, secondo
me, che per evitare disobbedienze più
che giustificate, chi ha emesso l’ordine “sbagliato” se lo rimangi senza troppi drammi o disquisizioni.
Gerolamo Fisogni
Editore:
ANA Sezione di Milano
Presidente Giorgio Urbinati
Direttore Responsabile:
Gianni Papa
Redazione:
Carlo Barberi
Sandro Bighellini
Fabiano Folcio
Gigi Rodeghiero
Giuseppe Semprini
Luigi De Finis
Gerolamo Fisogni
Fabrizio Folcio
Quintilio Fostini
Luca Geronutti (foto)
Antonio Liuzzi
Marco Pellavio
Giuliano Perini
Giorgio Piccioni
Sandro Vincenti
Hanno collaborato:
Silvio e Mario Anselmi
Dario Bignami
Cesare Camussi
Elio Dal Pont
Non so quanti di voi hanno ascoltato e
visto le immagini che le televisioni e i
vari telegiornali hanno trasmesso della figlia del Maresciallo Pezzullo morto in Afganistan.
Devo dire che mi hanno colpito la Sua
determinazione e lucidità nell'esprimere la convinzione che l'opera umanitaria svolta dal padre in un territorio così
martoriato fosse giusta e la volontà di
continuare l'opera paterna così tragicamente interrotta.
Sono più che convinto che i nostri militari impegnati in operazioni di pace
all'estero lo facciano perchè sentono
il forte desiderio di fare qualche cosa
di utile per i meno fortunati e non certo, come molti pensano e dicono, solo
per i soldi.
Nel caso poi del Maresciallo Pezzullo
se questi valori non li avesse fortemente sentiti, non sarebbe ritornato in quel
luogo dopo la terribile esperienza vissuta a Nassyria.
Io ho sentito il dovere di rispondere
all'appello lanciato dalla figlia che
chiedeva a tutti di esporre alle finestre
di casa il Tricolore per onorare il padre perchè sono convinto che l'opera
che i nostri militari stanno facendo per
quelle popolazioni sia degna della nostra riconoscenza.
Non sono un politico e neppure
militarista, mi ritengo semplicemente
un cittadino italiano che ancora crede
nei valori della vita e della solidarietà
in una società che è purtroppo arida di
sentimenti ed è fortemente
qualunquista.
Antonio Liuzzi
Data di chiusura del numero:
10 aprile 2008
Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Milano
Direttore responsabile Gianni Papa
Aut. Trib. di Milano 14-1-55 nº 3602 del Registro
Stampa Prontografing - Milano

Documentos relacionados

Numero 3 - La Sezione di Novara

Numero 3 - La Sezione di Novara Da parte mia ancora un grazie: ai Gruppi che hanno promosso iniziative per raccogliere fondi, a quelli che semplicemente hanno attinto alla loro cassa, ai privati e Associazioni che si sono fidati ...

Leia mais

qui - ANA Trieste

qui - ANA Trieste 2 giugno in Piazza Unità d’ Italia per l’ Alzabandiera 11 luglio al Pellegrinaggio Nazionale in Ortigara 17 e 18 luglio Pellegrinaggio Sezionale al Valderoa 16 settembre ad Udine per il saluto alla...

Leia mais

quegli angeli che sono fra noi - Gruppo Alpini "Gen. Pietro Zaglio"

quegli angeli che sono fra noi - Gruppo Alpini "Gen. Pietro Zaglio" 2002 a cura della “4 Stelle”, con testi e ricerche di Mario. Appena conclusa la Messa Dino Bridda ha ripercorso la vita, la figura e l’opera del nostro indimenticato “DEM”. Ai momenti “parlati”, si...

Leia mais

Nello zaino - Sezione di Vicenza

Nello zaino - Sezione di Vicenza Nei prossimi consigli di sezione i consiglieri saranno chiamati a decidere quali iniziative intraprendere per contenere il bilancio della Sezione e poter così destinare le risorse che si renderanno...

Leia mais