L`ARBITRARIETA` DELLE LINGUE LANGUE E

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L`ARBITRARIETA` DELLE LINGUE LANGUE E
L’ARBITRARIETA’ DELLE LINGUE
LANGUE E PAROLE
La nozione di arbit rar iet à radicale delle lingue così com e la dist inzione t ra langue e parole
sono opera del linguist a ginevrino Ferdinand de Saussur e. Quando un parlant e produce un
at t o linguist ico ( det t o anche a t t o di pa r ole , o enunziat o) , t ale at t o può essere osser vat o
da due punt i di vist a, com e l’unione di una espressione concr et a ( una sequenza di suoni,
foni o fonia) e di un cont enut o concret o, detto senso ( o significazione) . Tale at t o concr et o
è individuale e irripetibile.
ATTO DI PAROLE /
ENUNZIATO
Piano della
espressione
fonia
Piano del
contenuto
senso
Le fonie sono uniche e irr ipet ibili per ché nella loro m at erialit à ( per esem pio sot t o for m a di
onde sonore) non possono esser e riprodot t e, nem m eno dallo st esso par lant e nello st esso
modo. Un parlant e che pronunzia due volt e la parola cane [ ‘ka: ne] la pronunzierà in m odo
diverso ( e m isurabile con gli spet t rogram m i e i sonagram m i) , t ant o più diverse saranno le
fonie prodotte da parlanti diversi.
Sono unici e ir ripet ibili anche i sensi. Saussure prende ad esem pio l’enunziat o: “ La guer re,
j e vous dit , la guerre” . E De Mauro com m ent a: “ Se badiam o al concret o ed effet t ivo
cont enut o ‘psicologico’ ( per usare il t erm ine st esso di Saussure) che guerre di volt a in v olt a
com unica, ovv ero al concr et o at t o fonat orio con cui guerre è realizzat o di volt a in volt a, a
ogni replica ci t roviam o dinanzi a qualche cosa di diver so. Uno, dicendo guerre, avrà in
t est a fanfare, sfilat e gloriose, vessilli che garriscono; un alt ro un frat ello m ort o o una casa
dist rut t a; von Clausew it z penserà al prolungam ent o della polit ica con alt r i m ezzi, e il
soldat o Schw eik penserà a parole che non si possono qui st am par e per decoro. Ma perfino
la st essa per sona, vuole dire Saussure, e perfino nello st esso discorso, se ripet e due volt e
la stessa parola, vorrà comunicare due cose diverse la prima e la seconda volta” (De Mauro,
CLG, p. X).
Dunque sul piano del concret o t roviam o t ut t i gli at t i linguist ici prodot t i, sem pre diver si sul
piano dell’espr essione e del cont enut o. Fonie e sensi sem pre indiv iduali e irripet ibili che
costituiscono i nostri atti di parole.
Tut t avia al di là di t ale unicit à e irripet ibilit à, quando ascolt iam o due persone che dicono la
parola caro, l’una con l’erre m oscia, l’alt ra nella pronunzia st andard r iconosciam o che pur
essendo due fonie radicalm ent e div erse, sono anche la “ st essa” parola. I n un senso gli at t i
Scuola superiore per mediatori linguistici “Carlo Bo” di Roma
linguist ici sono sem pre diver si, in un alt ro devono essere anche riconducibili a qualcosa di
invariante. Sul piano del contenuto, anche se non posso e non potrò mai accedere al senso
( e dunque alle associazioni psicologiche e m ent ali) del m io int er locut or e, quando egli dice
guerra io lo comprendo, dunque qualcosa di quel senso ho colto.
Ciò che si coglie, sia sul piano dell’espressione sia su quello del contenuto, è un’astrazione.
Noi operiamo sui due piani una classificazione. Di fronte alle diverse possibili erre, di fronte
ai diversi possibili sensi di guerre noi individuiamo delle classi astratte, sociali, comuni. Tali
classi
definiscono
l’ent it à
che
chiam iam o
se gn o
lin gu ist ico.
Il
segno
linguist ico
appart iene dunque a un dom inio ast rat t o, condiviso da più par lant i ( non più indiv iduale
come la parole), radicalmente sociale, che è il sistema linguistico, detto anche langue.
Saussure aggiunge: I l se gn o è u n a u n it à in divisibile di u n sign ifica n t e e di u n
significato:
SEGNO
Piano della
espressione
Significante
Piano del
contenuto
Significato
I l significant e e il significat o sono ent ram bi classi. Una classe è un insiem e di elem ent i
raggruppati.
Il sign ifica t o è u n a cla sse di ‘se n si’: il significat o della parola cane “ cane” ( il significat o
si indica t ra doppie v irgolet t e) , cioè il concet t o di cane, il cont enut o dunque, è la classe di
t ut t i i sensi possibili legat i al cont enut o cane. Ciascuno di noi quando produce la par ola
cane esprim e un senso ( il proprio senso, legat o alle pr oprie associazioni m ent ali e di
esperienza), attraverso un significato (classe) che a differenza del senso è comune a tutti i
parlant i della com unit à. Ma i significat i non si vedono e non si t occano e devo essere resi
m at eriali, concret i: quest o avviene at t rav erso la classi di significant i, che si m anifest ano
concretamente in foni o fonie.
I l sign ifica n t e è u n a cla sse di fon ie o fon i: il significat o regola le possibili e sem pre
diverse r ealizzazioni foniche e le r iunisce in classi. Vi sono infinit i m odi di pronunciar e in
it aliano il fonem a / a/ , ogni v olt a che persone diver se e perfino la st essa persona ripet ono
quest o suono, esso è div erso ( quest o è confer m at o dalle analisi st rum ent ali, dagli
spet t rogram m i) . Però per noi v i è un unico suono / a/
per quant o diverso possa
effettivamente suonare al nost ro orecchio, quest o avviene perché le concret e realizzazioni
sono da noi r iunit e in una unica classe, la classe del fonem a / a/ . Sul piano ast rat t o, delle
classi appunto, si trova la fonologia; sul piano concreto, delle realizzazioni attuali, si trova
la fonetica.
Se volessimo rappresentare la situazione appena descritta vedremmo qualcosa di simile:
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LINGUISTICA GENERALE – Isabella Chiari
SEGNO
LINGUISTICO
senso
‘ cane’
dottor Willis il
mio cagnolino
significato
“cane”
anim ale dom est ico
quadrupede
significante
/ kane /
R
P
Fonie concrete
I l significant e, che com e abbiam o vist o è una classe di fonie, è analizzabile in unit à più
piccole, i fonemi, che a loro volta sono classi di foni:
Classe
( fonologia)
/ significante/
Realizzazioni concrete materiali (fonetica)
[ fonie
ogni significant e può esser e analizzat o in unit à m inim e, così com e ogni fonia per cui
avremo:
il fonema /k/ che è la classe di un insieme di possibili foni [k][c][g]...
il fonema /a/ che è la classe di un insieme di possibili foni
il fonema /n/ che è la classe di un insieme di possibili foni
il fonema /e/ che è la classe di un insieme di possibili foni
Si osserva dunque che il significant e essendo una classe, è qualcosa di form ale, ast rat t o,
posto sul piano della lingua come struttura, che è un’entità assolutamente sociale. I foni, o
fonie, invece sono realizzazioni concret e, m at eriali, osservabili e m isurabili e sono
radicalmente individuali. Ogni indiv iduo produce sem pre fonie, uniche e irripet ibili. Ment re
le classi a cui si riconducono le fonie individuali sono i significanti, entità sociali e astratte.
L’ARBITRARIETA’ DEL SEGNO
Si t rat t a di un problem a ant ichissim o espost o in una delle sue v ersioni anche nel Cratilo di
Plat one. Nella concezione m oderna, dovut a per lo più a Saussure e al cont ribut o eseget ico
di Hjelmslev e De Mauro, si distinguono diversi tipi di arbitrarietà:
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Arbitrarietà
tra
segno
e
referente
–
il
segno
nella
sua
interezza
(significante+ significato) non è legato naturalmente al referente, ossia all’elemento o
evento reale presente nell’esperienza esterna dei parlanti cui è associato, all’oggetto, alla
cosa che rappresent a. Tra il segno banco e quest o concr et o banco non vi è un rapport o
privilegiat o, così com e t ra una persona e il suo nom e. Tra
concret o e il segno ( unit à di
significant e e significat o) gatto non vi è som iglianza, non vi è un rapport o necessar io,
nessuno ci obbliga a chiamare quell’animale in questo modo.
Ar bit r a r ie t à
tra
sign ifica t o
e
sign ifica n t e
–
il
significant e
cane
è
solo
convenzionalmente e immotivatamente legato al significato (concetto) “cane”, tanto è vero
che in alt r e lingue è indicat o da diversi significant i dog, chien, sobaka. Quindi il significat o
( il
concet t o
di
cane com e “ anim ale quadrupede,
dom est ico,
ecc.)
è
legat o
solo
convenzionalm ent e a un par t icolare significant e, ovvero a una part icolare sequenza di
fonemi di una lingua.
Ar bir a r ie t à n e lla or ga n izz a zion e in t e r n a de l sign ifica t o – t ra form a e sost anza del
significat o ( Hj elm slev ) si ist it uiscono rapport i non det erm inat i dalla nat ura, m a r it agliat i
secondo organizzazioni proprie di ciascuna lingua. L’esem pio classico è nell’am bit o
semantico del bosco e affini come diverse lingue suddividono i segni:
Italiano bosco legno legna
Francese bois “bosco- legno- legna”
Tedesco Wald “bosco” Holz “legno- legna”
Italiano andare
Tedesco gehen “andare a piedi” fahren “andare con mezzo”
Arbitrarietà n e lla or ga n iz za z ion e in t e r n a de l sign ifica n t e – parallelam ent e al caso
precedent e, anche per il lat o significant e le lingue organizzano la scelt a del m at er iale
fonico ( la st rut t urazione form ale dei fonem i, che com e vedrem o sono classi di foni) . I n
alcune lingue dunque un insieme di suoni sarà pertinente e cioè distinguerà parole diverse,
m ent re in alt r e lingue non avrà quest o pot ere. Quest o può avvenire anche all’int erno di
una stessa lingua per classi di suoni situati in posizioni diverse.
Ma il m odo più evident e per m ost rarlo è v edere com e gli st essi suoni ( foni m at eriali) sono
suddivisi in classi di fonemi diverse in lingue diverse. In italiano abbiamo un fonema nasale
alveolare ( luogo dell’ar t icolazione com e vedr em o) sonoro / n/ : a quest o fonem a in div erse
parole corrispondono div ersi foni ovvero [ n] in
in
] . I n quest o secondo
caso il fono viene descrit t o com e nasale velare sonora, e appare sempre in it aliano ogni
qual volt a la nasale venga seguit a da una consonant e v elare com e [ k] [ g] , per il fenom eno
della coarticolazione che st udier em o più avant i, e che sint et icam ent e avvicina i un t rat t o
dei suoni che si t rovano v icini nella cat ena fonica. Nella lingua inglese inv ece abbiam o due
diversi fonem i [ n] e [ ] che alt ernandosi nella st essa parola le fanno cam biar e di
significato come nelle parole sin “peccato”
sing “cantare”
Un alt ro esem pio: in it aliano abbiam o un fonem a vocalico cent rale / a/ che
può
essere
pronunciat o
in
m olt i
m odi
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com e
abbiam o
già
v ist o,
e
LINGUISTICA GENERALE – Isabella Chiari
manifestarsi come diversi foni:
(/significante/)
ecc Se io pr onuncio la parola
com e un barese, essa corr isponderà alla fonia
m a poiché in it aliano
non è un fonem a separat o, io riuscir ò a
ricondurla alla classe del fonem a / a/ . I n inglese inv ece, per esem pio sia
che
costituiscono fonemi separati per cui avrò cap “ berret t o”
e cup “ t azza”
Anche in quest o caso com e nel precedent e in inglese
due suoni che in it aliano non possono cr eare differ enze di significat o, in
inglese possono farlo e quindi assurgono a classe, appartengo cioè a
fonemi diversi.
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