Illusioni Ottiche

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Illusioni Ottiche
Illusioni Ottiche
Classificazione:
In base al meccanismo che ne è causa quindi, si hanno tre categorie di illusioni ottiche, quando
sono causate da fenomeni puramente ottici e pertanto non dipendenti dalla fisiologia umana;
percettive, in quanto generate dalla fisiologia dell'occhio. Un esempio sono le immagini
postume che si possono vedere chiudendo gli occhi dopo avere fissato un'immagine molto
contrastata e luminosa;
cognitive, dovute all'interpretazione che il cervello da delle immagini. Un caso tipico sono le
figure impossibili e i paradossi prospettici.
Un miraggio è un esempio di illusione naturale dovuta a un fenomeno ottico. La variazione nella
dimensione apparente della Luna (più piccola quando è sopra la nostra testa, più grande
quando è vicina all'orizzonte) è un'altra illusione naturale; non si tratta di un fenomeno ottico,
ma piuttosto di un'illusione cognitiva o percettiva. Un altro curioso esempio di illusione
percettiva in natura è la salita in discesa.
Illusioni scoperte o sviluppate comprendono il cubo di Necker e la griglia di Hermann.
Comprendere questi fenomeni è utile allo scopo di comprendere le limitazioni del sistema visivo
umano.
Illusioni geometriche:
Sono illusioni cognitive in cui viene percepita erroneamente la geometria dell'immagine o parte
di essa. Per esempio linee parallele vengono percepite come divergenti, convergenti o curve. In
altri casi due elementi che hanno la stessa dimensione sono percepiti con dimensione
differente.
L'effetto può essere causato dal fatto che un'area di colore chiaro tende ad essere percepita
come più ampia della stessa area di colore scuro. Questo principio viene utilizzato in
architettura per aumentare o diminuire l'altezza o la dimensione apparente di stanze o facciate
scegliendo opportunamente i colori.
Un'altra causa è dovuta alla tendenza del cervello a stimare una dimensione basandosi su
effetti prospettici o sul confronto con oggetti vicini. Un esempio spettacolare dell'illusione
geometrica basata sulla prospettiva è rappresentato dalla stanza di Ames.
In cinematografia è frequente l'impiego di trucchi di illusione geometrica per rappresentare
oggetti molto grandi usando piccoli modelli oppure oggetti piccoli. Per esempio è possibile fare
apparire in scena enormi dinosauri semplicemente ponendo dei loro piccoli modellini molto
vicini all'obiettivo fotografico.
llusioni prospettiche:
Il cubo di Necker è disegnato con le due facce di uguale dimensione, in modo tale che non sia
possibile capire quale è anteriore e quale è posteriore.
Per rappresentare le immagini tridimensionali su una superficie piatta si utilizzano tecniche di
proiezione prospettica. In alcune situazioni però la rappresentazione è ambigua, ed il cervello
umano tende a costruire la rappresentazione ritenuta più normale, oppure rimane incerto tra
due possibili situazioni, come nel cubo di Necker. Si hanno i paradossi prospettici.
Illusioni di colore e contrasto:
In questa categoria di illusioni particolari giochi di contrasto inducono a giudicare di colore o
livello di grigio differente due aree che in realtà sono identiche.
Scacchiera di Adelson (pubblicata nel 1995 su Vision Science da Edward Adelson del MIT). Per
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quanto ci si sforzi di guardare l'immagine, non si è in grado di convincersi che le due aree sono
dello stesso colore. Per verificare l'affermazione salvate l'immagine sul vostro PC. Apritela con
un software per la manipolazione di immagini. Selezionate parte di un'area e trascinatela sopra
l'altra area. Come potrete vedere il colore è lo stesso!
Illusioni di completamento:
In alcune illusioni si ha la percezione di parti di immagini che non esistono realmente. In alcuni
casi la natura del fenomeno è fisiologica, come nell'illusione della griglia di Hermann o della
griglia scintillante. Questo effetto è spiegabile con il processo neurologico chiamato inibizione
laterale. L'intensità luminosa percepita di un punto non è data da un singolo neurone, ma
diversi neuroni centrali danno un segnale che viene parzialmente inibito dai neuroni circostanti.
Poiché nelle intersezioni l'area circostante è mediamente più chiara che non nei tratti di linee, la
zona centrale appare più scura.
Altre illusioni di immagini inesistenti sono invece prodotte dalla mente, come nell'esempio del
triangolo di Kanizsa o nella illusione dei cerchi inesistenti (la cosiddetta Illusione di Ehrentein).
Illusioni di movimento:
In queste illusioni si percepisce un movimento di alcuni elementi dell'immagine che ovviamente,
essendo stampati su un foglio di carta sono necessariamente immobili come ad esempio, Le 9
ruote.
Altre illusioni di movimento sono quelle che si riferiscono alle diverse modalità con le quali si
può percepire il movimento stesso, come, ad esempio, il senso di rotazione della nota Ballerina
girevole.
Figure distorte:
Si tratta di immagini fortemente distorte in senso anamorfico in modo che viste frontalmente
siano incomprensibili. Solamente osservando l'immagine da un'opportuna angolazione piuttosto
radente il piano è possibile vedere correttamente ciò che è rappresentato. Un esempio classico
è il dipinto gli ambasciatori di Hans Holbein il Giovane, in cui nella parte inferiore è visibile uno
strano oggetto. Si può facilmente capire di che oggetto si tratta guardando il quadro da
alto-destra, con la testa quasi aderente alla tela (oppure foglio o monitor).
Questa tecnica era già nota a Leonardo da Vinci che ne aveva fatto uso in alcuni suoi appunti.
Figure ambigue:
Sono rappresentazioni bidimensionali di oggetti impossibili, che non potrebbero esistere cioè
nel mondo tridimensionale. Particolarmente famose sono le rappresentazioni di ambienti
impossibili di Maurits Cornelis Escher.
Fonte testi:
Wikipedia (illusioni ottiche)
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Fonti immagini:
Maurits
Cornelis Escher
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