salute: cardiochirurgia pediatrica conosciamoci meglio. motta di
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salute: cardiochirurgia pediatrica conosciamoci meglio. motta di
30 Spedizione in abbonamento postale, 70%, filiale di Venezia. Quadrimestrale di informazione bancaria e cultura locale della Banca S. Biagio · Anno 9 · N. 30 · Dicembre 2003 TRASPARENZA PER IL SISTEMA BANCARIO CONOSCIAMOCI MEGLIO . MOTTA DI LIVENZA SALUTE : C ARDIOCHIRURGIA PEDIATRICA A P RAGA CON LA B ANCA TRADIZIONI CHE SCOMPAIONO LA B ANCA PER IL TERRITORIO SOMMARIO Buone Feste 3 Trasparenza: una novità per il sistema bancario di Vittorio Canciani Battain 4 Salute oltre il duemila. Cardiochirurgia pediatrica di Luciano Sandron 6 Nell’anno internazionale dell’acqua di Franco Romanin 9 SEDE E DIREZIONE GENERALE · FOSSALTA DI PORTOGRUARO/VE Tradizioni che scompaiono. Zampogne e zampognari di F. R. 10 Conosciamoci meglio. Motta di Livenza di Franco Romanin 12 A Praga con la Banca di L. S. 14 La Banca per il territorio di Ellesse 16 Fatti ed avvenimenti 17 Premi allo studio 18 Incontri con i Soci 19 VENETO PROVINCIA DI VENEZIA Bibione · Corso del Sole, 104/A Caorle · Via Pretoriana, 15 Ceggia · Via Roma, 11 Cesarolo · Via Conciliazione, 75 Fossalta di Portogruaro · Viale Venezia, 1 Gruaro · Borgo del Castello Medioevale, 1 Lugugnana di Portogruaro · Via Fausta, 112 Portogruaro · Via F. Baracca, 2 San Donà di Piave · Via G. Bortolazzi, 32 Teglio Veneto · Via Ponte Nuovo, 3 PROVINCIA DI TREVISO Cessalto · Via Roma, 77 Motta di Livenza · Viale Madonna, 16/17 FRIULI PROVINCIA DI UDINE Latisana · Piazza Indipendenza, 32 Lignano Sabbiadoro · Viale Europa, 25 Pertegada di Latisana · Via del Molo, 1/a Editrice: Banca S. Biagio del Veneto Orientale Viale Venezia, 1 Fossalta di Portogruaro/Ve Telefono 0421/249811 Telefax 0421/789804 Direttore generale: Vittorio Canciani Battain Grafica ed impaginazione: Janna/Pn Stampa: Tipolito Geromin Fossalta di Portogruaro/Ve Direttore responsabile: Luciano Sandron Anno 9 · N. 30 · Dicembre 2003 In copertina: Bambino Gesù adagiato sul pattino di salvataggio. Foto: Fotoreporter di Vinicio Scortegagna. N.B. Le foto interne sono di: Fotoreporter di Vinicio Scortegagna, Foto Ottica Franceschetto, Foto Tolio, Archivio Banca S. Biagio del Veneto Orientale e privati. Reg. Trib. di Ve n. 1206 del 22.11.1995 Comitato di redazione: Franco Anastasia · Nello Gobbato Bruno Mares · Franco Romanin Segreteria di redazione: Marina Presotto · Tel. 0421/249811 e-mail: [email protected] www.bancasanbiagio.it Distribuzione gratuita Buone Feste Gli Auguri del Presidente... Sta per concludersi l’anno 2003 al quale avevamo guardato con fiducia come l’anno dell’inizio della ripresa economica, che invece tarda ancora, anche se si intravede qualche segnale positivo. Nonostante però il perdurante stato di debolezza ed incertezza dell’economia, la nostra Banca continua il suo trend di sviluppo, con l’aumento dei volumi intermediati soprattutto nelle zone di nuovo insediamento. Nel corso del 2003 abbiamo inaugurato i nuovi locali della filiale di Portogruaro ed i locali ristrutturati della filiale di Latisana. Da pochi giorni, è operante il nostro 15° sportello a Lignano Sabbiadoro, per completare il presidio del territorio di competenza, conseguente all’incorporazione dell’ex BCC Sud Friuli. I Soci hanno superato il numero di 6.200 e la loro collaborazione è stata determinante per il conseguimento del risultato economico, che sarà superiore a quello del 2002. Nella «squadra» della «S. Biagio» sono entrate nuove risorse umane, la cui professionalità ed esperienza saranno essenziali per affrontare la competitività sempre più spinta del mercato. Abbiamo aderito all’iniziativa dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) «patti chiari», con l’obiettivo di migliorare ancora la trasparenza e la qualità dei rapporti con la nostra clientela. Negli ultimi mesi abbiamo iniziato una nuova tornata di incontri con i Soci con lo scopo di cogliere attraverso la discussione, il dialogo, il confronto, i loro suggerimenti e capire le loro domande ed i loro bisogni, rafforzando così il senso di appartenenza. Sul versante sociale della nostra attività sono proseguiti gli interventi a sostegno delle varie iniziative di carattere sociale, culturale e sportivo del territorio, nello spirito dei valori del Credito Cooperativo. Il 120° anniversario della nascita della prima cassa rurale avvenuta a Loreggia in provincia di 3 Padova nel lontano 1893, ci stimola ad un rinnovato impegno per il mantenimento della nostra identità di Banca e responsabilità sociale, coniugando il localismo con la globalizzazione, la capacità di relazione (con i Soci, i clienti, il territorio) con la capacità di efficienza e competitività che ci consentono di continuare a restare nel mercato. Con un sentito ringraziamento per la collaborazione avuta, a nome del Consiglio di Amministrazione formulo i migliori auguri di Buon Natale e felice Anno nuovo ai Soci, alla direzione, al collegio sindacale, a tutti i dipendenti e collaboratori, ai clienti e a tutti i loro familiari. Franco Anastasia ...e quelli della redazione Sono trascorsi oramai otto anni da quel mese di maggio del 1995, in cui siamo entrati con il nostro giornale in contatto diretto con Voi. Otto anni che hanno portato grandi sconvolgimenti non solamente nella «S. Biagio», ma nell’intero globo terrestre. Molti amici ci hanno lasciato, molti amici nuovi hanno cominciato a conoscerci; a tutti speriamo aver portato una occasione per ricordare l’Istituto al quale sono legati, ma anche qualche notizia interessante, ed aperto qualche orizzonte in più. Con modestia, ma con convinzione di essere diventati un appuntamento interessante per tutti. Al termine di un anno che stiamo per metterci alle spalle, e del nuovo che stiamo per iniziare, giunga a Voi Soci, a tutti i lettori, alle Vostre famiglie, l’augurio più sincero ed affettuoso da parte della redazione e mio personale di salute, benessere e prosperità. Luciano Sandron Trasparenza: una novità per il sistema bancario La fiducia è certamente l’elemento caratterizzante del rapporto tra banca e clientela. Il sistema bancario tuttavia, scontando sia i noti accadimenti finanziari di oltre oceano che quelli nostrani, ha visto recentemente indebolire tale rapporto fiduciario. «Trasparenza» è la parola chiave per recuperare il rapporto di fiducia tra il sistema bancario ed il mercato; trasparenza riferita non solo a tassi e condizioni ma anche ai rischi associati ai prodotti offerti. Due sono le iniziative a livello nazionale per migliorare l’attuale situazione: mentre da un lato la Banca d’Italia ha compiuto una revisione della normativa relativa alla trasparenza, dall’altro l’ABI sta promovendo l’iniziativa «Patti chiari». Proprio a questo secondo progetto è dedicato un articolo in questo numero di Noi e Voi. Vediamo invece meglio in dettaglio quali sono le novità introdotte dalla Banca d’Italia. La nuova disciplina sulla trasparenza, entrata in vigore il 1° ottobre scorso, ha portato novità riferibili ai diversi momenti del rapporto banca-cliente. Per quanto riguarda la fase pre contrattuale, la nuova normativa impone l’utilizzo di determinati strumenti che consentano di migliorare la qualità e la comprensibilità delle informazioni fornite, in modo tra l’altro da rendere più agevole la comparazione tra le offerte di diversi intermediari; il cliente ha ora il diritto di ottenere prima della stipula una copia del testo contrattuale, non vincolante per le parti, contenente il tasso, i prezzi e le condizioni che la banca intende effettivamente praticare. Nella fase contrattuale vera e propria viene imposta l’effettiva conoscenza da parte del cliente delle clausole contrattuali predi- 4 sposte dalla banca: è ora previsto che al contratto venga unito un «documento di sintesi» contenente le principali norme praticate e un indicatore sintetico di costo (ISC) comprensivo di tutti gli oneri a carico del cliente, in analogia al TAEG. Tale documento dovrà essere aggiornato nel corso dello svolgimento del rapporto, in particolare in occasione di variazioni contrattuali sfavorevoli per il cliente, la cui efficacia decorrerà proprio dalla comunicazione alla clientela. La banca è inoltre obbligata ad inviare, alla scadenza del contratto ed almeno una volta all’anno, un documento di sintesi aggiornato, e ciò anche quando le informazioni in esse contenute non hanno subito alcuna modifica o hanno subito esclusivamente modifiche favorevoli al cliente. La nostra banca, che da sempre ha incentrato la propria gestione sul rapporto trasparente e chiaro con i suoi clienti, non ha avuto difficoltà ad adeguarsi alla nuova normativa ed ha aderito con convinzione al progetto «Patti chiari», nonostante il rapporto di fiducia che la lega ai propri Soci, grazie ai quali continua ad avere successo, non sia mai venuto meno. Vittorio Canciani Battain Direttore Generale finanziamenti per Janna/Pn Aziende Agricole Banca S. Biagio novità · Banca S. Biagio novità · Banca S. Biagio novità · Banca S. Biagio novità · Banca S. Biagio novità ...per l’acquisto di macchine agricole Abbiamo aderito alla convenzione Iccrea per la concessione di prestiti a tasso agevolato per l’acquisto di macchine agricole. Il rimborso è previsto con comode rate semestrali in 3 o 5 anni. ...a sostegno delle aziende agricole colpite dalla siccità Un finanziamento a breve termine (18 mesi), rivolto a sostenere le aziende agricole colpite dalla siccità. Il rimborso è previsto in un’unica soluzione (capitale+interessi). L’importo massimo è di 30.000 euro. Il nostro personale è a disposizione per ulteriori informazioni. SEDE E DIREZIONE GENERALE viale Venezia, 1 · Fossalta di Portogruaro/Ve · tel. 0421/249811 · fax 0421/789804 www.bancasanbiagio.it Banca S. Biagio novità · Banca S. Biagio novità · Banca S. Biagio novità · Banca S. Biagio novità · Banca S. Biagio novità Salute oltre il duemila CARDIOCHIRURGIA PEDIATRICA Servizio e intervista di Luciano Sandron I confini della medicina si allargano per fortuna sempre di più, e con essi, anche la scienza medica per combattere malattie che fino a qualche tempo fa venivano considerate quasi irreversibili. Vogliamo trattare con il dottor Vladimiro Vida, trentenne nato a Fossalta di Portogruaro dove ha ancora la residenza, e dove risiedono i suoi genitori, stimato cardiochirurgo pediatrico al Centro di Cardiochirurgia «V. Gallucci» di Padova, le malattie cardiache dell’infanzia. Mi permetta di cominciare questa nostra chiacchierata, con alcuni brevissimi cenni storici legati all’Università di Padova e conseguentemente al Centro Cardiochirurgico «V.Gallucci». L’Università di Padova si è interessata al cuore ed alla circolazione del sangue fin dai tempi più antichi. Nel 1670, William Harvey studiava nel nostro teatro anatomico, l’anatomia cardiaca e la circolazione del sangue da studi precedentemente iniziati da Fabrizio D’Acquapendente. Sulla scia di questi esimi predecessori, gli anatomo-patologi che si sono succeduti hanno raccolto la più cospicua collezione anatomica di malformazioni congenite di cuore in Europa, preziosissimo patrimonio culturale che ha permesso a molti ricercatori della nostra Università di conoscere le cardiopatie congenite ed appassionarsi alla loro diagnosi e cura. La cardiologia e cardiochirurgia pediatrica padovana, grazie a questa forte tradizione locale e ad una fitta rete di rapporti internazionali, sia in Euro- 6 pa che nel Nord America, si è sempre impegnata fin dai suoi albori nell’erogare le migliori cure ai bimbi nati con malformazioni congenite del cuore, dalle più semplici alle più complesse. È opportuno ricordare, a tale proposito, che a Padova nel 1987 è stato eseguito il primo trapianto cardiaco neonatale in Europa. Più recentemente, nel 1993, è stato avviato un programma di correzione dalla gravissima sindrome del cuore sinistro ipoplasico (unica cardiopatia considerata ancora inoperabile), e nel nostro Centro è stata eseguita con successo la prima correzione totale in Europa. Dottor Vida, innanzitutto ci parli delle patologie o malformazioni che più frequentemente interessano l’apparato cardiocircolatorio del bambino? Le cardiopatie congenite hanno un’incidenza dell’ 8-9‰ nei nati vivi, il che significa che solo nel nord-est Italia, che conta una popolazione di circa 8.000.000 di abitanti ed un tasso di natalità del 9‰, ogni anno nascono circa 700 bambini affetti da cardiopatie congenite. Il 30-40% di questi hanno bisogno di uno o più interventi cardiochirurgici in epoca neonatale, o comunque nei primi mesi di vita. Fra le malformazioni cardiache congenite che più frequentemente interessano la popolazione pediatrica vi sono: 1) i difetti di settazione tra le camere cardiache di sinistra e di destra, quali il difetto interventricolare ed interatriale; 2) la persistenza di strutture presenti nella circolazione fetale, quali il dotto arterioso di Botallo; 3) le patologie cianogene, quali la tetralogia di Fallot e l’atresia polmonare a setto interventricolare integro. Oltre a queste patologie, il cardiochirurgo pediatrico deve trattare un ampio spettro di malformazioni cardiache che presentano un’anatomia ed una fisiopatologia estremamente complesse che richiedono a volte un trattamento «personalizzato» che varia da paziente a paziente. Quali i rimedi medico-chirurgici? Nei primi anni ’70, gran parte delle cardiopatie congenite erano considerate inoperabili. Successivamente, grazie all’affinarsi delle strategie diagnostiche ed allo sviluppo di nuove tecnologie e materiali (circolazione extracorporea, la soluzione cardioplegica, strumentazione chirurgica, lenti magnificanti), i risultati sono progressivamente migliorati consentendo di arrivare al giorno d’oggi con possibilità di trattamento di tutte le cardiopatie congenite. Presso l’Università degli Studi di Padova, le «equipe» cardiologica e cardiochirurgica, guidate rispettivamente dalla Prof.ssa O. Milanesi e dal Prof. G. Stellin, stanno portando avanti un programma di diagnosi e cura delle cardiopatie congenite di assoluto prestigio: più di 4000 bambini vengono sottoposti ogni anno ad una valutazione cardiologica (ecocardiografica e/o angiografica); più di 700 vengono ricoverati ogni anno per essere sottoposti a terapia medica, interventistica o chirurgica. Di questi, circa 350 vengono sottoposti ad intervento cardiochirurgico ogni anno, principalmente nel neonato e nel piccolo lattante. In alto: logo del Centro Cardiochirurgico Patavino A fianco: il dott. Vladimiro Vida Una malformazione cardiaca è riscontrabile già in fase di gestazione, e se sì, ci sono rimedi od interventi preventivi possibili? Presso il Nostro Centro è attivo un servizio di diagnostica ecocardiografia fetale dal 1991 ed ogni anno vengono eseguite oltre 300 indagini diagnostiche. Ci sono delle cardiopatie congenite quali la stenosi aortica critica e la stenosi valvolare critica che si associano ad ipoplasia e disfunzione dei rispettivi ventricoli. Queste malformazioni, che in utero non pregiudicano un corretto sviluppo del neonato, in seguito alle modificazioni pressorie alla nascita, che prevedono il passaggio da una circolazione in parallelo (circolazione fetale) ad una in serie (circolazione neonatale) diventano incompatibili con la vita. Le ricerche condotte negli ultimi anni hanno reso possibile trattare, anche se in modo palliativo queste malformazioni mediante procedure interventistiche in utero, quali la dilatazione percutanea con palloncino, promovendo di pari passo il corretto sviluppo delle camere cardiache. Questi interventi permettono di far sviluppare e di preparare in modo adeguato le strutture cardiche in vista di un futuro intervento cardiochirurgico correttivo dopo la nascita. Intervenire su un paziente di pochi giorni o di poche settimane, che difficoltà comporta e con quali rischi? La correzione precoce delle cardiopatie congenite presso il Centro di Cardiochirurgia di Padova costituisce da anni uno dei punti di forza della nostra Istituzione. Studi condotti negli anni ’80 presso il Boston Children’s Hospital – Harvard Medical School a Boston, hanno infatti dimostrato come una correzione precoce, cioè un ripristino tempestivo di un normale carico di lavoro per il cuore, garantisca un miglior recupero funzionale ed un’ottimizzazione dei risultati a distanza. Un’attesa inopportuna, infatti, non solo comporta rischi immediati di deterioramento della funzionalità 7 miocardia con un aumento della morbilità e mortalità postoperatoria, ma può anche pregiudicare la funzionalità degli organi vitali ed il loro recupero funzionale dopo la correzione. Presso l’Unità Operativa Autonoma di Cardiochirurgia Pediatrica dell’Ospedale di Padova, il 50% dei pazienti pediatrici cardiopatici vengono operati nel periodo neonatale (inclusi pazienti prematuri) ed il 70% dei pazienti trattati è costituito da bambini al di sotto dei 12 mesi di vita. Come sarà la vita nel tempo di un bambino che ha subito un intervento? La sopravvivenza operatoria del bambino cardiopatico operato era del 70% agli inizi degli anni ’70, mentre attualmente presso il nostro centro è del 97%. Questo dato, oltre a sottolineare il notevole miglioramento dei risultati ottenuti negli ultimi 30 anni, pone il nostro Centro fra i migliori centri d’Europa, in cui la sopravvivenza media è del 94%. La correzione chirurgica può essere di tipo anatomico, con la completa ristrutturazione delle strutture cardiache deficitarie ripristinando la normale sequenza di percorrenza del sangue delle camere cardiache, o di tipo fisiologico, ovvero ricostituendo una pressoché normale fisiologia della circolazione sanguigna senza riportare alla normalità l’anatomia cardiaca. Quest’ultimo tipo di correzione, detta anche correzione univentricolare, viene attuata per le cardiopatie congenite complesse in cui vi sia la totale o sub-totale assenza di una della due camere ventricolari; per cui l’unico ventricolo presente, lavora per portare il sangue all’intero organismo, mentre il sangue che deve andare ai polmoni per essere ossigenato, giunge direttamente dalla periferia e non viene spinto da una pompa ventricolare. La correzione di tipo anatomico, riportando il paziente ad una condizione anatomica in cui vi sono due camere pompanti (correzione biventricolare), consente una condotta di vita a distanza normale, e sovrapponibile a quella di un pa- ziente sano di pari età. Per quanto riguarda invece la correzione di tipo fisiologico, oltre ad essere una soluzione chirurgica che porta a salvare molte vite, garantisce delle buone condizioni di vita ed una discreta tolleranza allo sforzo, consentendo di svolgere una vita pressoché normale. Lei è chiamato ad intervenire su soggetti che non sono in grado di decidere, che rapporto è necessario con i genitori di questi soggetti? Vi sono difficoltà o diffidenze? Un buon rapporto con i genitori è di fondamentale importanza nella gestione ottimale del piccolo paziente cardiopatico. Un rapporto di completa fiducia è essenziale, e deve essere guadagnato con la competenza medica ma anche con la trasparenza nei rapporti interpersonali. Istaurare un buon dialogo con i genitori ed i bambini e altrettanto importante ai fini di un buon esito del trattamento ospedaliero, per alleviare le tensioni e per far sentire i genitori «protetti» e guidati in un momento che per loro è spesso alquanto confuso, difficile da gestire e a volte animato da una certa diffidenza.. Oggi si parla molto di riproduzione di cellule per uso terapeutico, a che punto siamo, e quale può essere l’eventuale impiego nel suo settore di operatività? Ci sono delle patologie cardiache che sono caratterizzate da delle alterazioni strutturali fin dalla vita intrauterina, e che spesso possono portare a delle alterazioni permanenti e difficilmente curabili. Le cellule staminali sono delle cellule indifferenziate con potenzialità di trasformazione in cellule differenziate di vario tipo tra cui an- L’intervistato nel corso di un’intervento (segue a pagina 8) che le cellule del miocardio. Queste cellule, potrebbero essere utilizzate per curare delle zone del cuore che sono state danneggiate o che si sono poco sviluppate. Attualmente l’utilizzo clinico è ancora ridotto nonostante le applicazioni teoriche siano molteplici. Ampio spazio è stato dato alla ricerca sperimentale presso il nostro centro ed i livelli raggiunti sono altissimi. La ricerca sperimentale cerca di sfruttare al massimo le potenzialità di replicazione delle cellule staminali e di studiare la possibilità di controllare il differenziamento ed il tropismo cardiaco delle medesime, per poter ottimizzare l’attecchimento una volta che vengano impiantate in vivo. Padova, dove Lei opera, è un Centro importante nel campo della cardiochirurgia in generale e quindi, ha un «termometro» sicuramente importante sulla quantità di soggetti sia adulti che bambini che annualmente ricorrono al Centro, ci può fare qualche cifra? Presso il centro di cardiochirurgia «V. Gallucci» di Padova vengono ogni anno operati più di 1000 pazienti di cui più di 350 sono bambini. Le cardiopatie acquisite nell’adulto più frequentemente trattate sono costituite per il 60% da patologie coronariche, che richiedono degli interventi di bypass aoro-coronarico. Di seguito vengono le patologie valvolari (36%), che richiedono la sostituzione della valvola malata con una protesi meccanica o biologica, le patologie neoplastiche (2%), le patologie miocardiche (2%). Ogni anno vengono effettuati inoltre circa 60 trapianti di cuore presso il nostro centro, di cui nell’ultimo anno 2 trapianti pediatrici. Per quanto riguarda invece l’attività operatoria pediatrica, vengono operati, come già accennato, più di 350 bambini 50% dei quali, sono neonati e piccoli lattanti. Il 70% di questi interventi richiede l’utilizzo della circolazione extracorporea per poter svolgere degli interventi «a cuore aperto». Il rimanente 30% degli interventi è costituito da procedure condotte senza fermare il 8 cuore, quali il trattamento della coartazione aortica, la chiusura di dotti arteriosi di Botallo, ed interventi palliativi quali il bendaggio dell’arteria polmonare. Dal 1991 sono state adottate delle tecniche mini-invasive per il trattamento di cardiopatie semplici. Queste tecniche consentono di abbinare il risultato funzionale della correzione ad un buon risultato estetico. Sono tecniche che prevedono un accesso chirurgico al cuore mediante delle mini-incisioni cutanee di circa 4-5 centimetri, sulla linea mediana nei pazienti di sesso maschile e sul solco mammario destro per le piccole pazienti. Nella chiusura dei dotti arteriosi di Botallo invece utilizziamo delle tecniche toracoscopiche, per cui attraverso tre piccoli forellini, riusciamo a trattare dei pazienti che convenzionalmente richiedevano una toracotomia. Al vantaggio estetico, si abbina anche il vantaggio di una riduzione del dolore postoperatorio ed un conseguente minor tempo di ospedalizzazione e di recupero funzionale. Lei è in partenza per gli Usa per un periodo di ulteriore specializzazione, tornerà? E comunque quale è il periodo temporale previsto? Un periodo di ulteriore formazione professionale all’estero è sicuramente un passo obbligato nel processo di formazione di un giovane cardiochirurgo. Il centro di Cardiochirurgia di Padova è un Centro di eccellenza nel trattamento delle patologie cardiache congenite ed acquisite e di conseguenza la formazione professionale è ad alti livelli. Nonostante ciò, l’esposizione ad un gran numero di patologie cardiache, l’apprendimento di tecniche chirurgiche all’avanguardia, e l’ampio spazio devoluto alla ricerca, rendono fondamentale un periodo lavorativo all’estero e precisamente negli Stati Uniti. Come si arriva a questo ? Ho appena completato con successo degli esami di abilitazione, che sono estremamente selettivi, e che mi consentiranno di lavorare come medico negli Stati Uniti Il primario del reparto «V. Gallucci» prof. Giovanni Stellin per un periodo di circa 3 anni. Sarà un periodo sicuramente molto duro ma altrettanto proficuo in cui le mie competenze professionali cresceranno in modo importante e di pari passo le esperienze umane e culturali. Lei ed altri suoi colleghi siete per professione destinati a dare speranze a chi si trova davanti a problemi che a volte paiono insuperabili, ma a Voi chi dà, oltre beninteso la preparazione, la certezza necessaria per far sperare gli altri? La professione che svolgo è molto impegnativa sia dal punto di vista fisico, per le molte ore trascorse in ospedale ed in sala operatoria, sia dal punto di vista mentale, per i continui stati di tensione nel prendere decisioni importanti in pochi attimi che possono salvare la vita di una persona. È solo la passione e l’entusiasmo che ogni giorno sempre più motivano questa mia scelta che mi fanno amare il mio lavoro, oltre alle innumerevoli soddisfazioni che ho quotidianamente e che partono dallo sguardo felice di un bimbo. Ed è proprio questo che mi da la serenità necessaria ogni giorno nell’affrontare dei grandi problemi e ad essere sempre molto disponibile e pronto ad accogliere e a cercare di fugare ogni incertezza ed ogni paura dei nostri pazienti e dei loro parenti. Grazie dottor Vida per la disponibilità e competenza, ma anche per l’umanità che traspare da quanto Lei ci ha detto, con l’augurio di sempre maggiori successi. Grazie a Voi, e saluti ed auguri ai lettori della rivista della Banca S. Biagio. Nell’anno internazionale dell’acqua Volge ormai al termine il 2003, dichiarato anno internazionale dell’acqua. E mai come quest’anno, l’abbinamento è stato più appropriato. Giorni e giorni senza una goccia d’acqua piovuta dal cielo; siccità e caldo torrido, temperature che hanno toccato livelli fuori dal normale. Erano anni che ciò non accadeva. E poi, ironia della sorte, violente alluvioni, morti e distruzioni, danni incalcolabili al territorio. I cambiamenti climatici che quest’anno sono stati più marcati, ma che comunque da alcuni anni stanno incidendo sui nostri abituali comportamenti, hanno delle cause sicuramente naturali, ma alle quali l’uomo non è estraneo. Il clima quindi si sta modificando. Eravamo abituati alle stagioni, ognuna delle quali si presentava con proprie caratteristiche. L’inverno freddo ed a volte nevoso. La primavera un po’ matta, ma con temperatura mite, a cui faceva seguito l’estate con il solleone. Piogge anche di una certa intensità caratterizzavano l’autunno. Oggi l’andamento sta cambiando. In questo scenario naturale così vilmente modificato, l’acqua, il maggior bene dell’umanità, è rimasta ancor più un miraggio per tante popolazioni, non solo in Paesi dove la siccità è più accentuata, ma anche a casa nostra, nei paesi e nelle nostre città, al nord come al sud. Immagini di fiumi in secca (desolante vedere il Po, il grande fiume), distese di mais, di soia e di altre colture distrutte, sono ancora sotto i nostri occhi. Per tentare di risolvere il «problema acqua», nell’anno ad essa dedicato, si è tenuto a Kyoto in Giappone, il terzo «forum mondiale». Assise, alla quale hanno partecipato 165 Paesi del mondo, ha 9 cercato di mitigare nel possibile uno dei grandi mali di questo millennio: la scarsità d’acqua e la bassa qualità della stessa, causa ogni anno di cinque milioni di vittime. Tanto si è parlato a Kyoto ma si è persa l’occasione di legare il problema acqua a quello climatico. Lo stesso documento finale non puntualizza concrete azioni, ma si limita a sostenere che l’acqua, è una forza motrice dello sviluppo sostenibile e dello sradicamento dalla povertà e dalla fame. Negli ultimi 50 anni le catastrofi naturali legate al clima hanno provocato danni per mille milioni di euro, e nel 2050, l’aumento della temperatura del pianeta costerà a tutti noi oltre 300 miliardi di euro l’anno. Sul problema acqua, l’Italia, deve affrontare tematiche non indifferenti riguardo alla siccità ed agli effetti delle alluvioni e straripamenti fluviali. «L’acqua è un bene dell’umanità», «Senza acqua non si mangia», sono alcuni degli slogan che si sono sentiti ripetere da enti, istituzioni e privati, e proprio nell’anno dedicato all’acqua, la «grande sete» si è fatta sentire minacciando seriamente terra ed uomini. Ora che l’anno sta per terminare e la pioggia è tornata in maniera copiosa, ed anche dannosa, si dimentica facilmente la siccità di questa estate. «L’emergenza 2003 si potrebbe però ripetere ed occorre un salto culturale per tutti», hanno dichiarato, parlando del problema acqua i massimi responsabili dell’Unione dei Consorzi delle Bonifiche del Veneto, durante i lavori ad un congresso internazionale alla FAO dedicato ai «campi assetati». «Bisogna intervenire subito, a cominciare dagli invasi siano essi naturali, come le cave, o artificiali». L’agricoltura si è specializzata. Non ci sono solo prodotti stagionali, ma produzioni che richiedono acqua tutto l’anno, e per questo bisogna trattenerla subito ed obbligare i Comuni a predisporre, oltre ai piani regolatori, quelli idraulici. Trovare quindi soluzioni per evitare che si ripeta il 2003. Perché il problema acqua non è lontano in sperduti Paesi della terra, ma è vicino a noi. Franco Romanin Tradizioni che scompaiono ZAMPOGNE E ZAMPOGNARI Si avvicina il Natale, momento di festa e di gioia, e molte sono state, le tradizioni legate alla ricorrenza più bella dell’anno. Chi non ricorda la musica intensa che si espandeva nell’aria di vie e piazze, portata dal suono delle zampogne? Ora, quei suoni e quella musica si sentono sempre più raramente. Una tradizione millenaria, un’arte popolare che ha ispirato addirittura la grande musica, sta ormai scomparendo. Qualche sparuto zampognaro resiste ancora ed è considerato come una icona, che vaga solitaria soffiando il suo strumento, tra la gente indaffarata alle prese con il consumismo natalizio. Calavano dalle montagne i zampognari annunciando che Natale era vicino. Un tempo numerosi, ora gli zampognari hanno dovuto arrendersi al passaggio lento e progressivo da un’economia agricola e pastorizia all’industrializzazione. La diminuzione dei pascoli invernali ha limitato sempre più la transumanza e il pastore e il gregge, da antica risorsa, sono diventati un ricordo affettuoso e sentimentale, quasi folclore. Gli zampognari, quelli rarissimi rimasti, rappresentano un baluardo di quella tradizione di fronte ad una società in trasformazione ormai irreversibile. Sopravvivono come portavoce di una tradizione tutta italiana, che da sempre si manifesta in tutta la Penisola. È un’immagine precisa quella dello zampognaro, ben identificata: figlio della transumanza, un po’ pastore, un po’ musicante, che accompagna il suono della zampogna suscitando grande emozione. Il riferimento della sua apparizione in quei giorni, scendendo dalle montagne, ha il significato di manifestare con la sua musica la gioia per la nascita del Signore. 10 Ed è una musica carica di significati, quella che esce dalla zampogna: uno strumento musicale simile alla cornamusa, formato da una imboccatura di canne, che immette in un’otre di pelle di capra o di pecora da cui escono i pifferi. L’otre si gonfia direttamente con il fiato del suonatore, che non interrompe mai il flusso d’aria. Le canne, almeno due, sono utilizzate una per la melodia e l’altra di bordone, cioè come nota di accompagnamento. Sembra l’incontro tra l’umile adorazione dell’uomo e la melodia celeste degli angeli. Alle spalle dell’alone quasi misterioso, c’è poi tutta una iconografia che dà una visione leggendaria della figura dello zampognaro. Ne sono immagine le pitture di Pompei al tempo della romanità; la vita tra il 1400 e il 1500 riprodotta dal pittore Albrecht Durer. Tutte testimoniano il ruolo sociale e simbolico della zampogna non espressamente legati alle festività natalizie, ma di grande simbologia in manifestazioni popolari e nei riti. La storia è ricca di riferimenti alle zampogne, ai pifferi e agli zampognari, dai tempi di Roma al Medioevo, quando accompagnavano i trovatori, i poeti e i girovaghi. Non esistono però fonti certe sull’origine della zampogna. Con tutta probabilità lo strumento musicale in forma rudimentale apparve in tempi lontanissimi, riferiti alle popolazione euro-asiatiche, con una presenza certa in Grecia ed in Egitto. Nel corso dei secoli, la zampogna assume diversi significati nella strumentazione musicale: militare e teatrale presso i romani, come strumento di corte e per l’accompagnamento delle feste nel Medioevo. Ma è dalla composizione tipica del strumento e dalla musica che esso emana, se la stessa risulta colta, prendendo ispirazione dalla particolare modulazione del suono. Dall’origine e dalla natura della zampogna è nato così «il pastorale»: composizione che si ispira alla musica dei pastori. E proprio all’andamento musicale ritmico e dondolante della zampogna che si trovano espliciti riferimenti a composizioni e opere ispirate al Natale. Ad esempio il «concerto n. 8» di Arcangelo Corelli, il «Santissimo Natale» di Giuseppe Torelli, nell’«Oratorio di Natale» di Johann Sebastian Bach, nel «Messiah» di Friedrich Handel in cui si riconoscono le note di «Tu scendi dalle stelle», e Beethoven nella «sesta sinfonia». Oltre la musica, anche l’arte è stata alimentata dalla cultura popolare della zampogna e dagli zampognari con numerose opere artistiche di insigni pittori. La zampogna quindi ha occupato un ruolo importante nel patrimonio culturale. È stato uno dei tanti tasselli che compongono le tradizioni dei nostri paesi e delle nostre genti. Purtroppo la tradizione natalizia delle zampogne, dei pifferi e degli zampognari, come altre, sta ormai scomparendo. F. R. «PattiChiari» le banche cambiano Il progetto «PattiChiari» è stato fortemente voluto dal vertice del settore bancario italiano per riscrivere su basi nuove e positive il sistema dei rapporti tra Banche e clientela. Dal 15 ottobre 2003 si è così inaugurato il lancio di otto iniziative, indicate di seguito, finalizzate ad assicurare alla clientela la trasparenza, la comprensibilità e la comparabilità dei prodotti offerti allo sportello: Faro, Conti correnti a confronto, Servizio Bancario di base, Disponibilità assegni, Criteri generali di valutazione del credito, Tempi medi di risposta sul credito alle piccole e medie imprese, Obbligazioni a basso rischio, Obbligazioni bancarie strutturate. Per rendere ognuna delle otto iniziative del progetto pienamente visibili e riconoscibili al pubblico è stato ideato il marchio di qualità «PattiChiari» che garantisce l'assoluta affidabilità di questi strumenti destinati a milioni di utenti privati, famiglie e imprese, assicurando la riconoscibilità delle banche che hanno deciso di impegnarsi nell'adesione a standard elevati (e certificati) di qualità nella relazione con la clientela. Il logo rappresenta infatti nelle forme, nei colori e nei tratti un incontro tra persone. Il marchio di qualità, gestito da un consorzio fra banche che aderiscono al progetto sopra richiamato, potrà essere utilizzato solo da coloro che, aderenti volontariamente al consorzio, si siano iscritti alle iniziative sopra richiamate e siano stati certificati. È stato scelto infatti di affidare a soggetti terzi indipendenti la verifica, attraverso la certificazione esterna, della corretta realizzazione delle iniziative, a testimonianza della serietà dell'impegno che si è voluto prendere con la clientela. Solo infatti le banche che ottengono la certificazione potranno usare il marchio «PattiChiari» sulle singole iniziative. Per ciascuna iniziativa il procedimento di certificazione si baserà sul rispetto di un insieme di regole – descritte in appositi protocolli di certificazione – che attengono sia ad aspetti organizzativi e procedurali, che ad aspetti di comunicazione e di relazione con la clientela. Nasce quindi un impegno preciso, al quale la nostra Banca ha ovviamente dato la propria adesione. Conosciamoci meglio MOTTA DI LIVENZA In una verde fertilissima pianura, adagiata sulle vicinanze del fiume Livenza e del suo affluente Monticano, le cui acque a sud si mescolano, è ubicata Motta, che dal fiume ne aggiunge il nome, divenendo Motta di Livenza. Abitata probabilmente in epoca romana con piccoli nuclei agli incroci di strade importanti, come la vicina Postumia, «Motha», da cui la derivazione di Motta, secondo un linguaggio molto lontano nel tempo, presumibilmente stava ad indicare un rialzo naturale del terreno o un dosso. Ciò nonostante, è difficile constatarne la derivazione esatta del toponimo, mentre i Ceneda e a Ezzelino III da Roprimi documenti che attestano l’e- mano, con l’estinzione di quest’ulsistenza di un centro abitato vicino timo, Motta ritornò alla legittima potestà dei «Caminesi», che a loro al Livenza, risalgono al XII secolo. L’appellativo di «castrum» e di volta, dopo contrasti con il Comune di Treviso, «villa», Motta lo posero Motta nel acquisì ottenen- Abitata probabilmente in 1291, in modo lido una struttura epoca romana con piccoli bero e pacifico, autonoma e una nuclei agli incroci di strade sotto la giurisdipropria chiesa, zione della Ree costruendo un importanti... pubblica di San castello, mentre gli edifici sacri risalenti già ai primi Marco che delegò un podestà alla secoli dopo il mille, furono dedica- sua reggenza. Fu proprio in questo periodo, che nei pressi di Motti a San Giovanni e a San Nicolò. Ma l’autonomia di Motta resse ta le truppe dell’imperatore Siper non molto tempo, tanto che fu gismondo calate nella pianura ad soggetta alla giurisdizione al nobi- occupare campagne e villaggi, rile casato dei «da Camino», potenti mediano una cocente sconfitta da feudatari di origine longobarda, at- parte dei soldati della Serenissima torno al 1154 che si impadroniro- guidati da Carlo Malatesta. Da allono di vaste zone della «Marca» fis- ra fu pace per diversi secoli, anche sando successivamente la dimora se l’intero territorio della Repubblica di Venezia, compresa a Portobuffolè. Posta in una posizione territo- quindi Motta, fu investito da diverriale strategica, Motta fu coinvolta se epidemie con la terrificante e spesso in vicende belliche quando micidiale pestilenza del 1630 con il casato che vi dominava (i da tantissimi morti che aumentano Camino), entrava in conflitto con i successivamente con una spavensignori dell’area trevigiana, il Pa- tosa carestia. Da rilevare che nel triarcato di Aquileia, la Diocesi di periodo storico, quando Motta era sotto la giurisdizione dei «da Ceneda e il Dogato Veneziano. Dopo le sottomissioni al Camino», esisteva nelle vicinanze Comune di Treviso, al vescovo di «la corte» di Lorenzaga, ora frazio- 12 ne della stessa Motta, separata dal confine naturale dato dal fiume Livenza, ma posta sotto la dominazione del Patriarcato di Aquileia. Con il passaggio del Friuli a Venezia e l’abbattimento dei confini giurisdizionali, anche Lorenzaga seguì le sorti dell’intero territorio mottense e le vicissitudini della Serenissima. Quando nel 1797 la Repubblica di San Marco cessò di esistere, con l’avvento di Napoleone, Motta riscoperse momenti di tranquillità e operosità, con la nascita del napoleonico Regno d’Italia, venendo eretta a Comune nel 1806. Finita l’era napoleonica e passata ad altri padroni, la terra mottense fu ricca di fermenti di libertà durante la dominazione austriaca del regno Lombardo-Veneto. Conclusasi anche l’era dei dominatori d’Oltralpe, Motta fu annessa definitivamente al regno d’Italia nel 1866. Alla ridente ed operosa cittadina che si stava formando, dove l’artigianato e i commerci si sviluppavano, una disastrosa alluvione nel 1882, provocò danni ingenti al patrimonio abitativo, con morti e distruzioni. Fu proprio da quella brutta esperienza, che il fiume Li- venza, che allora attraversava l’abi- rinomata agricoltura ed uno svitato, venne portato a scorrere più luppo industriale cospicuo, dove a sud e venne spostata più a Valle sono rilevanti i materiali da costrula congiunzione con il Monticato. zione e i mobili. Anche questa soluzione non dette Tra tante vicissitudini storiche, i risultati sperati, tanto che il 4 no- Motta di Livenza è riuscita a convembre 1966, Motta fu invasa nuo- servare un forte legame con il pasvamente dalle acque del Livenza, sato, soprattutto attraverso l’arte e subendo un’altra disastrosa allu- la cultura. Numerose opere testivione. moniano le bellezze storiche ed Ma la più grande distruzione architettoniche di cui Motta è riMotta la subì durante la occupa- masta gelosa custode. zione austro-ungarica dopo la ritiTra tutte, la chiesa di San Nirata di Caporetto nel 1917 fino al colò (il duomo), rifatto dal 1516 novembre 1918. Enormi danni fu- sotto la direzione di Jacopo Tatti rono cagionati detto il Sansodagli invasori Ma la più grande distruzione vino, dove alche distrussero Motta la subì durante la l’interno, tra le numerosi stabili occupazione austro-ungarica pregevoli opee non poche dopo la ritirata di Caporetto... re di numerosi ville signorili, artisti, figurano adoperando le macerie come ma- anche gli affreschi di Pomponio teriale per il consolidamento delle Amalteo. Per non dimenticare poi strade e le travature per la costru- il celebre santuario della Madonna zione dei ponti sul Livenza. Il dei Miracoli, ritenuto opera di paDuomo fu trasformato in ospedale dre Francesco Zorzi con suggerie il paese fu adibito a centro di menti dello stesso Sansovino. Altre raccolta delle campane razziate in chiese degne di interesse sono tutto il territorio occupato. Fu in- quelle di San Giovanni, parroccendiata la villa del sindaco, di- chiale di Motta sino al XVI secolo, strutta la stazione ferroviaria, e dal e la romanica chiesa di San municipio tutto fu asportato. Motta Silvestro a Lorenzaga. si riprese dopo il primo conflitto mondiale e il paese si risollevò prontamente e continuò ad ingrandirsi e a svilupparsi soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, dalla quale subì nuove distruzioni, divenendo in questi ultimi anni un centro di grande prestigio a livello industriale, in tutta l’area mottense. Con i suoi 37,64 km quadrati, il comune conta attualmente sugli ottomila abitanti. Dispone di una 13 Oltre agli edifici di culto, anche le ville signorili fanno parte del patrimonio artistico-architettonico, sorte in parte nella «riviera» del Livenza. Si possono ammirare – tra le altre – «Palazzo Buso», «Palazzo Giacomini», l’antica «Loggia» e l’odierno palazzo municipale, «la Morosina» e la villa «RiettiRotta». Franco Romanin A Praga con la Banca Alle 6,15 del nove ottobre duecen- pranzo l’allegra «truppa». Un posto tocinquanta Soci, uno più uno me- riservato per ogni pullman, e si è no, della Banca S. Biagio del capito subito che l’organizzazione Veneto Orientale, hanno preso la era di quelle che ti fanno stare via di Praga sui cinque pullman tranquillo. Ah…mi stavo scordanmessi a disposizione per una gita do delle efficienti hostess, che ci annunciata fin avevano eruditi Ponte Carlo, Piazza dall’assemblea per bene su coVenceslao, la città Vecchia, di aprile. me erano stati Allegria e con la Sinagoga, il quartiere organizzati, buon umore ed il cimitero ebraico, viaggio, sognonostante l’ora la Torre dell’orologio, giorno e moantelucana per ed altro ancora... menti di ristoro, molti dei partepoche regole cipanti, con qualcuno subito appi- poi rispettate da tutti; ed è stato solatosi sui comodi sedili dei bus un successo. Ottimo ed abbondancondotti senza scosse dai bravissi- te il pranzo annaffiato da vino, e mi autisti. Una giornata incomin- birra, un po’ misurata l’acqua; del ciata bene e proseguita meglio. caffè, ci restava il ricordo dell’ItaAlle otto circa una sosta al confine lia, ma, appena in corriera, Rita per salutare l’Italia e per alcune provvedeva a sistemare il tutto necessità personali, caffè, giornali con l’ottimo espresso erogato dalla in lingua, qualche biglietto della macchinetta sul bus. Alla frontiera lotteria (non si sa mai) ed… altro con la Cekia, tutto abbastanza veancora. Dopo pochi chilometri, in loce, e via verso Praga tra saliscenterritorio austriaco il sole se ne va, di e paesaggi che risentono ancora per lasciare il posto ad una ne- di un periodo di oscurantismo, ma vicata di quelle che ti affascinano che stanno «risorgendo» velocerendendo il paesaggio da fiaba mente. La meta è raggiunta alle per oltre una ventina di chilome- ore 19,30 ed in men che non si ditri. Tutto bene, ed alle 12,30 con ca, tutti sono nelle eleganti e puntualità «Svizzera», il ristorante confortevoli camere già assegnate. Gasthof Stockinger, accoglie per il La cena buffet ha cancellato qual- 14 Sopra: piazza Venceslao di notte A fianco: le torri del castello a Cesky Krumlov che accenno di stanchezza, tanto che qualcuno, con i tre Bus messi a disposizione, ha voluto fare conoscenza rapida con la Praga di notte. Il giorno dopo tutti pronti alle 8,45 per la visita alla città. Ponte Carlo, Piazza Venceslao, la città Vecchia, con la Sinagoga, il quartiere ed il cimitero ebraico, la Torre dell’orologio, ed altro ancora hanno riempito di immagini e di ricordi incancellabili i gitanti. Il pranzo presso la Birreria Fleku risalente al 1499 ed il rientro in albergo per riassettarsi, e ripartire per il caratteristico Plzenska Restaurant, dove si è cenato al suono di musica anni 40/60 e qualche In alto a sinistra: Praga zona castello centro del governo A lato: foto di gruppo in piazza a Cesky Krumlov brano locale con un intermezzo di «Volare» di Modugno, cantato in coro dalle spassosissime hostess. Sabato ore 9 tutti in pullman verso la zona del Castello di Praga dove gli occhi e lo spirito dei gitanti, si sono immersi interamente nell’ambiente, per ammirare le bellezze del luogo grazie anche alle sapienti spiegazioni delle brave guide locali messe a disposizione di ognuno dei cinque gruppi che formavano la comitiva. Il Castello, residenza di lavoro del presidente della Repubblica, la cattedrale di San Vito, la passeggiata nella via dell’oro unico neo (l’alleggerimento di portafogli e documenti a tre partecipanti alla trasferta), il quartiere Mala Strana, e poi il pranzo al caratteristico ristorante Klasterni. Pomeriggio dedicato allo shopping (acquisti per dirla in italiano), dove ognuno ha liberato… la fantasia, ed il portafoglio. Alle 19 tutti in albergo, e poi, «in gringheri» all’hotel Corinthia Towers per la Cena di Gala. Qui, il presidente Franco Anastasia, ha preso la parola per ringraziare partecipanti ed organizzazione, prima di dare il via ad una cena che ognuno si poteva scegliere ai grandi tavoli di 15 mescita preparati a dovere per una cena così importante. Musica e ballo e poi tutti a nanna, per essere pronti il giorno dopo, domenica 12, per il rientro. Poche ore per raggiungere la bella cittadina di Cesky Krumlov quasi al confine con l’Austria, dove oltre al pranzo preparato con cura presso lo storico ex convento gesuita Hotel Ruze, e consumato in allegria, ognuno ha potuto dare fondo alle… «Corone» rimaste negli ammiccanti negozi. Dopo un paio di soste, una in terra d’Austria ed una in terra italiana, verso le ore 23 a Fossalta il rompete le righe. Tutti hanno guadagnato velocemente le mura domestiche, per liberarsi, forse con l’aiuto di una doccia, dell’eventuale stanchezza ma non dello splendido ricordo di quattro giorni da ricordare nel tempo. L. S. Sopra: Praga uno scorcio della città da piazza dell’orologio A lato: Praga, piazza castello, sullo sfondo il corpo di guardia del Palazzo Presidenziale a sinistra il Vescovado e a destra Ministeri La Banca per il territorio La «S. Biagio», Banca della gente e per la gente, ha sempre avuto un occhio di riguardo per quanto concerne le istituzioni, che della gente sono poi un punto di riferimento, e la chiesa e le sue istituzioni lo sono in maniera particolare. Sono molteplici gli interventi che la «S. Biagio» ha fatto nel territorio dove opera, e molto intende ancora fare sotto questo profilo. Particolarmente in occasione di nuove aperture di filiali od in presenza di eventi particolari. Anche la nuova presenza nel Friuli dopo l’acquisizione della Banca Sud Friuli, tra le altre iniziative, ha suggerito alla Banca di in- tervenire con due iniziative mirate; una per la chiesa di Pertegada per una delle vetrate opera della ditta Poli di Verona, ed una per dotare la scuola materna «Giacomo Baradello» di Latisanotta di una serie di giochi per l’infanzia. Abbiamo sentito in proposito il Parroco di Latisana monsignor abate Carlo Fant che è stato parroco di Pertegada, Gorgo e Bevazzana per 24 anni, ed attualmente è parroco di Latisana e Latisanotta. Il nostro rapporto con la Banca di Credito Cooperativo risale a parecchi anni, prima con la SudFriuli, ed ora con la «S. Biagio». Quello però che mi ha fatto piacere e che mi ha colpito e meravi- 16 gliato, è stata la visita che mi hanno fatto, appena arrivata la «S. Biagio», il presidente Franco Anastasia, il direttore centrale e quello di Pertegada. Un segno evidente che le cose stavano cambiando, ed ho visto nel gesto una volontà di collaborazione, ognuno ben inteso nel campo di propria competenza, ed una disponibilità di aiuto che mi ha senz’altro dato nuovo entusiasmo, lo voglio sottolineare, ed è giusto che questo la gente lo sappia, e io l’ho detto anche in predica. Un segno di attenzione, non per don Carlo Fant fine a se stesso, ma per quello che rappresenta come parroco di una comunità, e questo mi ha fortemente rincuorato. Tornando al rapporto con la Banca di Credito Cooperativo, sono anni che facciamo arrivare con il determinante contributo della stessa alle famiglie di Pertegada, Gorgo e Bevazzana, un calendario dove sono segnati tutti gli avvisi della parrocchia. Un segnale molto importante di comunicazione che lega la parrocchia a tutte le associazioni. Oltre a questo, la Banca è poi sempre stata vicina in tutte le manifestazioni che a vario titolo segnano la vita della comunità. Per venire alla vetrata «monofora», ho chiesto se la «S. Biagio» fosse stata disponibile a legare il suo nome ad una di queste, la risposta è stata immediata e totale. Queste vetrate che rappresentano le opere di misericordia spirituali e corporali, a mio modo di vedere, pare siano un concetto che sta nell’atto di nascita delle ex Casse Rurali, e continuino ancora adesso ad essere nello spirito, nella filosofia e nell’etica delle Banche di Credito Cooperativo. Ed è per questo che io vorrei ricordare sotto questa vetrata tutti coloro che hanno lavorato per questa Banca, prima Sud Friuli, ora «S. Biagio» o con l’immagine della beatitudine o dell’opera di misericordia, tutti i defunti con la dedicazione «Seppellire i morti». Per quanto concerne invece la scuola materna di Latisanotta «Giacomo Baradello», visto che era- vamo un po’ carenti ed anche fuori norma nei giochi, ci siamo rivolti alla Banca di Credito Cooperativo S. Biagio, che anche in questo caso ha risposto favorevolmente e con entusiasmo. Vorrei quindi concludere questa chiacchierata con un grazie per quanto ci ha dato la «S. Biagio», che ci ha permesso di fare queste cose. Grazie inoltre per come ci è stato dato, con il sorriso, senza pretendere nulla in cambio, e questo mi pare è un concetto di una Banca di Credito Cooperativo molto grande che non va taciuto, ed io l’ho detto ai parrocchiani, ai genitori, ai bambini che hanno dimostrato molto di apprezzare questo modo comportamentale della «S. Biagio». Ellesse Fatti ed avvenimenti NUOVA FILIALE A LIGNANO SABBIADORO La filiale numero 15 della Banca S. Biagio del Veneto Orientale è stata inaugurata il 13 ed è operante in viale Europa, 25 dal 15 dicembre. Con quella di Lignano Sabbiadoro, sono tre ora le dipendenze operanti nel territorio friulano dopo l’incorporazione da parte della «S. Biagio» della Sud Friuli che già era presente a Pertegada e Latisana. Una chiara volontà dell’Istituto di rafforzare la presenza in un’area strategicamente conti- gua non solo per territorio ma anche per tradizioni. La cerimonia alla presenza di autorità locali civili e militari, di Soci e simpatizzanti, degli amministratori, dirigenti e dipendenti della «S. Biagio», dopo la benedizione dei locali, si è conclusa con un momento conviviale per sottolineare l’avvenimento. Gli onori di Casa sono stati fatti oltre che dal presidente e dal direttore Generale, dal direttore di Filiale Gastone Codotto. LIBRI Agenda Friulana 2004 È stata presentata con grande partecipazione di pubblico mercoledì 26 novembre al salone delle feste del «Ristorante Bella Venezia» a Latisana, l’Agenda Friulana 2004 edita da Chiandetti e giunta quest’anno alla 28a edizione. Ha illustrato l’opera, perché di vera opera si tratta, e non di semplice quaderno per appunti, Natascia Bettin, giovane laureata in lingue e letterature straniere all’Università di Udine, con la tesi dal titolo: «Lingua e tradizioni della Bassa nell’opera di Nelso Tracanelli», poeta e scrittore sanmichelino animatore di molteplici iniziative culturali, cofondatore dell’Associazione «La Bassa», membro della Filologica Friulana scomparso l’anno scorso. Alla cerimo- 17 nia, presenti l’editore e molti autori dei testi e delle poesie, hanno portato il loro contributo culturale il Trio musicale Maria Vazzana (flauto traverso), Marco Giulio (tastiere), Costanza Odorico Cargnelutti (chitarra), che hanno eseguito un apprezzato repertorio di brani nazionali e della tradizione friulana. In seguito l’Agenda, come consuetudine, è stata presentata al Fogolar Furlan di Roma il 5 dicembre, ed alla Provincia di Udine a Palazzo Belgrado il 13 dello stesso mese. Motta di Livenza Con il contributo della «S. Biagio», si è svolta il 6 dicembre nella sala San Francesco presso il Santuario della Madonna dei Miracoli, la presentazione del volume: «Il Fiume Livenza – Contributo alla salvaguardia del territorio» di cui sono autori Roberto Guerra, Massimo Mattozzi e Lamberto Uvai. Una edizione ben curata per narrare di un fiume, della sua vita, della sua vitale importanza per un territorio, delle storie liete o tristi, allo stesso legate e dallo stesso a volte scaturite. Integrano perfettamente lo scritto le splendide testimonianze fotografiche che sono spaccati di vita ed avvenimenti non solamente della parte del trevigiano bagnata da questo fiume, ma anche di altri avvenimenti legati all’acqua in altre parti d’Italia. Ha coordinato la cerimonia di presentazione il rettore della Basilica frà Livio Folcato, ed oltre agli autori sono intervenuti il dottor Graziano Panighel sindaco di Motta di Livenza e l’ingegner Antonio Rusconi per l’Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave, Brenta e Bacchiglione. Premi allo studio Festoso incontro, e non poteva essere altrimenti, sabato 5 dicembre al Savoy Beach di Bibione per la festa dei premi alla studio a Soci e figli di Soci che si sono distinti nei tre gradi di diploma: scuola media, maturità, laurea. Una festa che è iniziata con la consegna dei premi presenti studenti, genitori e parenti ed i massimi dirigenti della «S. Biagio», presenti anche dirigenti ed Nominativo L AUREA insegnanti del mondo scolastico, per sottolineare l’importanza dell’iniziativa che oramai da lungo tempo la «S. Biagio» ha posto in essere. È un riconoscimento all’impegno ed alla serietà con cui i premiati hanno affrontato un periodo importante della loro vita. Dopo i premi un momento conviviale ha rafforzato l’evento. Questi i premiati. Residenza Voto Claudia Andreetta Luca Bortolussi Alessandra Braida Antonio Brocca Ludovico Centis Marta Citron Elisa Fantin Ceggia Portogruaro Pordenone S. Michele al Tagliamento Latisana Ceggia Latisana 110/110 110/110 e lode 110/110 e lode 110/110 110/110 110/110 e lode 110/110 Katia Furlan Erica Gaiatto Chiara Gobbato Dario Donadonibus Enrico Gobbato Fabio Lena Diana Mengo Lisa Michelutto Marta Nosella Paolo Pascutto Erika Stefanel Cinzia Terrida Susi Zoccarato Nicoletta Zoccolan Elisa Zonta Fossalta di Portogruaro Teglio Veneto Latisana Portogruaro S. Michele al Tagliamento Fossalta di Portogruaro S. Donà di Piave Latisana Portogruaro Lugugnana S. Michele al Tagliamento Portogruaro Latisana Fossalta di Portogruaro Portogruaro 110/110 110/110 110/110 e lode 110/110 110/110 e lode 110/110 e lode 110/110 e lode 110/110 e lode 110/110 110/110 e lode 110/110 110/110 e lode 110/110 e lode 110/110 110/110 e lode Federica Anastesia Valeria Baldissera Cesare Cusan Roberto Durigutto Renato Fioretti Martina Garzon Giulio Gregoratti Cristina Iseppi S. Michele al Tagliamento Ceggia Portogruaro Cesarolo S. Michele al Tagliamento S. Michele al Tagliamento Cesarolo Cessalto 100/100 100/100 100/100 100/100 100/100 100/100 100/100 100/100 Enrico Lorenzon Vania Masutti Anna Mecchia Alberto Pettarin Rudy Stefanuto Anna Zonta Ceggia S. Michele al Tagliamento S. Michele al Tagliamento Portogruaro Gruaro Portogruaro 100/100 100/100 100/100 100/100 100/100 100/100 Cesarolo Cesarolo Cesarolo Bibione Fossalta di Portogruaro Portogruaro Fossalta di Portogruaro Gruaro Gruaro Caorle Bibione Cesarolo Cesarolo Ceggia Gruaro Teglio Veneto Ottimo Ottimo Ottimo Ottimo Ottimo Ottimo Ottimo Ottimo Ottimo Ottimo Ottimo Ottimo Ottimo Ottimo Ottimo Ottimo Specializzazione Medicina e Chirurgia Matematica Lingue e Letterature Straniere Ingegneria Edile Scienze dell’Architettura Scienze Ambientali Discipline dell’Arte, della Musica e dello spettacolo Decorazione Scienze dell’Amministrazione Farmacia Scienze dell’Educazione Scienze e Tecnologie Agrarie Giurisprudenza Lingue e Letterature Moderne Euro-Americane Lettere Scienze dell’Educazione Ingegneria Meccanica Scienze dell’Educazione Architettura Architettura Scienze dell’Educazione Economia e Legislazione per l’impresa M ATURITÀ DIPLOMA MEDIA INF. Alex Angeli Patrick Dalla Torre Elena De Bortoli Alessandra Gasparotto Alberto Geromin Manuel Guglielmini Lisa Macor Martina Moretto Giulia Poser Matilde Presotto Veronica Ros Sara Simonato Luca Stefanello Valentina Trevisan Elisa Venaruzzo Alessandro Zanon 18 Ragioneria Liceo Classico Perito Industriale Liceo Classico Liceo Scientifico Liceo Scientifico Liceo Classico Perito Aziendale e Corrispondente in Lingue Estere Liceo Classico Liceo Linguistico Liceo Scientifico Liceo Scientifico Perito Aeronautico Ragioneria Incontri con i Soci Sono ripresi il 23 ottobre con una buona partecipazione gli incontri con i Soci. Una iniziativa che il Consiglio di Amministrazione e la Direzione della «S. Biagio» hanno messo in cantiere qualche anno fa, per avere un sempre più stretto rapporto con la base sociale che si stava, e si sta ingrossando in parallelo con l’espansione della Banca stessa. La necessità quindi di non perdere mai di vista quel principio di legame solidale e di conoscenza della vita evolutiva dell’Istituto con i Soci, non certamente esauribile nella sola Assemblea Generale, che è la base dei successi e della vita stessa dell’Istituto. Il via a questa «sezione» autunnale, è stato dato con i Soci della filiale di Teglio Veneto che hanno risposto in molti, intervenendo poi appropriatamente alla fine delle esposizioni fatte dal direttore gene- della filiale di Portogruaro ed il 21 con quelli della filiale di Bibione. Nelle quattro serate, il presidente Franco Anastasia, ha tracciato un breve profilo della «S. Biagio» dalla sua nascita in poi e degli impulsi avvenuti con le varie fusioni e l’apertura di nuove filiali nell’ultimo decennio, con qualche accenno al cambiamento del mondo creditizio in generale. Il direttore generale Vittorio Canciani, ha presentato un resoconto fino al 30 giugno 2003, ed illustrato i nuovi impegni legati al mondo del credito, relativamente ai nuovi criteri di trasparenza, di patti chiari, ed ai rapporti con la clientela dopo Basilea due. Hanno ospitato le serate, rispettivamente l’Abate Ermanno di Sesto al Reghena, Duilio a Caorle, Il Savoy di Bibione. Si riprenderà la primavera prossima! rale della «S. Biagio» Vittorio Canciani e del presidente Franco Anastasia. Il momento conviviale che ne è seguito, ha servito in quella, come nelle altre serate che si sono succedute, a rafforzare la conoscenza ed ampliare la discussione sulle problematiche illustrate dai relatori, ma anche a cementare conoscenze ed amicizie. Ed è stato così anche il 6 novembre con i Soci della filiale di Caorle, il 14 novembre con quelli 19 Dall’alto: incontro con i Soci di Portogruaro, Bibione, Teglio Veneto e Caorle