Dai Capitani Reggenti l`appello all`Unità dello Stato e dei cittadini

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Dai Capitani Reggenti l`appello all`Unità dello Stato e dei cittadini
21 anos
“Il Monumento della trasvolata del Maresciallo Italo Balbo e
dei Suoi eroici piloti, che stupirono il mondo, nuovamente
inaugurato nella nuova sede dal Prefetto Kassab’’ (Servizio per
gentile concessione della Riv.Oriundi) Pag-06
Informativo bimestrale del Consolato Generale di San Marino per la comunità di lingua italiana in America Latina - 21 Anni - Numero 2 - 2011
Dai Capitani Reggenti l’appello
all’Unità dello Stato e dei cittadini
I nuovi Capitani Reggenti:Le Ecc.ze Maria Luisa Berti e Filippo Tamagnini.’’
Il Consolato Generale in Brasile ed i sanmarinesi qui
residenti,porgono ai Capitani Reggenti un fervido augurio di
successo nella Loro Alta Missione
Un appello all’Unità, sia dello Stato che dei cittadini - “ovunque
essi si trovino” -, ma anche la riaffermazione dei valori universali
quali la vita, e soprattutto la famiglia, nonchè della donna ma con
lo sguardo ben attento a ciò che accade nel mondo e in particolare
dalla guerra in Libia alla tragica situazione in Giappone. Senza dimenticare la visita del 19 giugno sul Titano del Papa. E poi il rapporto con l’Italia, perno centrale dell’attualità sammarinese.
I Capitani Reggenti Maria Luisa Berti e Filippo Tamagnini nel loro
discorso di insediamento non tralasciano alcuna questione importante e nel tracciare le linee principali che seguiranno durante il
loro semestre si rivolgono soprattutto ai loro cittadini e alle
istituzioni invitando all’unità.
Il primo aspetto affrontato è la visita del Santo Padre, una “straordinaria opportunità, un’occasione di ri.essione sul nostro essere
una comunità tanto diversa da altre”.
Il discorso di insediamento è poi soprattutto incentrato sulla necessità di attivarsi afinché “il governo italiano riconosca il valore
del nostro Stato”. Ben venga dunque l’invito a Roma del presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, “il prossimo 2
giugno per il prosieguo delle celebrazioni del 150° anniversario
dell’Unità d’Italia, un’ulteriore affermazione dell’amicizia che da
sempre lega” le due repubbliche. E l’auspicio è che “nulla sia cambiato”, dato che “questa amicizia sarà la chiave per riaprire la porta
della cooperazione con lo Stato italiano” e per superare “le criticità
e le incomprensioni che hanno caratterizzato ultimamente il rapporto bilaterale”.
San Marino, sono convinti i Capi di Stato, ha fatto il suo, si è
Ue, comitato
promotore e
Fondazione 2020
pronti con l’Istanza
pro adesione
Il referendum per l’adesione all’Ue non si è tenuto ma il comitato
promotore non demorde e così, sostenuto anche dalla Fondazione
San Marino 2020 è iniziata una raccolta di .rme per presentare domenica, ai nuovi Capitani Reggenti, un’Istanza d’Arengo. “Il governo - affermano infatti - responsabile di aver sottratto ai sammarinesi il diritto di esprimere la loro opinione attraverso il voto, continua a non onorare l’impegno assunto con la richiesta di interrompere il referendum sulla richiesta di adesione all’Unione Europea”.
E siccome il “governo ha continuato ad ignorare la possibilità di
avanzare la richiesta di adesione” all’Ue e anzi “l’ha esplicitamente
esclusa e sta perseguendo una strada, i cui contorni non sono
stati chiariti all’opinione pubblica” hanno predisposto un’Istanza
che chiede che “il Consiglio Grande e Generale voglia precisamente impegnare il governo e, per esso, il segretario di Stato per gli
Affari Esteri a presentare formale domanda di adesione della Repubblica all’Unione Europea ai sensi dell’articolo 49 del Trattato
dell’Unione”. All’appello alla sottoscrizione hanno già preso parte
anche cittadini, sindacati, associazioni di categoria ed associazioni culturali.
Intanto sono numerose le Istanze d’Arengo che altri stanno predisponendo. Sette l’Anis, numerose anche da parte di San Marino
dei Valori e dal movimento Sottomarino.
“impegnato fortemente sulla strada non facile dell’adeguamento
della realtà economica e finanziaria del nostro Paese alle nuove
regole di trasparenza e di cooperazione internazionali”. Per cui
l’auspicio, “e l’invito che vogliamo rivolgere, per il tramite
dell’amba- sciatore italiano”, è che “il governo italiano voglia recepire la necessità di definire a breve le procedure per rendere operative le intese già raggiunte”.
All’Italia ricordano i rapporti di San Marino fin dal risorgimento,
con l’ospitalità offerta a Garibaldi e in tempi più recenti ai 100mila
profughi durante la Seconda Guerra Mondiale. La Reggenza ha
ribadito il concetto “mai posto in dubbio da entrambe le parti, di
questa solida, storica, fraterna amicizia” con l’Italia e dichirato con
forza che “vogliamo credere che nulla sia cambiato, che permanga
la consapevolezza del valore della nostra Repubblica e delle sue
Istituzioni, che questa volontà comune di cooperazione continui
ad essere certa e condivisa, nel rispetto reciproco. Vogliamo credere che il delicato momento storico che stiamo vivendo sia frutto di
contingenze in via di superamento”.
Poi il grande e principale appello all’unità e del rispetto dei valori
fondamentali. In un periodo come quello che vive la Repubblica,
“non semplice e denso di incognite”, proseguono i Capitani Reggenti, servono “unità e rispetto reciproco” valori che “dovranno
permeare l’azione
politico-istituzionale in tutti gli ambiti”. Oc-corre “radicare e ispirare l’impegno politicosociale ai valori del rispetto degli altri e della
vita, della protezione dei più deboli e della promozione del lavoro”.
“Alla luce dell’attuale congiuntura - ribadisce la Reggenza - stringersi intorno alle istituzioni repubblicane e con.dare nella garanzia
democratica che le stesse rappresentano è più che mai auspicabile, per un popolo unito, senza alcuna diversità e divisione fra cittadini, che vuol far fronte comune
attraverso una solida unità
d’intenti” per “fronteggiare gli attuali scompensi e addivenire ad
una soluzione condivisa di superamento delle persistenti criticità”.
Ma è importante anche investire
sui giovani e sulla formazione, evidenziare “il valore della donna
come moglie, madre e lavoratrice” e soprattuttp tutelare la famiglia
quale “prima comunità naturale”.
Spazio anche al ruolo internazionale di San Marino e in riferimento
all’Osce, il cui segretario generale era Oratore ufficiale (box sotto)
la Reggenza si dice “convinta della necessità della piena espressione del concetto di sicurezza comune attraverso gli strumenti della
cooperazione e della fiducia tra tutti gli Stati membri”. Un pensiero
va al popolo libico (“sosteniamo la risoluzione Onu nell’auspicio
che gli obiettivi vengano raggiunti rapidamente”) e a quello giapponese, di cui “colpisce, di fronte alla minaccia di una catastrofe
nucleare, la dignità.
La Reggenza - concludono - sarà fedele interprete dell’unità dello
Stato e dei suoi cittadini ovunque si trovino, nonché del messaggio della sua storia di Stato libero e democratico”.
S.Ecc.Il Decano
e Nunzio
Giuseppe Bertello
“Condividere ideali per interpretare la
realtà in continua trasformazione”
La guerra in Libia e il dramma del terremoto in Giappone
gli spunti del discorso che ha tenuto ieri il decano del
corpo diplomatico, il Nunzio apostolico Giuseppe Bertello, come saluto alla nuova coppia reggenziale.
“Simili eventi - ha detto Bertello riferendosi al dramma
giapponese - inducono ad una ri.essione sulla permanente imprevedibilità delle forze della natura e sulla vulnerabilità delle conquiste e dei progressi messi a disposizione
dal continuo af.narsi delle capacità tecnologiche e delle
conoscenze scienti.che. Si impone quindi la necessità di
non lesinare energie, fondi ed ingegno creativo al .ne non
solo di acquisire il livello più alto di sicurezza ma anche di
risparmiare esistenze umane e incrementare le opportunità per un duraturo sviluppo sostenibile. In un quadro internazionale caratterizzato da tensioni politiche e da problematiche ambientali di notevole impatto sulla vita delle
popolazioni - ha detto ancora il Nunzio apostolico -, la
nostra missione e il nostro quotidiano lavoro, avvalendosi di un dialogo sereno e di una condivisione di sforzi e di
ideali, si propongono
d’interpretare la realtà in rapida trasformazione, con le
sue sempre nuove esigenze ed aspirazioni af.nchè si creino condizioni di pace e di stabilità, rendendo effettivi i
valori affermatisi nella coscienza della famiglia umana, superando inevitabili contrapposizioni e ricercando soluzioni di lungo periodo”.
Più circostanziato alla realtà del Titano invece il messaggio del vescovo di San Marino Luigi Negri nel corso della
celebrazione della messa per l’insediamento dei nuovi Capitani Reggenti. “Difendete San Marino dal tentativo di
ridurre la grandezza della sua tradizione. Senza minacce.
Ma non si può accettare che lo Stato sia diminuito, anche
solo dai media, senza che le autorità intervengano. La
grande tradizione di San Marino è una radice profonda,
misteriosa e attuale, un’esperienza ecclesiale e civile, unica ed eccezionale” e come tale va difesa, spiega il vescovo, “pensando lo Stato in grande”. E da questo punto di
vista “la virtù suprema di un uomo politico è la prudenza”. Ma, prosegue, “non si può pensare uno Stato in grande se ci si concentra sull’individuo. San Marino deve recuperare la grandezza della sua tradizione. E il primo valore non negoziabile per uno Stato
è la difesa di se stesso”. Il pensiero del vescovo va in.ne
alla prossima visita di papa Benedetto XVI, che sarà sul
Titano il 19 giugno: “Un privilegio, un evento storico,
dicui parlerà la storia dei prossimi decenni”.
Oratore Ufficiale: Perrin de Brichambaut: “Il
Titano rappresenta equilibrio, pluralità e fiducia”
Equilibrio, pluralità e .ducia sono i valori fondamentali che San Marino, la più antica repubblica
del mondo, rappresenta. Così Marc Perrin de Brichambaut, oratore uf.ciale della cerimonia di insediamento della Reggenza, si è rivolto ai nuovi capi
di Stato e al pubblico presente. Perrin de Brichambaut è il segretario generale dell’Organizzazione
per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce),
di cui anche il Titano fa parte. E gli stessi valori
rappresentati dal Titano, ha detto ancora, sono
fondamentali per l’Osce, che riunisce 56 paesi.
“L’euilibrio geogra.co, culturale e politico e la
pluralità risultano pertanto fondamentali per
l’efficace funzionamento dell’Organizzazione
nell’attuazione del suo compito di rafforzare la
sfiducia reciproca e affrontare le sfide di sicurezza nella regione euro-atlantica ed euro-asiatica.
Gli Stati partecipanti all’Osce cercano di trovare
soluzioni a problemi di sicurezza complessi, a volte controversi,
che non riguardano solo questioni di sicurezza politica e militare,
ma anche di natura economica e ambientale, e
inerenti alla democrazia, ai diritti umani, alle libertà fondamentali e allo stato di diritto. Se osserviamo ciò che accade nel mondo intorno a noi,
oggi più che mai possiamo constatare che la sicurezza è una nozione complessa. La sicurezza
affonda le sue radici nell’inviolabilità dei diritti
umani e delle libertà fondamentali e nella convinzione che è possibile fare ricorso alla legge se
quei diritti e libertà vengono violati. La sicurezza
tra gli Stati è a sua volta radicata nella necessità
di garantire stabilità e .ducia: essa richiede
af.damento. La cerimonia di oggi - ha detto ancora l’oratore uf.ciale - è una chiara dimostrazione
della .ducia e dell’af.damento che i cittadini di
uno Stato democratico maturo ripongono nei loro
rappresentanti. In quanto tale, la Repubblica di
San Marino, con la sua storia millenaria di libertà
e democrazia, può servire da modello per una comunità di Stati
molto vasta, come l’Osce”.
Rei Idris da Libia
Idris I, nascido como Sidi
Muhammad Idris al-Mahdi alSenussi (12 de Março de 1890 –
25 de Maio de 1983), foi o primeiro rei da Líbia, desde a sua independência, em 24 de Dezembro
de 1951 até 1 de Setembro de 1969,
quando se deu a revolução líbia
e consequente queda de seu
governo.
A Líbia havia sido colonizada
pela Itália, que tinha a pretensão
de “fechar” um “portão aquático” no mar Mediterrâneo, entre o
Mediterrâneo Ocidental e o Mediterrâneo Oriental, tendo seus
eixos entre a Itália e a Líbia. Em 24 de Dezembro de 1951, a Líbia
declara independência perante a Itália e constitui um reino, tendo
Idris I como rei.
Já na década de 1960, Idris I se licencia do trono líbio para cuidar
de problemas de saúde, indo fazer tratamentos na Grécia e no
Egito. Em seu lugar, como rei-em-exercício, seu sobrinho, Príncipe
Ridah lhe substitui. Em 1 de Setembro de 1969 ocorre a revolução
líbia, tendo como líder, Al Magrabhi e posteriormente Muammar
al-Gaddafi, que instala o golpe de estado e depõe o regime monárquico de quase 18 anos.
O rei deposto se exila no Egito, onde recebeu apoio do ex-presidente Anwar Sadat, e onde passa o resto de seus dias.
Primeiros-ministros da Líbia
1951–1969
Mahmud al-Muntasir 1951–1954.
Muhammad Sakizli 1954.
Mustafa Ben Halim 1954–1957.
Abdul Majid Kubar 1957–1960.
Muhammad Osman Said 1960–1963.
Mohieddin Fikini 1963–1964.
Mahmud al-Muntasir 1964–1965.
Hussein Maziq 1965–1967.
Abdul Qadir al-Badri 1967.
Abdul Hamid al-Bakkoush 1967–1968.
Wanis al-Qaddafi 1968–1969.
È morto don Eligio Gosti, per 27 anni
rettore della Basilica del Santo
Ricordo con affetto la sua visita in Brasile come Responsabile del Turismo di San Marino, ormai quasi
25 anni or sono....la Sua simpatia ed amicizia, il grande equilibrio e ampia visione degli avvenimenti...
Ormai da anni non avevo più avuto occasione di incontrarlo ma mai lo avevo dimenticato....
Dal cuore, recito una preghiera per Lui, e porgo le mie condoglianze alla Famiglia.G. Lantermo di Montelupo
Si è spento alle 16e30 di ieri all’età di 86 anni, all’ospedale di Stato di San Marino,
don Eligio Gosti per oltre cinque lustri Rettore della Basilica del Santo. Il sacerdote
era ricoverato da giovedì, nel Reparto di Medicina. Don Eligio - come lo chiamavano i sammarinesi, dimenticando il titolo di “monsignore” - aveva festeggiato i 60
anni di sacerdozio nel 2009: il 5 febbraio dello stesso anno, nel giorno dedicato alla
compatrona di San Marino - andò in pensione lasciando la Basilica del Santo al
successore don Lino Tosi. Protagonista sammarinese della visita papale del 1982,
quella di Giovanni Paolo II, se n’è andato - vinto dalla malattia - prima di poter
assistere a quella del 19 giugno, quando Benedetto XVI farà visita a San Marino e
alla sede della Diocesi, a Pennabilli. Per ventisette anni alla guida della Basilica,
proprio sulla riproposizione della .gura del Santo basò la sua opera da Rettore.
A riguardo, tra i suoi lavori più signi.cativi, si ricorda il libro “Vita-Reliquie- Luoghi
di San Marino Diacono, Fondatore e Patrono”. Quando lasciò l’incarico alla Basilica, prese congedo dal ruolo di Rettore di fronte ai
Capitani Reggenti: davanti a loro, e al segretario agli Esteri Antonella Mularoni ricordò le “gesta” dei 27 anni di “servizio” in Basilica,
e i suoi oltre 100 viaggi in Terra Santa – dove fu insignito del titolo
di monsignore del Santo Sepolcro - e le tante imprese insieme
all’amico Fausto Mularoni, fac totum dell’Unitalsi, scomparso
anch’egli. Diverse le opere di solidarietà condotte in Palestina. “Sento
tutta la malinconia del distacco e la gioia per i 27 anni trascorsi in
questa Repubblica unica al mondo”, commentò all’epoca il sacerdote che ha continuato a trascorrere la sua vita a San Marino.
Nonostante sul Titano si sapesse della sua malattia, e nonostante
l’età avanzata, ieri sera la notizia della sua morte, ha prodotto stupore e sconcerto. Così lo ricorda il parroco di Domagnano, don Pino
Iannuzzi: “Per me, don Eligio, è stato il sacerdote che mi ha compreso: con lui c’era una vera amicizia. Nel 1992, quando fui operato al cuore, per due mesi mi sostituì in parrocchia: si instaurò con lui, in
quel momento, un rapporto molto stretto, molto bello. Aveva l’entusiasmo di portare avanti progetti, viaggi, lavori per il solo bene
degli uomini, di San Marino e Montefeltro”. E non mancano gli aneddoti. “Era un uomo di gran spirito – aggiunge don Pino -, sapeva
stare in compagnia. Aveva la battuta, e il consiglio, sempre pronti”.
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Presidente egípcio Gamal Abdel Nasser com o Rei Idris
I da Líbia.
A situação: o que está em jogo
entre a Itália e Líbia e quais
são os interesses que
circundam os países árabes?
Onda migratória e relações
comerciais (petróleo), são a
principal preocupação italiana
em relação a Líbia. A rodovia
a beira mar, concordada entre
os dois governos, para apagar
as magoas do período
colonial, era uma gigantesca
possibilidade de trabalho para
dezenas de empreiteiras
italianas...
Na próxima edição um pouco
da Historia da Itália na
Líbia....iniciando no 1911.....
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O Patronato Enas oferece aos italianos e descendentes assistência totalmente gratuita nos requerimentos de aposentadoria em acordo internacional, reversibilidade e outras intervenções junto ao
INPOS (italiano) e/ou INS (brasileiro).
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Oferece consultoria na preparação da documentação relativa ao processo de cidadania italiana e
outros documentos solicitados pelo Consulado.
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Simples e juramentadas.
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Flashs Capitani Reggenti
È morto Gian Vito
Marcucci Più volte
Capitano Reggente
È scomparso Gian Vito Marcucci, noto sammarinese e per molto tempo esponente di
primo piano della vita politica e sportiva
sammarinese. È stato eletto più volte Capitano Reggente ed ha anche ricoperto
l’incarico di Deputato al Territorio e al Turismo. Gian Vito Marcucci, padre dell’ex
segretario di Stato al Lavoro Gian Marco
Marcucci, ora presidente dell’Upr, è stato a
lungo ai vertici del partito democratico cristiano.
Fu molto attivo anche nella vita sportiva della Repubblica e a
tal proposito ricoprì l’incarico di presidente del Comitato Olimpico, oltre che di presidente emerito della federazione sport
speciali, presidente dell’Aslem ed anche direttore dell’uf .cio
di stato per il Turismo.
Alla famiglia Marcucci le condoglianze della Redazione e della Direzione di San Marino OGGi.
L’avevo conosciuto nella Sua funzione di Direttore Ente Turismo: una persona chiara, pragmatica, aperta, competente
e disponibile..... un gentiluomo aperto e comprensivo! Il Suo
successo qui, con il grande Festival di San Marino al Ristorante Tomatto negli anni 80, aveva fruttato una grossa simpatia a San Marino e contatti molto fruttiferi con i Tour
Operetor. Una preghiera per Lui, ed un affettuoso cordoglio
ai Famigliari.
Giuseppe Lantermo di Montelupo
Console Generale in Brasile
Visite
San Marino
3
Un palco per i nostri talenti: la compagnia
di danza Titanz presenta lo spettacolo Acqua
SAN MARINO - Nuovo appuntamento con la stagione del teatro
Titano di San Marino Città. Giovedì
14 aprile una serata dedicata ai talenti
e professionalità sammarinesi. La
Compagnia di danza Titanz e la Camerata del Titano presentano Acqua
madre - mare – memoria, uno spettacolo scaturito dalla collaborazione tra
un coreografo-danzatore, una compositrice, un violinista, tre danzatori ed
un regista. Si basa su un’idea originale di Vittorio Colella, Sara
Muccioli, Delilah Gutman e Augusto Ciavatta e nasce da una
ricerca sull’elemento dell’acqua.
Il lavoro vuole analizzare la dimensione sacrale in cui l’acqua è
rappresentata da miti e simbologie di tutte le culture e tutte le
epoche. È un percorso attraverso i molteplici simbolismi di cui
questo elemento si carica, e sul ruolo fondante che .loso.a arte e
religione le hanno sempre attribuito per ogni manifestazione spirituale. Acqua quindi come metafora dell’esistenza, elemento che
dona e mantiene la vita simbolo di puri.cazione, spiritualità e
rinascita, raccontata attraverso tre quadri: Madre, Mare e Memoria. L’associazione Titanz è stata fondata nel 2007 da Sara
Muccioli e Vittorio Colella al termine degli studi al Laban di Londra e dopo aver lavorato in diverse compagnie.
Attualmente Sara e Vittorio appartengono al nucleo stabile della
compagnia Artemis Danza di Monica Casadei. Oltre a danzare
nei più prestigiosi festival e teatri italiani, rappresentano l’Italia
all’estero, presentando il lavoro di Artemis tramite gli Istituti ita-
liani di cultura e le ambasciate italiane nel mondo.
Hanno portato gli spettacoli in tournè in Messico, Turchia, India, Singapore, Filippine, Malesia, Giappone, Indonesia, Vietnam, Corea, Stati
Uniti e Russia, hanno avuto in questi paesi la possibilità di collaborare
ed interagire con le realtà artistiche
del luogo. Hanno approfondito la
studio del Bharatanatyam alla Kalakshetra in India, del Butho al Kazuo Ohno Studio in Giappone,
danza tradizionale Javanese con la compagnia Swarga Loka a
Jakarta.
Uno degli obiettivi della compagnia è quello di far con.uire diverse forme artistiche nei propri spettacoli, sviluppando un linguaggio espressivo che scorra attraverso la danza, le immagini in
movimento e la scenogra.a viva. La loro sperimentazione nelle
forme contemporanee del movimento è sempre accompagnata
per questo, da un lavoro di ricerca videogra.ca. Le video proiezioni, sempre presenti nelle opere di Titanz, sono organi viventi
dello spettacolo e rappresentano una sorta di .nestra elettronica
mostrando cose altrimenti non visibili: ambienti con i quali i danzatori interagiscono, pezzi di storia e .ashback, sempre in relazione dialogica con la
performance live.
È possibile acquistare i biglietti dello spettacolo alla biglietteria
del teatro Titano da oggi .no al giorno dello spettacolo dalle
16.30 alle 20.30. Per informazioni: 0549 882416.
História das Armas Aeronáuticas (Parte I)
Quando a guerra foi declarada em agosto
de 1914, não havia a idéia de aviões de
combate, de escolta, de caça ou de ataque
ao solo e nenhuma nação possuía qualquer avião que fosse equipado com metralhadora como equipamento padrão. A despeito disso, antes do começo das hostilidades uma quantidade considerável de trabalhos experimentais era executada na
maioria dos países beligerantes para desenvolver um avião armado, embora sua aplicação na guerra fosse
relativamente desconhecida. A maioria desses esforços iniciais se
concentrava no uso de metralhadoras em montagem flexível para
ser manipulada pelos observadores dos biplaces. A idéia de uma
arma sincronizada ocorreu somente a uns poucos pioneiros, mas
antes que tal sistema aparecesse, a guerra no ar iniciou com armas
leves como pistolas, fuzis e até granadas manejados quase sempre
pelo observador dos aviões biplaces, embora sem obter quase ou
nenhum sucesso até fins de 1915, quando as metralhadoras começaram a ser usadas.
Antes de 1911 uma metralhadora foi montada num aparelho do
tipo impulsor por Albert Euler na Alemanha, embora não se sabe
como ele disparava a arma. Em setembro de 1912 um avião “Taube” do tipo trator foi adaptado com uma metralhadora. Ao mesmo
tempo, testes semelhantes foram feitos na Inglaterra e França,
embora pouca coisa se aproveitasse.
Típico do valor desses pequenos avanços iniciais foi a experiência do Corpo de Sinaleiros dos Estados Unidos em junho de 1912,
quando o Tenente Milling pilotou um biplano Wright enquanto o
Capitão Chandler atirava contra pedaços de pano espalhados no
chão com uma metralhadora Lewis montada no aparelho entre suas
pernas. Nada mais foi feito depois que o War Department insistiu
no uso da metralhadora Benet-Mercier do Exército, que se mostrou impraticável para uso em aviões.
A partir de 1913, programas mais sistemáticos foram estabelecidos
pela maioria das potências beligerantes. O 3o Esquadrão do Royal
Flying Corps na Inglaterra foi designado para selecionar uma arma
apropriada para uso nos aviões e a escolha recaiu sobre a Lewis
.303 americana, esfriada a ar, de peso médio, dentre uma grande
quantidade de outras amas experimentadas. Era uma arma segura e
tinha a vantagem de que todo o suprimento de munição (47 cartuchos) era carregado num pente em seu dorso, tornando-a extremamente flexível. A maior parte dessas experiências foi feita com
aviões Henri Farman impulsores. As aeronaves impulsoras tinham a vantagem de oferecer um campo livre da hélice para a
frente, permitindo o disparo da arma na direção de deslocamento
da aeronave.
Em julho de 1913, um oficial de armamentos inglês, o Lieutenant
Clark Hall foi designado para a Navy Wing (que em 1914 tornou-se
o RNAS - Royal Naval Air Service) e
as experiências continuaram independentemente do RFC (Royal Flying
Corps). Em princípios de 1914 a metralhadora Vickers .303 foi disparada
de um avião contra alvos no chão com
algum sucesso, provavelmente marcando o primeiro uso de uma metralhadora a ser usada largamente pelos
aliados como sua principal arma sin-
cronizada.
O mesmo oficial acreditava que o principal uso de metralhadoras no ar seria contra aviões inimigos e não contra alvos no
chão, ao contrário do pensamento da maioria dos militares da
época. Foi esse pensamento visionário do RNAS que o colocou acima do RFC em eficiência de combate durante os primeiros anos da guerra.
Essa investigação foi virtualmente feita ao mesmo tempo na França, onde os aviões Henri e Maurice Farman eram usados em pequeno número, carregando na maioria
das vezes a metralhadora Hotchkiss.
Essa era uma arma mais pesada que a
Lewis e do mesmo calibre, mas não
correspondeu ao uso em aviões por
ter um pente de munição menor, sendo logo afastada em favor da Lewis e
da Vickers. Todas as armas desse período eram modelos da infantaria, refrigeradas a ar ou a água mas com a
pesada jaqueta de refrigeração removida, desde que não era necessária
para emprego aéreo onde seu uso seria intermitente.
A Alemanha usou poucos aviões impulsores antes do começo da
guerra e virtualmente nenhum depois que esta se iniciou. Como
resultado não tinham aviões adequados em número suficiente para
experiências, porque os modelos tratores eram menos convenientes. O princípio do trabalho na Alemanha é de difícil documentação, mas as únicas metralhadoras existentes eram modelos da infantaria ainda mais pesadas que a Hotchkiss, o que empobrecia a
pequena carga líquida das aeronaves de então.
As montagens flexíveis de
antes da guerra eram extremamente toscas, consistindo a maioria de uma
guarnição rotativa que
permitia que a arma fosse
movida livremente, mas tinha a desvantagem de que
era quase impossível
apontar para o lado. Esse
tipo de montagem, com alguns refinamentos para superar seus defeitos, continuou em uso
ate ser substituída pelas montagens circulares de 1915. Como já foi
mencionado, o tema principal desses trabalhos era o uso de uma
arma contra alvos no chão, assim, poucas montagens fixas foram
desenvolvidas. É surpreendente considerar que uma vez começada a guerra, a tática de assalto ao solo não teve importância até
1917, quando então táticas específicas foram desenvolvidas e aumentado o número de aviões de ataque em vôo a baixa altura.
La pecora nerá
questa sera al
Tiberio
per la rassegna
Cinema e Psicanalisi
RIMINI - Il cinema teatro Tiberio di Rimini (via San Giuliano,
16) ospita il secondo appuntamento della quinta edizione
della rassegna Cinema e Psicoanalisi. Psicodramma analitico
a cura di Maurizio Cottone. Tre appuntamenti dedicati al
cinema italiano d’autore uniti dal “.lo rosso” dell’invisibilità:
cinema “invisibile” (in quanto oggetto di scarse attenzioni
da parte dei normali circuiti distributivi cinematogra.ci) che
parla di bambini invisibili, non visti, che non vedono o vedono troppo e, alle soglie della pubertà, reagiscono in vario
modo alle sofferenze del crescere. Ogni proiezione della rassegna sarà conclusa da un dibattito tra l’esperto relatore e il
pubblico.
Questa sera è in cartellone La pecora nera di Ascanio Celestini introdotto da Claudio Fabbrici, docente Università di
Bologna e psicoanalista. Interpretato dallo stesso Celestini,
assieme a Giorgio Tirabassi e Maya Sansa, il .lm si occupa
della malattia mentale con uno stile narrativo originale e coraggioso.
“Come ti ho fatto ti disfo...”. È questa la cantilena che accompagna tutto il .lm di Ascanio Celestini La pecora nera, tratto
dall’omonimo romanzo del noto autore teatrale, qua al suo
primo lungometraggio.
Una frase terribile purtroppo non ancora in disuso ed esercitata, nei fatti e nella sostanza, da persone che intendono la
relazione solo come forma di potere sull’altro.
La pecora nera è un racconto surreale sulla malattia mentale
attraverso la storia di chi è stato esposto a troppi traumi
infantili.
Coi toni della commedia lo spettatore viene trascinato
nell’universo orrendo di Nicola e degli ospedali psichiatrici
dell’epoca. Un .lm istruttivo sulla miseria affettiva degli adulti come causa del disturbo psichico e un monito verso tutti i
padri assenti o le madri apparentemente solo molto premurose. Proiezione alle 21, biglietto unico 5 euro. Per informazioni:
328/2571483.
Smiaf nella
giuria del premio
‘Cantieri di strada’
SAN MARINO - Gli organizzatori di Smiaf, il festival sammarinesi dedicato ai giovani artisti, sono stati chiamati a fare
parte della giuria del concorso “Cantieri di Strada”. Giunto
quest’anno alla settima edizione, è un premio nazionale per
la produzione di spettacoli di strada. Il concorso è un progetto teatrale e musicale che vuol favorire, attraverso la programmazione in svariati festival, le nuove produzioni di spettacolo del settore.
“Cantieri di Strada” 2011 prevede un aiuto alla circuitazione
delle produzioni, con la garanzia di un numero minimo di
repliche, grazie alla collaborazione di 17 festival italiani e 1
sammarinese, Smiaf appunto. Le produzioni vincitrici verranno ospitate nei festival promotori del concorso durante il
2011 e saranno premiate davanti ad una quali.cata platea di
promotori e organizzatori in occasione della vetrina internazionale Open street organizzata dal comune di Montegranaro in collaborazione con la Fnas (federazione nazionale artisti di strada) e altri partner europei, e che avrà luogo a Montegranaro e Fermo intorno alla metà di ttobre 2011.
4
A Itália pré-unitária
di Valerio Pennacchi-Pennacchi
No ano em que se comemoram os 150 anos da Unificação
italiana, nossa revista publicará uma série de artigos, assinados por Valerio Pennacchi-Pennacchi, sobre os antecedentes
que levaram àquela unificação.
nossa convicção iniciaremos a falar da Itália pré-unitária a partir
daquela data.
Veremos na sucessão de artigos como já no século XIX, o unitarismo Mazziniano, as crescentes expectativas da elite político-econômica moderada e as ambições hegemônicas de natureza territorial do Reino da Sardegna (leia-se: casa Savoia2 liderada por Camillo Benso, conde de Cavour3), forçará uma unificação que será
levada a efeito em 1860 e oficializada em 1861 com a criação do
Reino da Itália. Roma somente será adicionada ao reino em 1870,
como resultado da impossibilidade de Napoleão III, derrotado em
Sedan pelos prussianos, de vir em socorro ao “Papa-Re – SS Pio
IX Mastai-Ferretti”.
A bibliografia anexada servirá “per chi vuole approfondire”.44
Bibliografia:
1. “La Volpe Savoiarda e l ’assedio di Torino
– Vittorio Amedeo II, primo re di Sardegna”; Carlo Trabucco, Fògola
Editore in Torino, Torino, 1978.
2. “La cultura politica italiana e il concetto di Nazione Spontanea”;
Francesco Pappalardo, Convegno Le Insorgenze anti-giacobine,
ISIN, Milano, 1997.
3. “Heráldica”; Luiz Marques Poliano, RIOARTE, Rio de Janeiro,
1986.
4. “L’ultimo giorno del Papa-Re – 20 settembre 1870"; Antonio
diPierro, Mondadori, Milano, 2007.
5. “Armerista delle famiglie nobili e titolate della Monarchia di
Savoia”; Alessandro Franchi-Verney, Conde della Valetta, Fratelli
Bocca Librai di SM, Torino, 1873.
Abaixo a listagem dos 53 Estados Italianos; e, entre parênteses as
principais famílias que os dominaram. Discorreremos sobre os principais deles, a partir do próximo capítulo.
1. Savoia (Savoia; Savoia-Carignano)
2. Saluzzo (Del Vasto: 1175-1548; Reino da França: 1549; Savoia,
através do Tratado de Lion: 1601-...)
3. Monferrato (Aleramici del Monferrato: 967-1305; Paleoligi:
1306-1533; Gonzaga: 1536-1627; Gonzaga-Nevers 1631-1708;
Savoia: 1713...)
4. Incisa (Aleramici)
5. Asti, Ceva e Ormea (Visconti: 1342-1386; Luiz de OrléansValois: 1387-1525; Carlo III de Savoia: 1531-...)
Atualmente a Itália é um país situado na Península Itálica, na Euro6. Tenda
pa meridional, e em duas ilhas no mar Mediterrâneo, Sicília e Sar7. Monaco (Grimaldi: 1297-...)
denha. Ao norte divide suas fronteiras alpinas com a França, Suí8. Oneglia (Doria: 1298-1576; Savoia: 1576-...)
ça, Áustria e Eslovênia. O mar Mediterrâneo, com suas particula9. Finale (Del Carretto)
res denominações regionais (Mar Lígure e Mar Tirreno a oeste,
10. Genova (Sereníssima República: 1200-1797; República da
pelo Mar Jónico ao sul e Mar Adriático ao leste) envolve toda a
Ligúria: 1797-1805; Departamento do Império Francês: 1805península.
1814; Província do Reino da Sardegna: 1815)
Os estados independentes de “San Marino” e do “Vaticano” são
11. Masserano (Fieschi, Ferrero-Fieschi: 1394-1624; Savoia:
enclaves no interior da Península Itálica e “Campione d’Italia” é
1753-...)
um exclave italiano no Canton Ticino na Suíça.
12. Milano (Della Torre: 1240-1277; Visconti 1277-1447; SforMas não foi sempre assim. Foi longo o caminho da “Itália una” à
za: 1450-1499; Reino da França – Luiz XII: 1499-1512; Sforza:
“Itália unitária”. Pretendemos dar nos sucessivos artigos uma vi1512-1515; Reino da França 1515-1521; Sforza: 1521-1535;
são – una infarinatura – do que aconteceu na península Itálica; a
Reino da Espanha: 1535-1706; Império Austríaco: 1706-1797;
partir de uma determinada data. Foi “una” sob a administração de
Império napoleônico: 1797-1814; Império Austriaco 1815-1859;
César Augusto (63 AC – 14 AD) que a dividiu em 11
Reino da Sardegna: 1859).
provincias sempre respeitando as tradições geográfi13. Asola
cas e étnicas. A Sicilia, a Sardegna e a Corsega, serão
14. Mantova (Bonacolsi: 1279-1328; Gonzaga: 1328-1627;
adicionadas à aquele mosaico pelo imperador DioGonzaga-Nevers: 1580-1708; Ducado de Milão: 1708).
cleciano (245-313 AD).
15. Bressanone
Muitos séculos depois... . O AD 476 vivenciou a
16. Trento
queda de Rômulo Augústulo e o fim do Império
17. Venezia
Romano no Ocidente. Em 568 AD, a invasão lon18. Gorizia (Veneza: 1500)
gobarda – protagonista de uma longa migração
19. Ragusa
desde Scania (século II) até a Panônia (século
20. Guastalla (Torelli)
V) – quebrou a unidade territorial italiana com a
21. Novellara (Gonzaga di Novellara e Bagnolo: 1342lacerante ruptura do tecido imperial romano que,
1728)
com o tempo se transformou em inúmeros nu22. Correggio
cleos políticos, obstáculo
23. Carpi (Pio)
decisivo para qualquer polí24. Mirandola (Pico)
tica de egemonia ou unifica25. Modena, Reggio & Ferrara
ção centro-setentrional.
(d’Este)
Finalmente em 1454, a “Paz
26. Ravenna
de Lodi” põe fim à guerra
27. Bologna (Bentivoglio)
entre Veneza e Milão que ha28. Imola (Riario)
via iniciado a principio do
29. Faenza (Manfredi)
século XV. A relevância his30. Forlì
tórica do tratado reside no
31. Bertinoro
fato de ter garantido à Itália
32. Cesena
40 anos de paz estável con33. Rimini (Malatesta)
tribuindo com o florescimen34. San Marino
to artístico e literário do Re35. Pesaro (Sforza)
nascimento, além de definir
36. Urbino (Montefeltro)
o equilíbrio político que, não
37. Cidade de Castello (Vitelli)
obstante às guerras do iní38. Sassoferrato (Atti)
cio do século XVI, permane39. Fabriano (Chiavelli)
cerá constante até a era Na40. Perugia (Baglioni)
poleônica e cuja organização
41. Camerino (Varano)
política imposta pode ser
42. Foligno (Trinci)
Brasão de SM o Rei da Sardegna (1849): Esquartelado: no primeiro
considerada como embrioná43. Massa e Carrara
quartel Jerusalém, Chipre, Armênia e Luxemburgo; no segundo quartel
ria de um conceito confede44. Lucca
partido em três: Westfalia, Angra e Saxônia1
rativo.
45. Firenze
no terceiro quartel, contra-esquartelado: Chiablese, Aosta, Genova e
Parece-nos um fato muito Nice; no quarto quartel, contra-esquartelado: Piemonte, Monferrato,
46. Siena
importante e baseado nessa Genevese e Saluzzo. Sobre tudo; no coração: Savoia antiga carregada de
47. Ottieri
Savoia moderna; e, no ponto de honra, Sardegna.
5
48. Piombino (Pisa: 1022-1398; Appiano: 1399-1548; Medici:
1548-1557; Appiano: 1594-1634; Ludovisi: 1634-1706; Napoleão I: 1799-1805; Bonaparte-Bacciochi: 1805-1815; AbsburgoLorena da Toscana: 1815-...até a Unificação da Itália)
49. Cospaia
50. Estados Pontifícios
51. Napoli (Aragão di Napoli)
52. Sicilia (Reino de Aragão, Espanha)
53. Sardegna (Reino de Aragão, Espanha)
(Footnotes)
1
A casa Savoia pleiteava, embora historicamente improvável, a
descendência da “Casa” da Saxonia, utilizando suas armas no segundo quartel.
2
A dinastia “Savoia” existe nte desde o século X no reino de
Borgogna recebeu o feudo do Condado de Savoia, transformad a
em Ducado durante o século XV, quando obteve a Coroa Titular
dos reinos cruzados (Chipre, Jerusalém e Armênia)
. Com o fim da Guerra da Sucessão Espanhola negociou e obteve
a dignidade régia efetiva, primeiro na Sicilia e depois na Sardegna.
No século XIX, chefiou o Movimento de Unificação da Itália e a
governou até 1946 quando foram exilados com a proclamação da
República.
3
A Espanha perdeu a guerra da “quádrupla Aliança” (1717-1720)
contra Áustria, França, Holanda e Inglaterra, e o Tratado de Haia
determinou que a Sicilia retornasse à Áustria e aos Savoia coube a
Sardegna. Assim Vittorio Amed eo II di Savoia
– la Volpe Savoiarda
– tornou-se o primeiro Rei do “Reino da Sardegna”, denominação
assumida pelo Estado Sabaudo a partir de 1720, também conhecido como “Reino do Piemonte-Sardegna” ou simplesmente “Piemonte”. O reino era constituído pelo “Principado do Piemonte”,
pelo “Ducado de Savoia”, pelo Condado de Nice, e em seguida ao
Congresso de Viena (1814-1815), pela “República de Gênova”.
“Estremamente interessante l’articolo, per il quale
abbiamo chiesto l’autorizzazione alla riproduzione
alla Rivista “Oriundi” che gentilmente l’ha concessa.
Pennacchi, con una prospettiva veramente storica,
ha ricostruito la situazione italiana dell’epoca,
legata, fuori i grandi (Milano, Torino, Venezia,
Firenze, Genova) ad una miriade di Città-Stato o di
piccoli Stati Sovrani, nell’area geografica dell’Italia
del Centro Nord. Italia Pre-Unitaria: quella che con
buona pace di molti giornalisti della Repubblica
Italiana, NON è diventata Unitaria nel 1861.....
Data, quella si, della Proclamazione del Regno....
Unitaria, che non fu tale, neppure con la presa di
Roma del 70......ma solo con Trento e Trieste, con
Bolzano e Treviso, ed il Quarnaro dopo la vittoria
contro gli Imperi Centrali nella seconda guerra
mondiale del 15/18.... “GLM”
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Monumento “Eroi della Trasvolata Atlantica”
ritorna a Guarapiranga
Lo scorso 19 dicembre, presso la Ripresa di Guarapiranga a San Paolo, in una
cerimonia civica per inaugurare il nuovo “Parco da Barragem”, si sono riuniti il
sindaco di San Paolo, Gilberto Kassab, il secretario di Cultura Andrea Matarazzo
rappresentando il Governatore dello Stato di San Paolo, il consigliere comunale
Vereador Goulart e molte persone della comunità locale.
Come punto alto della cerimonia è stato inaugurato nuovamente il Monumento
agli Eroi della Trasvolata Atlantica, pure denominato “il volo di Icaro” che omaggia gli aviatori italiani Francesco De Pinedo e Carlo Del Prete e l’aviatore
brasiliano João Ribeiro de Barros che, nel lontano 1927, a bordo di idroplani
italiani simili, il modello S.55 della Savoia-Marchetti, avevano compiuto la traversata atlantica e erano approdati nel lago di Guarapiranga. Per primi gli italiani,
arrivati il 27 febbraio 1927, e secondo il brasiliano, arrivato nel 1º agosto 1927
(*).
Si ricorda che il Monumento agli Eroi della Trasvolata Atlantica è opera dello
scultore italiano Ottone Zorlini il quale, su una colonna romana (omaggio del
Comune di Roma) appoggò il celebre volo di Icaro (Vittoria Alata), con l’allegoria
di due fasci littori (di origine etrusca) uno con il simbolo della Lupa Capitolina,
simbolo di Roma, e l’altro con il simbolo della Costellazione del Cruzeiro do Sul.
Era stato inaugurato il 21 agosto 1929, nel luogo dell’arrivo degli idrovolanti
italiani.
Durante il periodo bellico 1939/45 il monumento fu abbandonato e soggetto a
diversi furti delle parti bronzee (di alcune restano solo piccole incisioni, imperfezioni negli angoli della pietra, senza tracce di documenti che ne permettano il
restauro) e vandalismi di ogni genere, vista l’ostilità bellica tra i due paesi. Il 24
luglio 1978, grazie ad una campagna promossa dalla comunità italiana capitanata dalla Società Dante Alighieri, il monumento è stato ripristinato e reinaugurato.
Ma non finivano li le vicende del Monumento. Dovuta ad una localizzazione
remota, con insufficiente illuminazione, si era trasformato in un “vespasiano”.
Per insistenza di Vivaldo Pagni, allora Presidente del Circolo Toscano, nel 1987 si
riuscì a convincere l’allora segretario municipale di Cultura, Prof. Valerio Giuli, di
origini lucchesi, ed il sindaco Janio Quadros, a trasferire il monumento nella piazza
davanti alla Chiesa Madonna del Brasile, nella importante e centrale Avenida Brasil.
Durante la crisi economica del 2000/2005 furono sottratte le due lapidi di bronzo che
ricordavano quei fatti e di nuovo Vivaldo Pagni, con la collaborazione del Circolo
Toscano e l’Associazione Lucchesi nel Mondo, si sono fatti avanti con un lungo
carteggio presso la municipalità per ricomporre il Monumento,. Nel frattempo le comunità attorno alla ripresa di Guarapiranga, tra altre misure richieste alla municipalità per
riportare quei luoghi all’altezza di un centro turistico e di svago per i cittadini, richiedevano il ritorno del Monumento al luogo di origine.
A nostro avviso il comune ha
trovato una soluzione stupenda: ha trasferito il Monumento
ancora sulla sponda del lago,
non molto distante dal locale
originale, ma in una grande piazza nell’incrocio della Av. Atlantica con la Av. João de Barros,
in un locale molto visibile anche a chi solo transita in macchina, e per di più all’interno del
nuovo Parco Municipale della
Barragem, con la sua guardia municipale e inferriata a proteggerlo.
La cerimonia, come la nuova localizzazione, è stata superiore ad ogni aspettativa.
Piccolissima, però, la presenza italiana. Oltre al nostro giornale, c’era solo la rappresentanza ufficiale del presidente del Circolo Toscano, Florio Ruberti, del presidente della Associazione Marinai d’Italia, Luigi Sonzogno, e del reduce dell’Arma
dell’Aeronautica Vivaldo Pagni, richiamati all’ultima ora come rappresentanti
dell’Italia, con una singola bandiera, come una parte gloriosa di quella vicenda che
è stata ricordata dalle autorità, nei discorsi sul palco ma anche alle radio e Tv
presenti. La mancanza di alcun rappresentante diplomatico è stata denunciata da
Vivaldo Pagni in una lettera al Ministro Franco Frattini, come una “unica stonatura”, una “vergogna” ingiustificabile, anche se il Console Generale si sapeva assente perché impegnato in quel momento con la Santa Messa di Natale delle nostre
associazioni.
Per una così stupenda concretizzazione, è doveroso ricordare la documentazione
storica fornita da Vivaldo Pagni, l’impegno del Circolo Toscano e della Associazione Lucchesi nel Mondo, oltre alla ditta Help Trasportes
che si è fatta carico del trasporto di tutte le parti del monumento.
(vezio nardini)
(*) La traversata del brasiliano João Ribeiro di Barros era iniziata a Genova il 13 ottobre 1926, un anno prima. Se si leggono le
varie difficoltà (vide http://pt.wikipedia.org/wiki/Jah%C3%BA) che ha incontrato con il suo Savoia-Marchetti S.55 denominato
Jahú (nome della sua città di origine) per il quale aveva richiesto una serie di miglioramenti, è da supporre che i chiari sabottaggi
subiti siano stati causati da interessi politici italiani con l’intento di beneficiare l’equipaggio italiano che, partito dopo, l’ha
sorpassato durante la sua tribolata impresa.
6
A história do Tocantins
As missões da Companhia de Jesus
Os pioneiros e a força de sua raça
Segundo estudiosos, o homem está na América há mais de 12 mil
anos, vindo da Ásia para o Alasca através do estreito das eras
glaciais, quando o nível do mar foi rebaixado, unindo a Sibéria ao
Alasca, pelo estreito de Bering. Por isso, acredita-se que foram os
grupos humanos de origem asiática que começaram o povoamento das Américas.
Esses nativos, chamados de “índios” pelos descobridores europeus, que pensavam ter chegado à Índia, formam povos com diferenças tanto na raça quanto na língua. Vivendo da caça e coleta,
depois passaram a dominar a agricultura (milho, mandioca, fumo),
usar cerâmica, ferramentas e armas (arco e flecha). No trabalho, o
homem caça, pesca, faz guerra; a mulher planta, cozinha. A coivara, queimada da mata antes do plantio, ainda
hoje uma prática da agricultura brasileira herdada dos primeiros habitantes do Brasil.
Quatro séculos após o descobrimento do Brasil, no ano de 1910, Cândido
Mariano da Silva Rondon fundou o
Serviço de Proteção ao índio (hoje
FUNAI), depois de chefiar uma missão para construir a linha telegráfica entre Cuiabá e Vale do Araguiaia. Até então os índios eram abatidos a tiros. A partir da Comissão Rondon, a sobrevivência das tribos do Brasil Central e da
Amazônia passou a ser questionada no Brasil. Merecidamente, o
marechal Rondon é considerado o defensor dos índios.
Rio Tocantins, uma descoberta francesa
Em 07 de junho de l949, acordo assinado na cidade espanhola de
Tordesilhas (por isso mesmo chamado Tratado de Tordesilhas)
traçou uma linha imaginária a 370 léguas das Ilhas de Cabo Verde,
delimitando que as terras a oeste dessa linha pertenceriam a Espanha e a leste pertenceriam a Portugal, dividindo-se as terras do
Novo Mundo recém-descoberta. Imediatamente os homens de
negócios da França, Holanda e Inglaterra financiaram suas expedições para partilhar das novas terras. Há constantes tentativas
para fundar colônias no Brasil. Enquanto as capitanias de Pernambuco e S. Vicente (S. Paulo) prosperavam com seus engenhos de
açúcar, franceses, ingleses e holandeses conquistavam a região
Norte brasileira, estabelecendo colônias que servissem de base
para posterior exploração do interior do Brasil.
Depois de devidamente instalados no forte de São Luís, na costa
maranhense, uma das primeiras providências para expansão da
colônia francesa era explorar os sertões do rio do Tocantins. Assim fez Daniel de la Touche, senhor de La Ravardiêre: “Em 1610,
Mr. De Bault, um dos quarenta soldados expedidos do Maranhão
ao Pará por La Ravardiére, sob mando de Mr. De La Blanjartier,
topara na Serra dos Pacajás”, nas proximidades de onde hoje se
localiza a Usina de Tucuruí, no Rio Tocantins. Portanto, o Rio
Tocantins foi descoberto pelo francês La Blanjartier pela foz, que
por ele subiu à cachoeira de Itaboca (Tucuruí).
Os Tupinambás habitavam a região próxima à cachoeira de Santo
Antônio das Três Barras (onde é hoje a cidade de Itaguatins).
Assim, fica evidenciado que cabe aos franceses a honra de haver
descoberto o Rio dos Tocantins pela embocadura. (Fonte: Lysias
Rodrigues, in “O Rio dos Tocantins”.)
Quinze anos depois dos franceses, os portugueses iniciam a colonização do Tocantins pela decidida ação dos jesuítas. O historiador Basílio de Magalhães (“Expansão Geográfica do Brasil Colonial”) afirma: “É obra de Antônio Vieira e dos seus companheiros de
batina irradiação das missões dos seus centros principais, que
eram Belém e Gurupá, pelos rios Tocantins, Xingu e Tapajós acima”.
Conta-nos Bernardo de Berredo, governador e capitão general do
Maranhão (“Annaes Históricos do Estado do Maranhão): “0 Pe.
Frei Cristovão de Lisboa... Passou a dilatá-lo no descobrimento do
celebrado rio dos Tocantins, para o qual partiu da aldeia de Una em
8 de agosto (de 1625)...” No ano de 1636 o padre Luís Figueira é
mandado de Portugal com a missão de estudar as tribos indígenas
do Tocantins e indicar os locais para aldeamentos da Companhia
de Jesus, a fim de tirar os índios da influência “herática” deixada
pelos colonos franceses.
Em 1653, com a chegada do padre Antônio Vieira no Baixo Tocantins, foi reiniciada a conquista do Rio dos Tocantins. No dia 13 de
dezembro daquele ano, padre Vieira chefiou uma missão que subiu
o Tocantins e manteve os primeiros contatos com os índios tacaiunas, onde é hoje a cidade de Marabá. Padre Vieira regressou ao
Baixo Tocantins sem os nativos para organizar as primeiras aldeias
missionárias em Cametá. No ano de 1655 (e novamente em 1658), o
padre José Thomé chefiou uma missão religiosa do Tocantins ao
Araguaia, sendo considerado o primeiro jesuíta que esteve em
contato com os carajás, e conseguiu descer mais de mil índios para
o BaixoTocantins.
Também em 1658 o padre Francisco Velloso subiu o rio e fez
descer para o Baixo Tocantins mais de mil índios tupinambás para aculturá-los nas aldeias da Companhia de Jesus.
No ano seguinte, o padre Manuel Nunes chefiou outra
missão, indo até a ilha do Bananal, trazendo de volta mais 1
milheiro de indígenas pequiquaras e 250 Inheinguaras, “estes últimos como presa de guerra”. Já em 1668, uma tropa
de brancos e índios tendo como missionário o padre Gaspar Misseh, atinge o alto Tocantins e localiza os índios
poquizes, depois de caminhar oito dias da margem do rio.
Partindo do Baixo Tocantins, a 16 de dezembro de 1674, o padre
Antônio Tavares Raposo, com 35 homens brancos e 300 índios,
subiu rio acima até a terra dos guarajus (Porto Nacional).
Com a subida da expedição do padre Antônio Raposo estava então todo o Rio Tocantins descoberto, com a maioria de sua população morando nos aldeamentos da Companhia de Jesus, no Baixo
Tocantins.
O Povoamento do Tocantins
O processo de colonização do território do atual Estado do Tocantins é complexo e varia, segundo a historiografia (estudo histórico
e crítico sobre a história) estudada. Há mesmo diferenças de interpretação de precedência histórica, entre as
entradas e bandeiras dos paulistas, com o
ciclo da criação de gado pelo homem do
Nordeste brasileiro. Embora sejam responsáveis pelas primeiras expedições nas terras tocantinas, as bandeiras praticamente em nada contribuíram para a colonização do antigo Norte de Goiás. Isso porque a missão dos bandeirantes era aprisionar os nativos, usando-os
como mão-de-obra nas lavouras de açúcar em São Paulo.
Ou para citar Capistrano de
Abreu, “bandeiras eram partidas de homens empregados em prender e escravizar
o gentil indígena”.
Quando, na terceira década
do século XVIII, acontecia
a descoberta de ouro no Sul do Tocantins, a região já detinha um
extenso corredor de picadas para os caminhos de gado entre Piauí,
Maranhão e ribeiras do Rio São Francisco.
Portanto, desde o início do desbravamento e povoamento destas
ribeiras, sempre existiram dois Goiás: o Sul, colonizado pelos paulistas e o Norte, colonizado pelo vaqueiro e dono de curral, vindos
do Nordeste brasileiro. Para compreender a socialização do homem no antigo Norte de Goiás, hoje Estado do Tocantins, há de se
consultar a vasta bibliografia sobre a colonização no Médio São
Francisco (sendo comarca de Pernambuco), Bahia, Piauí, Maranhão e Pará.
Ciclos da Economia
- Criação de gado, através da picada da Bahia. Expansão das fazendas de criação dos sertões da Bahia, Pernambuco, Piauí, que co-
7
meça no século XVII e se prolonga até a terceira década do século
XVIII, quando se descobre as minas de ouro em Natividade, Arraias, Almas, etc.
- Mineração de ouro, que se estende até o final do século XVIII.
- Lavoura de algodão e fumo, a partir da Segunda metade do século XVIII. Devido a independência dos Estados Unidos, a indústria
Têxtil da Inglaterra ficou sem mercado importador dessas matérias-primas.
- Borracha da mangabeira (caucho), no início deste século, que
resultou na colonização do vale do Áraguaia.
- Mineração de cristal de rocha, antes da construção da rodovia
Belém-Brasília.
- Agropecuária, após a construção da rodovia Belém-Brasília.
- Agroindustrialização, vocação econômica para colocar o Tocantins no mercado nacional e internacional.
As minas do Tocantins
No início do século 18, bandeirantes na caça ao índio descem o
Araguaia e sobem o Rio das Mortes, descobrindo ouro em Cuiabá
(Mato Grosso). Na mesma época os paulistas descobrem ouro no
Alto São Francisco (Minas Gerais) e Alto Araguaia (Goiás).
No Alto Tocantins, vaqueiros descobrem ouro nas Terras novas
(Natividade, Almas, Arraias, São Félix da Palma - hoje Minaçú,
Goiás), nascendo aí os primeiros núcleos urbanos de garimpeiros,
comerciantes, funcionários do Reino e escravos africanos. Os governadores do Pará
As minas do Tocantins
e Maranhão disputavam jurisdição sobre os garimpos. O governador do Maranhão nomeava autoridades suas para os arraiais de
São Félix da Palma, Natividade, Chapada, Carmo e Pontal.
No ano de 1733, a Coroa ordena que as minas das Terras Novas
(Alto Tocantins) fossem incorporadas à capitania de S. Paulo. Na
mesma época, as autoridades do Reino ordenam que o capitão de
S. Paulo convocasse uma junta para estudar e propor que as minas
do Alto Araguaia (Goiás) e Alto Tocantins (Terra Novas) fossem
elevadas ao grau de capitania, inclusive que transferisse a fundição de S. Paulo para a nova capitania.
O século do ouro
“A sede insaciável do ouro estimulou tantos a deixarem suas terras e meterem-se por caminhos tão ásperos, como são os das minas, que diflcultosamente se poderá contar o número de pessoas
que atualmente lá estão...
Cada ano vêm nas frotas quantidades de portugueses e de estrangeiros, para passarem às minas. Das cidades, vilas, recôncavos e
sertões do Brasil vão brancos, pardos e pretos, e muitos índios de
que os paulistas se servem. A mistura é de toda a condição de
pessoa: homens e mulheres, moços e velhos, pobres e ricos, nobres e plebeus, seculares e clérigos, religiosos de diversos institutos, muitos dos quais não têm no Brasil convento nem casa”.
(Antonil - Cultura e Opulência do Brasil por suas Drogas e Minas,
1711)
Os primeiros arraiais
Nesse período, a imigração nas minas de ouro vai fundando núcleos de povoação. De 1730 a 1734, o garimpeiro Amaro Leite começa
a explorar as minas do Rio Maranhão, afluente do Tocantins. Entre
1732 a1737, o garimpeiro Manuel Rodrigues Tomar é expulso pelas
autoridades da Meia Ponte e, acompanhado com crescido número
de companheiros, fundou as povoações das minas de ouro de
Crixás, Trairas, São José do Tocantins, Santa Rita e Agua Quente.
No ano da 1734, o garimpeiro Antônio Ferraz de Araújo fundara os
arraiais da Natividade e Almas. Em 1736, pernambucanos e baianos descobrem ouro na Chapada dos Negros, origem do arraial de
Arraias. No mesmo ano, o garimpeiro Carlos Marinhos lança os
alicerces dos arraiais de São Félix e Chapada.
Em 1738, Antônio Sanches descobre ouro no Pontal. Em 1741,
garimpeiros dão origem ao arraial da Conceição. No ano de 1746 o
garimpeiro Manoel de Sousa Ferreira organiza a povoação das
minas de ouro do Carmo. (Alencastre, Capistrano de Abreu, Enciclopédia dos municípios, do TBGE.)
Picada da Bahia
A descrição, a seguir é de Lysias Rodrigues. “Não se pode precisar com certeza a data da abertura da célebre picada da Bahia, por
onde, mais tarde, vinham do litoral todos os abastecimentos necessários aos mineradores de ouro”. Somos levados a crer que ela
tenha sido aberta pela bandeira de que nos fala o padre Manuel
Rodrigues, que “de Pernambuco veio a descoberta do sertão de
Parahupava e que foi aniquilada pelos ferozes índios tocantins
que na língua Tupi-Guarani quer dizer “índio com nariz de tucano”,
nariz comprido.
“Esta picada da Bahia cruzava o vale do São Francisco, e pelo
planalto que dali ascende para oeste, vinha sair no Vão do Paranã,
para ir passar depois pela margem norte da Lagoa Feia”, hoje,
cidade de Formosa, em Goiás, segundo observação de Luiz dos
Santos Vilhena. “É evidente que por esta picada da Bahia muitos
foram os que passaram; alguns negros, escravos fugidos, vieram
ter ao Vão do Paranã e talvez por terem achado o ouro, ali estabeleceram-se em um povoado, sob a invocação de SantoAntônio”,
futura povoação de Couros, hoje, cidade de Formosa. Toda região
oeste da Bahia, fronteira com o Tocantins e Goiás, antigamente
pertencia à capitania de Pernambuco.
Theotônio Segurado
Quando Theotônio Segurado
teve de jurisdicionar pela primeira vez nos sertões do Tocantins, é possível que ele tenha se surpreendido e se entusiasmado com o futuro da
Bacia Araguaia-Tocantins,
considerando sua infância e
juventude de ribeirinho no
Baixo Alentejo, em Portugal.
Tido como inteligente, laboroso e benemérito homem público, Theotônio Segurado
muito fez pelo desenvolvimento econômico da região,
inclusive como defensor de
nossa emancipação política.
Acatado entre as autoridades
maiores de sua época, sendo
considerado consultor de ministros nas questões mais importantes de Goiás, Theotônio Segurado pretendia mesmo era se envolver com as
vastidões do Norte goiano, região onde demonstrou liderança
política e antevia como celeiro do Brasil e integrada com o mercado
internacional, mediante a produção de bens exportáveis pelo caudaloso Tocantins via Porto de Conde, em Belém do Pará.
Como ouvidor da extensa comarca de Palma, Theotônio Segurado
teve oportunidade de se manifestar várias vezes em documentos,
projetos e idéias para desenvolver a região, através de políticas de
incentivos para aumento da população, lavoura e comércio, destacando-se a navegação mercantil, com botes e batelões descendo
carregados de sola, açúcar, algodão em pluma, fumo em rolo, carne
salgada, toucinho e outras riquezas locais para permutar gêneros
de importação do mercado europeu.
Mesmo ainda. hoje destratado pelos “carreiristas” e “cronistas”
de Goiás e Tocantins o pesquisador sério com a historiografia há
de convir que “ausência do ouvidor Theotônio Segurado muito
favoreceu a tarefa do padre Luís Gonzaga de Camargo Fleury” no
derrotismo e acomodamento pela reunificação do Norte ao Sul
goiano.
Felipe Cardoso
BRIGADEIRO FELIPE ANTÔNIO CARDOSO
(Nascido em Arraias em 1773 e morto em Vila Boa de Goiás no dia
24 de julho de 1868). Era filho do Capitão Domingos Antônio Cardoso que, tendo vindo de Portugal para as minas do Norte de
Goiás, hoje área do Estado do Tocantins, prestou relevantes serviços à milícía de Segunda Linha nas últimas décadas do século
XVIII.
Esse tocantinense dcArraias, aos 27 anos de idade, obteve praça
no Segundo Regimento de Cavalaria de Goiás, com sede em Arraias, e teve a graduação de cabo de esquadra a 29 de janeiro de 1800.
Sua propensão pela carreira das armas manifestou-se desde cedo.
Pouco tempo depois era promovido a alferes do mesmo Regimento
de Cavalaria. A l3 de maio de 1808 foi nomeado Primeiro-Tenente,
agregado à milícia de Arraias.
Espírito empreendedor e amando a terra que fora seu berço, o
moço militar, ao lado do Ouvidor da Palma, desembargador Joaquim Theotônio Segurado, pugnou pelo desenvolvimento comercial da Comarca da Palma, já concorrendo com extremo zelo para o
ativo progresso da sonhada Província da Palma (1821-1824). Em 13
de maio de 1811 foi promovido ao posto de Capitão, ainda em
Arraias.
No ano de 1825, a 12 de outubro, foi promovido a Coronel, em
cuja patente foi governador interino das Armas de Exército, Felipe Antônio Cardoso continuou residindo em Goiás, onde veio a
falecer na avaçada idade de 95 anos, deixando uma numerosa
descendência, sobressaindo entre seus filhos diletos a figura
impávida do Coronel Felipe Antônio Cardoso Santa Cruz, fundador do Jornal “0 Tocantins” (1-1-1855) e Deputado Geral pela
Provincia de Góias.
O Revolucionáro
O pequeno círculo social do julgado de Arraias não oferecia horizontes para o militar Felipe Cardoso e assim ele pediu sua transferência para Vila Boa, vila capital de Goiás, local mais propício para
o exercício da carreira das armas. Quando em 4 de outubro de 1820
o português Manoel Inácio Sampaio, último capitão general assumiu o Governo de Goiás, o capitão Felipe Antônio Cardoso residia
na vila Capital. Refere-nos o passado que Felipe Cardoso liderava
o pequeno cenáculo que a história respeitosamente hoje declina,
como tributo de gratidão e que o despotismo dos capitães-gene-
rais (governadores) condenava.
Pregava-se abertamente contra Portugal. As proclamações e os
jornais revolucionários sucediam-se. Em fins de julho daquele ano
a atmosfera política era insustentávl em Goiás, A caldeira estava
cheia de vapor. Ou vingaria a mão de ferro do governador Sampaio
ou triunfariam os protagonistas das novas idéias. O Capitão Felipe
Cardoso e outros militares brasileiros deviam agir nos quartéis,
enquanto os padres pregavam ao povo os patrióticos ideais.
Estava marcada para o dia 14 de agosto de 1821 a explosão do
patriotismo contra o governo português. Eis que na véspera uma
hetera (prostituta elegante e distinta) denunciou o movimento. O
capitão Felipe Cardoso e outros brasileiros são presos. Abre-se a
devassa. O governador Sampaio proclama aos povos. A 20 de
agosto de 1821 a devassa estava terminada e como consequência,
era decretada a deportação dos implicados. O capitão Felipe Cardoso teve ordem de se retirar para o distrito de Arraias, sua terra
natal. No Norte de Goiás, então Comarca da Palma, o capitão Felipe Cardoso volta a propagar as idéias nativistas junto às lideranças tocantinenses. Inclinado pelos movimentos revolucionários e
contrário ao despostimos, o capitão Felipe Cardoso discute o abandono da região Norte de Goiás e consegue despertar o ideário
separatista da Comarca da Palma para se criar a Provincia da Palma, com apoio do ouvidor Theotônio Segurado e líderes regionais.
O tesouro de Tocantins
Introdução
Gemas:
Em uma palavra quase mágica, um fascínio que desencadeia um sutil e secreto frisson de admiração e desejo...
Através dos olhos, a alma se reveste de luz, tinge-se de
cores, aquece-se com a emoção que sempre fascinou pessoas de todas as épocas e de todos os lugares!
Mitologia, religião, história e lendas são a crônica fiel do
que a beleza encerrada em um cristal, que nasce das profundezas da terra, representou nas mais variadas civilizações: primeiro polidas, ou simplesmente lustradas, deBerilios. Série de esmeraldas extras, médias e discretas. De 1,17 a 3,86 quilates (fonte:
pois sempre mais valorizadas por cortes e simetrias cada
página 69, tavola XXIV, “Introduzione alle gemme”, Demetrio Marco de Luca, Edizivez mais perfeitos,
oni Aquila)
as pedras preciosas
passaram de símbolo de poder para poucos a testemunho da beleza para muitos.
Na verdade para todos aqueles que, com a sensibilidade e o gosto aperfeiçoado em séculos, sabem
agora escolher, evidenciar e valorizar as características mais preciosas dessas “famílias” que a
ciência conseguiu, com o tempo, classificar cuidadosamente: muitas famílias de cristais naturais
que, embora tão diversificados, são uma deliciosa e irresistível evidência de um encanto sem tempo.
Gian Franco Lenti.
As gemas do Tocantins
Estado minerador por excelência, Tocantins se apresenta agora no cenário mundial dos produtores
de gemas com a autoridade de quem descobriu um autêntico, diversificado e consistente tesouro.
A disponibilidade é imensa, e as qualidades evidenciam um seguro interesse, apesar das estruturas
técnicas e comerciais ainda estarem nos primórdios, ou quase...
Há grande abundância de berilos nas variedades água-marinha, morganite e heliodoro, mas princi- (fonte: página 32, Parte Seconda, “Inpalmente esmeraldas, tão preciosas que geralmente são vendidas como “colombianas” da melhor troduzione alle gemme”, Demetrio
Marco de Luca, Edizioni Aquila)
qualidade...
A palavra grega que siginifica berílio. Encontra-se uma
grande quantidade de berílio na natureza, mas normalmente são maciças e opacas, enquanto a
variedade transparente e gemiferas é muito mais rara. Esta última recebe o nome de “berilis
nobilis”. O berílio maciço encontra larga utilização na indústria e na técnica. (fonte: página 68,
“Introduzione alle gemme”, Demetrio Marco de Luca, Edizioni Aquila)
Turmalinas de muitas cores, entre as quais as preciosas rubelitas, os quartzos róseos e as
ametistas, além da rara Kunzite de um delicado e inimitável rosa, ou os esplêndidos topázios e
as interessantes granadas que tornam a oferta mais variada e desejável.
Berilios. Esmeraldas “cabochons” em for- Neste “paraíso das gemas” não estão presentes rubis e safiras porque o coríndon ainda não foi
ma de gota, com boa coloração e transpa- encontrado no Brasil, mas os colecionadores e os joalheiros mais refinados poderão encontrar
rência agradável. De 1,72 a 3,56
uma inacreditável seleção de muitas outras espécies, seja para criar encantadoras “peças úniquilates.(fonte: página 69, tavola XXIV, “Introduzione alle gemme”, Demetrio Marco de cas”, seja para definir uma variada produção, rica de formas e de cores.
E será um prazer oferecer também uma peça bruta em variedades de primeira linha aos lapidadoLuca, Edizioni Aquila)
res que queiram dedicar a sua habilidade e paixão às gemas mais belas do mundo.
Notas
1 – A TURMALINA é uma família de cristais em si, que se apresenta em muitas tonalidades de cores.
As mais preciosas são as de cor rósea, conhecidas como rubelitas, e as de coloração azul, conhecidas como indigolitas.
Também são interessantes as de cor verde intenso e amarelo ouro, embora menos preciosas.
A turmalina NÃO tem nada em comum com a esmeralda, que é da família dos berilos, à qual pertencem também as águas-marinhas, as
morganites, o heliodoro e a goshenita.
2 – A espessartita é uma variedade (muito apreciada) da família das granadas.
Fruta (produção de abacaxi)
1 - O estado se desponta como produtor de abacaxi-pérola diante do contexto
nacional, visto produzir um fruto de exelente qualidade em época em que outros
centros produtores ainda não estão produzindo; porem não existe uma produção
destinada exclusivamente para exportação. Atualmente a área de produção de abacaxi do estado é de 5000ha.
2 - O periodo de colheita estende-se de meados de janeiro a junho, variando de
acordo com regime pluviométrico do ano anterior.
3 - Trabalhamos com frutas da variedade
Pérola, cujas caracteristicas são:
· Polpa amarela translúcida;
· Fruto de formato cilindrico;
· Fruto calibre 6, 7, 8;
· Brix variando de 12° a 14°;
4 - A embalagem utilizada para exportação é caixa de papelão ondulada paletizada e com frutos etiquetados;
5 - As exportações realizadas, todas para europa (França e Portugal)aconteceram via maritíma,
através do porto de Salvador-Ba e Fortaleza-Ce,dependendo do destino;
6 - Container refrigerados monitorados por termógrafos.
R. Marechal Deodoro, 497 - Chácara Flora - São Paulo - SP
Tel.: 5687.7250 / 5521.8387 - www.tomatto.com.br
8
“Novidaes Filatelicas
e Numismaticas de San Marino”
50° ANNIVERSARIO
DEI PRIMI UOMINI NELLO SPAZIO
Comunicato stampa n. 16/2011
L’Azienda Autonoma di Stato Filatelica e Numismatica trasmette le
informazioni relative alla prossima emissione numismatica. Le immagini sono visibili sul sito www.aasfn.sm
Moneta da 2 Euro, fior di conio, millesimo 2011 denominata “500°
Anniversario della nascita di Giorgio Vasari”.
Giorgio Vasari fu pittore, architetto, scrittore d’arte ed esponente di una pittura
eclettica che segnò il
passaggio alla stagione
manieristica. Più che per
la sua produzione artistica, Vasari è ricordato
come scrittore e storico per
aver raccolto e descritto con
grande cura le biografie degli
artisti del suo tempo. La moneta
raffigura nel dritto un particolare del dipinto di Giorgio Vasari “Giuditta decapita Oloferne”; alla base dell’opera
le date “1511 – 2011”; al lato sinistro la legenda a giro “G. VASARI”
, al lato destro la scritta “SAN MARINO”. Completano la moneta
la sigla “C.M.” dell’autore del bozzetto Claudia Momoni e il simbolo R della Zecca Italiana che ne ha curato la coniazione; a giro le
dodici stelle della Comunità Europea. Nel rovescio a sinistra il
valore 2; a destra sei linee verticali su cui sono sovrapposte dodici
stelle, ognuna prima dell’estremità di ogni linea; al centro delle
linee è rappresentata l’Unione europea in cui i confini tra gli Stati
membri sono marcati con una linea sottile. L’iscrizione EURO è
sovrapposta orizzontalmente al centro della parte laterale destra,
sotto la lettera O di Euro la sigla dell’autore LL a lettere sovrapposte.
L’Unione Sovietica riesce per
prima ad inviare un essere
umano nello spazio il 12 aprile
1961. A bordo della nave spaziale Vostok 1, l’ufficiale Jurij
Gagarin (1934 –1968) compie il
primo volo orbitale attorno alla
Terra, atterrando poi nella regione di Saratov. Abbandona
la capsula sferica, che lo ha portato sano e salvo attraverso
l’atmosfera, tramite un seggiolino catapultabile e conclude il suo
storico volo spaziale con il paracadute. L’avvenimento segna la
prima tappa nella conquista dello spazio. Nel francobollo da •
0.50 viene raffigurato Gagarin sullo sfondo della bandiera sovietica.
Gli Americani tentano di
rispondere alla sfida russa il 5 maggio 1961.
L’astronauta Alan Bartlett
Shepard (1923-1998) compie un volo suborbitale a
bordo di una capsula spaziale Mercury denominata Freedom 7, raggiungendo l’altezza di 185 km e la
velocità di 8.262 km/h. E’ il primo astronauta americano a essere
lanciato nello spazio e viene raffigurato nel francobollo da • 2.40
sullo sfondo della bandiera americana.
- Data Emissione 5 aprile 2011
- Valori due valori da • 0.50 e 2.40
- Tiratura n. 70.000 serie stampate in foglie da 20 francobolli
- Stampa offset a quattro colori a cura di BDT
- Dentellatura 15x14
- Formato dei francobolli 40.64 x 29.79 mm
- Autore del bozzetto Federico Sarti
FIORI DEDICATI A SAN MARINO
Data emissione: 4 giugno 2011
Valore: 2 Euro
Titolo: parte esterna: rame-nichel; parte interna a tre strati:
nichel-ottone, nichel, nichel – ottone
Peso: gr. 8,50
Diametro: mm. 25,75
Colore: bianco-argento e giallo-oro
Spessore: mm. 2,20
Tiratura: 130.000 serie
Bordo: finemente zigrinato con incisione alternanza di stelle e
coppie del numero 2 diritto e capovolto
Autore del bozzetto: Claudia Momoni
Coniazione: I.P.Z.S., Roma
Prezzo di vendita: • 13,00
Iva 20%: • 2,60
Contributo spese • 2,50
EUROPA- Le foreste
Il tema Europa 2011 è dedicato alle foreste. La serie è composta da
due francobolli : nel valore da • 0,60 è riprodotta una foresta rigogliosa e secolare, posta in contrapposizione con l’immagine del
valore da • 0,65, in cui compare una catasta di tronchi , simbolo di
uno sfruttamento ambientale , spesso incontrollato e abusivo,
messo in atto dall’uomo.
Le immagini sono state scattate nella Foresta del Teso, comune di
San Marcello Pistoiese sull’Appennino Tosco Emiliano.
- Data Emissione 5 aprile 2011
- Valori due valori da • 0,60 e • 0,65
- Tiratura n. 70.000 serie stampate in foglie da 12 francobolli
- Stampa offset a quattro colori a cura di BDT
- Dentellatura 15x14
- Formato dei francobolli 40,64 x 29,79 mm
- Autore del bozzetto Federico Sarti
9
Il foglietto dedicato ai fiori della Repubblica di San Marino racchiude in tre valori altrettanti fiori: il Delphinium Verissimo, il Dianthus Sant’Agata e la Rosa Repubblica di San Marino. Il Delphinium Belladonna denominato “Verissimo del Titano” ha i colori
che riprendono l’attuale bandiera. Il Santo Marino ricevette in dono
da donna Felicita il monte Titano per avere guarito miracolosamente il figlio Verissimo.
Il Garofano Dianthus denominato “Sant’Agata”: il garofano, antico fiore bianco, simbolo di purezza, si ricollega a Sant’Agata compatrona dei sammarinesi.
Il terzo francobollo raffigura la Rosa Tea “ibrido” denominata “Repubblica di San Marino”. I suoi petali riprendono i colori dell’antica
bandiera della Repubblica e ricordano le albe ed i tramonti che si
possono ammirare da San Marino.
- Data Emissione 5 aprile 2011
- Valori un foglietto con tre valori da • 1.50
- Tiratura n. 70.000 serie
- Stampa offset a quattro colori a cura di BDT
- Dentellatura 15x14
- Formato del foglietto 90x120 mm
- Formato dei francobolli 29.79 x 40.64 mm
- Autore del bozzetto Paolo Candelari
Quando viaggiate in classe magnifica, il gusto di
volare ha il sapore della cucina italiana. Una
cucina semplice e ricca dl sapori, da abbinare ad
una selezione di vini che ne esaltino tutte le
sfumature.
Sono i prodotti originali italiani a rendere unici,
sani e fragranti questi piatti.
Ogni due mesi potrete assaggiare le migliori ricette
regionali. Omaggi di Alitalia alla ricchezza e ai
valori dei territori italiani.
Mala Diplomatica
Sociedade Consular de São Paulo.
Convite de Congraçamento dos Socios da Sociedade
Consular de São Paulo, dia 28 de Avril, no Restaurante
Dinhos.
Lembramos que esta Sociedade foi fundada no longiquo 1823 !!!
GLM.
O Consulado Geral do Chile em São Paulo cumprimenta
mui atenciosamente a todas as Missões Consulares
sediadas em São Paulo e tem a honra de informar que no
dia de hoje o Exmo.Senhor HERNÁN BASCUNÃN assumiu suas
funções como novo Cônsul Geral do Chile em São Paulo.
O Consulado Geral do Chile vale-se da ocasião para reiterar as
Missões Consulares sediadas em São Paulo os protestos da sua
mais alta e distinta consideração.
SAN MARINO FIXING.COM
A San Marino Warhol, Hopper, Pollock e gli altri grandi maestri USA del XX Secolo
- Dopo gli Impressionisti, i grandi maestri del Novecento d’oltre
Oceano. Dopo Monet, Cézanne, Renoir, sbarcano a San Marino Pollock, Hopper, Warhol.
È stata presentata questa mattina nella sede della Fondazione
San Marino Cassa di Risparmio – SUMS la nuova mostra che
sarà organizzata dalla stessa Fondazione in collaborazione con
Linea d’Ombra di Marco Goldin. È in programma nel 2012, dal
21 gennaio al 3 giugno, e s’intitola “Da Hopper a Warhol.
Pittura americana del XX Secolo a San Marino”. Partner
dell’evento, oltre alla Fondazione, sono le Segreterie di Stato
alla Cultura e al Turismo, la SUMS e le imprese sammarinesi
SIT spa e Ceramiche Del Conca Spa.Tito Masi, Presidente della
Fondazione San Marino, fa gli onori di casa e parte parlando
dalla mostra ancora in corso. “Abbiamo deciso di dare continuità all’iniziativa L’affluenza, già oltre 26 mila visitatori, ci
conferma la bontà della scelta. E l’obiettivo che ci eravamo
prefissati, circa 30 mila presenze, in questi ultimi giorni, può
essere raggiunto”.
Masi si concede un piccolo inciso sull’analisi dei numeri della
mostra dedicata a ‘Monet, Cézanne, Renoir e altre storie di
pittura in Francia’. “Il bilancio è più che positivo, circa 200
persone al giorno per circa 250 giorni, ed abbiamo pagato due
elementi negativi indipendenti da noi: il maltempo, la neve, e il
calo di visitatori alla mostra di Rimini, che ha avuto un’influenza
di rimando anche sulla nostra. Ma il bilancio è senza dubbio
positivo, e non si calcola solo con le presenze, ma anche sul
ritorno d’immagine per il nostro Paese e sulla notevole attenzione riscossa sui media italiani”.
Così è stato deciso di ripartire, dal vecchio ma sempre funzionale motto ‘squadra che vince non si cambia’. “Così – prosegue Masi – siamo pronti a dare il via al secondo tempo di
questa stagione delle grandi mostre a San Marino. Riproponendo i tre obiettivi che ci eravamo posti con gli Impressionisti: realizzare un grande evento culturale, migliorare
l’immagine della nostra Repubblica e infine favorire una ricaduta sul territorio anche in termini economici”.
La scelta di puntare sui capolavori dei maestri americani del
Novecento piace al Presidente Tito Masi: “Crediamo che la
nuova mostra abbia le potenzialità di superare quella attuale
in termini numerici, sicuramente siamo convinti possa avere
un appeal addirittura superiore”.La parola passa quindi ai due
rappresentanti dell’esecutivo presenti alla presentazione
dell’evento, Fabio Berardi, Segretario di Stato al Turismo, e
Romeo Morri, Segretario di Stato alla Cultura.
“È importante dare continuità ad un progetto culturale di tale
caratura - spiega Fabio Berardi - soprattutto in questo periodo così difficile per la nostra Repubblica. San Marino si è
dimostrato all’altezza nell’ospitare questo evento, la mostra
dedicata a Monet, Cézanne, Renoir e agli impressionisti. Abbiamo avuto riscontri importanti sui media. Inoltre i dati delle
presenze a San Marino parlano chiaro: nell’ultimo trimestre
dell’anno, da ottobre a dicembre, il primo periodo della mostra, si è registrato un +11%, dato aggregato, riferito ai visitatori in pullman, quelli che per definizione sono i visitatori delle mostre, e possiamo ritenere che l’esposizione al Palazzo
SUMS sia stata un importante traino, unitamente al Natale
delle Meraviglie”.Anche Romeo Morri parla del difficile momento attraversato dal Titano. “Nonostante tutto, la collaborazione con enti come la Fondazione San Marino Cassa di
Risparmio e la SUMS possono permetterci di proporre eventi
di grande qualità come sarà la mostra dedicata ai Maestri statunitensi del XX Secolo. San Marino ha bisogno di credere in
alcuni punti fermi. Mi riferisco alla cultura, alla scuola,
all’università. Su scuola e università, nonostante la crisi, il
nostro Governo non ha fatto tagli, grazie alla collaborazione
con gli Enti e le Fondazioni e alla sinergia con partner privati
(main sponsor sono confermati Ceramiche Del Conca spa e
SIT spa, ndr) è possibile continuare a creare grandi eventi
anche in ambito culturale. Sono convinto che operando così i
risultati arriveranno”.
In rappresentanza della SUMS, Marino Manuzzi, vicepresidente, dopo aver portato i saluti del Presidente Clelio Galassi
racconta i motivi della partecipazione attiva a questo grande
evento: “È iniziata una collaborazione sempre più stretta con
la Fondazione San Marino, in ambito economico e non solo.
Lo scorso anno abbiamo partecipato all’iniziativa dedicata agli
Impressionisti e abbiamo deciso di proseguire su questa strada. La SUMS si è sempre fatta conoscere per la propria attività
in campo sociale, l’inserimento in iniziative, peraltro di grande
livello, per la valorizzazione culturale del nostro Paese rappresenta per noi una sorta di ritorno alle origini”.
Rassegna Stampa di San marino Web
“O Consulado Geral de San Marino no
Brasil, participa comovido a tragédia
natural que aconteceu no Japão,onde temos
uma Embaixada e alguma dezena de residentes, todos
em salvo. Formula ao nosso Emb. em Tokio, S. Ecc.
Candelo, o pedido de transmitir os nossos pêsames de
verdadeiro coração,e ao Cônsul Geral do Japão em SP,a
nossa participação.
O Cônsul Geral de San Marino no Brasil, foi assinar,
também como Presidente da Sociedade Consular de SP
e Vice Decano, o Livro de Condolências, recebido com
muita simpatia, pelo Colega, Cônsul Adjunto do Japão
Masahiko Kobayashi .”
10
AutoMotoEsporte
Por Marcos Alabarse
Carros chineses que invadiram o Brasil
Quando os carros chineses surgiram no meio da década passada, a promessa era de oferecer produtos baratos
e bem equipados. Os carros de baixo custo daqui, até então, não vinham nem com aquecedor de ar ou desembaçador do vidro
traseiro. Até que os chineses chegaram para mudar isso.
10 – Effa M100
O Effa M100 foi um dos primeiros chineses a chegar às
lojas brasileiras e ocupou
por um tempo o posto de
carro mais barato do País,
desbancando o Fiat Mille,
e isso já com ar condicionado, rodas de liga-leve,
vidros e travas elétricos de
série. O motor, no entanto,
é um arcaico bloco de 1,0 litro que rende apenas 47 cv de potência
sendo movido apenas a gasolina. O compacto conseguiu emplacar apenas 239 unidades até março, segundo os números da Fenabrave (Federação Nacional da Distribuição de Veículos Automotores).
9 – Lifan 620
O sedã médio tem a árdua
missão de participar de um
segmento povoado por
Honda Civic, Toyota Corolla e Chevrolet Vectra, entre
outros. Só que o segredo
do chinês está no preço, já
trazendo freios ABS, airbag
duplo, acendimento automático dos faróis, sistema
de som com controle no volante e entrada USB e um motor de 1,6
litro de 106 cv de potência. Mesmo assim, amarga a 13ª posição do
ranking da categoria com 194 emplacamentos em 2011, menos do
que o descontinuado Volkswagen Bora, por exemplo.
8 – Chery Face
Na onda dos “compacto-premium”, a marca resolveu entrar
com o Face e já tem ar condicionado, direção hidráulica, airbag
duplo e rodas de liga-leve. O
motor de 1,3 litro rende 84 cv de
potência. Os atributos foram suficientes para que as vendas alcançassem 1.100 unidades, um pouco menos da metade do rival
Volkswagen Polo.
7 – Jac J3 Turin
A versão sedã do J3 foi lançada na semana passada junto com o
hatch. Ele traz todos os
atributos e defeitos do
dois-volumes, mas com
um porta-malas de 490
litros. Vem para brigar
com Ford New Fiesta e
Honda City. No seu primeiro mês de vendas, já
emplacou 131 unidades,
próximo a um quarto do já estabelecido Renault Symbol.
6 – Chery Cielo Sedan
O Cielo Sedan é concorrente do Lifan 620, mas com um pouquinho
menos de sucesso, ao contrário de sua versão hatch.
O Chery emplacou 125 carros em 2011, perdendo para
o Peugeot 307 que acabou
de sair de linha. O três volumes tem motor de 1,6 litro de 119 cv de potência e
porta-malas de 395 litros.
5 – Hafei Towner
O comercial leve da Hafei aproveitou uma brecha na lei de patentes e voltou com o nome
Towner à ativa. A nomenclatura fez sucesso no início dos
anos 90 quando a Asia ainda
existia e vendia a van no Brasil.
Hoje a Towner continua sendo
um monovolume pequeno com
versões para carga e passageiros. O motor é sempre o mesmo de
1,0 litro com 48 cv de potência.
4 – Chery Tiggo
O SUV pequeno veio para beliscar as vendas do Ford
EcoSport já oferecendo motor de 2,0 litros, freios ABS,
airbag duplo, rodas de 16 polegadas e CD player com porta USB. E efeito nas vendas
ainda é pequeno, com 957 unidades emplacadas contra as 9.008 do rival da Ford, mas o suficiente para deixar o chinês à frente de Suzuki Grand Vitara (903) e
Toyota RAV4 (888).
3 – Lifan 320
O Lifan 320 talvez seja
o exemplo mais claro
da estratégia de algumas marcas chinesas
para ganhar clientes.
O carro é um clone do
MINI Cooper e é vendido até com detalhes
que remetem ao pequeno inglês, como o teto pintado em cor diferente da carroceria e
faixas longitudinais. Mas as semelhanças param por aí. O chinês
tem quatro portas, opção ausente no MINI, e motor de 1,3 litro
com 88 cv de potência.
2 – Chery Cielo
O hatch médio vai na contra-mão do Lifan 320 e mostrou a cara dos novos chineses. O Cielo foi feito com
design exclusivo do estúdio Pininfarina e busca disputar mercado com o mesmo motor de 1,6 litro do
sedã de 119 cv de potência. Já foram emplacados
409 carros neste ano, ficando abaixo somente das marcas tradicionais no segmento, como Hyundai, Ford, Chevrolet e Volkswagen.
1 – Jac J3
O lançamento do J3 foi, até agora, o de maior impacto. Em apenas
um mês de vendas, já
foram emplacadas 327
unidades graças a uma
intensa campanha publicitária. Nela, é dito
que o hatch vem completo, já com ar condicionado, airbag duplo,
freios ABS, rodas de
liga-leve e motor de 1,4 litro com comando de válvulas variável
para admissão e que rende 108 cv de potência. Outro mote da
propaganda é a inédita garantia de seis anos.
Pirelli altera forma
de identificação de seus pneus
Brasil engatinha
em número de
praticantes de golfe
No centro das atenções
do cenário do golfe internacional, o Brasil ainda engatinha no esporte. A CBG (Confederação Brasileira de Golfe)
estima em 25 mil o número de praticantes no
país, sendo metade federada. Existem 110
campos e 30 projetos em diferentes estágios.
Nos EUA, são cerca de 16 mil campos e 30 milhões de praticantes. Com cerca de 20% da população brasileira, a Argentina conta com cerca de 80 mil golfistas e 290 locais para a
prática do esporte, com vários campos públicos.
O Brasil tem só um representante no PGA Tour.
Estrelas do golfe
feminino viajarão
para o Brasil
Suzann Pettersen e Cristie Kerr, duas das principais golfistas do mundo,
embarcarão em uma missão para promover o golfe no Brasil, antes do retorno do esporte às
Olimpíadas nos Jogos de
2016 no Rio de Janeiro.
Petterson e Kerr competirão no HSBC Brasil
Cup, que será realizado
entre 28 e 29 de maio no Itanhangá Golfe Clube, no Rio, onde
30 jogadoras disputarão o prêmio de 720 mil dólares.
Em 2016 o golfe voltará a ser um esporte olímpico pela primeira vez desde 1904.
Doda Miranda é
campeão do GP de
Bordeaux de hipismo
O medalhista olímpico Doda Miranda foi o
campeão do Grande Prêmio de 1,60 m de
Bordeaux, na França. Ele montou AD Ashleigh Drossel Dan e conseguiu a marca de
33s94 e uma pista perfeita no desempate.
Como prêmio, o brasileiro levou para casa,
além da taça, um Land Rover. O segundo
posto ficou com o conjunto alemão Christian Ahlmann/Lorenzo, 34s60, pista limpa,
seguido pelo francês Philippe Rozier com
Randgraaf, 35s23, também sem faltas.
O Grande Prêmio foi disputado por 36 competidores, dos quais apenas sete carimbaram o passaporte para a volta decisiva. No desempate, Doda levou
a melhor sendo mais o rápido e garantindo o prêmio principal. Este
é o segundo título de Doda em 2011.
Compostos macios terão uma faixa dourada em sua lateral já no GP da Malásia
A Pirelli resolveu melhorar a forma de identificação do tipo de compostos de seus pneus já
na Malásia.
Na corrida na Austrália, a fornecedora italiana usou um sistema de cores em seu logo e da
linha “PZero”, que fica nos pneus, porém, as marcas não ficaram claras para os espectadores.
Agora, a empresa resolveu adotar uma faixa dourada nos pneus macios para diferenciá-los
em Sepang, mas já planeja outro método no futuro.
“Obviamente recebemos um número de comentários de pessoas que não conseguiram
reconhecer os pneus, e a faixa não é a solução ideal. Para a Turquia, nós teremos uma marca
mais forte na lateral. Não teremos a faixa, nós vamos ligar as palavras ‘Pirelli’ e ‘PZero’ com
mais cores”, explicou Paul Hembery, diretor esportivo da empresa.
“Quando rodar, o preto não vai dominar. Parecerá um círculo girando em amarelo, e o amarelo será a cor predominante. Nós vamos fazer
a mesma coisa para todos os diferentes compostos. Dos testes que fizermos até agora, funcionou bem”, continuou.
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Il Ricettario
Ricetta Ribollita toscana
Pere ubriache
PUBLICAÇÃO BIMESTRAL
DO CONSULADO GERAL DE SAN MARINO
Informativo gratuito para a comunidade consular.
Venda Proibida
CONSELHO EDITORAL
Giuseppe Lantermo di Montelupo
Cônsul Geral da República de San Marino e Conselheiro do
Instituto Cultural Italo Brasileiro (I.C.I.B.).
Marcos Rogério L. Alabarse - Editor chefe e Assessor
Maria Manduca - Secretaria de Redação
REDAÇÃO
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Alfredo Zavanone, Paulo Pandjarjian, Tiziana Santoro,
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Ufficio Stampa: Venceslao Soligo
Coordenação e Composição:
Marcos Rogério L. Alabarse (17)8141-3808
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Jornalista Responsável: Oduvaldo Donnini MTB 28.31
Os textos publicados são contribuições voluntarias e gratuitas ao jornal, dos autores citados
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Fone/Fax (011) 3168-9725
DONNINI
ADVOGADOS
Ingredienti per 4 p.
Ingredienti
4 piccole pere kaiser
1 bicchiere di vino rosso
2 cucchiai di zucchero
Un pezzetto di cannella
Acqua a per coprire le pere in cottura
Per 2 persone: 150 g di cavolo nero, 300 g di fagioli freschi, 2
cucchiai di olio extravergine d’oliva, a2lio, sale, rosmarino, 20 g
di pecorino, ½ cipolla, 150 g di pane casereccio, ½ sedano, ½
carota, timo, 15 g di grasso di prosciutto, 30 g di pomodori San
Marzano, 50 g di cipolline fresche, 150 g di verza
Procedimento
Pelare le pere lasciando il picciolo, e posarle in un pentolino alto e
stretto (tipo bollitore latte) devono stare ben unite.
Spargerci sopra lo zucchero, versarci il vino e coprire con acqua e
aggiungere un pezzetto di cannella . Far bollire a fuoco basso fino
a che il liquido si sarà ridotto a poco più di 4 cucchiai , nel caso
aggiungere vino e far cuocere ancora. Far raffreddare
Preparazione
In una pentola di coccio mettete un trito di cipolla e di aglio, il
grasso di prosciutto e un cucchiaino di olio e fate rosolare a
fuoco basso. Unite il sedano e la carota a dadini, un quarto di
verza, un quarto di cavolo tagliati a pezzi e un pomodoro piccolo
a cubetti. Aggiungete i fagioli con un litro di acqua, salate e
cuocete. Quando saranno cotti mettete da parte un mestolo di
fagioli, e passate al setaccio le verdure. Mettete i fagioli nella
pentola unendo anche quelli messi da parte con qualche foglia di
cavolo, fate cuocere il tutto per 15 minuti. In un’altra padella fate
soffriggere l’olio, uno spicchio di
aglio, il rosmarino, e il timo e poi
unitelo alla pentola passato. Tagliate a fette il pane, disponetelo in
una teglia, spolverizzate con il pecorino e coprite con le verdure.
Fate riposare per 15 minuti, cospargete con le cipolline tagliate sottili,
l’olio e mettete nel forno qualche
minuto. Togliete dal forno e servite. calorie 109 Kcal
Oduvaldo Donnini - OAB 9628SP
Rogério F. Donnini - OAB 75088
Márcio Sanzi - OAB 55538
Wilson Donnini - OAB 53585
Marcos Simony Zwerg - OAB 161773
Thiago L. Donnini (estagiário) - OAB 121.057-E
Av. Brig. Faria Lima, 2391 - cj. 62
Fones: (11) 3816-0033 - 38165613
Tomatto (www.tomatto.com.br)
Pioneiro no cenário da enogastronomia paulistana, reconhecido pela Accademia Italiana della
Cucina, abriu as portas em 1983, como único ponto de encontro numa área nobre, na zona Sul,
que originariamente abrigava casas e clubes, mas foi povoando-se com centros comerciais,
escritórios e transportes públicos, até incorporar-se ao tecido urbanístico da cidade.
A iniciativa de abrir um restaurante para atender um grupo de clientes sofisticados e exigentes,
para oferecer uma verdadeira pizza italiana e pratos apreciados
em todo o mundo, foi resultado do empreendorismo de uma residente daqueles dias: a condessa Giulia Lantermo di Montelupo.
O Tomatto, que conta ainda com a mesma equipe original de
vinte colaboradores e fiel escolhas iniciais na área gastronômica.
Recentemente um toque de modernidade em suas linhas arquitetônicas, ganhou uma dimensão
multifuncional, em sintonia com os tempos. Os atuais janelões de vidro na fachada criam doam
luz e alegria ao restaurante, em cuja sala central imperam dois gloriosos fornos a lenha, presentes desde a inauguração. A bom aproveitamento dos espaços internos proporciona uma maior
distância entre as mesas, que, aparelhadas com toalhas e guardanapos de linho claro, de acordo com as refinadas idéias da dona
da casa, podem acolher até cinqüenta hóspedes.
Um amigável bar, com várias mesinhas, que permite enganar a espera com prazer, e a abertura de um salão de recepções para até
40 pessoas completam a multifuncionalidade das instalações, para atender as exigências dos clientes de hoje.
R. Marechal Deodoro, 497 - Chácara Flora - São Paulo - SP
Tel.: 5687.7250 / 5521.8387 - www.tomatto.com.br
OCRIM S.A.
PRODUTOS ALIMENTÍCIOS
A FARINHA CERTA PARA O PRODUTO CERTO!
TRADIÇÃO E QUALIDADE EM FARINHADE TRIGO
Com 57 anos de experiência, a OCRIM é um tradicional grupo empresarial de moagem de trigo, hoje possui unidades instaladas em
São Paulo, Nova Odessa, Belém, Santarém, Ananindeua e Manaus. Com uma extensa linha de produtos como FARINHA DE TRIGO
PARA PIZZA, CONFEITOS, BOLOS SALGADOS E PASTEL, além da tradicional farinha industrial e de panificação; produtos estes
especialmente desenvolvidos a partir da mais alta tecnologia na seleção apurada de grãos de trigo, para atender as necessidades
do mercado, mantendo sempre a tradição de comprometimento com a qualidade, bons serviços e respeitos aos clientes.
Rua Santo Eurilo, nº 62 – Jaguaré – São Paulo –SP – CEP 05345-040
Fone: (11) 3718-6300 Fax: 11-3718-6399
e-mail: [email protected] - site: www.ocrim.com.br
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150 anni della Proclamazione del ''Regno d'Italia''. http://www.tricolore-italia.com.
Tomatto
Restaurante e Pizzaria
O Tomatto, pioneiro no cenário da enogastronomia paulistana e reconhecido pela
Academia Italiana Della Cucina, abriu as portas em 1983. Atualmente, atende a um
grupo de clientes sofisticados e exigentes oferecendo a verdadeira pizza italiana e
pratos apreciados em todo o mundo. Venha conhecer, pessoalmente, a tradição do
Tomatto.
Começa no mês de maio, uma série de eventos onde o Tomatto realizará o encontro da cozinha italiana e brasileira.
O evento mescla a tradição da cozinha italiana de Giulia Lantermo e o conhecimento da cozinha brasileira de Doni
Nascimento.
No dia 19 de maio de 2011, teremos o primeiro jantar celebrando a região Nordeste do Brasil. Será um jantar onde
você poderá provar duas opções de pratos combinados com entrada, prato principal e sobremesa por R$ 59,90
cada opção. (bebidas e 10% serviços não estão inclusos neste valor.)
Opção 1*
Camarão ao vinagrete
Badejo com crosta de ervas e risoto de caranguejo
Creme de cupuaçu
Opção 2*
Macaxeira metida a besta
Pernil desfiado com feijão preto, farofa e arroz
Cartola nordestina
Venha provar um pouco da Itália dentro da cozinha brasileira.
É NECESSÁRIO CONFIRMAR SUA RESERVA 11 5521-8387 / 11 5687-7250 de terça a domingo das 9h00 as
14h30 e das 18h30 a 22h30 favor confirmar até 16.05.11
Você pode também Curtir o Restaurante Tomatto no Facebook www.tomatto.com.br
*Cada opção serve uma pessoa.
Um italiano bem brasileiro
Um dos grandes diferenciais do Tomatto é a
brigada composta em sua maioria pela mesma
equipe original da inauguração, em 1983.
Um dos pioneiros restaurantes italianos da
cidade, a casa comandada pela italiana Giulia
Lantermo di Montelupo, da região do Piemonte,
prepara uma bela comemoração ao ano da
Itália no Brasil, mas a homenagem será para a
culinária brasileira.
“Está na hora de o brasileiro reconhecer a
comida do Brasil”, diz Giulia, enfatizando que
sem dúvidas também usará ingredientes
italianos e que fará receitas de regiões como
Paraíba e Maranhão.
“O Brasil merece”, comemora.
Restaurante Tomatto
Rua Marechal Deodoro, 497 - Alto da Boa Vista
São Paulo, Brazil
11.5521-8387 - 11.5687-7250

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