Daniela Lombardi, Storia del matrimonio dal

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Daniela Lombardi, Storia del matrimonio dal
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Cristellon, Cecilia: Rezension über: Daniela Lombardi, Storia del
matrimonio dal Medioevo a oggi, Bologna: il Mulino, 2008, in:
Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und
Bibliotheken, --, 89 (2009), S. 532-533,
http://recensio.net/r/431f11b8821075e5990cd596b0c605be
First published: Quellen und Forschungen aus italienischen
Archiven und Bibliotheken, --, 89 (2009)
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ANZEIGEN UND BESPRECHUNGEN
Grundlage ließen sich Thesen, wie sie Ernst Schubert formuliert hat, verifizieren. Vor den zwischen 1750 und 1850 einsetzenden tief greifenden Wandlungen dürfte die Bedeutung der Selbstversorgung mit Lebensmitteln für das
Überleben vieler Menschen eine entscheidende Rolle gespielt haben. Deren
quantitative und qualitative Erfassung ist freilich kaum möglich, da die von
Menschen zur Eigenversorgung produzierten Lebensmittel in den schriftlichen
Quellen nicht erscheinen. Diese nicht überlieferten Formen der Nahrungsproduktion erschweren über einige Grundlinien hinaus verlässliche Urteile
insbesondere über die wirtschaftliche Situation ländlicher Haushalte. Dass
„die mittelalterliche Küche“ u. a. „arm an Vitaminen“ gewesen sei (S. 12), setzt
beispielsweise stillschweigend die Annahme voraus, dass vitaminreiche Produkte aus der Waldwirtschaft und dem Gartenbau keine nennenswerte Rolle
spielten. Dies wäre aber erst einmal nachzuweisen. Solche Überlegungen sollten den potentiellen Leser freilich nicht vom Griff zu diesem anregenden Buch
abhalten, das zudem ein ausgesprochenes Lesevergnügen bereitet.
Michael Matheus
Daniela L o m b a r d i , Storia del matrimonio dal Medioevo ad oggi, Le vie
della civiltà, Bologna (il Mulino) 2008, 288 pp., ISBN 978-88-15-12526-2,
† 18,50. – Le profonde modifiche della famiglia europea negli ultimi 40 anni,
che hanno visto l’abolizione dell’autorità maritale e della patria potestà, cadere il confine della sessualità legittima limitato unicamente al matrimonio,
cessare la distinzione fra figli legittimi e illegittimi con importanti conseguenze ai fini della successione, la diminuzione dei matrimoni e l’aumento
delle convivenze, anche omosessuali, un aumento dei divorzi e delle separazioni – ripercussioni, tutte, di importanti modifiche nelle relazioni fra i sessi e
le generazioni – hanno portato l’osservatore contemporaneo, inquietato
dall’instabilità coniugale, a parlare di crisi del matrimonio e della famiglia, e a
„cercare nel passato un’ipotetica famiglia tradizionale stabile e coesa cui tutti
sembrano aspirare“ (p. 8). Daniela Lombardi, dopo aver contribuito alla ricerca nell’ambito del matrimonio e della famiglia in Italia di Antico Regime
con ricerche pionieristiche basate sull’uso di fonti estremamente vivaci (i processi matrimoniali), che documentano il matrimonio nella sua dinamicità, ricostruisce ora con un’agile e puntuale sintesi la storia del matrimonio in Europa dal Medioevo ad oggi. Da essa risulta evidente che quella immagine idealizzata del matrimonio è riscontrabile solo tra gli anni ’50–’60 del ‘900,
quando, in un contesto di forte crescita economica e di aumento della speranza di vita, aumentò l’accesso alla nuzialità di tutti i ceti sociali, i tempi di
convivenza tra coniugi, genitori e figli, fratelli e sorelle, e sembrò possibile
realizzare il sogno romantico del matrimonio d’amore „fondato sull’intimità e
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sulla divisione dei ruoli tra i coniugi“: mentre la donna era dedita alla cura dei
figli e della casa, l’uomo era responsabile del mantenimento della famiglia,
grazie a salari più alti. Questo modello nuziale fu presto incrinato, anche grazie ai movimenti degli anni ’60 e ’70 che attaccarono i principi di gerarchia e
autorità all’interno della famiglia. Continuò però a rimanere un modello ideale. Adottando una prospettiva di lungo periodo Lombardi dimostra che la
flessibilità ha caratterizzato per secoli la formazione della coppia nell’Europa
occidentale, consentendole di adattarsi ai vari mutamenti sociali. Il celibato
era molto diffuso sia in epoca medievale che moderna. Fino alla frattura religiosa del XVI secolo la sessualità prematrimoniale era socialmente accettata
e costituiva una tappa della formazione del matrimonio, che iniziava con la
promessa e terminava con la coabitazione. Separazioni e divorzi sono certo
aumentati dagli anni ’70 del ’900, ma nei secoli precedenti altri fattori di
instabilità provocavano la rottura del vincolo coniugale: la mortalità elevata,
la mobilità, le separazioni di fatto e giudiziarie. Il matrimonio medievale e
moderno era principalmente un’alleanza fra famiglie e costituiva la base del
vivere sociale assicurando mediante il controllo della sessualità femminile la
legittimità dei figli e la trasmissione del patrimonio. Era gestito da regole
dettate da poteri secolari e ecclesiastici, dalla comunità, dalle famiglie e dalla
coppia, che si facevano interpreti di interessi spesso in concorrenza fra loro.
La Chiesa estese le proprie competenze sul matrimonio nel XII e XIII secolo,
con poche regole molto innovative: doveva essere monogamico e indissolubile,
ma non richiedeva per la sua validità alcuna forma specifica di celebrazione,
bensı̀ il solo consenso dei contraenti: un principio rivoluzionario e potenzialmente destabilizzante, in un’epoca in cui l’istituto era spesso sottoposto al
potere feudale o a quello dei padri di famiglia, e in contrasto con le leggi
secolari, che sanzionavano con pene diverse, dalla perdita della dote fino al
carcere, il matrimonio stipulato senza consenso familiare. Nel XVI secolo gli
Stati protestanti con la Riforma (che conferı̀ le competenze del matrimonio
alle autorità secolari) e la Chiesa cattolica col concilio di Trento (1563) imposero una cerimonia pubblica e religiosa per la stipulazione del matrimonio e
perseguirono la sessualità prematrimoniale e il concubinato, che rimasero comunque in buona parte prassi socialmente accettate, come continuarono ad
avere parte importante nella famiglia i figli illegittimi. Il matrimonio civile,
con qualche eccezione, fu introdotto a partire dalla Rivoluzione Francese, che
diede inizio ad un processo (seppure non lineare) di secolarizzazione dell’istituto anche nei paesi cattolici, trasferendone la giurisdizione dalla Chiesa allo
Stato. L’ottica di lunga durata sottolinea la capacità di adattamento della famiglia nel corso dei secoli, permette una nuova interpretazione della presunta
crisi del matrimonio e della famiglia, che, riletti alla luce della loro dimensione
storica, ci appaiono quanto mai vivaci.
Cecilia Cristellon
QFIAB 89 (2009)

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