Casa Madre da - Missionari della Consolata

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Casa Madre da - Missionari della Consolata
da Casa Madre
ANNO 89 - N.10 - OTTOBRE 2009
ISTITUTO MISSIONI CONSOLATA
PERSTITERUNT IN AMORE FRATERNITATIS
CELEBRIAMO CON GIOIA IL SECONDO SINODO AFRICANO.
Senegal, Suonatore di kora.
Editoriale
P. Giuseppe Ronco, imc
La Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del
Sinodo dei Vescovi sarà celebrata dal 4 al 25 ottobre prossimi sul tema: “La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della
pace. ‘Voi siete il sale della terra ...Voi siete la luce
del mondo’ (Mt 5, 13.14)”.
La gioia dei Missionari della Consolata è grande: P. Aquileo Fiorentini, nostro Superiore
Generale, parteciperà come padre sinodale, facendosi voce e portavoce delle sofferenze e delle
gioie di tutto il continente africano, soprattutto
dei Paesi dove noi siamo presenti.
Le parole di un famoso Negro Spiritual esprimono bene ciò che lo Spirito, invocato come balsamo e capace di guarire e curare le ferite, potrà
fare:
There is a balm in Gilead
To make the wounded whole;
There is a balm in Gilead
To heal the sin-sick soul.
Sometimes I get discouraged,
And think my work’s in vain;
But then the Holy Spirit
Revives my soul again.
Editoriale
If you cannot preach like Peter,
If you cannot pray like Paul,
Just tell the love of Jesus,
And say He died for all.
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There is a balm in Gilead
To make the wounded whole;
There is a balm in Gilead
To heal the sin-sick soul.
L’Instrumentum laboris mette in evidenza le luci e
le ombre dell’Africa sottolineando che “il bene
che si fa è spesso più discreto ma più profondo
del male bruciante e tragico riportato dai media”.
Tra le evoluzioni positive segnala l’emancipazione
dalle dittature e lo sviluppo “pur se timido di una
cultura democratica” anche grazie all’importante e
riconosciuto ruolo delle Commissioni ecclesiali
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giustizia e pace. C’è poi la crescita della cooperazione tra Paesi africani (Ua, Nepad, Maep) e, a
livello spirituale, una grande sete di Dio che vede
l’aumento dei battezzati e la crescita delle vocazioni sacerdotali e religiose, l’impegno dei catechisti,
lo sviluppo di movimenti e associazioni di laici
cattolici, con comunità ecclesiali molto vivaci. E
poi ancora la diffusione delle università cattoliche
e dei mass media d’ispirazione cristiana, soprattutto le radio. Per non parlare dell’impegno della
Chiesa nel campo della sanità con centri e ospedali: in particolare contro l’Aids le strutture cattoliche coprono quasi il 30% del totale.
Di contro è forte la denuncia di quelle “forze
internazionali” che sfruttano l’Africa: “fomentano
le guerre con la vendita delle armi. Sostengono
poteri politici irrispettosi dei diritti umani e dei
principi democratici per assicurarsi, come contropartita, dei vantaggi economici”. “Le multinazionali continuano ad invadere gradualmente il continente per appropriarsi delle risorse naturali.
Schiacciano le compagnie locali, acquistano
migliaia d’ettari espropriando le popolazioni delle
loro terre, con la complicità dei dirigenti africani”
causando anche gravi danni all’ambiente.
Il documento denuncia anche le modalità degli
aiuti internazionali che sono accompagnati “da
condizioni inaccettabili” che indeboliscono ulteriormente le economie africane e aumentano il
“divario tra ricchi e poveri”. Tutto questo mentre
non vengono rispettate le promesse degli aiuti allo
sviluppo, che continuano a diminuire. C’è poi il
capitolo agricolo con l’ingiustizia subita dai contadini che sono costretti a vendere i propri prodotti
a prezzi molto bassi. Denunciata anche la vasta
propaganda degli Ogm che secondo alcuni
dovrebbero garantire la sicurezza alimentare: è
una tecnica invece – si legge – che “rischia di rovinare i piccoli coltivatori e di sopprimere le loro
semine tradizionali rendendoli dipendenti dalle
società produttrici di Ogm”.
“La globalizzazione” – da una parte “tende ad
emarginare il continente africano”, dall’altra sta
attuando “un processo organizzato di distruzio-
La Chiesa da parte sua vuole “far sentire il grido
dei poveri” schiacciati dalla “neo-colonizzazione”,
lotta contro le ingiustizie, la corruzione dilagante,
lo sfruttamento e la violazione dei diritti dei bambini e delle donne. Si tratta di una “missione profetica … spesso bloccata dalla pressione dei poteri” che utilizzano anche le sette cristiane per attaccare la Chiesa cattolica. Le sette infatti predicano
spesso un Vangelo disimpegnato, disinteressandosi delle questioni sociali. Invece la Chiesa vuole
essere “segno di contraddizione” e “voce di chi
non ha voce” “risvegliando le coscienze cristiane
alla difesa dei diritti umani”. L’Instrumentum
laboris – di fronte a quanti sono interessati a far
tacere la voce dei cattolici - esorta ad avere
“coraggio profetico” sulla scia di quanto dice
Gesù che prepara i discepoli “a vivere assieme a
lui la persecuzione, gli insulti e ogni sorta d’infamia” per causa sua.
Il documento si conclude con una preghiera alla
“Madre di Dio, Protettrice dell’Africa” perché
attraverso di Lei i cristiani possano “essere testimoni del Signore Risorto” e diventare “sempre
più sale della terra e luce del mondo”
Editoriale
ne dell’identità africana” e dei suoi tipici valori
“di rispetto degli anziani, della donna come
madre, della cultura della solidarietà, dell’aiuto
reciproco e dell’ospitalità, dell’unità, della vita”
provocando “la destrutturazione del tessuto
familiare” e della coesione sociale. “L’Africa è
diventata vulnerabile di fronte all’invasione dei
modelli delle potenze militari ed economiche”
che stanno imponendo “un unico modello culturale e la negazione della vita” mentre “le società
africane constatano, impotenti, la disgregazione
delle loro culture”.
«Una Chiesa non chiusa su se
stessa ma che condivide gioie e
speranze, problemi e sfide dell’intera società africana»
(sintesi di interviste a varie personalità)
Quali i punti centrali del documento?
Il cuore di tutto è l’annuncio di Cristo. Si
nota, in particolare, l’influsso positivo dell’ultimo sinodo sulla parola di Dio per i tanti riferimenti biblici, a partire proprio dai concetti di
giustizia, pace e riconciliazione. Il dialogo è indicato come irrinunciabile: particolare attenzione
viene posta ai rapporti con l’islam rilevando che
in alcune regioni ci sono aspetti positivi, ma in
altre non mancano problemi. Si affrontano inoltre questioni come le malattie o la schiavitù. Il
testo suggerisce anche un esame di coscienza su
quanto è stato fatto dopo il primo sinodo africano del 1994 e su quanto ancora resta da fare:
propone una verifica e costituisce anche un incoraggiamento. È evidente, infatti, che una Chiesa
riconciliata al suo interno è più credibile nell’annunciare la riconciliazione.
Il testo che cosa mette più in luce?
La speranza. Esaminando in profondità la
realtà dell’Africa abbiamo riscontrato tanti elementi che inducono alla speranza. La Chiesa nel
continente è sempre in prima linea quando si
tratta di riconciliazione, pace, giustizia, educazione, sanità.
La pace di cui l’Africa ha bisogno non consiste
solo nel “mettere il silenziatore alle armi”, ma nel
favorire “una pace della mente e del cuore”.
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In questa seconda assemblea sinodale
sull’Africa l’argomento da affrontare sarà quello
di “individuare insieme le strade che portano alla
pace, alla giustizia, alla riconciliazione”.
“Puntiamo a una realtà di comunione dove tutti
si sentano fratelli; dove non ci siano nemici e tutti
si sentano riconciliati come Cristo ci chiede di fare
- spiega l’arcivescovo - Il progetto di Chiesa famiglia di Dio e quanto emerso nel primo Sinodo
ci hanno portato automaticamente all’urgenza di
una seconda assemblea”.
Come sarà questo secondo Sinodo?
Sarà un Sinodo autenticamente africano che
contribuirà, come già avvenuto nel 1994, a stimolare la coscienza dell’unità in ogni parte del
continente e a favorire il dinamismo evangelico.
Oggi la Chiesa in Africa è una realtà in pieno
sviluppo. I cattolici sono circa 154 milioni, il 17
per cento della popolazione. Basti pensare che
all’inizio del Novecento non erano neppure due
milioni. Nelle riunioni preparatorie del Sinodo
africano del 2009 sono emersi dati significativi:
per esempio, rispetto all’assemblea del 1994, i
vescovi sono oggi circa il 18 per cento in più il 60 per cento è stato nominato dopo il primo
Sinodo - i sacerdoti diocesani addirittura il 58.
C’è senza dubbio una crescita eccezionale, con
una nuova capacità di raccogliere sfide antiche e
recenti.
Editoriale
La parola del Papa
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“Amici miei, armati di un cuore integro, magnanimo e compassionevole, voi potete trasformare
questo Continente, liberando il vostro popolo dal
flagello dell’avidità, della violenza e del disordine,
guidandolo sul sentiero segnato dai principi indispensabili ad ogni moderna civile democrazia...”
(Discorso del Santo Padre alle Autorità politiche e
civili e al Corpo Diplomatico dell’Angola, 20
marzo 2009)
“Non arrendetevi alla legge del più forte!
Perché Dio ha concesso agli esseri umani di volare, al di sopra delle loro tendenze naturali, con le
ali della ragione e della fede” (Discorso in occasione
della
Cerimonia
di
benvenuto
all’Aeroporto internazionale 4 de Fevereiro di
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Luanda, 20 marzo 2009)
“In presenza di sofferenze atroci, noi ci sentiamo sprovveduti e non troviamo le parole giuste. Davanti ad un fratello o una sorella immerso
nel mistero della Croce, il silenzio rispettoso e
compassionevole, la nostra presenza sostenuta
dalla preghiera, un gesto di tenerezza e di conforto, uno sguardo, un sorriso, possono fare più
che tanti discorsi” (Discorso del Santo Padre ai
malati del Centro Card. Léger di Yaoundé, 19
marzo 2009)
La preghiera a Maria
per il Sinodo
Santa Maria,
Madre di Dio, Protettrice dell’Africa,
tu hai dato al mondo la vera Luce, Gesù Cristo.
Con la tua obbedienza al Padre
e per mezzo della grazia dello Spirito Santo
ci hai dato la fonte della nostra riconciliazione e
della nostra giustizia,
Gesù Cristo, nostra pace e nostra gioia.
Madre di tenerezza e di saggezza,
mostraci Gesù, il Figlio tuo e Figlio di Dio,
sostieni il nostro cammino di conversione
affinché Gesù faccia brillare su di noi la sua
Gloria
in tutti i luoghi della nostra vita personale, familiare e sociale.
Madre, piena di Misericordia e di Giustizia,
con la tua docilità allo Spirito Consolatore,
ottieni per noi la grazia di essere testimoni del
Signore Risorto,
affinché diventiamo sempre più
sale della terra e luce del mondo.
Madre del Perpetuo Soccorso,
alla tua intercessione materna affidiamo
la preparazione e i frutti del Secondo Sinodo per
l’Africa.
Regina della Pace, prega per noi!
Nostra Signora d’Africa, prega per noi!
“Figliuoli miei..
siamo al Sacramento dell’Ordine. E’ un
Sacramento che sembra non riguardi nessuno di
voi e che invece riguarda tutti. Questo Sacramento
eleva l’uomo fino a Dio. Chi è il Sacerdote? E’ un
uomo che tiene il posto di Dio. “Va’, dice Nostro
Signore al Sacerdote.. come il Padre mi ha mandato..Io ti mando... Tutti i poteri mi sono stati dati in
cielo e sulla terra. Va’ dunque..insegna a tutti i
popoli. Chi ascolta voi ascolta me..chi disprezza
voi..disprezza me”. Quando il Sacerdote rimette i
peccati..non dice: “Dio ti perdona”..egli dice: “IO
ti assolvo”.
San Bernardo ci dice che tutto è venuto da
Maria. Si può anche dire che tutto ci viene dal
Sacerdote: sì..tutti i benefici..tutte le grazie..tutti i
doni celesti. Se non avessimo il Sacramento
dell’Ordine..non avremmo Nostro Signore”.
(dal Catechismo del Santo Curato d’Ars)
Don PRIMO MAZZOLARI: sono una
spiaggia arida ….
“Non c’è niente da guardare: un povero cenacolo di chiesa povera.
C’è l’ostia da guardare: il pane dell’ultima cena,
preso in mano, benedetto,
consacrato da mani che Gesù
ha fatto sue, appunto perché
non sono sante, perché non
son pure come le sue.
Dio! come strazia questo
confronto divenuto più facile
nel gesto che continua dinanzi al Dono, poiché la messa
di oggi è sospesa aspettando
il domani. Di mezzo c’è l’agonia, la tua, o Gesù, e la
mia.
La tua è l’ineffabile agonia
di chi nel dare sopravanza
ogni attesa di chi riceve: la
mia è l’agonia di chi ripete e
non sa, di chi tende le mani e
non capisce neppure di tendere le mani, di chi continua
il mistero in un gesto più meccanico che spirituale.
Sono una spiaggia arida: viene l’onda e non so
accoglierla. Me ne accorgo quando il flutto è già
lontano. Che angusto recipiente per la tua straripante abbondanza! Quanta impurità per
l’Innocenza che mi gorgoglia tra le mani!”
Preghiera per l’Anno sacerdotale
Signore Gesù, che in San Giovanni Maria
Vianney hai voluto donare alla Chiesa una toccante immagine della tua carità pastorale, fa’ che, in
sua compagnia e sorretti dal suo esempio, viviamo
in pienezza quest’Anno sacerdotale.
Fa’ che, sostando come lui davanti all’Eucaristia,
possiamo imparare quanto sia semplice e quotidiana la tua parola che ci ammaestra; tenero l’amore
con cui accogli i peccatori pentiti; consolante l’abbandono confidente alla tua madre Immacolata.
Fa’, o Signore Gesù, che, per intercessione del
Santo Curato d’Ars, le famiglie cristiane divengano
“piccole chiese”, in cui tutte le vocazioni e tutti i
carismi, donati dal tuo Santo Spirito, possano essere accolti e valorizzati.
Concedi, Signore Gesù, di poter ripetere con lo
stesso ardore del Santo Curato le parole con cui
egli soleva rivolgersi a te: «Ti amo, o mio Dio, e il
mio solo desiderio è di amarti fino all’ultimo respiro della mia vita. Ti amo, o
Dio infinitamente amabile, e
preferisco morire amandoti
piuttosto che vivere un solo
istante senza amarti. Ti amo, o
Signore, e l’unica grazia che ti
chiedo è di amarti eternamente.
Mio Dio, se la mia lingua
non può dirti a ogni istante
che ti amo, voglio che il mio
cuore te lo ripeta tante volte
quante volte respiro. Ti amo, o
mio divino Salvatore, perché
sei stato crocifisso per me, e
mi tieni quaggiù crocifisso con
te. Mio Dio, fammi la grazia di
morire amandoti e sapendo
che ti amo». Amen.
Benedetto XVI
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Anno sacerdotale
Modelli di santità sacerdotale
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Evodia e Sintiche
Animatrici missionarie e pastorali
della comunità di Filippi
p. Afonso Osorio Citora, imc
I collaboratori di Paolo
Paolo si trova ormai in carcere, a Roma, per
il vangelo quando scrive la lettera ai Filippesi .
Nell’ultimo capitolo (Fil 4,1-9) si rivolge in
modo particolare ad Evodia e a Sintiche (Fil
4,2-3). Ricorda il ruolo che esse hanno avuto
nel primo annunzio del vangelo e quello che
hanno ancora nella chiesa, cioè animare la
comunità dei filippesi – presidenza della domus
ecclesiae – e le esorta a continuare con zelo, per
la gloria di Dio e la salvezza dei fratelli.
Nulla di certo si sa dei rapporti reciproci di
queste due donne, però, Paolo nella sua esortazione, le invita a collaborare nell’opera di
evangelizzazione insieme ai fratelli tra i quali
è Clemente Evodia, dal greco “eudia” cioè
“buona strada”, è il nome di una cristiana di
Filippi la quale viene esortata dall’Apostolo ,
insieme con Sintiche, ad “essere del medesimo sentimento”.. Si nota che queste due donne greche
non sono menzionate altrove nell’epistolario
paolino.
Evodia e Sintiche: collaboratrici: dall’uso
intelligente del termine “synergós” cioè “collaboratore” (Fil 4,3) - termine riservato ai collaboratori paolini nell’opera missionaria e nell’attività pastorale - si può supporre che Evodia e
Sintiche avessero un ruolo attivo nell’opera di
evangelizzazione a Filippi assieme agli altri
cooperatori (Confronta l’uso del termine
“synergós” in Rm 16,3: Aquila e Prisca; Rm
16,9: Urbano; Rm 16,21: Timoteo; 1 Cor 3,9:
Paolo ed altri). Dalle bellissime espressioni
paoline “perché avete collaborato al vangelo dal
primo giorno fino al presente” in Fil 1,5 e “Proprio
voi, Filippesi, sapete che all’inizio dell’evangelizzazione, quando lasciai la Macedonia, nessuna chiesa
aprì un conto con me di dare e di ricevere, eccetto voi
soli, ” in Fil 4,15 ,si potrebbero fare due supposizioni:
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La prima è che Evodia e Sintiche sono state
due attive collaboratrici di Paolo al momento
della loro conversione e della fondazione della
comunità di Filippi e che attualmente svolgano un ruolo di animatrici missionarie e pastorali nella stessa comunità cioè presiedono la
domus ecclesiae. Con questa frase di Fil 1,5 “perché avete collaborato al vangelo dal primo giorno fino
al presente” Paolo voleva sottolineare che la
loro collaborazione non solo avveniva con
soccorsi pecuniari (Fil 4,15-16), ma anche con
il loro contributo alla sua testimonianza apostolica (1,7; Cfr. 2,15-16) ed avevano sofferto
con lui per il vangelo (1,29-30). (Infatti, esse
collaborarono alla diffusione del vangelo”)....
La seconda supposizione è quella che probabilmente l’opera delle due donne si era
distinta per generosità (dovrebbe distinguersi) anche dalla comune partecipazione dei
filippesi all’azione missionaria di Paolo che
consisteva nell’inviare il contributo e provvedere all’assistenza materiale delle chiese più
povere. Si può quindi capire ciò che viene
detto nella prima supposizione.
Evodia e Sintiche: “hanno lottato per il
Vangelo”: Per Paolo, Evodia e Sintiche sono
“quelle che hanno combattuto con noi per il vangelo”.
Seguendo il pensiero di Paolo, sapremo in 1 Ts
2,2 che il rapporto tra Paolo, il gruppo dei
missionari e la comunità dei filippesi è maturato in mezzo a prove e sofferenze d’ogni
genere. Infatti, scrivendo ai tessalonicesi
Paolo dice che è arrivato nella loro città per
annunziare il vangelo di Dio con coraggio in
mezzo a molte lotte “dopo avere prima sofferto e
subito oltraggi a Filippi, come ben sapete” (Fil 2,2).
Luca raccontando il suo viaggio – assieme a
Paolo – verso Filippi (At 16, 11ss ), sottolinea
che quando arrivarono in quella città, dopo
avere cominciato ad annunziare il Vangelo, la
Animatrici missionarie e pastorali: Nella
lettera Paolo esorta al suo “sincero compagno, di
venire loro in aiuto” (Fil 4,3). Paolo invita di
andare in aiuto alle due donne perché esse, a
suo tempo, lottarono a fianco di Paolo e con
gli altri collaboratori, all’opera di evangelizzazione. Dunque la motivazione data da Paolo
lascia capire che l’intervento del “compagno sincero” consiste nel dare una mano per l’opera
pastorale e missionaria nella quale sono tuttora impegnate le due donne: l’animazione della
comunità dei filippesi – presidenza della domus
ecclesiae. Tale opera, tesa a costruire la comunità, ha la sua fonte e il criterio fondamentale
nella convergenza spirituale, come raccomanda Paolo dicendo “raccomando ad avere lo stesso
modo di sentire nel Signore” (Fil 4,2), un modo di
sentire radicato nel Signore. L’esortazione ad
avere “uno stesso modo di sentire” non presuppone necessariamente uno stato effettivo di dissensi e divisione tra di loro. “Avere lo stesso
modo di sentire” corrisponde a quell’atteggiamento spirituale dei cristiani sul quale si regge
la comunità, ieri come oggi.
Non possiamo terminare senza fare allusione alle parole del nostro padre generale che ha
saggiamente sintetizzato la vita di queste
donne in questi termini: “esse avevano un ruolo di
primo piano delle prime comunità cristiane, in quanto ‘hanno lavorato per il Signore’ e sono la più gloriosa attestazione di onore per l’apostolato della donna
nella Chiesa di origini”. Padre Aquile, continua
facendo una citazione saggia di Giovanni
Paolo II in questi termine: “il terzo millennio
attende ancora la rivelazione del genio femminile... un
genio da manifestare con creatività, non solo come
silenzio, ma anche come parola, non solo come capacità esecutiva, ma anche come partecipazione effettiva
ai processi decisionali della Chiesa. Si tratta di assumere tutto il positivo delle rivendicazioni delle donne
nel mondo, valorizzando il genio femminile per la
costruzione della Chiesa e del mondo” Bollettino
Ufficiale dell’IMC (n° 125 p.9).
I collaboratori di Paolo
folla insorse contro Paolo e Luca, e si rivolse
ai magistrati dicendo: “Questi uomini gettano il
disordine nella nostra città; sono giudei e predicano
usanze che a noi romani non è lecito accogliere né praticare” (At 16,20-21.27). Possiamo immaginare
quindi che è in questo ambiente ostile che
Paolo assieme ad Evodia, Sintiche ed altri collaboratori ha non soltanto iniziato la fondazione della comunità di Filippi, ma anche ha
svolto insieme l’attività missionaria e pastorale.
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Da forestiero - Biennio di interculturalità
Dare dalla nostra povertà
p. Giuseppe Ronco, imc
Pensando al Biennio di Interculturalità, ho
voluto visitare la 53esima Esposizione
Internazionale dell’Arte della Biennale di
Venezia.
La mostra, ampia e articolata, vede 77 padiglioni dedicati a 99 artisti stranieri. In maniera visiva si può intuire il pensiero di molte
nazioni sul tema.
Il tema che il suo direttore Daniel
Birnbaum ha scelto, Fare Mondi – Making
Worlds, mi sembrava particolarmente interessante per un missionario che si propone di
evangelizzare il mondo di oggi e di domani.
Come sarà infatti il mondo di domani? La
Biennale rivolgeva un invito agli artisti di
tutto il mondo affinché elaborassero intuizioni, descrizioni, desideri, aspettative o paure su
come sarà il mondo di domani e su come lo si
potrebbe costruire. Girare tra gli stands della
mostra era un’occasione per conoscere ciò
che gli artisti pensano del futuro e prepararsi
per non giungere impreparati alle sfide che si
porranno all’evangelizzazione.
Dipingere il mondo di domani è sempre
una sfida e le risposte variano. Per gli artisti
egiziani Adel El
Siwi e Ahmad
Askalany, con le
loro statue in vimini e terracotta,
impressionanti e a
volte terrificanti, la
visione del mondo
futuro
appare
come una realtà
evanescente, fatta
di
fragilità
e
mostruosità.
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La Francia, con Le grand Soir di Claude
Léveque, lascia poche speranze. La grande
sera del vecchio mondo, degli anciens régimes, della libertà più spesso ostentata che
reale, sta lasciando il passo alla notte che
viene. Magari la sera scompare per lasciare il
posto a un mondo nuovo!
Fathiya Tahiri e Mahi Binibine, artisti
marocchini legati al Musée Hassan di Rabat,
che espongono nella Chiesa della Pietà dove
Vivaldi diresse le Quattro Stagioni, suscitano
dubbi e interrogativi. Binebine, come nei suoi
romanzi, presenta maschere silenti e contorte,
figure intrappolate che implorano aiuto per
liberarsi, mentre Fathiya Tahiri, mettendo in
scena una bocca volgare da cui spunta una
linguaccia circondata da denti molari che
macinano tutto, fa presupporre un futuro
ingoiatore e beffardo che non concede speranze.
Michelangelo Pistoletto, italiano, con la sua
filosofia dello specchio come strumento di
comprensione del mondo, si diverte a presentare specchi rotti e frantumati, immagine di
ciò che il domani riserva.
Più positiva è Lygia Pape, nota artista brasiliana, che con la sua opera Ttèia dipinge il
mondo futuro con fili d’oro, sospesi tra pavimento e soffitto e illuminati dall’alto, creando
una scultura di luce che ispira qualcosa di
metafisico.
Ma vorrei parlare di Matteo Basilé, giovane
e promettente artista italiano, nato nel 1974 a
Roma, dove vive e lavora. E’ stato uno dei
primi a usare l’arte digitale per modernizzare
il ritratto, sovrapponendo e mescolando con
gran raffinatezza volti presi dalla strada e tecnologia moderna. Con i suoi lavori, l’artista
mette in scena la metamorfosi, il grottesco,
una geografia umana ambigua e multiforme
alla ricerca di un’identità, con nani giullari o
calati nell’iconografia del Cristo morto, oppure nerboruti uomini tatuati addolorati dalla
perdita delle loro giovani amanti.
Fu definito “veritas in liquido” perché sa
esprimere con abilità e precisione i tratti della
società liquida descritti e analizzati da
Zygmunt Bauman.
Questa sua opera, Thisoriented People
Series, è molto bella e di grande effetto.
Nasce da un lungo soggiorno dell’artista a
Bali, dove scopre che alcuni valori fondamentali non appartengono a una singola cultura,
ma sono universali. Il tentativo di esprimere
questi valori con forme pittoriche nuove (in
Thisoriented si tratta di stampa lambda su
alluminio e plexiglass) mette in evidenza non
solo il valore universale, ma anche la validità
attuale e moderna di tali valori.
Illuminato da una luce che viene dall’alto,
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Da forestiero - Biennio di interculturalità
La Finlandia, con un manichino suicida in
piscina, presenta una visione dai toni macabri
e cupi. Un uomo si è ucciso forse perché è
stato inghiottito dalla crisi e il popolo dopo
aver appreso la notizia, incurante dei motivi
del suo folle gesto, continua a distrarsi girandogli attorno incurante, avido solo di notizie
provenienti dal suo lunapark.
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Da forestiero - Biennio di interculturalità
10
protagonisti, sapendo offrire dalla loro povertà un
dono, seppure povero e
insignificante. “Il modo di
dare conta di più di ciò che
si dà” (Marie Sabine
Roger). Ossequio anche alla
madre terra, che tramite il
mondo animale dei galli,
viene restituita in offerta al
Creatore e all’umanità intera, per il benessere dell’uomo.
Questo vecchio è orientato a questo tipo di
mondo. Il titolo però,
Thisoriented,
contiene
un’ambiguità di pronuncia e
segnala la possibilità di
un’altra lettura: disorientato. Davanti al nuovo e al
diverso, questa possibilità
non è mai da escludere.
Mi vengono alla mente le
parole di Benedetto XVI
nella sua enciclica Caritas
in veritate:
dall’occidente e dall’oriente, questo vecchio
povero dal volto contemporaneamente asiatico ed europeo, fissa lo sguardo verso Colui
che sta al di sopra del mondo. E dalla sua
povertà dona l’offerta di due galli. A chi?
Perché? Serviranno a qualcosa?
Il messaggio è molto bello. I poveri che
danno qualcosa preso dalla loro povertà ci
insegnano che può nascere in futuro un
mondo nuovo e diverso, in cui loro sono i
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“La grande sfida che
abbiamo davanti a noi, fatta
emergere dalle problematiche dello sviluppo in questo tempo di globalizzazione e resa ancor più esigente
dalla crisi economicofinanziaria, è di mostrare, a
livello sia di pensiero sia di
comportamenti, che non
solo i tradizionali principi
dell’etica sociale, quali la trasparenza, l’onestà
e la responsabilità non possono venire trascurati o attenuati, ma anche che nei rapporti mercantili il principio di gratuità e la logica del dono
come espressione della fraternità possono e
devono trovare posto entro la normale attività economica. Ciò è un’esigenza dell’uomo nel
momento attuale, ma anche un’esigenza della
stessa ragione economica. Si tratta di una esigenza ad un tempo della carità e della verità”(CIV 36).
P. Lorenzo Sales testimone
del pensiero del fondatore
p. Francesco Pavese, imc
P. Lorenzo Sales (1889-1972) fu uno dei
Missionari della Consolata che conobbe più
intimamente il pensiero del Fondatore.
Entrato nell’Istituto nel 1907, solo 6 anni
dopo la fondazione, ebbe la fortuna di respirare l’atmosfera fervorosa delle origini e di
essere formato direttamente dall’Allamano, al
quale fu sempre legato da sincero affetto e
profonda stima. Generoso apostolo nelle missioni del Kenya dal 1914 al 1920, viste le sue
doti di brillante scrittore e di facondo oratore, fu richiamato in patria per collaborare alla
redazione della rivista “La Consolata” e per
l’animazione missionaria. In vista di pubblicare un articolo in occasione del 50° di sacerdozio dell’Allamano, ebbe con lui diversi incontri. L’Allamano, nonostante la sua riservatezza, si lasciò intervistare da questo suo figlio,
del quale si fidava. La trascrizione di quelle
interviste, se non fosse andata perduta, sarebbe ancora per noi una fonte fresca di notizie
e soprattutto di spirito. Nel 1936, 10 anni
dopo la morte dell’Allamano, P. Sales ne pubblicò la prima biografia, che rimane ancora
oggi un’opera di ineguagliabile fascino.
Missionari insieme
L’Allamano e il suo primo biografo
voce, ho pensato utile pubblicare, in ordine
cronologico, alcuni stralci delle conferenze
alle missionarie, tenute a S. Mauro e altrove,
dove P. Sales parla dell’Allamano. Sono vivaci
e, per molti aspetti, esprimono un’attualità
sorprendente.
Nel 1948, P. Sales si ritirò come cappellano
nella casa delle Missionarie della Consolata a
San Mauro Torinese. Durante quegli anni,
oltre alle sue molteplici attività apostoliche,
divenne maestro di spirito delle missionarie,
intrattenendole, con appropriate conferenze,
sullo spirito del Fondatore. Anche queste
conferenze di P. Sales, della quali sono state
fatte fedeli trascrizioni, sono una miniera
molto ricca da cui trarre notizie sullo spirito
del Fondatore.
13 agosto 1967: «Mio fratello Giuseppino
[…] era al sanatorio e gli avevano già asportato un polmone e gli avevano tolto anche delle
costole, ed era in fin di vita. Gli avevo già
preso l’ambulanza della Croce Rossa, perché
la mamma lo voleva a casa, vivo o morto. Mi
venne un’ispirazione; gli dissi: “Guarda,
cominciamo
ancora
una
novena
all’Allamano”. E il giorno dopo stava bene e
poi per 25 anni ha fatto il professore.
Senza fare correzioni e conservando le
espressioni come sono state colte dalla viva
(…) Ricordate sempre la risposta del Can.
Allamano a quel sacerdote convittore.
da Casa Madre - 10/09
11
L’Allamano gli aveva fatto osservare che accarezzava troppo i fanciulli che erano in sacrestia. E lui: “Anche Gesù li accarezzava”. “Ma
tu non sei Gesù!”. È una risposta profonda,
sapete.”Ma tu non sei Gesù!”».
10 ottobre 1968: «Vi dirò due parole alla
buona. Ho scelto cinque punti, perché mi
pare che racchiudano meglio lo spirito del
Fondatore.
Missionari insieme
Il primo è la santificazione dei Membri
dell’Istituto. Mi si domanda: ma l’ha proprio
detto il Fondatore? “Prima santi e poi missionari”: cento e cento volte, cento e cento
volte, di continuo. E non solo. Notate, diceva
ancora: “Prima religiose e poi missionarie”.
Non possiamo prescindere da questo. Mi
direte: ma non sbagliava? […] È come dei due
comandamenti che formano la Legge: l’amore
di Dio e l’amore del prossimo. Il primo dei
due, il massimo: l’amore di Dio. Il secondo,
simile al primo, ma secondo, l’amore del prossimo. Ecco che qui non si sbagliava il
Fondatore.
12
Il secondo punto, che è una conseguenza del
primo, fondamentale nello spirito del
Fondatore, è la preghiera. Preghiera.
Intendetela come volete […]. Concretizziamo
tutto in una parola: vita interiore. (…) E non
sto qui, perché non è il caso, a far passare gli
esempi del Fondatore. Ne avete dei capitoli
interi nella “vita”. Ma quando penso che fin
da chierico (mi stupisco sempre quando ci
penso), fin da chierico proponeva di accostare ogni boccone di cibo al costato di
Gesù…dico: povero me! Io ho ottant’anni,
ottanta, e non sono ancora giunto al punto
che il Can. Allamano raggiunse da chierico di
vita interiore, di vita unitiva, di vita soprannaturale. […]. Era un uomo di preghiera, vera
anima di vita interiore, quindi vero sacerdote,
sì, e vero apostolo. È qui, non andatelo a cercare altrove, è qui il segreto di tutte le sue
opere, di tutti i suoi successi, nonché la spiegazione della sua santità. […].
Il terzo punto è questo: la questione del
materiale non deve mai prevalere sulla questione morale del buon nome dell’Istituto, e
da Casa Madre - 10/09
soprattutto sulla questione spirituale. […]. E
per venire al nostro Padre, ricordate la rinuncia all’eredità dell’Abate Robilant; perché non
si potesse dire che l’aveva assistito durante la
malattia per lucro: ha rinunciato all’eredità.
Diceva: l’Istituto ha più bisogno del buon
nome che del denaro. […]L’assillo della sua
anima, il tormento quasi della sua anima: lo
spirito. Comunicare a noi il suo spirito; che il
suo spirito fosse il nostro spirito, che lo
assorbissimo, lo vivessimo…[…].
Il quarto punto riguarda il concetto che il
nostro Fondatore si è sempre fatto sull’autorità. […]. Il nostro Padre lo aveva assimilato
bene. E veramente il faro che illuminò tutti i
suoi passi, tutte le sue opere, fu la Volontà di
Dio, nella sottomissione ai legittimi superiori.
[…]. E ricordate anche questo: l’ultima lettera circolare, il nostro Fondatore la scrisse in
occasione del Giubileo d’oro della sua Messa
e in quella lettera breve, non dubita, con un
piede nella fossa, come si dice, non dubita di
affermare: non temo di propormi a voi come
modello di obbedienza. Ecco il Fondatore,
ecco lo spirito del Fondatore. Ricordate tutto
questo, se volete essere vere figlie
dell’Allamano e apostole […].
Il quinto ed ultimo punto, collegato a questo, è la totale dedizione dei Membri
dell’Istituto alla causa della Chiesa. Quando il
Padre, nei suoi viaggi a Roma, metteva il capo
sotto il piede sporgente della statua di S.
Pietro nella basilica, non era mica solo un
atto di umiltà suo personale o di pietà sua
personale; oh, ce lo diceva: era tutto l’Istituto,
vostro e nostro, erano tutti i membri dei due
Istituti, presenti e futuri, che egli intendeva
rappresentare. (…) Una fede integra, senza
sottintesi, senza riserve, senza quei “ma” e
quei “chissà”. Il Can. Allamano diceva:
“Anime piene di chissà, ma vuote di pietà”».
25 maggio 1969: «Il nostro Fondatore non ha
mai voluto che lo si chiamasse “fondatore”;
non soltanto a voce, ma anche per lettera,
quando facevamo gli auguri a S. Giuseppe, al
compleanno…Mai…e neppure superiore. E
lo chiamavamo “signor Rettore”. Era Rettore
della Consolata e del Convitto, e tutti gli altri
2 agosto 1970: «Il nostro Fondatore, presentando le Costituzioni corrette, ci diceva che
ogni parola era stata studiata ai piedi del
Tabernacolo e che quindi ogni regola, nel suo
insieme, poteva ritenersi come ispirata. E
come non trascurò nessun mezzo di preghiera, così non trascurò nessun altro mezzo per
conoscere la Volontà di Dio. Fra i mezzi
umani, quello di essere ricorso, oltre ad alcuni Superiori Generali, anche alle loro
Costituzioni.
Un giorno andavo a trovare il Can.
Allamano (andavo sovente), e aveva sul tavolo un mucchio di librettini. “Sai che cosa
sono?”, mi dice. “Sono le Regole di tutti gli
Istituti che ho potuto avere” Chiese anche di
poter vedere le Costituzioni dei Gesuiti, e il
Padre Gesuita rispose: “No, Canonico, non
possiamo dare le Costituzioni”.
“Ma io me ne servo con prudenza…”.
“Mi
rincresce,
Canonico, non posso dargliele”.
E mentre aveva le Costituzioni,
le spingeva verso il Canonico
Allamano e continuava a dire:
“Vede, non posso…”. Il Padre
concluse: “Ah! Ho capito, non
possono darmele, ma io posso
prenderle!”».
na, e il Can. Allamano gli dice: “Senti, fammi
un po’ passare tutti e indicami quello che salverà più anime”. E il bambino guarda fisso il
primo e tira diritto; ne guarda un altro, scuote la testina e tira diritto. E così facendo ne
passa diversi. Poi si ferma davanti a me, mi
guarda, e puntando il ditino dice: “Questo!”.
È una stupidaggine; lui era un bambino, cosa
poteva capire di queste cose! Ma qualche volta
ci penso: non posso più fare apostolato e
sono alla fine dei miei giorni, perciò mi dico:
fatti furbo, ama…».
5 settembre 1971: «Si prega nel nostro
Istituto? Il nostro Fondatore (lo sapete e sta
scritto) aveva fatto il conto di tutti i minuti
che nell’Istituto erano impiegati nella preghiera, contando anche la meditazione; e
aveva trovato tre ore di preghiera. Era contento. Ce lo disse in una conferenza:
“Quest’oggi ho fatto il calcolo, ed è risultato
che ci sono tre ore di preghiera. Sono contento!”».
15 novembre 1970: «Quando
eravamo chierici, tutte le settimane facevamo la passeggiata a
Rivoli, e giunti alla villa ci mettevamo seduti sulle panche a
semicerchio intorno al Can.
Allamano che ci intratteneva
con pensieri spirituali. Era ricchissimo di pensieri. Quella
volta, c’era anche la signora
Rosanna,
benefattrice
dell’Istituto, e il Padre la fece
sedere accanto a lui, e noi chierici tutti insieme. Questa signora aveva un bambino come
quelli della vostra scuola mater-
Missionari insieme
lo chiamavano “Rettore” Ma quando lo chiamavamo “fondatore” lo vedevamo subito
oscurarsi in volto».
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da Casa Madre - 10/09
Visita canónica en contexto de
interculturalidad
Attività della Direzione Generale
p. Salvador Medina, imc
La Región IMC Colombia-Ecuador, a los 62
años de vida, ha sido visitada por la Dirección
General del Instituto a través de la llamada Visita
Canónica, realizada por los PP. Stefano
Camerlengo (Vice-superior general) y Antonio
Fernandes (Consejero General para ele Continente
América), entre el 13 de julio y el 15 de septiembre
de 2009.
Para leer e interpretar el acto ordinario de una
visita que se convierte en acontecimiento extraordinario para cada misionero y su comunidad local,
lo mismo que para toda la Región IMC ColombiaEcuador. Me valdré de tres categorías relacionadas
con la interculturalidad: el encuentro, la reciprocidad y la colaboración.
ENCUENTRO
Los Misioneros Stefano y Antonio salieron de
Roma o mejor, continuaron su viaje por la geogra-
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da Casa Madre - 10/09
fía e la misión del Instituto de la Consolata y aterrizaron en Guayaquil. Ni descubrimiento sorpresivo
e intimidador, ni conquista dominadora o controladora por parte de estos enviados del Instituto, sino
encuentro fraternal, más evangélico que canónico.
En Guayaquil se inició la VISITA y avanzó por
el territorio de dos naciones hermanas enfrentadas
ideológica y políticamente.
El ENCUENTRO, como dinamismo antropológico del ser humano que sale de…, va o camina
hacia…, entra en el mudo-visión del “otro” semejante y diferente…, desata la comunicación y teje la
comunión, caracterizó toda la VISITA:
Encuentro, cara a cara, de los visitadores con
cada uno de los misioneros. Diálogos personalizados, íntimos e intensos, de una y más horas, que se
prolongaron a lo largo de todo el recorrido. Más
RECIPROCIDAD
Las actitudes y gestos fraternos de los visitadores
se mezclaron la apertura para la acogida, la escucha
y la revelación de los visitados, con algunas excepciones que no han de faltar. Ellos nos enriquecieron con sus dádivas y nosotros los retribuimos,
para bien del Instituto, con nuestros dones.
Colombia-Ecuador ofrece variados, novedosos,
actuales y desafiantes espacios de misión ad gentes
en los campos y en las ciudades: el primer anuncio
se mezcla con el diálogo intercultural, ecuménico y
religioso; la justicia y la paz imploran por administradores fieles de los valores del Reino de Dios y
artistas cuidadosos de la obra de la creación; los
pobres, en exilio, esperan la verdadera consolación
que no puede ser otra que la liberación integral; las
Iglesias locales nos piden autenticidad testimoniada
y animación misionera calificada para su propia
realización eclesial.
Los visitadores nos provocan con sus exhortaciones a favor de las vocaciones misioneras ad gentes y de la Consolata y nosotros abrimos las puertas del corazón, la casa y la cultura para la formación misionera internacional y la práctica misionera de los hermanos africanos; juntos, los de Roma
y los de Colombia-Ecuador nos intercambiamos
bienes materiales, espirituales y culturales, mientras
caminamos hacia una más firme y liberadora auto
sostenibilidad económica y financiera de la vida y
de la misión.
El Instituto se hace cada día más local, sin dejar
de ser internacional. La interculturalidad se impone
en la sociedad y nosotros, IMC, nos sentimos portadores de un novedoso y verdadero sacramento
que debemos intercambiar ya, aquí en América y
más allá, en Europa, Asia, África y Oceanía algún
día.
De toda esta reciprocidad son testigos los 34
misioneros europeos encabezados por el P. Silvio
Vettori quien se despidió de la Región después de
cortos y bien vividos 57 años de gracia y gratuidad;
los 33 africanos, los 45 americanos y el asiático
Kim Moonjung, quien emitió su Profesión
Perpetua al concluir la Asamblea Regional.
Attività della Direzione Generale
de 150 encuentros personales sembraron de revelación y proyección la vida íntima de la Región IMC
Colombia-Ecuador.
Encuentro fraterno, en la intimidad de la casacomunidad, para leer juntos el presente, recogiendo las huellas del pasado, con sus luces y sombras,
iluminarlo con la palabra autorizada y exhortativa,
suscitar la conversión y proyectar la misión con
fidelidad carismática y realismo contextualizado.
En las 30 comunidades locales se celebró el sacramento de la comunión fraterna en torno a las
mesas de la cocina y del altar de la alianza.
Encuentro con las comunidades cristianas, las
Iglesias Locales y algunas autoridades civiles y,
hasta militares. De las 15 jurisdicciones eclesiásticas
en donde están presentes los Misioneros de la
Consolata, 11 Obispos acogieron a los visitadores y
compartieron con ellos su visión del Instituto y sus
planes de evangelización. La comunión con la
Iglesia Local se manifestó generosa y enriquecedora para ambas las partes.
Encuentro impregnado de admiración y asombro con la variada y desafiante geografía física de la
misión: selvas de cemento atiborradas de gente en
movimiento, amazonia biodiversa irrigada por
gigantescos ríos y pequeñas cebradas, inmensas
montañas de la cordillera andina con sus imponentes nevados y sus profundos cañones, serpenteadas
por largas carreteras vinculadas con oscuros túneles y arquitectónicos puentes. Cada paisaje suscitando la advocación, la alabanza, el asombro y el
temor. Muchos de ellos fueron capturados por la
cámara de los visitadores y guardado para perenne
memoria o distribuidos para la comunión de bienes a través de los medios de comunicación.
Los encuentros culminaron con una Asamblea
general iluminada misiológicamente por Mons.
Luis Augusto Castro y carismáticamente por los
dos Visitadores canónicos. Los 60 participantes
evidenciamos, una vez más, el Proyecto misionero
regional en su proceso histórico, muy bien sintetizado e interpretado por el P. Antonio Bonanomi, lo
actualizamos, revitalizamos y proyectamos hasta el
2011 cuando concluirá la actual Dirección Regional
y celebraremos el Capítulo General.
COLABOARACIÓN
Con la Eucaristía de clausura de la Visita y la
Asamblea Regional sellamos nuevas, enriquecedoras y comprometedoras alianzas entre el Instituto y
la Región Andina, con presencia en ColombiaEcuador-Perú, entre la Región Andina y el
Continente, vinculados por la amazonia y las etnias
indígenas y afro descendientes, entre el IMC, las
da Casa Madre - 10/09
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Attività della Direzione Generale
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MC y los LMC, hacia la conformación de la Familia
de la Consolata al servicio de la misma misión y
dinamizados por el mismo carisma, recibido del
Beato Allamano y desarrollado con la luz y la fuerza de ese Otro Paráclito, enviado por Jesucristo
desde el Padre de la vida y de la misión.
Todos queremos seguir viviendo y trabajando en
la misma casa-familia de la Consolata, al servicio de
la misión ad gentes en cada lugar y con espíritu
práctico y operativo de partir, repartir y compartir
los bienes, las personas, los saberes en la mesa
común de mamá Consolata y papá Allamano.
La Dirección General sabrá, después de haber
conocido mejor, mirar las posibilidades y necesida-
des de la Región. Podrá repartir con mayor equidad
los recursos humanos y económicos, ala mismo
tiempo que podrá.
Conclusión
La Visita, cuando es más evangélica que canónica, general intercambio para el bien de todos.
Gracias a los visitadores, mientras aceptamos sus
agradecimientos: “A tutti ed a ognuno un profondo ringraziamento ed uniti nella missione.
Fraternamente padre Stefano alleluia!”
“Siate come lievito nella massa”
Breve racconto della Visita Canonica
alla Delegazione Corea
(6-16 settembre 2009)
p. Diego Cazzolato, imc
Quella volta fu Paolo che salì a Gerusalemme con alcuni suoi
collaboratori, per esporre a Cefa e alle persone più ragguardevoli
il vangelo che egli predicava tra i pagani, per non trovarsi nel
rischio di correre o di aver corso invano (cfr. Gal 2:1-2).
Questa volta invece sono state le “persone ragguardevoli”, concretamente il superiore generale p. Aquiléo e il consigliere continentale per l’Asia, p. Paco, a fare un lungo viaggio per venire a
trovare noi in Corea, per rassicurarci di non correre, o aver corso,
invano.
La finale della storia è invece la stessa in ambedue i casi: le
“colonne” hanno dato a Paolo e a noi la loro destra, “in segno di
comunione” (Gal 2:9).
Dopo tutta la preparazione fatta, a suon di relazioni sulla delegazione, su ogni comunità locale, sugli
Uffici e anche quella personale, abbiamo accolto con
gioia i due Visitatori il giorno 3 settembre. Abbiamo
concesso loro di smaltire un poco il fuso orario, e poi,
il sabato 5 settembre, noi del consiglio di delegazione
abbiamo avuto un “anteprima” alla Visita. Nel senso
che avevamo “marinato”, a suo tempo, la settimana di
formazione permanente diretta a tutte le direzioni di
da Casa Madre - 10/09
circoscrizione dell’Europa e Asia, ma siamo stati
“pescati” lo stesso in questa occasione per una giornata particolare su quel tema. Non è certo possibile riassumere i contenuti formativi di un’intera settimana in
una sola giornata, ma almeno p. Aquiléo e Paco ci
hanno provato. E noi abbiamo ascoltato, con attenzione e interesse.
La Visita vera e propria ha avuto inizio la sera della
domenica 6 settembre, con la preghiera solenne dei
Vespri, alla quale abbiamo potuto essere presenti tutti,
nonostante i vari impegni di Messe nelle parrocchie
vicine.
Poi gli eventi si sono susseguiti per ordine, secondo
il programma fatto: incontro iniziale con il consiglio di
delegazione; incontro di “famiglia” con l’intera comunità, visita ad ognuna delle tre comunità locali, visita ai
vescovi delle due diocesi nelle quali lavoriamo, conclusione di tutto, prima con il consiglio di delegazione e
poi con tutta l’assemblea.
P. Aquiléo e p. Paco hanno affrontato tutto con
pazienza e molta disponibilità; noi abbiamo fatto del
Quali conclusioni?
Innanzitutto, proprio quella della comunione!
L’assicurarci che, se siamo qui in Corea, lo siamo proprio a nome dell’Istituto, ed e’ attraverso di noi che
l’Istituto vive, soffre, lavora ed evangelizza in Corea.
L’assicurarci che le dimensioni del nostro Progetto
Missionario (l’evangelizzazione dei poveri, il dialogo
interreligioso e l’AMV della Chiesa locale) sono veramente in linea con il nostro carisma ad gentes, e non
abbiamo corso, o stiamo correndo, invano!
Poi il riconoscimento e l’apprezzo dimostrato al
nostro “stile” di vita comunitaria, con il nostro ritmo
di incontri settimanali del lunedì, con la cassa comune,
con il dialogo e il discernimento comunitari su ogni
questione che abbia a che vedere con la comunità o
con la sua missione… I Visitatori ci hanno anche suggerito di “calibrare” meglio quella che e’ la vita comunitaria a livello di comunità locale, perché e’ a quel livello che va affrontata prima di tutto la vita comune, l’interculturalità e la missione.
Inoltre i Visitatori hanno dimostrato di capire la
“particolarità” della missione in Corea, così diversa da
quella che l’Istituto svolge in tante altre parti del
mondo. La difficoltà della lingua, e le sfide poste alla
nostra missione da una società ormai post-moderna; la
nostra piccolezza e debolezza davanti a tutto questo; il
non essere assolutamente “protagonisti”, ma semplici
“servi” in una Chiesa locale ben organizzata e forte;
una missione che non raggiunge grandi “numeri”, ma
che si svolge nella vita di ogni giorno in una rete di
relazioni con le persone più diverse.
E’ proprio a proposito di questo che il p. Aquiléo ci
insisteva di essere “come lievito nella massa”. Ma lievito buono, capace di far lievitare la massa! La nostra
missione non si gioca a livello di quantità, ma di “qualità”, e come tale è molto esigente.
Naturalmente, i Visitatori hanno fatto anche le loro
osservazioni sulle cose che si potrebbe/dovrebbe
migliorare. Le loro raccomandazioni si sono ripetute:
sulla fedeltà all’orario della preghiera comunitaria, sulla
convenienza che ogni comunità locale abbia il suo
“diario di missione” (cosa che noi, finora, avevamo
completamente ignorato…); sulla necessità di discernere gli a volte numerosi e pesanti “altri impegni” che
ognuno si assume oltre al compito specifico da svolgere all’interno del Progetto Missionario; sull’ordine da
tenere nell’archiviare i documenti importanti della
delegazione; la raccomandazione che ognuno sappia
Attività della Direzione Generale
nostro meglio per rendere la visita il più serena ma
profonda possibile. Senza lesinare nemmeno sui
momenti di relax, sugli incontri con le “nostre signore” del Gruppo Amici IMC, ed altro ancora.
17
da Casa Madre - 10/09
Attività della Direzione Generale
raggiungere un adeguato ritmo di vita e di lavoro, in
modo da potersi prendere cura di sé e diventare sempre più “lievito buono”…
18
Come ogni Visita che si rispetti (almeno, finora per
noi in Corea è sempre stato così), anche questa non ha
mancato di lasciarci una “sfida” seria sulla quale riflettere e discernere il da farsi. La sfida è costituita dai giovani coreani! Non solo quelli che ci sforziamo con
ogni mezzo di incontrare nell’ambito della nostra
AMV, ma proprio dai “giovani” intesi come “mondo
giovanile” e “nuovo areopago” della Missione.
Giovani post-moderni, “confusi” nei valori, lasciati da
tutti in balia di se stessi, bisognosi di vangelo e di vita.
Ehi, se c’e’ qualcuno là in giro che si diletti di ipod,
sms, twitter e quant’altro… venite a darci una mano!
L’ultima parola di questa breve relazione non può
essere che di ringraziamento ai PP. Aquiléo e Paco.
Abbiamo visto con i nostri occhi quanto le visite possano essere faticose ed esigenti (e noi siamo un piccolo gruppo! Chissà cosa succederà nelle nostre Regioni
più numerose…). Grazie per averci ascoltati. Grazie
per aver condiviso la nostra vita per qualche giorno.
Grazie per i suggerimenti e le sfide che ci avete messi
davanti. Chiediamo al Signore della Missione di saper
far tesoro di tutto quanto ci avete trasmesso, e di continuare il nostro cammino di “lievito” con maggior
coscienza e dedizione.
Corso di Formazione Continua
dei Missionari e Missionarie
della Consolata
p. Gianni Treglia, imc
È trascorso oramai un mese da quando un gruppo di 24 tra missionari e missionarie della
Consolata si ritrova insieme a Nepi, appena fuori
Roma, in provincia di Viterbo, nella casa
Generalizia delle Suore Missionarie della Consolata
per un periodo di formazione continua. Il gruppo
è composto da 15 Missionari e 9 Missionarie della
Consolata di ben nove nazionalità diverse. Tutti
hanno alle spalle tra i dieci e i quindici anni di
Professione perpetua o Ordinazione Sacerdotale e
svolgono il loro apostolato missionario in Africa
(Mozambico, Tanzania, Kenya, Congo, Costa
d’Avorio e Gibuti), America (Argentina, Brasile,
Colombia, Venezuela e Stati Uniti), Europa (Italia).
Il percorso
Il 17 agosto 2009 siamo giunti a Nepi dove
abbiamo potuto godere di una calorosa accoglienza da parte delle nostre consorelle che ci hanno
fatto sentire da subito a casa nostra. Madre
Gabriella, superiora generale delle Missionarie, e
padre Paco, Consigliere Generale dei Missionari, ci
hanno accolti e introdotti a questo periodo di formazione continuata. Lo specchio, dove guardarsi e
riscoprirsi, la pentola, dentro cui porre le nostre
da Casa Madre - 10/09
esperienze condividendole con gli altri, un bicchierino, segno della convivialità e fraternità dei partecipanti, sono stati solo alcuni dei simboli usati che
hanno dato inizio al nostro cammino.
I padri Ronco e Rovelli ci hanno poi illuminati
sul percorso che ci terrà impegnati fino al 31 ottobre 2009. Il percorso stesso è stato pensato ed
organizzato in cinque tappe attraverso le quali saremo guidati alla riscoperta della nostra persona e
della nostra vocazione, all’approfondimento della
vita religiosa e missionaria condivisa e vissuta nella
comunità, alla progettazione della missione cui
siamo chiamati e inviati.
Finora le tappe percorse sono state due. Nella
prima, con l’aiuto di una equipe dell’Associazione
Edith Stein, abbiamo cercato di entrare in noi stessi per individuare le emozioni con cui rispondiamo
ai fatti della vita e rivedere, così, le nostre capacità,
punti di forza da coltivare, e le debolezze, che non
debbono essere motivo di scoramento, anzi opportunità da cui ripartire e migliorare. Attraverso poi la
rilettura di alcune vocazioni nella Bibbia, i padri
Ronco e Rovelli ci hanno stimolati a rileggere la
nostra storia vocazionale, e quindi la nostra rispo-
Il nostro Carisma
Nella seconda tappa del nostro cammino non
poteva mancare certo una rilettura del nostro carisma alla luce degli insegnamenti e dello spirito del
nostro Beato fondatore, Giuseppe Allamano. In
questo momento ci hanno splendidamente guidati
il padre Pavese e Suor Teresa Edvige. Abbiamo
potuto notare con gioia quanto ci sentiamo figli
dell’Allamano e da lui ancora oggi ispirati. La missione vissuta con la santità della nostra vita innanzitutto e con una vita fraternamente condivisa è
ancora oggi motivo per ciascuno di noi ad essere
Missionari della Consolata.
Alle parole ascoltate sul nostro Fondatore e sul
Carisma, ha fatto seguito il nostro pellegrinaggio
sui luoghi della nostra fondazione. Abbiamo così
avuto modo di rivisitare i luoghi significativi della
storia del nostro Istituto: la Casa Madre dei
Missionari e quella della Missionarie della
Consolata, la tomba del padre Allamano, sulla quale
a lungo abbiamo sostato in preghiera, tutti insieme
e personalmente, la casa di Rivoli, la casa natale
dell’Allamano a Castelnuovo, il Santuario della
Consolata, cuore ancora oggi palpitante
dell’Istituto e di ciascun missionario. Senza dimenticare la visita e l’incontro con coloro che sono
testimonianze viventi della storia dell’Istituto: le
consorelle anziane di Venaria e i confratelli anziani
di Alpignano.
Fraternità e condivisione
Questo nostro corso di formazione continuata
non è però solo nelle conferenze e nelle parole
rivolteci da esperti e professori. Si sta rivelando
anche nella fraternità e nella condivisione che noi,
missionari e missionarie della Consolata, partecipanti al corso, stiamo vivendo ogni giorno che
passa in modo più intenso.
Alcuni di noi già si conoscevano per comuni
esperienze di studio o lavoro. La maggior parte
però si è ritrovata insieme in questa occasione per
la prima volta. Eppure non ci siamo sentiti stranieri gli uni agli altri. La vocazione comune alla vita
religiosa, in questa vita religiosa consolatina, ci ha
fatti sentire subito parte della stessa famiglia.
Condividere le nostre esperienze è per noi logica
conseguenza di questa comune appartenenza.
Attività della Direzione Generale
sta alla chiamata di Dio, in modo da poter capire in
che misura possiamo dirci identificati con quello
che siamo e facciamo.
La seconda tappa ci ha guidati ad approfondire la
nostra vita religiosa. La dott.ssa Scaiola e Suor
Renata, Consigliera Generale delle Missionarie
della Consolata, attraverso approfondimenti biblici,
ci hanno portati a vedere in Gesù, inviato del
Padre, il fondamento della nostra chiamata e della
nostra missione, nonché motivo della nostra professione Religiosa. Sotto la guida di don Andrea
Lonardo abbiamo anche gustato la figura di Paolo
di Tarso, quale missionario instancabile di Cristo e
modello di missionarietà.
19
da Casa Madre - 10/09
Diario della casa generalizia
Settembre 2009
Casa Generalizia
p. Michelangelo Piovano, imc
20
Il 2 settembre partono per la visita canonica in
Mongolia e Corea il Superiore Generale e Padre
Paco. Li salutiamo e gli facciamo gli auguri per questo momento di incontro
con i nostri confratelli che
lavorano in Asia.
Partenza anche di padre
Osorio Afonso per la
Turchia, assieme ai Corsisti
del Biblico, per una visita e
studio sui luoghi paolini.
Anche in questo mese si
susseguono gli arrivi dalle
ferie o dal lavoro pastorale
dei confratelli e la partenza
di altri.
Durante la prima settimana del mese, Fratel
Mario Bernardi e P. Bruno
Americani, partecipano al
Corso di Esercizi Spirituali
ad Alpignano.
Domenica 6 settembre
riceviamo in casa il gruppo
dei missionari e missionarie
giovani che stanno facendo
il Corso di aggiornamento
a Nepi. Nella mattinata
fanno una visita a San
Pietro guidati da P.
Giuseppe Ronco. E’ per
loro il giorno del rinnovamento della professione di
fede.
Celebrano
l’Eucarestia nella cappella
della casa generalizia e poi
il pranzo condiviso nella
fraternità con i membri
della comunità.
Lo stesso gruppo, il 10 settembre parte per
Torino, guidato da P. Antonio Rovelli, per un pellegrinaggio al santuario della Consolata e alla tomba
del Fondatore, una visita alla Casa Madre, a
da Casa Madre - 10/09
Castelnuovo ed alcuni giorni di formazione sulla
nostra spiritualità.
Il 17 settembre ritorna, dopo la lunga visita canonica alla Regione Colombia,
Padre Camerlengo. Nei giorni seguenti tiene alcuni giorni di incontro e formazione
con il gruppo del Corso che
è a Nepi
Dal 20 al 27 settembre
Padre Piovano predica gli
Esercizi Spirituali alla comunità della Polonia a Varsavia
avendo così il modo di conoscere questa nuova presenza
e realtà. Ospiti graditi di questo periodo sono il cardinal
Poletto, a Roma per l’incontro della CEI, e monsignor
Abraham Desta, Vicario
apostolico di Meki, venuto
per il Sinodo Africano.
IL 28 settembre, Padre
Joseph Kihwaga, dopo aver
terminato il Corso di
Licenza presso la Pontificia
Università Salesiana, lascia la
nostra comunità e parte per
Londra per un successivo
Corso
all’Istituto
St.
Anselmo, prima di giungere
alla sua nuova destinazione
in Kenya. Gli facciamo gli
auguri per il suo futuro lavoro e lo ringraziamo per la sua
presenza nella comunità in
questi tre anni.
Padre Osorio Afonso,
appena ritornato dalla
Turchia, dal 25 al 30 settembre predica gli Esercizi
Spirituali alla comunità dei teologi di Bravetta. Vi
partecipano anche P. Stephen Korambu e p.
Otieno Joseph..
Chiara Giovetti
Durante l’estate 2009 ho avuto la possibilità di
visitare le missioni in Kenya ed Etiopia, dove ho
trascorso quattro settimane tra luglio e agosto. Si è
trattato di un viaggio informale che ha coinciso con
le mie vacanza; tuttavia, dato il mio incarico di
responsabile dell’Ufficio progetti UGCM, ho colto
l’occasione per tracciare il punto della situazione
sulle attività in corso nell’ambito della cooperazione allo sviluppo e per raccogliere informazioni sulla
storia, la politica l’economia e la cultura di questi
Paesi.
La prima parte del mio viaggio in Kenya mi ha
portato fino a Loyiangalani, sul lago Turkana,
facendo tappa a Maralal, Baragoi, Sererit e South
Horr, nel distretto Samburu. Guidata dai missionari che lavorano in loco, mi sono calata in una realtà
per me completamente nuova, estremamente complessa, fatta di lotte per accaparrarsi risorse scarse
(l’acqua in primis) e di tratti culturali unici.
Casa Generalizia
Viaggio in Kenya ed Etiopia:
quattro settimane di full immersion
La tensione che si avverte, causata dai difficili
rapporti inter-etnici e aggravata dalla siccità di quest’anno, impone ai missionari una riflessione incessante e un’attenzione costante ai bisogni delle
comunità con cui lavorano, ora duramente colpite
dalla mancanza d’acqua che sta decimando il bestiame.
Sulla via del ritorno verso Nairobi, ho fatto
tappa a Wamba, dove ho visitato missione e ospedale, e a Isiolo, nella sede della Diocesi, dove ho
raccolto informazioni sullo stato dei progetti e sulla
realtà della Diocesi più in generale. Da lì ho poi
proseguito per Mukululu, per vedere la rete idrica
di Tuuru e per riordinare le idee nella quiete della
foresta di Nyambene.
I giorni passati a Nairobi, poi, mi hanno permesso di conoscere la multiforme varietà degli slums,
durante le giornate trascorse a Deep Sea, Masaai,
da Casa Madre - 10/09
21
Suswa, Kahawa, Korogocho e Kibera. Ciò che davvero colpisce di questi luoghi non è tanto il contrasto con la Nairobi elegante dei centri commerciali
e dei grattacieli, di cui si è ampiamente parlato,
quanto la consapevolezza che in un contesto di
degrado inconcepibile secondo canoni occidentali
si annida in realtà un microcosmo fatto di quotidianità, di lotte per i diritti, di sistemi economici informali che fanno degli slums un’esperienza straordinaria, una sfida unica per chiunque intenda operare nell’ambito della cooperazione allo sviluppo.
Casa Generalizia
Sconcertante e stimolante insieme, poi, è vedere
all’opera nelle metropoli come Nairobi le stesse
dinamiche che sono alla base delle migrazioni verso
il Nord del mondo: dalle zone rurali verso le città
africane o dai Paesi dell’Africa sub – sahariana
verso l’Europa, gli uomini si spostano alla ricerca di
un lavoro, di un’occasione, inseguendo un sogno, o
forse un miraggio, di una potenza devastante.
22
Da Nairobi mi sono poi spostata a Kisumu, sul
Lago Vittoria, dove ho conosciuto i missionari che
lavorano a Buoye, Chiga e Alendu, facendomi guidare da loro nelle visite all’ospedale, alle scuole, ai
centri pastorali. Colpisce che una zona con risorse
ittiche così ingenti come quelle garantite dal lago la
popolazione locale versi in condizioni così difficili
dal punto di vista socio – economico. Sono inoltre
ancora visibili i segni dell’ondata di odio inter –
etnico che ha contrapposto in particolare Luo e
Kikuyu dopo le elezioni del dicembre 2007: palazzi sventrati e case bruciate sono un monito, sul
quale i missionari concordano, a non abbassare la
guardia, nella consapevolezza che le tensioni ora
sopite potrebbero rivelarsi un fuoco che cova sotto
la cenere.
Le uscite nei dintorni di Nairobi, infine, mi
hanno fatto scoprire realtà ancora diverse, come il
Sagana Technical Institute, la missione di Gaturi o
quella di Makima, dove i missionari mi hanno
accolto con il consueto calore, saziando con ammirevole pazienza la mia fame di notizie e informazioni.
Il viaggio è poi proseguito in Etiopia, dove ho
trascorso soltanto una settimana, troppo poco per
entrare in profondità nella situazione politica ed
economica di un Paese così sfaccettato, ma abbastanza per avere un assaggio delle difficoltà che la
da Casa Madre - 10/09
popolazione etiope attraversa.
Ho visitato l’ospedale e la missione di Gambo, la
missione di Modjo e la sede della Diocesi a Meki.
Grazie all’accoglienza dei padri e dei fratelli, ho
potuto familiarizzare con concetti come la green
famine (la fame verde), che sintetizza la carenza di
cibo anche quando tutto, intorno, è verde e rigoglioso: la causa è la presenza di piogge che cadono
però solo in momenti inappropriati rispetto al ciclo
di sviluppo delle piante di cereali come il tiff o il
mais.
Ho poi ricevuto informazioni sul crescente
costo del cemento e delle materie prime in generale, sulla penetrazione economica della Cina, sul
business dei fiori recisi – visibile anche in Kenya –
che ha visto un proliferare di serre dalle quali multinazionali straniere ottengono alti ricavi, senza che
sia chiaro l’effettivo beneficio per la popolazione
locale anche considerando i rischi sanitari dovuti
all’utilizzo di pesticidi.
Il viaggio si è concluso con un incontro con il
personale della Cooperazione italiana presso
l’Ambasciata d’Italia ad Addis Abeba – come già
era avvenuto a Nairobi – per una ricerca di informazioni circa la possibilità di presentare al
Ministero degli Affari Esteri progetti relativi ai due
Paesi a nome della ong Missioni Consolata Onlus.
Un ringraziamento di cuore va ai superiori di
Circoscrizione, P. Franco Cellana e P. Antonio
Vismara, a Fratel Miguel Reyes e a Fratel Francisco
Reyes, a P. Angelo Riboli, a P. Abraham Markos, a
Beatrice Romeo, responsabile cooperazione a
Nairobi, a Emanuela Costamagna e Fabio Ferraro,
laici missionari a Gambo, e a tutti i missionari e i
laici che ho incontrato e che sarebbe troppo lungo
elencare, per l’accoglienza calorosa che mi hanno
riservato, l’entusiasmo con cui mi hanno accompagnato e la mole monumentale di informazioni che
mi hanno fornito.
Ricordo a tutti, a nome dell’Ufficio Generale di
Cooperazione Missionaria/ Ufficio progetti di
Missioni Consolata Onlus che P. Antonio Rovelli,
P. Giuseppe Ronco ed io siamo a disposizione di
tutti per contribuire a rendere sempre più efficace
il lavoro dei Missionari della Consolata in Kenya, in
Etiopia e nel mondo.
p. Francisco Lerma, imc
Nomeações
Foram apresentados aos respectivos Bispos de
Lichinga e de Inhambane:
o Pe. Luis Fernando López Acevedo como
Pároco de Mecanhelas e Entre-Lagos;
o Pe. Manoel Aparacido Monteiro, como Vigário
de M ecaanhelas e Entre-Lagos;
o Pe. Salvatore Forner, Reitor do Santuário da
Consolata de Massangulo.
o Pe. Guillerme Jorge, como Pároco de
Vilankuo/Mapinhane.
O Conselho nomeou:
1. o Pe. Manoel Aparecido Monteiro,
Ecónomo e superior religioso da comunidade imc
de Mecanhelas;
2. o Pe. José Neves, como colaborador da
comunidade de Mecanhelas, interinamente, até
Dezembro.
3. o Pe. Mário Teodori, colaborador da
comunidade do Seminário da Consolata da Matola.
o teólogo Piero Demaria no Seminário da
Matola, para o periodo de inserção e estudo de
português, e a partir
de Dezembro, membro da
comunidade imc de Maúa para o período de
experiência missionária.
O leigo Gonçalves Meparara, do grupo de
Leigos Missionários da Consolata de Lichinga, para
um período de um ano na comunidade imc de
Maúa.
Encontro regional de formadores
Os formadores das três Casas de Formação da
Região, terão um encontro em Maputo, no
próximo mês de Dezembro, para estudar a questão
do Propedéutico e mais outros assuntos
relacionados com a formação. Para a data, deverão
ter em conta o Encontro vocacional com
candidatos para o próximo curso.
Noviciado
Datas das próximas actividades e celebrações:
- Período de experiência pastoral durante este
mês de Setembro nas Paróquias de Liqueleva,
Guiúa, Massinga, Vilankulo e Mambone e o
próprio Noviciado.
- Celebração da 1ª Profissão Religiosa: no
Noviciado no dia 26 de Dezembro de 2009.
- Entrada no Noviciado: no Noviciado, nas
Véspras do dia 29 de Dezembro de 2009.
Bolsas de estudo
No próximo ano 2010 entrarão em vigor as
novas orientações que a Comissão está a preparar
e que serão comunicadas na devida altura.
da Casa Madre - 10/09
Mozambico
Nos dias 1 a 3 deste mês de Setembro, o
Conselho Regional esteve reunido em Maputo, em
sessão ordinária.
Eis algumas informações:
Sobre as Conclusões da nossa Assembleia da
Beira, nomeadamente sobre os vários projectos
relacionados com a AMV, posso informar-vos que
se estão dando os passos necessários para
concretizarmos cada uma das conclusões:
Logo tipo e revista missionária regional
“KHAMINHOS”: vão ser legalizados e registados
oficialmente nas respectivas repartições civis, em
ordem a podermos usá-los exlcusivamente.
CAM: o topógrafo entregou o estudo do terreno
ao arquitecto e éste preparou um estudo prévio que
vai ser enviado à Direcção Geral brevemente. A
planta contem: dois blocos de 25 quartos cada e
para duas camas, com serviço completo; salão para
plenário com pequenas salas para trabalhos de
grupo e sala da revista/computers; refeitório geral,
cozinha, e despensa; capela; residência para a
comunidade imc; prevê-se também a construçaõ
de quatro/oito apartamentos para alugar, como
fonte de autosustentamento.
KHAMINHOS: O pe Bonifácio está
completando o projecto que foi apresentado na
assembleia da Beira.
Página Web/Sito: os LMC Rui Antunes e a
Diana Antunes, estão trbalhando na construção do
sito. Já foi pago mo domínio e o correspondente
aluguer para o próximo ano.
Vita nelle Circoscrizioni
Carta às comunidades
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Brasile
Vita nelle Circoscrizioni
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Podemos adiantar o siguinte:
o subsídio para entregar a cada beneficiário será
de 750,00MT, que será atribuído da seguinte
maneira: 75% a cargo da Região e o 25 % a cargo
da comunidade imc que apresenta o candidato;
os benefiários serão três (3) por cada
comunidade imc.
Visita Canónica
A Direcção Geral confirmou que a Visita
Canónica será nos meados de Julho até os fins de
Agosto do próximo ano 2010, com a seguinte
modadlidade:
Será feita pelo Pe. Stefano Camerlengo, Vice
Superior Geral e pelo P. Matthew Ouma,
Conselheiro Continental;
Os visitadores visitarão cada uma das
comunidades imc, demorando em cada uma o
tempo suficiente, pelo menos dois dias, para o
diálogo pessoal com os missionários, e para
encontros comunitários. Também desejam reunirse com os Bispos das Dioceses onde trabalhamos,
os agentes de pastoral (conselho paroquial) e
outras pessoas que acharem conveniente.
Encerramento: No fim da Visita haverá uma
assembleia geral da Região em Maputo.
Para facilitar a participação de todos, peço aos
missionários que terão férias durante o próximo
ano, para as programarem fora do tempo da Visita
Canónica, tendo em conta as datas indicadas
(meados de Julho e fins de Agosto). Pelo que
programem as férias para um período antes ou
depois, mas não durante a visita.
Economia
Faz-se um apelo para todos sermos fiéis à
prestação de contas, a termos a contabilidade ao
dia, ao estudo de formas de autosustentabilidade
locais. Neste mesmo sector torna-se necessário
lembrar, para quem ainda o não fez, que se faça o
que for necessário para regularizarem a situação
laboral dos trabalhores das nossas comunidades e
paróquias: contratos de trabalho, salário mínimo e
providência social.
Calendários
Já foi impresso o Calendário de parede de 2010.
Na distribuição seguir-se-á o esquema do ano
anterior.
Estamos à espera dos Calendários de bolso.
Foram impressos 10.000 exemplares.
Noticiario do Brasil
p. Pessatti Jordão Maria, imc
SOLENIDADE DA SANTÍSSIMA CONSOLATA
No domingo 21 de junho de 2009 a Paróquia
Nossa Senhora Consolata” (Jardim Sao Bento, São
Paulo) celebrou a festa de sua Padroeira, que foi precedida por solene novena, animada pelas equipes
litúrgicas, pelos alunos do Seminário Teológico Pe
João Batista Bísio, pelas Missionárias da Consolata e
por outros grupos ligados à vida da Paróquia. Nas
homilías, os sacerdotes encarregados da celebração
da Eucaristia (João Monteiro da Felícia, Jordão Maria
Pessatti, Patrick Gomes Silva, Luiz Andriolo, Joakim
Kamau, Alex Brito (dos Arautos do Evangelho),
Pietro Plona, Valeriano Paitoni, Luiz Carlos Emer,
da Casa Madre - 10/09
Jaime Díaz Cadavid e Lírio Girardi) apresentaram a
Mãe Consolata como encaminho de justiça e paz” na
comunidade, na vida das crianças e dos jovens, na
família, na segurança do povo, nas diferenças culturais dos povos, na vida dos idosos e enfermos, na
promoção humana, na vida da missão. No dia da
solenidade (21 de Junho), às 10 horas, teve lugar a
Missa solene, celebrada pelo Pe. Lírio Girardi
(Superior Regional). Ao meio-dia, no salão da paróquia, almoço de confraternização, do qual participaram numerosas famílias da comunidade, juntamente
com alguns padres e os alunos do nosso Seminário
Teológico.
ORDENAÇÕES NO INSTITUTO
Em Boa Vista (Roraima), no dia 2 de agasto de
2009, o bispo diocesano, Dom Roque Paloschi, conferiu a Ordem do Diaconato ao jovem missionário
Corrado Giovanni Dalmonego. Corrado é italiano,
mas fez os estudos teológicos em São Paulo (aluno
do Seminário Jipe. João Batista Bispo). Padre Pietro
Plona, que fora a Boa Vista para pregar o retiro a
vários membros de diversas congregações religiosas,
representou a Região do Brasil na cerimónia da ordenação diaconal. Diácono Corrado trabalha na Missão
do Catrimani, junto aos índios Yanomami. Como
lema de seu ministério escolheu estas palavras de
Jesus: O Filho do Homem não veio para ser servido,
mas para servir e dar a sua vida em resgate por todos
(Mc 10,45).
Outras ordenações sacerdotais à vista: dia 22 de
agosto de 2009, em Murang’a (Quênia): Diácono
Benard IMwrangi; dia 17 de Outubro próximo, também no Quenia: Diácono Job Masyula.
Nossa profunda gratidão a Deus e à Mãe
Consolata pela dádiva dos novos presbíteros. Aos
neo-sacerdotes, votos de fiel perseverança e frutuoso
apostolado missionário!
assuntos tratados, refletidos e debatidos giraram em
torno da biodiversidade amazónica, ecologia, questões sociais, populações indígenas, quilombos, ribeirinhos e seringueiros, reforma agrária, desmatamentos, queimadas... A Região IMC do Brasil foi representada pelo Pe. Jaime Carlos Patias.
LEIGOS MISSIONARIOS DA CONSOLATA
(LMC), REGULO DO BRASIL
O grupo LMC de São Paulo, nos dias 4 e 5 de
julho de 2009 reuniu-se na Casa Regional (salão de
encontros), dando continuidade ao programa formativo que Ihes está sendo ministrado. Participantes:
Nélson, Lucrecia, Lucília, Mônica, Karla e Emília As
Missionarias da Consolata (Irmãs Maria Costa e
Maria Angelina) partilharam a caminhada de acompanhamento de quatro grupos de LMC, assessorados
pelos Missionários da Consolata, em Votuporanga,
Jandira, São Miguei e São Paulo. Depois, irmã Rosa
Clara expôs o tema Discernimento vocacional e
identidade, dizendo que é necessário buscar luz e clareza, antes de tomar uma decisão acerca da própria
vida. Por sua vez, Pe. Pietro Plona apresentou este
outro tema: A missão do leigo na Igreja e no IMC. E
disse, citando o Estatuto dos LMC (Europa):
Vita nelle Circoscrizioni
Diácono Rodrick Tumaini Minja, ex-aluno do
Seminário Teológico jipe. João Batista Bisio” (São
Paulo), foi ordenado sacerdote no dia 9 de Julho de
2009, na Parõquia Santo Agostinho», por S. Excia
Dom Isaac Amani Massawe, bispo da diocese de
Moshi, na Tanzània.
“O Leigo Missionário da Consolata é uma pessoa
que, desejosa de responder ao chamado de Cristo no
âmbito da vocação leiga, faz da missão ad gentes uma
opção de vida, segundo o espírito e o carisma que o
Bem-avenhurado José Allamano recebeu de Deus, e
partilha da f nalidade missionária do Inshtuto
Missões Consolata por ele fundado”.
12° INTERECLESIAL DAS CEBs
OFICINA DE CRESCIMENTO PESSOAL
Crescer, bebendo do próprio Poço - O curso realizou-se em Itaparica (Salvador, Bahia), de 30 de
junho a 11 de Julho de 2009. Da Região IMC do
Brasil participaram três missionários: Pe. Jose Tolfo,
Pe. Durvalino Condicelli e Pe. Sabino Mariga. A
Oficina de Crescimento Pessoal é uma oportunidade
para fazer uma experiência de autoconhecimento que
permite reconhecer o próprio processo vulnerado e
desenvolver as qualidades mais autenticas e profundas, base de qualquer opção de vida. Em outras palavras: é trabalhar a formação humana, para adquirir
um conhecimento mais profundo de si mesmo. A
Oficina destina-se a quem deseja investir no seu próprio processo, tendo em vista o crescimento pessoal.
da Casa Madre - 10/09
Brasile
Aconteceu em Porto Velho (Rondõnia), de 21 a 25
de julho de 2009, o 12° Intereclesial das
Comunidades Eclesiais de Base (CEBs), que teve
como tema: CEBs: Ecologia e Missão, e como lema:
Do ventre da terra o grito que vem da Amazônia. O
evento contou com milhares de participantes, algumas dezenas deles provenientes de países da America
Latina. A maioria dos participantes era constituída
por delegados escolhidos, encarregados de representar as 272 dioceses do Brasil, organizadas em 17
Regionais da CNBB. Entre os participantes havia
representantes dos povos indígenas da America
Latina, 32 jornalistas, 53 bispos, bom número de
sacerdotes: todos foram acolhidos pelas famílias credenciadas das paróquias de Porto Velho (RO). Os
25
Tanzania
Vita nelle Circoscrizioni
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L’asino muoia, ma il carico…
I gemelli fioriscono
p. Lello Salutaris Massawe, imc
Mentre i missionari della Consolata in Tanzania
compiono novant’ anni (90) da quando hanno toccato il suolo del Tanganyika per la prima volta il 18
maggio 1919, la loro gioia e’ benedetta dal dono dei
padri Rodrick Tumaini Minja, nativo della diocesi
di Moshi, e William Mkalula Mayanda nativo della
diocesi di Mahenge, consacrati sacerdoti quest’anno qui in Tanzania.
Padre Rodrick Minja che ha completato i suoi
studi nel seminario maggiore di San Paolo (Brasile),
ha ricevuto il sacerdozio con l’imposizione delle
mani dal vescovo di Moshi il 9 Luglio 2009 e ha
celebrato la messa di ringraziamento sabato 11
Luglio nella sua Parrocchia di Makomu.
Padre William Mkalula che ha terminato i suoi
studi a Bravetta - Roma, e’ stato consacrato
Sacerdote da Mons. Agapit Ndorobo Vescovo di
Mahenge il 14 Agosto, circa un mese dopo del suo
“gemello” Rodrick mentre la prima messa e’ stato
da Casa Madre - 10/09
il 16 Agosto.
Ho avuto l’occasione di parlare con ciascuno di
loro riguardo all’evento e alle sfide della vita sacerdotale e della missione.
P. Rodrick (34 a.) ha espresso la sua riconoscenza a Dio per aver ricevuto il Sacerdozio nel periodo in cui la Chiesa celebra l’anno sacerdotale. “La
Chiesa e la societa’ oggi sono messe alla prova da
questioni come: giustizia e pace, inquinamento dell’ambiente, mancanza di buoni rapporti tra le
nazioni, che spesso inducono i popoli alla guerra.
Altre sfide sono: la crisi economica mondiale, la
fame, malattie diffuse da nuovi virus,l’ HIV Aids, la
mancanza di istruzione per molti, che provocano
una poverta’ sempre piu’ diffusa.” sottolinea P.
Minja
Per questo motivo P. Minja e’ convinto che la
Chiesa, soprattutto quella specificamente missionaria, deve impegnarsi a cercare nuove soluzioni per
far fronte a queste sfide con piu’ competenza e
disse: “ e’ un interrogativo che ci poniamo ogni
giorno. Ha sottolineato ancora che la vita
dell’Istituto e’ cambiata, non c’e’ piu’ fuoco.
Questo e’ pericoloso, anche se l’ambiente stesso e’
cambiato. Dobbiamo avere l’ardore che avevano i
Santi. I nostri missionari molto facilmente si accomodano seguendo lo stile del mondo d’oggi”, ha
poi detto con convinzione l’anziano missionario,
mentre si preparava ad andare al villaggio a visitare
gli ammalati.
P.Giorda non ha dubitato di dire il suo pensiero
riguardo alla sfida dell’interculturalita’ qui in
Tanzania, e riferendosi al documento “Il fuoco
della Missione” disse che dobbiamo riaccendere di
nuovo lo zelo di portare la Salvezza. “Sono venuto
per servire e non per essere servito”- dice il
Vangelo – volendo cioe’ nuovamente sottolineare
che non e’ venuto in missione a cercare le comodita’ “L’asino muoia....”
Siamo chiamati a perseverare nella nostra vocazione. Hai tribolato a raggiungere il Sacerdozio e
poi non riesci a perseverare? Ha chiesto P.Giorda,
stupito davanti a coloro che lasciano l’Istituto o il
Sacerdozio. Dobbiamo impegnarci a proseguire
senza perdere la speranza, chiediamo questa grazia
a Gesu’; noi possiamo riuscire se consideriamo che
per 90 anni qui in Tanzania abbiamo fatto un grande lavoro per la Chiesa e per la societa’. Il numero
dei Padri nativi e’ gia’ di 26.
Vita nelle Circoscrizioni
profetismo cristiano, dovunque siano i suoi ministri.
P.William, (37 a.) dal canto suo, guardando all’
altra parte della medaglia, porta il discorso sui giovani. “Desidero esprimere le difficolta’ reali dei giovani africani. Un problema e’ il loro modo di guardare allo stile di vita dell’Occidente. Spesso pensano che l’ Europa sia ricca economicamente (questo
e’ vero) ma non conoscono altri aspetti della realta’
di vita nel suo insieme.
Non voglio entrare nei problemi che oggi incontrano gli emigranti che cercano di entrare in
Europa, vorrei solo invitare molti governi del continente d’Africa, a portare un miglioramento in tutti
i settori della vita sociale. Questo aiuterebbe senza
dubbio molti dei nostri giovani ad ottenere un
impiego e a vivere meglio nel rispetto dei diritti
umani, come in altri paesi piu’ sviluppati.
Da parte sua P.Giorda Giovanni (82 a.) giunto in
Tanzania nel 1952 e che attualmente lavora ancora
a Tosamaganga, ha esortato i Padri giovani dicendo” L’asino muoia, ma il carico raggiunga la sua
destinazione.” Volendo significare: piuttosto
muoia l’uomo, ma Cristo viva.” “Noi – disse –
siamo venuti in Tanzania e abbiamo cominciato a
lavorare senza sapere la lingua Kiswahili e neppure
l’inglese. Abbiamo lavorato con il cuore piu’ di
quanto veda oggi fare da alcuni giovani missionari
“ concluse l’anziano Padre, che tuttora lavora senza
sosta. “ I giovani non hanno piu’ lo
spirito missionario che c’era ai
nostri tempi, molti non sono pronti a sacrificarsi. Non basta riuscire
bene negli studi, no, no!” ha continuato a insistere il saggio P.Giorda.
E ha scelto le parole di S. Paolo
come punto focale della vita missionaria: “ Il mio vivere e’ Cristo....
(Fil 1:21)
Tanzania
Nell’Istituto dobbiamo sempre
avere l’entusiasmo per la missione,
altrimenti diventiamo missionari
incapaci e handicappati. Questa
debolezza fa retrocedere gli uomini
socialmente e spiritualmente anziche’ progredire; per questo motivo
a volte i giovani passano ad altre
denominazione.”
aggiunse
P.Giorda.
Riguardo al futuro dell’Istituto
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da Casa Madre - 10/09
Area Maria Goretti
Vita nelle comunità
28
Área Missionária
Santa Maria Goretti
p. Gianfranco Graziola, imc
Nos dias 12 e 15 de Agosto aconteceram duas
reuniões na Área. A primeira do Conselho da Área,
a segunda dos Coordenadores Pastorais da Área e
das Comunidades. De ambos encontros podemos
retirar as seguintes informações:
Passaram 6 meses depois do desmembramento
da Área. O trabalho de coordenação tornou-se
mais fácil, assim como a concretização de
formação, de celebrações a nível de área, as
reuniões são mais participadas, ainda que algumas
coordenações de pastorais se tenham
desestruturado, o que já foi solucionado.
Aspectos que mais marcaram a
Pastoral: trabalhou-se o tema da C.F.
nas famílias, na catequese; nas casas
continuaram
as
novenas;
reestruturam-se grupos de jovens nas
comunidades; assistência a idosos e
alcoólatras; alguma dificuldade em
harmonizar a pastoral da Área com a
das comunidades.
Agosto é o mês vocacional. Além
das atividades próprias da pastoral
vocacional,
está-se
tentando
calendarizar em cada comunidade um
momento de oração vocacional a
ritmo mensal.
Particular atenção foi dada à
formação litúrgica com vários
encontros
já
realizados
na
Comunidade
de
Cristo
Rei
destinados às duas áreas missionárias
A pastoral do Batismo acompanha
as famílias que pedem o batismo de
seus filhos em encontros na família e
na comunidade, seguindo orientações
da coordenação da Área.
É tempo de Primeiras Comunhões.
É sempre motivo de festa para as
famílias e para a Comunidade. Há a
preocupação de aproveitar o
momento para ajudar as famílias a
descobrirem a comunidade tornando-
da Casa Madre - 10/09
se presentes nas celebrações.
Jubileu de consagração religiosa
Vem aí Outubro, o mês Missionário. É também
o mês em que o Ir. Tarcísio celebra o aniversário
da sua consagração religiosa ao serviço da Missão.
50 anos. A Área Missionária santa Maria Goretti,
vai unir-se a ele, agradecendo e louvando a Deus e
pedindo mais vocações missionárias para a Igreja.
O momento comemorativo, será no dia 17 de
Outubro.
David Moke
Diversas reuniões do Movimento nós existimos
que està passando por um momento de
dificuldades, especialmente pela falta de um
coordenador com mais tempo disponivel. O Sr.
José Antônio assumiu um trabalho na prefeitura
pois não tinha mais um salário nas atividades que
desenvolvia no CMDH, e precisa manter a família.
Tivemos o primeiro econtro do conselho de
administração, e o Encontro Regional, os dois
foram produtivos e nos deram o prazer da
companhia de ter conosco os “amazonenses”.
Depois de uma degência de algumas semanas,
recebemos a notícia do falecimento do amigo
Gunter, ativo e respeitado membro do Cimi Norte
I.
No sábado 18/07 teve uma festinha de
despedida dos funcionários da Diocese que por
vários anos se dedicaram à saúde yanomami,
através de convênio com a Funasa. A Funasa achou
por bem não renovar o convênio, com as
organizações que assumiram a saúde nesses
últimos anos, e fazer um chamamento público, para
os dois distritos sanitários de Roraima.
A SESAU acabou sendo a única entidade que se
apresentou ao tal chamamento. Os índígenas
recusaram esta assistência e escreveram
documentos contundentes contra os dirigentes do
Estado de Roraima, motivando a recusa.
A Profissão Perpetua e a Ordenação Diaconal
do querido Corrado Dalmonego, movimentou a
casa e a Diocese toda, a ele os nossos votos de
perseverância e generosidade.
Um bom grupo de AIS yanomami da região do
Catrimani ficou conosco uns dias, enquanto
resolviam as questões trabalhistas, e com a
liquidação aproveitavam para fazer as compras de
bens manufaturados que eles não produzem. A
equipe do Catrimani assessorou as várias
atividades, com muita paciência e dedicação. Feitas
as compras, calcularam o peso delas em 1500 kg.,
alugaram um taxi aéreo para levar tudo e voltaram
de barco com o P. Laurindo.
Vita nelle comunità
Da Casa Regional
Boa Vista
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da Casa Madre - 10/09
Boa Vista
Vita nelle comunità
Uma das atividades desses meses foi a
preparação e a Conferência Estadual de Segurança
Pública.
Outra atividade que nos propiciou a presença,
entre outros do vice presidente nacional do CIMI,
foi a reunião da pastoral indigenista. A luta para a
defesa dos direitos indigenas està particularmente
dificil e exige adaptações na nossa presença entre
os índigenas. Houve a renovação da coordenação
da Pastoral Indigenista, o ir Carlo foi reeleito e terà
como acompanhantes a irmã Rita de
Lima(Caridade) e o Pe. Henry(Comboniano)
A visita do Pe. Pierino Plona nos traz notícias do
sul do Pais e a alegria da sua presença. As irmãs
M.d.C. fazem com ele um retiro anual, seguido de
um bem sucedido Forum Missionário, em comemoração do centenário de fundação do Instituto,
enriquecido com a presença do Padre Paulo Suess;
em seguida reelegem a superiora Regional. O Pe.
Bindo aproveita a oportunidade para ficar mais em
casa e ter umas férias de sua atividade ministerial e
ter mais tempo para pensar nos oleiros de Sta.
Cecília.
O mês de agosto nos trouxe duas comitivas de
italianos. A primeira com jovens parentes do Pe.
João Calleri, para conhecer os lugares nos quais ele
atuou e as pessoas que foram ligadas a ele. A
segunda comitiva foi chefiada pela senadora
Emanuela Baio Dossi, que jà conheciamos, e que
visitou também boa parte das nossas missões para
30
da Casa Madre - 10/09
conhecer e documentar as nossas atividades.
As avaliações dos dois grupos foram muito
positivas e as visitas darão certamente resultados
num próximo futuro.
Nesses meses continuaram as peregrinações do
Pe. Fernando entre Manaus e Boa Vista. O ir. Carlo
esteve uma semana em Manaus no Xare, para
reuniões do CIMI. O P. Davi começou a
frequentar um curso noturno de administração na
universidade federal de Boa Vista.
A horta da casa começou a produzir alface,
pepinos, pimenta de cheiro, pimentão, maxixi e
abobrinha. Os gaviões rondam o galinheiro atráz
dos pintos e os camaleões comem verdura seleta e
fruta a vontade. A safra de mangas foi muito farta,
e produzimos muito suco para o nosso consumo.
Tentativas de comercialização dos frutos não foi
muito bem sucedida.
A Diocese foi convidada a assumir as atividades
de saúde nos dois distritos sanitários de Roraima,
mas não aceitou pois não confia minimamente na
atuação atrelada a Funasa. Ainda aguardamos as
mudanças prometidas pelo Ministro da Saúde e
pelo Presidente da República, de criar uma
Secretaria especial de Saúde Indígena;
inexplicavelmente (para nós) isto està demorando,
e a Funasa, atrelada a elementos de destaque do
PMDB nacional, continua a dominar a cena,
impossibilitando uma atividade sanitária digna.
p. Gianfranco Graziola, imc
As freqüentes e fortes chuvadas do inverno passado, o descuido da prefeitura, tornaram intransitáveis a maior parte das ruas, sobretudo na
Comunidade de Nossa Senhora Aparecida. Agora a
Prefeitura arrancou com maquinários para esta área
com o fim de tapar todos os buracos. Para ser tudo
feito “em família” convidou todos os moradores
dos bairros para uma feijoada. Pois é, a política e os
pobres ... feijoadas para fazer esquecer... ai o coração dos políticos.
A comunidade IMC vai andando. Enquanto
tivermos forças para subir e descer os degraus da
escadaria que dá acesso aos nossos aposentos é
bom sinal. Mas algumas avarias vão acontecendo
até agora fáceis de remediar. O padre César, partiu
no início de Agosto para Roma . Estamos os dois.
O Ir. Tarcísio, como coordenador da Área
Missionária, correndo de reunião para reunão, acudindo a quem chama por ele “ a horas e a deshoras” , saltando de Santa Etelvina para santa Luzia
em atividades formativas, e presidindo a celebrações litúrgicas em fins de semana. Eu vou celebrando umas missas ao domingo, uma ou outra visita a
doentes, a benção para os que vão morrendo,e por
aí vamos.
Quanto a ações de AMV, JPIC , elas situam-se
no contexto das atividades pastorais assessorando
grupos de jovens, infância missionária, fé e política,
pastoral vocacional, trabalho este em parte acompanhado pelo padre César, com a ajuda dos seminaristas diocesanos e IMC , sábados e domingos.
da Casa Madre - 10/09
Comunidad Jorje Teixeira
Estamos no mês de Agosto. O tempo das
chuvas já foi. O rio Negro deixou de subir, de alarmar as famílias, de ser notícia nos jornais. Agora o
nível das águas há tempos que vai descendo, deixando nas ruas, antes alagadas, toneladas de lixo.
Graças a Deus que o bairro onde moramos fica
longe do rio. O calor do verão chegou dono e senhor de todos os segundos, minutos e horas do dia
e da noite.
Vita nelle comunità
Comunidade de Jorje Teixeira
31
Fatima
Vita nelle comunità
32
Curso de Missiologia celebrou
universalidade da Missão
p. Albino Brás, imc
O Curso de Missiologia 2009 que decorreu na
Consolata, em Fátima, entre os dias 24 a 29 de
Agosto último foi do agrado de todos os
participantes. Esta é a conclusão a que se chega
depois de lidas as avaliações dos cursistas.
O curso, que tem um rosto e uma expressão
cada vez mais internacional e multicultural, parece
ter correspondido às expectativas dos
participantes. Professores, temas, conteúdos,
metodologia, workshops, debates, convívio,
oração, partilha, espírito de família e organização
foram alguns dos aspectos ressaltados pelos
participantes.
Um dos aspectos menos conseguidos, apontado
por alguns é o facto do curso ainda não poder
contar com um número mais ou menos
significativo de sacerdotes. Dos mais de 60
inscritos havia apenas dois padres, ambos
religiosos. A explicação é simples: se a dimensão
missionária é uma das dimensões básicas da Igreja,
a par da liturgia, por exemplo, não pode continuar
da Casa Madre - 10/09
a ser entendida como um exclusivo dos Institutos
Missionários Ad Gentes e, portanto, têm todo o
sentido a presença de padres diocesanos.
Uma tendência que se nota claramente, de ano
para ano, é a internacionalização e a
multiculturalidade das presenças. Os Institutos têm
cada vez mais presenças dos países do sul e isso
reflecte-se nas inscrições e, consequentemente, na
dinâmica do Curso. A maioria encontra-se a
trabalhar ou a estudar em Portugal, como é o caso
dos dez seminaristas espiritanos e dois da
Consolata inscritos.
Os participantes, finalistas ou não, preparam-se
para partir, comprometidos com a tarefa
missionária de levar Jesus e o seu Evangelho aos
quatro cantos da Terra. Alguns deles já se
encontram na Missão e aproveitaram o período das
férias para fazer o Curso.
O Curso de Missiologia quebra fronteiras, junta
corações e vontades. É o banquete do Reino na
universalidade do evangelho.
p. Francesco Giuliani, imc
Ora sono solo a casa e in Diocesi. Il Vescovo ha
scritto una lettera che mi abilita a fare le sue
veci…ma solo nel periodo che lui non c’è. P.
André è in vacanza.
Per la comunità MC e IMC di Gibuti i mesi
scorsi sono stati ricchi di riflessioni per vivere il
dialogo con i nostri fratelli Musulmani ,con i quali
condividiamo ogni giorno gioie e dolori,delusioni
e speranze.
Prima, la visita dei nostri Superiori che ci hanno
incoraggiato a continuare con entusiasmo il nostro
essere presenza significativa in questa Chiesa e in
questo stato di Gibuti dove la semplicità, l’umiltà,
la povertà sono le caratteristiche fondamentali.
Poi, i ‘’grandi’’ della terra ci hanno aiutato, con i
loro viaggi e il loro riflettere sul dialogo con i
musulmani, ad approfondire il nostro modo di
essere testimoni efficaci di amore e di pace .
Nella baraccopoli di PK12, che frequentiamo
già da un po’ di tempo, ci siamo inseriti con umiltà e con tanto amore a rendere quei servizi che gli
abitanti del quartiere ci hanno richiesto.
Continuiamo a restare in ascolto dei loro
bisogni,che sono tanti e che noi purtroppo non
sempre sappiamo dare una risposta .
,fraternità e pace.
Ho capito perché tutti sono partiti: è arrivato il
KAMSIN, che significa 50 giorni di vento e tempesta di sabbia, 50 gradi di caldo all’ombra e non
nel vento che scotta. Ho capito anche il senso del
burka delle donne e dei turbanti per gli uomini:
fuori si riesce a stare solo vestiti,tutti coperti, altrimenti la finissima sabbia ti sferza la faccia ed entra
ovunque. Il sole non si vede più, è buio anche di
giorno perché la nube di sabbia prende tutto il
cielo. La vita allora si svolge al chiuso, in casa, e
quando devo andare a celebrare la Messa in macchina, si va a fari accesi, a bassa velocità. Le
Missioni fuori di Gibuti sono chiuse,quindi ho
solo il servizio in città.
Vita nelle comunità
A Gibuti è arrivato il Kansin
Per questo caldo ,spesso viene meno la corrente
ed allora si comincia a soffrire molto ,non funziona più l’aria condizionata e il motorino dell’acqua
spento ,senza luce e senza acqua,proprio come gli
amici del deserto,ma dopo ore di sudate tutto si
ripristina e si incomincia a respirare,mi sembra proprio di vivere in frigo. Andiamo ancora a PK12 e i
nostri amici sono sempre più contenti di ricevere i
nostri servizi,comunque anche loro con le capre
vanno in montagna fino a settembre. La settimana
prossima faremo la festa di fine attività.
Gibuti
Condividere le loro sofferenze è un
modo vero per essere fratelli,e come
ci ha ricordato il Re Hussein, anche
noi cristiani come i Musulmani, dobbiamo vivere con loro e fare opere
virtuose di carità,di pietà di buona
volontà.
Il Papa ci ricorda come il dialogo
deve iniziare da un profondo amore
per l’altro,un’amore vissuto nella
verità,nell’ascolto
reciproco,nel
rispetto, come dice Obama,e questo
ci fa crescere assieme in comunione
33
da Casa Madre - 10/09
Torino
La Casa Madre continua il suo
cammino centenario
p. Antonio Giordano, imc
Vita nelle comunità
Le prime celebrazioni del centenario della
costruzione della Casa Madre ebbero luogo all’inizio di maggio di quest’anno con la partecipazione di numerosi confratelli dalla case viciniore,
di Amici e di Laici MC. Quello è stato come l’inizio del cammino di ricordi, rinnovamenti e
speranze, che ha avuto un momento particolare
con la presenza del Superiore Generale, P.
Aquiléo Fiorentini, il 20 giugno, giorno della
festa della Consolata, e con la pubblicazione
della storia della Casa Madre in tre numeri di
Famiglia IMC; questo cammino che si concluderà ufficialmente il 7 ottobre prossimo con una
cerimonia che vorrà coinvolgere i missionari giubilari di Professione e di Sacerdozio e l’arcidiocesi di Torino, è un avvenimento speciale per tutto
l’Istituto.
Il cammino centenario, durante questi mesi
34
da Casa Madre - 10/09
estivi appena trascorsi, anche se senza cerimonie
particolari, è stato produttivo di migliorie e
ristrutturazioni in diversi ambienti della Casa
Madre. Ricordiamo i seguenti:
I due cortili interni hanno migliorato la loro
faccia con la nuova tinta al porticato di divisione
e l’aggiunta delle nuove gigantografie della Casa,
del Santuario della Consolata e del
Confondatore. Inoltre la ristrutturazione della
pensilina che funge da riparo alle auto con nuova
segnaletica delle linee di posizione, vi ha aggiunto un senso di elegante pulito. L’angolo estremo
del secondo cortile, in cui campeggia la statua
bronzea del Fondatore, è stato adornato da fiori
da apparire un vero giardino circondato dalla
siepe di alloro. Anche i vasi di fiori, posti lungo
il colonnato hanno acquistato gaiezza sotto la
mano esperta del Rettore della Chiesa del Beato
corso Ferrucci si estende fino al salone Beato
Allamano. Qui sono convenuti gli uffici di
ONLUS, ONG, MISNA che riguardano l’amministrazione delle riviste, le offerte, i negozi e la libreria. L’ambiente che ne è risultato è bello e decoroso, ed è, e questa è la cosa più importante, a
norma di legge per l’impiego di segretari e segretarie laici, i quali si trovano anche a proprio agio in
un ambiente riservato a loro.
Sta procedendo la ristrutturazione del piano
ammezzato, sopra il piano “business”, per la
sistemazione della redazione delle riviste
Missioni Consolata, Amico e Famiglia IMC.
Anche in questo lavoro editoriale sono impiegati
diversi laici e la sistemazione del locale a norma
di legge era divenuta una necessità.
Questo ha richiesto il trasferimento del
Museo Etnologico nella nuova sede, che è nei
due seminterrati che fanno angolo tra Corso
Ferrucci e Via Cialdini, sede che è ancora da
sistemare e la cui ristrutturazione richiederà
forse ancora lungo tempo. Il museo guadagnerà
in spazio, avrà la possibilità di risistemarsi a
norma di legge ed avrà la comodità di una sua
entrata per i visitatori da via Cialdini, accanto
all’entrata della libreria.
Ulteriori sistemazioni di altri locali sono in aria
come proposte, suggerimenti e auspici, che in
qualche modo perpetueranno l’anno centenario
della Casa Madre per molti anni a venire.
Carla Polentarutti
Quest’anno la comunità di Villagrande
ricorda il 50° anniversario dell’Ordinazione
sacerdotale, avvenuta a Torino il 14 marzo
1959, di padre Giovanni Polentarutti missionario della Consolata, istituto fondato nel
1901 dal Beato Giuseppe Allamano, con lo
scopo di portare il messaggio del Vangelo a
tutti gli uomini, ispirandosi a Maria come
Madre e Consolatrice.
Originario del nostro Comune, padre
Giovanni, all’età di 13 anni, entrò in Seminario
a Feltre.
Nel 1953, terminati gli studi liceali nel
Seminario di Belluno, sentì la vocazione di far
parte della grande “famiglia” dei missionari
della Consolata, consacrati e testimoni
dell’’universalità del Cristiano e della Chiesa nel
da Casa Madre - 10/09
Torino Polentarutti
Giubileo sacerdotale di padre
Giovanni Polentarutti
Vita nelle comunità
Allamano, il quale ha curato il decoro della cappella che racchiude il sarcofago del Fondatore,
ha adornato la chiesa e la cappella della comunità con fiori perenni freschi, che portano il loro
tocco di vita alla Liturgia e il loro invito al raccoglimento personale.
La ristrutturazione del refettorio della comunità è stata più laboriosa: si trattava infatti, oltre alla
tinteggiatura, di cambiare i tavoli. L’austerità dei
tavoli rettangolari che richiamavano alla mente e
al cuore il motto religioso, “il refettorio è palestra
di santa mortificazione”, citato anche dal nostro
Fondatore, ha lasciato spazio a tavolini rotondi
leggeri, disposti in modo variegato, facile a essere
modificato. Alcuni missionari hanno rimpianto la
tradizionale austerità del refettorio “conventuale”,
altri hanno applaudito all’innovazione. Tutti augurano che la libertà di scegliere il posto in refettorio porti comunione e non crei ghetto di amici o
di missionari impegnati allo stesso tipo di lavoro,
o di malcontenti che si uniscono per sfogare il
proprio animo. Certamente tutti auspicano che il
Beato Allamano che sembra guardare dal suo quadro, appeso al muro centrale accanto a quello della
Consolata, possa trovare ciò che lui voleva, una
“famiglia” che si rafforza per affrontare la fatica
quotidiana.
Si è appena ultimato la sistemazione degli uffici
“business”, raggruppandoli nello stesso ambiente,
l’ala a pian terreno che dall’entrata principale di
35
Torino Polentarutti
mondo che professano i voti
di povertà, castità e obbedienza.
Conclusi gli studi teologici
nel. Seminario di Torino e
conseguito a Londra il
Diploma di lingua inglese,
padre Giovanni, con. grande
entusiasmo e forse con un po’
di timore, coronò il suo sogno
partendo per il Kenya, la grande Africa.
Il primo compito affidatogli fu quello di
insegnare teologia e filosofia nel Seminario diocesano dì Nyeri.
Successivamente, dopo circa quattro anni, fu
inviato, sempre con il ruolo di insegnante,
all’High School femminile di Ngandu.
Vita nelle comunità
Nell’esperienza africana di padre Giovanni
non mancò l’attività di apostolato svolta nei
vari villaggi dove incombevano la miseria e la
fame.
36
Ottenuto il Diploma in lingua e civiltà francese a Lione, nel 1967 fu inviato in Canada
come incaricato della Pastorale nelle parrocchie, trovandosi così a passare da una realtà
di povertà assoluta, dove mancava l’essenziale
per vivere, ad un mondo proiettato nel futuro,
in cui c’era di tutto, m a dove, forse, il bisogna
di Gesù era ancora più significativo.
In Canada, tra Montreal. e Windsor Ontario, padre Giovanni rimase fino al 1993,
avendo l’occasione di incontrare e frequentare
parecchie famiglie di emigranti cadorini tra cui
le cugine Ida con il marito Larese Cella Elio
(fratello di Mosè) e Lia, residenti nel West
Virginia degli Stati Uniti d’America.
Queste esperienze gli consentivano di sentirsi a casa sua, nonostante si trovasse oltreoceano e potesse tornare ad Auronzo solo ogni
sette anni. Alla missione in Kenya e in Canada
seguì l’esperienza, durata circa due anni, di
viceparroco nelle città di Bogotà e Puerto
Rico Caquetà in Colombia, ponte naturale tra
da Casa Madre - 10/09
il Sud, il Centro e il Nord
America, in cui era presente
tanta povertà, con una criminalità molto diffusa legata
al
narcotraffico.
Padre
Giovanni trascorse gli ultimi
dieci anni prevalentemente
nella missione di San
Francisco - Cordoba in
Argentina, Paese dei “desaparecidos” e in cui la situazione economica stava
sempre più peg giorando,
come risulta dalle sue stesse
parole: “I ricchi diventano sempre più ricchi e
i poveri sempre più poveri”.
Prima di rientrare definitivamente in Italia,
Padre Giovanni rimase per circa quattro anni
nella missione di Egg Harbor City nel New
Jersey (U.S.A.), in una parrocchia anglo-americana con una consistente presenza di famiglie
messicane e portoricane. Rientrò in Italia nel
2004 e per un anno prestò servizio presso il
Santuario Madonna del Monte a Rovereto
(TN), ufficiato dai Missionari della Consolata.
Attualmente Padre Giovanni, a causa di alcuni
problemi di salute e con tanta nostalgia nel
cuore per la sua vita missionaria, si trova alla
Casa Madre di Torino.
Pur nella diversità di lingua e cultura, la
vocazione missionaria di Padre Giovanni si è
proiettata oltre i confini del proprie paese e,
con il sostegno di nostro Signore Gesù Cristo:
“Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla
fine del mondo” (Mt 28,20) e il patrocinio della
SS. Vergine della Consolata, ha portato unitamente allo sforzo concreto di promozione
umana nella cura per i più poveri ed emarginati, il conforto del messaggio evangelico alle
persone da lui incontrate.
L’intera comunità, ringraziando il Signore “il
quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e
giungano alla conoscenza della verità” (1 Tim.
2,4), desidera esprimere a Padri Giovanni la
propria gioia e riconoscenza per lo spirito di
sacrificio e di dedizione dimostrati in questi
cinquant’’anni di missione in realtà economico
sociali difficili e tanto diverse dalla nostra.
p. Rocco Marra imc
nite, o qualcosa del genere:
Chi si può permettere di sapere se
la faccenda è veramente suina!
Visita medica, analisi da fare e
soprattutto le dieci pastiglie della
cura, costano un decente salario che
il 90% della popolazione non se lo
può permettere.
Oggi, 2 settembre 2009, per festeggiare il
mio 25° di vita religiosa sono andato al nostro
Seminario Teologico di Merrivale.
P. Pietro Trabucco, che è stato il mio maestro di noviziato, 25 anni fa, ora è parte dell’
equipe for mativo di codesta comunità.
Con la comunità abbiamo ringraziato il
Signore nella celebrazione Eucaristica e
abbiamo gioito nell’agape fraterna.
Veramente l’aeroporto internazionale più
vicino è quello di Durban, a più di 300 Km. di
distanza.
Certo è che in Sud Africa ufficialmente
sono una ventina i casi di decessi a causa di
codesta infezione, ma a Osizweni i funerali
scoccano e picchiano a più non posso.
Certo la causa del decesso è la solita polmo-
Abbiamo avuto la gioia di essere visitati da
una nipote di P. Giovanni Bertè, il nostro pioniere deceduto nel 2005. Lei con altre due
compagne studentesse di medicina ha voluto
visitare i luoghi e gli amici dello zio: Ha fatto
notare che il Sud Africa è una nazione dove si
mangia e s’ingrassa, per cui sono tornate in
Italia per dimagrire un po’. Una seconda nota,
che mi piace riprendere dai loro commenti, è
che la gente si aspetta tutto dal governo.
Il primo punto mi piace perché porta a
cambiare la mentalità dell’attuale primo
mondo, così la missione non è per annunciare
il Vangelo ai morti di fame come alcuni pensano, ma alle genti, come c’insegna l’apostolo
Paolo.
Sono interessato al secondo commento perché potete immaginare la difficoltà che abbiamo a educare la nostra gente sudafricana per
da Casa Madre - 10/09
Osizweni
Febbre da cavallo, o febbre da suino: questo
è il problema urgente da risolvere.
E’ un’ennesima malattia che si aggiunge alla
lunga lista dell’appestato Sud Africa.
Persino a Osizweni è arrivato l’aereo della
febbre suina.
Proprio parlando di salari andiamo
a un punto rovente in questo
momento storico sudafricano: gli
scioperi continuano, e vanno sulle
strade a marciare persino i militari,
tutti sono scontenti. In un momento di crisi
economica mondiale, in un contesto di corruzione galoppante, con i politici che ingrassano a dismisura e la maggior parte si accontenta di qualche pezzo di lardo sputato dai lord
della nuova apartheid ricamata di democrazia.
Vita nelle comunità
Notizie da Osizweni
37
Osizweni
Maia Ratschitz è una missione nata nella
seconda metà del1800 e aperta dai monaci
Trappisti tedeschi.
Storicamente questo luogo è molto interessante, perché fa parte dei pochi centri di
evangelizzazione nella regione popolata dagli
zulu. Era un centro di spiritualità e di catechesi e anche un luogo dove s’istruivano i
giovani a scuola e s’insegnava alla gente arti e
mestieri. Il nome Maria Ratschitz, poi, viene
da
un
omonimo
luogo
europeo.
La storia di Maria Ratschitz, in Sud Africa, è
stata abbastanza travagliata durante il XX
secolo. Tanto che ad un certo momento è
stata abbandonata e gli edifici hanno subito
notevoli danni.
Vita nelle comunità
passare da una chiesa infantile, che tutto riceve, a una chiesa adulta, protagonista del suo
cammino di crescita a tutti i livelli.
Storia di un pellegrinaggio:
La Diocesi di Dundee di cui la mia missione di Osizweni n’è parte, ogni anno organizza
un pellegrinag gio diocesano a Maria
Ratschitz.
Con l’arrivo delle suore francescane di
Nardini, di fondazione tedesca, nel 1998, la
missione ha ripreso la sua vitalità, sia pure in
modo diverso dall’originale.
Le suore hanno ricostruito edifici, oramai
rasi al suolo; con l’aiuto gratuito di artisti
tedeschi hanno ridato vita alla bellissima chiesa che era stata inaugurata, per la prima volta,
nel 1905 e una volta messa a nuovo è stata
inaugurata nuovamente nell’anno giubilare
2000. Le suore si son date da fare a creare a
un hospice per malati terminali, e portano
avanti corsi di educazione giovanile e delle
famiglie per prevenire HIV e accompagnare
con dignità coloro che soffrono a causa dell’AIDS.
Riprendendo a parlare di
pellegrinaggi: la tradizione è
stata cominciata dai francescani, probabilmente durante
gli
anni
’60.
I pellegrini arrivavano durante
la notte tra venerdì e sabato, a
metà settembre, per venerare
la Madonna Addolorata, titolare del santuario. Dall’anno
2000 si è cercato di riprendere
la tradizione della veglia, poi
si è deciso per il giorno di
sabato, e negli ultimi tre anni
38
da Casa Madre - 10/09
Importanti momenti, prima e
durante la celebrazione Eucaristica,
sono stati:
Celebrazione penitenziale
confessione personale.
si celebra di domenica, dando a tutti i fedeli
(neri, bianchi, colorati, indiani e d’altre razze)
della diocesi di prenderne parte.
Anno di preghiera per i sacerdoti:
Anche quest’anno abbiamo avuto il pellegrinaggio nel centro spirituale della nostra
diocesi di Dundee, a Maria Ratschitz, domenica 13 settembre.
A settembre, la natura comincia a schiudere
le sue bellezze, nascoste durante il periodo
invernale. Nella bellissima
regione montagnosa del
kwaHlathikhulu,
nella
prima mattinata, arrivano
veicoli di tutti i tipi, trasportando i pellegrini della
Madonna Addolorata.
con
Sensibilizzazione circa la realtà del
traffico umano e recita del rosario meditando
i misteri della luce.
Benedizione dell’acqua e imposizione delle
mani su tutti i pellegrini.
Vita nelle comunità
Il coordinatore dell’èquipe organizzatrice di quest’ anno è stato un
sacerdote diocesano, don Musa
Mncwango; i componenti dell’èquipe
provengono soprattutto dal decanato
(forania) di Newcastle, essendo questa città, da quest’ anno, residenza
del vescovo e degli uffici di curia.
Doni per l’orfanotrofio e per la casa degli
anziani diocesani.
Preghiera per il prossimo Sinodo per l’Africa,
dal tema Riconciliazione, Giustizia e Pace.
Quest’ anno il tema scelto per l’occasione è stato:
Osizweni
Lo Spirito del Signore è
sopra
di
me
A presiedere la celebrazione è stato il neo-ordinato
vescovo della diocesi, S. E.
Monsignor Graham Rose:
con lui c’è stato il Vescovo
emerito
Monsignor
Michael P. Rowland e un
bel gruppo di sacerdoti.
39
da Casa Madre - 10/09
Warsawa
Vita nelle comunità
40
Abbiamo anche ballato la
“polones” (polka)
PP. Silvanus, Luca, Ashenafi, imc
1 Agosto
In Varsavia si celebra oggi il 65?anniversario dell’inizio della rivolta contro l’occupazione nazista. La città è piena di bandiere e alle
17.00 suonano le sirene. Tutti si fermano per
un minuto per ricordare le migliaia e migliaia
di caduti. Noi al mattino usciamo solo per
fare un po’ di spesa mentre Ashanefi inizia il
corso estivo di lingua e cultura polacca presso l’università di Varsavia. Nel pomeriggio
andiamo tutti a fare una passeggiata nel bel
parco di ?azienki, vicino al centro. La bella
giornata di sole risalta ancor più i colori della
natura. Poi verso sera organizziamo con i
nostri vicini un buon grill nel nostro giardino.
5-14 Agosto
Partecipiamo per il secondo anno al pellegrinag gio degli studenti universitari di
Varsavia al santuario di Cz?stochowa. I giorni
scorsi abbiamo preso accordi con Ks.
Andzrej, il parroco della parrochia di S. Pio,
con cui già l’anno scorso abbiamo camminato
nel gruppo color argento. Ci troviamo puntuali alle 5.30 del mattino nella parrocchia di
S. Anna, nel centro storico, per concelebrare
la Messa con il Vescovo Nycz e dare inizio al
pellegrinaggio. Il percorso di 300 km sarà lo
stesso dello scorso anno. Questa è la 29?edizione. Domani partirà sempre da Varsavia un
da Casa Madre - 10/09
altro pellegrinag gio organizzato dai pp.
Paolini custodi del santuario di Cz?stochowa.
Questo pellegrinaggio ha quasi 4 secoli di storia. Al termine della Messa quando vengono
elencati i gruppi c’è una sorpresa, il nostro
gruppo è stato unito a quello bianco-verde.
Chiediamo informazioni insieme ad altri persone del nostro gruppo argento e ci viene
spiegato che il parroco all’ultimo momento
non è potuto venire. Le notizie sono un po’
confuse. Per fortuna che siamo soli e ci possiamo adattare bene, senza grandi difficoltà,
anche se resta sconosciuto il perché di questa
assenza. La provvidenza ci porta in un gruppo guidato da due sacerdoti professori. Ks.
Franciszek, docente di Diritto Romano presso l’università Jagellona di Cracovia e Ks.
Tadeusz, vice rettore del seminario diocesano
di Varsavia. Con loro ci troveremo molto
bene. Sono due persone che hanno già esperienza di molti pellegrinaggi, inoltre fanno
delle conferenze molto interessanti, su vari
temi che interessano un po’ tutti. Anche noi
siamo invitati a fare delle conferenze durante
il pellegrinaggio, ma preferiamo per quest’anno ancora non farle. Dovremmo prepararle
scritte ma è ancora un lavoro che ci prende
tanto tempo. Guidiamo delle preghiere,
Silvanus propone dei canti molto apprezzati e
soprattutto ci dedichiamo ai dialoghi inter-
Insieme a noi cammina un pellegrinaggio di
soldati polacchi, tedeschi e americani.
Conosciamo un cappellano militare che ci
invita qualche ora con loro. Silvanus è molto
apprezzato soprattutto quando intona l’inno
polacco: un vero successo. Portiamo con noi
anche un qualche biglietto informativo che
spiega chi siamo e dove abitiamo. In questo
periodo conosciamo molti giovani e famiglie.
Il 14 arriviamo di buon mattino al santuario,
dove ad attenderci, oltre all’Icona della
Madonna Nera, c’è anche la famiglia di
Matteo, fratello di Luca insieme a una famiglia amica di Argentini che vive a Milano. Con
loro passeremo una settimana di vacanze al
termine del pellegrinaggio.
17 Agosto
La regione in cui ci troviamo, Mazury, è
chiamata anche regione dei 1000 laghi. La
natura qui è davvero bella ed è tutto un alternarsi di verdi boschi, fiumi, laghi e colline per
centinaia di chilometri. Uno degli sport più
famosi qui è il Kajak. Decidiamo oggi provarlo. Andiamo vicino al lago Wygry dove vicino
c’è un antico convento camaldolese, oggi trasformati in centro turistico. Accompagnati da
Andrzej, affittiamo delle canoe e iniziamo il
nostro percorso lungo ben 20 kilometri.
Sarebbero in realtà 18, ma un errore di orientamento ci ha fatto fare due chilometri in più.
C’è poca gente e la natura è bellissima.
L’acqua limpida e trasparente, nei canali è
poco profonda. Incontriamo molti uccelli
acquatici e bellissimi fiori galleggianti. Poi
verso sera stanchi ma molto contenti torniamo in canonica dove ci attende una buona
cena.
Vita nelle comunità
personali con i pellegrini mentre camminiamo
e durante le pause. Verso la fine confessiamo
diversi pellegrini. E’ un’esperienza che ci
piace molto, anche se faticosa. Quest’anno ha
piovuto per quasi due giorni mentre il resto
dei giorni è stato molto bello con un sole
caldo e l’aria fresca. Le gambe, a parte qualche momento di pesantezza, sono andate
molto bene, meglio delle previsioni e dello
scorso anno.
19 Agosto
Questa giornata la trascorriamo visitando
in macchina i dintorni di Suwa?ki. Ci spingiamo a nord fino a toccare il confine tra la
Lituania e la Russia dove ci sono soldati che
controllano il divieto d’accesso. Qui il paesaggio è collinare e molto verde. L’aria fresca.
Questa parte della Polonia è la più
fredda del paese. C’e anche il Lago
Ha?cza, il più profondo della Polonia
(108 mt.).
da Casa Madre - 10/09
Warsawa
22 Agosto
L’ultimo giorno della visita lo dedichiamo ad Auszwitz. Ci tengono
molto a vederlo, anche se con noi ci
sono dei bambini. Arriviamo e ci
uniamo a un gruppo di italiani accompagnati da una guida. La guida ci dà
tante indicazioni e molti particolari, a
volte molto crudi. Per questo filtriamo le notizie ai più piccoli e soprattutto gli evitiamo i luoghi più forti
come le prigioni o le camere a gas.
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Warsawa
Vita nelle comunità
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23 Agosto
Salutiamo questa domenica pomeriggio il
nostro amico Ks. Dariusz. Fra due giorni partirà per la Moldavia per iniziare a lavorare in
questa nuova missione. Presiede una Messa
nel suo paese per salutare parenti e amici.
Anche noi al termine leggiamo un ringraziamento per tutto il bene che ci ha fatto. La
nostra amicizia è nata casualmente condividendo le camere presso i comboniani ma è
stata provvidenziale per tante cose. Anche noi
per lui siamo stati importanti in un momento
non facile della sua vita.
28 Agosto
Sempre oggi Ashenafi conclude il corso
estivo universitario. Di questa esperienza scrive: Questo mese di agosto è stato una grazia, una
benedizione di Dio. Ho fatto una bella esperienza
multiculturale e multinazionale nell’Università di
Varsavia. Era un corso di lingua, cultura e storia
polacca per stranieri. C’erano più di 200 partecipanti provenienti da diversi paesi. Il maggior numero
dall’Europa e dall’Asia. Eravamo divisi in 10
gruppi e guidati da due professori responsabili.
Discorsi, letture, film…tutto ben organizzato. Le
prime due settimane erano sulla storia della Polonia
divisa in tre momenti: il periodo tra le due guerre
mondiali, durante il comunismo e oggi. Una storia
da Casa Madre - 10/09
molto triste. Innumerevoli le persone uccise e i luoghi
distrutti. Si è parlato anche degli Ebrei nel dopo
guerra. Queste presentazioni erano accompagnate da
audiovisivi (in inglese e polacco). Abbiamo visitato
diversi musei. La seconda settimana la storia era
raccontata a partire da alcune importanti città:
Varsavia, Cracovia, Danzica, durante il dopo guerra. Varsavia era una città quasi totalmente distrutta, Cracovia e Danzica meno distrutte.
La terza settimana era dedicata alla cultura
polacca e alla Chiesa. Furono presentate figure di
spicco come il Card. Wyszynski e il Papa Giovanni
Paolo II e il loro aiuto nel processo di liberazione del
paese.
L’ultima settimana, anche questa interessante ma
più corta. Abbiamo fatto diverse attività socio culturali. Abbiamo conosciuto alcuni piatti della cucina
polacca, come i pierogi che abbiamo anche cucinato e
i Bigos. Abbiamo anche ballato la danza tradizionale “polones”presentandola il giorno conclusivo del
corso. E’ venuta davvero bene.
Alla fine posso dire che è stata non solo una bella
esperienza ma anche una grazia e un’opportunità.
Sicuramente mi ha aiutato a conoscere di più il
paese, la gente, la cultura. Questo corso, mi aiuterà
nel lavoro pastorale”.
LMC
Nuestra experiencia misionera
en Cartagena…
….pero del Chaira (Caqueta)
Claudia Ruiz Tello y Luz Helena Esparza, LMC
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da Casa Madre - 10/09
Han pasado más de 70
días desde que nuestro
deseo de salir a misión se
hizo realidad, hoy ya estamos en misión en las hermosos tierras de Cartagena del
Chaira.
Juntas hemos comenzado
un camino que al principio
tenia muchas expectativas, la
primera de ellas era la de
cómo seria realmente nuestro sitio de misión. Poco a
poco se han ido aclarando
muchas dudas y los temores
que había al principio se han
convertido en un reto para
nosotras. La convivencia
con los sacerdotes ha sido
muy enriquecedora ya que su
amplio conocimiento de la
misión nos ha sido muy
importante.
LMC
Nuestro trabajo pastoral
lo hemos enfocado en
varios campos: en lacatequesissacramental en niños,
jóvenes y adultos; en el
acompañamiento
a
los
niños monaguillos y al
grupo juvenil.
Dentro de nuestro trabajo
pastoral entra también las
visitas a las veredas (que han
sido pocas ya que el costo
de transporte por agua es
muy alto y la mayoría de
veredas hay que llegar por
agua). El Edén es una de las
veredas que pertenecen a
nuestra parroquia y en ella
estuvimos acompañándolos
el jueves y viernes santo; fue
muy grato porque pasamos
de ser unas espectadoras a
ser las directamente encargadas de dirigir los actos
que se realizan en estas
fechas.
También fue nuestra primera travesía en río, en
coche que es jalado por un
caballo y siiiiiiii………hasta
en
caballo
montamos,
ah………..y por cierto nos
comimos los frijoles de todo
un año y eso que es el plato
predilecto de Luz Helena.
Pero muy rico.
De igual for ma estamos
colaborando
al
Padre
Ricardo Tovar que es el
encargado de la catequesis
profética en el vicariato de
San
Vicente-Puer to
Leguizamo; ah y por ultimo
estamos confor mando el
grupo de las ES.PE.RE., ya
que este año nuestro vicariato lo tomó como el año
de la reconciliación, estamos seguras en seguir cumpliendo con cada una de las
exigencias que se nos presenten en la misión pero
todo eso será posible si
seguimos unidos en le oración y la Virgen Consolota
seguirá iluminando nuestro
camino.
da Casa Madr e
Mensile dell’Istituto Missioni Consolata
Redazione: Segretariato Generale per la Missione
Supporto Tecnico: Mauro Monti
Viale delle Mura Aurelie, 11-13 00165 ROMA - Tel. 06/393821
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C/C postale 39573001 - E-mail: [email protected]
da Casa Madre - 10/09
SOMMARIO
Editoriale
2
Modelli di santità sacerdotale 5
Evodia e Sintiche
6
Dare dalla nostra povertà
8
L’Allamano
e il suo primo biografo
11
Visita canónica en contexto
de interculturalidad
14
“Siate come lievito
nella massa”
16
Corso di Formazione Continua
dei Missionari e Missionarie
della Consolata
18
Diario della Casa Generalizia
20
Viaggio in Kenya ed Etiopia:
quattro settimane
di full immersion
21
Carta às comunidades
23
Noticiario do Brasil
24
L’asino muoia, ma il carico...
I gemelli fioriscono
26
Área Missionária
Santa Maria Goretti
28
Da Casa Regional
29
Comunidade de Jorje Teixeira 31
Curso de Missiologia celebrou
universalidade da Missão
32
A Gibuti è arrivato il Kansin
33
La Casa Madre continua
il suo cammino centenario
34
Giubileo sacerdotale di padre
Giovanni Polentarutti
35
Notizie da Osizweni
37
Abbiamo anche ballato
la “polones” (polka)
40
Nuestra experiencia misionera
en Cartagena…
…pero del Chaira (Caqueta) 43