DCM maggio 2012.indd - Missionari della Consolata

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DCM maggio 2012.indd - Missionari della Consolata
da Casa Madre
Anno 92 - N.5 - 2012
Istituto Missioni Consolata
Perstiterunt in Amore Fraternitatis
Diane Terlin, Pentecoste, ArtWork su Vetro, 1990
Casa Generalizia IMC, Roma
Editoriale
ASPETTANDO LA PENTECOSTE
P. Giuseppe Ronco, IMC
Celebrando la Pentecoste, viene spontaneo
richiamare alla mente la luminosa intuizione
di san Serafino di Sarov: “Il vero fine della
vita cristiana consiste nell’acquisire lo Spirito
Santo” (Colloquio con Motovilov).
Questo Spirito Santo è Dio stesso, presentato
dalla teologia come Terza Persona della Trinità,
confessato nel Credo come colui che è Signore
e dà la vita, annunciato da Gesù nel vangelo
come Consolatore, dimorante in noi (cf Gv
14, 16-17) e guida alla “verità tutta intera” (Gv
16,13). Acquisirlo significa dargli la possibilità
di divinizzarci.
Suo compito è di insegnare ogni cosa e ricordare
tutto ciò che Gesù ha detto (cf Gv 14,26),
facendo di ognuno di noi un vero discepolo di
Gesù, conformato al suo mistero pasquale con
una condotta “santa e bella” (cf 1 Pt 1,15 e 2,12).
Portatori della croce con Gesù (staurofori),
diventeremo anche noi portatori dello Spirito
(pneumatofori), capaci di annunciare a tutti il
grande mistero della nostra salvezza: l’amore
infinito del Padre. Grideremo con S. Serafino
di Sarov: «Radost’ moja, Christos voskrese! Mia
gioia, Cristo è risorto!»
La presenza dello Spirito in noi è il compimento
della vera felicità.
2
“Quando lo Spirito di Dio scende sull’uomo
e lo copre della sua pienezza, l’anima umana
trabocca di gioia indicibile, perché lo Spirito di
Dio trasforma in gioia tutto ciò che tocca”. I
frutti saranno “ amore, gioia, pace, pazienza,
benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio
di sé” (Gal 5, 22) e dentro di noi sentiremo
l’impellente bisogno di cantare il Magnificat,
come Maria.
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“Il mezzo primo di apostolato”
“La vostra santificazione: ecco il mio principale
pensiero,
la mia costante preoccupazione. Non basta
infatti aver ricevuto da Dio una vocazione
particolarissima, come non basta goderne i pregi
e i benefici. Bisogna valorizzarla camminando
nella perfezione che essa richiede. Ecco dunque
il nostro ideale: farci santi, grandi
santi, presto santi. Come missionari e missionarie
vi è proposto l’ideale di essere non solo santi, ma
santi in modo superlativo. Siete qui per questo,
è il vostro primo dovere, lo scopo primo della
vostra
vocazione, il mezzo primo di apostolato. La
vostra santità deve essere speciale, anche eroica
e, all’occasione, straordinaria da fare miracoli.
Per voi non bastano le altre doti. Ci vuole santità,
grande santità” (CVV 1).
La santità è bellezza che contesta la bruttura
della chiusura in sé, dell’ egocentrismo, della
philautia. È gioia che contesta la tristezza di chi
non si apre al dono dell’amore.
Gesù, la capacità di testimoniare con la vita,
fino al martirio, la verità del vangelo.
Con il sigillo crismale, emerge in noi la nostra
vera identità di cristiani, di missionari, abilitati
a edificare il corpo di Cristo che è la Chiesa,
“sacramento, ossia segno e strumento
dell’intima unione con Dio e dell’unità di
tutto il genere umano”(LG 1), e a vivere con
impegno la vocazione che Dio ci ha dato.
Si tratta di viverla nella nostra vita personale e
comunitaria, nelle relazioni fra di noi, improntate
a collaborazione, gratuità, misericordia e
perdono. Solo allora possono nascere spazi di
libertà, di fraternità e di umanità, di attenzione
e di solidarietà con i più poveri, e il nostro
apostolato sarà un mezzo di santità.
L’uomo diventa creatura nuova: “Viene lavata
la carne, perché l’anima sia liberata da ogni
macchia; viene unta la carne perché l’anima sia
consacrata; viene segnata la carne, perché anche
l’anima sia rinvigorita; la carne è adombrata
dall’imposizione delle mani, perché anche
l’anima sia illuminata dallo Spirito; la carne si
pasce del corpo e del sangue di Cristo, perché
anche l’anima si nutra abbondantemente di
Dio” (Tertulliano, De resurrectione mortuorum
VIII).
La nostra vita diventerà un capolavoro di amore.
Riscoprire la cresima, sacramento della
missione
L’acquisizione dello Spirito nella nostra vita
personale, in forma sacramentale, avviene
mediante il sacramento della cresima, conferito
“usando il sacro crisma, ossia olio di oliva
mescolato con balsamo e benedetto dal vescovo,
mentre il ministro traccia un segno di croce sulla
fronte del cresimando, e pronunzia le parole
della forma”( Ep. Ex quo primum tempore, 52:
Benedicti XIV... Bullarium, t. III).
Perché non riscoprire questo sacramento
dell’iniziazione cristiana durante l’attesa vigiliare
della Pentecoste?
Dimenticato e relegato
all’infanzia è invece di capitale importanza perché
celebra la personalizzazione della Pentecoste
nella nostra vita, conferendoci la pienezza dei
doni dello Spirito e rendendo così perenne la
discesa dello Spirito nella Chiesa (cf CCC 1288).
In esso si opera la santificazione dell’uomo nel
tempo, chiamandolo alla sua realizzazione di sé.
Come tema di formazione continua, potrebbe
farci riscoprire l’azione dello Spirito nella
missione e nella nostra vita personale di
missionari.
Come un fiore ha bisogno di acqua per
sbocciare, così ognuno di noi ha bisogno
dello Spirito per fiorire. Acquisendolo, ci farà
scoprire la luce di un sole che non tramonta
mai: l’Amore infinito di Dio. Diceva il
Patriarca Atenagora I: “Senza lo Spirito
santo, Dio è lontano, Cristo resta nel passato,
il Vangelo è una lettera morta, la chiesa
una semplice organizzazione, l’autorità un
potere, la missione una propaganda, il culto
un ricordo, e l’agire cristiano una morale di
schiavi”.
Dio onnipotente,
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che hai rigenerato questi tuoi figli
dall’acqua e dallo Spirito Santo
liberandoli dal peccato,
infondi in loro
il tuo santo Spirito Paràclito:
spirito di sapienza e di intelletto,
spirito di consiglio e di fortezza,
spirito di scienza e di pietà,
e riempiti dello spirito del tuo santo timore.
Per Cristo nostro Signore.
In questo sacramento riceviamo anche,
come gli apostoli nel giorno di Pentecoste, la
partecipazione al ministero messianico di Gesù
per l’annunzio del Regno, la forza di annunciare
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L’Allamano nell’iconografia
LA CONSOLATA E L’ALLAMANO INSIEME
IN TRE VETRATE
P. Francesco Pavese, IMC
Del Fondatore, nell’Istituto ci sono attualmente
10 vetrate: 4 un Italia (due a Castelnuvo, una a
Torino e una a Roma); 2 in Mozambico (una a
Maputo e una a Massinga); 1 in una parrocchia
nell’Ovest del Canada; 2 in Colombia: 1
a Bucaramanga e 1 nella casa regionale a
Bogotà; 1 a San Paolo in Brasile. In questo
mese di maggio, presento tre di queste vetrate
che raffigurano il nostro Fondatore assieme
alla Consolata, nelle quali appare evidente
l’unione privilegiata tra la SS. Vergine e il suo
“Segretario” e “Tesoriere”.
A Castelnuovo - nella chiesa parrocchiale.
A 5 anni dalla morte dell’Allamano, il 22
ottobre 1931, nella chiesa parrocchiale di
S. Andrea a Castelnuovo, è stata inaugurata
un’artistica vetrata, con l’effigie dell’Allamano
in preghiera. Questa testimonianza di stima è
stata voluta dai superiori della Consolata e dei
due Istituti missionario, dai parenti, dal parroco
e dai compaesani dell’Allamano.
4
La vetrata è stata realizzata su disegno di V.
Piano. In essa sono evidenti i due legami
dell’Allamano: la Consolata e l’Istituto
missionario. A fianco del volto dell’Allamano
si vede l’icona della Consolata, mentre in
basso è riprodotto il santuario. Si notino le
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due scritte in latino riferite la prima allo spirito
missionario e la seconda all’amore per il culto
sacro, caratteristiche dell’Allamano: quella di
Isaia, modificata al singolare : «Annuntiabo
gloriam tuam gentibus [annuncerò la tua gloria
alle genti]»; e l’altra del Salmo: «Dilexi decorem
domus tuae [ha amato il decoro della tua casa]».
Questa vetrata, come è stata concepita,
fa spontaneamente pensare al Fondatore
inginocchiato nel “suo” coretto, dove
trascorreva lungo tempi in preghiera di fronte al
tabernacolo e all’effigie della Consolata. Il volto
riproduce esattamente una della sue ultime
fotografie, ormai anziano. Il clima in cui si è
decisa questa vetrata e come è stata accolta dalla
popolazione, traspare da quanto ha scritto la
nipote del Fondatore Pia Clotilde, presente alla
cerimonia dell’inaugurazione: «Mi compiaccio
che la vetrata ricordo che riproduce così al
vero le sue care sembianze nella nostra chiesa
parrocchiale, sia posta presso l’altare maggiore
nell’atteggiamento da lui preferito in adorazione
al SS. Sacramento dove s’ispirò a tante virtù ed
opere feconde di bene».
Ora, nella chiesa parrocchiale di Castelnuovo,
ci sono altri due dipinti dell’Allamano: un
quadro, olio su tela di vaste dimensioni, opera
di Guido Chiaretto, posto sulla parete di fronte
al battistero. In esso si ammira la Consolata in
alto, che lega con il cielo, sullo sfondo il paese
cappella che custodisce le spoglie mortali del
Fondatore, in vista della sua beatificazione.
Iniziando da sinistra, la vetrata presenta, nei
rispettivi riquadri, il santuario della Consolata,
da cui tutto ha avuto inizio; l’icona della
Vergine, la vera Fondatrice; al centro, il mondo
sormontato dalla croce, campo apostolico dei
missionari; la figura dell’Allamano, con il dito
che indica il mondo; e nell’ultimo riquadro,
la facciata esterna della Casa Madre. Sotto, in
basso, la scritta “Prima santi, poi missionari”.
Sottolineo il particolare che la Consolata e
l’Allamano sono rivolti l’una verso l’altro, con
al centro il mondo, disegnato in entrambi i
pannelli, metà in uno e metà nell’altro.
di Castelnuovo. Accanto all’Allamano, collocato
ben visibile al centro della scena, in ascolto alle
sue parole, un missionario e una missionaria con
alcuni giovani simbolo del futuro.
Un’altra vetrata, a forma semicircolare, opera
di Silvio Vigliaturo, è stata posta, nel 2001, in
occasione del centenario dell’Istituto, sopra
il battistero. L’Allamano ha ai suoi lati i due
missionari originari di Castelnuovo, mons.
Francesco Cagliero e sr. Barberina Mussa,
assieme ad un gruppo di persone.
In questa chiesa parrocchiale, il nostro Fondatore
è stato battezzato, ha fatto la prima Comunione,
ha ricevuto la Cresima, ha celebrato la sua prima
Messa. Ogni volta che andiamo a Castelnuovo, lo
possiamo incontrare anche qui, nella sua chiesa,
e ammirarlo in una abbondanza di espressioni,
ognuna della quali, se siamo attenti, ci può
ricordare e insegnare qualche cosa di speciale.
A Torino - nel santuario del B. Giuseppe
Allamano.
Il sarcofago dell’Allamano, nella nostra
chiesa in corso Ferrucci a Torino, è rallegrato
da una luminosa vetrata, a quattro pannelli,
dell’architetto Massimo Cotti. L’opera risale
all’anno 1990, quando è stata rinnovata la
L’autore presenta un Allamano piuttosto
anziano, ispirandosi ad una fotografia del 50°
di sacerdozio. A prima vista, non tutti hanno
gradito questa immagine, neppure io, proprio
perché il Fondatore appare troppo vecchio.
Direi, però, che la fisionomia è esattamente la
sua, e l’aspetto è sereno e accogliente, il che
dà alla vetrata un significato coerente a ciò che
deve significare. Il sarcofago, diventato altare,
contiene le spoglie mortali del Padre è ed il
centro della cappellina, mentre la vetrata fa da
sfondo e ce lo presenta luminoso, assieme ai
suoi tesori più cari: la Consolata, l’Istituto e le
missioni.
Pubblicata sulla rivista “Il Servo di Dio
Giuseppe Allamano - Tesoriere della Consolata”
(era ancora questo il titolo), ho ritrovato una
mia lettera del 1990, scritta al Postulatore p.
Gottardo Pasqualetti, per congratularmi della
nuova sistemazione della cappella che contiene
il sarcofago del Fondatore. Della vetrata
scrivevo così: «Dopo il sarcofago-altare, sì, la
vetrata: la croce, il globo, la Consolata con il
Bambino in braccio, l’Allamano, la basilica e la
casa madre. C’è tutto il nostro più sacro e caro
patrimonio di famiglia in quei quattro pannelli.
Fortunatamente questa vetrata non sovrasta il
sarcofago, almeno allo sguardo di chi entra in
chiesa, perché situata piuttosto in basso. A me
piace così, perché il tesoro che ci attira qui e che
deve subito apparire è proprio il sarcofago. Ma
tutti quei colori [della vetrata] fanno veramente
festa e sono belli! Dolce il volto della Consolata.
Il Padre l’avrei preferito cinquantenne (non
settantenne), perché in questo posto desidero
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incontrarlo nella sua maturità, ma sempre con
quel grande dito puntato verso la missione e
con l’espressione del viso serena, come è ora».1
Dopo diversi anni, non insisterei più sull’età del
Fondatore, perché ora egli partecipa dell’età del
Cristo risorto, che supera ogni età terrena. E
poi, il Fondatore è coetaneo di ognuno di noi !
Concludo questa breve presentazione della
vetrata con le parole che scrivevo alla fine
della lettera al Postulatore: «In questa cappella
si ha proprio l’impressione di essere nella sua
casa,di vederlo vivo e presente, a ripetere una
parola che ci fa sempre tanto piacere sentire da
lui: “Coraggio nel Signore e nella Consolata.
Ti benedico”». È impossibile allontanarsi da
quella cappellina senza sentire che il Padre ti
benedice!
In Canada - nella chiesa parrocchiale della
“Spirito Santo”.
Nell’atrio della chiesa parrocchiale dello
1
In, “Il Servo di Dio Giuseppe
Allamano - Tesoriere della Consolata”, N. 2,
aprile-giugno 1990, p. 19.
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“Spirito Santo” a Vancouver, nell’Ovest del
Canadà (British Columbia), su interessamento
del sig. Bruno Bersani, ex fratello coadiutore
Missionario della Consolata in Kenya, nel 2009,
è stata installata una bella vetrata, di cui non
si conosce l’autore. L’Allamano è stato scelto
come patrono della sezione locale della “Knights
of Columbus” [Cavaglieri di Colombo],
organizzazione cattolica a scopo benefico con
quasi due milioni di membri in diverse nazioni
dell’Occidente e dell’Oriente.
Presento questa vetrata tra quelle significative
per noi, perché è stata realizzata non solo senza
la nostra partecipazione, ma addirittura a nostra
insaputa. È stato appunto il Sig. Bersani a pensare
al Fondatore come protettore. Mandandoci la
fotografia della vetrata, tra l’altro ha scritto:
«Ogni sezione è intitolata a un santo patrono
e il mio primo pensiero è stato di dedicare al
Fondatore questa sezione, il cui titolo ufficiale
ora è: “Knights of Columbus, Blessed Joseph
Allamano council 11359”. Non potevo fare
una scelta migliore. Dopo molte trattative,
d’accordo con il parroco, abbiamo realizzato
una bellissima vetrata, all’ingresso della chiesa,
raffigurante il beato Allamano e la Consolata,
di cui mando la fotografia. Credo che di vetrate
simili non ve ne siano molte in tutto il Nord
America, certamente l’unica nel Nord Canada.
Ora la Consolata e il beato Giuseppe Allamano
sono conosciuti e pregati anche in questa parte
del mondo. Credo che la notizia faccia piacere
a tutti i Missionari della Consolata, ai quali mi
sento sempre molto affezionato».
dove noi non siamo presenti. Guardando questa
vetrata, che è bella e piena di luce e di colori,
ci sentiamo coinvolti nel motto che leggiamo
nella parte bassa: “Una vita in comunità e
comunione”. Motto che non vale solo per la
sessione locale del “Knights of Columbus,
Blessed Joseph Allamano”, ma anche per
noi. Non è questo, forse, uno degli ideali che
stavano più a cuore al nostro Fondatore per la
sua famiglia missionaria?
Certo che ci fa piacere sapere che la Consolata e
il nostro Padre sono conosciuti e pregati anche
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“L’utopia di Francesco si è fatta... Chiara“
(Raimon Panikkar)
TRATTI DELLA MISSIONE FRANCESCANA
P. Giuseppe Ronco, IMC
Nella primavera del 1206, alla presenza del
vescovo di Assisi, Francesco rinuncia all’eredità
paterna e, dopo un periodo di vita eremitica, nel
1208, nella chiesina della Porziuncola, trova il
suo programma di vita nel discorso evangelico
di missione: : “Andate dovunque e predicate
dicendo che il regno di Dio è vicino... Non
portate con voi né oro, né argento, né bisaccia,
né scarpe, né bastone”(cf Mt 10, 6-10). Capì
allora che il Signore non lo voleva eremita, ma
missionario del Vangelo.
Prende la rozza tonaca dei contadini umbri con
una corda ai fianchi e inizia a predicare, come
«araldo del gran Re», il Vangelo, la povertà, la
pace. Molti sono affascinati dal suo stile di vita e
si uniscono a lui. A due a due, vanno di borgata
in borgata, in Italia e all’estero, predicando a
tutti il Vangelo con la semplicità della parola e
con la forza dell’esempio.
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“Infatti, dal giorno che il Signore gli ebbe rivelato
di vivere, lui e i suoi fratelli, in conformità al
vangelo, decise e si impegnò a osservarlo alla
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lettera, per tutto il tempo della sua vita” (Leg.
Perugina 4)
Numerosissimi sono gli studi che presentano la
missione francescana nella sua totalità, nei suoi
dettagli, nel suo metodo e nei suoi contenuti.
Sarebbe una pretesa assurda voler riassumerli
tutti.
Mi propongo in questo articolo di presentare
alcuni capisaldi della missione francescana utili
al nostro evangelizzare oggi, rimandando ad un
altro studio la missione ad gentes propriamente
detta.
PER FRANCESCO
1 – la missione ha come regola il Vangelo
Lo stesso principio che valeva per la comunità,
vale anche per il lavoro missionario della
comunità: avere come regola unica l’osservanza
del Vangelo.
Per la missione non occorre portare nulla con
sé se non lo Spirito del Signore, ma saper vivere
come pecore in mezzo ai lupi per amore del
Signore, vivendo sempre nella gioia. I missionari
non dovranno portare con sé neppure il diritto
di difendere i propri diritti.
Dovranno annunciare il Vangelo a quanti
incontrano nel tessuto quotidiano della vita, non
facendo distinzioni di persone, e occupandosi in
modo privilegiato dei malati e dei poveri.
Il dialogo e la misericordia saranno gli strumenti
più adatti. L’incontro dell’altro nella cortesia è,
infatti, un elemento costitutivo della missione
perché il regno di Dio non si impone, ma si
propone nella fede.
Pace, riconciliazione e fraternità ne saranno i
frutti più belli.
2 – la minorità come stile
La minorità è un atteggiamento relazionale
con Dio, i fratelli e gli altri uomini. Non è solo
espropriazione delle cose, ma anche dei disvalori
che imprigionano il nostro “io”.
La minorità implica la povertà, ma non si riduce
ad essa.
«Minori» vuol dire « più piccoli », e sono
espressioni di minorità: il dovere di lavorare
per mangiare; l’andare all’elemosina, in caso
di necessità, « come gli altri poveri »; il non
appropriarsi mai di alcun luogo ed essere pronti
a condividerlo con chiunque si presenti, anche se
avversario o ladro; saper rinunciare alla propria
immagine austera e penitenziale per accogliere
gioiosamente e festosamente un fratello.
Essere minori vuol dire seguire Cristo umile e
povero e, ancor più concretamente, essere lieti
di trovarsi a vivere tra gli ultimi e desiderare di
essere esattamente ciò che si è, sani o malati,
ringraziandone sinceramente il Signore. Di
fronte alle situazioni e alle persone difficili,
minorità vuol dire non giudicare il prossimo, ma
accettarlo e amarlo così com’è, come un dono di
Dio, senza desiderare che sia diverso.
3 – la fraternità come progetto
La fraternità e la comunione sono il progetto
della missione francescana. Nell’esperienza e
nell’insegnamento di Francesco vi è uno stretto
legame tra l’ azione apostolica e la fraternità.
Una fraternità che evangelizza non può essere
chiusa in se stessa o
affidata alle iniziative individuali dei singoli;
essa, al contrario, cercherà di essere presente
accanto ai poveri, accanto ai giovani e nei punti
di tensione o di frattura sociale o interculturale;
essa sarà vicino a chi è in ricerca di Dio o di un
senso da dare alla vita; essa sarà accanto agli
uomini di altre religioni e culture; essa si farà
itinerante per raggiungere e incontrare l’uomo
ovunque egli vada e chiunque egli sia.
Questa santità di vita non la viviamo da soli,
quasi “solitari della santità”, ma insieme, in
fraternità, con i fratelli che il Signore ci ha
donato. Non basta farsi santi individualmente,
è come fraternità che dobbiamo esprimere
e testimoniare la nostra santità di vita. E’ la
fraternità santa che
diventa il segno forte e credibile di come Dio
diventa il Signore dei cuori e dell’umanità.
La prima forma di missione non è tanto quella
di annunciare, quanto quella di “attirare” le
persone a Dio attraverso la gioia e il profumo
di una vita santa, tutta dedita al Signore e
impregnata del suo Spirito.
4 – presenti tra la gente e itineranti
La presenza tra la gente è la prima forma di
missione francescana (Cf Rnb 16, 3ss.). E
perché la fraternità francescana abbia i tratti
della missione, deve essere aperta e sempre in
cammino verso gli “altri”.
Nasce da qui l’itineranza, come cammino
solidale con i poveri, come
espressione della disponibilità assoluta ad
andare per annunciare il
Regno tra i poveri e per lasciarci evangelizzare
da loro.
Si tratta di andare, sempre, verso il più povero
dei poveri che la storia del mondo e la società
corrotta del nostro tempo produce, per
condividere con lui la vita e annunciare la buona
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migliore testimonianza che non si salvano
le creature e gli elementi della terra da
un’ingiusta e dannosa manomissione, se
non considerandoli nella luce biblica della
creazione e della redenzione, come creature,
cioè, affidate alla responsabilità, non al
capriccio, dell’uomo e che, insieme con lui,
attendono di essere, esse pure, “liberate dalla
schiavitù della corruzione, per entrare nella
libertà della gloria dei figli di Dio”(Giovanni
Paolo II, VIII Centenario della morte di
Francesco d’Assisi, 1982).
Tutto infatti è dono di Dio e tutto va restituito
a Dio.
6 – il Vangelo della croce
novella della fratellanza che nasce dall’aver tutti
un solo Padre.
5 – il canto della creazione
La fraternità di Francesco si allarga a livello
cosmico, fino a includere tutte le creature
anche inanimate. Il Cantico delle creature esprime
in modo semplice e profondo l’ecosistema
poetico e spirituale di Francesco, che si vedeva
e si sentiva chiaramente di casa nel cosmo
intero e che introduceva gioiosamente nella
piccola casa del suo cuore gli esseri del cosmo
intero, chiamandoli sorelle e fratelli. Nasceva la
fraternità cosmica!
La creazione suscitava in Francesco la lode, il
canto, il ringraziamento e la preghiera.
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“Francesco estese questo sentimento di
fraternità universale a tutte le creature
anche inanimate: al sole, alla luna, all’acqua,
al vento, al fuoco, alla terra, che chiamò,
rispettivamente, fratelli e sorelle e che
circondò sempre di delicato rispetto e
tenerezza. L’atteggiamento di Francesco
costituisce, però, nello stesso tempo, la
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“Fare penitenza”, o “vivere in penitenza” è
l’espressione che piú frequentemente ricorre
negli scritti del santo e che meglio riassume
tutta la sua vita e la sua predicazione. In un
momento decisivo della sua nuova vita, egli aprí
il libro del vangelo ed ebbe da Cristo una parola
che segnò tutto il resto dei suoi giorni: “Chi
vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso”.
Il rinnegamento di sé fu la via attraverso cui
Francesco trovò la sua “vita”.
“Vivere nella penitenza” significò, per
Francesco, riconoscere, in tutta la sua
gravità, la realtà del peccato, vivere in
un costante pentimento davanti a Dio
ed esprimere concretamente questo suo
interiore pentimento e dolore attraverso
una severa ascesi, fino a sentire il bisogno,
prima di morire, di chiedere perdono “a
frate corpo” per la durezza con cui l’aveva
trattato in vita.
Tutta questa via seguita da Francesco si
riassume, nel linguaggio cristiano, in una
parola: la croce. Francesco d’Assisi fu ed è,
per la Chiesa, un richiamo perentorio alla
centralità del kerygma della croce.
Il Crocifisso accompagnò Francesco
dall’inizio alla fine della sua nuova vita, fino
a segnarlo anche esteriormente, sulla Verna,
con l’impressione delle sacre stimmate
e fare cosí di lui “una rappresentazione
al vivo del Crocifisso”. Tutto in lui è
modellato sul Cristo crocifisso; anche la sua
povertà radicale ha come movente ultimo
la sequela del Crocifisso. Vicino alla morte,
Francesco riassunse la sua straordinaria
esperienza spirituale con queste semplici
ma profondissime parole: “Conosco Cristo
povero e crocifisso!”. In realtà, egli visse,
dal momento della sua conversione, in
uno stato di permanente stigmatizzazione”
(Giovanni Paolo II, VIII Centenario della
nascita di Francesco di Assisi, 1982).
Se la croce ci ha acquistato salvezza una volta
per tutte, noi dobbiamo rinnovare in noi
quotidianamente questo mistero; noi dobbiamo
“portare ogni giorno la santa croce del Signore
nostro Gesù Cristo” (Am 4, 8 :154). Qui la
spiritualità del Tau raggiunge la spiritualità
della sequela Christi. Gesù aveva detto: “Chi
vuole seguirmi deve portare la croce”; san
Francesco capisce: “Chi vuole seguirmi deve
essere segnato con il Tau, che ha la forma di
croce”. Egli avrebbe voluto arrivare fino al
martirio pur di essere segnato con un Tau di
sangue. Egli lo sarà con le stimmate.
Nella vita e nell’annuncio evangelico di Francesco
continua a rivivere Cristo: “Non son più io che
vivo, ma è Cristo che vive in me” (Gal 2,20)
La spiritualità del Tau altro non è che la
spiritualità della croce, cioè dell’amore di Cristo,
morto per noi sulla croce.
PER CHIARA
Chiara vuole vivere il santo Vangelo e il Vangelo
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è Gesù. Chiara l’ha ben compreso guardando
Francesco, come lei stessa ricorda proprio
all’inizio del suo Testamento: “Il Figlio di Dio
si è fatto nostra via; e questa con la parola e
con l’esempio ci indicò e insegnò il beato padre
nostro Francesco, vero amante e imitatore di
lui”. (Testamento di S. Chiara 5)
Se nel Vangelo Chiara trova la sua identità,
nella povertà di Gesù riconosce lo specifico
della sua Forma di vita. “L’altissimo Padre, per
mezzo della parola e dell’esempio del beato
padre nostro Francesco, generò nella sua santa
Chiesa [questo suo piccolo gregge, cioè le
sorelle povere] proprio per imitare la povertà e
l’umiltà del suo diletto Figlio e della sua gloriosa
Madre vergine” (Testamento 46).
Povera come e con Gesù, dunque; e perciò
povera come e con i fratelli. Mi sembra
significativo un particolare dell’episodio
che ben conosciamo del pane moltiplicato.
Dell’unico pane che c’è nella comunità formata
da cinquanta sorelle, Chiara dice alla sorella
dispensiera di mandarne la metà ai frati e di
tagliare dalla metà restante una fetta per sorella.
E ce n’è per tutti in abbondanza (Leggenda
S.Chiara 15)
La povertà ci rende solidali coi fratelli, ad
esempio di Gesù che si fece povero per noi
per farci ricchi per mezzo della sua povertà
(2Cor 8,9). Egli non ha condiviso con noi il
suo superfluo, ma il dono eccelso della sua vita
divina.
Il fine della povertà è il bene comune. Chiara
esorta a ricercare la convergenza dei cuori, delle
menti, delle volontà per passare a ricercare e
perseguire ciò che è di comune utilità, a far
camminare il corpo comunitario come un tutto.
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Secondo la testimonianza delle Sorelle al
processo di canonizzazione «lo suo parlare
sempre era de cose de Dio, e non voleva
parlare de cose seculari, né voleva che le sore
le recordassero».
Era una donna totalmente afferrata dall’amore,
stupita della gratuità di un dono che la superava
e coinvolta nella stessa compassione di Cristo
per l’uomo ferito e debilitato dal peccato.
da Casa Madre 4/2012
Qui scopriamo la peculiarità della missione di
Chiara nella Chiesa. Una missione che a partire
dall’esperienza trasformante della preghiera
e della contemplazione, la testimonianza
dell’amore ineffabile del Signore Gesù,
raggiunge i confini del mondo.
Lei stessa esprime il suo “ mandato missionario”
in questi termini : «Infatti, proprio il Signore
ha collocato noi come modello, ad esempio e
specchio non solo per gli altri uomini, ma anche
per le nostre sorelle, ( ... ) affinché esse pure
risplendano come specchio ed esempio per tutti
coloro che vivono nel mondo» (FF 2829).
attivitÀ della direzione generale
P. Stefano Camerlengo, IMC
Cammino dell’Istituto
Le Circoscrizioni dell’Istituto stanno vivendo un
momento importante di
preparazione e realizzazione delle Conferenze
per contestualizzare quanto il Capitolo ha
intuito e proposto. Mi sembra che sia un tempo
di grazia e d’impegno vero, dove diversi di noi
recuperano l’entusiasmo di sentirsi missionari
della Consolata. Anche nei nostri Seminari si
respira quest’aria nuova nel modo di vivere
insieme e di cercare strade vere per crescere e
maturare. Una particolare attenzione meritano i
nostri anziani che con generosità e la saggezza
degli anni restano punti fermi, baobab di
riferimento, di confronto e esempi di vita donata.
Nello spirito di attenzione ai
nostri confratelli anziani ed ammalati, in
occasione della festa del Fondatore abbiamo
aperto la nuova casa di Alpignano. Questa nuova
casa oltre ad essere casa di assistenza per i nostri
missionari è anche un grosso investimento
dell’istituto pensando al futuro.
Terminate le Conferenze in ogni Circoscrizione,
saranno realizzati i “ Consigli
Continentali” che hanno il compito di pensare,
orientare e decidere la missione del Continente
secondo il Documento Capitolare. I Consigli
Continentali hanno anche il compito di
preparare “ L’Assemblea Continentale”, dove
diversi rappresentanti avvieranno il “ progetto
della missione continentale” che, in comunione
con gli altri Continenti, indicherà il cammino
dell’Istituto per i prossimi anni. Noi della DG,
come comunità di riferimento e di comunione,
accompagniamo tutti questi momenti con la
nostra partecipazione.
Verso un progetto Asia per l’IMC
Il Capitolo ha chiesto all’Istituto di fare un
passo “deciso” verso l’Asia sensibilizzando ed
animando tutti i suoi missionari e preparando
un progetto verso l’Asia. Per rendere questo
concreto abbiamo iniziato a riflettere e a
compiere alcuni passi verso il progetto. Ci
siamo incontrarti con alcuni missionari che
lavorano nel Continente Asia, abbiamo
ascoltato i passi fatti da alcuni Istituti missionari
per aprirsi all’Asia, abbiamo elaborato una
sostenuta documentazione per approfondire
le varie tematiche asiatiche. Ora, nel mese di
giugno, come Direzione generale al completo,
ci recheremo in Corea e per un certo periodo,
con i nostri confratelli “ asiatici” studieremo
una bozza di progetto che dovrebbe avviare la
riflessione, la condivisione
e la preghiera nel nostro Istituto per aprirsi
insieme all’Asia. Invitiamo tutti i
da Casa Madre 4/2012
13
confratelli ad essere aperti e disponibili al
“sogno Asiatico”.
Preparazione del Biennio di riflessione fino
alla Consulta
Questo tempo di Consiglio è stato dedicato
anche alla preparazione del Biennio di
riflessione che ci accompagnerà fino alla
Consulta ( 2014). Il tema che abbiamo scelto
e che vorremmo sia oggetto di riflessione,
preghiera e decisioni è “ la nostra missione” con
un’attenzione particolare alla comunità locale e
all’economia di comunione. Per incoraggiare la
partecipazione abbiamo pensato di far partire
un movimento a spirale che spinga tutti noi,
come missionari della Consolata, a partecipare
con le nostre riflessioni senza affidarci ad un
documento previo, anzi cercando di essere noi
stessi i realizzatori di un testo dopo un cammino
di riflessione e di condivisione fraterna.
L’obiettivo di questo “movimento dinamico
dell’Istituto sulla missione” è l’elaborazione
degli “ orientamenti della missione del
missionario
della Consolata”, strumento fondamentale per
dare continuità e creatività alla
missione della Consolata nel tempo e nel
mondo. Per il mese di giugno, in occasione
della festa della Consolata, vi comunicheremo
i tempi e modi concreti per vivere questo
Biennio.
14
Nuovo
numero
ed
edizione
di
“Documentazioni”
Presto avrete in mano il “nuovo” numero di
Documentazioni imc, dedicato alla
riflessione sul tema: riconciliazione e missione.
Questa edizioni dà inizio anche ad un nuovo
modo di realizzarlo. La nostra rivista interna
Documentazioni sarà, d’ora in poi, gestita dai
Consiglieri Generali che cercheranno di
coinvolgere direttamente i missionari nel
Continente a collaborare con scritti e riflessioni;
al Segretariato Generale per la Missione
rimane l’organizzazione editoriale. Cogliamo
l’occasione per invitare tutti i missionari a
scrivere e comunicare quanto vivono e riflettono
da Casa Madre 5/2012
affinché questa rivista interna sia una vera
comunicazione di nostre riflessioni, ponendo le
basi per il futuro della nostra famiglia: la gente
che pensa e riflette porta
sempre del buon frutto perché ha preparato la
terra.
Pellegrinaggi nei luoghi francescani
Nei giorni 19 e 20 marzo ci siamo recati in
pellegrinaggio con la Direzione
Generale delle Missionarie della Consolata per
implorare alla casa dei nostri due protettori
annuali le grazie necessarie per i nostri due
Istituti ed abbiamo ricordato ogni missionario
e missionaria. Inoltre, abbiamo concluso la
sessione di consiglio del mese, con una giornata
di uscita insieme, come comunità della Casa
Generalizia, a Greccio. Greccio è il luogo dove
San Francesco ha realizzato il primo Presepe
della storia, qui abbiamo celebrato la fraternità
tra noi e preparato l’incontro con il mistero
Pasquale partendo da quello dell’Incarnazione
di Cristo.
15
da Casa Madre 5/2012
GENERAL COUNCILLORS VISIT MERRIVALE
Samuel-Francis Onyango
First to arrive in Merrivale was the vice general
superior Fr Pendawazima who was not just a
visitor to the seminary but who has got fond
memories of the seminary at Merrivale. Fr
Pendawazima had been a frequent visitor to
the seminary during the days when he was
studying Zulu language. His visit as the vice
general superior offered him an opportunity
to meet individually every member of the
community in a moment of dialogue which was
so candid and informative. Fr. Penda was more
than lucky that he came just in time when the
community was planning for an outing to the
beach in Durban. As a result, he joined us for
the outing, taking time out of his busy schedule
to recreate, have fun and of course to enjoy the
braai. He did confess how much he misses the
braai. The outing was a moment of fun and
recreation and it was mostly interesting to see
Fr Penda dribble the ball with us at the beach.
Just a day after the outing Fr Marini arrived in
the community. The presence of the two general
councillors was a blessing to the seminary and
of course to the whole delegation of South
Africa. They brought us greetings from other
general councillors and also from other regions
which they had visited prior to their coming to
South Africa. During our meeting with them,
they shared with us about the activities taking
place in other regions, the resolutions of the
last general chapter and also took turns to
answer the many questions that were posed
to them, questions concerning our institute.
Before they left Merrivale, Fr Marini had the
opportunity to celebrate the Sunday liturgy
(Divine Mercy Sunday) at our parish, St Martin
de pores (Woodlands) while Fr Penda was at St.
Francis (Eastwood) a parish run by the Sacred
Heart of Jesus (SCJ) missionaries.
The two councillors together with Fr Cogliati,
the general administrator are in South Africa
for the delegation’s conference which began on
16th and will run till 20th.
16
da Casa Madre 5/2012
TROISIEME CONFERENCE
DE LA DELEGATION COTE D’IVOIRE
Fr. Ngaba Ndala Rombaut, IMC
un nouvel horizon missionnaire ». Ce logos
est la contribution du père Ariel Tossoni qui
est au Canada pour les études. Ensuite nous
avons élaboré l’organisation pratique sur le
travaux. Le p. Ramon Lazaro nous a présenter
une réflexion sur la rencontre de Philippe et
l’eunuque éthiopien (actes 8,26-40) en faisant
référence à notre réalité missionnaire dans le
contextes ivoirien pour voir comment nous
avons fait et faisons marche avec nos peuples
dont l’Esprit Saint est le protagoniste de la
mission. Cette réflexion nous invite à une
conversion pour être des bons missionnaires
comme le veut notre fondateur et les
propositions du chapitre. Apres cette riche
exhortation chacun de nous s’est retiré pour
prier seul, et avec l’office du milieu du jour,
nous avons fini la matinée avec un bon repas.
Depuis le lundi 16 avril 2012 nous nous
sommes réunis dans la nouvelle communauté
de San Pedro pour commencer notre troisième
conférence de la Délégation en Cote d’Ivoire.
Le soir après le repas il y a eu l’accueil et la
bienvenue au père Général comme la coutume
nous demande ici. Nous avons commencé à
organiser cet évènement depuis novembre 2011
avec la prière personnelle et communautaire,
la préparation d’une réflexion qui a produit
l’instrumentum loboris.
Dans l’après – midi, le Père Général, Stefano
Camerlengo, nous a présenté le document:
« passons sur l’autre rive » (Lc 8,22) lignes
Guides de la Direction Générale, et
informations de l’institut sur la cote d’ivoire : et
il a parlé aussi de ce que la Direction Générale
souhaite pour la Cote d’Ivoire :
Garder la nouveauté : esprit jeune
S’impliquer
davantage
dans
le
dialogue
Tous, nous sommes là même le p. Manolo Grau,
qui était parti en Espagne d’urgence à cause de
la santé tandis que le p. Ariel Tossoni est absent
pour des raisons d’études au Canada (encore en
Argentine).
Le mardi 17 avril 2012 avec la prière de Laudes le
p. General allume la lampe du XII ème Chapitre
General, suivi des supérieurs des communautés
qui ont allumés les petites bougies en invoquant
l’Esprit Saint en vue de la communion avec
toute la congrégation.
A 8h45, sont préparées les images de la
Consolata, du bienheureux Allamano et le logos
aux couleurs du pays avec un message : « Vers
17
da Casa Madre 5/2012
interreligieux
d’échanges fraternels.
Il est temps d’initier la formation pour les
futurs missionnaires de la Consolata Ivoiriens
Accorde-nous ton Esprit,
Et le soir nous avons fini avec la messe
au bidonville du Bardot à la chapelle Notre
dame d’Afrique où a commencé la première
communauté IMC en CI. Dans la foule il y
a eu beaucoup des anciens amis et même
les enfants qui étaient trop petit quand nous
avons commencé et maintenant ils sont grand.
L’ambiance était très fraternelle. La Chorale
Notre Dame de la Consolata qui a chanté
la messe et le père Général a encouragé
l’assemblée à faire mémoire de nous parmi
les gens et que ceux-ci peuvent aussi nous
reprocher s’ils constatent un manque d’amour
de notre part.
par un discernement sincère,
Pour que ce temps soit renouvelé
Le partage réciproque et la communion d’esprit.
Inspire-nous la mission sous toutes ses formes,
Selon ton vouloir et en étant fidèle à notre
charisme,
Pour que nous traversions en pleine confiance,
Le nouvel horizon missionnaire
qu’encourage notre avenir.
Donne à chacun d’entre nous, de construire
Une communauté véritable, unie et fraternelle,
Prière pour la 3ème Conférence
Vers un nouvel horizon missionnaire
Seigneur notre Dieu, nous te rendons grâce,
pour la 3ème conférence de notre délégation.
Entre tes mains, nous remettons ce moment
18
da Casa Madre 5/2012
Disposée à aller toujours plus loin,
Par l’appui du Bienheureux Joseph Allamano,
et sous la protection de notre Mère Marie
Consolata.
Toi qui vis et règne dans les siècles des siècles.
Amen.
casa
generalizia
Aprile 2012
P. Vedaustus Kwajaba, IMC
02 aprile: P. Medina Salvador, Consigliere
Generale, parte per l’Argentina e poi Venezuela
per partecipare alle conferenze regionali.
Il gruppo di
laici IMC del Portogallo
accompagnato da Padre Mauricio Guevana
ritornano in Portogallo dopo una bella esperienza
spirituale vissuta a Roma durante i loro ritiro.
Alcuni di loro sono rimasti per approfondire il
loro cammino spirituale e visitare luoghi storici
a Roma.
03 aprile: P. Pendawazima Dietrich, Vice
Superiore Generale, parte per Sud Africa e
poi Kenya per la visita ai seminari e conferenze
regionali.
04 aprile: ci troviamo con il personale
della casa per scambiarci gli auguri
pasquali, condividere alcune colombe
e uova di pasqua.
La comunità saluta P. Altino Marcos,
diocesano di Tete in Mozambico,
che risiedeva a Casa Generalizia per
qualche mese in attesa di trovare una
parrocchia, luogo di permanenza a
Roma per motivi di studi.
Settimana Santa: con l’inizio della
Settimana Santa vari confratelli
partono per servizi pastorali in alcune
parrocchie d ‘Italia. In comunità,
per la Pasqua, rimane un gruppo di
missionari per i servizi alle comunità
religiose di cui siamo cappellani.
06 aprile - Giovedì Santo:
partecipiamo in San Pietro alla Messa
del Crisma presieduta dal Santo Padre
e con la presenza di un grande numero
di sacerdoti, religiosi e laici. A casa poi,
all’ora del pranzo, festeggiamo il dono
del nostro sacerdozio.
A sera, P. Giuseppe Ronco, presiede la
celebrazione in Coena Domini per la
comunità.
Celebriamo i giorni del triduo guidati
da P. Ronco Giuseppe che con le
sue riflessioni ci ha aiutato a vivere
e partecipare ai grandi misteri della
salvezza.
08 aprile: partecipiamo in Piazza San
Pietro alla Benedizione pasquale Urbi
et Orbe con la recita del Regina Coeli.
Papa Benedetto XVI nel suo messaggio
di pasqua dichiara che il Cristo risorto
è la speranza dell’umanità, ricorda le
da Casa Madre 4/2012
19
persecuzioni delle comunità cristiane
ed evoca i drammi del medio oriente
e dell’Africa. Poi ci troviamo tutti in
casa per il pranzo pasquale.
Italia che partecipano al convegno
organizzato al livello regionale.
13 aprile: Ringraziamo il Signore per
il dono di vita di Padre Kota Victor
nel giorno del suo compleanno e gli
auguriamo vita piena di gioia.
17 aprile: incontro comunitario: il
Professor Pandolfi dell’università
Urbaniana ci fa la presentazione della
realtà’ sociale e pastorale di Roma.
09 aprile: P. Stefano Camerlengo,
Superiore Generale e P.Ugo Pozzoli,
Consigliere Generale partono per la
Spagna per partecipare alla conferenza
regionale.
10 aprile: P. Marco Marini, Consigliere
Generale e P. Cogliati Rinaldo
Amministratore Generale partono per
il Sud Africa per vari incontri e viste ai
confratelli.
11 aprile: I vari confratelli della
comunità che erano partiti per
servizi religiosi iniziano a ritornare.
Accogliamo P. Michelangelo Piovano,
il superiore precedente della Casa
Generalizia che svolge il suo servizio
a Casa Madre come Superiore della
casa e Vice superiore regione Italia. E’
venuto a Roma per qualche impegno.
12 aprile: P. Patrick Silva parte per
Milano, dove partecipa alla Maratona
della città.
20
Al pranzo accogliamo i Confratelli
missionari giovani della regione
da Casa Madre 5/2012
14 aprile: Padre Generale, ritorna dalla
Spagna e parte per Costa d’Avorio per
la conferenza di delegazione.
20 aprile: P. Ugo Pozzoli dopo la
conferenza regionale in Spagna, parte
per la visita in Mongolia. Ci uniamo
a P. Ronco Giuseppe per ringraziare il
Signore per il dono della vita nel suo
giorno di compleanno.
21 aprile: Padre Trevisiol Alberto
celebra il dono della vita nel giorno del
suo compleanno e lo assicuriamo delle
nostre preghiere.
21
da Casa Madre 5/2012
vita nelle circoscrizioni
NOTÍCIAS... INFORMAÇÕES...
P. Jordao Maria Pessatti, IMC
ORDENAÇÕES DIACONAIS À VISTA
APÓS SEIS ANOS...
Dois dos nossos estudantes missionários
receberão o Diaconato nestas datas e lugares:
Robério Crisóstomo da Silva no dia 19 de
maio, na paróquia “Nossa Senhora da Penha”
(Jardim Peri, São Paulo); Gerald Mulili
Kimanthi no dia 27 de maio, na paróquia “São
Paulo”, em Cascavel (PR).
No domingo 22 de janeiro de 2012 o Pe. João
Monteiro da Felícia despede-se da comunidade
paroquial do Jardim São Bento (S. Paulo),
após seis anos de pastoreio, e passa para a
vizinha paróquia “Nossa Senhora de Fátima”
(no Imirim), como Vigário Paroquial. Os fiéis
do Jardim São Bento expressam ao Pe. João
Monteiro profundo agradecimento pelos seis
anos de assistência e amoroso trabalho pastoral
realizado entre eles. Enquanto o novo pároco
(Pe. Moisés Roberto Facchini) não chega a São
Paulo, em razão de compromissos de trabalho
assumidos em Cascavel (PR), a paróquia “Nossa
Senhora Consolata” do Jardim São Bento é
assistida pastoralmente pelo Pe. Luiz Andriolo.
DOM SERVILIO CONTI, IMC
No dia 3 de janeiro de 2012 deixou Aparecida
de São Manuel, onde vivia e trabalhava ao
lado do pároco diocesano local, e veio para
a Casa Regional, em São Paulo, onde agora
permanecerá.
TOMADA DE POSSE DE PARÓQUIAS
Brasile
Nos primeiros meses do corrente ano efetuouse a troca de párocos em várias paróquias
confiadas ao IMC. Seguem algumas linhas de
crônica sobre cada uma.
CURITIBA (PR) – No dia 29 de janeiro de
2012, Dom Rafael Biernaski, Bispo Auxiliar
de Curitiba, presidiu a Eucaristia da tomada de
posse do Pe. Lírio Girardi, como novo pároco
da paróquia “Santa Margarida”, na Arquidiocese
de Curitiba. Com Dom Rafael concelebraram:
Pe. Lírio Girardi (novo pároco), Pe. Elio
22
da Casa Madre 4/2012
Eucarística, foi lembrada a data de aniversário
da fundação do Instituto Missões Consolata,
que recorre neste dia (29 de janeiro de 1901).
JARDIM PERI (SÃO PAULO) – No dia 4 de
fevereiro de 2012, Pe. Pietro Plona tomou posse
como pároco da paróquia “Nossa Senhora da
Penha”, no Jardim Peri, periferia de São Paulo.
A cerimônia foi presidida pelo Bispo da Região
Episcopal Ipiranga – Dom Tomé Ferreira da
Silva, uma vez que a sede episcopal da Região
Sant’Ana, com a transferência de Dom Joaquim
Justino Carreira para Guarulhos, no momento
está vacante. Na homilia, Dom Tomé enfocou
a importante missão do pároco em ralação
à grei que lhe é confiada. O Sr. Nélson Luiz
(Missionário Leigo da Consolata), em nome da
comunidade paroquial, agradeceu ao Pe. Elio
Rama pelo trabalho realizado anteriormente,
e apresentou as boas-vindas ao novo Pároco, Pe.
Pietro Plona. A celebração eucarística da tomada
de posse foi muito participada.
JARDIM SÃO BENTO (SÃO PAULO)
– Na tarde do dia 18 de fevereiro de 2012
(sábado), durante a Missa das 18 horas, Pe.
Moisés Roberto Facchini, Vice-Superior
Regional, foi empossado como novo pároco da
Paróquia “Nossa Senhora Consolata”. Presidiu
a cerimônia o Pe. Zacarias José de Carvalho
Paiva, Vigário Episcopal da Região Sant’Ana.
Concelebraram com o Vigário Episcopal:
Pe. Moisés Roberto Facchini (novo pároco),
Pe. Elio Rama (Superior Regional) e Pe. Luiz
Andriolo. Segue um trecho da mensagem
dirigida à comunidade paroquial pelo novo
pároco, Pe. Moisés:
Brasile
Rama (Superior Regional), Pe. Job Masyula
Mbutu (Diretor do Seminário Filosófico Nossa
Senhora Consolata), Pe. Natálio Fornasier
(pároco da vizinha paróquia do Bom Pastor),
Frei Ivo (Capuchinho). A participação de fiéis
das cinco comunidades da paróquia foi muito
significativa. Presentes também os seminaristas
e alguns familiares do Pe. Lírio Girardi. Em
vários momentos da Liturgia
“Queridos amigos da Paróquia Nossa
Senhora Consolata!
Celebrei nesta comunidade uma das minhas
primeiras missas, em 1976, logo após
a ordenação sacerdotal. Muitos Padres
missionários da Consolata, com grande zelo,
serviram esta comunidade. Espero também eu
dar o melhor de mim mesmo, para evangelizar
esta porção do povo de Deus que me foi
confiada.
Estou vindo da Tanzânia, na África. Jamais
esquecerei tantos rostos, tantas situações. Foram
11 anos vividos intensamente com aqueles
nossos irmãos e irmãs; com eles aprendi muito;
com eles, com muita fé, cresci no seguimento
de Jesus. Aqui, talvez, um dos desafios seja
entrar em contato com pessoas que vivem
muito ocupadas e até num certo isolamento.
É preciso criar sempre mais comunhão. Com
a graça de Deus espero contribuir um pouco
para atingir esta meta.”
SÃO MANUEL (SP) – No dia 25 de fevereiro de 2012, no Santuário de Santa Teresinha,
durante a Missa das 19 horas, Dom Maurício
Grotto de Camargo, Arcebispo de Botucatu
(SP), empossou como novo pároco da paróquia “São Manuel”, em São Manuel, o Pe.
Jaime Antonio Díaz Cadavid. Participaram da
celebração representantes das 7 Comunidades
da Paróquia, o Superior Regional do
IMC – Padre Elio Rama, o Pe. Héctor Elias,
Vigário Paroquial, e o Pe. Rogério, Pároco de
da Casa Madre 5/2012
23
Pedra Branca (São Paulo).
RETIRO MENSAL DE MARÇO
As comunidades do IMC da cidade de São
Paulo, seguindo o roteiro anteriormente estabelecido, realizam hoje (5 de março) seu retiro
mensal, no Centro Missionário “José Allamano
(Pedra Branca). O tema para a reflexão foi apresentado pelo Pe. Francisco Asís Jesús López
Vásquez (Padre Paco), formador no Seminário
Teológico “Pe. João Batista Bísio”. Neste tempo privilegiado da Quaresma foi-nos oferecida
excelente ocasião para refletirmos e aprofundarmos a Palavra de Deus (Apocalipse, capítulos 2 e 3) referente à mensagem de Jesus Cristo
às Sete Igrejas da Ásia Menor e a nós. Após
oportuno espaço de tempo para meditação, o
grupo reuniu-se e partilhou algumas reflexões.
Brasile
Aparecidinha de São Manuel. Na homilia, o
Bispo focalizou o sentido da Quaresma e da
preparação quaresmal, com grande profundidade e sentido pedagógico. Na saudação aos
fiéis, o novo Pároco resumiu seus sentimentos
com as palavras de Jesus: Coragem, sou eu, não
tenhais medo, e convidou a todos a trabalharem
juntos, bem unidos. Padre Jaime assume o cargo que anteriormente era ocupado pelo Pe.
Durvalino Condicelli, agora
transferido para Cascavel
(PR), como responsável da
AMV naquela Arquidiocese
do Paraná.
24
Obs.: No dia 25 de março de
2012 outros dois membros
do IMC assumirão o cargo de
pároco e de vigário paroquial
nestas Comunidades: Pe.
Aquiléo Fiorentini, pároco
da Paróquia “São João
Batista”, em Jaguarari (BA);
e Pe. Mário De Carli, vigário
paroquial da Comunidade
“São Marcos”, no Bairro
da Casa Madre 5/2012
ENCONTRO DE EX-SEMINARISTAS
No dia 19 de maio de 2012, por ocasião do
centenário da colonização de Rio do Oeste (SC),
realizar-se-á naquele pequeno município de
Santa Catarina o encontro dos ex-seminaristas
da Consolata, sobretudo dos que passaram pelo
Seminário “São Francisco Xavier”, em Rio do
Oeste. Aguarda-se a programação do encontro.
P. Diamantino Guapo Antunes, IMC
Eram os últimos meses da guerra civil em
Moçambique. Confiante de que as conversações
em curso para alcançar a paz iriam pôr fim à
guerra, a diocese de Inhambane decidira reabrir
o Centro Catequético do Guiúa para a formação
de famílias de catequistas. Duas dezenas de
famílias escolhidas em diferentes missões
acabavam de chegar, quando nessa mesma
noite do dia 22 de Março de 1992 um grupo
de militares da RENAMO atacou o Centro
Catequético e raptou as famílias. Em marcha,
carregando os bens saqueados pelos militares,
foram conduzidas à força em direcção à base dos
guerrilheiros. Porém nem sequer lá chegaram.
Pelo caminho, um grupo de 23 catequistas e
familiares foram brutalmente chacinados à
baioneta.
Alheios ao conflito que opunha FRELIMO
e RENAMO, foram apanhados na sua lógica
infernal, quando, o seu único desejo era fazer o
bem e anunciar a todos o Evangelho de Jesus,
que é a boa nova da paz, alegria e fraternidade.
À sede de maldade dos seus assassinos
responderam com palavras de paz, rezando e
afirmando a sua fé, e finalmente aceitando a
morte que já não podiam evitar. A sua morte
despropositada, para quem escolhera o anúncio
da palavra de Deus, fez brilhar a luz do bem na
escuridão do mal. Com o sangue, acabaram por
dar um forte testemunho da sua fé.
Os corpos mutilados destas famílias foram
transportados e sepultados no Centro
Catequético.
A diocese de Inhambane tem grande veneração
por estes seus filhos e considera-os “mártires”.
O cemitério onde estão sepultados é lugar de
romagem de centenas de cristãos ao longo do
ano. Todos os anos, no dia 22 de Março, realizase uma celebração litúrgica, evocando o trágico
acontecimento.
Mozambico
XXº ANIVERSÁRIO DOS MÁRTIRES DO GUIÚA:
A LUZ DO TESTEMUNHO CRISTÃO
NA ESCURIDÃO DO ÓDIO
Assim sucedeu também este ano. No passado
dia 22 de Março, bem cedo, celebrámos a
Eucaristia no cemitério do Guiúa onde estão
sepultados os catequistas mártires. depois da
Missa celebrada no cemitério dos Mártires.
No final da Eucaristia fiz a leitura do decreto
episcopal que cria o Santuário Diocesano de
Nossa Senhora Rainha dos Mártires, com sede
no Guiúa.
Seguiu-se uma peregrinação com Via Sacra até
ao local do martírio, situado a cerca de 3 kms
da missão do Guiúa, após o que, se escutou o
testemunho de sobreviventes do massacre.
Uma cerimónia emotiva e plena de significado
para o Centro do Guiúa, para os catequistas
em formação e para todos os presentes. Um
forte testemunho de que a missão daqueles
catequistas, abruptamente interrompida há
da Casa Madre 5/2012
25
20 anos, continua viva. A sua memória e o
seu exemplo frutificam e renovam nas novas
gerações o desejo de espalhar a palavra.
Anunciar a Boa-Nova. Na memória e na
profecia.
Para a igreja de Moçambique, em geral e para a
Igreja de Inhambane em particular, estes nossos
irmãos catequistas defuntos são considerados
“mártires”.
O que sabemos hoje com toda a certeza, é
que estes homens e mulheres foram mortos,
maliciosamente, enquanto iniciavam um
caminho de fé comprometido, assim a
testemunhando de forma inequívoca. Neste
sentido, podem ser considerados mártires.
Os Mártires do Guiúa anunciaram o Evangelho
com a sua vida, com o derramamento do
próprio sangue. Testemunharam o seu amor a
Jesus e à sua Igreja.
Mozambico
Esta é também a mensagem dos Mártires do
Guiúa à nação moçambicana, que festeja este
ano os 20º aniversário do Acordo Geral de
Paz: a sociedade não precisa mais de ódio, de
26
da Casa Madre 5/2012
violência e de divisão. Que os mártires do Guiúa
nos inspirem a procurar e anunciar o perdão e
fraternidade.
14 Febbraio
La Polonia è una giovane democrazia che vuole
crescere velocemente dopo essere stata ferma a
causa del governo comunista. Questa crescita sta
avvenendo. La vediamo con i nostri occhi. Dopo
quasi 4 anni di vita qui molte cose cambiano e
si modernizzano. Tuttavia come ogni crescita
troppo veloce ci sono degli inconvenienti che
mostrano come il cammino sia ancora lungo.
Lo scorso week end con una grande pubblicità
era stato annunciato il prima partita tra due
squadre polacche famose nel nuovissimo stadio
nazionale di Varsavia. A poche ore dall’inizio la
polizia non ha dato il permesso di giocare a causa
della mancanza di alcuni sistemi di sicurezza
della stadio non ancora terminati.
Polonia
Diario della comunità
16 Febbraio
Decidiamo quest’anno per la prima volta di
celebrare la festa del Fondatore invitando gli
amici più vicini. Gli scorsi anni la festa annuale
era quella della Consolata. Quest’anno abbiamo
deciso che è orma il tempo di valorizzare anche
questa importante data. Così questa sera ci
siamo ritrovati con circa 50 amici, le persone
più vicine alla nostra comunità nella cappella
dedicata a S. Francesco, sotto il Santuario di S.
Kostki. Ha presieduto la celebrazione il parroco,
ks. Tadeusz. Qualche giorno fa Silvanus ha
celebrato il suo compleanno così uniamo alla
festa del Fondatore la sua festa di compleanno
che continua dopo la celebrazione in un sala
vicino al Santuario.
17 Febbraio
Silvanus parte con un gruppo di giovani del
gruppo per il Portogallo. Insieme parteciperanno
e rappresenteranno la nostra comunità durante
il convegno che annualmente si celebra per
l’occasione della festa del Fondatore. Dopo
il convegno incontreranno i missionari della
regione con lo scopo di far conoscere le attività
che svolgiamo in Polonia affinché tutta
l’animazione diventi sempre più continentale.
Per questo stesso motivo durante l’anno
prevediamo anche di visitare la Spagna e l’Italia.
26 Febbraio
Dopo aver celebrato al mattino di questa
prima domenica di quaresima, nel pomeriggio
partecipiamo ad una liturgia quaresimale nella
quale si cantano i lamenti gorzkie zale. Sono
strofe che raccontano la passione del Signore, i
dolori della Madre e le preghiere che il popolo
eleva al Signore. Nella seconda parte un
sacerdote fa un’omelia a tema.
2 - 4 Marzo
Partiamo questo week end per guidare un ritiro
per catechisti della diocesi di Zielona Gora
ad ovest del paese, vicino alla Germania. per
da Casa Madre 5/2012
27
Polonia
quest’anno pastorale 2011.12 siamo invitati
dal direttore diocesano ks. Woiczech a guidare
le 4 sessioni di ritiri per tutta la diocesi. Due
turni già lo scorso anno, ed ora partiamo per
il terzo turno. Il quarto sarà quest’estate. Il
ritiro avviene a Glogow nel centro dove già
lo scorso anno eravamo stati. a questo turno
Partecipano ben 110 catechisti. la figura del
catechista in Polonia è professionale, nel senso
che sono veri e propri professori che insegnano
nelle scuole dopo aver studiato teologia per 5
anni. per loro obbligatorio e la partecipazione
al ritiro che viene considerato come corso
professionale di aggiornamento. Il ritiro che
proponiamo è chiaramente missionario e ha
diversi contenuti. Presentiamo in generale la
missione parlando dell’Istituto dove è nato chi
l’ha fondato il carisma e le missioni diverse che
facciamo nel mondo. Per questo presentiamo
sempre concrete realtà. Poi ci sono momenti
dedicai alla Parola di Dio, come la meditazione
del mattino e la Messa. Una sera guidiamo la
Via Crucis, mentre nella seconda confessiamo
lasciando esposto Gesù nel Santissimo
Sacramento. Molto apprezzato è lo stile gioioso
che cerchiamo di trasmettere e appassionare.
Il culmine di questo momento gioioso avviene
durante una pausa serale in cui invitiamo tutti
a cantare e ballare. Concludiamo in un clima
di soddisfazione e di ringraziamento generale.
Diversi catechisti chiedono il nostro contatto
che comunque diamo a tutti per organizzare
in futuro nelle parrocchie da cui provengono
e nelle scuole futuri incontri di animazione
missionaria. Tra i catechisti presenti c’è una
signora Magdalena che abita proprio qui a
Glogow. Ci invita alla sera di domenica dopo
aver concluso a casa sua per farci conoscere il
marito e i suoi due figli.
28
12 Marzo
Ci incontriamo questa mattina per preparare
il nostro contributo che porteremo alle
prossime conferenze regionali del continente
Europa. Siamo stati invitati a partecipare alla
rispettive tre conferenze delle regioni, Spagna,
Italia, Portogallo con lo scopo ci camminare
insieme a loro nell’unico continente in cui
lavoriamo. Così ci troviamo per decidere cosa
da Casa Madre 5/2012
comunemente presentare poiché ognuno di noi
parteciperà a una delle conferenze.
16 - 18 Marzo
Partiamo questo week end per il sud ovest del
paese chiamata bassa Slesia. Noi siamo mai stati
e siamo invitati insieme a ks. Bogdan uno dei
segretari delle Pom a guidare la scuola diocesana
per animatori missionari. Raggiungere questa
regione è difficile perché non ci sono buone
comunicazioni dirette. Il nostro treno impiega
ben 8 ore per arrivare a Wroclaw e da lì abbiamo
ancora un’ora e mezza di auto. Bogdan che
proviene da questa regione ci racconta che tutta
la parte ovest della Polonia ha una storia molto
giovane. Qui abitarono per molto tempo i
tedeschi e soltanto alla fine della seconda guerra
mondiale questi terreni furono dati alla Polonia
come ricompensa dei terreni perduti a est. Per
L’arcidiocesi di Wroclaw è stata divisa pochi anni
fa in tre parti. Una di questa quella di Świnica
è la diocesi In qui ci troviamo. Il paesino si
chiama Bardo ed è situato in mezzo alle colline.
Qui il turismo è poco sviluppato. Ci sono molti
campi estesi coltivati e soprattutto ancora tante
miniere di carbone e non solo attive. La scuola
per animatori si tiene in una grande convento di
origine tedesca abitato oggi da suore. Le suore
Klaweriane in questa diocesi guidano l’ufficio
dell’animazione missionaria. Alla scuola vi
partecipano circa 40 persone. Sono catechisti,
seminaristi, suore, giovani. Cerchiamo come
riusciamo di animarli perché ci raccontano che
la diocesi molto giovane, ha solo 9 anni, è ancora
povera di iniziative missionarie.
Silvanus è invitato a Poznan per un altro turno
di rekolkcje organizzate da ks. Szymon, un
sacerdote che guida un gruppo missionario
universitario. Oltre alle celebrazioni in chiesa
Szymon organizza anche un incontro in
seminario con i seminaristi della diocesi.
Pasqua. Gli incontri mensili che proponiamo
sono al sabato e prevedono la Messa, un incontro
formativo e un’agape. Due volte all’anno in
occasione del Natale e della Pasqua invitiamo
il gruppo per un week end di ritiro. Questo
fine settimana andiamo nella casa per ritiri a
Bielany in Varsavia non lontano da casa nostra.
Siamo in 18 persone. Invitiamo per tenere una
conferenza un’insegnate che già conosciamo. Si
chiama Wanda ed è professoressa di psicologia
e spiritualità. Il tema che guida è l’Eucarestia e
la missione. Il resto del programma lo guidiamo
noi.
Polonia
cui le famiglie che qui vi abitano, provenienti
da diversi luoghi, non hanno radici lontane, al
massimo due tre generazioni.
28 Marzo
Ashenafi è invitato all’università al dipartimento
di psicologia per parlare del tema della famiglia
in Etiopia. Per questo tema si prepara con foto
ed esperienze personali. Ritornando racconta
che gli studenti erano molto interessati e hanno
fatto molte domande sul tema.
Le celebrazioni sono alla sera. Durante il giorno
Szymon organizza una serie di incontri. Tra
questi c’è l’incontro con i seminaristi diocesani
in seminario con i quali si celebra la Messa.
Poi l’incontro con il Vescovo di Poznan in
Episcopio. Appare molto interessato del nostro
lavoro di animazione missionaria e ci invita a
lavorare nella sua diocesi.
22 Marzo
E’ questo uno dei periodi più intensi dell’anno
dal punto di vista degli inviti e delle animazioni.
Silvanus parte per una serie di incontri in
una parrocchia vicina a Łódż, mentre Luca e
Ashenafi rimango a Varsavia per preparare il
ritiro giovanile che si terrà sabato e domenica.
24-25 Marzo
Guidiamo il ritiro per i giovani in preprazione alla
29
da Casa Madre 5/2012
Pasqua di Risurrezione 2012 dal Tanzania
P. Francesco Bernardi, IMC
Di regola non faccio domande quando confesso.
Ritengo che l’unico autorizzato ad indagare su
il “perché” e il “come” delle vicende errate
degli uomini e delle donne sia solo Gesù Cristo,
il salvatore…
Ieri, prima della Messa, una fila di bambini
attendeva per la confessione. La fila era nutrita
e il tempo stringeva. “Un motivo in più per
non dilungarmi in troppe domande” mi dissi,
mentre il sudore aveva già inzuppato camicia e
camicie.
“Perdonami, padre, perché… ho rubato”. “Io
ti assolvo…”. E uno.
“Perdonami, padre, perché… ho rubato”. “Io
ti assolvo…”. E due.
La scena si replica per la terza volta e poi la
quarta, la quinta, sempre con lo stesso “ho
rubato”. Al sesto round, rompo gli indugi e ad
una ragazzetta di V Elementare dai piedi scalzi
chiedo:
- Che cosa hai rubato?
Tanzania
- Una penna biro.
Senza attendere altre domande, la ragazzetta
dai piedi scalzi continuò: “Io non soldi per
comprare una biro. Però una mia compagna
ha sei biro. Allora ho pensato che potevo
prenderne una, visto che lei ne ha tante. Padre,
ho proprio fatto una cosa brutta brutta?”. Da
sessantottino mai pentito (secondo il quale
rubare ai ricchi non è un’infamia), stavo per
rispondere: “No, figlia mia, non hai fatto una
cosa brutta brutta!”.
Poi spuntò un ragazzo che confessò: “Ho
rubato un po’ di polenta alla nonna, perché
avevo fame”. Osservai quella creatura, magra
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da Casa Madre 5/2012
come uno stuzzicadente, che non sapeva di
pulito. Non riuscii a dire “ti assolvo dai tuoi
peccati”, perché la commozione mi soffocò le
parole. Lo congedai con un tocco sulla spalla…
Ecco il Tanzania con i “ladri di polli”,
severamente puniti, mentre chi ruba miliardi fa
bisboccia. Come in ogni angolo del pianeta.
Mi si dice che l’Italia è guerra contro i ladri che
non pagano le tasse. Bene. Nel nostro paese si
lotta pure contro il “buco” dell’indebitamento
pubblico, di cui l’evasione fiscale è una
componente significativa. Auguri!
Oggi da Google News apprendo che ogni
italiano ha, in media, un debito verso lo stato
pari a 32.000 euro. È una voragine, altro che
buco! E tutti vi possono affogare. Pertanto
bene ha fatto il governo di Mario Monti a
non firmare la richiesta di ospitare le costose
Olimpiadi a Roma.
Un tempo gli imperatori romani tenevano a
bada le folle inquiete offrendo loro panem
et circenses, ossia pagnotte e spettacoli nelle
arene. Però, con le Olimpiadi (e i pesanti aggravi
economici), avremmo tantissimi “fratelli
d’Italia” a pancia vuota.
Cari amici,
la domanda con cui mi voi inseguite da tempo e
con affetto è: “Come stai in Tanzania?”.
Sto bene. Non posso stare male in un paese
dove lei ruba una penna per scrivere, ed io ho
il computer. Non posso lamentarmi in una
nazione dove lui, affamato, ruba una fetta di
polenta, mentre a me non manca il companatico.
Inoltre essere missionario-giornalista in
Tanzania non mi dispiace. È servizio urgente. E
sono grato alla Provvidenza che mi sostiene in
questo impegno.
Quindi tutto bene?
Dire “tutto bene” non significa “tutto facile”.
Nulla è facile, specialmente in Africa. C’è la
croce da portare, sotto ogni latitudine, anche se
non sei cristiano. E, se non sei credente, la croce
pesa ancora di più.
Inoltre non basta… credere in Dio. Bisogna
credere soprattutto nel prossimo.
fame) credono in Dio: vanno in chiesa, pregano
e, addirittura, si confessano. Ma domani
possono farsi la forca nella vita. Credere in Dio
non basta.
Il primo comandamento è, certamente, amare
Dio. Però non dimentichiamo il prossimo, che
rende credibile l’amore verso Dio (Vangelo di
Matteo 22, 38).
La vita in Tanzania è complessa non per
mancanza di fede in Dio, bensì per carenza
di fiducia verso il prossimo. Dietro l’angolo,
si accovaccia sempre la tentazione dello
scoraggiamento di fronte all’altro da rispettare.
Tanzania
Stanotte la ragazzetta dai piedi scalzi e il
compagno magro come uno stuzzicadente si
sdraieranno su una stuoia, in preda alla malaria.
Pure a me le zanzare succhiano il sangue mattino
e sera, eppure non ho ancora preso la malaria.
Amici, vi pare poco?
“Ho sempre lottato per cambiare il mondo.
Oggi lotto perché il mondo non cambi me”
diceva e dice Marco, ieri animatore in parrocchia
e oggi sposo felice, nonché papà estasiato di
fronte agli strilli della dolcissima Chiara. Bravo
Marco!
Lei che intasca una penna biro (perché è povera)
e lui che ingoia una fetta di polenta (perché ha
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da Casa Madre 5/2012
DESPEDIDA AO PADRE TOBIAS DE OLIVEIRA, IMC
Kenya
P. Jean-Marie Bilwala-Kabesa, IMC
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Penso que os Confrades não vão ficar com
os olhos esbugalhados do espanto para saber
que O Padre Tobias de Oliveira não está ainda
conosco no Quénia. No dia 6 do Março, todos
os Confrades da Casa regional Imc do Quénia
juntos com todos os Confrades da região que
estavam na Casa regional, agradeceram O Padre
Tobias pelo serviço que deu a Região como
Secretário Regional e também como Superior
da Casa Regional. Afinal! Quém é O Padre
Tobias de Oliveira? Este Padre é o Missionário
da Consolata. Ele Nasceu no dia 13/3/1943
á Vila de Rei Beira Baixa-Portugal. O Padre
Tobias fez o primeiro voto no dia 2/10/1962 e
foi ordenado Padre no dia 8/6/1968. O Padre
Tobias fez a sua primeira Missão no Quénia
durante este período (1978-1990). Dalí, O Padre
regressou em Portugal onde ele deu também
o serviço como Superior Regional. Depois
daquele período de Missão, O Padre regressou
ainda para o Segundo período de Missão no
Quénia onde ele deu o serviço do 2001 até no
início do Março 2012. Segundo O Padre Tobias
da Casa Madre 5/2012
de Oliveira, Imc, ele foi pedido disponibilidade
para um novo serviço missionário, devendo ele
por isso deixar o Quénia nos primeiros dias de
Março. O Superior Geral so tornará pública a
sua nova destinacão em fins de Março. Para já
O Padre Tobias está seguindo um curso (Biblica
Espiritualidade) em Jerusalem desde meados de
Março a meados de Junho. Depois, O Padre
Tobias passará em Portugal algumas semanas
em Junho e Julho. No dia da sua despedida, O
Padre Tobias exprimou a sua gratidão o melhor
por lhe terdes ajudado e acompanhado durante
os seus quase 44 anos de sacerdócio missionário.
O Padre Tobias de Oliveira, aproveitou também
para pedir as nossas orações para que ele
aproveite bem o tempo de renovação pessoal
na Terra de Jesus. Com muita estima e gratidão
ao Senhor pela presença missionária do Padre
Tobias de Oliveira no meio de nós, pedimos a
Nossa Mãe da Consolala e também ao Nosso
Pãe, José Allamano, para ajudar O Padre Tobias
na sua nova caminhada missionária.
P. António Fernandes, IMC
Tempo pascal, nas trevas brilhou uma grande
luz e a aurora traz-nos a grande notícia da
ressurreição. Caminhamos com Jesus, que
passou fazendo o bem e entregou a sua vida para
fazer-nos participantes da sua glória divina. A
vida consagrada é a memória vivente do modo
de existir e viver de Jesus (VC 22).
Viver, caminhar, para o amanhecer. Caminhar
para o amanhecer é construir uma vida
nova, plena, perfeita que Cristo nos oferece
continuamente e de modo muito concreto
neste tempo Pascal. Queremos, identificar-nos
com o salmista “ Despertai, saltério e harpa; eu
mesmo despertarei a aurora. Louvar-te-ei entre
os povos, Senhor, cantar-te-ei louvores entre as
nações”(Salmo 108,2-3).
Estamos vivendo tempos de crise, são
oportunidades para quem abre o seu coração
ao Espírito que passa pelos sinais dos tempos e
dos lugares. Para quem adota atitudes de sincera
humildade, de escuta, docilidade, pobreza para
reacender o seu coração e contagiar com a
caridade de Cristo pessoas e comunidades.
momento importante na vida da nossa
região, só terá verdadeiramente sentido se
nos situamos na lógica do essencial, do
originário; da gratuidade, da vida carismática
e profética, acertaremos no discernimento
sobre as mudanças bruscas e rápidas que
experimentamos e seremos obrigados a revisar
a nossa forma de ver, de relacionar-nos, de
organizar-nos e de atuar. Só metendo-nos no
escuta do espirito, manteremos a confiança de
que se sai do inverno e a poda nos levará a um
novo vigor e uma maior orientação das nossas
energias.
Portogallo
despertarei a aurora ( Salmo 108, 2)
Convidemo-nos mutuamente a caminhar para
a aurora, prepararemos a nossa conferência
com a clara consciência de que caminhar
nesta direção é uma proposta que nasce
de uma vida enraizada na fé e confiantes na
esperança que é alimentada pela Ressureição.
A luz que nos chega da ressurreição ilumina
e estimula o nosso caminhar, seguindo Jesus,
encontraremos a aurora de um novo dia.
Um abraço fraterno e missionário. Unidos na
oração e na missão.
São muitos os muros que tempos que derrubar
muros que tempos que derrubar e muitas as
pontes que devemos construir. O sopro do
Espírito nos impele a uma renovação. Quer
que levantemos as cabeças e sejamos livres para
chegar a novas fronteiras.
A conferência regional que estamos preparando,
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da Casa Madre 5/2012
RADUNO DEI GIOVANI MISSIONARI
a bravetta
Italia
STD Thomas Mushi, IMC
34
Dall’11 al 13 di Aprile il seminario teologico
internazionale di Bravetta, Roma, ha ospitato
un gruppo significativo di giovani missionari
della Consolata: Simão Pedro, Peter Njoroge,
Ermanno Savarino, William Mkalula, Cirille
Kayembe e Nicholas Muthoka. Provenienti da
varie parti d’Italia: da Milano, Torino, Bevera,
Vittorio Veneto, Galatina, Martina Franca si
sono un incontrati per condividere esperienze
e aspettative come missionari in Italia infatti
tutti essi formano la squadra del settore
dell’animazione missionaria e vocazionale
della regione Italia. Nel loro incontro sono
stati accompagnati da quasi tutta la direzione
regionale: i Padri Michelangelo Piovano,
Godifrey Msumange , Carlo Alessio Biella e
Gianni Treglia.
Da Torino, casa madre, P. Godfrey Msumange
da Casa Madre 5/2012
coordina le attività di animazione missionarie
e vocazionali della regione mentre P. Nicholas
Muthoka è impegnato nella pastorale giovanile
del CAM. P. Gianni Treglia da Bevera segue il
settore dei laici missionari della Consolata e con
P. Peter Njoroge la formazione e l’animazione
missionaria P. Ermanno Savarino accompagna
i centri di animazione Missionaria di Vittorio
Veneto e di Nervesa nel trevigiano. P. William
Mkalula è impegnato nella pastorale giovanile
e nell’animazione missionaria a Galatina come
pure P. Cirille Kayembe, a Martina Franca
mentre P. Costa Simão Pedro fa l’animazione
missionaria a Milano.
Posteriormente all’incontro il P. Godfrey
Msumange ha condiviso con gli studenti teologi
ciò che riguarda il suo lavoro nell’ufficio di
La presenza dei menzionati confratelli nel
seminario in questi giorni è stata molto
significativa per i seminaristi perché tramite il
dialogo hanno avuto la possibilità di rianimare
la propria vocazione sentendo ciò che li aspetta:
le difficoltà, le sfide e le gioie della missione in
Italia che come il P. Godfrey Msumange nella
condivisione della sua esperienza di 6 anni a
Vittorio Veneto ha sottolineato che “L’Italia
e L’Europa sono anch’esse anche terra di
missioni”.
Ció che abbiamo vissuto come seminaristi
é un aspetto dell’ecclesiogenesi di cui siamo
noi tutti il frutto e in cui i “missionati” e gli
“animati” dell’ieri dovremo essere i missionari
e gli animatori nel prossimo futuro. Oltre ad
essere un’esperienza e un cammino per la
regione Italia, per noi, ancora studenti, questo
avvicinarci alla realtà ci servirà senz’altro per
un futuro con la finalità di essere sempre più
efficienti missionari “ad gentes” in Africa, Asia,
America Latina e nel mondo intero, e soprattutto
prendere parte nella re evangelizzazione
dell’Europa. La sfida di essere animatori delle
Chiese africane, asiatiche e latine americane
perché siano missionarie e la chiesa Europea
perché sia rianimata missionariamente. Infine
una bella sfida per tutto l’istituto.
Italia
animazione e formazione missionaria e il settore
della giustizia e pace e conservazione del creato
con una panoramica di tutti gli aspetti in cui la
regione Italia è impegnata insieme alle Chiesa
locali.
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da Casa Madre 5/2012
vita nelle comunitÀ
LA PAROISSE SAINT CAMILLE DE LELLIS
DE BAYENGA FETE SES 50 ANS
Alain Linaka
Bayenga
Petite histoire de cette paroisse :
36
La chapelle de Bayenga naît comme fruit du
travail pastoral des Prêtres du Sacré-Coeur
oeuvrant à Wamba depuis 1936. Dans leurs
visites, les Pères Nol de List et Jos Nertens
commencèrent déjà à inviter les gens de
Bayenga au catéchuménat qui avait lieu à
Wamba. Ainsi, en 1937, il y eut le premier
groupe de baptisés de Bayenga, parmi lesquels
on compte Pierre Mokwaa et Albet Ontapo.
Le P. Bernard Hemmerick envoya le premier
catéchiste à Bayenga; il s’agissait d’Albert Azizo.
En 1942, Albert Azanga fut nommé catéchiste
enseignant par le P. Bernard Hemmerick, pour
préparer les catéchumènes et les accompagner
à Wamba pour être baptisés. En 1947,
Bonaventure Buzungumadja arriva à Bayenga,
envoyé comme enseignant et catéchiste après
papa Albert et il resta à Bayenga jusqu’à la
rébellion de 1964. Pendant cette époque,
les pères arrivaient à Bayenga de temps en
temps pour célébrer la Messe, administrer les
autres sacrements et vérifier le cheminement
de l’école et du catéchuménat. La chapelle
de Bayenga resta sous la cure pastorale de la
paroisse de Wamba jusqu’en 1950.Les Pères
François-Xavier Rrijkers et Joseph venaient
da Casa Madre 4/2012
La célébration du cinquantenaire :
Le 15 mars 2012, à 8h30 tout à commencé par la
bénédiction de la nouvelle cure et la fondation de
la nouvelle salle paroissiale par Son Excellence
Monseigneur Janvier KATAKA évêque du
Diocèse de Wamba suivi de la messe. Au
cours de son adresse Mgr Janvier KATAKA a
rendu de vivants hommages aux bravent de
bayenga(les Missionnaires du Sacré-Cœur, les
Sœurs Dominicaines, les catéchistes, tous les
laïcs et les Missionnaires de la Consolata qui
œuvrent en ce moment dans cette paroisse
grâce à l’esprit du sacrifice qui les animent
jusqu’aujourd’hui. Et Monseigneur à invité les
chrétiens de Bayenga à demander pardon pour
les manquements à leurs responsabilités durant
ces 50ans. Il faut noter dans cette célébration la
présence de beaucoup de prêtres Missionnaires
de la Consolata, religieux, religieuses et amis du
Diocèse de Wamba venue prendre part à cette
fête du cinquantenaire de la paroisse saint
Camille de Lellis.
Bayenga
périodiquement à Bayenga célébrer la Messe
pour le personnel administratif des mines et
la population autochtone. Le 15 mars 1962
Bayenga devient paroisse sous la protection de
Saint Camille de Lellis. Le P. Flick Willybrod
fut son premier curé et resta sur place jusqu’à
la rébellion de 1964, aidé pastoralement par les
Sœurs Dominicaines espagnoles déjà présentes
dans d’autres paroisses du diocèse. En Novembre
1999, les Missionnaires de la Consolata prirent
la relève.
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da Casa Madre 5/2012
Missionários da Consolata de Inhambane
preparam Conferência Regional
P. Diamantino Guapo Antunes, IMC
Os Missionários da Consolata em Moçambique
estão em fase de programação do próximo
sexénio (2012-2018). Para uma boa programação
é necessário o envolvimento de todos. Por
esta razão, os Missionários que trabalham na
Diocese de Inhambane reuniram-se no Centro
do Guiúa para um encontro de reflexão em
vista da VIIIª Conferência Regional que terá
lugar em Julho deste ano.
Se não se consegue programar, programa-se o
fracasso. Se esta asserção é a regra fundamental
no mundo da política e da economia, também o
deve ser, com outros fins, para os Missionários
da Consolata em Moçambique e para as suas
actividades.
Inhambane
Por esta razão, a preparação da Conferência
Regional, reunião programática que se realiza
de seis em seis anos, está a ser preparada com
antecedência. No início do ano, uma comissão
preparou um documento preparatório no
qual fez uma interpretação da realidade
moçambicana e contextualizou os cinco temas
fundamentais que fazem parte da vivência
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da Casa Madre 5/2012
missionária: Identidade e Carisma, a Missão,
a Formação, a Economia de Comunhão e a
Organização.
Os Missionários da Consolata que trabalham em
seis Missões da Diocese de Inhambane estudaram
este documento preparatório, fizeram uma
avaliação geral; apresentaram propostas novas
de conteúdo e apresentaram textos alternativos
ou possíveis correcções ao documento.
A Conferência Regional, que reunirá os
cinquenta missionários da Consolata que
trabalham em Moçambique, terá lugar de 2 a 12
de Julho no Centro do Guiúa.
O trabalho de programação não é apenas fruto
da ciência e esforço, é necessário também a ajuda
divina. Por esta razão, acompanham o trabalho
de preparação da Conferência Regional com a
oração.
P. Antonello Rossi, IMC
Se vi capita di venire a Kinshasa, al quartiere
Sans-Fil, potrete vedere : muratori, carpentieri,
fabbri, portatori d’acqua, camion di sabbia e
ghiaia.
già tante, troppe chiese sparse per il mondo e
quella di Sans-Fil non gli interessa, oppure ha
intenzione di offrirla a qualcun altro
Kinshasa
DA NATALE A PASQUA... I DUE GIUSEPPE
È il cantiere della missione.
Stiamo costruendo un dispensario-maternità,
una casa per infermieri, una scuola di tre aule.
Davanti a tutto questo movimento e agli edifici
ormai quasi al tetto, si erge una piccola stele
solitaria con sopra una pietra.
È una pietra che ha avuto tutti gli onori il 23 luglio
2011, quando il Vescovo, in visita pastorale, con
l’aiuto del capo cantiere, tra la folla esultante,
posava fiducioso.
Si trattava infatti della posa della prima pietra
della erigenda chiesa del quartiere Sans-Fil,
chiesa dedicata a San Giuseppe di Nazareth,
lo sposo di Maria, la Madre di Dio. Giuseppe,
l’uomo che ha tirato grande Gesù, il lavoratore
giusto, umile e silenzioso, ben meritava una
chiesa tutta per lui.
Passano i mesi e San Giuseppe non dà alcun
segnale.
Si trovano benefattori per la scuola, per il
dispensario, per la casa infermieri, ma per la
chiesa : niente!
Le tre comunità di base del quartiere Sans-Fil
si radunano, parlano, discutono, pregano e
chiedono al parroco quando inizieranno i lavori
per la chiesa.
Il parroco li invita a fare delle iniziative per
raccogliere mattoni, qualche sacco di cemento.
I risultati sono scarsi, la gente è povera e tirare
avanti è fatica. L’obolo della vedova è gradito
a Dio, ma insufficiente ad iniziare i lavori con
una qualche prospettiva di successo. Il parroco
aspetta da San Giuseppe un segno decisivo, ma,
visto che non viene, comincia a chiedersi se non
occorra cambiare santo e dedicare la chiesa a
qualcun altro; forse Giuseppe di Nazareth ha
39
da Casa Madre 5/2012
IL PROBLEMA
dre putativo Giuseppe.
Viviamo qui a Kinshasa la triste realtà con
cui viene celebrata la veglia funebre. A causa
della miseria e povertà, attorno al cadavere si
intrecciano interessi, dispute, canti, preghiere,
danze, ubriacature, violenze.
La soluzione era trovata : la nuova chiesa sarà
dedicata sì a San Giuseppe, ma a quello d’Arimatea. È sintomatico che all’inizio e alla fine della
vita terrena di Gesù ci siano stati due Giuseppe
: entrambi pieni di rispetto, d’amore e soprattutto di fede in Colui che il Dio Onnipotente aveva
affidato alla cura degli uomini. Con questi due
Giuseppe l’umanità, cosi crudele e inumana da
arrivare al Calvario, si è un poco riscattata.
Soprattutto sono i giovani dei quartieri ad
impadronirsi della situazione: arrivando
persino a nascondere il coperchio della bara per
farlo poi riavere dietro pagamento. Durante la
notte della veglia, l’alcool e la droga circolano
sovrani, la musica è assordante e io violenza e
le risse esplodono.
I parenti del defunto, stanno a guardare
impotenti. Aspettano il mattino quando tutto si
calmerà, quando finalmente la bara discenderà
nella fossa e sarà ricoperta
di terra, solo allora avranno
un sospiro di sollievo: il
peggio è passato.
Kinshasa
Cosa fare per educare al
rispetto dei morti, al rispetto del dolore della famiglia. Cosa fare per educare
ad avere davanti alla morte
un contegno umano e cristiano?
40
Un forte luogo di
educazione resta pur
sempre la chiesa, con
quelle immagini dove
si vede “la Pietà”; e la
deposizione dalla croce;
immagini davanti alle quali
ci si commuove assumendo
un
atteggiamento
di
compassione e di dolore.
Sinceramente
cambiare
santo mi dispiaceva, ma
l’esigenza di una pastorale sul “seppellire i morti”
s’imponeva. Pensandoci
bene mi sono accorto che
chi aveva sepolto Gesù
con tutti gli onori portava
lo stesso nome del suo pa-
da Casa Madre 5/2012
Nonostante i molti santi che portano il nome di
Giuseppe penso proprio di fermarmi, per SansFil, a quello d’Arimatea.
P. Ramón Lázaro Esnaola, IMC
El miércoles pasado, 29 de febrero, abandoné
Kinshasa y una nueva etapa se inicia en mi vida.
Es difícil hacer balance de estos tres años y
medio largos que he pasado en Kinshasa en la
formación. Desde luego, he aprendido mucho y,
quizá no soy el mismo que llegué. Creo que he
crecido un poquico más como discípulo de Jesús
y el sendero que me ha conducido ahí ha tendi
que ver más bien con la “subida a Jerusalén” que
con la “primavera galilaica”.
Reconozco que estoy contento de volver a la
pastoral directa. Al fin y al cabo, fue por eso
que decidí ser misionero de la Consolata. Desde
luego, el hecho de volver al mismo país donde
estuve ayuda porque hay un cierto camino
recorrido. De todas formas, vengo muy abierto
a lo que el Buen Dios pueda ofrecerme en este
nuevo momento de mi vida.
Ya iré contando (espero que con más
asiduidad).
Ahora os escribo desde Yamoussoukro, donde
llegué ayer con Pietro Villa. Mañana tendrán
Consejo de la Delegación y yo aprovecharé paa
ir leyendo el documento preparatorio que han
hecho para la Conferencia de la delegación que
tendremos en abril.
hacía cuatro años que no veía. Los niños han
crecido mucho y algunos los reconozco y
otros son ellos los que me dicen quiénes son.
Dianra
VUELTA A COSTA DE MARFIL
El sábado me fui con Pietro a Dianra Village
(a unos 22 km de la sede de la parroquia)
para dormir allá y celebrar la eucaristía del
domingo. Fue también muy intenso.
En Dianra Village han construido un centro
de salud gracias a Huauquipura y ya está
funcionando. La gente del pueblo está muy
contenta porque no había nada de salud en
este pueblo que hace dos años elevaron al
rango de “sous-prefecture”, como cabeza de
municipio. Así que las prospectivas son muy
favorables para el aumento de la población
y el servicio que puede dar este centro de
salud. Hay tres Senufós que terminaron el
año pasado la formación de “Aide-infirmier”
y con dos de ellos el centro ha comenzado
a trabajar. Este año, Etienne, otro Senufó,
terminará sus estudios de enfermería y será el
responsable legal del centro.
Si Dios quiere, el miércoles o el jueves llegaré
a Dianra. Mi nueva misión, al menos hasta el
verano. Allí estaba Manolo Grau, que ha tenido
que volver a España precipitadamente para
hacerse algunos análisis. Por lo que había un
hueco que cubrir.
De vuelta a casa
Ya hace cinco días que llegué a Dianra. El viaje
fue muy bien, sin problemas con los diferentes
controles. Me detuve en los centros de la
parroquia que estaban de camino: Sononzo y
Dianra Village. ¡Fue emotivo el reencuentro!
En Dianra s/p también fue bonito. Me
encantó ver de nuevo a ciertas personas que
41
da Casa Madre 5/2012
Reencuentros
Ayer por la noche llegaron Matteo y los 12
jóvenes que están llevando a cabo la “Misión
Joven”, la idea original fue de Ariel y se trata
de visitar las aldeas donde hay cristianos
o gente conocida y de saludar al jefe del
pueblo. Van con tres motos y un coche. El
lunes, martes y miércoles la experiencia y
la acogida fue muy buena. Aunque llegaron
agotados, aún tuvieron ganas de ir a las seis
comunidades de base de Dianra. Yo también
fui y allí me enteré que una abuelica de la
comunidad había sufrido la muerte de una hija
que acababa de dar a luz.
Así que hoy fui a visitarla. Estaba desolada
pero como hacía cuatro años que no me veía,
tristeza y alegría se fundieron en un rostro
muy maltratado por los años, por el trabajp
y por el clima. Me dijo que su hija lo había
pasado muy mal. También vi a otra hija suya
todavía muy joven que se está quedando ciega.
No creo que sean cataratas porque no vi
ningún punto blanco en el cristalino. No sé lo
que será.
Dianra
Comentando este fallecimiento con otras
personas de la comunidad, me dijeron que el
otro día, una mujer que tenía que dar a luz
por cesárea en Sononzo no encontró ningún
coche ni furgoneta que la llevara a Korhogo
(a unos 180 km), así que no tuvo otra opción
42
da Casa Madre 5/2012
que ir en moto por las pistas de por aquí.
Consiguió llegar sana y salva a Korhogo y dar
a luz sin problemas.
Tengo la impresión de ver un milagro cada día.
Hoy, dos chicos vinieron a estudiar
matemáticas y les eché una mano con el tema
de “menos por menos, más; más por menos,
menos...” Luego, por la noche, después de
cenar, otros dos niños vinieron para que les
ayudara con algunos ejercicios de francés y,
de nuevo, de matemáticas. Tienen unos doce
años y me dio mucha pena comprobar que
tan a penas saben leer. (¿Cómo van a hacer
los ejercicios si no alcanzan a leer?) Son los
efectos colaterales de la guerra: la escuela
se paralizó, los profesores huyeron porque
no podían vivir sin su salario; la escuela
recomenzó, pero los profesores llegaron
más tarde, así que cogieron a “profesores
voluntarios” de Diqnrq. Consecuencia: el nivel
de estudios es muy bajo a pesar que los niños
siguen avanzando y pasando cursos.
Mañana me iré a Bielou y Sononzo Carrefour,
a unos 50 km de aquí para hablar con los que
serán bautizados durante la vigilia pascual.
Aprovecharé el viaje para ver la instalación con
energía solar del centro de salud de Dianra
Village.
Kinshasa
Righini
P. Rinaldo Do, IMC
Una delle tante ricchezze del Congo
è l’infanzia e la gioventù !
A Kinshasa più del 70% della
popolazione è composta da bambini
e giovani!
Credere e lavorare con e per loro
significa investire per un futuro
nuovo, più dignitoso e più umano:
facciamo crescere la speranza nei
loro cuori!
In questi giorni, fino a giugno, risiedo
presso una residenza di giovani
universitari chiamata “Foyer Saint
Paul”. Il progetto è solo agli inizi
ed è nato grazie alla collaborazione
tra un sacerdote di Milano, Monsignor Antonio
Barone e il COE, organismo di volontari già
molto impegnato in Congo da anni.
Anni fa monsignor Antonio Barone, sacerdote
di Milano in collaborazione con il COE di
Barzio hanno ideato questa struttura.
Dal settembre 2010 l’opera e’ iniziata . I nostri
missionari, P. Fernando , soprattutto P. Paul e
a volte anch’io, venivamo a dare una mano dal
punto di vista di accompagnamento spirituale
e il Don chiedeva una presenza fissa. Cosi a
fine febbraio la nostra direzione regionale ha
deciso di inviarmi fino a giugno in attesa di un
sacerdote Fidei donum che dovrebbe arrivare.
Il Foyer , situato nel quartiere di Righini,
a Kinshasa non vuole essere un semplice
pensionato destinato a fornire vitto e alloggio
agli studenti che non possano permetterselo,
ma vuole essere un centro per la loro crescita
e formazione integrale nelle dimensioni
professionale, sociale e spirituale.
I giovani provenienti da diverse regioni del
Congo, già impegnati nelle loro parrocchie,
sono scelti tra i più meritevoli in settori ritenuti
importanti per favorire la possibilità di avere
risorse umane utili allo sviluppo del Congo:
medicina,agronomia,finanza,giurisprudenza,
informatica...
Il Foyer è anche presente nel territorio con una
biblioteca aperta al pubblico e con proposte
formative , incontri, conferenze, dibattiti
su tematiche sociali e giovanili. Qualche
giovane nel tempo libero è già impegnato
con i ragazzi di strada, altri in prigione, attività
che prenderanno più forza durante le grandi
vacanze e con la casa per i ragazzi di strada in
costruzione.
Responsabile del Foyer e’ Paolo Giacobazzi,
un volontario del Coe che è giunto anche lui in
questo mese e si sta inserendo in questa nuova
realtà; c’è Firmin Mambimbi,un educatore
congolese e io con loro collaboro.
A settembre i giovani dovrebbero essere una
cinquantina.
La mia presenza aiuta ad accompagnare 28
giovani (a settembre saranno una cinquantina!)
provenienti da diverse province del Congo
che non avrebbero potuto accedere agli
studi universitari a causa della loro situazione
familiare e sociale. Qualcuno viene anche
dall’esperienza dei “ragazzi di strada”. Si
tratta di accompagnare questi giovani nella
loro vita quotidiana, in particolare, preghiera
da Casa Madre 5/2012
43
comunitaria, vita sacramentale, incontri di
riflessione, accompagnamento personale.
Come dice il Don, vogliamo che il Foyer sia
un” seminario” per laici impegnati, ricchi di
fede nel Cristo e di amore per il suo Regno,
capaci con la loro professione e coscienza
cristiana, a mettersi al servizio del paese.
Per tutti loro avere acqua, luce, un letto
comodo, un’alimentazione sana, l’accesso ad
una biblioteca, il trasporto e lo studio garantito
è un miracolo quotidiano!
Inoltre, abbiamo cominciato anche a
ristrutturare una casa per accogliere un gruppo
di bambini di strada. A Kinshasa sembra che più
di 20.000 ragazzi non abbiamo dimora, dovendo
affrontare l’estrema povertà, la malnutrizione,
la malaria, l’AIDS, i maltrattamenti e le peggiori
forme di lavoro per poter sopravvivere.
Saint Hilaire
Con questo nuovo progetto oltre a dare un
futuro ai ragazzi, desideriamo che gli studenti
del Foyer possano un giorno diventare persone
responsabili che si facciano carico degli
“ultimi”, evitando d’essere come quei nuovi
”borghesi” che in Congo chiudono gli occhi di
fronte alle sofferenze dei loro fratelli.
44
da Casa Madre 5/2012
É
per questo che i giovani del Foyer
dedicheranno parte del loro tempo e cuore ai
bambini di strada imparando a servire i più
poveri e abbandonati: noi seminiamo, altri
raccoglieranno!
Il servizio che svolgo insieme con altri
educatori, vuole essere un investimento per
formare giovani laici impegnati e responsabili
nella società congolese affinché siano lievito
per questo Paese che ne ha veramente bisogno!
Siamo all’inizio di una avventura che porterà
buoni frutti per l’oggi e soprattutto per il futuro
del Congo.
P. Stephen Ngari, IMC
A Juventude é uma parteda sociedade que
desafia muita gente(até os profissionais da área).
E sempre há discussões, receios e ansiedade
quando é para se trabalhar com os jovens na
igreja. Pois, muitas pessoas acham que eles são
irreparáveis.
Pe. Cesar, missionário da Consolata e responsável
da animação missionária na região da Amazônia,
parece ter encontrado uma linguagem de como
se comunicar com os jovens. Mas, apesar de
estar na área juvenil por mais de nove anos, ainda
admite que é um desafio entender a juventude.
Uma das maneiras encontradas e que deu certo
nestes últimos anos foi a preparação de algumas
celebrações pensando nos jovens e animadas por
eles. A páscoa jovem é uma dessas conquistas.
Como resultado muitos jovens assumem a
Manaus
AMAZÔNIA: PÁSCOA JOVEM NA ÁREA MISSIONÁRIA
SANTA MARIA GORETTI
mística de doar-se para o bem deles mesmos e
dos outros.
Realizada uma ou duas semanas antes da
semana santa, a páscoa jovem é um momento
de preparação para Páscoa. Assim, durante
três dias, contemplam-se os três momentos
do tríduo pascal: eucaristia, paixão e morte e
ressurreição de Jesus através do símbolo da
cruz.
No primeiro dia, a cruz é ornamentada com as
uvas. Ela traz à memória dos jovens a eucaristia
como o sacrifício da cruz.
No segundo dia, a cruz é coberta com panos
vermelhos. A paixão de Jesus! Nela contemplam
os sofrimentos de Jesus presente nas pessoas da
nossa sociedade, principalmente na juventude
de hoje vivendo sob o peso de sofrimento e
da Casa Madre 5/2012
45
rejeição.
O terceiro dia é o dia da ressurreição, a cruz
continua, mas agora toda iluminada com flores,
toalhas e luzes brancas reluzindo. Ao lado dela,
aparece o Círio pascal. Baseando-se na história
dos dois discípulos de Emaús, a reflexão é
sobre a vida nova em Jesus através da vivência
da cruz.
O Pe. Cesar, durante a homilia, convidou
os jovens a não ter medo de assumir a cruz.
Vivemos numa sociedade onde os jovens
preocupam-se totalmente com a busca da
felicidade e assim acabam banalizando todo
tipo de sofrimento. Mas quando é para uma
boa causa os jovens têm que acolher a cruz, a
exemplo de Jesus.
No mundo onde a sensualidade e o prazer são
adorados, os jovens precisam ser testemunhas
de discernimento e sabedoria especialmente
entre si. O sofrimento faz parte da vida
humana e devemos permanecer fieis como
João, discípulo de Jesus e Maria, mãe de Jesus
no pé da cruz. O padre pediu aos jovens para
segurarem a cruz sem medo porque não é mais
a cruz da morte, mas da vida.
Manaus
Na fidelidade à cruz, “os jovens se tornarão luz
e sal do mundo”, como o Papa João Paulo II
uma vez pediu deles. Esse pedido precisa ser
46
da Casa Madre 5/2012
vivido mais autenticamente, sobretudo agora
que eles estão se preparando para O Jornada
Mundial da Juventude, no Rio de Janeiro, Brasil,
no próximo ano.
Os discípulos de Emaús se decepcionaram
porque não contavam com a morte de Jesus,
principalmente no auge da vida Dele. Entretanto,
Jesus apareceu e fortaleceu-os e logo saíram
para partilhar a Boa Notícia da ressurreição do
Mestre com os outros.
Os jovens que caminham na mesma direção de
decepção dos sonhos frustrados e felicidade
cada vez mais fora do alcance, devem usar este
momento de Páscoa para se encontrar mais
uma vez com O ressuscitado. Assim como os
discípulos de Emaús, eles vão ser renovados e
fortalecidos para anunciar Jesus ao resto dos
jovens e ao mundo inteiro.
Nos depoimentos que seguiram, deu pra
perceber o quanto a realização da Páscoa jovem
contribuiu na vida dos participantes. “Foi
momento de renovação!” um declarou. “Os
jovens são convidados a pensar nos valores
da vida!” outro afirmou. O evento destacou
também o protagonismo da juventude. Em
todo evento os jovens tomaram conta de tudo,
o Pe deu a idéia e eles mesmo organizaram e
preparam o resto.
P. Jean Paré, IMC
Jean-Marc Crête, un ami et bienfaiteur insigne
des Missionnaires de la Consolata, nous a laissé
samedi le 24 mars dernier, après une longue et
douloureuse maladie (Corps de Lewy). Il était
entouré de sa femme Ghislaine et de ses deux
enfants Sébastien et Guillaume. Le père Giovanni
Torrès et moi-même l’avons visité régulièrement
et le mardi 20 nous avions tous reçu ensemble
le sacrement des malades. Au cours de ces 53
ans d’amitié, nous avons constamment été des
compagnons sur la route. C’est en 1964 que
nous arrivions ensemble à Bedizzole pour faire
notre année de noviciat, sous la guide du père
Giovanni Morando, avec les Ramon Cazallas,
Ariel Granada, Ottone Cantore et autres. Avec
le Mozambicain Amadio Dide, Jean-Marc sera
l’organiste et jouera souvent à la paroisse du
village. Toute sa vie il correspondra avec le pèremaître et ira le visiter à Alpignano il y a 5 ans
lors de son dernier voyage en Europe. En août
1965, Jean-Marc quittera le novitiat et enseignera
pendant quelque temps à Oka, notre premier
collège au Canada.
C’est alors qu’il décidera de poursuivre une
carrière en musicologie, faisant sa thèse sur
les compositeurs italiens contemporains. La
plus grande partie de sa vie professionnelle,
il enseignera la musique et dirigera une école
de musique, étonnant par une exceptionnelle
érudition qui soulignait le rôle de la beauté et
de l’art dans la culture. Pendant des décennies
il fera partie des Amis de la Consolata et depuis
dix ans il sera un Laïque missionnaire de la
Consolata. C’est lui qui composera un hymne
à Joseph Allamano en français (sur le site
www.consolata.qc.ca) et adaptera en français le
chant classique à Notre-Dame de la Consolata.
Pendant une dizaine d’années, il sera le directeur
de la chorale de sa paroisse Saint-Luc; au
cours de ses funérailles, la chorale exécutera un
magnifique Amen composé par lui. Quand en
1994 sa femme Ghislaine sera engagée par le Hall
Notre Dame, Jean-Marc s’engagera de multiples
manières comme bénévole. Il sera responsable
des éditions des IMC (Montréal) et participera
Montréal
Décès de Jean-Marc Crête (1944-2012)
aux Salons du livre ; il y sera notre ‘meilleur
vendeur’ : quand je parle des missions, les gens
sentent que c’est mon travail, mais quand les
gens entendent Jean-Marc, ils comprennent
qu’il parle avec son cœur! En 2003, avec sa
femme et le père Gilles Allard, il visitera les
missions de Tanzanie sous la direction du père
Inverardi et du père del Molino, pour préparer
nos campagnes de 2004.
Dans la revue Réveil Missionnaire on trouve
effectivement plusieurs articles signés de sa
main où il souligne son admiration pour les
œuvres IMC. Malgré ses responsabilités comme
rédactrice-en-chef de Réveil Missionnaire,
coordinatrice des trois revues IMC d’Amérique
du Nord et responsable des communications
au Hall Notre Dame, sa femme Ghislaine a fait
preuve d’un courage et d’une détermination
admirables en prenant soin de son mari
jusqu’à la fin, aidée en particulier par son fils
Guillaume. Le 31 mars, les funérailles de JeanMarc Crête ont été présidé par le père Silvio
Jean, notre professeur au Collège-St-Laurent
dans les années 1960, assisté des pères Claude
Grou, ancien camarade de St-Laurent et exsupérieur général des Ste-Croix, Carlo Bonelli,
supérieur des IMC d’Amérique du Nord,
Giovanni Torrès, supérieur IMC à Montréal, du
curé Gilles Surprenant de la paroisse et de moimême. Dans l’assemblée, de nombreux amis
et amies des Missionnaires de la Consolata.
Maintenant au ciel, les IMC ont un autre ami
et bienfaiteur.
da Casa Madre 5/2012
47
Boa Vista (Roraima), S. Pasqua 2012
Fratel Francesco Bruno- Cico, IMC
Boa Vista
Spero che questo messaggio vi incontri con
molta salute e gioia nel cuore! Nonostante che
qui la Quaresima sia molto difficile, Pasqua
si avvicina a grandi passi per cui è urgente
inviare auguri e notizie in modo che arrivino in
tempo. Non ci sono grandi novità, e se in Italia
la pensione e la disoccupazione sono motivi
di tante preoccupazioni e sofferenze, qui non
mancano il lavoro e le occupazioni. Almeno
per me.
48
Tre motivi mi hanno tenuto occupato e senza
possibilità di mandare notizie e messaggi più
sovente. Il primo è che in pratica sono andato
sempre in giro per i villaggi, aiutato da persone
meravigliose (autisti e missionari) per feste
patronali, battesimi, matrimoni e cose del
genere, corsi di Bibbia e assemblee, sempre
accompagnati dalla stagione secca, che ci ha
permesso di transitare senza troppi ostacoli.
Soltanto una volta in febbraio, quando in una
notte, dall´una alle sei del mattino, sono caduti
22 cm di pioggia, abbiamo dovuto aspettare un
pomeriggio e una notte intera per poter guadare
un torrente e giungere in un altro villaggio dove
da Casa Madre 5/2012
gli indigeni ci aspettavano. E poi anche per due
volte ho partecipato alcuni giorni dei lavori per
il recinto del bestiame. Il secondo motivo è stato
il mio computer: non si è più acceso, e pensare
che aveva solo sette anni! Risultato: perdita di
dati e cose varie. Quello che ho è provvisorio e
non sono ancora riuscito a configurarlo bene.
Terzo motivo: nei pochi giorni che sono in città,
Internet non funziona quasi mai.
Non ho avuto momenti liberi, perché questi
ultimi li uso per accudire alle api e raccogliere
il miele. Qualche lavoretto di manutenzione al
camioncino, poi anche mangiare, bere, dormire,
pregare e altre cosette, ordinarie e straordinarie
ed urgenti di tutti i giorni. Anche la moto ha
contribuito a darmi lavoro: è quasi nuova
eppure si è rotta la valvola di aspirazione, con
relativa rottura dello stantuffo e candela. Ora
funziona di nuovo bene. La mia salute
funziona come quella di un vecchietto di 65
anni e di uno che ha subito un’operazione alla
testa circa un anno addietro. La pioggia come
ho detto prima, solo una volta ha ostacolato
il nostro programma, anche se tutti i giorni
Un giorno che andavo verso il luogo dove si trova
il recinto del bestiame, ho visto che nella strada
su una bicicletta a dire poco sgangherata, c´era
una catechista col marito, i quali si recavano allo
stesso posto per partecipare dei lavori del recinto.
Sul camioncino avevo la bicicletta sorteggiata
che aveva vinto in un incontro precedente di
catechisti, e allora l´ho consegnata: il sorriso
radioso ricevuto, mi ha fatto dimenticare di
scattare almeno una foto ricordo, sia della
bicicletta vecchia, sia della nuova con loro sopra.
Adesso scrivo alcune brevi considerazioni sulla
“Quaresima” degli indigeni della regione Baixo
Cotingo. Abbondanza di termiti e termitai,
sabbia e pietre. Terra fertile: inesistente. C´è un
solo fiume grande con acqua chiara e con pochi
pesci, alla periferia della regione. Poca boscaglia
e niente foresta. La maggior parte è prateria
pianeggiante, il resto montagne. Una trentina di
laghi poco profondi dove si potrebbero allevare
pesci col mangime. In tutta la regione del Baixo
Cotingo, sono numerosi i torrenti in piena,
durante la stagione delle piogge, e gli stessi sono
asciutti durante la stagione della siccità. Fino a
quaranta anni addietro c´era grande abbondanza
di caccia nella prateria e pesci nei fiumi
e torrenti, e soltanto tre villaggi nella
regione, ma da alcuni anni in qua, in
pratica caccia e pesca sono diventati
inesistenti, e adesso i villaggi sono
quaranta. Gli anziani indigeni Macuxi
ringraziavano Dio per la caccia e
tutto il resto, adesso pensano che
Dio non voglia più loro bene come
prima perché non manda più caccia e
pesca. Mentre la causa vera è la caccia
e pesca indiscriminata da parte degli
immigrati degli ultimi settant’anni,
e anche l´uso indiscriminato di
agrotossici e diserbanti da parte dei
grandi latifondisti invasori negli ultimi
quarant’anni ha rotto l´equilibrio biologico
e praticamente distrutto ogni forma di vita.
Adesso, gli invasori sono usciti dall´area
indigena, ma ci vorranno anni prima che
la natura riprenda le sue abitudini e diverse
forme di vita.
Per completare il quadro delle cose
difficili, siamo in piena campagna elettorale per
le elezioni municipali e quest’attività frenetica
in tutti i sensi, ostacola enormemente le altre
iniziative. Si può affermare che siamo e saremo
in piena Quaresima e digiuno, per molti anni
ancora in questa regione. I vari progetti sono
un po’ come la “manna” nel deserto, segni di
vita e di resurrezione, e anche segni di speranza
per l´avvenire degli indigeni. Per terminare
prendo in prestito il brano di Filippesi 1,38: “Ringrazio il mio Dio ogni volta che io mi
ricordo di voi, pregando sempre con gioia per
voi in ogni mia preghiera, a motivo della vostra
cooperazione alla diffusione del vangelo dal
primo giorno fino al presente, e sono persuaso
che colui che ha iniziato in voi quest’opera
buona, la porterà a compimento fino al giorno
di Cristo Gesù. E’ giusto, del resto, che io pensi
questo di tutti voi, perché vi porto nel cuore,
voi che siete tutti partecipi della grazia che mi
è stata concessa sia nelle catene, sia nella difesa
e nel consolidamento del vangelo. Infatti Dio
mi è testimonio del profondo affetto che
ho per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù”.
Questo testo rispecchia i miei sentimenti per
gli amici e benefattori.
Con l´augurio
che il tempo pasquale sia molto più lungo che
la Quaresima, un grande e fraterno abbraccio
Boa Vista
circolano nuvoloni minacciosi e piove tutti i
giorni. Sono solo poche gocce che non tolgono
nemmeno la polvere, ma possono rovinare libri
e materiale delicato sul camioncino, per cui devo
fare attenzione a non lasciarlo mai senza telone
di protezione. L´unica nota interessante è stata il
trovare al mattino presto, in cucina, un serpente
che strisciava avanti e indietro sul pavimento e
l´ho cacciato fuori.
49
da Casa Madre 5/2012
SEMINÁRIO DEDICADO À PASTORAL
DOS IMIGRANTES
P. Alvaro Pacheco, IMC
A Conferência Episcopal Coreana organizou,
nos passados dias 19 a 21 de Março, o primeiro
de dois seminários dedicados à pastoral dos
imigrantes ilegais. O número destes imigrantes
tem aumentado de ano para ano, razão pela qual
a Igreja tem investido neste tipo de encontros
formativos.
Tongduchon
O seminário decorreu no Jonhathan Centre
da diocese de Taejon e os Missionários da
Consolata estiveram representados pelo padre
Tamrat Defar (etíope) e pelo nosso seminarista
coreano José Kim Myeong-ho. Eles trabalham
na nossa comunidade de Tongduchon, a qual
está vocacionada para o trabalho com os
imigrantes ilegais.
50
O seminário, intitulado “Êxodo”, contou
com a presença de 180 delegados de todo o
país, desde sacerdotes a religiosos/as e leigos.
Os centros de apoio aos imigrantes de cada
diocese estavam também representados pelos
respectivos directores. De facto, o número de
participantes tem aumentado de ano para ano,
sinal de que a Igreja Católica está atenta às
necessidades de quem mais sofre.
Após as introduções iniciais, o padre Lee
Gwan-hong apresentou uma panorâmica geral
do tema da imigração, tendo como caso de
estudo a imigração da comunidade filipina.
O destaque desta apresentação foi dado
às mulheres filipinas que trabalham como
empregadas domésticas em Hong Kong. O
da Casa Madre 5/2012
padre Lee é especialista no campo da imigração,
tendo estado nas Filipinas para estudar as causas
que estão por detrás da imigração maciça dos
filipinos. À noite, os participantes assistiram ao
filme “Anak”, que significa “Crianças” em tagalo
(língua oficial das Filipinas). O tema central do
filme está relacionado com o sofrimento de
tantas crianças cujas mães são forçadas a imigrar.
O segundo dia foi dedicado a discussões em
grupo, centradas nos problemas associados
à imigração, sobretudo ilegal. As conclusões
apresentadas no último dia estiveram a cargo
do bispo de Kwangju, Mons. Simão Hôk
Yong-jin, o qual respondeu também a várias
perguntas dos participantes. Uma das propostas
mais significativas tem a ver com o programa
que cada diocese deveria preparar para ajudar
os imigrantes ilegais no regresso aos países
de origem. O segundo encontro anual está
programado para Outubro.
Scritto da Fabio D. Febbraio è da molti anni il mese del fondatore
perché il giorno 16 si celebra la sua nascita al
cielo.
E’ diventata ormai tradizione che nella casa dei
missionari della Consolata di Vittorio Veneto
questa data sia celebrata in modo solenne e
gioioso. Anche quest’anno, precisamente sabato
18 Febbraio, è stato organizzato dal gruppo MIP
l’ormai famoso Mission Day.
Nel pomeriggio c’è stata la messa celebrata dal
nostro Padre Ermanno e concelebrata dagli altri
padri presenti nella casa. L’animazione è stata
affidata come di consueto al coro Tatanzambe
con una formazione un po’ insolita. Infatti
l’influenza aveva costretto la direttrice Roberta
e i musicisti Marco e Omar a letto con la febbre.
Ma non ci siamo certo persi d’animo, essendo
una grande famiglia ci siamo rimboccati le
maniche e all’ultimo Sabrina si è resa disponibile
per dirigere, mentre io e Riccardo ci siamo
occupati della parte strumentale. Per fortuna
Roberto allo jambè ci dava sicurezza!
Con il contributo di tutti abbiamo ben animato
le varie parti della celebrazione e così siamo
riusciti a rendere lode al Beato Allamano.
E’ stata una bella celebrazione, partecipata
(anche dai bambini del coro!) nella quale sono
risuonate belle chiare le parole pronunciate da
Padre Ermanno durante l’omelia, richiamando
più volte la figura del fondatore e i suoi preziosi
insegnamenti.
Successivamente ci siamo trasferiti nel salone
per la testimonianza sul Brasile. In un primo
momento il nostro Marco Purin ha riassunto,
grazie ad una serie di immagini, la sua esperienza
fatta tra la popolazione Yanomami presente
Vittorio Veneto
IMPRESSIONI DA Mission Day ‘12
nella foresta amazzonica: il suo vissuto a
diretto contatto con gente che vive in modo
molto diverso dal nostro. Poi Padre Ermanno
ha raccontato con belle fotografie il servizio
pastorale che ha svolto diversi anni fa’ alla
periferia di una grande città come SALVADOR
BAIA!!!!
Un momento forte di vita cristiana fatto
di incontri, di volti nuovi da conoscere, di
povertà, di disagio, dove il fuoco della Parola
di Dio, acceso anni prima, aveva bisogno di
essere ravvivato e alimentato. Nonostante
le difficoltà è emerso dalle parole di Padre
Ermanno che, quando si è chiamati da Dio ad
essere strumento delle sue mani, non si è mai
soli, Lui ci è sempre accanto e ci sostiene anche
se alle volte è difficile riconoscere nella realtà in
cui si opera, la Sua paterna presenza.
Entrambe le testimonianze sono state vissute
51
da Casa Madre 5/2012
in modo intenso da tutte le persone presenti,
anche se non ce n’erano molte. Così si è fatta
sera e come poteva mancare il momento
conviviale! Così, grazie all’impegno del gruppo
MIP e la collaborazione di alcune signore, si
è passati al buffet che per restare in tema,
non poteva non prevedere qualche specialità
brasiliana preparata appositamente.
Anche la coinvolgente musica dell’America
Latina ha riscaldato gli animi dei presenti tanto
che qualcuno ha azzardato anche qualche
passo di danza. In allegria e spensieratezza si
è concluso il Mission Day 2012, credo che un
doveroso e sentito grazie vada a tutti coloro
che in modi diversi, si sono adoperati perché
questa festa riuscisse nel migliore dei modi: e
così è stato!
Vittorio Veneto
Sicuramente anche l’Allamano ci avrà guardati
soddisfatto e nonostante i tempi in cui viviamo
avrà pensato: si, la missione non si ferma,
grazie a voi va avanti
52
da Casa Madre 5/2012
P Mario Carparelli, IMC
È giunto tra noi Padre Mario, missionario della
Consolata A collaborare con Mons. Gerardo
Antonazzo al servizio liturgico e pastorale della
nostra Basilica è giunto da qualche giorno P.
Mario Carparelli, missionario della Consolata.
Questo suo intervento ci aiuta a conoscerlo
meglio. «Ringrazio il Signore e la Vergine
Santa per avermi con­cesso di adempiere ad
un mio pio desiderio. Non po­tevamo lasciare
completamente il Salento dopo tanti anni di
lavoro svolto, (dal 1930 .circa) sia a Parabita
(1928­1952) che a Pescoluse di Salve (19691984); senza contare i tanti Padri e Suore del
Salento! Ringrazio ancora il Vescovo di Ugento,
S.E. Mons. Vito per avermi accolto nella sua
Diocesi; ringrazio il Rettore del santuario, Mons.
Gerardo per l’accoglienza fraterna e Don Rocco
Maglie (amico dei Missionari imc) per la sua
buona parola nei miei riguardi.
Sono P. Mario Carparelli, missionario della
Consolata; non sono un salentino doc, ma un
pugliese delle Murgie, di Fasano (Br). Ordinato
Sacerdote nel 1965, ho lavorato per 30 anni
nelle missioni del Kenya. Non ho fatto cose
straordina­rie, costruzioni di chiese o opere
sociali, ma ho cercato di coltivare la fede tra i
Kikuyu del Kenya e a costruire la Chiesa dello
Spirito.
1- Nelle 15 missioni ove ho lavorato, ho curato
la formazione dei catechisti, il cate­cumenato
per tappe, per adulti e ragazzi, per condurli ai
Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana.
2- Ho curato il servizio della Parola di Dio
condotto dai laici, per le comunità che non
avevano la Messa festiva, se non una volta al
mese, per mancanza di sacerdoti.
3- Ho cercato di organizzare le “Piccole
Comunità Cristiane di Base” (SCC), per incontri
settimanali sulla parola di Dio, ecc. nell’interno
di gruppi di famiglie della stessa zona.
4- Ho curato gruppi di ragazzi ministranti
(chierichetti) in ogni villaggio delle mis­sioni, ove
S. Maria di Leuca
“Verso L’Avvenire” (bollettino diocesano)
ho visto sorgere con molto piacere, vocazioni
sacerdotali e missionarie.
5- Ho ceduto, infine, 5 missioni - parrocchie su
15, al clero diocesano africano.
Ora sono in Italia da 10 anni, per motivi di
salute, e in Italia ho lavorato per l’ani­mazione
missionaria nel bresciano (4 anni); nelle Marche,
(3 anni) nelle Diocesi di Fermo, Macerata e
S. Benedetto del Tronto; e a Martina Franca,
(circa 3 anni) con puntate nella Diocesi di
Conversano-Monopoli.
Ora mi trovo qui, non come un “navigatore
solitario”, ma mandato dal mio Supe­riore,
a servizio del Santuario, per le confessioni
e ministero, sempre come missiona­rio della
Consolata, teso all’animazione missionaria
e vocazionale a favore della Dio­cesi e del
mio Istituto. Praticamente continuo il buon
servizio prestato per 4 anni, dal mio confratello
P. Antonio Lasaponara, che tanti ricordano con
riconoscenza. Cercherò di fare del mio meglio,
secondo il ritmo della mia salute, e mi perdone­
rete se non riuscirò a fare sempre tutto. Il
nostro Fondatore, B. Giuseppe Allamano
diceva: “Fate bene il bene, perché il bene non
fa rumore e il rumore non fa bene!”. Il mio
programma è: Fede e Amore: far conoscere a
far amare sempre di più Gesù e Maria.
da Casa Madre 5/2012
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Casa Regional
P. Jaime Marques, IMC
Lisboa
A tónica mais saliente do mês de Março foi a
movimentação de pessoas. Por aqui passaram de
facto muitos Missionários, hóspedes e amigos.
Aqui se realizaram diversos encontros. Tudo isto
veio dar vida à reduzida comunidade da Casa
Regional. Digo reduzida, pois nas ausências,
muito frequentes, do Superior Provincial e do
Administrador ficamos reduzidos a dois ou
três.
Em contrapartida quando eles estão presentes
nota-se imediatamente um crescendo de visitas,
encontros, etc. Neste sentido ao longo do mês
tivemos ocasião de conhecer diversos
hóspedes ilustres, que vieram a convite do
Superior para encontros de trabalho. Dado que
tais encontros normalmente incluem também o
almoço, toda a comunidade acaba por aproveitar
para ouvir falar de diversas realidades sociais,
económicas, etc. Por sua vez também eles terão
a possibilidade de conhecer o nosso Instituto,
os nossos projectos, etc.
Enfim podemos interpretar também estes
encontros não só como alargamento das nossas
relações, o que sem dúvida já é importante,
54
da Casa Madre 5/2012
mas talvez até como outra forma de animação
missionária.
Todavia as presenças mais importantes foram a
dos nossos muitos confrades, que por diversos
motivos por aqui passaram. Logo no início
do mês daqui partiu o P. Albino Brás para o
México. Despedimo-nos dele desejando-lhe
uma boa experiência missionária naquele País.
Com a vinda do P. Darci, embora por tempo
indeterminado, sentimos a alegria da sua
presença e a comunidade fica mais rica.
Esperamos que os ares da capital, mais amenos
do que os do Norte, e o ambiente sereno desta
casa o ajudem a descansar e a restabelecer a
saúde. Também por motivos de saúde tivemos
connosco a mãe do P. António. Uma simpatia
de pessoa, cuja presença faz sempre bem a
ela e a nós. A sua presença faz-nos recordar o
carinho que devemos ter e manifestar aos nossos
familiares, segundo o pensamento e o sentir
do Allamano. Já no findar do mês recebemos
mais uma visita do Secretário da Nunciatura
Apostólica de Moçambique, Mons. Códamo.
Depois de cerca de 5 anos de trabalho naquela
Lisboa
Nunciatura, foi transferido para a Nunciatura
da Suiça. Como é sabido, enquanto ele esteve
no Maputo contou com a colaboração, part
time, do P. Manuel Tavares. Ora uma vez que
o P. Tavares já tinha programado vir de férias
nesta altura, decidiram viajar até Lisboa. Mons.
Códamo quando vinha à Europa, fazia questão
de
passar habitualmente por nossa casa. Desta
vez, segundo ele afirmou, também desejava ir a
Fátima, provavelmente para “se entender” com
Nossa Senhora, antes de ir iniciar as novas
funções, sempre ao serviço da Igreja. O P.
Superior Provincial ainda conseguiu inserir na
sua sempre tão recheada agenda a orientação
de um retiro às Irmãs da Sagrada Família; Irmãs
que muitos de nós bem conhecemos, pois
há muitos anos que somos capelães nas suas
comunidades principalmente no Externato S.
Miguel Arcanjo.
Com pena despedimo-nos do P. Fernando
Carneiro. Ele decidiu ir fazer um período de
repensamento. Acompanhamo-lo com a nossa
amizade e a nossa oração. Contudo antes de
partir, ele ainda fez um fim de semana
missionário, com a colaboração do P. João
Batista, na paróquia de Manique do Intendente,
lá para os lados de Alcoentre, onde é Pároco o
P. Tiago, nosso antigo aluno.
Como o mês de Março coincidiu com a
Quaresma, era de prever que iriamos ser
solicitados para ajudar os Párocos na preparação
para a Páscoa. Assim aconteceu; procurámos
chegar até onde nos foi possível.
A grande festa da Páscoa bem merece toda a
colaboração, e os Párocos precisam de ajuda.
E assim chegámos ao fim de Março. Já se respira
por todos os lados a azáfama da preparação para
as “Páscoas” que muitos irão fazer. É hábito na
Quinta Feira Santa juntar as duas comunidades
num almoço festivo em honra do sacerdócio.
Este ano não foi possível precisamente por
causa da dispersão. Mas, como diz o provérbio
“quod difertur non aufertur”. Reunir-nos-emos
depois da Páscoa logo que seja possível.
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da Casa Madre 5/2012
MISSIONE ARVAIHEER
Dal 2006 abbiamo aperto una missione ad
Arvaiheer. Qui abbiamo dato inizio ad una
piccola comunità cristiana che oggi conta
dodici battezzati. Oltre alle attività proprie
dell’evangelizzazione siamo coinvolti in
progetti sociali per sostenere e sviluppare le
famiglie della regione, progetti che includono
l’educazione, la salute e lo sviluppo. Nella capitale Ulaanbaatar la nostra comunità,
mentre è in attesa di iniziare una missione nella
periferia della città, collabora con le parrocchie
e altri progetti della Chiesa locale come la
formazione di catechisti e i battezzati. Arvaiheer
Cercando di vivere in fedeltà gli insegnamenti
del nostro Fondatore, il beato Giuseppe
Allamano, facciamo della preghiera il centro
della nostra vita personale e comunitaria. Qui
in Asia sperimentiamo quanto la dimensione
contemplativa e la promozione umana siano
importanti. Così la preghiera diventa per
noi uno strumento di evangelizzazione. La
realtà di questa missione ci sfida a vivere in un
atteggiamento di conversione permanente che
ci apre a Dio e agli altri.
Un aspetto originale della missione mongola
è la riscoperta centralità della dimensione
contemplativa, orante della missione. Non che
altrove non sia altrettanto vera ed importante,
ma queste latitudini assume un peso specifico
più grande. Per noi, la preghiera non solo
accompagna la missione, ma ne è parte
costitutiva; se manca, manca anche la missione.
56
da Casa Madre 5/2012
Abbiamo scelta di avere l’Adorazione Eucaristica
ogni mattina nella nostra ger-cappella di
Arvaiheer. In più, celebriamo la Liturgia delle
Ore e l’Eucaristia quotidianamente.
Il doposcuola. Ogni pomeriggio nella nostra
missione di Arvaiheer, offriamo ai bambini/e
e ragazzi/e del nostro quartiere un tempo e
uno spazio dedicato allo studio, al disegno, ai
compiti, lezione d’inglese e alla ricreazione.
Abbiamo un campo di calcio, di pallacanestro e
pallavolo. In più, abbiamo una ger riservato per
i nostri bambini per varie attività. La ger è molto
frequentata durante l’inverno quando fa molto
freddo. Ogni pomeriggio noi offriamo loro una
merenda o un pasto caldo prima di ritornare alle
loro case.
In aiuto alle donne. Il progetto coinvolge
circa 30 donne. Li’dea e nata dall’osservazione
della realta delle famiglie: le donne, che sono
in generale più affidabili degli uomini sul
lavoro, sono spesso costrette a rimanere a casa
per guardare i figli e svolgere lavori domestici
nella ger. Non possono così racimolare quel
poco che verrebbe loro da uno stipendio fisso.
Molti pero sono anche gli uomini disoccupati,
per cui ci sono molti casi in cui entrambi i
coniugi non lavorano, con ovvie negative
conseguenze per tutta la famiglia. Si è pensato
allora di insegnare alle donne l’arte del cucito e
del ricamo, e di portare il lavoro direttamente
nelle loro ger, consegnando a loro il materiale; a
lavoro ultimato, esse vengono al nostro centro,
Arvaiheer
dove noi compriamo cio che hanno realizzato
(astucci, borse di varia misura, oggetti in
stoffa per la casa), contando sulla possibilità di
rivendere, soprattutto all’estero, e cosi ricavare i
fondi necessari per gestire il progetto e sostenere
queste famiglie povere.
Salute e dignità delle persone. I lavori per la
costruzione di un locale bagni e docce presso
la missione della Consolata di Arvaiheer sono
cominciati a maggio 2010, con l’intervento sul
luogo di una impresa edile che ha realizzato
la struttura muraria e le fosse biologiche per
lo smaltimento delle acque di scarico. Quindi
la stessa ditta, composta di lavoratori locali e
provenienti dalla capitale, ha installato i sanitari e
concluso le rifiniture interne. A questo punto si è
proceduto ai collegamenti al pozzo già esistente
ed all’installazione delle apparecchiature per
il riscaldamento. Grazie a questo progetto, la
missione dispone ora di uno spazio pubblico
accogliente per lavarsi, preservando la salute e
la dignità delle persone. Le condizioni igienicosanitarie della popolazione sono infatti molto
precarie e l’accesso all’acqua è reso molto difficile
dalla scarsità di strutture adeguate. Il locale ha
ricevuto tutti i dovuti permessi di agibilità alla
fine di aprile 2011 ed ora è aperto al pubblico.
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da Casa Madre 5/2012
Águas Santas
Àguas Santas
Pe. Luís Brito, IMC
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1 e 2 – O P. Gaspar da comunidade de Fátima
faz-nos uma visita por 2 dias.
4 – O P. Jorge Amaro regressa da Semana
Missionária ANIMAG em Aveiro, entusiasmado
com a experiência desta semana Missionária.
5 – Viajámos para Fátima a fim de participarmos
no Retiro da Quaresma com toda a Região.
Com o Superior Regional e o Prof. Carlos
Liz tivemos uma análise sobre a situação da
Região, em vista da Conferência Regional que
teremos no mês de Maio. O P. Herculano não
teve possibilidade de participar devido a alguns
problemas nas vias respiratórias, impedindo-o
de colaborar em várias celebrações assumidas
pela comunidade, durante estas últimas
semanas.
10 – O P. Jorge iniciou a semana missionária
em São Pedro Fins com a colaboração de
alguns elementos dos grupos missionários da
Consolata. Neste dia tivemos entre nós, no
Centro Missionário, 110 crianças de da Paróquia
de Águas Santas em retiro espiritual. O P.
Ramón e P. Norberto colaboram no serviço de
Confissões na Capela de Susão (Valongo).
11 – Na já tradicional Escola de Formação
Missionária tivemos entre nós o P. António
Fernandes para tratar o tema das «Religiões
Monoteístas», falando do Hebraísmo,
Cristianismo e Islamismo.
12 – Na nossa reunião comunitária semanal
tratamos diferentes assuntos, como o serviço
pastoral da semana e respondemos juntos
a temas que iremos discutir na Conferência
Regional de Maio.
14 e 15 – O P. Ramón viajou para Fátima para
Reunião do Conselho Regional.
15 – O P. Jorge e Brito colaboram nas Confissões
na Paróquia de S. Pedro Fins.
17 – O P. Norberto vai a Fátima para orientar um
Retiro Espiritual de uma semana à comunidade
das Irmãs do Bom Pastor. O P. Brito organiza
e orienta o Encontro das zeladoras que trouxe
da Casa Madre 5/2012
à nossa casa cerca de 200 Benfeitores em 4
autocarros da Pacense. Colaborou connosco o
P. Fernando Rocha que falou da sua experiência
missionária na Amazónia.
18 – Termina a semana Missionária em S. Pedro
Fins. O P. Jorge com alguns jovens IMC anima
a Paróquia na sua vocação missionária de povo
de Deus no serviço da «CONSOLAÇÃO».
Nestas semanas dedicamo-nos ao ministério
da Reconciliação em paróquias e colégios: são
muitos os pedidos e solicitação, também aqui na
nossa casa, para tão poucos que somos.
20 – O P. Ramón parte para Lisboa a fim de
participar na reunião do Conselho Regional,
regressando dia 22.
24 - O P. Brito vai até Fátima onde se realizou
uma Reunião do movimento A.P.A.R.F.
festejando as Bodas de Prata desse movimento
tendo sido convidado pelos responsáveis para
uma palestra sobre « A solidariedade pelos
últimos da sociedade»; estavam presentes o D.
Augusto César, ex-bispo diocesano de Castelo
Branco e Portalegre, além do Provincial dos
Combonianos.
O P. Jorge vai a Vila Real para preparar a Páscoa
da Juventude.
26 – Celebramos a Festa da Anunciação
do Senhor e a nossa reunião comunitária
programando o serviço pastoral da Semana
Santa especialmente a «Páscoa dos semabrigo »
aqui na nossa comunidade.
28 – O P. Norberto regressa do retiro que
pregou às Irmãs do Bom Pastor, passando pela
sua terra de onde trouxe deliciosas laranjas.
29 – O P. António visita a nossa comunidade:
dialoga com todos os missionários e entrega
o documento de preparação da Conferência
Regional de Maio. Somos convidados a estudar
individualmente todos os assuntos para a
elaboração do «Instrumentum laboris» que
servirá para a Conferência.
Samuel-Francis Onyango
At the age of 28, Fr Jack Viscardi IMC was
ordained a priest at the shrine of Our Lady
Consolata. 52 years later, he still remembers
every single detail of his ordination. On
Monday the 3rd day of April 2012, Merrivale
community joined Fr Jack in celebrating his
52nd anniversary of priestly ordination. Fr Jack
is now 80 years old yet his vigour, sense of
humour and love for manual labour surpasses
his age. At 80, many would naturally expect him
to slow down on a number of things, but Fr
Jack would not allow age to bring him down. He
does not only amaze us, he challenges us too.
He keeps the community alive so much so that
when he is not around we would easily notice
his absence. On the day of his anniversary Fr
Jack reminded us that a priest is not a priest
for himself, he is a priest for others; a priest
has been ordained for the service of others.
He never regrets ever joining religious missionary
life, and says that missionary vocation is one
of the best things that ever happened to him.
He calls upon all the young missionaries to
remain enthusiastic about their vocation and
to never lose sight of their missionary calling. At the same time he is aware of his limitations
and the fact that he cannot do everything that he
would love to do. His anniversary came on the
day the community discussed a letter from the
general government on the institute’s desire to
open up to Asia. Fr Jack says that old missionaries
are now looking upon the young missionaries
to succeed them. Even if he wanted to go to
new missions like Asia, his age cannot allow
him. His love for the mission and the desire to
offer his services no matter his advanced age
continues to amaze and inspire in equal measure.
Merrivale
52 YEARS OF PRIESLTY MINISTRY
59
da Casa Madre 5/2012
Necrologio
60
da Casa Madre 4/2012
PADRE BINDO MELDOLESI, IMC
Nato il 20 dicembre 1918 a Ravenna, entrò da giovane nel seminario diocesano, dove frequentò
regolarmente tutto il ciclo di studi, dalle medie fino alla teologia. Il 13 luglio 1941 fu ordinato
sacerdote a Ravenna, da Mons. Antonio Lega, Arcivescovo di Ravenna. Da sacerdote diocesano
svolse il servizio di coadiutore parrocchiale ed economo nella sua diocesi, fino al 1947. In
questo anno entrò come novizio alla Certosa di Pesio, emettendo la professione religiosa il 2
ottobre 1948.
Rimase in Certosa ancora per due anni come insegnante e nel 1950 fu destinato alla regione
dell’Amazzonia (Roraima). Fino al 1961 ebbe residenza e lavoro a Surumu. Partecipò poi
all’iniziale missione verso gli Indios del Catrimani e vi rimase fino al 1966. Ritornò a Surumu e
a Amajari. Nel 1968 fu destinato a Boa Vista per la pastorale fino al 1974, quando fu nominato
parroco a Mucajai. Dal 1976 al 1989 svolse attività pastorale a Amajari S. Marcos. Divenne
superiore della Casa regionale a Calungà nel 1990 e vi rimase per sette anni.
Ritornato in Italia per motivi di salute, passò gli ultimi anni nella comunità di Alpignano. E’
deceduto il 3 aprile 2012 all’ospedale di Rivoli per complicazioni polmonari. Il funerale fu
celebrato il giovedì santo 5 aprile e le sue spoglie riposano nel cimitero di Alpignano. Aveva 93
anni di età, di cui 63 di Professione Religiosa e 70 di Sacerdozio.
da Casa Madre 4/2012
61
Sommario
Margherita Pavesi Mazzoni
Pellegrina dell’onda d’oro
ASPETTANDO LA PENTECOSTE.................2
LA CONSOLATA E L’ALLAMANO INSIEME
IN TRE VETRATE......................................4
TRATTI DELLA MISSIONE FRANCESCANA.....8
GENERAL COUNCILLORS
VISIT MERRIVALE.....................................16
TROISIEME CONFERENCE
DE LA DELEGATION COTE D’IVOIRE............17
casa generalizia..................................19
NOTÍCIAS... INFORMAÇÕES.......................22
XXº ANIVERSÁRIO DOS MÁRTIRES DO GUIÚA:
A LUZ DO TESTEMUNHO CRISTÃO
NA ESCURIDÃO DO ÓDIO .........................25
Diario della comunità........................27
Pasqua di Risurrezione 2012
dal Tanzania.........................................30
DESPEDIDA AO PADRE TOBIAS DE OLIVEIRA,
IMC .......................................................32
despertarei a aurora
( Salmo 108, 2)......................................33
raduno dei giovani missionari
a bravetta............................................34
LA PAROISSE SAINT CAMILLE DE LELLIS
DE BAYENGA FETE SES 50 ANS .................36
Missionários da Consolata
de Inhambane preparam
Conferência Regional..........................38
DA NATALE A PASQUA... I DUE GIUSEPPE....39
VUELTA A COSTA DE MARFIL ....................41
Righini..................................................43
AMAZÔNIA: PÁSCOA JOVEM NA ÁREA
MISSIONÁRIA SANTA MARIA GORETTI........45
Décès de Jean-Marc Crête
(1944-2012)............................................47
Boa Vista (Roraima), S. Pasqua 2012...48
SEMINÁRIO DEDICADO À PASTORAL
DOS IMIGRANTES....................................50
Sommario
IMPRESSIONI DA Mission Day ‘12 ...........52
62
“Verso L’Avvenire”
(bollettino diocesano) ......................53
Casa Regional (lisboa)........................54
MISSIONE ARVAIHEER..............................56
Águas Santas.......................................58
52 YEARS OF PRIESLTY MINISTRY..............59
da Casa Madre
Mensile dell’Istituto Missioni Consolata
Redazione: Segretariato Generale per al Missione
Supporto tecnico: Adriano Podestà
Viale delle Mura Aurelie, 11-13 00165 ROMA - Tel. 06/393821
C/C postale 39573001 - Email: [email protected]
da Casa Madre 5/2012
necrologio...........................................60