Leggi il primo capitolo

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Leggi il primo capitolo
Flavio Ferrari Zumbini
Il Nuovo Poker
Disegni di Daniele Zizzi
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Il Nuovo Poker
di Flavio Ferrari Zumbini
Collezione Comefare
ISBN 978-88-04-62667-1
© 2013 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano
I edizione marzo 2013
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Un tempo, rilanciare con   e vedere scendere   
equivaleva ad avere completamente mancato il flop. Neanche una coppia, solo Kappa carta alta.
Meglio fare check e passare serenamente alle puntate
altrui.
Oggi, invece, lo stesso scenario vuol dire aver trovato aiuto sul flop. Si hanno: due carte superiori, scala a incastro e
3∕ 5 di colore. Praticamente un flop fantastico. Il punteggio
è sempre Kappa carta alta.
Ma una puntata è la scelta migliore.
È un poker nuovo.
Anzi, è il Nuovo Poker.
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Premessa
Il vecchio poker era passivo e attendista, un gioco basato principalmente su buone carte di partenza. Gli esperti di un tempo non utilizzavano particolari doti, facevano affidamento sulla pazienza e sulla mancanza di abilità
degli altri.
Oggi invece il poker è un gioco ricco di azione
dove per vincere serve tanta abilità.
Nel libro presentiamo delle nuove concezioni che permettono di ampliare la conoscenza del gioco, evitando
così di aspettare solo le carte fortissime perché non se ne
vedranno mai abbastanza per vincere, ora che anche gli
altri giocatori non commettono più gli errori madornali
di una volta.
Questo libro aiuta a vedere il gioco
sotto un’altra prospettiva.
Tanti consigli o giocate che sembravano giuste sono rapidamente diventate sbagliate. Molto sbagliate. E molto rapidamente: infatti, per semplicità, prendiamo come
riferimento temporale il 2008, anno di nascita del poker
online in Italia. Poco è il tempo trascorso, ma il solco è
profondo.
Chi poi è rimasto al gioco con cinque carte in mano, si
prepari a scoprire un altro mondo.
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Il Nuovo Poker
texas hold’em versus poker a cinque carte
box 1
Il Texas Hold’Em è più divertente e socializzante: niente più
“facce da poker” e silenzio, ma allegria e divertimento. Le regole non solo lo permettono, ma lo incentivano.
È più tecnico: ha quattro round di puntate che offrono molte
più informazioni da valutare.
È più educativo: bisogna ragionare continuamente, la matematica è stimolante e tante situazioni di gioco rispecchiano la
vita reale.
È più spettacolare: il pathos è altissimo, l’all-in è emozionante, giocare è di moda.
È più coinvolgente: guardare una partita è appassionante. Negli Stati Uniti è uno degli “sport” più seguiti in televisione.
È più sicuro: la presenza del punto matematico e il gran numero di giocatori al tavolo rendono il barare molto difficile e comunque davvero poco profittevole.
Evoluzione
Giocare molto chiusi in attesa di carte forti è diventata una
strategia perdente. Il gioco è bello perché non sempre vince
la mano migliore di partenza, altrimenti, paradossalmente, l’abilità sarebbe molto limitata. Come ogni disciplina in
cui si esercitano molte menti capaci, il Texas Hold’Em ha
avuto una notevole evoluzione. Il denaro che gira intorno
al gioco è ovviamente un enorme incentivo verso la ricerca di una strategia vincente.
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Premessa
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La via del successo passa oggi attraverso l’aggressività.
Vincere senza girare le carte è un’arma potente e necessaria. Questo gioco non è più vissuto come “ore di noia e attimi di terrore”, bensì si cercano di costruire piccoli vantaggi ripetuti nel tempo.
E basta con tanti dei vecchi libri che sembrano fermi
all’epoca in cui si puntavano orologi d’oro e si ricevevano
pallottole! Raccontano un gioco che non esiste più, riportano infinite tabelle, esaltano il concetto di sopravvivenza nei
tornei, teorizzano che il quarto rilancio sia fatto solo da AA
e infine hanno un tratto fastidioso in comune: quando gli
autori fanno limp con KK per intrappolare, trovano sempre qualcuno che rilancia preflop, quando invece lo fanno
con 87s* immancabilmente, partecipano altri cinque giocatori a cui non viene mai l’idea di rilanciare!
Comunque è inutile fare confronti con un recente passato,
l’importante è essere pronti per il gioco attuale e siamo certi che questo libro vi aiuterà. Anzi, vi verrà voglia di giocare contro chi ha letto troppi vecchi libri!
Piano dell’opera
La scelta degli argomenti è finalizzata a offrire una visione
ampia sul Texas Hold’Em No Limit, quasi esclusivamente nella modalità cash. Lo spazio di un volume non è ovviamente in grado di accogliere nei minimi dettagli ogni
aspetto del gioco. Questo libro non è, non vuole, né può essere esaustivo.
Ci sono però gli elementi essenziali; i diversi capitoli cercano di rispondere alle otto domande da cui non si può prescindere quando si vuole offrire un quadro completo della situazione.
* La s minuscola dopo le due carte indica che le carte sono suited, ossia dello
stesso seme.
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Il Nuovo Poker
Nella Prima parte, cominceremo con il definire a chi si
rivolge il libro.
Ci interrogheremo poi sul perché giochiamo, cercando di individuare i tratti peculiari di questo meraviglioso
gioco.
Rifletteremo su COSA, DOVE, QUANTO e QUANDO giocare per completare un inquadramento generale. Esistono infatti tanti diversi tipi di poker, inoltre si può giocare sia live
sia online. Affronteremo il tema bankroll, la sua gestione e
i tempi in cui essere in azione.
Nella Prima parte, dunque, delimiteremo il campo di analisi del libro, spiegando i criteri di scelta adoperati.
Tutta la Seconda parte è dedicata alla più importante delle domande, ossia COME giocare al meglio. Esamineremo
le tecniche, cioè il gioco delle carte vero e proprio.
I primi capitoli trattano le cosiddette basi del gioco. Affronteremo la matematica in maniera tanto elementare quanto rigorosa e nel capitolo sulle puntate proveremo a dare vita
a una classificazione che contraddistingua il Nuovo Poker.
A seguire, il preflop e il postflop vengono presentati
in maniera originale; sparisce la vecchia suddivisione tra
flop, turn e river per lasciare spazio a qualcosa di organico e compatto: le linee di gioco. Grande spazio viene dedicato al concetto di range sotto ogni forma. Negli esempi
è presentata la linea standard, ossia quella che massimizza
il risultato teorico del singolo colpo, ma il giusto risalto è
dato anche al balancing, che permette di rimanere imprevedibili. Chiudiamo con un capitolo che analizza il gioco
ottimale contro i principianti e con una riflessione sui software gestionali.
La Terza parte risponderà alla domanda CON QUALI
STRUMENTI affrontare il gioco e sarà la psicologia a fornirci le risposte che cerchiamo.
Partiremo con il rivisitare l’argomento tell tanto caro al
vecchio poker, per poi distinguere tra cose da sapere lontano dal tavolo e cose da sapere al tavolo. Vedremo l’importanza della disciplina e, infine, scopriremo chi sono i professionisti e chi invece vive il “problema” del gioco.
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Premessa
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Il poker è un gioco complesso, può essere scomposto in varie
sezioni e in mille capitoli, ma una visione d’insieme
è fondamentale per la sua conoscenza.
Abbiamo cercato di introdurre pochi concetti per volta, di prendere per mano il lettore e di condurlo passo passo lungo la successione degli argomenti. Ci auguriamo di
essere riusciti a semplificare una materia così complessa,
consigliamo però di rileggere le parti che non risulteranno chiare dopo aver terminato la prima lettura completa.
Grazie per la fiducia dimostrata comprando il libro.
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Prima parte
Fondamenti
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1.
A chi ci rivolgiamo
Qui non troverete le regole del gioco perché siamo certi che
nessuno compra più un libro per iniziare con il poker: voi
avete già giocato!
I contenuti offerti sono studiati per fare ragionare. Ci proponiamo di dare strumenti che permettano di avere una visuale nuova del gioco in ogni sua sfaccettatura.
Il libro è adatto sia al principiante sia al giocatore avanzato. In entrambi i casi,
ci rivolgiamo a persone motivate e con spirito critico.
Come è stato anticipato, il terreno di studio è solo il Texas
Hold’Em No Limit, principalmente in modalità cash game
6max con 100 bui a disposizione. I colpi che analizziamo sono
spesso giocati heads-up e gli avversari che avremo di fronte negli esempi sono dei giocatori medio-buoni.
Qualunque sia la vostra “idea” di poker, proveremo a offrirvi un punto di osservazione unitario, valido a prescindere dal background di ciascuno.
Se venite:
• dalle partite in amicizia giocate in famiglia, il poker vi
appare come una lotteria in cui vince il punto più alto,
perché tutti giocano sempre fino alla fine;
• dall’aver visto le partite in tv, il poker vi appare come un
concentrato di azioni frenetiche, con continui all-in e migliaia di euro in ballo a ogni istante (ciò si spiega con il
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fatto che la tv comprime le fasi lente ed esalta i momenti cruciali);
• dalle partite live, il poker vi appare divertente, lento nelle sue dinamiche ma socializzante;
• da Internet, il poker vi appare rapido e brillante, fatto di
tante decisioni e privo di umanità.
Qualunque sia il vostro background, abbiamo una certezza: a tutti piace vincere!
Diamo allora per scontato che il vostro obiettivo sia giocare bene, e il nostro aiutarvi a raggiungerlo.
È solo giocando al meglio che si massimizzano
le chance di vittoria.
Questo libro si ripromette di fornire gli strumenti per essere giocatori migliori. Non diventerete dei campioni leggendo il libro una volta, ma con la comprensione dei concetti e tanta esperienza potrete migliorare molto più di quanto
possiate immaginare.
Insomma, il libro si rivolge a tutti quei giocatori normali, stufi di pensare che l’unica cosa normale nel poker sia
perdere!
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2.
Perché giocare a poker
Considerando che a poker la maggioranza delle persone perde, evidentemente ci sono motivi che vanno oltre il denaro.
2.1. Sperimentare attraverso il gioco
Il poker è innanzitutto uno spazio vitale in cui esercitarsi
con delle strategie da applicare nella vita. Qualunque decisione venga presa è sempre il frutto di un’analisi costibenefici. Si impara a ragionare in un contesto di informazioni imperfette, sfruttando al massimo tutti i dati che ci
vengono offerti: bisogna pianificare ogni mossa per avere
il massimo profitto. È un gioco in cui bisogna rappresentare più che avere, basta far credere per ottenere lo scopo.
Il gioco, in generale, è parte della vita di tutti noi. È un
bisogno difficilmente reprimibile.
Il poker poi è sempre stato un rito di iniziazione, per
tante persone ha significato il passaggio dalla fanciullezza
all’adolescenza.
2.2. Divertimento
Il poker è un gioco ricco di azione. Fare fold è noioso, partecipare ai colpi è divertente. E la partecipazione è sempre
in prima persona.
Negli altri giochi con i soldi, solitamente si scommette
su un numero, una squadra, un atleta. A poker scommetti
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su te stesso. Le scommesse sono parte integrante del gioco
e lo condizionano, non sono il risultato del gioco! Sei proprio tu a decidere quanto scommettere ogni volta e sei tu a
essere dentro il campo per confrontarti con gli altri.
Il poker è per tutti e offre a tutti un’opportunità: permette di avere soddisfazioni anche al principiante. Se scendono le sue carte, nulla può fermarlo.
Inoltre, ognuno può esprimere il suo parere su come giocare, c’è sempre tanto da discutere, si socializza, ci si intrattiene anche dopo la partita e si vivono continue emozioni.
2.3. Denaro
Tradizionalmente è la motivazione per cui si gioca, è lo strumento attraverso cui giocare ed è anche il fine ultimo del
gioco. A poker non si gioca contro un “banco”, bensì contro altre persone. È una competizione completamente alla
pari, in cui è possibile vincere perché
il poker è certamente un gioco di abilità.
2.4. Gioco di abilità
Il Texas Hold’Em presenta aspetti legati sia alla fortuna sia
all’abilità. Questa affermazione, seppure arbitraria, la possiamo ragionevolmente dare per vera.
La vera questione da affrontare è quale peso dare
a ciascuna componente.
Lo scenario classico all’interno del quale ci muoviamo è
il seguente: un gioco si definisce di azzardo quando è principalmente influenzato dalla fortuna, mentre è uno skill
game quando l’abilità è preponderante. Ma questo approccio al problema presenta dei limiti: infatti, se per “preponderante” intendiamo una percentuale superiore al 50%, allora davvero trascuriamo la realtà dei fatti e le conseguenze
di tale ragionamento.
Immaginiamo di essere in grado di poter asserire, trami-
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te qualche astruso conto, che l’abilità pesi nel poker circa il
20%. Secondo il criterio della preponderanza, dovremmo
dire che il poker è un gioco d’azzardo. Tutto ciò è quantomeno riduttivo.
Ragioniamo aiutandoci con un esempio. Alla roulette
il casinò ha un piccolo vantaggio sui giocatori: nel singolo colpo, la fortuna è effettivamente preponderante anche
per il casinò, perché vi saranno moltissimi colpi in cui perde dei soldi. Però, con tale microscopico vantaggio (circa
2,7%), un casinò riesce a mantenere strutture faraoniche,
stipendiare centinaia di dipendenti, offrire vitto e alloggio
e conseguire un utile. Il tutto pagando 36 volte ciò che invece ha 1 possibilità su 37 di accadere!
La roulette, dunque, presa a simbolo, è certamente puro
azzardo, ma lo è per il giocatore, non per il casinò. Poco importa ai gestori del casinò se oggi hanno vinto o perso. Alla
lunga vincono e lo sanno perfettamente.
Casinò in miniatura
Un buon giocatore di poker può aspirare a essere un casinò in
miniatura: nel singolo colpo sa che la fortuna decide in larga
parte l’esito, ma lui continua a sfruttare la sua superiore abilità
per assicurarsi un piccolo vantaggio partita dopo partita. Tale
minuscolo margine, vola via al primo colpo di vento fatto da una
carta, ma il suo continuo costruire è invece resistente anche a
un terremoto.
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2.5. Fortuna
Quanto abbiamo fin qui detto era necessario per mettere
in evidenza come la fortuna, parte integrante del gioco, sia
in realtà ingigantita e sopravvalutata dagli stessi giocatori.
Tale erroneo sentire, però, è alla base del successo del gioco: rincorrere la fortuna o maledire la sorte è qualcosa che piace,
che fa parlare del gioco e crea affinità di sentire.
La fortuna è uno dei tanti segreti del poker, nel senso che
appassiona, avvicina il gioco potenzialmente a tutti e fornisce ai giocatori meno abili un formidabile alibi per continuare a giocare.
D’altra parte, però, il giocatore serio, che vuole leggere
con attenzione il libro e progredire, deve mettere da parte fortuna e sfortuna e concentrarsi su altro. Solo una volta
sgombrato il campo potrà isolare i fondamentali del gioco
e capire che fortuna e sfortuna sono cose di cui devono discutere gli altri.
Anche una relativamente piccola dose di abilità rende il gioco
uno skill game nel suo complesso.
Non dimentichiamo questo concetto e puntiamo a diventare “abili”!
A voi la scelta: se rincorrete la fortuna sappiate
che state semplicemente giocando d’azzardo.
Diversamente, questo volume poggia tutto sull’assunto
che la risposta al “perché” giocare sia la volontà di giocare
bene, e quindi voler vincere: se vi concentrerete su quanto scritto nel libro riguardo al gioco e alle qualità necessarie per prendere decisioni corrette, ebbene starete giocando a poker. Un gioco di abilità.
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