da Casa Madre 11/2011 - Missionari della Consolata

Transcrição

da Casa Madre 11/2011 - Missionari della Consolata
da Casa Madre
Anno 91 - N.11 - dicembre 2011
Istituto Missioni Consolata
Perstiterunt in Amore Fraternitatis
Feliz Natal e Próspero Ano Novo!
Presepio Kayapo, Brasile
Buon
Sono nato nudo, dice Dio,
perché tu sappia spogliarti di te stesso.
Sono nato povero,
perché tu possa soccorrere chi è povero.
Sono nato debole, dice Dio,
perché tu non abbia mai paura di me.
Sono nato per amore
perché tu non dubiti mai del mio amore.
Sono una persona, dice Dio,
perché tu non abbia mai a vergognarti di
essere te stesso.
Sono nato perseguitato
perché tu sappia accettare le difficoltà.
Sono nato nella semplicità
perché tu smetta di essere complicato.
Sono nato nella tua vita, dice Dio,
per portare tutti alla casa del Padre.
Lambert Noben
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da Casa Madre 11/2011
Natale
Dio Altissimo
Tu sei disceso dal cielo
per abitare con noi peccatori.
Donami di cantare
a piena voce la Tua gloria
tra le genti di questa terra.
Giacomo di Sarug
Ballata della speranza
David Maria Turoldo, Il sesto angelo, Mondadori, 1976
Tempo del primo avvento
tempo del secondo avvento
sempre tempo d’avvento:
esistenza, condizione
d’esilio e di rimpianto.
Anche il grano attende
anche l’albero attende
attendono anche le pietre
tutta la creazione attende.
Tempo del concepimento
di un Dio che ha sempre da nascere.
(Quando per la donna è giunta la sua ora
è in grande pressura
ma poi tutta la sua tristezza
si muterà in gaudio
perché è nato al mondo un uomo.)
Questo è il vero lungo inverno del mondo:
Avvento, tempo del desiderio
tempo di nostalgia e ricordi
(paradiso lontano e impossibile!)
Avvento, tempo di solitudine
e tenerezza e speranza.
Oh, se sperassimo tutti insieme
tutti la stessa speranza
e intensamente
ferocemente sperassimo
sperassimo con le pietre
e gli alberi e il grano sotto la neve
e gridassimo con la carne e il sangue
con gli occhi e le mani e il sangue;
sperassimo con tutte le viscere
con tutta la mente e il cuore
Lui solo sperassimo;
oh se sperassimo tutti insieme
con tutte le cose
sperassimo Lui solamente
desiderio dell’intera creazione!
VIENI VIENI VIENI, Signore
vieni da qualunque parte del cielo
o degli abissi della terra
o dalle profondità di noi stessi
(ciò non importa) ma vieni,
urlassimo solo: VIENI!
Allora come il lampo guizza dall’oriente
fino all’occidente così sarà la sua venuta
e cavalcherà sulle nubi;
e il mare uscirà dai suoi confini
e il sole più non darà la sua luce
né la luna il suo chiarore
e le stelle cadranno fulminate
saranno scosse le potenze dei cieli.
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da Casa Madre 11/2011
E lo Spirito e la sposa dicano: Vieni!
e chi ascolta dica: vieni!
e chi ha sete venga
chi vuole attinga acqua di vita
per bagnarsi le labbra
e continuare a gridare: vieni!
Allora Egli non avrà neppure da dire
eccomi, vengo - perché già viene.
E così! Vieni Signore Gesù,
vieni nella nostra notte,
questa altissima notte
la lunga invincibile notte,
e questo silenzio del mondo
dove solo questa parola sia udita;
e neppure un fratello
conosce il volto del fratello
tanta è fitta la tenebra;
ma solo questa voce
quest’unica voce
questa sola voce si oda:
VIENI VIENI VIENI, Signore!
- Allora tutto si riaccenderà
alla sua luce
e il cielo di prima
e la terra di prima
son sono più
e non ci sarà più né lutto
né grido di dolore
perché le cose di prima passarono
e sarà tersa ogni lacrima dai nostri occhi
perché anche la morte non sarà più.
E una nuova città scenderà dal cielo
bella come una sposa
per la notte d’amore
(non più questi termitai
non più catene dolomitiche
di grattacieli
non più urli di sirene
non più guardie
a presiedere le porte
non più selve di ciminiere).
- Allora il nostro stesso desiderio
avrà bruciato tutte le cose di prima
e la terra arderà dentro un unico incendio
e anche i cieli bruceranno
in quest’unico incendio
e anche noi, gli uomini,
saremo in quest’unico incendio
e invece di incenerire usciremo
nuovi come zaffiri
e avremo occhi di topazio:
quando appunto Egli dirà
“ecco, già nuove sono fatte tutte le cose”
allora canteremo
allora ameremo
allora allora...
MARANATHA’, VIENI SIGNORE GESU’!
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da Casa Madre 11/2011
P.Antonio Rovelli, IMC
“Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era
Giovanni. Egli venne come testimone per rendere
testimonianza alla luce, perché tutti credessero per
mezzo di lui. Egli non era la luce ma doveva rendere
testimonianza alla luce”. (Giovanni 1,6-8.19-28)
Editoriale
giovanni battista:
UN TESTIMONE AUTENTICO
I versetti 6-8 del Prologo presentano Giovanni
come un uomo mandato da Dio con il compito
di testimone. È un concetto fondamentale per
delineare la figura del Battista: egli è colui che
dà testimonianza; non tanto un maestro, quanto
piuttosto un testimone, non uno che spiega delle
teorie ma uno che comunica con la forza della
propria esperienza.
Personaggio
misterioso,
desta
serie
preoccupazioni nelle autorità religiose del
tempo al punto che gli chiedono: “Tu chi sei?”.
Giovanni precisa la propria identità:
“Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete
diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia”.
(Giovanni 1,23)
Questa citazione di Isaia 40,3, in comune con
i sinottici, nel vangelo di Giovanni ha una
precisazione unica: “Io sono voce” .
Il Battista ha piena coscienza del proprio ruolo,
non è sono soltanto uno che grida, ma “io
sono voce”! Questa auto-identificazione invita
al confronto la voce con la parola, nella loro
somiglianza e differenza: Gesù è la parola (logos),
mentre Giovanni è la voce.
La voce è lo strumento attraverso cui le parole
sono proclamate e diventano annuncio. Così
possono essere poi ascoltate, custodite e
meditate nel cuore degli uditori, anche quando
la voce cessa.
Gesù è la Parola concepita da Dio dall’eternità
e pronunciata nel tempo, mentre Giovanni è
la voce, è il mezzo che permette di conoscere
quella parola.
Giovanni Battista è consapevole di essere
semplicemente e solamente voce della Parola,
e non vuole confondere i ruoli.
L’annunciatore del Vangelo, deve diventare
voce di quella Parola nel deserto o nella città.
Non annuncia però la sua parola, ma con la sua
voce è chiamato ad annunciare la Parola di Dio,
che è Gesù in persona.
Nel gran frastuono delle molte voci che
“gridano” nelle piazze e nei comizi, nei
microfoni più assortiti e più assordanti, la
“testimonianza” più urgente oggi è proprio
quella di essere una voce diversa, alternativa,
controcorrente. Che ha il coraggio, vorrei dire
l’ingenuità, di denunciare l’avidità, l’egoismo, le
ingiustizie, la “recita” e l’inganno.
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E non importa che questa voce risuoni nel
deserto dell’indifferenza e dell’ostilità. La verità
va detta, indipendentemente dall’accoglienza.
Un messaggio chiaro, una chiamata alla
conversione, alla «metanoia» (metánoia), al
“cambiamento di mentalità”. (Lc 3,3; Mc 1,4)
Ai suoi discepoli dispiaciuti del fatto che Gesù
abbia più seguaci: “Giovanni rispose: «Nessuno può
prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi
stessi mi siete testimoni che ho detto: “Non sono io il
Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo
sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico
dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla
voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve
crescere; io, invece, diminuire”. (Giovanni 3,27-30)
Questo è il vertice della testimonianza del
Battista: non si prende nulla, se non quello
che gli è dato dal cielo e identifica Gesù come
lo sposo e se stesso come amico dello sposo,
chiamato a preparare la festa di nozze. Arrivato
lo sposo è contento di ascoltare la voce dello
sposo.
Giovanni allora deve diminuire affinché Gesù,
lo sposo, possa crescere (Gv 3,30) e non si
sente degno di chinarsi per slegare i lacci dei
suoi sandali. (Mt 3,11-12; Mc 1,7-8; Lc 3,1518).
Editoriale
Quest’ultima espressione racchiude un altro
tratto importante della testimonianza del
Battista. Qui non si tratta semplicemente di un
atto di umiltà, di un lavoro servile, ma è un atto
pubblico di rinuncia ad un proprio diritto per
consegnarlo ad altra persona. (cfr. capitolo 4
del libro di Rut).
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E’ come se Giovanni Battista dicesse: “Ne avrei
diritto io, ma lascio la precedenza a te”; “ Non
è che io mi tiro indietro per cortesia, io sono
venuto prima di lui, avrei la precedenza, voi
credete che io sia qualcuno di importante. No,
non è così. Dopo di me viene quello più forte,
lui ha tutto il diritto, io non gli cedo niente, io
non gli lascio il posto perché sono generoso e
umile, gli lascio il posto perché il posto è suo!”.
Giovanni è “voce che non parla di sé”,
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“rispetta le parti”, è “uno che dà spazio”, ma la
sua testimonianza è talmente verace e autentica
che coinvolge anche altri senza alcuna pretesa
di accentrare l’attenzione sulla propria persona.
Infatti appena Gesù è nei paraggi, non esita ad
additarlo, invitando i suoi ascoltatori e i suoi
discepoli a seguire Lui.
“Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse:
«Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del
mondo! … Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con
due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che
passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!”. (Giovanni 1,
29.35-36)
Giovanni Battista indica con precisione –
presente in mezzo alla gente – quello che
nessuno conosceva. Ha consacrato tutto se
stesso al Signore, un “nazir” fin dal seno della
madre, totalmente segnato dalla presenza dello
spirito vitale (cfr. Lc1,15), ora l’amico dello
sposo esulta al suo arrivo, lo addita e lo presenta.
Giovanni è così convincente che “due discepoli,
sentendolo parlare così, seguirono Gesù”(v.39).
Il suo compito è quello di provocare l’incontro,
favorirlo, prepararlo. Ma allorché questo
avviene, lui non sta a fare da incomodo. Si tira,
invece, discretamente in disparte, e tutto ciò
che riguarda la sua persona risulta del tutto
secondario.
I discepoli del Battista passano a Gesù e da
questo momento avviene il distacco, non si
parla più del precursore e inizia la vicenda di
Gesù preparata e introdotta proprio dal Battista.
Certo non è facile, per una persona, che pur
deve esercitare un forte influsso sugli altri,
mantenere questo delicato equilibrio tra due
libertà.
Risulta difficile resistere alla tentazione di
immedesimarsi nell’Altro, farne le veci e, nello
stesso tempo resistere alla tentazione, ancor
più subdola, di manomettere la libertà altrui,
imponendo i nostri schemi, i nostri gusti, le
nostre intolleranze, le nostre scadenze, e i
nostri... cerimoniali per l’incontro.
Il vero testimone unisce a uno straordinario
coraggio una straordinaria modestia; a una
irresistibile forza d’urto un accentuato rispetto
della libertà; a una spiccata personalità una
spiccata capacità di cancellarsi. Scomodità e
pudore. Franchezza e delicatezza, insomma.
Editoriale
di piedi, per non importunare, senza neppure
attendere un cenno di saluto, o un invito per
la festa!...
Si tratta di imparare dal Battista questa lezione
importantissima: il coraggio di dire “non sono
io”, di entrare in scena, senza paura, al momento
giusto, ma soprattutto di defilarsi quando si
diventa troppo ingombranti. Ossia l’onestà di
presentare Colui che è l’atteso, Colui che offre
tutte le garanzie, Colui che non delude, senza
cadere nella trappola dello scambio delle parti.
Può essere facile “andare” alla ricerca di Dio.
Molto più difficile, invece, “accorgersi” della sua
presenza quando Lui è vicino. C’è bisogno di
qualcuno che – come Giovanni – aiuti a capire,
decifrare il momento, discernere, interpretare.
Qualcuno che dica “ecco”, guarda, osserva
attentamente, mentre Gesù “passa”. Ma è
proprio stando alla scuola del Battista che i due
discepoli finiscono per imbattersi in un Altro!
Il dito di Giovanni che indica, senza indugi,
l’arrivo del Protagonista, rappresenta il simbolo
più efficace dei limiti in cui deve collocarsi ogni
tipo testimonianza cristiana, che voglia assolvere
rigorosamente il proprio compito senza
attardarsi nella zona equivoca dei compiacimenti
personali e della confusione delle parti.
Per evitare queste storture, occorre un notevole
e assiduo sforzo ascetico. Non per nulla il
Battista è l’uomo della penitenza. E ci vuole una
eccezionale disponibilità a mortificare le nostre
pretese più... ingombranti.
In altre parole, il testimone autentico è uno che
sa sparire al momento giusto, andarsene in punta
Il testimone autentico non sta a valutare se
la sua voce cambia qualcosa, perché dovrà
rispondere, non dei risultati ottenuti, mai della
fedeltà al messaggio dell’unica Parola che conta,
costi quel che costi, fino al martirio.
Giovanni ha il compito di farci uscire dalla
fede come fatto scontato, affinché diventi
una decisione individuale e sempre rinnovata,
un’esperienza vitale, un consegnarsi totalmente,
non ha un’idea, a un sistema morale, ma a
Qualcuno, che è luce, lo sposo, e la “Buona
Novella” di cui siamo chiamati anche oggi a
diventare voce.
Anche oggi il nostro compito è quello di
alimentare, sostenere l’attesa, purificare lo
sguardo della gente per essere in grado di
riconoscere Gesù e di seguirlo. Mai, però,
quello di sostituirlo!
“Giovanni Battista, con una vita di sacrificio e
di zelo, si fece grande santo … animatevi miei
cari, a questi esempi e cercate di perfezionarvi in
quelle virtù, delle quali egli ci ha dato esempio.
Di lui è detto che era una “lucerna ardente e
splendente”; così voi dovete ardere di amore di
Dio, per essere luce in mezzo ai popoli” (Così
Vi Voglio n.191).
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GIUSEPPE ALLAMANO RACCONTA LA SANTITÀ
DEL CAFASSO (X)
dei condannati a morte, alla condizione che il
Signore gli facesse la grazia che nessuno da lui
assistito rifiutasse di convertirsi. Don Ellena
non mi scrisse come abbia saputo questo.
Allamano racconta Cafasso
PER I CONDANNATI A MORTE
8
Nel testamento del Servo di Dio, al n. 10, lessi:
Lascio la limosina di lire una per caduno dei
prigionieri che si troveranno nelle carceri di
questa città, dette cioè del Senato, Cittadella,
Correzionale, delle Forzate, e delle Torri. La
distribuzione sarà fatta dentro il mese dopo il
mio decesso dal mio erede o da persona dal
medesimo designata. Il Tamietti, sopracitato,
mi disse ancora che trovandosi in carcere con
lui due protestanti, Don Cafasso li convertì,
ed usciti di carcere i medesimi, uno lo fece
entrare al Catecumenato di Torino, l’altro lo
raccomandò al Catecumenato di Pinerolo.
Don Ellena Secondo, Prevosto di Bussano,
vivente, ed il Can. Gaude, defunto, Prevosto di
Poirino, mi scrissero la stessa cosa, che cioè la
missione di Don Cafasso intorno ai condannati
a morte ebbe principio da un giustiziato che
morì impenitente. Il quale fatto, Don Ellena dice
essere avvenuto in un paese del Canavesano,
nel 1839, alla quale esecuzione il servo di Dio
fu presente ed accompagnava i sacerdoti che
assistettero l’infelice; e ciò dice d’aver sentito
narrare da persone di quei paesi. Il Can. Gaude
scrissemi di aver udito ciò dallo stesso Servo di
Dio, che simile fatto era succeduto in Torino,
essendo egli, il Servo di Dio, assente dalla città
di Torino. Tutti e due poi concordano nel dire
che, addolorato per tale fatto, il Servo di Dio
andò a prostrarsi davanti al SS. Sacramento e
consacrò tutto se stesso a Dio per l’assistenza
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Il Can. Gaude invece mi scrisse di aver udito
questo dallo stesso Don Cafasso. L’evento
provò che il Servo di Dio fu esaudito nella sua
preghiera, poiché Don Bosco scrive nella già
citata biografia (pag. 84) che niuno poté mai
resistere alla presenza, alle parole, alla carità di
Don Cafasso. Il medesimo Don Bosco aggiunge
che il Servo di Dio, si consolava in cuor suo ed,
a maggior gloria di Dio, andava coi suoi amici
dicendo che dei condannati, in questa capitale
ed altrove da lui assistiti negli ultimi momenti,
nemmeno uno fosse morto senza che avesse
lasciate fondate speranze di eterna salvezza. Ciò
mi fu confermato dal Can. Bosso e dal Teologo
Gallo, che me lo scrissero, e dal sig. Brogino, che
mi disse la cosa essere assolutamente certa; noto
come il Brogino, defunto, fu per tanti anni, fino
alla morte di Don Cafasso, uno dei cosiddetti
compagnoni della forca, cioè un confratello dei
destinati dalla Compagnia della Misericordia ad
assistere i condannati all’estremo supplizio.
Quanti abbia assistito di condannati il Servo di
Dio non saprei in modo certo. Nei registri della
Compagnia della Misericordia, che consultai
dal 1840 al 1860, sono notate cinquatadue
esecuzioni capitali in Torino; fra cui non son
comprese le esecuzioni fatte nei paesi delle
provincie e neppure le fucilazioni militari. Don
Garino, attuale Prevosto di Romano Canavese,
mi scrisse che il Servo di Dio andò colà ad
assistere due condannati per omicidio, Raggia
Antonio e Vaio Antonio il 2 gennaio 1853, e
mi soggiunse che essendo riuscite vane le cure
dei sacerdoti mandati da Monsignor Moreno,
Vescovo di Ivrea, fu invitato Don Cafasso, il
quale li indusse a morire rassegnati e riconciliati
con Dio coi sacramenti della Penitenza e
dell’Eucaristia, come dice aver letto nei registri
della sua parrocchia. Soggiunge pure che
vivono tuttora alcuni suoi parrocchiani, che
dei loro peccati e financo per fare la volontà di
Dio e dargli gusto; il che secondo Sant’Alfonso
è un atto di virtù il più perfetto: nullus actus
perfectior est. Soggiungono i medesimi che
il Servo di Dio era così persuaso di ciò, che
talora ritornando fra i Convittori esclamava
con giubilo: un’anima di più in Paradiso!
Il Sig. Bargetto, già nominato, mi disse che
una volta il Servo di Dio andò ad assistere
un condannato a morte a Vercelli. — Mons.
Appendini, defunto, Don Martino, defunto (nella
relazione di quest’ultimo, che ho presentata),
mi scrissero che il Servo di Dio assistette alla
fucilazione del Generale Ramorino. — Don
Ferraris Giuseppe, di cui presento la relazione,
cappellano in Cumiana, defunto, mi scrisse
alcune particolarità sull’assistenza di Don
Cafasso alla fucilazione del Generale Ramorino.
Di ciò parlano pure altre relazioni già presentate.
Don Bosco scrive pure nella citata biografia:
era rarità di Don Cafasso di ispirare grande
confidenza in chi pareva disperato; egli aveva
il modo di cangiare la disperazione in viva
speranza ed infiammato amor di Dio, sicché non
di rado i pazienti montavano con gioia la scala
fatale e ridendo accoglievano il colpo fatale; a
segno che un carnefice ebbe ad esclamare: alla
presenza di Don Cafasso la morte non è più
morte, ma una gioia, un conforto, un piacere.
Falchero Angela, già nominata, mi disse che essa
fu presente a cinque esecuzioni in Torino, fra cui
a quella della banda Artusio, e mi disse di sempre
aver visto sul carro accanto ai condannati Don
Cafasso.
Don Camossetti, attuale Vicario Foraneo di
Ciriè, mi disse di aver visto, essendo ragazzo,
il Servo di Dio ad accompagnare sul carro dei
condannati presso la Basilica Magistrale in
Torino, e d’aver udito da uno dei presenti a dire:
quel sacerdote gobbo là, sì che è un santo!
Bargetto sunnominato, Don Bosio, parroco di
Levone, già nominato, Don Prato, parroco di S.
Giovanni di Savigliano, e Don Savio, mi scrissero
che Don Cafasso assistette alla esecuzione di
certo Mottino, detto il Bersagliere, nativo di
Candia Canavese, l’undici dicembre 1854.
UN INCARICO PER IL PARADISO
Don Bosco, nella citata biografia a pag. 84, scrive
che Don Cafasso fu un vero eroe per guadagnare
al cielo questi infelici e ne descrive le industrie per
convertirli e disporli alla morte. — Il Can. Roetti,
già nominato, Don Ellena Secondo, Prevosto
di Busano, Don Rolando Domenico, vivente,
Prevosto di Pessinetto, mi scrissero che il Servo
di Dio usava cura speciale, per non solamente
fare loro ricevere i santi Sacramenti, ma ancora
per farli rassegnare ed accettare la morte in pena
Tamietti, suddetto, così racconta, scrivendomi
come testimone di veduta per tutto il fatto,
eccettuata l’esecuzione fuori carcere: Un
giorno Don Cafasso venne alle carceri e contro
il suo solito, sebbene si sforzasse di essere
ilare, si capiva che aveva nel cuore una pena,
ed era che desiderava di confessare uno che
egli già sapeva durante il processo che sarebbe
certamente condannato a morte, ed ancor non
lo conosceva. Ma ecco che io glielo presento uno
dei primi a confessarsi. Dopo la confessione,
lo vidi con un’aria così allegra e contenta che
non poteva stare senza esclamare: oh quanta
consolazione si gode a confessarsi! Qual anima
santa egli è mai questo Don Cafasso!
Allamano racconta Cafasso
ricordano l’andata colà del Servo di Dio e che,
dalla bocca d’un sacerdote del paese, diverse
volte udì narrare le sante industrie che il Servo
di Dio usava e suggeriva di usare per indurre i
due condannati a convertirsi, lasciando in tutti
coloro che l’avvicinarono l’impressione di un
santo.
Io non posso esprimere la pace e la gioia di che
mi sento inondato.
Pochi giorni dopo ritornato Don Cafasso, costui
si confessò di nuovo e, contento ancor più di
prima, esclamò: oh quanto io era stupido a non
confessarmi! Non istupisco più che il nostro
amico qui (alludendo a me) che si confessa sia
così allegro e tranquillo. Pochi giorni dopo è
giudicato ed è condannato a morte. Don Cafasso
va a trovarlo in Confortatorio, e lo trova tutto
allegro, e si sente dire da lui stesso la notizia
fatale. Dopo averlo confessato gli dice ancora:
Sentite, io a venire ad assistere i condannati ci
vengo per niente, ma se vi domando un piacere
me lo negherete? — E qual piacere posso mai
farvi io nel punto in cui mi trovo? — Il piacere
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9
Allamano racconta Cafasso
10
è questo: appena sarete morto, voi andrete
subito in Paradiso e tosto ... — Come, subito
in Paradiso? nemmeno in Purgatorio? — Non
ci andrete, ma di volo in Paradiso, e colà giunto
andate subito a ringraziare la Madonna. —
Come, la Madonna prima del Signore? — Sì, sì,
prima del Signore. — Ma il Signore potrebbe
offendersi. — No, non si offende. — Ebbene,
se si offende, io gli dirò che fu Don Cafasso
che me lo domandò. —Sì, e là che sarete vi
inginocchierete ai suoi piedi, la ringrazierete e
le direte che prepari un posto anche per me.
Me lo fate questo piacere? — Ve lo prometto.
Al mattino poi, ricevuta la Comunione da Don
Cafasso, il condannato ringraziò me (Tamietti)
e per memoria cambiò il rosario che aveva al
collo col mio. Venuta l’ora, salì sul carro e dato
uno sguardo alla gran turba che lo guardava,
disse a Don Cafasso: Lo crede, che tra tanta
gente che mi guarda, il più tranquillo son io?
— E Don Cafasso disse poi che, tastatogli il
polso, glielo trovò tranquillo, come mi disse
dopo. Giunti alla forca e saliti due gradini si
volta indietro dicendo a Don Cafasso: adesso
vado a fare la sua commissione alla Madonna;
vede che non mi dimentico. E qui finì. Il Conte
Cibrario nella sua storia di Torino stampata
nel 1846 (vol. II, lib. V, cap. I) secondo che io
lessi, riferisce lo stesso fatto nelle principali sue
particolarità, e dice in nota averlo udito dalla
bocca stessa di Don Cafasso che assisteva detto
giustiziando.
Il Canonico Roetti mi scrisse che la
vigilia dell’esecuzione udì Don Cafasso a
raccomandare ai Convittori, tra cui si trovava,
i condannati a morte, perché pregassero per
loro.
Il Canonico Gaude, già nominato, mi scrisse
che Don Cafasso raccomandava alle preghiere
dei Convittori e dei penitenti i condannati a
morte, e che egli nel memento della S. Messa
ne faceva speciale menzione. Non mi scrisse
come seppe ciò.
Il Sig. Bargetto mi disse che dopo la mezzanotte
precedente qualche esecuzione, Don Cafasso
accompagnato da un domestico si portava
alle carceri, e il Brogino sopra citato mi disse
di essere andato a prenderlo al Convitto,
come confratello della Misericordia ed averlo
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accompagnato alle carceri. Detto Brogino mi
aggiunse che vide Don Cafasso a celebrare
nel confortatorio, a comunicare il paziende
prodigandogli le ultime consolazioni della fede,
che dopo la S. Messa mentre il paziente veniva
subito legato innanzi all’altare dal carnefice,
che prima gli domandava perdono di dover
fare questo suo ufficio, Don Cafasso cercava
di distrarre il condannato con santi pensieri, in
modo che questi fosse meno impressionato di
ciò che si operava sulla sua persona, e così lo
intratteneva alla sua partenza.
Il Brogino mi soggiunse di non aver mai
visto il Servo di Dio a svenire nell’assistere i
condannati a morte, come vide succedere ad
altri sacerdoti: ma sempre forte sapeva anche
infondere coraggio in altri sacerdoti e noi altri
confratelli della misericordia. Ci diceva che non
pensassimo a ciò che si operava, ma al delitto
commesso o, piuttosto, al gaudio che i poveretti
fra breve gusterebbero in Paradiso.
La Damigella Garneri Maria, defunta, mi disse
di aver visto il Servo di Dio, che, terminato il
supplizio, accompagnava i confratelli fino alla
chiesa della Misericordia, e lì si fermava sino
alla fine della Messa che si celebrava in tale
occasione. Uscendo il Servo di Dio dalla chiesa,
una turba di poveri lo aspettava, cui egli dava
elemosina. Il Canonico Bianco Spirito, vivente,
mi scrisse che seppe dal Canonico Negri di
Carmagnola, vivente, che mentre il Negri
predicava nel paese della Vezza d’Alba nel
1855, il Servo di Dio aveva scritto una lettera
consolatoria ai parenti di un giustiziato oriundo
di quel paese, assistito da lui; nella quale lettera
il Servo di Dio assicurava i parenti che l’infelice
aveva fatto una buona morte.
UN AIUTO PER CONSULTARLO
P. Francesco Pavese, IMC
Con la collaborazione della Postulazione
Generale, da due anni viene gradatamente
costruito un nuovo “Sito del Fondatore”, che è
un sotto-dominio del sito ufficiale “Missionari
della Consolata”. L’indirizzo proprio è: http://
giuseppeallamano.consolata.org.
Certamente
nel nostro ambiente, come pure in quello delle
Missionarie, questa iniziativa è già conosciuta e,
in qualche modo, anche seguita e valorizzata.
Tuttavia, si è ritenuto utile illustrare i diversi
contenuti del sito, di modo che venga facilitata
la sua consultazione.
MENÙ
Aprendo il sito appare l’Home page con il
menù posto in senso verticale e orizzontale,
che contiene 15 sezioni. L’ordine logico di
Allamano: guida saggia e prudente
IL SITO DEL FONDATORE
queste sezioni è stabilito sulla base della loro
importanza. Si inizia dai due menù disposti
verticalmente. In quello di sinistra, intitolato
“Profilo Biografico”, è presentata la persona
del Fondatore assieme alla Consolata, senza la
quale egli non sarebbe comprensibile. In quello
di destra, intitolato “Le sue Parole”, si trovano le
diverse raccolte di quanto il Fondatore ha detto,
specialmente nelle conferenze domenicali.
Le altre sezioni, sul menù orizzontale, hanno
contenuti di vario tipo. Si tenga presente che,
nel costruire questo sito, è stato seguito il
criterio di inserire, per quanto possibile, “tutto”
il materiale che si riferisce all’Allamano, di ogni
tipo e in qualsiasi lingua. L’obiettivo è stato
duplice: anzitutto facilitare ai Missionari e alle
Missionarie della Consolata la consultazione
da Casa Madre 11/2011
11
Allamano: guida saggia e prudente
digitalizzate e quindi non si sono potute inserire.
Sarà un lavoro lungo e impegnativo che si dovrà
fare in futuro.
12
In questa sezione si trova un interessante
calendario, curato da Fr. P. Ferrari, nel quale
sono segnalate tutte le date che riguardano la vita
e l’opera dl Fondatore. Si trova pure una breve
descrizione del “Santuario dell’Allamano”.
In particolare, segnalo le ultime tre categorie,
che sono molto ricche: le Testimonianze,
cioè la raccolta di punti salienti di numerose
testimonianze rilasciate da coloro che hanno
conosciuto il Fondatore; è una parte molto
vivace. Le Commemorazioni, partendo
dall’inizio fino ai nostri giorni, cioè tutte quelle
che si sono potute digitalizzare; sono molto
numerose e descrivono da diversi punti di vista
la personalità del Fondatore e la sua attività. Gli
autori sono persone che lo hanno conosciuto
o che lo hanno profondamente studiato. Le
Lettere Circolari dei Superiori Generali che
trattano ex professo del Fondatore.
del materiale disponibile sul Fondatore, senza
dovere ricorrere a fonti cartacee (volumi,
riviste, giornali), che non sono sempre a
portata di mano. Poi anche per promuovere la
conoscenza dell’Allamano presso il più grande
numero possibile di persone, ovunque nel
mondo.
SEZIONI E CATEGORIE
Le 15 sezioni, a loro volta, sono suddivise
in categorie, nelle quali sono raccolti temi
specifici. Non è possibile illustrare in dettaglio
tutto il materiale del sito, perché il discorso
sarebbe troppo lungo. Mi limito ad illustrare
quanto ritengo più significativo e utile.
MENÙ VERTICALE SINISTRO - Il titolo
è “Profilo Biografico” - Qui sono riportati
alcuni profili dell’Allamano e l’autobiografia
fotografica “Uomo per la missione”. Purtroppo
le numerose biografie, dalla prima di P. L. Sales
all’ultima di P. G. Tebaldi, non sono ancora
da Casa Madre 11/2011
Bibliografia – Nello stesso menù verticale
sinistro, merita di essere sottolineata anche
la sezione intitolata “Bibliografia”, in quanto
in essa si trovano citati tutti gli scritti (Autore,
titolo, edizione, luogo e data, numero delle
pagine) che parlano del Fondatore. Per
costruirla sono state esaminate tutte le riviste
IMC e MC, italiane ed estere, dal loro inizio fino
ad oggi; così pure giornali e riviste di vario tipo
che hanno pubblicato qualcosa sul Fondatore;
il materiale pro-manoscritto contenuto
nell’Archivio Generale IMC. Certamente
qualche pubblicazione potrà essere sfuggita,
per cui saranno gradite segnalazioni che aiutino
a completare la raccolta. Questa bibliografia
è l’unica e la più completa sull’Allamano.
Merita di essere tenuta aggiornata. Chi intende
approfondire la personalità dell Fondatore trova
qui una quantità incalcolabile di fonti e di studi
da consultare.
Consolata - Anche questa sezione è
fondamentale per conoscere l’Allamano: il suo
MENÙ VERTICALE DESTRO - Ha come
titolo “Le sue Parole”. Chi intende ascoltare
la voce dell’Allamano deve ricorrere a questa
sezione, nella quale sono riportate le sue parole.
Fortunatamente abbiamo potuto pubblicare tutte
le sue conferenze ai missionari e alle missionarie,
suddivise per anno, come sono pubblicate nei
rispettivi tre volumi dei due Istituti. Poi c’è il
testo completo di “La vita spirituale”, come
pure quello di “Così vi voglio”. Seguono le
raccolte di sue frasi famose, come si trovano
in “Pietre vive”, “Punti luminosi”, “Puntos de
Luz”. C’è pure il volume “Il Fondatore narra la
sua vita” opera di sr. R. Dreoni MC, e il volume
curato da P. I. Tubaldo “Lettere ai Missionari
e alle Missionarie della Consolata”. Abbiamo
inserito la lunga deposizione del Fondatore al
processo diocesano del Cafasso, che è la fonte
più qualificata per comprendere il rapporto tra i
due. Purtroppo gli 11 volumi, opera insuperabile
di P. C. Bona, “Quasi una vita”, che riportano
le lettere scritte e ricevute dal Fondatore non
sono ancora digitalizzati e quindi non si trovano
nel sito. Ci siamo limitati ad una loro breve
presentazione.
Questa sezione è una miniera inesauribile dove
è l’Allamano che parla e comunica il suo spirito.
MENÙ ORIZZONTALE CENTRALE
- Contiene diverse sezioni, che presento
nell’ordine in cui appaiono.
Cafasso - È una breve sezione che meritava un
posto di rilievo a motivo dell’influsso spirituale
del Cafasso sull’Allamano e, di conseguenza,
anche su di noi. Qui sono riportati studi che
trattano del rapporto tra zio e nipote, come pure
varie testimonianze e una Lettera Circolare sullo
stesso argomento. Anche in questa sezione si
è ritenuto utile inserire la lunga deposizione
dell’Allamano al processo diocesano sul
Cafasso.
Confondatore – Si noti il titolo “Confondatore”
dato a questa sezione, che va vista nel
complesso di tutto il materiale del sito, dato
il significato insostituibile che il Camisassa ha
avuto nella storia dell’Allamano, del Santuario
e dei due Istituti. Sono inseriti contenuti
interessanti: una serie di studi sulla persona del
Camisassa, sulla sua attività e, in particolare, sul
rapporto vicendevole con il Fondatore. Sono
pure pubblicate tutte le sue lettere, riprese
dalla raccolta curata dal P. A. Da Ros e da. Sr.
Lina Rosa Bellagamba. Ci è piaciuto inserire
le fotografie del Camisassa, che lo ritraggono
da solo, o con l’Allamano e, in particolare,
quelle riprese durante il suo viaggio in Africa.
Queste foto sono sufficientemente pesanti e si
possono utilizzare per eventuali pubblicazioni.
Ciò vale ugualmente per i dipinti.
Non manca, infine, la bibliografia, cioè
l’indicazione di quanto è stato pubblicato
sul Camisassa. Purtroppo, l’edizione italiana
della biografia scritta dai Fratelli Mina “La
beatitudine di essere secondo”, che è l’unica
finora uscita, non è stata ancora digitalizzata.
Abbiamo inserito una sua traduzione in inglese,
che la riporta quasi integralmente.
Allamano: guida saggia e prudente
rapporto personale con la Consolata; il suo
insegnamento su di lei. C’è pure la descrizione di
quel santuario tanto caro a lui e a noi, nel quale
la sua presenza è fortemente percepita ancora
oggi.
L’Allamano in relazione con - Si tratta di una
curiosa sezione, che illustra come il Fondatore
ha saputo relazionarsi con le persone più diverse.
Anzitutto con i “santi suoi contemporanei”, con
i quali ha avuto un legame speciale che possiamo
definire quasi istintivo, perché i santi si sanno
facilmente ritrovare! Ancora, il suo rapporto
con il Camisassa, quasi a completamento della
sezione precedente. Poi i vari contatti con
singoli missionari e le missionarie e, infine, con
i parenti suoi e con quelli dei suoi figli e figlie.
In questa sezione emerge un Allamano fine,
sapiente, comunicativo, e molto umano.
13
da Casa Madre 11/2011
Allamano: guida saggia e prudente
Beatificazione - La sezione riporta
integralmente quanto era già stato inserito
nel precedente sito del Fondatore. Tutto ciò
aiuta a rivivere il meraviglioso evento della
beatificazione.
14
Studi e Spiritualità- Sono due sezioni
abbastanza analoghe nei contenuti che
presento assieme. Quella intitolata “Studi”
è suddivisa a sua volta in “Studi vari” e
“Pedagogia Allamaniana”. Si tratta di una lunga
serie di studi recenti, di autori diversi, su vari
aspetti della personalità del Fondatore. Alcuni
sono brevi, altri più lunghi, fino a costituire
un volume, quale, per esempio, “Poveri per
arricchire gli altri”.
La “Pedagogia Allamaniana”, in particolare,
contiene i principali studi sull’arte educativa
del Fondatore. Su questo specifico tema si
sono interrogati ed hanno prodotto diversi
documenti, specialmente negli ultimi anni, gli
incaricati dei Collegi IMC e MC dell’America
Latina.
L’altra sezione, intitolata “Spiritualità”, presenta
una serie di esercizi spirituali o ritiri proposti
dalla Postulazione ai Missionari e Missionarie
della Consolata, in diverse circoscrizioni, come
pure a gruppi di laici legati ai nostri Istituti.
Questa sezione intende far conoscere la
“spiritualità” specifica del Fondatore, ripensata
sotto diversi punti di vista.
Preghiere - I testi della Lirurgia Eucaristica
e dell’Ufficio delle Ore sono raccolti in
questa sezione in favore delle parrocchie o
delle comunità religiose che, il 16 febbraio,
intendono onorare l’Allamano, ma che non
hanno il nostro fascicolo dei testi liturgici.
Sono pure inserite varie altre preghiere a Dio
o alla SS. Consolata per intercessione del
Fondatore.
Multimedia - È una sezione che si sta
costruendo. Di interessante, oltre ai pochi video
già inseriti, è l’elenco, dal 2003 ad oggi, di tutti
i fascicoli della rivista “Giuseppe Allamano -
da Casa Madre 11/2011
Dalla Consolata al mondo”. Così è possibile
rivisitare e valorizzare il materiale pubblicato in
questi ultimi dieci anni.
Fotografie - Dipinti e altre opere - Sottolineo
la novità di queste due sezioni, la cui utilità
può essere pratica in vista dell’animazione
missionaria. Abbiamo inserito “tutte” le
fotografie del Fondatore, anche quelle che,
in genere, venivano trascurate, comprese
quelle meno belle. Le didascalie spiegano, per
quanto possibile, le caratteristiche delle singole
foto (luogo, data e circostanza in cui sono
state riprese, ecc.). Si sono ingranditi alcuni
particolari di certe foto, specialmente i volti, per
evidenziare aspetti caratteristici dell’Allamano.
Il peso di queste foto è sufficiente per essere
pubblicate anche su stampa.
Discorso analogo vale per i dipinti e le altre
opere che ritraggono il Fondatore (statue,
vetrate, monete, immagini, ecc.). Nel pubblicare
questo materiale non si à guardato al valore
artistico, quanto piuttosto al significato religioso.
I dipinti e le altre opere sono presentati divisi
per nazione, il che facilita la ricerca.
CONCLUSIONE - Chi ha curato questo sito
non ha pensato di compiere un’opera definitiva.
Esso va inteso come in continua costruzione.
Le parti già pubblicate possono venire meglio
sviluppate, o integrate con ulteriori apporti.
Così è pure possibile aggiungere altre sezioni
che presentino argomenti finora sottaciuti
o solo indicati, quali, per esempio: le tesi di
licenza o di dottorato che hanno approfondito
qualche aspetto della persona o dell’attività
del Fondatore; la presentazione delle chiese
dedicate all’Allamano, costruite in paesi diversi
dove noi operiamo; e, a Dio piacendo e speriamo
presto, anche tutto il materiale collegato alla
canonizzazione.
P. Stefano Camerlengo, IMC
“D’ora innanzi la nostra sia una vita di speranza
di sempre nuove e più abbondanti benedizioni
su ciascuno in particolare e sull’Istituto.”
(G. Allamano - lettera 01.01.1919)
Missionari carissimi,
In questi primi mesi, noi della DG abbiamo
cercato di conoscerci, di vivere insieme
fraternamente, di condividere la riflessione
sulla missione dell’Istituto per arrivare a degli
orientamenti, a delle “linee guida”, come
le abbiamo volute chiamare, che siano di
riferimento per il nostro futuro. Giudichiamo
molto positivamente il tempo trascorso
insieme perché ci ha permesso di crescere nella
corresponsabilità, di fare “squadra”, di sentirci
comunità ed imparare una metodologia di
lavoro in comunione, fondamentale per aiutare
veramente la nostra famiglia.
Nostra prima preoccupazione è stata quella
di focalizzare l’attenzione sul pensare e sul
condividere, consapevoli che le decisioni che
seguiranno saranno la conseguenza dello stile
che abbiamo voluto scegliere. Non abbiamo la
pretesa di voler risolvere tutti i problemi, ma
desideriamo mettere le persone nelle condizioni
di riscoprire il senso di ciò che fanno e vivono,
alimentando continuamente le loro motivazioni.
Come sapete, in questi mesi abbiamo
“inventato” la pagina del LINK, una proposta
giovanile e fraterna che vuole dare spazio alla
comunicazione ed allo scambio diretto tra
noi e i missionari, sottolineando i principali
avvenimenti della nostra famiglia.
programma per i prossimi sei anni che, sebbene
destinato ad essere in seguito integrato dagli
apporti delle Conferenze di Circoscrizione,
rappresenta già una sintesi della visione della
DG per il prossimo futuro dell’Istituto.
Inoltre, abbiamo voluto lanciare “a mò di
concorso” un’iniziativa sulla Continentalità
a cui tutti possiamo partecipare, sentendoci
coinvolti e dando i nostri spunti e le nostre
idee. Vorremmo trovare, grazie ai vostri
contributi, un motto e un logo che esprimano
Attività della Direzione Generale
Saluti, ringraziamenti e racconto della vita!
nel contempo la volontà di rinnovamento e
la determinazione ad “uscire” per “passare
all’altra riva”.
Come capita ad ogni cambio di Direzione,
anche noi potremo aver sorpreso qualcuno nella
nostra volontà di organizzare l’Istituto. A tutti
quelli che hanno esercitato una responsabilità
nel recente passato, fraternamente vogliamo
dire il nostro grazie di vero cuore. Speriamo
che allargando la tenda della partecipazione
possiamo tutti contribuire alla costruzione
del Regno, nello spirito di famiglia proprio del
nostro Istituto e caro al nostro Fondatore.
La domenica 23 ottobre, Giornata missionaria
mondiale, abbiamo pubblicato le “Linee guida
della Direzione Generale”. Questo testo è un
primo passo ufficiale e introduttivo al nostro
15
da Casa Madre 11/2011
PROTETTORI DELL’ANNO 2012
varie Conferenze ci siamo dati l’impegno di
visitare alcune nostre presenze che esigono
vicinanza ed un accompagnamento particolare.
Attività della Direzione Generale
CONCLUSIONE
16
In comunione con le nostre sorelle Missionarie
della Consolata, abbiamo scelto come
accompagnatori - protettori del prossimo anno
i santi Francesco e Chiara. La proposta è carica
di significato. Prima di tutto pensiamo a due
grandi riformatori che, con umiltà e coraggio,
hanno aperto e rinnovato la Chiesa dal di
dentro. Inoltre, sono modelli ch ci provocano
in questi tempi di crisi ad impostare una
seria riflessione sull’economia, la povertà, la
condivisione. Infine, Francesco e Chiara ci
ricordano due aspetti fondamentali della nostra
vocazione missionaria: la sequela di Cristo e la
fraternità.
La lettera sarà divisa in cinque parti, presentata
in momenti diversi dell’anno e ogni intervento
metterà in luce un insegnamento particolare
dei due santi. Alla stesura dei testi di riflessione
partecipano tutti i membri delle due Direzioni
Generali. Concludo con una frase del nostro
Fondatore: “Noi quest’anno che abbiamo la
pratica della povertà e S. Francesco d’Assisi
per protettore, imitiamo pure S. Chiara che
conservava tanto spirito di povertà”.
ATTIVITÀ DELLA DG
Come DG abbiamo deciso di renderci
disponibili a partecipare a tutte le Conferenze
di Circoscrizione dell’Istituto. Con la nostra
presenza vogliamo sottolineare l’importanza di
camminare insieme come famiglia nell’ascolto
e nel dialogo fraterno, la volontà di decidere
e percorre cammini condivisi, la possibilità di
presentare quanto sogniamo e pensiamo per il
bene dell’Istituto.
Aspettando la conferma per le date delle
da Casa Madre 11/2011
Cari missionari, condivido con voi quanto sento
nel mio cuore; cerco di raccogliere ed esprimere
le speranze e le inquietudini di tutto il nostro
Istituto; cerco parole per arrivare al vostro cuore
e farvi sentire la gioia per la grazia della vocazione
che abbiamo ricevuto e la responsabilità che
tutti abbiamo affinché questa grazia si sviluppi
e arrivi alla pienezza in ciascuno di noi.
Come Direzione Generale invitiamo tutti a
“passare all’altra riva” per rilanciarci insieme
verso la missione, con entusiasmo e amore,
accogliendo il nuovo che avanza. Mi piace
immaginare tutto l’Istituto come una sola
persona, come un unica famiglia che prega con
devozione ai piedi della Consolata, invocando
con fervore crescente la misericordia di Dio
ed esprimendo, davanti all’immagine di Maria,
il desiderio più intimo del suo cuore: “Ecco la
serva del Signore. Avvenga per me secondo la
tua parola” ( Lc. 1,38 ). Lo Spirito Santo, scenda
su di noi perché possiamo nascere ad una vita
nuova e passare all’altra riva!
A tutti e ad ognuno, coraggio e avanti in
Domino!
“L’utopia di Francesco si è fatta… Chiara”
Missionari e Missionarie della Consolata
«Quest’oggi è S. Chiara, imitatela nelle sue virtù;
è stata 28 anni ammalata e, per non essere oziosa,
pur ammalata, lavorava.
Noi quest’anno che abbiamo la pratica della povertà
e S. Francesco d’Assisi per protettore,
imitiamo pure S. Chiara che conservava tanto spirito di povertà.»
(G. Allamano, 12 agosto 1917, Conf. Suore, vol. II, p. 119)
Carissimi Missionari e Missionarie,
un saluto di pace e gioia!
Vi raggiungiamo per presentarvi i
protettori che insieme abbiamo scelto per i due
Istituti per l’anno 2012:
S. Francesco e S. Chiara di Assisi.
Sono santi conosciutissimi e non
necessitano di lunghe presentazioni. Bastano
due brevi pennellate tratte dall’immensa mole di
scritti che si possono trovare sulla loro vita:
«Nel nuovo genere di vita che aveva abbracciato,
il servo dell’Altissimo non aveva altra guida se
non quella di Cristo» (S. Bonaventura, Vita di
S. Francesco, Assisi 1981, p. 32).
«Questo è Chiara: un arcobaleno di preghiera,
una parola d’amore sempre viva davanti
all’Altissimo, un grazie gioioso e infantile che
sboccia tra le più piccole, essenziali cose della
vita ed echeggia immenso nel cielo del Padre,
ed ha un nome: contemplazione» (G. Mancini,
ofm, Contemporaneità di S. Chiara, Assisi 1954, p.
40).
La ricerca vocazionale di Francesco e di
Chiara prende corpo a partire da alcuni incontri
significativi, dalla scoperta di alcune situazioni
di vita particolarmente problematiche: l’
incomprensione familiare, sociale ed ecclesiale;
il primo sconvolgente incontro con la realtà
della sofferenza e della povertà (lebbrosi ecc.);
la difficoltà a intuire fino in fondo la volontà di
Dio. Occorre saper rendersi conto delle diverse
realtà della vita; saper leggere gli eventi, viverli
pienamente, raccogliere in essi il messaggio
che Dio lancia, accogliere l’appello. La storia
personale di ognuno inizia con l’incontro di un
volto d’amore. Pensiamo alla nostra mamma;
su quel volto abbiamo imparato a decifrare la
vita: amore, affetto, dolcezza, tenerezza. Anche
Dio ha dato un volto all’amore; chiunque cerca
da Casa Madre 11/2011
Attività della Direzione Generale
S. Francesco e S. Chiara d’Assisi
Santi Protettori 2012
17
Dio cerca un volto. L’animo umano invoca
sempre: «Quando vedrò il tuo volto?» (Sl 41,3).
È interessante notare come frate Francesco e
sorella Chiara, nel loro Testamento, ricordano
in che modo è avvenuta la rivelazione di Dio
per sé per i loro compagni e compagne:
volto di Dio per la nostra vita e missione,
nella costruzione di comunità sempre
più vere e cristiane.
·
La dimensione contemplativa della
missione, assolutamente necessaria per
reggere la vita umana, per poter vedere le
cose e pensare la realtà. Il contemplativo
non ha paura di perdere niente, non
ha la tentazione di “fare il bene” per
giustificare la propria missione. «Tutte
le nostre parole non valgono niente, se
non c’è la grazia di Dio. Il nostro primo
dovere non è lo sbracciarsi ma il pregare»
(Così vi Voglio, 176).
·
L’accento sulla povertà, sulla
condivisione,
sulla
essenzialità
evangelica. Nel momento attuale di
forte crisi economica e sociale il richiamo
alla povertà, in tutte le sue dimensioni,
diviene necessario e profetico. «Quel che
c’è da imitare in S. Chiara d’Assisi è lo
spirito di povertà. Era nobile eppure ha
lasciato tutto. Le sue suore erano tanto
povere che il Papa mandò loro a dire
che “possedessero”, ma la Santa rispose
supplicando che concedesse loro di non
possedere nulla e di vivere di carità. Essa
aveva paura che la comunità divenisse
ricca e perdesse lo spirito religioso.
Quante comunità sono andate in aria
per mancanza di spirito di povertà!...
Dei denari sì, averne, ma per far del
bene e non per star bene. Man mano
che il Signore ne manda, s’impiegano in
opere buone; e poi, a chi osserva bene
la povertà il Signore non lascia mancar
niente. Sentire gusto di avere il puro
necessario e di mancare talvolta anche
di qualche cosa necessaria. Fare voto di
povertà e non voler mancar di niente è
una ricca povertà» (G. Allamano, 12
Agosto 1920, Conferenze alle Suore, vol.
III, p. 110).
Attività della Direzione Generale
«E dopo che il Signore mi donò dei frati,
nessuno mi mostrava che cosa dovessi
fare; ma lo stesso Altissimo mi rivelò
che dovevo vivere secondo la forma
del santo Vangelo. Ed io con poche
parole e semplicemente lo feci scrivere,
e il signor Papa me lo confermò» (Fonti
Francescane, 116).
18
«Dopo che l’altissimo Padre celeste
si fu degnato, per sua misericordia
e grazia, di illuminare il mio cuore
perché incominciassi a fare penitenza,
dietro l’esempio e l’ammaestramento
del beatissimo padre nostro Francesco,
poco tempo dopo la sua conversione,
io, assieme alle poche sorelle che il
Signore mi aveva donate poco tempo
dopo la mia conversione, liberamente
gli promisi obbedienza, conforme
alla ispirazione che il Signore ci aveva
comunicata attraverso la lodevole vita e
l’insegnamento di lui» (ChTest. 24-26:
Fonti Francescane, 2831).
Nello spirito di comunione che
caratterizza il cammino dei due Istituti, abbiamo
voluto scegliere due protettori e, per la prima
volta, presentarli insieme alla riflessione e
preghiera dei Missionari e delle Missionarie
con una lettera comune.
Tra le numerose motivazioni che ci hanno
condotto alla scelta di Francesco e Chiara
vogliamo sottolinearne alcune:
· La dimensione maschile e femminile
dello stesso carisma e missione, vissuti
nella santità di vita da due orizzonti
diversi e convergenti nel cuore di Cristo.
·
La proposta forte della fraternità: il
dono del fratello e della sorella come
da Casa Madre 11/2011
· L’invito
al
rinnovamento
e
ristrutturazione degli istituti, con
coraggio e umiltà. Francesco si preparò
Come realizzeranno Francesco e Chiara
questo mandato?
«Francesco andrà per il mondo libero
di rivivere la povertà e l’obbedienza
del Figlio di Dio nella “vastità della sua
clausura aperta”, testimone del vangelo
con la parola e con l’opera.
Chiara, invece, sarà lì a San Damiano,
donna di fede e di povertà, rinchiusa in un
silenzio senza fine, come Maria la madre
del Signore; terreno vergine spalancato
continuamente allo Spirito del Signore,
perché Francesco e i suoi possano
riparare compiutamente la Chiesa, con
la loro esistenza povera e umile di servi
dell’Altissimo e la testimonianza del suo
silenzio di “donna del Vangelo” non sarà
meno efficace di quella di Francesco»
(Chiara Augusta Lainati, S. Chiara d’Assisi,
Assisi, 1989, p. 57).
Per noi oggi “riparare” e ricostruire”
divengono
due
atteggiamenti
fondamentali
per
realizzare
il
rinnovamento e la ristrutturazione
auspicati dai nostri capitoli. Francesco
“ripara” la Chiesa di san Damiano,
partendo dal materiale che ha a
disposizione e riscattando le rovine, che
divengono di fatto le basi, il sostegno
della novità che su di esse si appoggia: «Ti
guiderà sempre il Signore, ti sazierà in
terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai
come un giardino irrigato e come una
sorgente le cui acque non inaridiscono.
La tua gente riedificherà le antiche
rovine, ricostruirai le fondamenta
di epoche lontane. Ti chiameranno
riparatore di brecce, restauratore di
case in rovina per abitarvi» (Is 58, 1112).
Il cambiamento passa non dalla ricerca
del nuovo fine a se stesso, ma dalla
capacità di “riparare/ricostruire” la
nostra “casa comune” sulle fondamenta
originali, con lo sguardo rivolto al
futuro.
«Francesco e Chiara: due esseri umani
che si danno reciprocamente la gioia di vedere
amato il Signore come ciascuno di loro lo
vuole amare e che sono nati da un unico Spirito
per attuare un unico programma: la sequela
limpida e lineare del Vangelo, in una funzione
complementare» (Lainati, p. 53).
«Una è la vocazione francescana: rivivere
Cristo. Ma c’è un solo modo per rivivere
interamente il Cristo quaggiù, nel suo essere
insieme totalmente per il Padre e totalmente
per gli uomini: ed è essere, insieme, Francesco
e Chiara» (ibidem, pp. 56-57).
Attività della Direzione Generale
a scoprire il Cristo povero e crocifisso
nella chiesa di san Damiano. Le biografie
riportano questo incontro che è posto
al termine del cammino di conversione:
«Era già del tutto mutato nel cuore e
prossimo a divenirlo anche nel corpo,
quando, un giorno, passò accanto alla
chiesa di San Damiano, quasi in rovina
e abbandonata da tutti. Condotto
dallo Spirito, entra a pregare, si prostra
supplice e devoto davanti al Crocifisso e,
toccato in modo straordinario dalla grazia
divina, si ritrova totalmente cambiato.
Mentre egli è così profondamente
commosso, all’improvviso l’immagine
di Cristo crocifisso dal dipinto gli parla,
movendo le labbra. “Francesco, – gli dice
chiamandolo per nome – va’, ripara la
mia casa che, come vedi, è tutta in
rovina”» (Fonti Francescane, 593-594).
Una lettera con più capitoli
Due sono gli obiettivi di questa lettera insieme:
1. Offrire una riflessione congiunta, articolata
in più parti, che ci accompagni per tutto il 2012
2. Esprimere il legame tra i protettori e le
tematiche proposteci dai nostri Capitoli generali
Per raggiungere questi obiettivi, la
composizione delle diverse parti della lettera è
affidata di volta in volta ai membri delle due
Direzioni Generali, seguendo questo schema:
09 Novembre 2011:
· Introduzione e motivazione
per la scelta dei due protettori
annuali.
da Casa Madre 11/2011
19
P. Stefano e Sr. Simona.
16 Febbraio 2012 – Festa del Fondatore:
· Carisma e Vita Consacrata. P.
Ugo e Sr Jacinta.
20 Giugno 2012 – Festa della Consolata:
· Missione. P. Salvador e Sr
Natalina.
12 Agosto 2012 - S. Chiara:
· Formazione. P. Pendawazima e
Sr Cecilia
04 Ottobre 2012 - S. Francesco:
· Povertà – Ecologia –
Essenzialità – Condivisione. P.
Marco e Sr Carmelita.
Attività della Direzione Generale
Per continuare il cammino
20
L’incontro col Cristo ha trasformato la vita
di Francesco e di Chiara, rendendoli fratello e
sorella di misericordia, nella rinuncia ad ogni
potere, ad ogni pretesa, ad ogni dominio e ad
ogni possesso. Chiara e Francesco diventano
“un’altra persona”: la loro lunga ricerca li porta
a scegliere Dio, unica ricchezza, in uno stile di
vita povero e semplice.
«Siamo pochi e non abbiamo prestigio.
Che cosa possiamo fare per consolidare
le colonne della Chiesa? Contro i
Saraceni non possiamo lottare perché
non possediamo armi. E poi, che
cosa si ottiene combattendo? Non
possiamo lottare contro gli eretici,
perché ci mancano argomenti dialettici
e preparazione intellettuale. Noi
possiamo offrire solo le armi dei
piccoli, cioè: amore, povertà, pace. Che
cosa possiamo mettere a servizio della
Chiesa? Solo questo: vivere alla lettera il
Vangelo del Signore».
(S. Francesco, citato in Ignacio
Larrañaga, Nostro Fratello di Assisi,
Padova 1986, p. 158)
Francesco e Chiara ci siano di stimolo e
incoraggiamento nel cammino missionario
che, oggi come allora, ci chiede di vivere con
da Casa Madre 11/2011
gioia e semplicità il Vangelo del Signore.
In comunione,
Roma, 09 Novembre 2011
Festa della Dedicazione
Lateranense
della
Basilica
P. Stefano Camerlengo, IMC Sr Simona Brambilla, MC
Novembre 2011
P. Michelangelo Piovano, IMC
UNA “MAGNIFICA” NOTIZIA PER L’ISTITUTO
Oggi, abbiamo ricevuto la bella notizia che il nostro padre Alberto Trevisiol, dottore in Storia della
Chiesa e professore Universitario, è stato nominato Rettore Magnifico della Pontificia Università
Urbaniana di Roma, dove da diversi anni insegna. La notizia era già nell’aria, ma solo in queste
ultime ore, ha avuto la sua conferma ufficiale. Questa nomina è un atto di stima per il nostro
confratello e anche una grande soddisfazione per il nostro Istituto. Al padre Alberto la nostra
collaborazione ed il nostro sostegno fraterno, affinché possa svolgere questo suo servizio “bene”,
secondo lo spirito del nostro Fondatore, il Beato Giuseppe Allamano.
Casa Generalizia
DIARIO DELLA CASA GENERALIZIA
Roma 09.11.2011
Padre Stefano Camerlengo,
Padre Generale
21
da Casa Madre 11/2011
1° Novembre: nel celebrazione di Tutti i Santi
e nel ricordo dei nostri defunti ci rechiamo
comunitariamente al Cimitero del Verano per
la recita del S. Rosario presso la nostra tomba.
In questo giorno ricordiamo e celebriamo
anche il 60° di professione di P. Ernesto Tomei.
Lo ringraziamo per il suo grande esempio di
fedeltà e servizio all’Istituto per tanti anni.
4 Novembre: la comunità si riunisce al
completo per preparare il progetto Comunitario
di Vita e la programmazione comunitaria. Ci si
confronta con le indicazioni del XII Capitolo
Generale e della Direzione indicate nella lettera
“Passiamo all’altra riva”. Prima in gruppi e
poi in assemblea vengono esaminate le varie
dimensioni della nostra vita comunitaria ed
indicate le linee di programmazione.
Casa Generalizia
8 Novembre: durante il pranzo il Superiore
generale ci comunica una bella notizia:
padre Alberto Trevisiol è stato nominato
Rettore Magnifico dell’Università Urbaniana.
Accogliamo la notizia con un bell’applauso e
facciamo gli auguri al nostro confratello per
l’incarico ricevuto. Un buon gelato addolcisce
e completa questa gioia di famiglia.
22
10 Novembre: Inaugurazione dell’anno
accademico dell’Università Urbaniana. Durante
la Messa, S.E. Mons. Fernando Filoni, Preffetto
della Congregazione per l’Evangelizzazione
dei Popoli, comunica ufficialmente che il
padre Trevisiol è il nuovo Rettore Magnifico
dell’Università.
Nell’ Auditorium Padre Trevisiol con un
brillante discorso inaugurale presenta a tutti
l’Università, la sua missione ed il servizio che
compie per la chiesa missionaria.
Alla fine di questa sessione inaugurale vengono
premiati, con una medaglia d’oro, i migliori
studenti dell’anno in base ai risultati ricevuti:
siamo contenti nel sentire pronunciare il nome
di Padre Josè Martin Serna che ha concluso il
baccalaureato in Missiologia con ottimi risultati
e per questo anche lui premiato.
Oltre a lui anche una nostra consorella: Suor
da Casa Madre 11/2011
12 Novembre: all’ora del pranzo in clima festivo
uniamo vari momenti di saluto e ringraziamento:
di padre Michelangelo Piovano che, dopo 6 anni
come superiore della comunità, parte per una
nuova destinazione, quella di Torino in Casa
Madre.
L’arrivo di padre Vedasto Kwajaba e l’inizio
del suo servizio come superiore della Casa
generalizia.
Celebriamo anche il Compleanno di P. Cyrus
Karuthi, la nomina di Padre Alberto Trevisiol
come Rettore Magnifico dell’Urbaniana e la
premiazione di P. Josè Martin Serna per i risultati
ottenuti.
Per l’occasione troviamo il refettorio preparato
a festa, un ottimo pranzo, del buon vino,
ma soprattutto la gioia dello stare assieme,
dell’assumere nuovi servizi nell’Istituto e nella
Chiesa e del costruire un po’ quella famiglia
come la voleva il nostro Padre Fondatore.
23-25 novembre: il Vice-Superiore generale
partecipa a Roma all’Assemblea dei Superiori
generali (USG).
Dal 26 novembre al 1° dicembre si reca in
Polonia per visitare la comunità dove vi sono
tre nostri confratelli.
Domenica 27 novembre: iniziamo il tempo
di Avvento.
Momenti forti per la comunità in questo tempo
liturgico saranno la Lectio Divina Settimanale
ed un Ritiro predicato dal padre Innocenzo
Gargano, monaco Camaldolese.
Vita nelle Circoscrizioni
Stefania Raspo, come miglior studente del Corso
di teologia di Base. Ad entrambi i nostri auguri
ed un certo orgoglio per tutti noi.
La sera ci troviamo nuovamente come comunità
per completare il progetto Comunitario di Vita.
La notte prime partenze dei Consiglieri Generali:
Padre Ugo Pozzoli per il Kenya dove predicherà
gli Esercizi Spirituali ai missionari della Regione
e Padre Marco Marini per l’Etiopia, Djubouti e
poi anche lui il Kenya.
13 Novembre: il Superiore generale parte anche
lui per il suo primo viaggio in Venezuela e
Messico.
Brasile
15 Novembre: ricordiamo i nostri defunti con
la celebrazione eucaristica presieduta dal Vicesuperiore generale P. Dietrich Pendawazima.
Partecipa anche tutta la comunità del Seminario
teologico di Bravetta. In essa vengono ricordati
in modo particolare i nostri confratelli defunti
di questo ultimo anno. Dopo la Messa ci
troviamo assieme per la cena ed un momento di
condivisione fraterna.
23
da Casa Madre 11/2011
Italia
Vita nelle Circoscrizioni
24
LETTERA DEL SUPERIORE
P. Sandro Carminati, IMC
Si chiude questo mese di ottobre, il mese
missionario. Durante questo mese la chiesa
intera ha pregato e riflettuto soprattutto sulla
sua identità: la missione, sicura, come ci ha
ricordato il Papa nel suo messaggio per al
GMM ’11, che “l’incessante annuncio del Vangelo
vivifica anche la Chiesa, il suo fervore, il suo spirito
apostolico, rinnova i suoi metodi pastorali perché siano
sempre più appropriati alle nuove situazioni, anche
quelle che richiedono una nuova evangelizzazione”.
Come missionari e come chiesa ci sentiamo
sempre interpellati in prima persona a
rispondere al mandato di Gesù: annunziare
incessantemente e ovunque il Vangelo con la
vita e la testimonianza.
comunità e, come conseguenza, scegliere
alcune linee di azione comune per animare e far
crescere le comunità locali nella vita spirituale
e nell’impegno missionario. Siamo invitati a
vivere questo tempo di post-capitolo in forma
più attiva lasciandoci coinvolgere dalla Parola
di Dio che ci invita alla coerenza con la nostra
consacrazione religiosa e missionaria.
A- Trascorsi questi mesi: celebrazione del
capitolo, l’estate, l’elezione della nuova
Direzione regionale e altri avvenimenti di
famiglia già menzionati nella comunicazione
precedente, n. 35, siamo entrati nella normalità
del nostro camminare regionale. Nella
casa di Bedizzole, il 24 ottobre scorso, si è
radunato il Consiglio regionale per eleggere
il Vice Superiore regionale, il p. Michelangelo
Piovano. Durante la preghiera del vespro,
alla presenza dei superiori locali delle nostre
comunità, il Vice superiore regionale, prima di
assumere il servizio della Direzione regionale,
ha emesso la sua professione di fede, mentre
i Consiglieri: pp. Carlo Biella e Giovanni
Treglia, il giuramento nella forma prevista dalle
nostre Costituzioni. Il Superiore regionale
aveva emesso la sua professione di fede il 3
ottobre scorso durante la preghiera dei vespri
in Casa Madre. Il p. Msumange Godfrey
farà il giuramento nel prossimo incontro del
Consiglio, a fine novembre, al rientro dalle sue
vacanze in Tanzania. Così la nostra Direzione
regionale sarà al completo per svolgere il suo
servizio alla Regione per i prossimi tre anni.
C- Gli Atti del XII Capitolo, che sono stati
inviati a tutti i missionari, poggiano su due grossi
messaggi: il primo fa urgenza a tutto l’Istituto
perché entri con più energia ed entusiasmo
in un atteggiamento di “conversione”,
migliorando la “qualità” della vita spirituale
e ravvivando le motivazioni vocazionali; il
secondo impegno è ribadire per tutti che la
finalità-carisma della nostra famiglia religiosa
e missionaria è per i “non cristiani”, dovunque
essi si trovino. Luogo privilegiato per unire in
sinergia gli sforzi e perseguire il rinnovamento
spirituale auspicato dal Capitolo, è la “comunità
locale” animata dal proprio superiore. Per cui,
la riflessione e i suggerimenti lasciati ai superiori
locali vanno in questa linea: animare la propria
comunità all’impegno di conversione personale
e comunitaria passando attraverso una presa
di coscienza più matura e coerente dei nostri
impegni di consacrati a Dio per la missione; il
“prima santi e poi missionari” dell’Allamano.
Ogni comunità locale è invitata a riunirsi, a
riflettere, a programmare con il chiaro proposito
non solo di “fare delle cose e farle insieme” ma
domandarsi “perché” farle e farle insieme. Sarà a
partire da questa riflessione e presa di coscienza
rinnovata che le nostre motivazioni di fede e
vocazionali diventeranno il motore trainante
della nostra vita personale e comunitaria verso
una qualità di vita comunitaria più in sintonia
con i valori del Vangelo e le necessità della
missione.
B- L’incontro dei superiori locali a Bedizzole,
dalla sera del 24 ottobre fino al 27 a pranzo,
aveva la finalità di lasciarci illuminare dal XII
Capitolo, avvicinarci al testo degli Atti, fare
una radiografia della regione e delle singole
Alla fine dell’incontro è stata raccolta una
“pioggia di idee” in vista della preparazione
alla prossima Conferenza regionale, prevista
durante il mese di maggio del prossimo anno.
Il prossimo consiglio di fine novembre metterà
da Casa Madre 11/2011
D- Concluso l’incontro con i superiori, il
Consiglio regionale ha continuato i suoi lavori
di riflessione e pianificazione. Una Direzione
nuova, con membri nuovi, ha bisogno all’inizio di
un tempo per comprendere la nostra complessa
realtà regionale: le persone, le case, le opere,
l’economia, l’organizzazione. A tutti questi temi
si è dato un tempo per analizzare e cercare di
capire. Sono poi state prese in considerazioni
alcune destinazioni necessarie sia per rispondere
a situazioni nuove che sono intervenute, come
per una migliore presenza sul territorio:
- Si è ritenuto opportuno che il nuovo Vice
superiore, il p. Michelangelo Piovano, fosse
anche il superiore di Casa Madre per coordinare
le attività di questa complessa comunità e poter
seguire, insieme al Superiore regionale, la vicina
comunità di Alpignano. A p. Mura Vincenzo,
che ringraziamo per il servizio attento reso in
Casa Madre in questi tre anni, e la disponibilità
al cambio.
G- Da diverse parti si sente la necessità di dare
inizio a una ristrutturazione delle attività e delle
strutture della regione che tenga conto delle
nostre forze e finalità. Il Consiglio, accogliendo
i suggerimenti, si è già orientato verso la
composizione di una o più commissioni ad
hoc. Per quanto riguarda invece la preparazione
della Conferenza regionale, nel Consiglio
di fine novembre verranno scelti i temi da
prendere in considerazione, la metodologia da
adottare, con relativi nomi di confratelli che
saranno coinvolti nel coordinare la riflessione
e la preparazione stessa.
Oggi, 31 ottobre, ricorre l’81° anniversario
della morte della Venerabile Suor Irene Stefani.
Mentre ci auguriamo che la commissione di
esperti dia il suo parere favorevole al miracolo
dell’acqua attribuito alla sua intercessione,
vogliamo pregare perché lo spirito di santità e
lo zelo per le anime di Suor Irene, diventi per
ciascuno di noi modello e incitamento per la
nostra perseveranza nel bene.
In unione di preghiera.
- Con la malattia del p. Antonino Accoto, si è
resa necessaria la presenza di un altro confratello
a Martina Franca per collaborare con le attività
della casa e gli impegni con la parrocchia di
San Francesco. Si è chiesto al p. D’Acquarica
Francesco di lasciare Rivoli e di ritornare al sud,
a Martina Franca, per assumere questo servizio,
appena possibile. A Rivoli lo sostituirà il p. Mura
Vincenzo in qualità di superiore economo.
Vita nelle Circoscrizioni
in atto la modalità della preparazione alla
conferenza e lo farà conoscere a tutta la regione.
- Domenica 23 ottobre si è chiusa definitivamente
la casa e la comunità di San Valentino. I padri
Athos Antoniani e Fernando Paladini sono stati
trasferiti in Casa Madre, mentre il p. Tommaso
Sottocorna è stato destinato alla comunità di
Cavi di Lavagna.
Italia
- Ultimamente è stato destinato alla nostra
regione il p. Peter Njoroge, keniano, proveniente
dalla Corea; a lui è stato chiesto di unirsi alla
comunità di Bevera per collaborare con le molte
attività della casa.
- Infine, alla comunità di Milano è stato destinato
il p. Vincenzo Salemi; raggiungerà la nuova sede
appena sarà libero dai suoi precedenti impegni
in Casa Madre.
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da Casa Madre 11/2011
Portogallo
Vita nelle Circoscrizioni
Consolata vai viver Ano Allamaniano
Lucília Oliveira
O padre António Fernandes decretou o Ano
Allamaniano, a ser lançado na peregrinação
da Consolata, de 2012 e com duração até
à peregrinação de 2013, em Fevereiro. O
superior provincial quer 12 meses dedicados a
«reflectir sobre a nossa [da Consolata] vocação
na Igreja». O missionário português quer
«provocar grupos e paróquias» nesta vivência
vocacional.
Até Fevereiro de 2012, abertura do Ano
Allamaniano, dois grupos da Família Missionária
da Consolata, vão coordenar a publicação
de dois livros. Os Solidários Missionários
da Consolata vão reunir os contributos dos
diversos grupos para a publicação «(H)ora com
Allamano», uma iniciativa que visa congregar
todos a rezar uma hora, às terças, com o
Pai fundador do Instituto Missionário da
Consolata. O Grupo de Reflexão Allamano vai
coordenar uma publicação com 12 temas, um
para cada mês desse ano dedicado ao fundador,
mais vocacionados para a reflexão, ligados à
espiritualidade missionária.
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da Casa Madre 11/2011
António Fernandes expressou a sua vontade
de as comunidades de Águas Santas, Fátima
e Cacém oferecerem, de três em três meses,
um fim-de-semana de formação sobre um
tema da pedagogia Allamaniana. O objectivo
é «oferecer às pessoas a possibilidade de se
encontrarem com Allamano», salientou o
sacerdote. A rematar este ano, o superior espera
que seja concluído com um festival de Canção
Allamaniana, em 2013, dando oportunidade de
aparecerem novidades no campo da poesia e da
música, entre outras. António Fernandes, IMC
Estimados Amigos,
Espero que ao receberem esta comunicação
da parte do conselho regional se encontrem de
bem.
Queremos, como manifestámos anteriormente,
partilhar aspectos que reflectimos na nossa
reunião e ao mesmo tempo dar-vos a conhecer
algumas decisões que foram tomadas. A reunião
do Conselho Regional durou dois dias (2526.10.2011) e teve duas partes distintas. O
primeiro dia foi realizado como conselho regional
e podemos afirmar que foi o primeiro em que
verdadeiramente reflectimos sobre a nossa vida
e das nossas comunidades. Na visita realizada,
por mim, tive a oportunidade de conversar com
todos e, ao mesmo tempo, aproximar-me da
realidade e vida dos missionários.
Quero agradecer a todos pela disponibilidade,
abertura e amizade com que me receberam e
permitiram aproximar-me de cada um, muitas
vezes possibilitando entrar em aspectos sagrados
que vive cada pessoa. Partilho convosco algumas
impressões, fruto dos diálogos pessoais, que
podem ter o perigo de ser muito limitadas.
Alguns pontos que saliento:
* A construção do projecto missionário
continua sendo um grande desafio. Poderemos
continuar a construir a nossa missão de uma
forma desarticulada e individual?
* É urgente criar mais dialogo e interligação
entre os diferentes sectores da nossa missão,
para que a nossa vida comunitária não se
resuma ao mínimo (horários e orações) e
possamos potenciar verdadeiramente o espirito
de comunhão e de corpo que deve ser a marca
de viver e construir a nossa missão como
religiosos.
Acreditamos que é importante ir reorganizando
a nossa vida e actividades, tendo presente,
como prioridades, aspectos e sectores
importantes da nossa vida missionária, para
que possamos desde já preparar a próxima
conferência regional a ser realizada em Abril de
2012. Julgamos importante dar importância e
implementar uma maior reflexão nos campos:
vocacional, formação missionária, comunicação
e economia. Articulando reflexões, propondo
caminhos e propostas concretas de acção nos
diversos sectores para o próximo ano.
Portogallo
* Existe muita vida e actividade nas nossas
comunidades. As estruturas que temos, as
actividades que realizamos, as pessoas que
encontramos e nos acompanham nas
diversas actividades são uma riqueza
e uma potencialidade a ser cada vez
mais enriquecida.
de uma maior reflexão ao interno do Instituto
sobre temas que nos dizem respeito e que
tocam a nossa vida (espiritualidade, seguimento
de Jesus, espirito de família, etc...)
Vita nelle Circoscrizioni
Comunicado do Conselho Regional
* Senti na grande maioria a vontade
de caminhar e contribuir com a
própria vida para o enriquecimento
da região, mas também ouvi um apelo
constante para que se estabeleça nas
comunidades e na região um clima de
maior comunicação.
* Muitas vezes senti da parte de
todos a necessidade de apostar mais
na pastoral vocacional e na criação
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da Casa Madre 11/2011
Amazzonia
Vita nelle Circoscrizioni
“RORAIMA – ENTRE PROFECIA E MARTÍRIO”
P. Jaime Patias, IMC
A diocese de Roraima lançará
em português o livro “Roraima
- entre profecia e martírio”,
do bispo emérito de Roraima,
dom Aldo Mongiano. O livro
é o relato da história de dom
Aldo como missionário durante
o período em que esteve como
bispo prelado e, posteriormente,
bispo
diocesano.
“Não pretendo fazer a história
de Roraima, mas colaborar com
quem a escreverá. Escrevi o livro
porque sinto certo dever de fazer
isso, as não pretendo fazer nem
historiografia nem autobiografia.
Nossa realidade missionária
foi tão original que alguém de
longe poderia achá-la estranha
ou errada. Neste meu escrito,
há só o que eu vi, fiz, falei”, diz
o trecho da introdução do livro
escrita por dom Aldo Mongiano.
Segundo o bispo de Roraima,
dom Roque Palosqui, o livro
conta as lembranças do bispo
emérito de 1975 a 1996. “O
livro não é um fruto de uma
pesquisa histórica, mas um
relato apaixonado de um
homem que viveu a alegria de
seu sim missionário plenamente
nas palavras da Constituição
Pastoral Gaudium et Spes
‘as alegrias e as esperanças, as tristezas e as
angústias dos homens de hoje, sobretudo dos
pobres e de todos aqueles que sofrem, são
também as alegrias e as esperanças, as tristezas
e as angústias dos discípulos de Cristo; e não há
realidade alguma verdadeiramente humana que
não encontre eco no seu coração” (GS 1).
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da Casa Madre 11/2011
Dom Roque afirmou ainda que durante
vários anos esteve ao lado de dom Aldo
participando direta e indiretamente dos muitos
acontecimentos relatados no livro. “Digo que
as memórias daquele que um dia ousou viver
a opção preferencial pelos pobres, defendendo
de maneira intransigente e incansável os
direitos dos povos indígenas de Roraima
são o retrato fiel do que aconteceu”, disse.
Kyangoma C. Wambua, IMC
El día 21 de Octubre de 2011, la comunidad
de CAFTI (Comunidad Apostólica Formativa
Teológica Internacional) Bogotá, fue cubierta
con loa en el aire por la celebración maravillosa
que se realizó como fue la Institución de los
Ministerios de Acolitado y Lectorado de algunos
de nuestros formandos, al igual que la bienvenida
del nuevo rector y despedida del saliente.
esta comunidad con todo el Instituto Misiones
Consolata, con todos los ancestros de este
Instituto, la Iglesia universal, y con lo Divino.
También recordamos la familia de Padre
Armando Olaya y hermano Alfred Ogwago
Aseto, quienes están de luto por la pascua
de sus seres queridos: Álvaro Olaya y Edwin
Ogwago.
Además de los miembros de la CAFTI, se
contó con la presencia de la comunidad
parroquial, Nuestra Señora de la Consolata (El
Vergel), representada por su párroco, el Padre
Ricardo Bocanegra, y, nuestros hermanos de
la comunidad local formativa filosófica bajo el
servicio del diácono Gabriel Armando como el
líder en ausencia del rector, Padre Juan Pablo de
los Ríos por razón de un retiro espiritual, también
se hicieron presentes las hermanas Misioneras
de la Consolata bajo el apreciable liderazgo de
la madre Regional, sor Judith Kikoti mc y otras
hermanas; quienes estuvieron presentes en esta
estupenda jornada. En sintonía con nuestras
misiones fronterizas, contamos con la presencia
del teólogo Efraín María Ocaño, quien tomó la
parte principal de animar toda la celebración por
medio de la música con la ayuda generosa de
Janet y Ricardo, jóvenes, y músicos de nuestra
Parroquia.
Todos
estos
acontecimientos
fueron
manifestados y celebrados en torno a la
Eucaristía presidida por el Padre Joaquín
Pinzón, el cual confirió a nuestros formandos
los ministerios transitorios del Lectorado
y Acolitado, los cuales son momentos
significativos en el camino de preparación a
la misión, desde el servicio y la entrega. Los
siete Acólitos son: Juan Gabriel Acosta, Adrian
Hurtado de Jesús, Otieno Paul Onyango,
Madeje paulino Joseph, Mungai Patrick Irungu,
Ssimbwa Lawrence y Kyangoma C. Wambua,
fueron instituidos siervidores en la comunidad
eclesial a llevar la mesa del Señor al pueblo y a
la vez llevar el pueblo a la mesa divina.
Los nuevos acólitos
Además, Macharia Nicholus Muturi, Bení
Nzung’aloets Kapala, Gilberto de la Silva,
Mwangi Joseph Kariuki y Komote Stephen
Adung’o fueron instituidos Lectores los cuales
están llamados a contemplar y testimoniar la
Palabra.
Bogotà
La celebración estuvo marcada por
acontecimientos significativos para nuestra
comunidad y para la Iglesia universal: en primer
lugar nos unimos a celebrar la vida entre
hermanos, hermanas y amigos. En segundo lugar
la Institución de los Ministerios del Lectorado
y Acolitado de nuestros hermanos, se recordó
también la memoria de la pascua de Beata
Madre Laura Montoya, al igual que la despedida
al saliente formador, Padre Joaquín Pinzón, y
la toma de posesión del nuevo superior local, y
a la vez el rector del seminario Teológico de la
Consolata en Bogotá, padre Lisandro Rivas.
Vita nelle Comunità
CAFTI
Todo fue alimentado con alabanza, cortesía,
agradecimientos y ofreciendo sacrificios y
libaciones por una unión concreta entre los de
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da Casa Madre 11/2011
Bogotà
Vita nelle Comunità
Grupo de nuevos lectores
Apremia mencionar la recepción dada a todos
por doña Silvia, doña Berta y doña Mariluz
(las cocineras), en el comedor donde todos
fueron saciados con los bienes, frutos de la
tierra y sudor de los hombres y mujeres. El
ambiente estubo lleno con los brindis de vino,
gritos de loa, canciones de alabanza y luces de
cámaras tomando fotos para marcar este día
tan maravillo.
La clausura llegó por el partir y compartir la torta la cual marco oficialmente el comienzo del
servicio misionero en esta misión por el padre, hermano mayor, acompañante, amigo y servidor
Lisandro con gritos de alabanza al Todopoderoso por sus maravillas acontecidos entre nosotros.
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da Casa Madre 11/2011
P. Francesco Giuliani, IMC
Il governo di Asmara sta deliberatamente
omettendo di comunicare la gravità della crisi
umanitaria nella regione di Dankalia, piegata da
mesi di siccità e carestia: è la denuncia formulata
dall’Organizzazione democratica Red Afar
(Rsado) di opposizione al governo di Isaias
Afewerki.
Gli attivisti denunciano inoltre la deviazione,
da parte delle autorità, degli aiuti internazionali
destinati alla comunità Afar, costretta ad emigrare
dalle zona in cui tradizionalmente pascolano le
greggi, in seguito all’eruzione di un vulcano nel
sud del paese, risalente al giugno scorso.
“Non un aiuto o una coperta sono stati
distribuiti” ha denunciato in un’intervista al
‘Sudan Tribune’ Yasin Mohammed Abdela,
portavoce della Rsado, secondo cui le comunità
di pastori “sono state evacuate dall’area in cui si
è diffusa una nube di cenere e gas, per poi essere
abbandonate nelle radure e foreste”.
Vita nelle Comunità
COMUNITA’ AFAR IN PERICOLO
La severa malnutrizione e le malattie che
cominciano a diffondersi nei campi profughi,
sorti spontaneamente dopo l’evacuazione,
stanno gravemente minacciando la vita di donne
e bambini che costituiscono la maggioranza
degli sfollati.
Djiboutii
La Rasdo denuncia l’atteggiamento del governo
di Asmara come parte di una più ampia e brutale
“pulizia etnica” in atto contro le minoranze
etniche del paese, la cui stampa è fortemente
controllata dalle autorità.
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da Casa Madre 11/2011
Bravetta
15 STUDENTI rinnovano la professione
Peter Lengurnet, IMC
‘Signore, è bello per tutti noi essere qui..’ Mt.
17, 4-5.
La comunità internazionale dei teologi IMC
di Bravetta si è ritrovata unita il primo di
Novembre 2011 nella casa delle suore Ancelle
di Cristo Re, di via Montecucco, Roma, per un
ritiro in preparazione alla rinnovazione della
professione religiosa di 15 giovani studenti
di teologia provenienti da diverse nazionalità:
Congo, Kenya, Mozambico, Tanzania,
Colombia e Venezuela.
Vita nelle Comunità
In questo giorno, in cui la chiesa celebra la
solennità dei santi siamo stati invitati a pregare
Dio affinché doni alla chiesa la gioia di celebrare
i meriti e la gloria di tutti i santi e concedere a
tutti l’abbondanza della sua misericordia.
Nella parte introduttiva P. Sandro Carminati,
Superiore Regionale, che ha orientato la
riflessione ha relazionato due circostanze:
il ritiro e il rinnovo dei voti, sottolineando il
significato di ‘dedicarsi per il tempo’. Il brano
del vangelo della trasfigurazione (Matteo 17:
1-9) ha illuminato la riflessione del giorno. La
trasfigurazione mette in risalto la missione e
la persona di Gesù. Gesù ha voluto scegliere
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da Casa Madre 11/2011
tre discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni per
accompagnarlo sul monte, per rivelare loro la
sua personalità e la sua missione salvifica.
La giornata si é conchiusa nel tardo pomeriggio
con la celebrazione dell’eucaristia in cui Olivier
Musinga, Leonard Manziga, Geoffrey Menya,
Julian Andrés Salazar, Bienvenu Kasuba,
Celestino Victor Mussomar, Bernard Obiero,
Peter Lengumet, Thomas Mushi, Carlos José
Salazar, Fabrice Bakebe, Danstan Mushobolozi,
Charles Mwanga, Gregory Musyoka, Mapinduzi
Simbeye hanno rinnovato il loro impegno
di seguire i consigli evangelici nelle mani del
Superiore regionale accompagnato dai padri
Carlo Alessio Biella, superiore del Seminario
Teologico Internazione, Giulio Crippa e Gaetano
Mazzoleni. Durante l’omelia il Superiore,
celebrante, ha posto l’accento sul fatto che il
rinnovo dei voti è sempre caratterizzato dalla
libertà e dalla consapevolezza.
Che il Signore, la nostra madre Consolata e il
Beato Giuseppe Allamano li accompagni e
li protegga nel loro cammino di formazione
umana, accademica e spirituale. Auguri!
Thomas Mushi, IMC
Un gruppo di studenti IMC di teologa
rappresentanti la comunità di Bravetta ed amici
hanno accompagnato, il 19 Ottobre 2011, il
diacono Hycinth Faustin Mwallongo nella
difesa della sua tesi come conclusione degli studi
all’università Lateranense.
La tesi per la licenza in Teologia Pastorale
specializzazione in Teologia ed Educazione si è
centrata sull’argomento “Education for Peace
and Justice in Tanzania. In the Light of the
Church in Africa in Service to Reconciliation,
Justice and Peace” e si è fondamentata sulle
insegnamento del Beato Giovanni Paolo II e
il Servo di Dio Mwalimu Giulius Kambarage
Nyerere primo presidente della Repubblica di
Tanzania.
tutti, con una leadership centralizzata nel
popolo e non una leadership centralizzata
nei gruppi. I valori e i principi basici segnalati
nella dottrina sociale della Chiesa e i valori che
provengono dalla tradizione culturale, quando
hanno di mira il bene comune, sono strumenti
di riconciliazione per cui non è possibile
riconciliazione senza la giustizia e la pace.
Il diacono Mwallongo è partito il 24 ottobre
per il suo paese natale, il Tanzania, dove
prossimamente sarà ordinato sacerdote e
posteriormente raggiungerà la regione di
Mozambico, sua definitiva destinazione. Che
il Signore benedica il suo progetto di vita.
“COMPLIMENTI E TANTI AUGURI,
DIACONO MWALLONGO
Bravetta
Gli obiettivi della tesi non erano quelli
di presentare una dissertazione sulla
Educazione per la giustizia e la pace
e neppure pretendere di insegnare alla
Chiesa e nella Chiesa ma piuttosto
quello di segnalare che la causa
dell’ingiustizia e della violenza in
Tanzania e nell’Africa orientale sia la
mancanza o l’insufficiente formazione
e informazione dei valori e dei diritti
nella società per poter vivere in
armonia.Come proposta della tesi si
suggerisce di applicare un’educazione
trasformativa, costruire la cultura e
vivere un testimoniare giornaliero da
dirigente che serve.
Vita nelle Comunità
IL DIACONO HYCINTH FAUSTIN MWALLONGO
termina gli studi alla lateranense
Nel corso della dissertazione sono
stati esposti i concetti fondamentali
dell’educazione
integrale
dell’autosufficienza (self reliance)
proposti da Nyerere e gli obiettivi
dell’Ujamaa basati sui principi di
uguaglianza e rispetto per la dignità
umana; condivisione delle risorse
provenienti dagli sforzi comuni; lavoro
per tutti e profitto per nessuno. Il
dirigente è il Mtumishi, al servizio di
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da Casa Madre 11/2011
Isiro
Vita nelle Comunità
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GAJEN - ISIRO NORD DEL CONGO
joseph
Il centro nutrizionale “GAJEN” vuol dire
Groupe d’Appui aux Jeunes et aux Enfants
Nécessiteaux (Gruppo d’appoggio a
giovani e bambini bisognosi) fu aperto il 1°
maggio 2000 e si sviluppò poco a poco. Oggi
il coordinatore è fratel Domenico, nell’Istituto
della Consolata dal 1964, missionario in Congo
dal 1984.
All’inizio la costruzione era piccola e i mezzi
pochi, ma già nel corso del primo anno molte
vite furono salvate; la voce della sua esistenza
si diffuse per la città. Per far fronte al numero
crescente di bambini presentati alle sue porte
con richiesta di assistenza, presto si rivelò
necessario trovare medicine da acquistare che
fossero adatte per il dispensario, disporre di
un mezzo di trasporto, costruire delle toilette,
disporre di acqua potabile; crebbe anche
il numero dei bambini di cui si sosteneva lo
studio, offrendo loro il pagamento delle tasse
scolari (in RD Congo il diritto universale allo
studio è un’utopia).
Nel 2002 venne realizzato un progetto di
ampliamento: fu allargato il laboratorio per le
analisi, aperto un osservatorio per i casi più
gravi, la farmacia ricevette una sistemazione
migliore, nacque la saponeria e fu costruito
uno spazio all’aperto per la cucina. Il problema
più grave restava però quello della mancanza
di acqua potabile, per evitare i troppo diffusi
vermi intestinali: ogni giorno le mamme dei
bambini in cura dovevano camminare 6 km
a piedi per andare a prenderla e portarla al
Centro. L’impresa non fu semplice: uno scavo
di 14 metri nella ghiaia e nelle pietre, ma il
risultato continua oggi a ripagare quel lavoro.
La continuità è una delle caratteristiche del
Centro: il lavoro quotidiano è quello di seguire
gli utenti, di non lasciarli soli, di insistere
nell’importanza dei controlli, tentando una
formazione su valori fondamentali ad una
esistenza che sia vita e non sopravvivenza
(l’igiene, la sanità, la nutrizione, lo studio,
il lavoro). Il centro nutrizionale offre una
da Casa Madre 11/2011
colazione e un pasto quotidiano ai bambini
malnutriti, che in genere frequentano il centro
dalle tre settimane ai due mesi. Si cerca di
sfruttare gli alimenti più semplici da trovare
in una città che non è raggiunta da strade: ciò
che la terra offre a prezzi non spropositati (un
esempio per dare un’idea del lievitare dei prezzi
a causa del trasporto: un sacco di zucchero da
25kg, a Kinshasa costa $ 50, ad Isiro ne costa $
130).
Si cerca di variare l’offerta alimentare con
la somministrazione di zuccheri, proteine,
vitamine e fornendo i nutrimenti di cui i
bambini sono più carenti sottoforma di cibi che
essi riescano a mangiare.
Quando i piccoli utenti del Centro vengono
dimessi, per un certo tempo le mamme sono
tenute ad accompagnarli ogni giovedì a GAJEN
per il controllo del peso. Capita però non
Nel corso del tempo si è provato ad offrire
alle mamme alcune attività da svolgere durante
la mattinata, perché possano trascorrere il
tempo imparando qualcosa di utile: educazione
culinaria e nutrizionale, nozioni di agricoltura,
laboratorio di cucito; Il contributo richiesto
alle mamme per farle sentire parte del lavoro
fatto per i propri figli consiste nell’aiuto alla
preparazione del cibo, che può in alcuni casi
permettere loro di acquisire piccole nozioni
culinarie e nutrizionali che non conoscono; di
tanto in tanto qualcuna contribuisce alle spese
portando 4 o 5 pomodorini, o una testa d’aglio:
inizialmente si era provato a domandare loro un
pezzo di legna ciascuna, ma ci si è presto accorti
che era chiedere troppo.
I risultati del centro nutrizionale sono abbastanza
buoni. Purtroppo il tempo di riflettere su teorie
che, se messe in pratica, potrebbero migliorare
il Centro non c’è: quando ci si ritrova
quotidianamente di fronte ad uno o più nuovi
casi che urlano aiuto per la sopravvivenza, si fa
tutto il possibile per arrivare in tempo con gli
aiuti indispensabili e tutto il resto viene lasciato
(giustamente) indietro.
A GAJEN si riscontrano spesso anche
casi di AIDS: se dopo 3 settimane di cure e
assistenza non si riscontrano miglioramenti, il
bambino viene sottoposto ad esami speciali,
che possono aiutare a scoprire epatite, AIDS,
malaria cronica… In tali casi i bambini
vengono trasferiti all’ospedale generale dove,
come in tutti gli ospedali locali, viene offerti
solo un letto malandato: i servizi “igienici”
sono inavvicinabili e niente cibo, le cure sono
a pagamento. I casi di AIDS vengono trasferiti
alla cellula del PNMLS (Programma Nazionale
Multisettoriale di Lotta contro l’AIDS), ma
continuano ad essere nutriti dal GAJEN.
Rimane palese un problema, viste le situazioni
di rinuncia alle cure o al controllo del peso
del giovedì, vista la povertà che impedisce
di comprare cibo a sufficienza per tutta la
famiglia: come fare, una volta che i bambini
saranno rimessi in forze, perché continuino ad
essere nutriti adeguatamente anche a casa?
Vita nelle Comunità
raramente che alcune mamme non ritornino; ma
capita anche che alcune smettano di condurre i
bambini al Centro prima che essi si siano rimessi
in salute. Le cause sono varie: alcune vivono
lontano, tutte devono lasciare a casa altri figli
da seguire; molte sono analfabete, non hanno
studiato e non conoscono l’importanza di una
nutrizione ben condotta.
Isiro
35
da Casa Madre 11/2011
Kinshasa
NOVEDADES EN RDC
P. Ramon Làzaro Esnaola, IMC
El anuncio reciente de Obama del envío de
100 marines para la formación de militares
ugandeses,
congoleños,
centroafricanos
y sursudaneses con el objetivo de acabar
con la LRA y sobretodo con su jefe de filas,
Joseph Kony, que tiene una orden de arresto
internacional emitida por la CPI (Corte Penal
Internacional) ha levantado algunas suspicacias.
Vita nelle Comunità
Es curioso que este anuncio se haga en
vísperas de las elecciones congoleñas y cerca
de las elecciones sursudanesas. ¿Es una forma
de avisar que “no queremos problemas con las
elecciones”? Los comentarios en Kinshasa van
en este sentido. El hecho de que el gobierno
de Kabila se haya felicitado por este anuncio lo
hace todavía más sospechoso.
A ello se añade el descubrimiento de
yacimientos de petróleo en el lago Alberto,
en la frontera entre Uganda y la RDC. ¿Es
también una forma de mantener tranquila una
zona de interés geoestratégico para los EEUU?
¿Quiere EEUU recuperar una influencia que
estaba perdiendo peso con la entrada de China
en los negocios congoleños?
Todas estas preguntas no tienen todavía
respuesta pero habrá que estar atentos a la
36
da Casa Madre 11/2011
evolución de este anuncio.
Es cierto que la LRA está causando muchísimo
sufrimiento, muerte y pobreza en esta región de
la tierra. Es cierto también que ya hace más de
20 años que estamos con esta guerrilla. Ojalá
sirva para la pacificación de la gente sencilla y
no sólo sirva para intereses nacionales.
P. Remo Villa, IMC
Makambako
A 232 Km da Makambako, in direzione ovest
sulla strada statale A104 che da Dar es Salaam
porta in Zambia, arrivando al paese di Mahenje,
poco prima della cittadina di Vwawa che e’ il
capoluogo della Provincia di Mbozi, con un po’ di
fortuna puoi trovare la deviazione – sulla sinistra
– che ti porta al sito dove si trova un meteorite
alquanto grande, della lunghezza di più di tre
metri. E’ considerato tra i sei meteoriti più grandi.
Lasciato l’asfalto, percorri circa 11 km circa di
strada bianca ed il sito lo trovi sulla tua sinistra.
Nonostante la sua importanza, sembra che
le autorità competenti non facciano gran che
per pubblicizzare il sito. Infatti, se sei proprio
intenzionato di vederlo, devi continuamente
chiedere informazioni alle persone che incontri
lungo gli ultimi kilometri di strada bianca con
il risultato che, se non hai gli occhi ben svelti
nel riconoscere una piccola asse su un albero
posta come ultima indicazione per arrivare
al sito, ti puoi trovare in qualche paese della
zona senza sapere il da farsi o dove andare.
Dalle spiegazioni offerte sul posto, risulta che
il meteorite e’ stato scoperto dai bianchi solo
negli anni trenta del secolo scorso. Si dice
che un geologo tedesco volendo staccarne
un pezzo per farlo analizzare in Germania,
abbia usato più di dieci ore per staccarlo.
Precedentemente era conosciuto solamente dai
locali ed il sito era tenuto gelosamente segreto,
convinti che se i bianchi l’avessero scoperto,
avrebbero portato via anche questa grossa
“pietra” molto dura che rimbomba da un lato
all’altro swe la tocchi con qualcosa di metallico.
Per gli abitanti del posto fu da sempre considerato
un oggetto del tutto particolare, con proprietà
magiche ed il sito dove si trova il meteorite fu
ed e’ considerato un luogo senz’altro adatto
per le preghiere tradizionali e per i sacrifici.
Si dice che questa attività continui fino ad oggi.
Facilmente questo e’ uno dei motivi per cui
ancora oggi il meteorite e’ quasi integro nelle
sue parti.
Vita nelle Comunità
IL METEORITE DI MBOZI
37
da Casa Madre 11/2011
Camarà
Vita nelle Comunità
38
LA VITA A CAMARÀ
fratel Francesco Bruno-Cico, IMC
Sono stato due volte in giro, sia nella
missione, sia nei villaggi, e la pioggia ci ha
sempre accompagnato e alle volte preceduto.
All’andata, una volta, abbiamo dovuto
aspettare una notte intera, affinché le acque
del torrente in piena scendessero di livello per
poter passare. La strada, in molti tratti, è piena
di melma sdrucciolevole e molti automezzi
sono scivolati fuori; questo lo abbiamo capito
dalle molte tracce, e un camioncino lo abbiamo
visto scivolare fuori e tirato fuori noi, dico noi
perché con me c’era anche l’autista.
La riunione delle donne nel villaggio di
Camarà, è stata rinviata a causa delle piogge
torrenziali, e così abbiamo aggiustato alcuni
banchi della cappella, per non perdere tempo
e approfittare del viaggio e tempo libero. Il
ritorno è stato tranquillo perché da tre giorni
non pioveva. Durante il mese di ottobre ho
pure lavorato per riparare il camioncino, sono
andato a raccogliere un po’ di miele (quest’anno
per causa della pioggia le api hanno prodotto
pochissimo) e ho anche partecipato a riunioni
e assemblee diocesane tra cui la preparazione
della Campagna di Fraternità che tratta della
sanità pubblica.
Ieri e oggi, riunione diocesana dei missionari
che lavorano con gli indigeni, 18-20 assemblea
diocesana, il 10 inizio incontro delle donne
indigene in un villaggio (Jawarizinho), il 15
inizio assemblea dei catechisti nel villaggio
di Curapà, e il 25 (Camarà) inizio assemblea
regionale dei capi villaggio e responsabili delle
varie attività...
Per causa della pioggia e della mia salute
convalescente, non sono ancora riuscito a
salire la montagna dove inizia l’acquedotto e a
vedere le riparazioni fatte. Sono riuscito a fare
la doccia qualche volta ma la pressione è ancora
poca, forse perché molti abitanti lasciano i
rubinetti aperti e poi non hanno ancora pulito
i tubi nella parte piana che sono pieni di sabbia
grossa... Anche ai tre laghi dove allevano pesci
non posso andare col camioncino e a piedi non
da Casa Madre 11/2011
me la sento, e nemmeno nel luogo dove hanno
fatto il pozzo per il bestiame e per il guardiano
delle mucche. Spero sempre nel bel tempo per
fare qualche foto.
P. Patrick Silva, IMC
O Show Missionário teve a presença dos
seminaristas do teológico dos Missionários da
Consolata que também fez uma apresentação,
que foi bastante aplaudida pelos que assistiram.
Note-se ainda a presença de vários Missionários
da Consolata, alguns que vieram prestigiar o
Show Missionário e outros que acompanharam
os “seus” jovens ao evento.
Também as Missionárias da Consolata
estiveram presentes em bom número, com
destaque para a apresentação da Ir. Hortensia e
da Andrea. Este ano o Show Missionário contou
também com a presença do Pe. Domingos
Forte, Missionário da Consolata, que trabalha
no sertão bahiano que regressando de férias
de Portugal, quis participar e tocou e cantou
também para os presentes.
A ecologia despertou várias reflexões entre os
jovens, notando-se que todos sentem o tema
como algo muito importante e urgente, basta
que agora no dia a dia esta importância seja
mantida.
Sao Paolo
A tarde não era convidativa, a chuva que vinha
caindo nos dias anterior teimava em não parar,
foi neste clima pouco convidativo que o Show
Missionário 2011 aconteceu, apesar do clima
externo não será muito “agradável” no interior
do salão paroquial da Paróquia Santa Cruz
(zona norte de São Paulo), o ambiente foi bem
agradável. Um grupo de jovens provenientes
de várias paróquias apresentaram músicas,
danças, teatros e apresentações sobre o tema
da Campanha Missionária deste ano, a saber,
Missão na Ecologia.
Vita nelle Comunità
SHOW MISSIONÁRIO 2011
39
da Casa Madre 11/2011
Fatima
Vita nelle Comunità
40
Fátima
Pe. Gaspar, IMC
Outubro é mais um mês do ano, porém tem
duas características que o tornam especial.
Continua a ser o mês do rosário, o que para
nós deveria ser muito significativo. Estamos
em Fátima, onde Maria Santíssima apareceu e,
nas mãos, trazia o rosário e, certamente, não
era só para no-lo mostrar mas sim para nos
indicar o que temos que fazer com ele. Lembro
o meu velho pai que passava uma grande parte
do seu tempo com o rosário nas mãos e não
era para o mostrar aos filhos ou aos netos. Os
filhos estavam habituados a repetir todas as
noites, orientados por ele, o mesmo gesto da
“reza das contas”.
Quando Maria, em Fátima, se mostra com o
rosário nas mãos está a indicarnos ou a lembrarnos o que não deveríamos ter esquecido. O
mecânico passar das contas pode – e deve
– ser muito mais que um gesto. Além da
meditação dos mistérios deve ser, também, um
pedir confiante ao dono da messe que mande
trabalhadores e isto, para nós, não é um dos
tantos trabalhos que nos estão confiados, mas
mais que isso, é algo de essencial para o nosso
ser missionário.
O mês de Outubro abre-nos as portas com a
festa daquela que foi missionária, gastando a
vida no pequeno espaço dos quatro muros do
Carmelo. Parece uma contradição, mas não é.
Uma vida breve mas intensa. Ela compreendeu
que o enviado é realmente enviado quando
tem consciência de que foi “feito” para estar
com o Mestre e, estando com Ele, recebe o
envio e ao viver o envio continua a estar com
Ele e, ao mesmo tempo, tem consciência de
que a sua acção é apostólica na medida em
que conseguir trazer outros para estarem com
o Mestre. Não era isto que o Fundador nos
queria dizer ao afirmar “primeiro santos e
depois missionários”?
Notícias da casa de Fátima? Não tenho a
intenção de apresentar um relatório completo,
pois acabaria por se tornar cansativo e,
depois… quem não sabe o que se passa na
nossa casa? Assim, apresento alguns factos
da Casa Madre 11/2011
que me parecem mais marcantes. No fim do
mês de Setembro deixámos a capelania do
Carmelo. Como as carmelitas têm os carmelitas
ali mesmo ao lado, era mais que normal que
eles assumissem esse trabalho. Para já, ficámos
só com a responsabilidade das confissões, pois
um dos nossos missionários é um dos dois
confessores do Carmelo.
Outro acontecimento marcante foi o facto
do nosso novo superior provincial ter estado
connosco uma semana para contactar com
todos os missionários da casa e se inteirar dos
problemas, das preocupações e aspirações de
cada um e, assim, conhecer mais de perto a
nossa realidade. Foi uma semana grande e rica.
Ao Pe. António Fernandes, o nosso bem-haja!
O coração do Pe. Carreira deu em tornar-se
preguiçoso: Primeiro foi a operação, depois
uma válvula, mas nem assim ele ficou contente e
exigiu: Ou uma pilha ou nada! Assim, foi levado
para Torres Novas e aí passou uns dias nos
cuidados intensivos. A tempestade acalmou e
então os médicos colocaram-lhe um pacemaker.
Como o Pe, Carreira nunca soube fazer mais
nada a não ser trabalhar, já recuperou o seu
ritmo de trabalho, para nossa alegria e, também,
satisfação sua. Agora esperamos que as pilhas
não façam greve e o “forcem” a trabalhar ainda
durante muitos anos.
O Pe. Rossi, como tem a carcaça já bastante
gasta e a precisar de revisões periódicas,
voou até à Itália. Os médicos esperavam por
ele e verificaram que tudo estava “normal”.
Naturalmente aproveitou esta viagem para
passar uma temporada com os seus. São as suas
férias.
Em Outubro – 13 – também relembramos a
última aparição da Senhora mais brilhante que
o sol, com a tradicional peregrinação. Era uma
das grandes peregrinações. Este ano foi mais
fraca, talvez pela crise que se faz sentir ou por
outros factores: Foi mesmo a meio da semana e
com o tempo invulgarmente quente.
Falaram o Pe. Herculano Neves da Silva, o Pe.
Norberto Louro e o Pe. António Fernandes,
sobre a história do museu, a sua finalidade,
o que oferece ao visitante, as dificuldades e
perspectivas para o futuro.
No mês de Outubro, o Pe. Eugénio esteve
ausente quase todo o mês. No dia 24 de Setembro
ecebe um telefonema dizendo que a mãe estava
mal e no dia 25 lá vai ele. Com quase um século
de vida não se pode perder tempo. Mas como
ela é uma daquelas construções que estão sobre
a rocha, recuperou e vai aguentando. Ele visita-a
e aproveita para descansar um pouco: São
as suas férias. Regressa a Fátima no dia 22 de
Outubro para agarrar novamente as rédeas da
comunidade. Certamente ao despedir-se da mãe
ela, mais uma vez, lhe terá dito “fa’il bravo!”, na
maneira que só as mães sabem dizer.
O mês terminou com um minicurso sobre
“Pedagogia Allamaniana” de 29/10 a 1/11.
Foi, sem dúvida, uma boa maneira de terminar
o mês missionário, olhando para aquele que
viveu a missão com uma intensidade única e é,
por isso, que justamente como missionários, lhe
chamamos Pai e Mestre. Naturalmente, durante
este mês, as nossas actividades missionárias
foram mais intensas, tendo à frente o nosso Pe.
Albino Brás.
O que aqui fica dito não é tudo o que a nossa
comunidade viveu. Há muito mais coisas que
poderiam ser lembradas. Estas parecem-me
as mais significativas. Para o próximo mês
haverá mais e não diria quentinhas. Serão mais
fresquinhas porque o tempo assim o dita.
Vita nelle Comunità
Ainda dia 13, por volta das 17h30 comemorámos
os 20 anos de existência do museu de Arte Sacra
e Etnologia (MASE), o nosso museu.
Fatima
41
da Casa Madre 11/2011
Lisbõa
Vita nelle Comunità
42
Casa Regional
P. Jaime Marques, IMC
O grande mês de Outubro passou num abrir e
fechar de olhos. É grande pelas características
que lhe são próprias, mês missionário e mês
dedicado a nossa Senhora. Duas referências
importantes na vida da Igreja.
encontro conseguimos chegar a conclusões,
que se forem postas em prática, hão-de dar
ainda mais vida à nossa Zona. No mesmo dia
recebemos a visita do Ir. Margato; passou uns
dias connosco.
2 O Superior Provincial deve ausentar-se por 8 Desta vez é o P. Domingos Forte. Terminadas
uns dez dias para satisfazer compromissos
tomados anteriormente. Foi lá para os lados
da América, por onde tinha andado enquanto
Conselheiro Geral. Mas apesar disso não
tirou o pensamento da Região Portuguesa,
como resulta da comunicação permanente
com os nossos problemas.
6 Aproveitámos o feriado nacional, Dia da
República, para nos juntarmos no Cacém
com os representante dos grupos da FMC
Zona-Sul. A intenção era fazer a programação
do novo ano pastoral. Em poucas horas de
da Casa Madre 11/2011
as férias a fazer carinhosa companhia à sua
mãe, está de regresso ao Brasil.
9
Começa a mudança dos Párocos desta
Vigararia. O P. Ricardo, até agora Pároco de
S. Eugénio, foi transferido para a Reitoria de
S. Vicente de Fora. Naturalmente estivemos
presentes na cerimónia. O P. Jaime e o P.
Carlos foram Concelebrar e tomar parte no
convívio. No mesmo dia teve lugar a tomada
de posse do novo Pároco, P. Vasco, com o qual
pretendíamos estabelecer boas relações logo
de início e demonstrar a nossa disponibilidade.
com os Párocos hoje tivemos a almoçar
connosco o Pároco de Santa Maria dos
Olivais. Era também um oportunidade para ele
conhecer o nosso novo Superior Provincial.
Como neste dia se celebra o 20º aniversário
do Museu, logo após o almoço o Superior e o
Administrador partiram para Fátima.
No Patriarcado celebra-se a festa da
Dedicação da Sé. Este ano acumulou com
o encerramento dos festejos das Bodas de
Ouro Sacerdotais, ampliamente celebradas
em todas as Paróquias. A CIRP organizou-se
e convidou todos os Institutos Religiosos a
estar presentes. om muita pena não pudemos
ir, por motivos diversos.
18
26 Primeiro encontro da Direcção Regional
A nossa empregada, conhecida por Ti
Maria, foi internada no hospital a fim de ser
operada um joelho. Já se encontra na fase de
recuperação, que se prevê bastante longa. Boas
melhoras.
20
Recebemos a visita do P. Salgueiro, já
no termo das suas férias. Ficou connosco
um dia; brevemente regressará ao seu campo
de trabalho, Moçambique. Voltou aqui, por
uns dias, também o Ir. Margato. Este dia
passará à história. Duas notícias sensacionais
percorreram o mundo: o assassinato de Khedafi.
O fim desumano de um homem que tão
desumanamente tinha tratado a humanidade.
A outra notícia foi a proveniente da ETA que
decidiu terminar com as hostilidades. São
eventos que não podem passar despercebidos
e que convidam a reflectir sobre como vai o
nosso mundo.
21 A convite do Superior Provincial recebemos
a visita do Presidente da Caritas Portuguesa.
Depois de um encontro de trabalho, no qual
tomou parte também o P. Elísio, almoçaram
com a comunidade.
22
27
P. Manolo, nosso Confrade espanhol,
antes de partir para Roraima, desejou vir
treinar-se na língua portuguesa. Vai passar
connosco algum tempo. O Superior Provincial
comunica à Região que o P. Fernando
Carneiro virá fazer parte da comunidade da
Casa Regional. Bem vindo!. Agora já se não
poderá dizer que esta comunidade é a mais
envelhecida da Região. A média etária passa a
ser de cerca de 59 anos, o que já não é nada
mau para os tempos que correm. Mas o mais
importante é que isso venha a corresponder
a um potenciamento da nossa actividade a
partir desta comunidade.
29
Jornadas de “Pedagogia Allamaniana”.
Três dias bem passados, em Fátima. Com
muito gosto aderimos ao convite do GRA.
Daqui foi o P. Jaime. A Celeste também foi,
como representante das Mulheres Missionárias
da Consolata. Parece que este estudo sobre o
Allamano foi muito apreciado por todos os
participantes.
23
DIA MUNDIAL DAS MISSÕES.
Fizemos o que pudemos na nossa Paróquia.
O Superior Provincial celebrou este dia no
Cacém.
Lisbõa
Mais uma vez temos o prazer de
encontrar o P. Alceu. Como de costume vem
tratar dos seus problemas de saúde. Por aqui
ficará apenas o tempo necessário. É que em
Massinga espera-o a continuação da tradução
da Bíblia, trabalho que lhe exige muito tempo
e dedicação.
com os Superiores e Ecónomos das diversas
comunidades. Apesar do tempo fortemente
invernal lá fomos. Foi um dia de trabalho
muito interessante e esperamos que seja
frutuoso para a Região.
Vita nelle Comunità
13 No intuito de manter contactos frequentes 25
43
da Casa Madre 11/2011
Merrivale
Merrivale News
STD Samuel-Francis Onyango, IMC
It was not the first time Fr James Mwigani
was visiting IMC Merrivale community; he has
visited the community a number of times as a
confrere, as the administrator and as the vicedelegate superior. However, his latest visit was
special in various ways. It was the first time
he was visiting Merrivale in his capacity as the
delegate superior. In addition, his visit saw the
admission of two confreres (Jasper Kirimi and
Didier Sunda) to the ministry of Lectorate
and also the renewal of the vows of Peterson
Mwangi and Obadia Paraboy.
Vita nelle Comunità
Other than that, Fr James also brought home
Fr Jack Viscardi who has been away from
the community for a period of nine months
having gone to Italy for treatment following
the accident that befell him early in the year.
The twin celebration of the renewal of
vows and the admission to the ministry of
Lectorate was celebrated in Merrivale Chapel
on Friday 10th November 2011, and witnessed
by all community members. The celebration
marked the culmination of a week-long period
of preparation during which we not only
prayed for the candidates but also used the
moment to update ourselves with reflections
and inspirations touching on family spirit,
the evangelical counsels and other words
of encouragement from the writings of our
Blessed Founder Joseph Allamano.
The soft-spoken Fr superior began the
celebration with a quote from the book of
Psalms 118:24: “This is the day that the Lord
has made, let us rejoice and be glad in it.”
Fr James reminded us that the renewal of vows
is not solely for the candidates, but that it is also
a moment for us to renew our commitment
to the Lord. He noted that the renewal of
vows has always been regarded as a canonical
44
da Casa Madre 11/2011
obligation for those in formation. However, he
stressed the fact that every missionary should
make it a duty and an obligation to renew his
commitment to the Lord every day. He added
that a missionary who does not renew his
commitment to the Lord, sooner or later begins
to expire.
Applying modern technology to drive his
point home, Fr James said that our lives
as religious is like a PC which needs to be
updated with an antivirus from time to time
failure to which it becomes inefficient. In
our case, the anti-virus that we need in order
to remain updated and efficient, is a day to
day renewal of our commitment to God.
On the ministry of Lectorate, he reminded
the candidates that they have been called to be
proclaimers of God’s word.
Taking the example of Mary’s visitation to
Elizabeth, he said that the carriers of the word
of God must bring joy to all those whom they
are sent to and that their presence in people’s
lives should bring change; that change however,
is not possible unless it begins with those who
carry the Gospel message. May God who has
called us keep us true to his Word.
Fr. Sandro Bonfanti, IMC
Nell’ultimo fine settimana di Novembre si è
svolto a Dar es Salaam il “Festival Italiano” per
ricordare i 150 anni dell’unita’ d’Italia e i 50 anni
di indipendenza del Tanzania.
Ora si trattava di riempire tutto questo spazio.
Due amici: Agostino, un padre di famiglia, e
Riziki, una studente universitaria e non cattolica,
hanno dato materiale, tempo e lavoro, senza
nessuna ricompensa, per realizzare questo
spazio a nostra disposizione.
La partecipazione a questo evento è stata sopra
ad ogni aspettativa e anche il nostro è stato
isitato da tutti quelli che entravano essendo
vicino all’entrata della manifestazione.
L’idea di partecipare a questo Festival Italiano è
nata al Sabato sera quando la comunità Italiana
si trovava nella nostra casa procura per la messa
in lingua italiana. Parlando di questo evento si
è fatto notare che i missionari, presenti in gran
numero nella nazione, non si fanno mai notare
e non si fanno vedere a manifestazioni di questo
tipo. Si è pensato di presentare con una mappa
la presenza di tutti i missionari Italiani e di tutte
le congregazioni.
Ci fu assegnato uno “stand” con una superficie
di sei metri di lunghezza.
Dar es Salaam
Hanno partecipato molte ditte per mettere
in mostra i loro prodotti, servizi, macchine o
attrezzature. rano presenti vari enti e associazioni
per fare mostra dell’aiuto che danno per il
progresso della nzania e anche noi Missionari
della Consolata.
Vita nelle Comunità
IL FESTIVAL ITALIANO A DAR ES SALAAM
45
da Casa Madre 11/2011
Kinshasa
Vita nelle Comunità
46
« Soirée Mémorial »
John Kioko Mwana’a Mwania, IMC
Le souper du dimanche 16 octobre 2011
restera pour la communauté du Théologat
Joseph Allamano une « soirée mémorial ». Cette
communauté s’était rassemblée pour faire
des gestes de remerciement et d’au revoir à
son Recteur sortant et le nouveau Supérieur
Majeur des Missionnaires de la Consolata en
RDC, le Père Symphorien FUMWASENDJI
Kapumba, imc.
Ordonné prêtre des Missionnaires de la
Consolata en 1999, le Père a été affecté dans la
Région de la Tanzanie pour sa première mission.
Il y a œuvré d’abord pendant trois mois dans
la paroisse de Heka, après qu’il soit transféré
au Séminaire Philosophique comme Vicerecteur(Econome) du Philosophât et Directeur
de la Propédeutique. En octobre 2004, le
Père est nommé formateur au Théologat
Joseph Allamano, Ma Campagne-KinshasaRDC. Un an plus tard (en septembre 2005),
le Père a été nommé Recteur du Théologat
Joseph Allamano, pour remplacer le Recteur
d’alors, le Père Tolfo. Parmi tant d’autres
responsabilités dans la Région, dont celle d’être
Conseiller Régional, le Père Sympho (comme on
l’appelait souvent), a joué ce rôle du Recteur
jusqu’à ce qu’il fût délégué pour représenter la
Région de la RDC au XIIe Chapitre Général
da Casa Madre 11/2011
des Missionnaires de la Consolata à Rome. De
son retour du Chapitre, ce Capitulaire a été
élu Supérieur Régional des Missionnaires de la
Consolata en RDC.
Pendant tout le moment que le Père Sympho
était Recteur du Théologat Joseph Allamano,
on l’appelait tantôt « le Papa », tantôt « Papa
Kulutu) ». D’où l’expression « N’est pas papa qui
veut », cela pour dire que « la tâche d’être Recteur
n’est pas facile. Seules l’appellation et la bonne volonté
ne suffisent pas ! Il faut beaucoup d’autres qualités dont
celles d’humilité, d’objectivité et de maturité ». Lors
de la célébration de cette « soirée mémorial », la
communauté a reconnu beaucoup de bonnes
qualités de leadership chez le Père Symphorien,
dont celles d’humilité, d’objectivité, de maturité,
de patience, de bonne humeur, d’être « lent à la
colère », et nous en passons.
Certes, ces qualités se montraient dans la
manière dont le « Papa » gérait la communauté,
et surtout pendant des moments difficiles.
Dans des moments pareils, le Recteur sortant
savait comment maîtriser la communauté et la
mettre à l’aise. Le nouveau Supérieur Majeur est
doué aussi d’un don d’écoute. Cela l’aide à créer
des relations personnelles avec chaque membre
de la communauté. L’écoute occupe en lui une
En reconnaissant comment le Père avait
marqué le Théologat pendant ces dernières
sept ans, et alors qu’il était choisi pour exercer
cette responsabilité de paternité au niveau de la
région, un sentiment de fierté traversait l’esprit
de chacun : « La Région de la RDC serait le
Théologat Joseph Allamano élargi ».
La communauté a souhaité au « Nouveau
Papa Régional » bonne chance à la nouvelle
responsabilité, en lui promettant sa prière et tout
autre soutien possible. De sa part, le Père était très
reconnaissant de ce geste d’amour, en avouant
son sens d’appartenance à cette communauté,
bien qu’il ait changé de responsabilité. Il a
montré ce sens d’appartenance et cet amour de
notre communauté dans la manière dont, bien
qu’il ait assumé une nouvelle responsabilité, il
s’est donné sang et eau pour assurer que la
communauté a le Projet Communautaire de Vie.
Ces jours-ci, le Théologat Joseph Allamano est
en train de connaître une transition au niveau de
ses responsables, car ce n’est pas que le Recteur
qui s’en est allé. Le Père Ramon LAZARO
Esnaola, qui est le Vice-recteur, formateur et
économe de la maison s’en va également. Ce
Père, qui a toujours fait une bonne équipe
formative avec le Père Symphorien pendant
tout le moment qu’il était au Théologat, a été
affecté en Côte-D’ivoire.
Mais la communauté serait-elle laissée
comme une orpheline ? Le Père Symphorien
a été remplacé par le Père Samuel GITONGA
Mathenge, qui était Vice-recteur au Théologat
de Bravetta. Le nouveau Recteur est l’un des
premiers fruits du Père Symphorien comme
formateur au Théologat Joseph Allamano.
Enfin, pour occuper la place du Père Ramon,
le Père Osorio AFONSO Citora a été destiné
au Théologat Joseph Allamano.
Vita nelle Comunità
place spéciale. Cela se montrait pendant presque
tous les moments de formation : rencontres
communautaires,
dialogues
personnels,
homélies, formations promotionnelles, et nous
en passons, où le mot « écoute » ou le verbe
« écouter » ne manquait guère. D’après lui,
« écouter » c’est plus profond que le « ouï » ou
le fait de prêter l’oreille à quelqu’un : « on écoute
afin de… ». Cela nous renvoie à la disposition du
cœur, à l’assimilation du message avec amour,
à mettre en valeur celui qui nous parle, à une
écoute active.
Kinshasa
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da Casa Madre 11/2011
Laicos Misioneros en soplin vargas
Viviana y Copi
“Vayan por todo el mundo y proclamen la buena noticia
a toda a criatura“ Mc 16, 15.
Con los ojos y con el corazón en esta palabra,
el equipo misionero, Viviana, Copi y P. Kim,
empezamos la preparación del espirito y maletas,
para viajar hacia Soplin Vargas, en Peru.
Para qué conozcan un poco de esta Misión:
LMC
Está ubicada en el departamento de Loreto, en
el distrito Teniente Manuel Clavero, a la orilla
del Putumayo, haciendo frontera con Colombia.
Soplin Vargas, siendo la capital del distrito, cuenta
apenas con aproximadamente 400 pobladores
y sobre su jurisdicción tiene 31 comunidades
(veredas). La mayoría son indígenas Kichua y
Secoya, pero en el pueblo también hay mestizos.
Como está en un proceso de desarrollo integral,
cuenta con la presencia de algunos organismos
como la Alcaldía, Banco de las Naciones,
Hospital, Policía, Colegio e Internado. Pero,
este es un lento proceso de desarrollo. Ejemplo
de eso, es el moderno hospital, con una buena
estructura física pero con falta de medios
humanos (cuenta solamente con dos técnicos de
enfermería y un técnico bacteriológico) y falta de
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da Casa Madre 11/2011
medios técnicos (escasez de equipos médicos).
Este edificio, como todos los estatales, contrasta
con las construcciones sencillas de las casas de
las personas, que son en madera con techo de
palmera. La mayoría de las personas vive de la
casería, pesca y de pequeños cultivos que sirven
para consumo proprio o para vender en Puerto
Leguizamo, para de esta forma obtener fuente
de rendimiento. Hablando de la Religión, es un
pueblo que nunca tuvo una presencia fija de
parte de la Iglesia Católica y su participación
en los rituales es mínima, no porque no son
católicos pero porque no están acostumbrados.
Tal vez debido a esta ausencia, están presentes
3 Iglesias Evangélicas, cuyo mensaje se basa en
el final del mundo que vendrá, contrastando
con él mensaje de vida y resurrección que
anunciamos.
Por todo esto y mucho más, queremos vivir
y compartir nuestra vida con esto pueblo,
pidiendo que tengamos el respaldo de oración
de todos ustedes que nos acompañan en esta
misión que no es nuestra pero de Dios que nos
la hace vivir!
Necrologio
QUI NOS PRAECESSERUNT
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da Casa Madre 11/2011
P. ENRICO CASALI. IMC
Nato a Levizzano (RE) il 27 gennaio 1927, dopo aver frequentato le scuole elementari al paese,
entrò per le medie a Varallo Sesia nel 1938 e proseguì gli studi liceali a Cereseto Monferrato. Alla
Certosa di Pesio, fece il noviziato, ed emise la professione religiosa il 2 ottobre 1947. Vi restò anche
per i corsi di filosofia.
Studiò teologia a Torino e il 29 giugno 1951 fu ordinato sacerdote dal cardinal Maurilio Fossati.
Destinato al lavoro nei seminari in Italia, fu insegnante a Rovereto e Benevagienna, e Padre spirituale
a Varallo dal 1962 al 1964.
Prima di partire per il Tanzania, frequentò un corso di inglese a Londra, e ottenne il Cambridge
Certificate. Fu parroco a Matembwe e Madibira.
Necrologio
Nel 1970 fu nominato, per tre anni, superiore del seminario di Bravetta, e in questo periodo ottenne
la licenza in Teologia spirituale.
Destinato alle missioni del Congo (allora Zaire) fu nominato Superiore delegato. Fu parroco a
Wamba, presso la cattedrale, dal 1972 al 1978, e poi a Bafwabaka fino al 1980, anno in cui partì
per il Seminario interdiocesano di Bunia come Padre spirituale. Vi rimase fino al 1986, poi ritornò
nella diocesi di Wamba, come parroco a Pawa e poi ancora a Wamba fino al 2007 e a Mbayenga.
Intraprese varie attività per far conoscere la Beata Anwarite e si occupò delle persone handicappate
alleviando le loro sofferenze.
Malato di cuore, passò gli ultimi anni in Italia. E’ deceduto per arresto cardiaco a Fermo Santa Maria
a Mare, comunità in cui ultimamente risiedeva, il 27 novembre 2011. I funerali furono celebrati il
29 e ora riposa nel cimitero di Alpignano.
Aveva 84 anni di età, di cui 61 di Professione Religiosa e 60 di Sacerdozio.
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Scultura lignea
eremo Takamori (Giappone)
sommario
Ballata della speranza............... 3
giovanni battista:
UN TESTIMONE AUTENTICO.............. 5
GIUSEPPE ALLAMANO RACCONTA LA
SANTITÀ DEL CAFASSO (X).............. 8
IL SITO DEL FONDATORE
UN AIUTO PER CONSULTARLO........... 11
Saluti, ringraziamenti e racconto della vita!............................ 15
S. Francesco
e S. Chiara d’Assisi
Santi Protettori 2012................. 17
DIARIO DELLA CASA GENERALIZIA
Novembre 2011............................. 21
LETTERA DEL SUPERIORE................. 24
Consolata vai viver
Ano Allamaniano......................... 26
Comunicado do Conselho
Regional...................................... 27
“RORAIMA – ENTRE PROFECIA
E MARTÍRIO”.................................. 28
CAFTI .......................................... 29
COMUNITA’ AFAR IN PERICOLO......... 31
15 STUDENTI rinnovano
la professione ........................... 32
IL DIACONO HYCINTH FAUSTIN
MWALLONGO termina gli studi
alla lateranense......................... 33
GAJEN - ISIRO NORD DEL CONGO..... 34
NOVEDADES EN RDC...................... 36
IL METEORITE DI MBOZI ................. 37
LA VITA A CAMARÀ.......................... 38
Sommario
SHOW MISSIONÁRIO 2011............... 39
51
Fátima.......................................... 40
Casa Regional............................. 42
Merrivale News .......................... 44
festival italiano dar
es salaam . .................................. 45
da Casa Madre
Mensile dell’Istituto Missioni Consolata
Redazione: Segretariato Generale per al Missione
Supporto tecnico: Adriano Podestà
Viale delle Mura Aurelie, 11-13 00165 ROMA - Tel. 06/393821
C/C postale 39573001 - Email: [email protected]
da Casa Madre 11/2011
soirÉe mÉmorial.......................... 46
Laicos Misioneros en
soplin vargas.............................. 48
QUI NOS PRAECESSERUNT............... 49

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