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I contenuti
Almirante fu il Msi e il Msi Almirante: perfetta
identificazione. Quel che si dice dell’uno vale per
l’altro. Nella sua vicenda storica il partito ebbe
avversari esterni ed interni. I primi lo tolleravano
quando era attestato su percentuali innocue, lo
aggredivano quando cresceva elettoralmente e
minacciava gli equilibri. I secondi operavano in
maniera più subdola o inconsciamente avversa:
da una parte lo volevano trasformare in una destra
moderna da inserire nel sistema, dal quale peraltro
era respinto; dall’altra lo volevano alla guida di una
improbabile e assurda reconquista. Nell’uno come
nell’altro caso un partito non rispondente alla reale
domanda di rappresentanza. Nato per testimoniare
idee, fatti e persone e non già per partecipare al
potere, dal quale era escluso per necessità storica,
il Msi era alle prese col grande problema della
sopravvivenza. Al suo elettorato piaceva come era,
con tutti i suoi limiti e le sue ambiguità. La stampa
avversa coniò l’icastica formula del “doppiopetto e
del manganello”. Un Msi partito di sistema avrebbe
lasciato senza rappresentanza quei milioni di italiani, in
parte sinceramente moderati ma fortemente identitari
e in parte estremisti, che si sarebbero rivolti altrove o
avrebbero dato vita ad altre formazioni politiche. Per
il Msi sarebbe stata la fine. Almirante riuscì ad evitare
che tanto accadesse, scontrandosi con l’universo
mondo politico, subendo incomprensioni e ingenerosi
attacchi, ma dimostrando pazienza e tenacia degne
solo dei politici più abili. La fine del partito Almirante
la previde e ne gestì l’avvio. L’aver scelto come suo
successore Gianfranco Fini non fu un errore, ma la
consapevole scelta di chiudere una fase della storia
italiana quando sarebbe giunto il momento; quando
lui non ci sarebbe stato più per impedirlo.
L’autore
Gigi Montonato (Taurisano, 1945).
Tesi di laurea in Dottrine Politiche su Giuseppe
Maranini e la critica alla partitocrazia. Docente di
Italiano e Storia negli Istituti Superiori e di Italiano e
Latino nei Licei.
Corrispondente de “Il Tempo” di Renato Angiolillo
dal 1967. Dal 1969 collaboratore di “Voce del Sud”,
il settimanale leccese di Ernesto e Leonardo Alvino.
Collaboratore di Pino Rauti negli anni Settanta alle
riviste “Presenza” e “Civiltà”. Giornalista pubblicista dal
1980. Dal 1992 fondatore e direttore di “Brogliaccio
Salentino”, un mensile di cultura. Opinionista di “Nuovo
Quotidiano di Puglia” fino al 2010. Collaboratore di
giornali e riviste, fra cui “Gazzetta del Mezzogiorno”,
“Paese nuovo” e “Apulia”.
Autore di saggi di storia, politica e letteratura. Ha
pubblicato fra l’altro L’Italia che ti ritrovi (1996), Il
giovane Gramsci (1998), Comi-Evola un rapporto ai
margini del fascismo (2000), Una vita irregolare (2003),
Breviario dal carcere. Sigismondo Castromediano e i
patrioti salentini del ‘48 (2011).
Caratteristiche editoriali
Editore: Eclettica Edizioni
Anno: 2014
Collana: Secolo Breve
Pagine: 284
Formato: 14.8x21 cm
Legatura: Brossurato e cucito filo refe
Prezzo: 15.00 Euro
ISBN 978-88-97766-12-4
Eclettica Edizioni sas
di Alessandro Amorese & C.
via La Salle 1/a - 54100 Massa
tel +39 0585.254409
[email protected]
www.ecletticaedizioni.com

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