da Casa Madre 11/2011 - Missionari della Consolata
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da Casa Madre 11/2011 - Missionari della Consolata
da Casa Madre Anno 91 - N.11 - dicembre 2011 Istituto Missioni Consolata Perstiterunt in Amore Fraternitatis Feliz Natal e Próspero Ano Novo! Presepio Kayapo, Brasile Buon Sono nato nudo, dice Dio, perché tu sappia spogliarti di te stesso. Sono nato povero, perché tu possa soccorrere chi è povero. Sono nato debole, dice Dio, perché tu non abbia mai paura di me. Sono nato per amore perché tu non dubiti mai del mio amore. Sono una persona, dice Dio, perché tu non abbia mai a vergognarti di essere te stesso. Sono nato perseguitato perché tu sappia accettare le difficoltà. Sono nato nella semplicità perché tu smetta di essere complicato. Sono nato nella tua vita, dice Dio, per portare tutti alla casa del Padre. Lambert Noben 2 da Casa Madre 11/2011 Natale Dio Altissimo Tu sei disceso dal cielo per abitare con noi peccatori. Donami di cantare a piena voce la Tua gloria tra le genti di questa terra. Giacomo di Sarug Ballata della speranza David Maria Turoldo, Il sesto angelo, Mondadori, 1976 Tempo del primo avvento tempo del secondo avvento sempre tempo d’avvento: esistenza, condizione d’esilio e di rimpianto. Anche il grano attende anche l’albero attende attendono anche le pietre tutta la creazione attende. Tempo del concepimento di un Dio che ha sempre da nascere. (Quando per la donna è giunta la sua ora è in grande pressura ma poi tutta la sua tristezza si muterà in gaudio perché è nato al mondo un uomo.) Questo è il vero lungo inverno del mondo: Avvento, tempo del desiderio tempo di nostalgia e ricordi (paradiso lontano e impossibile!) Avvento, tempo di solitudine e tenerezza e speranza. Oh, se sperassimo tutti insieme tutti la stessa speranza e intensamente ferocemente sperassimo sperassimo con le pietre e gli alberi e il grano sotto la neve e gridassimo con la carne e il sangue con gli occhi e le mani e il sangue; sperassimo con tutte le viscere con tutta la mente e il cuore Lui solo sperassimo; oh se sperassimo tutti insieme con tutte le cose sperassimo Lui solamente desiderio dell’intera creazione! VIENI VIENI VIENI, Signore vieni da qualunque parte del cielo o degli abissi della terra o dalle profondità di noi stessi (ciò non importa) ma vieni, urlassimo solo: VIENI! Allora come il lampo guizza dall’oriente fino all’occidente così sarà la sua venuta e cavalcherà sulle nubi; e il mare uscirà dai suoi confini e il sole più non darà la sua luce né la luna il suo chiarore e le stelle cadranno fulminate saranno scosse le potenze dei cieli. 3 da Casa Madre 11/2011 E lo Spirito e la sposa dicano: Vieni! e chi ascolta dica: vieni! e chi ha sete venga chi vuole attinga acqua di vita per bagnarsi le labbra e continuare a gridare: vieni! Allora Egli non avrà neppure da dire eccomi, vengo - perché già viene. E così! Vieni Signore Gesù, vieni nella nostra notte, questa altissima notte la lunga invincibile notte, e questo silenzio del mondo dove solo questa parola sia udita; e neppure un fratello conosce il volto del fratello tanta è fitta la tenebra; ma solo questa voce quest’unica voce questa sola voce si oda: VIENI VIENI VIENI, Signore! - Allora tutto si riaccenderà alla sua luce e il cielo di prima e la terra di prima son sono più e non ci sarà più né lutto né grido di dolore perché le cose di prima passarono e sarà tersa ogni lacrima dai nostri occhi perché anche la morte non sarà più. E una nuova città scenderà dal cielo bella come una sposa per la notte d’amore (non più questi termitai non più catene dolomitiche di grattacieli non più urli di sirene non più guardie a presiedere le porte non più selve di ciminiere). - Allora il nostro stesso desiderio avrà bruciato tutte le cose di prima e la terra arderà dentro un unico incendio e anche i cieli bruceranno in quest’unico incendio e anche noi, gli uomini, saremo in quest’unico incendio e invece di incenerire usciremo nuovi come zaffiri e avremo occhi di topazio: quando appunto Egli dirà “ecco, già nuove sono fatte tutte le cose” allora canteremo allora ameremo allora allora... MARANATHA’, VIENI SIGNORE GESU’! 4 da Casa Madre 11/2011 P.Antonio Rovelli, IMC “Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce ma doveva rendere testimonianza alla luce”. (Giovanni 1,6-8.19-28) Editoriale giovanni battista: UN TESTIMONE AUTENTICO I versetti 6-8 del Prologo presentano Giovanni come un uomo mandato da Dio con il compito di testimone. È un concetto fondamentale per delineare la figura del Battista: egli è colui che dà testimonianza; non tanto un maestro, quanto piuttosto un testimone, non uno che spiega delle teorie ma uno che comunica con la forza della propria esperienza. Personaggio misterioso, desta serie preoccupazioni nelle autorità religiose del tempo al punto che gli chiedono: “Tu chi sei?”. Giovanni precisa la propria identità: “Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia”. (Giovanni 1,23) Questa citazione di Isaia 40,3, in comune con i sinottici, nel vangelo di Giovanni ha una precisazione unica: “Io sono voce” . Il Battista ha piena coscienza del proprio ruolo, non è sono soltanto uno che grida, ma “io sono voce”! Questa auto-identificazione invita al confronto la voce con la parola, nella loro somiglianza e differenza: Gesù è la parola (logos), mentre Giovanni è la voce. La voce è lo strumento attraverso cui le parole sono proclamate e diventano annuncio. Così possono essere poi ascoltate, custodite e meditate nel cuore degli uditori, anche quando la voce cessa. Gesù è la Parola concepita da Dio dall’eternità e pronunciata nel tempo, mentre Giovanni è la voce, è il mezzo che permette di conoscere quella parola. Giovanni Battista è consapevole di essere semplicemente e solamente voce della Parola, e non vuole confondere i ruoli. L’annunciatore del Vangelo, deve diventare voce di quella Parola nel deserto o nella città. Non annuncia però la sua parola, ma con la sua voce è chiamato ad annunciare la Parola di Dio, che è Gesù in persona. Nel gran frastuono delle molte voci che “gridano” nelle piazze e nei comizi, nei microfoni più assortiti e più assordanti, la “testimonianza” più urgente oggi è proprio quella di essere una voce diversa, alternativa, controcorrente. Che ha il coraggio, vorrei dire l’ingenuità, di denunciare l’avidità, l’egoismo, le ingiustizie, la “recita” e l’inganno. da Casa Madre 11/2011 5 E non importa che questa voce risuoni nel deserto dell’indifferenza e dell’ostilità. La verità va detta, indipendentemente dall’accoglienza. Un messaggio chiaro, una chiamata alla conversione, alla «metanoia» (metánoia), al “cambiamento di mentalità”. (Lc 3,3; Mc 1,4) Ai suoi discepoli dispiaciuti del fatto che Gesù abbia più seguaci: “Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire”. (Giovanni 3,27-30) Questo è il vertice della testimonianza del Battista: non si prende nulla, se non quello che gli è dato dal cielo e identifica Gesù come lo sposo e se stesso come amico dello sposo, chiamato a preparare la festa di nozze. Arrivato lo sposo è contento di ascoltare la voce dello sposo. Giovanni allora deve diminuire affinché Gesù, lo sposo, possa crescere (Gv 3,30) e non si sente degno di chinarsi per slegare i lacci dei suoi sandali. (Mt 3,11-12; Mc 1,7-8; Lc 3,1518). Editoriale Quest’ultima espressione racchiude un altro tratto importante della testimonianza del Battista. Qui non si tratta semplicemente di un atto di umiltà, di un lavoro servile, ma è un atto pubblico di rinuncia ad un proprio diritto per consegnarlo ad altra persona. (cfr. capitolo 4 del libro di Rut). 6 E’ come se Giovanni Battista dicesse: “Ne avrei diritto io, ma lascio la precedenza a te”; “ Non è che io mi tiro indietro per cortesia, io sono venuto prima di lui, avrei la precedenza, voi credete che io sia qualcuno di importante. No, non è così. Dopo di me viene quello più forte, lui ha tutto il diritto, io non gli cedo niente, io non gli lascio il posto perché sono generoso e umile, gli lascio il posto perché il posto è suo!”. Giovanni è “voce che non parla di sé”, da Casa Madre 11/2011 “rispetta le parti”, è “uno che dà spazio”, ma la sua testimonianza è talmente verace e autentica che coinvolge anche altri senza alcuna pretesa di accentrare l’attenzione sulla propria persona. Infatti appena Gesù è nei paraggi, non esita ad additarlo, invitando i suoi ascoltatori e i suoi discepoli a seguire Lui. “Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! … Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!”. (Giovanni 1, 29.35-36) Giovanni Battista indica con precisione – presente in mezzo alla gente – quello che nessuno conosceva. Ha consacrato tutto se stesso al Signore, un “nazir” fin dal seno della madre, totalmente segnato dalla presenza dello spirito vitale (cfr. Lc1,15), ora l’amico dello sposo esulta al suo arrivo, lo addita e lo presenta. Giovanni è così convincente che “due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù”(v.39). Il suo compito è quello di provocare l’incontro, favorirlo, prepararlo. Ma allorché questo avviene, lui non sta a fare da incomodo. Si tira, invece, discretamente in disparte, e tutto ciò che riguarda la sua persona risulta del tutto secondario. I discepoli del Battista passano a Gesù e da questo momento avviene il distacco, non si parla più del precursore e inizia la vicenda di Gesù preparata e introdotta proprio dal Battista. Certo non è facile, per una persona, che pur deve esercitare un forte influsso sugli altri, mantenere questo delicato equilibrio tra due libertà. Risulta difficile resistere alla tentazione di immedesimarsi nell’Altro, farne le veci e, nello stesso tempo resistere alla tentazione, ancor più subdola, di manomettere la libertà altrui, imponendo i nostri schemi, i nostri gusti, le nostre intolleranze, le nostre scadenze, e i nostri... cerimoniali per l’incontro. Il vero testimone unisce a uno straordinario coraggio una straordinaria modestia; a una irresistibile forza d’urto un accentuato rispetto della libertà; a una spiccata personalità una spiccata capacità di cancellarsi. Scomodità e pudore. Franchezza e delicatezza, insomma. Editoriale di piedi, per non importunare, senza neppure attendere un cenno di saluto, o un invito per la festa!... Si tratta di imparare dal Battista questa lezione importantissima: il coraggio di dire “non sono io”, di entrare in scena, senza paura, al momento giusto, ma soprattutto di defilarsi quando si diventa troppo ingombranti. Ossia l’onestà di presentare Colui che è l’atteso, Colui che offre tutte le garanzie, Colui che non delude, senza cadere nella trappola dello scambio delle parti. Può essere facile “andare” alla ricerca di Dio. Molto più difficile, invece, “accorgersi” della sua presenza quando Lui è vicino. C’è bisogno di qualcuno che – come Giovanni – aiuti a capire, decifrare il momento, discernere, interpretare. Qualcuno che dica “ecco”, guarda, osserva attentamente, mentre Gesù “passa”. Ma è proprio stando alla scuola del Battista che i due discepoli finiscono per imbattersi in un Altro! Il dito di Giovanni che indica, senza indugi, l’arrivo del Protagonista, rappresenta il simbolo più efficace dei limiti in cui deve collocarsi ogni tipo testimonianza cristiana, che voglia assolvere rigorosamente il proprio compito senza attardarsi nella zona equivoca dei compiacimenti personali e della confusione delle parti. Per evitare queste storture, occorre un notevole e assiduo sforzo ascetico. Non per nulla il Battista è l’uomo della penitenza. E ci vuole una eccezionale disponibilità a mortificare le nostre pretese più... ingombranti. In altre parole, il testimone autentico è uno che sa sparire al momento giusto, andarsene in punta Il testimone autentico non sta a valutare se la sua voce cambia qualcosa, perché dovrà rispondere, non dei risultati ottenuti, mai della fedeltà al messaggio dell’unica Parola che conta, costi quel che costi, fino al martirio. Giovanni ha il compito di farci uscire dalla fede come fatto scontato, affinché diventi una decisione individuale e sempre rinnovata, un’esperienza vitale, un consegnarsi totalmente, non ha un’idea, a un sistema morale, ma a Qualcuno, che è luce, lo sposo, e la “Buona Novella” di cui siamo chiamati anche oggi a diventare voce. Anche oggi il nostro compito è quello di alimentare, sostenere l’attesa, purificare lo sguardo della gente per essere in grado di riconoscere Gesù e di seguirlo. Mai, però, quello di sostituirlo! “Giovanni Battista, con una vita di sacrificio e di zelo, si fece grande santo … animatevi miei cari, a questi esempi e cercate di perfezionarvi in quelle virtù, delle quali egli ci ha dato esempio. Di lui è detto che era una “lucerna ardente e splendente”; così voi dovete ardere di amore di Dio, per essere luce in mezzo ai popoli” (Così Vi Voglio n.191). da Casa Madre 11/2011 7 GIUSEPPE ALLAMANO RACCONTA LA SANTITÀ DEL CAFASSO (X) dei condannati a morte, alla condizione che il Signore gli facesse la grazia che nessuno da lui assistito rifiutasse di convertirsi. Don Ellena non mi scrisse come abbia saputo questo. Allamano racconta Cafasso PER I CONDANNATI A MORTE 8 Nel testamento del Servo di Dio, al n. 10, lessi: Lascio la limosina di lire una per caduno dei prigionieri che si troveranno nelle carceri di questa città, dette cioè del Senato, Cittadella, Correzionale, delle Forzate, e delle Torri. La distribuzione sarà fatta dentro il mese dopo il mio decesso dal mio erede o da persona dal medesimo designata. Il Tamietti, sopracitato, mi disse ancora che trovandosi in carcere con lui due protestanti, Don Cafasso li convertì, ed usciti di carcere i medesimi, uno lo fece entrare al Catecumenato di Torino, l’altro lo raccomandò al Catecumenato di Pinerolo. Don Ellena Secondo, Prevosto di Bussano, vivente, ed il Can. Gaude, defunto, Prevosto di Poirino, mi scrissero la stessa cosa, che cioè la missione di Don Cafasso intorno ai condannati a morte ebbe principio da un giustiziato che morì impenitente. Il quale fatto, Don Ellena dice essere avvenuto in un paese del Canavesano, nel 1839, alla quale esecuzione il servo di Dio fu presente ed accompagnava i sacerdoti che assistettero l’infelice; e ciò dice d’aver sentito narrare da persone di quei paesi. Il Can. Gaude scrissemi di aver udito ciò dallo stesso Servo di Dio, che simile fatto era succeduto in Torino, essendo egli, il Servo di Dio, assente dalla città di Torino. Tutti e due poi concordano nel dire che, addolorato per tale fatto, il Servo di Dio andò a prostrarsi davanti al SS. Sacramento e consacrò tutto se stesso a Dio per l’assistenza da Casa Madre 11/2011 Il Can. Gaude invece mi scrisse di aver udito questo dallo stesso Don Cafasso. L’evento provò che il Servo di Dio fu esaudito nella sua preghiera, poiché Don Bosco scrive nella già citata biografia (pag. 84) che niuno poté mai resistere alla presenza, alle parole, alla carità di Don Cafasso. Il medesimo Don Bosco aggiunge che il Servo di Dio, si consolava in cuor suo ed, a maggior gloria di Dio, andava coi suoi amici dicendo che dei condannati, in questa capitale ed altrove da lui assistiti negli ultimi momenti, nemmeno uno fosse morto senza che avesse lasciate fondate speranze di eterna salvezza. Ciò mi fu confermato dal Can. Bosso e dal Teologo Gallo, che me lo scrissero, e dal sig. Brogino, che mi disse la cosa essere assolutamente certa; noto come il Brogino, defunto, fu per tanti anni, fino alla morte di Don Cafasso, uno dei cosiddetti compagnoni della forca, cioè un confratello dei destinati dalla Compagnia della Misericordia ad assistere i condannati all’estremo supplizio. Quanti abbia assistito di condannati il Servo di Dio non saprei in modo certo. Nei registri della Compagnia della Misericordia, che consultai dal 1840 al 1860, sono notate cinquatadue esecuzioni capitali in Torino; fra cui non son comprese le esecuzioni fatte nei paesi delle provincie e neppure le fucilazioni militari. Don Garino, attuale Prevosto di Romano Canavese, mi scrisse che il Servo di Dio andò colà ad assistere due condannati per omicidio, Raggia Antonio e Vaio Antonio il 2 gennaio 1853, e mi soggiunse che essendo riuscite vane le cure dei sacerdoti mandati da Monsignor Moreno, Vescovo di Ivrea, fu invitato Don Cafasso, il quale li indusse a morire rassegnati e riconciliati con Dio coi sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia, come dice aver letto nei registri della sua parrocchia. Soggiunge pure che vivono tuttora alcuni suoi parrocchiani, che dei loro peccati e financo per fare la volontà di Dio e dargli gusto; il che secondo Sant’Alfonso è un atto di virtù il più perfetto: nullus actus perfectior est. Soggiungono i medesimi che il Servo di Dio era così persuaso di ciò, che talora ritornando fra i Convittori esclamava con giubilo: un’anima di più in Paradiso! Il Sig. Bargetto, già nominato, mi disse che una volta il Servo di Dio andò ad assistere un condannato a morte a Vercelli. — Mons. Appendini, defunto, Don Martino, defunto (nella relazione di quest’ultimo, che ho presentata), mi scrissero che il Servo di Dio assistette alla fucilazione del Generale Ramorino. — Don Ferraris Giuseppe, di cui presento la relazione, cappellano in Cumiana, defunto, mi scrisse alcune particolarità sull’assistenza di Don Cafasso alla fucilazione del Generale Ramorino. Di ciò parlano pure altre relazioni già presentate. Don Bosco scrive pure nella citata biografia: era rarità di Don Cafasso di ispirare grande confidenza in chi pareva disperato; egli aveva il modo di cangiare la disperazione in viva speranza ed infiammato amor di Dio, sicché non di rado i pazienti montavano con gioia la scala fatale e ridendo accoglievano il colpo fatale; a segno che un carnefice ebbe ad esclamare: alla presenza di Don Cafasso la morte non è più morte, ma una gioia, un conforto, un piacere. Falchero Angela, già nominata, mi disse che essa fu presente a cinque esecuzioni in Torino, fra cui a quella della banda Artusio, e mi disse di sempre aver visto sul carro accanto ai condannati Don Cafasso. Don Camossetti, attuale Vicario Foraneo di Ciriè, mi disse di aver visto, essendo ragazzo, il Servo di Dio ad accompagnare sul carro dei condannati presso la Basilica Magistrale in Torino, e d’aver udito da uno dei presenti a dire: quel sacerdote gobbo là, sì che è un santo! Bargetto sunnominato, Don Bosio, parroco di Levone, già nominato, Don Prato, parroco di S. Giovanni di Savigliano, e Don Savio, mi scrissero che Don Cafasso assistette alla esecuzione di certo Mottino, detto il Bersagliere, nativo di Candia Canavese, l’undici dicembre 1854. UN INCARICO PER IL PARADISO Don Bosco, nella citata biografia a pag. 84, scrive che Don Cafasso fu un vero eroe per guadagnare al cielo questi infelici e ne descrive le industrie per convertirli e disporli alla morte. — Il Can. Roetti, già nominato, Don Ellena Secondo, Prevosto di Busano, Don Rolando Domenico, vivente, Prevosto di Pessinetto, mi scrissero che il Servo di Dio usava cura speciale, per non solamente fare loro ricevere i santi Sacramenti, ma ancora per farli rassegnare ed accettare la morte in pena Tamietti, suddetto, così racconta, scrivendomi come testimone di veduta per tutto il fatto, eccettuata l’esecuzione fuori carcere: Un giorno Don Cafasso venne alle carceri e contro il suo solito, sebbene si sforzasse di essere ilare, si capiva che aveva nel cuore una pena, ed era che desiderava di confessare uno che egli già sapeva durante il processo che sarebbe certamente condannato a morte, ed ancor non lo conosceva. Ma ecco che io glielo presento uno dei primi a confessarsi. Dopo la confessione, lo vidi con un’aria così allegra e contenta che non poteva stare senza esclamare: oh quanta consolazione si gode a confessarsi! Qual anima santa egli è mai questo Don Cafasso! Allamano racconta Cafasso ricordano l’andata colà del Servo di Dio e che, dalla bocca d’un sacerdote del paese, diverse volte udì narrare le sante industrie che il Servo di Dio usava e suggeriva di usare per indurre i due condannati a convertirsi, lasciando in tutti coloro che l’avvicinarono l’impressione di un santo. Io non posso esprimere la pace e la gioia di che mi sento inondato. Pochi giorni dopo ritornato Don Cafasso, costui si confessò di nuovo e, contento ancor più di prima, esclamò: oh quanto io era stupido a non confessarmi! Non istupisco più che il nostro amico qui (alludendo a me) che si confessa sia così allegro e tranquillo. Pochi giorni dopo è giudicato ed è condannato a morte. Don Cafasso va a trovarlo in Confortatorio, e lo trova tutto allegro, e si sente dire da lui stesso la notizia fatale. Dopo averlo confessato gli dice ancora: Sentite, io a venire ad assistere i condannati ci vengo per niente, ma se vi domando un piacere me lo negherete? — E qual piacere posso mai farvi io nel punto in cui mi trovo? — Il piacere da Casa Madre 11/2011 9 Allamano racconta Cafasso 10 è questo: appena sarete morto, voi andrete subito in Paradiso e tosto ... — Come, subito in Paradiso? nemmeno in Purgatorio? — Non ci andrete, ma di volo in Paradiso, e colà giunto andate subito a ringraziare la Madonna. — Come, la Madonna prima del Signore? — Sì, sì, prima del Signore. — Ma il Signore potrebbe offendersi. — No, non si offende. — Ebbene, se si offende, io gli dirò che fu Don Cafasso che me lo domandò. —Sì, e là che sarete vi inginocchierete ai suoi piedi, la ringrazierete e le direte che prepari un posto anche per me. Me lo fate questo piacere? — Ve lo prometto. Al mattino poi, ricevuta la Comunione da Don Cafasso, il condannato ringraziò me (Tamietti) e per memoria cambiò il rosario che aveva al collo col mio. Venuta l’ora, salì sul carro e dato uno sguardo alla gran turba che lo guardava, disse a Don Cafasso: Lo crede, che tra tanta gente che mi guarda, il più tranquillo son io? — E Don Cafasso disse poi che, tastatogli il polso, glielo trovò tranquillo, come mi disse dopo. Giunti alla forca e saliti due gradini si volta indietro dicendo a Don Cafasso: adesso vado a fare la sua commissione alla Madonna; vede che non mi dimentico. E qui finì. Il Conte Cibrario nella sua storia di Torino stampata nel 1846 (vol. II, lib. V, cap. I) secondo che io lessi, riferisce lo stesso fatto nelle principali sue particolarità, e dice in nota averlo udito dalla bocca stessa di Don Cafasso che assisteva detto giustiziando. Il Canonico Roetti mi scrisse che la vigilia dell’esecuzione udì Don Cafasso a raccomandare ai Convittori, tra cui si trovava, i condannati a morte, perché pregassero per loro. Il Canonico Gaude, già nominato, mi scrisse che Don Cafasso raccomandava alle preghiere dei Convittori e dei penitenti i condannati a morte, e che egli nel memento della S. Messa ne faceva speciale menzione. Non mi scrisse come seppe ciò. Il Sig. Bargetto mi disse che dopo la mezzanotte precedente qualche esecuzione, Don Cafasso accompagnato da un domestico si portava alle carceri, e il Brogino sopra citato mi disse di essere andato a prenderlo al Convitto, come confratello della Misericordia ed averlo da Casa Madre 11/2011 accompagnato alle carceri. Detto Brogino mi aggiunse che vide Don Cafasso a celebrare nel confortatorio, a comunicare il paziende prodigandogli le ultime consolazioni della fede, che dopo la S. Messa mentre il paziente veniva subito legato innanzi all’altare dal carnefice, che prima gli domandava perdono di dover fare questo suo ufficio, Don Cafasso cercava di distrarre il condannato con santi pensieri, in modo che questi fosse meno impressionato di ciò che si operava sulla sua persona, e così lo intratteneva alla sua partenza. Il Brogino mi soggiunse di non aver mai visto il Servo di Dio a svenire nell’assistere i condannati a morte, come vide succedere ad altri sacerdoti: ma sempre forte sapeva anche infondere coraggio in altri sacerdoti e noi altri confratelli della misericordia. Ci diceva che non pensassimo a ciò che si operava, ma al delitto commesso o, piuttosto, al gaudio che i poveretti fra breve gusterebbero in Paradiso. La Damigella Garneri Maria, defunta, mi disse di aver visto il Servo di Dio, che, terminato il supplizio, accompagnava i confratelli fino alla chiesa della Misericordia, e lì si fermava sino alla fine della Messa che si celebrava in tale occasione. Uscendo il Servo di Dio dalla chiesa, una turba di poveri lo aspettava, cui egli dava elemosina. Il Canonico Bianco Spirito, vivente, mi scrisse che seppe dal Canonico Negri di Carmagnola, vivente, che mentre il Negri predicava nel paese della Vezza d’Alba nel 1855, il Servo di Dio aveva scritto una lettera consolatoria ai parenti di un giustiziato oriundo di quel paese, assistito da lui; nella quale lettera il Servo di Dio assicurava i parenti che l’infelice aveva fatto una buona morte. UN AIUTO PER CONSULTARLO P. Francesco Pavese, IMC Con la collaborazione della Postulazione Generale, da due anni viene gradatamente costruito un nuovo “Sito del Fondatore”, che è un sotto-dominio del sito ufficiale “Missionari della Consolata”. L’indirizzo proprio è: http:// giuseppeallamano.consolata.org. Certamente nel nostro ambiente, come pure in quello delle Missionarie, questa iniziativa è già conosciuta e, in qualche modo, anche seguita e valorizzata. Tuttavia, si è ritenuto utile illustrare i diversi contenuti del sito, di modo che venga facilitata la sua consultazione. MENÙ Aprendo il sito appare l’Home page con il menù posto in senso verticale e orizzontale, che contiene 15 sezioni. L’ordine logico di Allamano: guida saggia e prudente IL SITO DEL FONDATORE queste sezioni è stabilito sulla base della loro importanza. Si inizia dai due menù disposti verticalmente. In quello di sinistra, intitolato “Profilo Biografico”, è presentata la persona del Fondatore assieme alla Consolata, senza la quale egli non sarebbe comprensibile. In quello di destra, intitolato “Le sue Parole”, si trovano le diverse raccolte di quanto il Fondatore ha detto, specialmente nelle conferenze domenicali. Le altre sezioni, sul menù orizzontale, hanno contenuti di vario tipo. Si tenga presente che, nel costruire questo sito, è stato seguito il criterio di inserire, per quanto possibile, “tutto” il materiale che si riferisce all’Allamano, di ogni tipo e in qualsiasi lingua. L’obiettivo è stato duplice: anzitutto facilitare ai Missionari e alle Missionarie della Consolata la consultazione da Casa Madre 11/2011 11 Allamano: guida saggia e prudente digitalizzate e quindi non si sono potute inserire. Sarà un lavoro lungo e impegnativo che si dovrà fare in futuro. 12 In questa sezione si trova un interessante calendario, curato da Fr. P. Ferrari, nel quale sono segnalate tutte le date che riguardano la vita e l’opera dl Fondatore. Si trova pure una breve descrizione del “Santuario dell’Allamano”. In particolare, segnalo le ultime tre categorie, che sono molto ricche: le Testimonianze, cioè la raccolta di punti salienti di numerose testimonianze rilasciate da coloro che hanno conosciuto il Fondatore; è una parte molto vivace. Le Commemorazioni, partendo dall’inizio fino ai nostri giorni, cioè tutte quelle che si sono potute digitalizzare; sono molto numerose e descrivono da diversi punti di vista la personalità del Fondatore e la sua attività. Gli autori sono persone che lo hanno conosciuto o che lo hanno profondamente studiato. Le Lettere Circolari dei Superiori Generali che trattano ex professo del Fondatore. del materiale disponibile sul Fondatore, senza dovere ricorrere a fonti cartacee (volumi, riviste, giornali), che non sono sempre a portata di mano. Poi anche per promuovere la conoscenza dell’Allamano presso il più grande numero possibile di persone, ovunque nel mondo. SEZIONI E CATEGORIE Le 15 sezioni, a loro volta, sono suddivise in categorie, nelle quali sono raccolti temi specifici. Non è possibile illustrare in dettaglio tutto il materiale del sito, perché il discorso sarebbe troppo lungo. Mi limito ad illustrare quanto ritengo più significativo e utile. MENÙ VERTICALE SINISTRO - Il titolo è “Profilo Biografico” - Qui sono riportati alcuni profili dell’Allamano e l’autobiografia fotografica “Uomo per la missione”. Purtroppo le numerose biografie, dalla prima di P. L. Sales all’ultima di P. G. Tebaldi, non sono ancora da Casa Madre 11/2011 Bibliografia – Nello stesso menù verticale sinistro, merita di essere sottolineata anche la sezione intitolata “Bibliografia”, in quanto in essa si trovano citati tutti gli scritti (Autore, titolo, edizione, luogo e data, numero delle pagine) che parlano del Fondatore. Per costruirla sono state esaminate tutte le riviste IMC e MC, italiane ed estere, dal loro inizio fino ad oggi; così pure giornali e riviste di vario tipo che hanno pubblicato qualcosa sul Fondatore; il materiale pro-manoscritto contenuto nell’Archivio Generale IMC. Certamente qualche pubblicazione potrà essere sfuggita, per cui saranno gradite segnalazioni che aiutino a completare la raccolta. Questa bibliografia è l’unica e la più completa sull’Allamano. Merita di essere tenuta aggiornata. Chi intende approfondire la personalità dell Fondatore trova qui una quantità incalcolabile di fonti e di studi da consultare. Consolata - Anche questa sezione è fondamentale per conoscere l’Allamano: il suo MENÙ VERTICALE DESTRO - Ha come titolo “Le sue Parole”. Chi intende ascoltare la voce dell’Allamano deve ricorrere a questa sezione, nella quale sono riportate le sue parole. Fortunatamente abbiamo potuto pubblicare tutte le sue conferenze ai missionari e alle missionarie, suddivise per anno, come sono pubblicate nei rispettivi tre volumi dei due Istituti. Poi c’è il testo completo di “La vita spirituale”, come pure quello di “Così vi voglio”. Seguono le raccolte di sue frasi famose, come si trovano in “Pietre vive”, “Punti luminosi”, “Puntos de Luz”. C’è pure il volume “Il Fondatore narra la sua vita” opera di sr. R. Dreoni MC, e il volume curato da P. I. Tubaldo “Lettere ai Missionari e alle Missionarie della Consolata”. Abbiamo inserito la lunga deposizione del Fondatore al processo diocesano del Cafasso, che è la fonte più qualificata per comprendere il rapporto tra i due. Purtroppo gli 11 volumi, opera insuperabile di P. C. Bona, “Quasi una vita”, che riportano le lettere scritte e ricevute dal Fondatore non sono ancora digitalizzati e quindi non si trovano nel sito. Ci siamo limitati ad una loro breve presentazione. Questa sezione è una miniera inesauribile dove è l’Allamano che parla e comunica il suo spirito. MENÙ ORIZZONTALE CENTRALE - Contiene diverse sezioni, che presento nell’ordine in cui appaiono. Cafasso - È una breve sezione che meritava un posto di rilievo a motivo dell’influsso spirituale del Cafasso sull’Allamano e, di conseguenza, anche su di noi. Qui sono riportati studi che trattano del rapporto tra zio e nipote, come pure varie testimonianze e una Lettera Circolare sullo stesso argomento. Anche in questa sezione si è ritenuto utile inserire la lunga deposizione dell’Allamano al processo diocesano sul Cafasso. Confondatore – Si noti il titolo “Confondatore” dato a questa sezione, che va vista nel complesso di tutto il materiale del sito, dato il significato insostituibile che il Camisassa ha avuto nella storia dell’Allamano, del Santuario e dei due Istituti. Sono inseriti contenuti interessanti: una serie di studi sulla persona del Camisassa, sulla sua attività e, in particolare, sul rapporto vicendevole con il Fondatore. Sono pure pubblicate tutte le sue lettere, riprese dalla raccolta curata dal P. A. Da Ros e da. Sr. Lina Rosa Bellagamba. Ci è piaciuto inserire le fotografie del Camisassa, che lo ritraggono da solo, o con l’Allamano e, in particolare, quelle riprese durante il suo viaggio in Africa. Queste foto sono sufficientemente pesanti e si possono utilizzare per eventuali pubblicazioni. Ciò vale ugualmente per i dipinti. Non manca, infine, la bibliografia, cioè l’indicazione di quanto è stato pubblicato sul Camisassa. Purtroppo, l’edizione italiana della biografia scritta dai Fratelli Mina “La beatitudine di essere secondo”, che è l’unica finora uscita, non è stata ancora digitalizzata. Abbiamo inserito una sua traduzione in inglese, che la riporta quasi integralmente. Allamano: guida saggia e prudente rapporto personale con la Consolata; il suo insegnamento su di lei. C’è pure la descrizione di quel santuario tanto caro a lui e a noi, nel quale la sua presenza è fortemente percepita ancora oggi. L’Allamano in relazione con - Si tratta di una curiosa sezione, che illustra come il Fondatore ha saputo relazionarsi con le persone più diverse. Anzitutto con i “santi suoi contemporanei”, con i quali ha avuto un legame speciale che possiamo definire quasi istintivo, perché i santi si sanno facilmente ritrovare! Ancora, il suo rapporto con il Camisassa, quasi a completamento della sezione precedente. Poi i vari contatti con singoli missionari e le missionarie e, infine, con i parenti suoi e con quelli dei suoi figli e figlie. In questa sezione emerge un Allamano fine, sapiente, comunicativo, e molto umano. 13 da Casa Madre 11/2011 Allamano: guida saggia e prudente Beatificazione - La sezione riporta integralmente quanto era già stato inserito nel precedente sito del Fondatore. Tutto ciò aiuta a rivivere il meraviglioso evento della beatificazione. 14 Studi e Spiritualità- Sono due sezioni abbastanza analoghe nei contenuti che presento assieme. Quella intitolata “Studi” è suddivisa a sua volta in “Studi vari” e “Pedagogia Allamaniana”. Si tratta di una lunga serie di studi recenti, di autori diversi, su vari aspetti della personalità del Fondatore. Alcuni sono brevi, altri più lunghi, fino a costituire un volume, quale, per esempio, “Poveri per arricchire gli altri”. La “Pedagogia Allamaniana”, in particolare, contiene i principali studi sull’arte educativa del Fondatore. Su questo specifico tema si sono interrogati ed hanno prodotto diversi documenti, specialmente negli ultimi anni, gli incaricati dei Collegi IMC e MC dell’America Latina. L’altra sezione, intitolata “Spiritualità”, presenta una serie di esercizi spirituali o ritiri proposti dalla Postulazione ai Missionari e Missionarie della Consolata, in diverse circoscrizioni, come pure a gruppi di laici legati ai nostri Istituti. Questa sezione intende far conoscere la “spiritualità” specifica del Fondatore, ripensata sotto diversi punti di vista. Preghiere - I testi della Lirurgia Eucaristica e dell’Ufficio delle Ore sono raccolti in questa sezione in favore delle parrocchie o delle comunità religiose che, il 16 febbraio, intendono onorare l’Allamano, ma che non hanno il nostro fascicolo dei testi liturgici. Sono pure inserite varie altre preghiere a Dio o alla SS. Consolata per intercessione del Fondatore. Multimedia - È una sezione che si sta costruendo. Di interessante, oltre ai pochi video già inseriti, è l’elenco, dal 2003 ad oggi, di tutti i fascicoli della rivista “Giuseppe Allamano - da Casa Madre 11/2011 Dalla Consolata al mondo”. Così è possibile rivisitare e valorizzare il materiale pubblicato in questi ultimi dieci anni. Fotografie - Dipinti e altre opere - Sottolineo la novità di queste due sezioni, la cui utilità può essere pratica in vista dell’animazione missionaria. Abbiamo inserito “tutte” le fotografie del Fondatore, anche quelle che, in genere, venivano trascurate, comprese quelle meno belle. Le didascalie spiegano, per quanto possibile, le caratteristiche delle singole foto (luogo, data e circostanza in cui sono state riprese, ecc.). Si sono ingranditi alcuni particolari di certe foto, specialmente i volti, per evidenziare aspetti caratteristici dell’Allamano. Il peso di queste foto è sufficiente per essere pubblicate anche su stampa. Discorso analogo vale per i dipinti e le altre opere che ritraggono il Fondatore (statue, vetrate, monete, immagini, ecc.). Nel pubblicare questo materiale non si à guardato al valore artistico, quanto piuttosto al significato religioso. I dipinti e le altre opere sono presentati divisi per nazione, il che facilita la ricerca. CONCLUSIONE - Chi ha curato questo sito non ha pensato di compiere un’opera definitiva. Esso va inteso come in continua costruzione. Le parti già pubblicate possono venire meglio sviluppate, o integrate con ulteriori apporti. Così è pure possibile aggiungere altre sezioni che presentino argomenti finora sottaciuti o solo indicati, quali, per esempio: le tesi di licenza o di dottorato che hanno approfondito qualche aspetto della persona o dell’attività del Fondatore; la presentazione delle chiese dedicate all’Allamano, costruite in paesi diversi dove noi operiamo; e, a Dio piacendo e speriamo presto, anche tutto il materiale collegato alla canonizzazione. P. Stefano Camerlengo, IMC “D’ora innanzi la nostra sia una vita di speranza di sempre nuove e più abbondanti benedizioni su ciascuno in particolare e sull’Istituto.” (G. Allamano - lettera 01.01.1919) Missionari carissimi, In questi primi mesi, noi della DG abbiamo cercato di conoscerci, di vivere insieme fraternamente, di condividere la riflessione sulla missione dell’Istituto per arrivare a degli orientamenti, a delle “linee guida”, come le abbiamo volute chiamare, che siano di riferimento per il nostro futuro. Giudichiamo molto positivamente il tempo trascorso insieme perché ci ha permesso di crescere nella corresponsabilità, di fare “squadra”, di sentirci comunità ed imparare una metodologia di lavoro in comunione, fondamentale per aiutare veramente la nostra famiglia. Nostra prima preoccupazione è stata quella di focalizzare l’attenzione sul pensare e sul condividere, consapevoli che le decisioni che seguiranno saranno la conseguenza dello stile che abbiamo voluto scegliere. Non abbiamo la pretesa di voler risolvere tutti i problemi, ma desideriamo mettere le persone nelle condizioni di riscoprire il senso di ciò che fanno e vivono, alimentando continuamente le loro motivazioni. Come sapete, in questi mesi abbiamo “inventato” la pagina del LINK, una proposta giovanile e fraterna che vuole dare spazio alla comunicazione ed allo scambio diretto tra noi e i missionari, sottolineando i principali avvenimenti della nostra famiglia. programma per i prossimi sei anni che, sebbene destinato ad essere in seguito integrato dagli apporti delle Conferenze di Circoscrizione, rappresenta già una sintesi della visione della DG per il prossimo futuro dell’Istituto. Inoltre, abbiamo voluto lanciare “a mò di concorso” un’iniziativa sulla Continentalità a cui tutti possiamo partecipare, sentendoci coinvolti e dando i nostri spunti e le nostre idee. Vorremmo trovare, grazie ai vostri contributi, un motto e un logo che esprimano Attività della Direzione Generale Saluti, ringraziamenti e racconto della vita! nel contempo la volontà di rinnovamento e la determinazione ad “uscire” per “passare all’altra riva”. Come capita ad ogni cambio di Direzione, anche noi potremo aver sorpreso qualcuno nella nostra volontà di organizzare l’Istituto. A tutti quelli che hanno esercitato una responsabilità nel recente passato, fraternamente vogliamo dire il nostro grazie di vero cuore. Speriamo che allargando la tenda della partecipazione possiamo tutti contribuire alla costruzione del Regno, nello spirito di famiglia proprio del nostro Istituto e caro al nostro Fondatore. La domenica 23 ottobre, Giornata missionaria mondiale, abbiamo pubblicato le “Linee guida della Direzione Generale”. Questo testo è un primo passo ufficiale e introduttivo al nostro 15 da Casa Madre 11/2011 PROTETTORI DELL’ANNO 2012 varie Conferenze ci siamo dati l’impegno di visitare alcune nostre presenze che esigono vicinanza ed un accompagnamento particolare. Attività della Direzione Generale CONCLUSIONE 16 In comunione con le nostre sorelle Missionarie della Consolata, abbiamo scelto come accompagnatori - protettori del prossimo anno i santi Francesco e Chiara. La proposta è carica di significato. Prima di tutto pensiamo a due grandi riformatori che, con umiltà e coraggio, hanno aperto e rinnovato la Chiesa dal di dentro. Inoltre, sono modelli ch ci provocano in questi tempi di crisi ad impostare una seria riflessione sull’economia, la povertà, la condivisione. Infine, Francesco e Chiara ci ricordano due aspetti fondamentali della nostra vocazione missionaria: la sequela di Cristo e la fraternità. La lettera sarà divisa in cinque parti, presentata in momenti diversi dell’anno e ogni intervento metterà in luce un insegnamento particolare dei due santi. Alla stesura dei testi di riflessione partecipano tutti i membri delle due Direzioni Generali. Concludo con una frase del nostro Fondatore: “Noi quest’anno che abbiamo la pratica della povertà e S. Francesco d’Assisi per protettore, imitiamo pure S. Chiara che conservava tanto spirito di povertà”. ATTIVITÀ DELLA DG Come DG abbiamo deciso di renderci disponibili a partecipare a tutte le Conferenze di Circoscrizione dell’Istituto. Con la nostra presenza vogliamo sottolineare l’importanza di camminare insieme come famiglia nell’ascolto e nel dialogo fraterno, la volontà di decidere e percorre cammini condivisi, la possibilità di presentare quanto sogniamo e pensiamo per il bene dell’Istituto. Aspettando la conferma per le date delle da Casa Madre 11/2011 Cari missionari, condivido con voi quanto sento nel mio cuore; cerco di raccogliere ed esprimere le speranze e le inquietudini di tutto il nostro Istituto; cerco parole per arrivare al vostro cuore e farvi sentire la gioia per la grazia della vocazione che abbiamo ricevuto e la responsabilità che tutti abbiamo affinché questa grazia si sviluppi e arrivi alla pienezza in ciascuno di noi. Come Direzione Generale invitiamo tutti a “passare all’altra riva” per rilanciarci insieme verso la missione, con entusiasmo e amore, accogliendo il nuovo che avanza. Mi piace immaginare tutto l’Istituto come una sola persona, come un unica famiglia che prega con devozione ai piedi della Consolata, invocando con fervore crescente la misericordia di Dio ed esprimendo, davanti all’immagine di Maria, il desiderio più intimo del suo cuore: “Ecco la serva del Signore. Avvenga per me secondo la tua parola” ( Lc. 1,38 ). Lo Spirito Santo, scenda su di noi perché possiamo nascere ad una vita nuova e passare all’altra riva! A tutti e ad ognuno, coraggio e avanti in Domino! “L’utopia di Francesco si è fatta… Chiara” Missionari e Missionarie della Consolata «Quest’oggi è S. Chiara, imitatela nelle sue virtù; è stata 28 anni ammalata e, per non essere oziosa, pur ammalata, lavorava. Noi quest’anno che abbiamo la pratica della povertà e S. Francesco d’Assisi per protettore, imitiamo pure S. Chiara che conservava tanto spirito di povertà.» (G. Allamano, 12 agosto 1917, Conf. Suore, vol. II, p. 119) Carissimi Missionari e Missionarie, un saluto di pace e gioia! Vi raggiungiamo per presentarvi i protettori che insieme abbiamo scelto per i due Istituti per l’anno 2012: S. Francesco e S. Chiara di Assisi. Sono santi conosciutissimi e non necessitano di lunghe presentazioni. Bastano due brevi pennellate tratte dall’immensa mole di scritti che si possono trovare sulla loro vita: «Nel nuovo genere di vita che aveva abbracciato, il servo dell’Altissimo non aveva altra guida se non quella di Cristo» (S. Bonaventura, Vita di S. Francesco, Assisi 1981, p. 32). «Questo è Chiara: un arcobaleno di preghiera, una parola d’amore sempre viva davanti all’Altissimo, un grazie gioioso e infantile che sboccia tra le più piccole, essenziali cose della vita ed echeggia immenso nel cielo del Padre, ed ha un nome: contemplazione» (G. Mancini, ofm, Contemporaneità di S. Chiara, Assisi 1954, p. 40). La ricerca vocazionale di Francesco e di Chiara prende corpo a partire da alcuni incontri significativi, dalla scoperta di alcune situazioni di vita particolarmente problematiche: l’ incomprensione familiare, sociale ed ecclesiale; il primo sconvolgente incontro con la realtà della sofferenza e della povertà (lebbrosi ecc.); la difficoltà a intuire fino in fondo la volontà di Dio. Occorre saper rendersi conto delle diverse realtà della vita; saper leggere gli eventi, viverli pienamente, raccogliere in essi il messaggio che Dio lancia, accogliere l’appello. La storia personale di ognuno inizia con l’incontro di un volto d’amore. Pensiamo alla nostra mamma; su quel volto abbiamo imparato a decifrare la vita: amore, affetto, dolcezza, tenerezza. Anche Dio ha dato un volto all’amore; chiunque cerca da Casa Madre 11/2011 Attività della Direzione Generale S. Francesco e S. Chiara d’Assisi Santi Protettori 2012 17 Dio cerca un volto. L’animo umano invoca sempre: «Quando vedrò il tuo volto?» (Sl 41,3). È interessante notare come frate Francesco e sorella Chiara, nel loro Testamento, ricordano in che modo è avvenuta la rivelazione di Dio per sé per i loro compagni e compagne: volto di Dio per la nostra vita e missione, nella costruzione di comunità sempre più vere e cristiane. · La dimensione contemplativa della missione, assolutamente necessaria per reggere la vita umana, per poter vedere le cose e pensare la realtà. Il contemplativo non ha paura di perdere niente, non ha la tentazione di “fare il bene” per giustificare la propria missione. «Tutte le nostre parole non valgono niente, se non c’è la grazia di Dio. Il nostro primo dovere non è lo sbracciarsi ma il pregare» (Così vi Voglio, 176). · L’accento sulla povertà, sulla condivisione, sulla essenzialità evangelica. Nel momento attuale di forte crisi economica e sociale il richiamo alla povertà, in tutte le sue dimensioni, diviene necessario e profetico. «Quel che c’è da imitare in S. Chiara d’Assisi è lo spirito di povertà. Era nobile eppure ha lasciato tutto. Le sue suore erano tanto povere che il Papa mandò loro a dire che “possedessero”, ma la Santa rispose supplicando che concedesse loro di non possedere nulla e di vivere di carità. Essa aveva paura che la comunità divenisse ricca e perdesse lo spirito religioso. Quante comunità sono andate in aria per mancanza di spirito di povertà!... Dei denari sì, averne, ma per far del bene e non per star bene. Man mano che il Signore ne manda, s’impiegano in opere buone; e poi, a chi osserva bene la povertà il Signore non lascia mancar niente. Sentire gusto di avere il puro necessario e di mancare talvolta anche di qualche cosa necessaria. Fare voto di povertà e non voler mancar di niente è una ricca povertà» (G. Allamano, 12 Agosto 1920, Conferenze alle Suore, vol. III, p. 110). Attività della Direzione Generale «E dopo che il Signore mi donò dei frati, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare; ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo. Ed io con poche parole e semplicemente lo feci scrivere, e il signor Papa me lo confermò» (Fonti Francescane, 116). 18 «Dopo che l’altissimo Padre celeste si fu degnato, per sua misericordia e grazia, di illuminare il mio cuore perché incominciassi a fare penitenza, dietro l’esempio e l’ammaestramento del beatissimo padre nostro Francesco, poco tempo dopo la sua conversione, io, assieme alle poche sorelle che il Signore mi aveva donate poco tempo dopo la mia conversione, liberamente gli promisi obbedienza, conforme alla ispirazione che il Signore ci aveva comunicata attraverso la lodevole vita e l’insegnamento di lui» (ChTest. 24-26: Fonti Francescane, 2831). Nello spirito di comunione che caratterizza il cammino dei due Istituti, abbiamo voluto scegliere due protettori e, per la prima volta, presentarli insieme alla riflessione e preghiera dei Missionari e delle Missionarie con una lettera comune. Tra le numerose motivazioni che ci hanno condotto alla scelta di Francesco e Chiara vogliamo sottolinearne alcune: · La dimensione maschile e femminile dello stesso carisma e missione, vissuti nella santità di vita da due orizzonti diversi e convergenti nel cuore di Cristo. · La proposta forte della fraternità: il dono del fratello e della sorella come da Casa Madre 11/2011 · L’invito al rinnovamento e ristrutturazione degli istituti, con coraggio e umiltà. Francesco si preparò Come realizzeranno Francesco e Chiara questo mandato? «Francesco andrà per il mondo libero di rivivere la povertà e l’obbedienza del Figlio di Dio nella “vastità della sua clausura aperta”, testimone del vangelo con la parola e con l’opera. Chiara, invece, sarà lì a San Damiano, donna di fede e di povertà, rinchiusa in un silenzio senza fine, come Maria la madre del Signore; terreno vergine spalancato continuamente allo Spirito del Signore, perché Francesco e i suoi possano riparare compiutamente la Chiesa, con la loro esistenza povera e umile di servi dell’Altissimo e la testimonianza del suo silenzio di “donna del Vangelo” non sarà meno efficace di quella di Francesco» (Chiara Augusta Lainati, S. Chiara d’Assisi, Assisi, 1989, p. 57). Per noi oggi “riparare” e ricostruire” divengono due atteggiamenti fondamentali per realizzare il rinnovamento e la ristrutturazione auspicati dai nostri capitoli. Francesco “ripara” la Chiesa di san Damiano, partendo dal materiale che ha a disposizione e riscattando le rovine, che divengono di fatto le basi, il sostegno della novità che su di esse si appoggia: «Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono. La tua gente riedificherà le antiche rovine, ricostruirai le fondamenta di epoche lontane. Ti chiameranno riparatore di brecce, restauratore di case in rovina per abitarvi» (Is 58, 1112). Il cambiamento passa non dalla ricerca del nuovo fine a se stesso, ma dalla capacità di “riparare/ricostruire” la nostra “casa comune” sulle fondamenta originali, con lo sguardo rivolto al futuro. «Francesco e Chiara: due esseri umani che si danno reciprocamente la gioia di vedere amato il Signore come ciascuno di loro lo vuole amare e che sono nati da un unico Spirito per attuare un unico programma: la sequela limpida e lineare del Vangelo, in una funzione complementare» (Lainati, p. 53). «Una è la vocazione francescana: rivivere Cristo. Ma c’è un solo modo per rivivere interamente il Cristo quaggiù, nel suo essere insieme totalmente per il Padre e totalmente per gli uomini: ed è essere, insieme, Francesco e Chiara» (ibidem, pp. 56-57). Attività della Direzione Generale a scoprire il Cristo povero e crocifisso nella chiesa di san Damiano. Le biografie riportano questo incontro che è posto al termine del cammino di conversione: «Era già del tutto mutato nel cuore e prossimo a divenirlo anche nel corpo, quando, un giorno, passò accanto alla chiesa di San Damiano, quasi in rovina e abbandonata da tutti. Condotto dallo Spirito, entra a pregare, si prostra supplice e devoto davanti al Crocifisso e, toccato in modo straordinario dalla grazia divina, si ritrova totalmente cambiato. Mentre egli è così profondamente commosso, all’improvviso l’immagine di Cristo crocifisso dal dipinto gli parla, movendo le labbra. “Francesco, – gli dice chiamandolo per nome – va’, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina”» (Fonti Francescane, 593-594). Una lettera con più capitoli Due sono gli obiettivi di questa lettera insieme: 1. Offrire una riflessione congiunta, articolata in più parti, che ci accompagni per tutto il 2012 2. Esprimere il legame tra i protettori e le tematiche proposteci dai nostri Capitoli generali Per raggiungere questi obiettivi, la composizione delle diverse parti della lettera è affidata di volta in volta ai membri delle due Direzioni Generali, seguendo questo schema: 09 Novembre 2011: · Introduzione e motivazione per la scelta dei due protettori annuali. da Casa Madre 11/2011 19 P. Stefano e Sr. Simona. 16 Febbraio 2012 – Festa del Fondatore: · Carisma e Vita Consacrata. P. Ugo e Sr Jacinta. 20 Giugno 2012 – Festa della Consolata: · Missione. P. Salvador e Sr Natalina. 12 Agosto 2012 - S. Chiara: · Formazione. P. Pendawazima e Sr Cecilia 04 Ottobre 2012 - S. Francesco: · Povertà – Ecologia – Essenzialità – Condivisione. P. Marco e Sr Carmelita. Attività della Direzione Generale Per continuare il cammino 20 L’incontro col Cristo ha trasformato la vita di Francesco e di Chiara, rendendoli fratello e sorella di misericordia, nella rinuncia ad ogni potere, ad ogni pretesa, ad ogni dominio e ad ogni possesso. Chiara e Francesco diventano “un’altra persona”: la loro lunga ricerca li porta a scegliere Dio, unica ricchezza, in uno stile di vita povero e semplice. «Siamo pochi e non abbiamo prestigio. Che cosa possiamo fare per consolidare le colonne della Chiesa? Contro i Saraceni non possiamo lottare perché non possediamo armi. E poi, che cosa si ottiene combattendo? Non possiamo lottare contro gli eretici, perché ci mancano argomenti dialettici e preparazione intellettuale. Noi possiamo offrire solo le armi dei piccoli, cioè: amore, povertà, pace. Che cosa possiamo mettere a servizio della Chiesa? Solo questo: vivere alla lettera il Vangelo del Signore». (S. Francesco, citato in Ignacio Larrañaga, Nostro Fratello di Assisi, Padova 1986, p. 158) Francesco e Chiara ci siano di stimolo e incoraggiamento nel cammino missionario che, oggi come allora, ci chiede di vivere con da Casa Madre 11/2011 gioia e semplicità il Vangelo del Signore. In comunione, Roma, 09 Novembre 2011 Festa della Dedicazione Lateranense della Basilica P. Stefano Camerlengo, IMC Sr Simona Brambilla, MC Novembre 2011 P. Michelangelo Piovano, IMC UNA “MAGNIFICA” NOTIZIA PER L’ISTITUTO Oggi, abbiamo ricevuto la bella notizia che il nostro padre Alberto Trevisiol, dottore in Storia della Chiesa e professore Universitario, è stato nominato Rettore Magnifico della Pontificia Università Urbaniana di Roma, dove da diversi anni insegna. La notizia era già nell’aria, ma solo in queste ultime ore, ha avuto la sua conferma ufficiale. Questa nomina è un atto di stima per il nostro confratello e anche una grande soddisfazione per il nostro Istituto. Al padre Alberto la nostra collaborazione ed il nostro sostegno fraterno, affinché possa svolgere questo suo servizio “bene”, secondo lo spirito del nostro Fondatore, il Beato Giuseppe Allamano. Casa Generalizia DIARIO DELLA CASA GENERALIZIA Roma 09.11.2011 Padre Stefano Camerlengo, Padre Generale 21 da Casa Madre 11/2011 1° Novembre: nel celebrazione di Tutti i Santi e nel ricordo dei nostri defunti ci rechiamo comunitariamente al Cimitero del Verano per la recita del S. Rosario presso la nostra tomba. In questo giorno ricordiamo e celebriamo anche il 60° di professione di P. Ernesto Tomei. Lo ringraziamo per il suo grande esempio di fedeltà e servizio all’Istituto per tanti anni. 4 Novembre: la comunità si riunisce al completo per preparare il progetto Comunitario di Vita e la programmazione comunitaria. Ci si confronta con le indicazioni del XII Capitolo Generale e della Direzione indicate nella lettera “Passiamo all’altra riva”. Prima in gruppi e poi in assemblea vengono esaminate le varie dimensioni della nostra vita comunitaria ed indicate le linee di programmazione. Casa Generalizia 8 Novembre: durante il pranzo il Superiore generale ci comunica una bella notizia: padre Alberto Trevisiol è stato nominato Rettore Magnifico dell’Università Urbaniana. Accogliamo la notizia con un bell’applauso e facciamo gli auguri al nostro confratello per l’incarico ricevuto. Un buon gelato addolcisce e completa questa gioia di famiglia. 22 10 Novembre: Inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Urbaniana. Durante la Messa, S.E. Mons. Fernando Filoni, Preffetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, comunica ufficialmente che il padre Trevisiol è il nuovo Rettore Magnifico dell’Università. Nell’ Auditorium Padre Trevisiol con un brillante discorso inaugurale presenta a tutti l’Università, la sua missione ed il servizio che compie per la chiesa missionaria. Alla fine di questa sessione inaugurale vengono premiati, con una medaglia d’oro, i migliori studenti dell’anno in base ai risultati ricevuti: siamo contenti nel sentire pronunciare il nome di Padre Josè Martin Serna che ha concluso il baccalaureato in Missiologia con ottimi risultati e per questo anche lui premiato. Oltre a lui anche una nostra consorella: Suor da Casa Madre 11/2011 12 Novembre: all’ora del pranzo in clima festivo uniamo vari momenti di saluto e ringraziamento: di padre Michelangelo Piovano che, dopo 6 anni come superiore della comunità, parte per una nuova destinazione, quella di Torino in Casa Madre. L’arrivo di padre Vedasto Kwajaba e l’inizio del suo servizio come superiore della Casa generalizia. Celebriamo anche il Compleanno di P. Cyrus Karuthi, la nomina di Padre Alberto Trevisiol come Rettore Magnifico dell’Urbaniana e la premiazione di P. Josè Martin Serna per i risultati ottenuti. Per l’occasione troviamo il refettorio preparato a festa, un ottimo pranzo, del buon vino, ma soprattutto la gioia dello stare assieme, dell’assumere nuovi servizi nell’Istituto e nella Chiesa e del costruire un po’ quella famiglia come la voleva il nostro Padre Fondatore. 23-25 novembre: il Vice-Superiore generale partecipa a Roma all’Assemblea dei Superiori generali (USG). Dal 26 novembre al 1° dicembre si reca in Polonia per visitare la comunità dove vi sono tre nostri confratelli. Domenica 27 novembre: iniziamo il tempo di Avvento. Momenti forti per la comunità in questo tempo liturgico saranno la Lectio Divina Settimanale ed un Ritiro predicato dal padre Innocenzo Gargano, monaco Camaldolese. Vita nelle Circoscrizioni Stefania Raspo, come miglior studente del Corso di teologia di Base. Ad entrambi i nostri auguri ed un certo orgoglio per tutti noi. La sera ci troviamo nuovamente come comunità per completare il progetto Comunitario di Vita. La notte prime partenze dei Consiglieri Generali: Padre Ugo Pozzoli per il Kenya dove predicherà gli Esercizi Spirituali ai missionari della Regione e Padre Marco Marini per l’Etiopia, Djubouti e poi anche lui il Kenya. 13 Novembre: il Superiore generale parte anche lui per il suo primo viaggio in Venezuela e Messico. Brasile 15 Novembre: ricordiamo i nostri defunti con la celebrazione eucaristica presieduta dal Vicesuperiore generale P. Dietrich Pendawazima. Partecipa anche tutta la comunità del Seminario teologico di Bravetta. In essa vengono ricordati in modo particolare i nostri confratelli defunti di questo ultimo anno. Dopo la Messa ci troviamo assieme per la cena ed un momento di condivisione fraterna. 23 da Casa Madre 11/2011 Italia Vita nelle Circoscrizioni 24 LETTERA DEL SUPERIORE P. Sandro Carminati, IMC Si chiude questo mese di ottobre, il mese missionario. Durante questo mese la chiesa intera ha pregato e riflettuto soprattutto sulla sua identità: la missione, sicura, come ci ha ricordato il Papa nel suo messaggio per al GMM ’11, che “l’incessante annuncio del Vangelo vivifica anche la Chiesa, il suo fervore, il suo spirito apostolico, rinnova i suoi metodi pastorali perché siano sempre più appropriati alle nuove situazioni, anche quelle che richiedono una nuova evangelizzazione”. Come missionari e come chiesa ci sentiamo sempre interpellati in prima persona a rispondere al mandato di Gesù: annunziare incessantemente e ovunque il Vangelo con la vita e la testimonianza. comunità e, come conseguenza, scegliere alcune linee di azione comune per animare e far crescere le comunità locali nella vita spirituale e nell’impegno missionario. Siamo invitati a vivere questo tempo di post-capitolo in forma più attiva lasciandoci coinvolgere dalla Parola di Dio che ci invita alla coerenza con la nostra consacrazione religiosa e missionaria. A- Trascorsi questi mesi: celebrazione del capitolo, l’estate, l’elezione della nuova Direzione regionale e altri avvenimenti di famiglia già menzionati nella comunicazione precedente, n. 35, siamo entrati nella normalità del nostro camminare regionale. Nella casa di Bedizzole, il 24 ottobre scorso, si è radunato il Consiglio regionale per eleggere il Vice Superiore regionale, il p. Michelangelo Piovano. Durante la preghiera del vespro, alla presenza dei superiori locali delle nostre comunità, il Vice superiore regionale, prima di assumere il servizio della Direzione regionale, ha emesso la sua professione di fede, mentre i Consiglieri: pp. Carlo Biella e Giovanni Treglia, il giuramento nella forma prevista dalle nostre Costituzioni. Il Superiore regionale aveva emesso la sua professione di fede il 3 ottobre scorso durante la preghiera dei vespri in Casa Madre. Il p. Msumange Godfrey farà il giuramento nel prossimo incontro del Consiglio, a fine novembre, al rientro dalle sue vacanze in Tanzania. Così la nostra Direzione regionale sarà al completo per svolgere il suo servizio alla Regione per i prossimi tre anni. C- Gli Atti del XII Capitolo, che sono stati inviati a tutti i missionari, poggiano su due grossi messaggi: il primo fa urgenza a tutto l’Istituto perché entri con più energia ed entusiasmo in un atteggiamento di “conversione”, migliorando la “qualità” della vita spirituale e ravvivando le motivazioni vocazionali; il secondo impegno è ribadire per tutti che la finalità-carisma della nostra famiglia religiosa e missionaria è per i “non cristiani”, dovunque essi si trovino. Luogo privilegiato per unire in sinergia gli sforzi e perseguire il rinnovamento spirituale auspicato dal Capitolo, è la “comunità locale” animata dal proprio superiore. Per cui, la riflessione e i suggerimenti lasciati ai superiori locali vanno in questa linea: animare la propria comunità all’impegno di conversione personale e comunitaria passando attraverso una presa di coscienza più matura e coerente dei nostri impegni di consacrati a Dio per la missione; il “prima santi e poi missionari” dell’Allamano. Ogni comunità locale è invitata a riunirsi, a riflettere, a programmare con il chiaro proposito non solo di “fare delle cose e farle insieme” ma domandarsi “perché” farle e farle insieme. Sarà a partire da questa riflessione e presa di coscienza rinnovata che le nostre motivazioni di fede e vocazionali diventeranno il motore trainante della nostra vita personale e comunitaria verso una qualità di vita comunitaria più in sintonia con i valori del Vangelo e le necessità della missione. B- L’incontro dei superiori locali a Bedizzole, dalla sera del 24 ottobre fino al 27 a pranzo, aveva la finalità di lasciarci illuminare dal XII Capitolo, avvicinarci al testo degli Atti, fare una radiografia della regione e delle singole Alla fine dell’incontro è stata raccolta una “pioggia di idee” in vista della preparazione alla prossima Conferenza regionale, prevista durante il mese di maggio del prossimo anno. Il prossimo consiglio di fine novembre metterà da Casa Madre 11/2011 D- Concluso l’incontro con i superiori, il Consiglio regionale ha continuato i suoi lavori di riflessione e pianificazione. Una Direzione nuova, con membri nuovi, ha bisogno all’inizio di un tempo per comprendere la nostra complessa realtà regionale: le persone, le case, le opere, l’economia, l’organizzazione. A tutti questi temi si è dato un tempo per analizzare e cercare di capire. Sono poi state prese in considerazioni alcune destinazioni necessarie sia per rispondere a situazioni nuove che sono intervenute, come per una migliore presenza sul territorio: - Si è ritenuto opportuno che il nuovo Vice superiore, il p. Michelangelo Piovano, fosse anche il superiore di Casa Madre per coordinare le attività di questa complessa comunità e poter seguire, insieme al Superiore regionale, la vicina comunità di Alpignano. A p. Mura Vincenzo, che ringraziamo per il servizio attento reso in Casa Madre in questi tre anni, e la disponibilità al cambio. G- Da diverse parti si sente la necessità di dare inizio a una ristrutturazione delle attività e delle strutture della regione che tenga conto delle nostre forze e finalità. Il Consiglio, accogliendo i suggerimenti, si è già orientato verso la composizione di una o più commissioni ad hoc. Per quanto riguarda invece la preparazione della Conferenza regionale, nel Consiglio di fine novembre verranno scelti i temi da prendere in considerazione, la metodologia da adottare, con relativi nomi di confratelli che saranno coinvolti nel coordinare la riflessione e la preparazione stessa. Oggi, 31 ottobre, ricorre l’81° anniversario della morte della Venerabile Suor Irene Stefani. Mentre ci auguriamo che la commissione di esperti dia il suo parere favorevole al miracolo dell’acqua attribuito alla sua intercessione, vogliamo pregare perché lo spirito di santità e lo zelo per le anime di Suor Irene, diventi per ciascuno di noi modello e incitamento per la nostra perseveranza nel bene. In unione di preghiera. - Con la malattia del p. Antonino Accoto, si è resa necessaria la presenza di un altro confratello a Martina Franca per collaborare con le attività della casa e gli impegni con la parrocchia di San Francesco. Si è chiesto al p. D’Acquarica Francesco di lasciare Rivoli e di ritornare al sud, a Martina Franca, per assumere questo servizio, appena possibile. A Rivoli lo sostituirà il p. Mura Vincenzo in qualità di superiore economo. Vita nelle Circoscrizioni in atto la modalità della preparazione alla conferenza e lo farà conoscere a tutta la regione. - Domenica 23 ottobre si è chiusa definitivamente la casa e la comunità di San Valentino. I padri Athos Antoniani e Fernando Paladini sono stati trasferiti in Casa Madre, mentre il p. Tommaso Sottocorna è stato destinato alla comunità di Cavi di Lavagna. Italia - Ultimamente è stato destinato alla nostra regione il p. Peter Njoroge, keniano, proveniente dalla Corea; a lui è stato chiesto di unirsi alla comunità di Bevera per collaborare con le molte attività della casa. - Infine, alla comunità di Milano è stato destinato il p. Vincenzo Salemi; raggiungerà la nuova sede appena sarà libero dai suoi precedenti impegni in Casa Madre. 25 da Casa Madre 11/2011 Portogallo Vita nelle Circoscrizioni Consolata vai viver Ano Allamaniano Lucília Oliveira O padre António Fernandes decretou o Ano Allamaniano, a ser lançado na peregrinação da Consolata, de 2012 e com duração até à peregrinação de 2013, em Fevereiro. O superior provincial quer 12 meses dedicados a «reflectir sobre a nossa [da Consolata] vocação na Igreja». O missionário português quer «provocar grupos e paróquias» nesta vivência vocacional. Até Fevereiro de 2012, abertura do Ano Allamaniano, dois grupos da Família Missionária da Consolata, vão coordenar a publicação de dois livros. Os Solidários Missionários da Consolata vão reunir os contributos dos diversos grupos para a publicação «(H)ora com Allamano», uma iniciativa que visa congregar todos a rezar uma hora, às terças, com o Pai fundador do Instituto Missionário da Consolata. O Grupo de Reflexão Allamano vai coordenar uma publicação com 12 temas, um para cada mês desse ano dedicado ao fundador, mais vocacionados para a reflexão, ligados à espiritualidade missionária. 26 da Casa Madre 11/2011 António Fernandes expressou a sua vontade de as comunidades de Águas Santas, Fátima e Cacém oferecerem, de três em três meses, um fim-de-semana de formação sobre um tema da pedagogia Allamaniana. O objectivo é «oferecer às pessoas a possibilidade de se encontrarem com Allamano», salientou o sacerdote. A rematar este ano, o superior espera que seja concluído com um festival de Canção Allamaniana, em 2013, dando oportunidade de aparecerem novidades no campo da poesia e da música, entre outras. António Fernandes, IMC Estimados Amigos, Espero que ao receberem esta comunicação da parte do conselho regional se encontrem de bem. Queremos, como manifestámos anteriormente, partilhar aspectos que reflectimos na nossa reunião e ao mesmo tempo dar-vos a conhecer algumas decisões que foram tomadas. A reunião do Conselho Regional durou dois dias (2526.10.2011) e teve duas partes distintas. O primeiro dia foi realizado como conselho regional e podemos afirmar que foi o primeiro em que verdadeiramente reflectimos sobre a nossa vida e das nossas comunidades. Na visita realizada, por mim, tive a oportunidade de conversar com todos e, ao mesmo tempo, aproximar-me da realidade e vida dos missionários. Quero agradecer a todos pela disponibilidade, abertura e amizade com que me receberam e permitiram aproximar-me de cada um, muitas vezes possibilitando entrar em aspectos sagrados que vive cada pessoa. Partilho convosco algumas impressões, fruto dos diálogos pessoais, que podem ter o perigo de ser muito limitadas. Alguns pontos que saliento: * A construção do projecto missionário continua sendo um grande desafio. Poderemos continuar a construir a nossa missão de uma forma desarticulada e individual? * É urgente criar mais dialogo e interligação entre os diferentes sectores da nossa missão, para que a nossa vida comunitária não se resuma ao mínimo (horários e orações) e possamos potenciar verdadeiramente o espirito de comunhão e de corpo que deve ser a marca de viver e construir a nossa missão como religiosos. Acreditamos que é importante ir reorganizando a nossa vida e actividades, tendo presente, como prioridades, aspectos e sectores importantes da nossa vida missionária, para que possamos desde já preparar a próxima conferência regional a ser realizada em Abril de 2012. Julgamos importante dar importância e implementar uma maior reflexão nos campos: vocacional, formação missionária, comunicação e economia. Articulando reflexões, propondo caminhos e propostas concretas de acção nos diversos sectores para o próximo ano. Portogallo * Existe muita vida e actividade nas nossas comunidades. As estruturas que temos, as actividades que realizamos, as pessoas que encontramos e nos acompanham nas diversas actividades são uma riqueza e uma potencialidade a ser cada vez mais enriquecida. de uma maior reflexão ao interno do Instituto sobre temas que nos dizem respeito e que tocam a nossa vida (espiritualidade, seguimento de Jesus, espirito de família, etc...) Vita nelle Circoscrizioni Comunicado do Conselho Regional * Senti na grande maioria a vontade de caminhar e contribuir com a própria vida para o enriquecimento da região, mas também ouvi um apelo constante para que se estabeleça nas comunidades e na região um clima de maior comunicação. * Muitas vezes senti da parte de todos a necessidade de apostar mais na pastoral vocacional e na criação 27 da Casa Madre 11/2011 Amazzonia Vita nelle Circoscrizioni “RORAIMA – ENTRE PROFECIA E MARTÍRIO” P. Jaime Patias, IMC A diocese de Roraima lançará em português o livro “Roraima - entre profecia e martírio”, do bispo emérito de Roraima, dom Aldo Mongiano. O livro é o relato da história de dom Aldo como missionário durante o período em que esteve como bispo prelado e, posteriormente, bispo diocesano. “Não pretendo fazer a história de Roraima, mas colaborar com quem a escreverá. Escrevi o livro porque sinto certo dever de fazer isso, as não pretendo fazer nem historiografia nem autobiografia. Nossa realidade missionária foi tão original que alguém de longe poderia achá-la estranha ou errada. Neste meu escrito, há só o que eu vi, fiz, falei”, diz o trecho da introdução do livro escrita por dom Aldo Mongiano. Segundo o bispo de Roraima, dom Roque Palosqui, o livro conta as lembranças do bispo emérito de 1975 a 1996. “O livro não é um fruto de uma pesquisa histórica, mas um relato apaixonado de um homem que viveu a alegria de seu sim missionário plenamente nas palavras da Constituição Pastoral Gaudium et Spes ‘as alegrias e as esperanças, as tristezas e as angústias dos homens de hoje, sobretudo dos pobres e de todos aqueles que sofrem, são também as alegrias e as esperanças, as tristezas e as angústias dos discípulos de Cristo; e não há realidade alguma verdadeiramente humana que não encontre eco no seu coração” (GS 1). 28 da Casa Madre 11/2011 Dom Roque afirmou ainda que durante vários anos esteve ao lado de dom Aldo participando direta e indiretamente dos muitos acontecimentos relatados no livro. “Digo que as memórias daquele que um dia ousou viver a opção preferencial pelos pobres, defendendo de maneira intransigente e incansável os direitos dos povos indígenas de Roraima são o retrato fiel do que aconteceu”, disse. Kyangoma C. Wambua, IMC El día 21 de Octubre de 2011, la comunidad de CAFTI (Comunidad Apostólica Formativa Teológica Internacional) Bogotá, fue cubierta con loa en el aire por la celebración maravillosa que se realizó como fue la Institución de los Ministerios de Acolitado y Lectorado de algunos de nuestros formandos, al igual que la bienvenida del nuevo rector y despedida del saliente. esta comunidad con todo el Instituto Misiones Consolata, con todos los ancestros de este Instituto, la Iglesia universal, y con lo Divino. También recordamos la familia de Padre Armando Olaya y hermano Alfred Ogwago Aseto, quienes están de luto por la pascua de sus seres queridos: Álvaro Olaya y Edwin Ogwago. Además de los miembros de la CAFTI, se contó con la presencia de la comunidad parroquial, Nuestra Señora de la Consolata (El Vergel), representada por su párroco, el Padre Ricardo Bocanegra, y, nuestros hermanos de la comunidad local formativa filosófica bajo el servicio del diácono Gabriel Armando como el líder en ausencia del rector, Padre Juan Pablo de los Ríos por razón de un retiro espiritual, también se hicieron presentes las hermanas Misioneras de la Consolata bajo el apreciable liderazgo de la madre Regional, sor Judith Kikoti mc y otras hermanas; quienes estuvieron presentes en esta estupenda jornada. En sintonía con nuestras misiones fronterizas, contamos con la presencia del teólogo Efraín María Ocaño, quien tomó la parte principal de animar toda la celebración por medio de la música con la ayuda generosa de Janet y Ricardo, jóvenes, y músicos de nuestra Parroquia. Todos estos acontecimientos fueron manifestados y celebrados en torno a la Eucaristía presidida por el Padre Joaquín Pinzón, el cual confirió a nuestros formandos los ministerios transitorios del Lectorado y Acolitado, los cuales son momentos significativos en el camino de preparación a la misión, desde el servicio y la entrega. Los siete Acólitos son: Juan Gabriel Acosta, Adrian Hurtado de Jesús, Otieno Paul Onyango, Madeje paulino Joseph, Mungai Patrick Irungu, Ssimbwa Lawrence y Kyangoma C. Wambua, fueron instituidos siervidores en la comunidad eclesial a llevar la mesa del Señor al pueblo y a la vez llevar el pueblo a la mesa divina. Los nuevos acólitos Además, Macharia Nicholus Muturi, Bení Nzung’aloets Kapala, Gilberto de la Silva, Mwangi Joseph Kariuki y Komote Stephen Adung’o fueron instituidos Lectores los cuales están llamados a contemplar y testimoniar la Palabra. Bogotà La celebración estuvo marcada por acontecimientos significativos para nuestra comunidad y para la Iglesia universal: en primer lugar nos unimos a celebrar la vida entre hermanos, hermanas y amigos. En segundo lugar la Institución de los Ministerios del Lectorado y Acolitado de nuestros hermanos, se recordó también la memoria de la pascua de Beata Madre Laura Montoya, al igual que la despedida al saliente formador, Padre Joaquín Pinzón, y la toma de posesión del nuevo superior local, y a la vez el rector del seminario Teológico de la Consolata en Bogotá, padre Lisandro Rivas. Vita nelle Comunità CAFTI Todo fue alimentado con alabanza, cortesía, agradecimientos y ofreciendo sacrificios y libaciones por una unión concreta entre los de 29 da Casa Madre 11/2011 Bogotà Vita nelle Comunità Grupo de nuevos lectores Apremia mencionar la recepción dada a todos por doña Silvia, doña Berta y doña Mariluz (las cocineras), en el comedor donde todos fueron saciados con los bienes, frutos de la tierra y sudor de los hombres y mujeres. El ambiente estubo lleno con los brindis de vino, gritos de loa, canciones de alabanza y luces de cámaras tomando fotos para marcar este día tan maravillo. La clausura llegó por el partir y compartir la torta la cual marco oficialmente el comienzo del servicio misionero en esta misión por el padre, hermano mayor, acompañante, amigo y servidor Lisandro con gritos de alabanza al Todopoderoso por sus maravillas acontecidos entre nosotros. 30 da Casa Madre 11/2011 P. Francesco Giuliani, IMC Il governo di Asmara sta deliberatamente omettendo di comunicare la gravità della crisi umanitaria nella regione di Dankalia, piegata da mesi di siccità e carestia: è la denuncia formulata dall’Organizzazione democratica Red Afar (Rsado) di opposizione al governo di Isaias Afewerki. Gli attivisti denunciano inoltre la deviazione, da parte delle autorità, degli aiuti internazionali destinati alla comunità Afar, costretta ad emigrare dalle zona in cui tradizionalmente pascolano le greggi, in seguito all’eruzione di un vulcano nel sud del paese, risalente al giugno scorso. “Non un aiuto o una coperta sono stati distribuiti” ha denunciato in un’intervista al ‘Sudan Tribune’ Yasin Mohammed Abdela, portavoce della Rsado, secondo cui le comunità di pastori “sono state evacuate dall’area in cui si è diffusa una nube di cenere e gas, per poi essere abbandonate nelle radure e foreste”. Vita nelle Comunità COMUNITA’ AFAR IN PERICOLO La severa malnutrizione e le malattie che cominciano a diffondersi nei campi profughi, sorti spontaneamente dopo l’evacuazione, stanno gravemente minacciando la vita di donne e bambini che costituiscono la maggioranza degli sfollati. Djiboutii La Rasdo denuncia l’atteggiamento del governo di Asmara come parte di una più ampia e brutale “pulizia etnica” in atto contro le minoranze etniche del paese, la cui stampa è fortemente controllata dalle autorità. 31 da Casa Madre 11/2011 Bravetta 15 STUDENTI rinnovano la professione Peter Lengurnet, IMC ‘Signore, è bello per tutti noi essere qui..’ Mt. 17, 4-5. La comunità internazionale dei teologi IMC di Bravetta si è ritrovata unita il primo di Novembre 2011 nella casa delle suore Ancelle di Cristo Re, di via Montecucco, Roma, per un ritiro in preparazione alla rinnovazione della professione religiosa di 15 giovani studenti di teologia provenienti da diverse nazionalità: Congo, Kenya, Mozambico, Tanzania, Colombia e Venezuela. Vita nelle Comunità In questo giorno, in cui la chiesa celebra la solennità dei santi siamo stati invitati a pregare Dio affinché doni alla chiesa la gioia di celebrare i meriti e la gloria di tutti i santi e concedere a tutti l’abbondanza della sua misericordia. Nella parte introduttiva P. Sandro Carminati, Superiore Regionale, che ha orientato la riflessione ha relazionato due circostanze: il ritiro e il rinnovo dei voti, sottolineando il significato di ‘dedicarsi per il tempo’. Il brano del vangelo della trasfigurazione (Matteo 17: 1-9) ha illuminato la riflessione del giorno. La trasfigurazione mette in risalto la missione e la persona di Gesù. Gesù ha voluto scegliere 32 da Casa Madre 11/2011 tre discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni per accompagnarlo sul monte, per rivelare loro la sua personalità e la sua missione salvifica. La giornata si é conchiusa nel tardo pomeriggio con la celebrazione dell’eucaristia in cui Olivier Musinga, Leonard Manziga, Geoffrey Menya, Julian Andrés Salazar, Bienvenu Kasuba, Celestino Victor Mussomar, Bernard Obiero, Peter Lengumet, Thomas Mushi, Carlos José Salazar, Fabrice Bakebe, Danstan Mushobolozi, Charles Mwanga, Gregory Musyoka, Mapinduzi Simbeye hanno rinnovato il loro impegno di seguire i consigli evangelici nelle mani del Superiore regionale accompagnato dai padri Carlo Alessio Biella, superiore del Seminario Teologico Internazione, Giulio Crippa e Gaetano Mazzoleni. Durante l’omelia il Superiore, celebrante, ha posto l’accento sul fatto che il rinnovo dei voti è sempre caratterizzato dalla libertà e dalla consapevolezza. Che il Signore, la nostra madre Consolata e il Beato Giuseppe Allamano li accompagni e li protegga nel loro cammino di formazione umana, accademica e spirituale. Auguri! Thomas Mushi, IMC Un gruppo di studenti IMC di teologa rappresentanti la comunità di Bravetta ed amici hanno accompagnato, il 19 Ottobre 2011, il diacono Hycinth Faustin Mwallongo nella difesa della sua tesi come conclusione degli studi all’università Lateranense. La tesi per la licenza in Teologia Pastorale specializzazione in Teologia ed Educazione si è centrata sull’argomento “Education for Peace and Justice in Tanzania. In the Light of the Church in Africa in Service to Reconciliation, Justice and Peace” e si è fondamentata sulle insegnamento del Beato Giovanni Paolo II e il Servo di Dio Mwalimu Giulius Kambarage Nyerere primo presidente della Repubblica di Tanzania. tutti, con una leadership centralizzata nel popolo e non una leadership centralizzata nei gruppi. I valori e i principi basici segnalati nella dottrina sociale della Chiesa e i valori che provengono dalla tradizione culturale, quando hanno di mira il bene comune, sono strumenti di riconciliazione per cui non è possibile riconciliazione senza la giustizia e la pace. Il diacono Mwallongo è partito il 24 ottobre per il suo paese natale, il Tanzania, dove prossimamente sarà ordinato sacerdote e posteriormente raggiungerà la regione di Mozambico, sua definitiva destinazione. Che il Signore benedica il suo progetto di vita. “COMPLIMENTI E TANTI AUGURI, DIACONO MWALLONGO Bravetta Gli obiettivi della tesi non erano quelli di presentare una dissertazione sulla Educazione per la giustizia e la pace e neppure pretendere di insegnare alla Chiesa e nella Chiesa ma piuttosto quello di segnalare che la causa dell’ingiustizia e della violenza in Tanzania e nell’Africa orientale sia la mancanza o l’insufficiente formazione e informazione dei valori e dei diritti nella società per poter vivere in armonia.Come proposta della tesi si suggerisce di applicare un’educazione trasformativa, costruire la cultura e vivere un testimoniare giornaliero da dirigente che serve. Vita nelle Comunità IL DIACONO HYCINTH FAUSTIN MWALLONGO termina gli studi alla lateranense Nel corso della dissertazione sono stati esposti i concetti fondamentali dell’educazione integrale dell’autosufficienza (self reliance) proposti da Nyerere e gli obiettivi dell’Ujamaa basati sui principi di uguaglianza e rispetto per la dignità umana; condivisione delle risorse provenienti dagli sforzi comuni; lavoro per tutti e profitto per nessuno. Il dirigente è il Mtumishi, al servizio di 33 da Casa Madre 11/2011 Isiro Vita nelle Comunità 34 GAJEN - ISIRO NORD DEL CONGO joseph Il centro nutrizionale “GAJEN” vuol dire Groupe d’Appui aux Jeunes et aux Enfants Nécessiteaux (Gruppo d’appoggio a giovani e bambini bisognosi) fu aperto il 1° maggio 2000 e si sviluppò poco a poco. Oggi il coordinatore è fratel Domenico, nell’Istituto della Consolata dal 1964, missionario in Congo dal 1984. All’inizio la costruzione era piccola e i mezzi pochi, ma già nel corso del primo anno molte vite furono salvate; la voce della sua esistenza si diffuse per la città. Per far fronte al numero crescente di bambini presentati alle sue porte con richiesta di assistenza, presto si rivelò necessario trovare medicine da acquistare che fossero adatte per il dispensario, disporre di un mezzo di trasporto, costruire delle toilette, disporre di acqua potabile; crebbe anche il numero dei bambini di cui si sosteneva lo studio, offrendo loro il pagamento delle tasse scolari (in RD Congo il diritto universale allo studio è un’utopia). Nel 2002 venne realizzato un progetto di ampliamento: fu allargato il laboratorio per le analisi, aperto un osservatorio per i casi più gravi, la farmacia ricevette una sistemazione migliore, nacque la saponeria e fu costruito uno spazio all’aperto per la cucina. Il problema più grave restava però quello della mancanza di acqua potabile, per evitare i troppo diffusi vermi intestinali: ogni giorno le mamme dei bambini in cura dovevano camminare 6 km a piedi per andare a prenderla e portarla al Centro. L’impresa non fu semplice: uno scavo di 14 metri nella ghiaia e nelle pietre, ma il risultato continua oggi a ripagare quel lavoro. La continuità è una delle caratteristiche del Centro: il lavoro quotidiano è quello di seguire gli utenti, di non lasciarli soli, di insistere nell’importanza dei controlli, tentando una formazione su valori fondamentali ad una esistenza che sia vita e non sopravvivenza (l’igiene, la sanità, la nutrizione, lo studio, il lavoro). Il centro nutrizionale offre una da Casa Madre 11/2011 colazione e un pasto quotidiano ai bambini malnutriti, che in genere frequentano il centro dalle tre settimane ai due mesi. Si cerca di sfruttare gli alimenti più semplici da trovare in una città che non è raggiunta da strade: ciò che la terra offre a prezzi non spropositati (un esempio per dare un’idea del lievitare dei prezzi a causa del trasporto: un sacco di zucchero da 25kg, a Kinshasa costa $ 50, ad Isiro ne costa $ 130). Si cerca di variare l’offerta alimentare con la somministrazione di zuccheri, proteine, vitamine e fornendo i nutrimenti di cui i bambini sono più carenti sottoforma di cibi che essi riescano a mangiare. Quando i piccoli utenti del Centro vengono dimessi, per un certo tempo le mamme sono tenute ad accompagnarli ogni giovedì a GAJEN per il controllo del peso. Capita però non Nel corso del tempo si è provato ad offrire alle mamme alcune attività da svolgere durante la mattinata, perché possano trascorrere il tempo imparando qualcosa di utile: educazione culinaria e nutrizionale, nozioni di agricoltura, laboratorio di cucito; Il contributo richiesto alle mamme per farle sentire parte del lavoro fatto per i propri figli consiste nell’aiuto alla preparazione del cibo, che può in alcuni casi permettere loro di acquisire piccole nozioni culinarie e nutrizionali che non conoscono; di tanto in tanto qualcuna contribuisce alle spese portando 4 o 5 pomodorini, o una testa d’aglio: inizialmente si era provato a domandare loro un pezzo di legna ciascuna, ma ci si è presto accorti che era chiedere troppo. I risultati del centro nutrizionale sono abbastanza buoni. Purtroppo il tempo di riflettere su teorie che, se messe in pratica, potrebbero migliorare il Centro non c’è: quando ci si ritrova quotidianamente di fronte ad uno o più nuovi casi che urlano aiuto per la sopravvivenza, si fa tutto il possibile per arrivare in tempo con gli aiuti indispensabili e tutto il resto viene lasciato (giustamente) indietro. A GAJEN si riscontrano spesso anche casi di AIDS: se dopo 3 settimane di cure e assistenza non si riscontrano miglioramenti, il bambino viene sottoposto ad esami speciali, che possono aiutare a scoprire epatite, AIDS, malaria cronica… In tali casi i bambini vengono trasferiti all’ospedale generale dove, come in tutti gli ospedali locali, viene offerti solo un letto malandato: i servizi “igienici” sono inavvicinabili e niente cibo, le cure sono a pagamento. I casi di AIDS vengono trasferiti alla cellula del PNMLS (Programma Nazionale Multisettoriale di Lotta contro l’AIDS), ma continuano ad essere nutriti dal GAJEN. Rimane palese un problema, viste le situazioni di rinuncia alle cure o al controllo del peso del giovedì, vista la povertà che impedisce di comprare cibo a sufficienza per tutta la famiglia: come fare, una volta che i bambini saranno rimessi in forze, perché continuino ad essere nutriti adeguatamente anche a casa? Vita nelle Comunità raramente che alcune mamme non ritornino; ma capita anche che alcune smettano di condurre i bambini al Centro prima che essi si siano rimessi in salute. Le cause sono varie: alcune vivono lontano, tutte devono lasciare a casa altri figli da seguire; molte sono analfabete, non hanno studiato e non conoscono l’importanza di una nutrizione ben condotta. Isiro 35 da Casa Madre 11/2011 Kinshasa NOVEDADES EN RDC P. Ramon Làzaro Esnaola, IMC El anuncio reciente de Obama del envío de 100 marines para la formación de militares ugandeses, congoleños, centroafricanos y sursudaneses con el objetivo de acabar con la LRA y sobretodo con su jefe de filas, Joseph Kony, que tiene una orden de arresto internacional emitida por la CPI (Corte Penal Internacional) ha levantado algunas suspicacias. Vita nelle Comunità Es curioso que este anuncio se haga en vísperas de las elecciones congoleñas y cerca de las elecciones sursudanesas. ¿Es una forma de avisar que “no queremos problemas con las elecciones”? Los comentarios en Kinshasa van en este sentido. El hecho de que el gobierno de Kabila se haya felicitado por este anuncio lo hace todavía más sospechoso. A ello se añade el descubrimiento de yacimientos de petróleo en el lago Alberto, en la frontera entre Uganda y la RDC. ¿Es también una forma de mantener tranquila una zona de interés geoestratégico para los EEUU? ¿Quiere EEUU recuperar una influencia que estaba perdiendo peso con la entrada de China en los negocios congoleños? Todas estas preguntas no tienen todavía respuesta pero habrá que estar atentos a la 36 da Casa Madre 11/2011 evolución de este anuncio. Es cierto que la LRA está causando muchísimo sufrimiento, muerte y pobreza en esta región de la tierra. Es cierto también que ya hace más de 20 años que estamos con esta guerrilla. Ojalá sirva para la pacificación de la gente sencilla y no sólo sirva para intereses nacionales. P. Remo Villa, IMC Makambako A 232 Km da Makambako, in direzione ovest sulla strada statale A104 che da Dar es Salaam porta in Zambia, arrivando al paese di Mahenje, poco prima della cittadina di Vwawa che e’ il capoluogo della Provincia di Mbozi, con un po’ di fortuna puoi trovare la deviazione – sulla sinistra – che ti porta al sito dove si trova un meteorite alquanto grande, della lunghezza di più di tre metri. E’ considerato tra i sei meteoriti più grandi. Lasciato l’asfalto, percorri circa 11 km circa di strada bianca ed il sito lo trovi sulla tua sinistra. Nonostante la sua importanza, sembra che le autorità competenti non facciano gran che per pubblicizzare il sito. Infatti, se sei proprio intenzionato di vederlo, devi continuamente chiedere informazioni alle persone che incontri lungo gli ultimi kilometri di strada bianca con il risultato che, se non hai gli occhi ben svelti nel riconoscere una piccola asse su un albero posta come ultima indicazione per arrivare al sito, ti puoi trovare in qualche paese della zona senza sapere il da farsi o dove andare. Dalle spiegazioni offerte sul posto, risulta che il meteorite e’ stato scoperto dai bianchi solo negli anni trenta del secolo scorso. Si dice che un geologo tedesco volendo staccarne un pezzo per farlo analizzare in Germania, abbia usato più di dieci ore per staccarlo. Precedentemente era conosciuto solamente dai locali ed il sito era tenuto gelosamente segreto, convinti che se i bianchi l’avessero scoperto, avrebbero portato via anche questa grossa “pietra” molto dura che rimbomba da un lato all’altro swe la tocchi con qualcosa di metallico. Per gli abitanti del posto fu da sempre considerato un oggetto del tutto particolare, con proprietà magiche ed il sito dove si trova il meteorite fu ed e’ considerato un luogo senz’altro adatto per le preghiere tradizionali e per i sacrifici. Si dice che questa attività continui fino ad oggi. Facilmente questo e’ uno dei motivi per cui ancora oggi il meteorite e’ quasi integro nelle sue parti. Vita nelle Comunità IL METEORITE DI MBOZI 37 da Casa Madre 11/2011 Camarà Vita nelle Comunità 38 LA VITA A CAMARÀ fratel Francesco Bruno-Cico, IMC Sono stato due volte in giro, sia nella missione, sia nei villaggi, e la pioggia ci ha sempre accompagnato e alle volte preceduto. All’andata, una volta, abbiamo dovuto aspettare una notte intera, affinché le acque del torrente in piena scendessero di livello per poter passare. La strada, in molti tratti, è piena di melma sdrucciolevole e molti automezzi sono scivolati fuori; questo lo abbiamo capito dalle molte tracce, e un camioncino lo abbiamo visto scivolare fuori e tirato fuori noi, dico noi perché con me c’era anche l’autista. La riunione delle donne nel villaggio di Camarà, è stata rinviata a causa delle piogge torrenziali, e così abbiamo aggiustato alcuni banchi della cappella, per non perdere tempo e approfittare del viaggio e tempo libero. Il ritorno è stato tranquillo perché da tre giorni non pioveva. Durante il mese di ottobre ho pure lavorato per riparare il camioncino, sono andato a raccogliere un po’ di miele (quest’anno per causa della pioggia le api hanno prodotto pochissimo) e ho anche partecipato a riunioni e assemblee diocesane tra cui la preparazione della Campagna di Fraternità che tratta della sanità pubblica. Ieri e oggi, riunione diocesana dei missionari che lavorano con gli indigeni, 18-20 assemblea diocesana, il 10 inizio incontro delle donne indigene in un villaggio (Jawarizinho), il 15 inizio assemblea dei catechisti nel villaggio di Curapà, e il 25 (Camarà) inizio assemblea regionale dei capi villaggio e responsabili delle varie attività... Per causa della pioggia e della mia salute convalescente, non sono ancora riuscito a salire la montagna dove inizia l’acquedotto e a vedere le riparazioni fatte. Sono riuscito a fare la doccia qualche volta ma la pressione è ancora poca, forse perché molti abitanti lasciano i rubinetti aperti e poi non hanno ancora pulito i tubi nella parte piana che sono pieni di sabbia grossa... Anche ai tre laghi dove allevano pesci non posso andare col camioncino e a piedi non da Casa Madre 11/2011 me la sento, e nemmeno nel luogo dove hanno fatto il pozzo per il bestiame e per il guardiano delle mucche. Spero sempre nel bel tempo per fare qualche foto. P. Patrick Silva, IMC O Show Missionário teve a presença dos seminaristas do teológico dos Missionários da Consolata que também fez uma apresentação, que foi bastante aplaudida pelos que assistiram. Note-se ainda a presença de vários Missionários da Consolata, alguns que vieram prestigiar o Show Missionário e outros que acompanharam os “seus” jovens ao evento. Também as Missionárias da Consolata estiveram presentes em bom número, com destaque para a apresentação da Ir. Hortensia e da Andrea. Este ano o Show Missionário contou também com a presença do Pe. Domingos Forte, Missionário da Consolata, que trabalha no sertão bahiano que regressando de férias de Portugal, quis participar e tocou e cantou também para os presentes. A ecologia despertou várias reflexões entre os jovens, notando-se que todos sentem o tema como algo muito importante e urgente, basta que agora no dia a dia esta importância seja mantida. Sao Paolo A tarde não era convidativa, a chuva que vinha caindo nos dias anterior teimava em não parar, foi neste clima pouco convidativo que o Show Missionário 2011 aconteceu, apesar do clima externo não será muito “agradável” no interior do salão paroquial da Paróquia Santa Cruz (zona norte de São Paulo), o ambiente foi bem agradável. Um grupo de jovens provenientes de várias paróquias apresentaram músicas, danças, teatros e apresentações sobre o tema da Campanha Missionária deste ano, a saber, Missão na Ecologia. Vita nelle Comunità SHOW MISSIONÁRIO 2011 39 da Casa Madre 11/2011 Fatima Vita nelle Comunità 40 Fátima Pe. Gaspar, IMC Outubro é mais um mês do ano, porém tem duas características que o tornam especial. Continua a ser o mês do rosário, o que para nós deveria ser muito significativo. Estamos em Fátima, onde Maria Santíssima apareceu e, nas mãos, trazia o rosário e, certamente, não era só para no-lo mostrar mas sim para nos indicar o que temos que fazer com ele. Lembro o meu velho pai que passava uma grande parte do seu tempo com o rosário nas mãos e não era para o mostrar aos filhos ou aos netos. Os filhos estavam habituados a repetir todas as noites, orientados por ele, o mesmo gesto da “reza das contas”. Quando Maria, em Fátima, se mostra com o rosário nas mãos está a indicarnos ou a lembrarnos o que não deveríamos ter esquecido. O mecânico passar das contas pode – e deve – ser muito mais que um gesto. Além da meditação dos mistérios deve ser, também, um pedir confiante ao dono da messe que mande trabalhadores e isto, para nós, não é um dos tantos trabalhos que nos estão confiados, mas mais que isso, é algo de essencial para o nosso ser missionário. O mês de Outubro abre-nos as portas com a festa daquela que foi missionária, gastando a vida no pequeno espaço dos quatro muros do Carmelo. Parece uma contradição, mas não é. Uma vida breve mas intensa. Ela compreendeu que o enviado é realmente enviado quando tem consciência de que foi “feito” para estar com o Mestre e, estando com Ele, recebe o envio e ao viver o envio continua a estar com Ele e, ao mesmo tempo, tem consciência de que a sua acção é apostólica na medida em que conseguir trazer outros para estarem com o Mestre. Não era isto que o Fundador nos queria dizer ao afirmar “primeiro santos e depois missionários”? Notícias da casa de Fátima? Não tenho a intenção de apresentar um relatório completo, pois acabaria por se tornar cansativo e, depois… quem não sabe o que se passa na nossa casa? Assim, apresento alguns factos da Casa Madre 11/2011 que me parecem mais marcantes. No fim do mês de Setembro deixámos a capelania do Carmelo. Como as carmelitas têm os carmelitas ali mesmo ao lado, era mais que normal que eles assumissem esse trabalho. Para já, ficámos só com a responsabilidade das confissões, pois um dos nossos missionários é um dos dois confessores do Carmelo. Outro acontecimento marcante foi o facto do nosso novo superior provincial ter estado connosco uma semana para contactar com todos os missionários da casa e se inteirar dos problemas, das preocupações e aspirações de cada um e, assim, conhecer mais de perto a nossa realidade. Foi uma semana grande e rica. Ao Pe. António Fernandes, o nosso bem-haja! O coração do Pe. Carreira deu em tornar-se preguiçoso: Primeiro foi a operação, depois uma válvula, mas nem assim ele ficou contente e exigiu: Ou uma pilha ou nada! Assim, foi levado para Torres Novas e aí passou uns dias nos cuidados intensivos. A tempestade acalmou e então os médicos colocaram-lhe um pacemaker. Como o Pe, Carreira nunca soube fazer mais nada a não ser trabalhar, já recuperou o seu ritmo de trabalho, para nossa alegria e, também, satisfação sua. Agora esperamos que as pilhas não façam greve e o “forcem” a trabalhar ainda durante muitos anos. O Pe. Rossi, como tem a carcaça já bastante gasta e a precisar de revisões periódicas, voou até à Itália. Os médicos esperavam por ele e verificaram que tudo estava “normal”. Naturalmente aproveitou esta viagem para passar uma temporada com os seus. São as suas férias. Em Outubro – 13 – também relembramos a última aparição da Senhora mais brilhante que o sol, com a tradicional peregrinação. Era uma das grandes peregrinações. Este ano foi mais fraca, talvez pela crise que se faz sentir ou por outros factores: Foi mesmo a meio da semana e com o tempo invulgarmente quente. Falaram o Pe. Herculano Neves da Silva, o Pe. Norberto Louro e o Pe. António Fernandes, sobre a história do museu, a sua finalidade, o que oferece ao visitante, as dificuldades e perspectivas para o futuro. No mês de Outubro, o Pe. Eugénio esteve ausente quase todo o mês. No dia 24 de Setembro ecebe um telefonema dizendo que a mãe estava mal e no dia 25 lá vai ele. Com quase um século de vida não se pode perder tempo. Mas como ela é uma daquelas construções que estão sobre a rocha, recuperou e vai aguentando. Ele visita-a e aproveita para descansar um pouco: São as suas férias. Regressa a Fátima no dia 22 de Outubro para agarrar novamente as rédeas da comunidade. Certamente ao despedir-se da mãe ela, mais uma vez, lhe terá dito “fa’il bravo!”, na maneira que só as mães sabem dizer. O mês terminou com um minicurso sobre “Pedagogia Allamaniana” de 29/10 a 1/11. Foi, sem dúvida, uma boa maneira de terminar o mês missionário, olhando para aquele que viveu a missão com uma intensidade única e é, por isso, que justamente como missionários, lhe chamamos Pai e Mestre. Naturalmente, durante este mês, as nossas actividades missionárias foram mais intensas, tendo à frente o nosso Pe. Albino Brás. O que aqui fica dito não é tudo o que a nossa comunidade viveu. Há muito mais coisas que poderiam ser lembradas. Estas parecem-me as mais significativas. Para o próximo mês haverá mais e não diria quentinhas. Serão mais fresquinhas porque o tempo assim o dita. Vita nelle Comunità Ainda dia 13, por volta das 17h30 comemorámos os 20 anos de existência do museu de Arte Sacra e Etnologia (MASE), o nosso museu. Fatima 41 da Casa Madre 11/2011 Lisbõa Vita nelle Comunità 42 Casa Regional P. Jaime Marques, IMC O grande mês de Outubro passou num abrir e fechar de olhos. É grande pelas características que lhe são próprias, mês missionário e mês dedicado a nossa Senhora. Duas referências importantes na vida da Igreja. encontro conseguimos chegar a conclusões, que se forem postas em prática, hão-de dar ainda mais vida à nossa Zona. No mesmo dia recebemos a visita do Ir. Margato; passou uns dias connosco. 2 O Superior Provincial deve ausentar-se por 8 Desta vez é o P. Domingos Forte. Terminadas uns dez dias para satisfazer compromissos tomados anteriormente. Foi lá para os lados da América, por onde tinha andado enquanto Conselheiro Geral. Mas apesar disso não tirou o pensamento da Região Portuguesa, como resulta da comunicação permanente com os nossos problemas. 6 Aproveitámos o feriado nacional, Dia da República, para nos juntarmos no Cacém com os representante dos grupos da FMC Zona-Sul. A intenção era fazer a programação do novo ano pastoral. Em poucas horas de da Casa Madre 11/2011 as férias a fazer carinhosa companhia à sua mãe, está de regresso ao Brasil. 9 Começa a mudança dos Párocos desta Vigararia. O P. Ricardo, até agora Pároco de S. Eugénio, foi transferido para a Reitoria de S. Vicente de Fora. Naturalmente estivemos presentes na cerimónia. O P. Jaime e o P. Carlos foram Concelebrar e tomar parte no convívio. No mesmo dia teve lugar a tomada de posse do novo Pároco, P. Vasco, com o qual pretendíamos estabelecer boas relações logo de início e demonstrar a nossa disponibilidade. com os Párocos hoje tivemos a almoçar connosco o Pároco de Santa Maria dos Olivais. Era também um oportunidade para ele conhecer o nosso novo Superior Provincial. Como neste dia se celebra o 20º aniversário do Museu, logo após o almoço o Superior e o Administrador partiram para Fátima. No Patriarcado celebra-se a festa da Dedicação da Sé. Este ano acumulou com o encerramento dos festejos das Bodas de Ouro Sacerdotais, ampliamente celebradas em todas as Paróquias. A CIRP organizou-se e convidou todos os Institutos Religiosos a estar presentes. om muita pena não pudemos ir, por motivos diversos. 18 26 Primeiro encontro da Direcção Regional A nossa empregada, conhecida por Ti Maria, foi internada no hospital a fim de ser operada um joelho. Já se encontra na fase de recuperação, que se prevê bastante longa. Boas melhoras. 20 Recebemos a visita do P. Salgueiro, já no termo das suas férias. Ficou connosco um dia; brevemente regressará ao seu campo de trabalho, Moçambique. Voltou aqui, por uns dias, também o Ir. Margato. Este dia passará à história. Duas notícias sensacionais percorreram o mundo: o assassinato de Khedafi. O fim desumano de um homem que tão desumanamente tinha tratado a humanidade. A outra notícia foi a proveniente da ETA que decidiu terminar com as hostilidades. São eventos que não podem passar despercebidos e que convidam a reflectir sobre como vai o nosso mundo. 21 A convite do Superior Provincial recebemos a visita do Presidente da Caritas Portuguesa. Depois de um encontro de trabalho, no qual tomou parte também o P. Elísio, almoçaram com a comunidade. 22 27 P. Manolo, nosso Confrade espanhol, antes de partir para Roraima, desejou vir treinar-se na língua portuguesa. Vai passar connosco algum tempo. O Superior Provincial comunica à Região que o P. Fernando Carneiro virá fazer parte da comunidade da Casa Regional. Bem vindo!. Agora já se não poderá dizer que esta comunidade é a mais envelhecida da Região. A média etária passa a ser de cerca de 59 anos, o que já não é nada mau para os tempos que correm. Mas o mais importante é que isso venha a corresponder a um potenciamento da nossa actividade a partir desta comunidade. 29 Jornadas de “Pedagogia Allamaniana”. Três dias bem passados, em Fátima. Com muito gosto aderimos ao convite do GRA. Daqui foi o P. Jaime. A Celeste também foi, como representante das Mulheres Missionárias da Consolata. Parece que este estudo sobre o Allamano foi muito apreciado por todos os participantes. 23 DIA MUNDIAL DAS MISSÕES. Fizemos o que pudemos na nossa Paróquia. O Superior Provincial celebrou este dia no Cacém. Lisbõa Mais uma vez temos o prazer de encontrar o P. Alceu. Como de costume vem tratar dos seus problemas de saúde. Por aqui ficará apenas o tempo necessário. É que em Massinga espera-o a continuação da tradução da Bíblia, trabalho que lhe exige muito tempo e dedicação. com os Superiores e Ecónomos das diversas comunidades. Apesar do tempo fortemente invernal lá fomos. Foi um dia de trabalho muito interessante e esperamos que seja frutuoso para a Região. Vita nelle Comunità 13 No intuito de manter contactos frequentes 25 43 da Casa Madre 11/2011 Merrivale Merrivale News STD Samuel-Francis Onyango, IMC It was not the first time Fr James Mwigani was visiting IMC Merrivale community; he has visited the community a number of times as a confrere, as the administrator and as the vicedelegate superior. However, his latest visit was special in various ways. It was the first time he was visiting Merrivale in his capacity as the delegate superior. In addition, his visit saw the admission of two confreres (Jasper Kirimi and Didier Sunda) to the ministry of Lectorate and also the renewal of the vows of Peterson Mwangi and Obadia Paraboy. Vita nelle Comunità Other than that, Fr James also brought home Fr Jack Viscardi who has been away from the community for a period of nine months having gone to Italy for treatment following the accident that befell him early in the year. The twin celebration of the renewal of vows and the admission to the ministry of Lectorate was celebrated in Merrivale Chapel on Friday 10th November 2011, and witnessed by all community members. The celebration marked the culmination of a week-long period of preparation during which we not only prayed for the candidates but also used the moment to update ourselves with reflections and inspirations touching on family spirit, the evangelical counsels and other words of encouragement from the writings of our Blessed Founder Joseph Allamano. The soft-spoken Fr superior began the celebration with a quote from the book of Psalms 118:24: “This is the day that the Lord has made, let us rejoice and be glad in it.” Fr James reminded us that the renewal of vows is not solely for the candidates, but that it is also a moment for us to renew our commitment to the Lord. He noted that the renewal of vows has always been regarded as a canonical 44 da Casa Madre 11/2011 obligation for those in formation. However, he stressed the fact that every missionary should make it a duty and an obligation to renew his commitment to the Lord every day. He added that a missionary who does not renew his commitment to the Lord, sooner or later begins to expire. Applying modern technology to drive his point home, Fr James said that our lives as religious is like a PC which needs to be updated with an antivirus from time to time failure to which it becomes inefficient. In our case, the anti-virus that we need in order to remain updated and efficient, is a day to day renewal of our commitment to God. On the ministry of Lectorate, he reminded the candidates that they have been called to be proclaimers of God’s word. Taking the example of Mary’s visitation to Elizabeth, he said that the carriers of the word of God must bring joy to all those whom they are sent to and that their presence in people’s lives should bring change; that change however, is not possible unless it begins with those who carry the Gospel message. May God who has called us keep us true to his Word. Fr. Sandro Bonfanti, IMC Nell’ultimo fine settimana di Novembre si è svolto a Dar es Salaam il “Festival Italiano” per ricordare i 150 anni dell’unita’ d’Italia e i 50 anni di indipendenza del Tanzania. Ora si trattava di riempire tutto questo spazio. Due amici: Agostino, un padre di famiglia, e Riziki, una studente universitaria e non cattolica, hanno dato materiale, tempo e lavoro, senza nessuna ricompensa, per realizzare questo spazio a nostra disposizione. La partecipazione a questo evento è stata sopra ad ogni aspettativa e anche il nostro è stato isitato da tutti quelli che entravano essendo vicino all’entrata della manifestazione. L’idea di partecipare a questo Festival Italiano è nata al Sabato sera quando la comunità Italiana si trovava nella nostra casa procura per la messa in lingua italiana. Parlando di questo evento si è fatto notare che i missionari, presenti in gran numero nella nazione, non si fanno mai notare e non si fanno vedere a manifestazioni di questo tipo. Si è pensato di presentare con una mappa la presenza di tutti i missionari Italiani e di tutte le congregazioni. Ci fu assegnato uno “stand” con una superficie di sei metri di lunghezza. Dar es Salaam Hanno partecipato molte ditte per mettere in mostra i loro prodotti, servizi, macchine o attrezzature. rano presenti vari enti e associazioni per fare mostra dell’aiuto che danno per il progresso della nzania e anche noi Missionari della Consolata. Vita nelle Comunità IL FESTIVAL ITALIANO A DAR ES SALAAM 45 da Casa Madre 11/2011 Kinshasa Vita nelle Comunità 46 « Soirée Mémorial » John Kioko Mwana’a Mwania, IMC Le souper du dimanche 16 octobre 2011 restera pour la communauté du Théologat Joseph Allamano une « soirée mémorial ». Cette communauté s’était rassemblée pour faire des gestes de remerciement et d’au revoir à son Recteur sortant et le nouveau Supérieur Majeur des Missionnaires de la Consolata en RDC, le Père Symphorien FUMWASENDJI Kapumba, imc. Ordonné prêtre des Missionnaires de la Consolata en 1999, le Père a été affecté dans la Région de la Tanzanie pour sa première mission. Il y a œuvré d’abord pendant trois mois dans la paroisse de Heka, après qu’il soit transféré au Séminaire Philosophique comme Vicerecteur(Econome) du Philosophât et Directeur de la Propédeutique. En octobre 2004, le Père est nommé formateur au Théologat Joseph Allamano, Ma Campagne-KinshasaRDC. Un an plus tard (en septembre 2005), le Père a été nommé Recteur du Théologat Joseph Allamano, pour remplacer le Recteur d’alors, le Père Tolfo. Parmi tant d’autres responsabilités dans la Région, dont celle d’être Conseiller Régional, le Père Sympho (comme on l’appelait souvent), a joué ce rôle du Recteur jusqu’à ce qu’il fût délégué pour représenter la Région de la RDC au XIIe Chapitre Général da Casa Madre 11/2011 des Missionnaires de la Consolata à Rome. De son retour du Chapitre, ce Capitulaire a été élu Supérieur Régional des Missionnaires de la Consolata en RDC. Pendant tout le moment que le Père Sympho était Recteur du Théologat Joseph Allamano, on l’appelait tantôt « le Papa », tantôt « Papa Kulutu) ». D’où l’expression « N’est pas papa qui veut », cela pour dire que « la tâche d’être Recteur n’est pas facile. Seules l’appellation et la bonne volonté ne suffisent pas ! Il faut beaucoup d’autres qualités dont celles d’humilité, d’objectivité et de maturité ». Lors de la célébration de cette « soirée mémorial », la communauté a reconnu beaucoup de bonnes qualités de leadership chez le Père Symphorien, dont celles d’humilité, d’objectivité, de maturité, de patience, de bonne humeur, d’être « lent à la colère », et nous en passons. Certes, ces qualités se montraient dans la manière dont le « Papa » gérait la communauté, et surtout pendant des moments difficiles. Dans des moments pareils, le Recteur sortant savait comment maîtriser la communauté et la mettre à l’aise. Le nouveau Supérieur Majeur est doué aussi d’un don d’écoute. Cela l’aide à créer des relations personnelles avec chaque membre de la communauté. L’écoute occupe en lui une En reconnaissant comment le Père avait marqué le Théologat pendant ces dernières sept ans, et alors qu’il était choisi pour exercer cette responsabilité de paternité au niveau de la région, un sentiment de fierté traversait l’esprit de chacun : « La Région de la RDC serait le Théologat Joseph Allamano élargi ». La communauté a souhaité au « Nouveau Papa Régional » bonne chance à la nouvelle responsabilité, en lui promettant sa prière et tout autre soutien possible. De sa part, le Père était très reconnaissant de ce geste d’amour, en avouant son sens d’appartenance à cette communauté, bien qu’il ait changé de responsabilité. Il a montré ce sens d’appartenance et cet amour de notre communauté dans la manière dont, bien qu’il ait assumé une nouvelle responsabilité, il s’est donné sang et eau pour assurer que la communauté a le Projet Communautaire de Vie. Ces jours-ci, le Théologat Joseph Allamano est en train de connaître une transition au niveau de ses responsables, car ce n’est pas que le Recteur qui s’en est allé. Le Père Ramon LAZARO Esnaola, qui est le Vice-recteur, formateur et économe de la maison s’en va également. Ce Père, qui a toujours fait une bonne équipe formative avec le Père Symphorien pendant tout le moment qu’il était au Théologat, a été affecté en Côte-D’ivoire. Mais la communauté serait-elle laissée comme une orpheline ? Le Père Symphorien a été remplacé par le Père Samuel GITONGA Mathenge, qui était Vice-recteur au Théologat de Bravetta. Le nouveau Recteur est l’un des premiers fruits du Père Symphorien comme formateur au Théologat Joseph Allamano. Enfin, pour occuper la place du Père Ramon, le Père Osorio AFONSO Citora a été destiné au Théologat Joseph Allamano. Vita nelle Comunità place spéciale. Cela se montrait pendant presque tous les moments de formation : rencontres communautaires, dialogues personnels, homélies, formations promotionnelles, et nous en passons, où le mot « écoute » ou le verbe « écouter » ne manquait guère. D’après lui, « écouter » c’est plus profond que le « ouï » ou le fait de prêter l’oreille à quelqu’un : « on écoute afin de… ». Cela nous renvoie à la disposition du cœur, à l’assimilation du message avec amour, à mettre en valeur celui qui nous parle, à une écoute active. Kinshasa 47 da Casa Madre 11/2011 Laicos Misioneros en soplin vargas Viviana y Copi “Vayan por todo el mundo y proclamen la buena noticia a toda a criatura“ Mc 16, 15. Con los ojos y con el corazón en esta palabra, el equipo misionero, Viviana, Copi y P. Kim, empezamos la preparación del espirito y maletas, para viajar hacia Soplin Vargas, en Peru. Para qué conozcan un poco de esta Misión: LMC Está ubicada en el departamento de Loreto, en el distrito Teniente Manuel Clavero, a la orilla del Putumayo, haciendo frontera con Colombia. Soplin Vargas, siendo la capital del distrito, cuenta apenas con aproximadamente 400 pobladores y sobre su jurisdicción tiene 31 comunidades (veredas). La mayoría son indígenas Kichua y Secoya, pero en el pueblo también hay mestizos. Como está en un proceso de desarrollo integral, cuenta con la presencia de algunos organismos como la Alcaldía, Banco de las Naciones, Hospital, Policía, Colegio e Internado. Pero, este es un lento proceso de desarrollo. Ejemplo de eso, es el moderno hospital, con una buena estructura física pero con falta de medios humanos (cuenta solamente con dos técnicos de enfermería y un técnico bacteriológico) y falta de 48 da Casa Madre 11/2011 medios técnicos (escasez de equipos médicos). Este edificio, como todos los estatales, contrasta con las construcciones sencillas de las casas de las personas, que son en madera con techo de palmera. La mayoría de las personas vive de la casería, pesca y de pequeños cultivos que sirven para consumo proprio o para vender en Puerto Leguizamo, para de esta forma obtener fuente de rendimiento. Hablando de la Religión, es un pueblo que nunca tuvo una presencia fija de parte de la Iglesia Católica y su participación en los rituales es mínima, no porque no son católicos pero porque no están acostumbrados. Tal vez debido a esta ausencia, están presentes 3 Iglesias Evangélicas, cuyo mensaje se basa en el final del mundo que vendrá, contrastando con él mensaje de vida y resurrección que anunciamos. Por todo esto y mucho más, queremos vivir y compartir nuestra vida con esto pueblo, pidiendo que tengamos el respaldo de oración de todos ustedes que nos acompañan en esta misión que no es nuestra pero de Dios que nos la hace vivir! Necrologio QUI NOS PRAECESSERUNT 49 da Casa Madre 11/2011 P. ENRICO CASALI. IMC Nato a Levizzano (RE) il 27 gennaio 1927, dopo aver frequentato le scuole elementari al paese, entrò per le medie a Varallo Sesia nel 1938 e proseguì gli studi liceali a Cereseto Monferrato. Alla Certosa di Pesio, fece il noviziato, ed emise la professione religiosa il 2 ottobre 1947. Vi restò anche per i corsi di filosofia. Studiò teologia a Torino e il 29 giugno 1951 fu ordinato sacerdote dal cardinal Maurilio Fossati. Destinato al lavoro nei seminari in Italia, fu insegnante a Rovereto e Benevagienna, e Padre spirituale a Varallo dal 1962 al 1964. Prima di partire per il Tanzania, frequentò un corso di inglese a Londra, e ottenne il Cambridge Certificate. Fu parroco a Matembwe e Madibira. Necrologio Nel 1970 fu nominato, per tre anni, superiore del seminario di Bravetta, e in questo periodo ottenne la licenza in Teologia spirituale. Destinato alle missioni del Congo (allora Zaire) fu nominato Superiore delegato. Fu parroco a Wamba, presso la cattedrale, dal 1972 al 1978, e poi a Bafwabaka fino al 1980, anno in cui partì per il Seminario interdiocesano di Bunia come Padre spirituale. Vi rimase fino al 1986, poi ritornò nella diocesi di Wamba, come parroco a Pawa e poi ancora a Wamba fino al 2007 e a Mbayenga. Intraprese varie attività per far conoscere la Beata Anwarite e si occupò delle persone handicappate alleviando le loro sofferenze. Malato di cuore, passò gli ultimi anni in Italia. E’ deceduto per arresto cardiaco a Fermo Santa Maria a Mare, comunità in cui ultimamente risiedeva, il 27 novembre 2011. I funerali furono celebrati il 29 e ora riposa nel cimitero di Alpignano. Aveva 84 anni di età, di cui 61 di Professione Religiosa e 60 di Sacerdozio. 50 da Casa Madre 11/2011 Scultura lignea eremo Takamori (Giappone) sommario Ballata della speranza............... 3 giovanni battista: UN TESTIMONE AUTENTICO.............. 5 GIUSEPPE ALLAMANO RACCONTA LA SANTITÀ DEL CAFASSO (X).............. 8 IL SITO DEL FONDATORE UN AIUTO PER CONSULTARLO........... 11 Saluti, ringraziamenti e racconto della vita!............................ 15 S. Francesco e S. Chiara d’Assisi Santi Protettori 2012................. 17 DIARIO DELLA CASA GENERALIZIA Novembre 2011............................. 21 LETTERA DEL SUPERIORE................. 24 Consolata vai viver Ano Allamaniano......................... 26 Comunicado do Conselho Regional...................................... 27 “RORAIMA – ENTRE PROFECIA E MARTÍRIO”.................................. 28 CAFTI .......................................... 29 COMUNITA’ AFAR IN PERICOLO......... 31 15 STUDENTI rinnovano la professione ........................... 32 IL DIACONO HYCINTH FAUSTIN MWALLONGO termina gli studi alla lateranense......................... 33 GAJEN - ISIRO NORD DEL CONGO..... 34 NOVEDADES EN RDC...................... 36 IL METEORITE DI MBOZI ................. 37 LA VITA A CAMARÀ.......................... 38 Sommario SHOW MISSIONÁRIO 2011............... 39 51 Fátima.......................................... 40 Casa Regional............................. 42 Merrivale News .......................... 44 festival italiano dar es salaam . .................................. 45 da Casa Madre Mensile dell’Istituto Missioni Consolata Redazione: Segretariato Generale per al Missione Supporto tecnico: Adriano Podestà Viale delle Mura Aurelie, 11-13 00165 ROMA - Tel. 06/393821 C/C postale 39573001 - Email: [email protected] da Casa Madre 11/2011 soirÉe mÉmorial.......................... 46 Laicos Misioneros en soplin vargas.............................. 48 QUI NOS PRAECESSERUNT............... 49