Pennacchi e il suo tempo

Transcrição

Pennacchi e il suo tempo
Pennacchi e il suo tempo
do Bixiga são os teatros. Não existe
nenhum outro bairro de São Paulo
que concentre tantos teatros. Devido a isso, por suas ruas circulam os
mais importantes artistas e intelectuais do Brasil. Outra atração é a festa da Madonna Achiropita, que anualmente recebe milhares de pessoas
de todos os pontos da cidade.
Com a criação do Museu Memória do Bixiga, fundado nos
anos 70 por Armando Puglisi, o
“Armandinho do Bixiga”, surgiu
o primeiro museu de bairro da cidade. Durante muitos anos funcionou em sua casa, para depois ser
transferido para uma casa do Governo Federal. Após o falecimento de Armandinho, em dezembro
de 1994, o museu passou a ser dirigido por sua mulher, dona Lella
com a ajuda da filha Maria Paula.
Alguns anos depois passou a enfrentar um período de abandono
devido a dificuldades financeiras,
e nos últimos três anos tem permanecido praticamente fechado.
Recentemente foi eleita uma
nova diretoria que está empenhada em captar parceiros para salvar
o museu. O objetivo será realizar
obras de restauro e recuperação, e
assim devolver o museu para toda
a comunidade, muito além do próprio Bixiga.
Valkiria Iacocca - Jornalista e
Agente de Desenvolvimento Econômico do Escritório de Inclusão
Bela Vista.
Fotos gentilmente cedidas pelos fotógrafos participantes da Jornada
Fotográfica “O Bairro do Bixiga”
de 24/10/2009, coordenada por
André Douek, do Museu da Cidade
de S. Paulo
www.andredouek.blogspot.com
Con il patrocinio del Gruppo Comolatti e l’appoggio dell’Istituto Italiano di
Cultura il 23 novembre scorso si è aperta la Mostra, nella Galleria James
Lisboa a San Paolo, “Pennacchi il suo tempo e il suo Percorso”, realizzata dal
“Museu a Céu Aberto”.
Un’edizione in libro del tragitto del pittore, a cura di
Valerio Antonio Pennacchi, figlio del pittore, è stata editata
in questa occasione.
Fulvio Pennacchi era nato nel 1905 a Pianacci, frazione
di Villa Collemandina, nella Garfagnana, provincia di Lucca,
nella alta valle del Serchio, tra l’Appennino Tosco Emiliano
e le Alpi Apuane, da una famiglia originalmente lombarda.
Un antico registro del 24.01.1291 racconta che un certo
Sabatino Pennaccij, lucchese, letterato e gran proprietario
a San Martino in Collibus (attuale Villa Collemandina), entra in possesso di nuove
proprietà con caseggiati, orti, poderi, terre, granai, boschi, vigne, castagneti, ecc.,
antiche proprietà dei Porcareschi, signori feudali nella Garfagnana.
Fulvio dopo aver studiato nel Regio Istituto d’Arte a Firenze sbarcò in Brasile
a soli 23 anni nel 1929. La sua pittura attraversa un arco importante del conturbato
XX secolo,
Secondo Fabio Magalhães, curatore ed ex direttore del Museu de Arte de S.
Paulo, Masp, il libro dedicato a Fulvio Pennacchi raduna i suoi principali lavori e
permette al lettore conoscere in modo ampio uno degli artisti più espressivi della
nostra modernità - il pittore, l’affrescatore che fuse le tradizioni artistiche della sua
origine toscana con la luminosità tropicale e, innanzi tutto, con i tipi umani del
Brasile.
Sergio Comolatti, presidente del Gruppo Comolatti, nello sponsorizzare la
mostra e la pubblicazione del libro, vede paralleli e coincidenze nella traiettoria
del pittore Pennacchi e del proprio padre, Evaristo Comolatti, fondatore del Gruppo,
anche lui forzato ad attraversare l’Atlantico, per evoluire, crescere e creare radici
nel nuovo paese, la terra che li ha accolti e si è trasformata nella patria dei loro
discendenti.
Comolatti ricorda i legami della famiglia con locali dove Pennacchi ha eseguito
grandi opere, come l’Hotel Toriba, a Campos do Jordão, o la Chiesa della Pace,
conosciuta come Chiesa degli Italiani che i Comolatti frequentano regolarmente,
ed infine l’Edificio Italia, dove il Gruppo è presente dal 1967 con il famoso Terraço
Italia Ristorante, edificio per il quale Pennacchi presentò un progetto architettonico,
raffigurato anch’esso tra le moltissime illustrazioni del libro.
Oltre agli aspetti storici, artistici e croniche della vita difficile che Pennacchi
trovò in Brasile, arrivato in piena crisi dopo il crollo della Borsa nel 1929, spicca nel
libro le corrispondenze scambiate con quella che diventerà sua sposa, Filomena Maria
Dall’Aste Brandolini Matarazzo, che era presente all’inaugurazione della Mostra.
Difficile condensare, in poche parole, la vasta opera di Pennacchi: portò con se
l’anima e l’armonia delle colline toscane, la spiritualità che trasmise nei murali e
nelle tele, paesaggi campestri, santi, angeli, madonne compongono i temi
dell’eredità italiana e soggetti del folclore brasiliano completano la sua opera.
Una “Storia della Stampa” lo lega al tempo in cui i giornali erano centri di
cultura che radunavano l’intellettualità locale. Una delle sue opere maggiori, che
può essere ammirata, è quella della Chiesa della Pace, frequentata dalla comunità
italiana e latina di San Paolo.
(v. soligo/v. nardini - Fotos by Marcio Gallinaro)
Sergio Comolatti, Valerio Pennacchi e Ana Lúcia Del
Carlo Comolatti
Vice Console Marco Leone, Filomena Maria Dall’Aste
Brandolini Matarazzo ved. Pennacchi, Sergio Comolatti,
presidente del Gruppo Comolatti e Attilio De Gasperis,
direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo.
José Alvaro Sardinha (Grupo Comolatti), Hiram
Maisonnave Jr (Banco BNP Paribas), Rafael Palladino
(Banco Panamericano), Sergio Comolatti e Alberto
Mayer (Iveco)
ORIUNDI – Dicembre 2009 – 9

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