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tuttoBICI ospita l’ACCPI, l’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti
Italiani. Uno spazio che ci permetterà di conoscere il mondo dei
corridori visto da un’altra angolazione, quella dei protagonisti principali
di Giulia De Maio
Ale Cappellotto,
la sindacalista
lessandra Cappel lotto è stata la prima ciclista italiana a
diventare campionessa del mondo su strada e,
da un mese a questa parte,
può vantarsi di essere la prima donna della storia nel
Consiglio Direttivo dell’Assocorridori.
«Così come dopo la mia vittoria a San Sebastián nel
1997 sono seguite tante vittorie iridate per merito
di al tre az zurre, allo
stesso modo spero di
essere solo la prima
di una lunga serie
di donne all’interno
del
A
sindacato» ha commentato la
vicentina, nominata Vice presidente ACCPI nel primo
Consiglio Direttivo della
gestione Salvato a fi ne di cembre.
Nata a Sarcedo (VI) il 27
agosto 1968, nel suo palmares Alessandra vanta anche
due medaglie di bronzo conquistate nella cronosquadre
a Oslo ’93 e nella crono indi-
viduale a Lugano ’96. Oggi è
una libera professionista con
tanti progetti in mente, che
pedala molto meno di un
tempo ma per la quale il ciclismo resta la passione per
eccellenza.
«Da quando ho appeso la bici al chiodo ovviamente non
dedico più tutte le mie giornate allo sport, ma non mi
sono mai allontanata del tutto dall’ambiente. Ho sempre
seguito le gare perché il ciclismo è la mia vita, la maggior
parte delle mie amicizie hanno a che fare con le due
ruote e gira che ti rigira si
finisce sempre a parlare
di bici».
Alessandra è e resta una
apripista nel ciclismo ro-
sa, per questo le è stato proposto un ruolo così prestigioso che sancisce ancora di
più la voglia dell’Asso cor ridori di essere vicina al settore femminile.
Inizialmente non voleva assumersi questo onere, come
mai?
«Ero titubante perché, per
come sono fatta, quando mi
prendo un impegno voglio
svolgerlo al meglio ed ero
conscia che questo incarico
richiede molto tempo ed
energie. Dopo l’esperienza
come consigliere federale nel
2004 nel primo mandato di
Di Rocco, so bene che questo tipo di incarichi non sono facili da svolgere, ma ho
avvertito grande appoggio,
affetto, considerazione e stima da parte degli altri consiglieri, quindi ho accettato
volentieri la sfida. Spero che
questa mia nomina abbia un
effetto positivo per il futuro:
l’associazione, come la so cietà in generale, si deve
aprire ancora di più alle donne. Rin grazio Salvato e gli
altri colleghi per la fiducia,
Alessandra Cappellotto al fianco di
Giorgia Bronzini, come dire tre titoli mondiali in una sola fotografia.
122 FEBBRAIO • 2 / 2014
TUTTOBICI
da parte mia cercherò di fare
del mio meglio».
Si dedicherà principalmente
al ciclismo femminile: che
differenze riscontra rispetto
a quando correva lei?
«Le atlete sono cambiate
mol to in questi dieci anni,
come prevedibile sono cresciute, quasi tutte vanno a
scuola e frequentano l’università, quindi hanno un grado culturale superiore rispetto a quello di noi pioniere.
Purtroppo però attorno a loro, a parte qualche rara eccezione, non è cambiato nulla.
I dirigenti, le squadre, le corse, i calendari non si sono
evo luti allo stesso modo e,
per forza di cose, oggi non
sono al passo con i tempi.
Vedere sempre le stesse facce
e gli stessi problemi di un
tempo mi dà profonda tristezza».
Insomma c’è molto da fare.
«Sì, il mondo e il ciclismo
sono cambiati, le ragazze sono abituate ai computer, alla
tecnologia e quant’altro,
quindi anche il mondo che le
circonda deve fare un salto
di livello. Nazioni giovani
come Usa e Australia emergono e fanno la differenza
perché hanno capito che
serve una professionalità a
360°, noi stiamo perdendo
terreno nonostante l’Europa
sia la culla del ciclismo, ma
siamo ancora in tempo per
tornare a primeggiare. An che se non hanno ancora un
riconoscimento professionale, le cicliste (come i biker)
hanno diritto da statuto di
far parte della nostra associazione e di usufruire dei nostri servizi quali assicurazioni, distribuzione premi e
quant’altro possiamo offrire
loro».
In concreto l’ACCPI cos’ha
in mente per le cicliste?
«In primis dobbiamo far
capire alle altre componenti
del ciclismo femminile che
CPI
Il
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siamo tutti sulla stessa barca,
che non siamo contro nessuno, ma siamo per la collaborazione. Lavorando tutti insieme possiamo fare grandi
cose. Le ragazze hanno volontà, sono propositive e disposte a collaborare con
team manager, direttori sportivi, organizzatori e via elencando. Se le atlete staranno
meglio, saranno più sicure in
gara, avranno maggiori tutele
e guadagneranno quanto meritano ne beneficerà tutto il
movimento. La parola chiave
deve essere collaborazione,
solo così potremo evitare
epi sodi spiacevoli come lo
sciopero nell’ultima tappa
del Giro di Toscana dell’anno scorso. Quell’epi so dio
personalmente mi ha fatto
male perché conosco Brunel-
Il nuovo consiglio direttivo
dell’ACCPI: da sinistra, Ivan
Ravaioli, Alessandro Bertolini,
Andrea Ferrigato, Alessandra
Cappellotto, Cristian Salvato,
Alberto Curtolo e Diego Caccia
(assente Filippo Pozzato).
lo Fanini da una vita, ho corso tanti suoi Giri d’Italia e di
Toscana e so quanto si impegna per il ciclismo femminile
ma stavolta le ragazze, non
trovando riscontro alle loro
perplessità rispetto alla sicurezza in gara, hanno messo
in scena un’azione dimostrativa per garantire la loro integrità, scatenando così la
denuncia da parte dell’organizzatore. Grazie all’intervento dell’ACCPI e alla testimonianza di addetti ai lavori e partecipanti italiane e
straniere abbiamo dimostra-
TUTTOBICI
to che l’evento non rispettava i canoni di sicurezza indispensabili per una corsa .HC
e impedito che le atlete denunciate dall’organizzatore
subissero delle conseguenze
penali. Detto questo, non voglio che capitino più situazioni del genere, le ragazze
devono sì far sentire la loro
voce, ma noi dobbiamo aiutarle a trovare dei punti di
incontro con le altre parti in
campo, evitando risoluzioni
estreme e dannose per tutti.
Solo unite alle altre componenti, le cicliste potranno
davvero far fare un salto di
livello al ciclismo femminile.
Non sarà facile, ma io ci credo e mi impegnerò per raggiungere questo traguardo
insieme a loro il prima possibile».
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