Rainer Maria Rilke 1875 (2)

Transcrição

Rainer Maria Rilke 1875 (2)
Rainer Maria Rilke 1875-1926
I problemi dell'anima
René Maria Rilke nasce a Praga il giorno 4 dicembre 1875. Appartenente alla classe borghese cattolica di
Praga, Rilke trascorre un'infanzia e un'adolescenza piuttosto infelici. I genitori si separano nel 1884 quando
lui ha solo nove anni; tra gli undici e i sedici anni viene obbligato dal padre a frequentare l'accademia
militare, che aspira per lui una prestigiosa carriera militare. Piccolo funzionario asburgico, il padre aveva
fallito nella carriera militare: a causa di questa sorta di compensazione voluta dal genitore René vivrà
momenti molto duri.
Abbandonata la scuola si iscrive all'università della sua città; continua poi gli studi in Germania, prima a
Monaco di Baviera poi a Berlino. Sarà comunque Praga a fornire l'ispirazione per le sue prime poesie.
Nel 1897 conosce Lou Salomè donna amata da Nietsche, che sarà anche amica fedele e stimata di Freud.
Sarà lei a chiamarlo Rainer sostituendolo al nome originario René, creando così un'assonanza con l'aggettivo
tedesco rein (puro).
Compie un viaggio in Russia e rimane colpito dall'immensità di quella terra; conosce l'ormai anziano Tolstoj
e il padre di Pasternak: dall'esperienza russa, nel 1904 pubblica le "Storie del buon Dio" esprimendo così
anche il suo interesse verso il tema teologico.
Compie poi un viaggio a Parigi dove collabora con Rodin; viene colpito dalle avanguardie artistiche e dal
fermento culturale della città. I lavori pubblicati in questo periodo costituiscono l'opera di poesia più
complessa e problematica del XX secolo.
Avverte i primi sintomi della leucemia nel 1923: Rainer Maria Rilke muore il giorno 29 dicembre 1926 a
Valmont (Montreux). Oggi è considerato uno dei più importanti poeti di lingua tedesca del XX secolo.
DIE BLÄTTER FALLEN
Die Blätter fallen, fallen wie von weit,
als welkten in den Himmeln ferne Gärten;
sie fallen mit verneinender Gebärde.
Und in den Nächten fällt die schwere Erde
aus allen Sternen in die Einsamkeit.
Wir alle fallen. Diese Hand da fällt.
Und sieh dir andre an: Es ist in allen.
Und doch ist Einer, welcher dieses Fallen
unendlich sanft in seinen Händen hält.
In dem Gedicht „Herbst“ von Rainer Maria Rilke, erschienen 1902, geht es um den Vergleich zwischen
herabfallenden Blättern und den Menschen, die auch „fallen“ werden.1
In der ersten Strophe „beschreibt“ Rilke, wie die Blätter im Herbst herunterfallen. Sie fallen mit einem
sterbenden Gesicht.3
In der zweiten Strophe wird deutlich, dass die Erde, sobald es Nacht wird, ruhig, still und einsam wird.
In der dritten Strophe bedenkt der Sprecher, dass alle Menschen sterben müssen. Diese dritte Strophe bildet
einen Übergang zur vierten Strophe, in der gesagt wird, dass es „Einen“ gibt( V 8), der die Toten auffängt.
Der Autor will mit diesem Gedicht sagen, dass man keine Angst vor dem Tod haben muss. Denn Gott hält
dieses Fallen auf und gibt uns auch ein Leben nach dem Tod.