Fervor de Buenos Aires
Transcrição
Fervor de Buenos Aires
Fervor de Buenos Aires by Jorge Luis Borges Primer intento de leer poesía por mi parte, muy satisfecho. Aunque, evidentemente, yo no conozco Buenos Aires ni Argentina, ciertas imágenes rurales y versos sobre la percepcion del tiempo me han conmovido bastante (tengo pintarrajeado el libro, vamos).|I have seen few things like this little book. I truly did. I hardly can think of any author that compares to Borges. It's so strange, probably he'd slam the door in my face by liking his oh-so-avant-garde literary debut. Certain uses of space, metaphors, are unthinkable in our more than classicist and late image of Borges, but they still fit very well with the inclusion of resources and references to the three abrahamic religions as well as the oriental side of the spectrum or his love for the suburbs of Buenos Aires. It might be his "land", his nation as the prologue warns us, but he doesn't hesitate to see beyond. Perhaps I'm a bit delusional when it comes to Borges. I really can't tell the difference by now.|Se convirtió tanto la Argentina en impostura, Que hoy se llama banal, un restaurante Como antes antes fue la obra majestuosa Del poeta de las cuencas más oscuras. C.G. PD. El restaurante igual es excelente.|Dello scrittore argentino Fervor de Buenos Aires fu il primo libro di poesie, si potrebbe benissimo ritenere tipo il debutto di un poeta appena ventiquattrenne. Come si può immaginare dal titolo ma anche come ritenne alcun autore Fervor de Buenos Aires è l’interpretazione affettuosa della capitale Argentina, ove il tono malinconico dei poemi sono in contrasto con il titolo stesso: non si tratterebbe di un’evidente fervore nato dalla parte esteriore di una grande città, tipo il chiasso, le luci e i colori della capitale argentina. Contrariamente, è un ardore interno, un qualcosa di intimo che Jorge Luis Borges manifestò con delle semplici ma intense parole poetiche. (view spoiler)[Dalle controversie della sua origine sappiamo che venne pubblicato la prima volta nel 1923 dalla Imprenta Serrantes. A parte ciò, l’autore Rafael Olea Franco ha ritenuto che i diritti d’autore delle pagine non hanno referenze ai dati accreditati, a meno che Jorge Luis Borges con l’aiuto di suo padre pagò la pubblicazioneda altre versioni, l’autrice Jenny Barros sostiene che lo scrittore argentino non pubblicò personalmente Fervor de hanno referenze ai dati accreditati, a meno che Jorge Luis Borges con l’aiuto di suo padre pagò la pubblicazioneda altre versioni, l’autrice Jenny Barros sostiene che lo scrittore argentino non pubblicò personalmente Fervor de Buenos Aires ma lo lasciò alla rivista per la quale lavorava per una sua prossima pubblicazione, così che da questa seconda versione quando Borges nel 1923 è partito per l’Europa lasciò che la rivista Nosotros per la quale lavorava pubblicasse il libro di poesie col titolo Fervor de Buenos Aires- altri critici e biografi mediante testimoni hanno dimostrato diversamente, poiché lo scrittore argentino con una lettera inviata al poeta e amico Jacobo Sureda manifesta il proprio incanto nel voler ritornare in America in quanto gli pare tutto flebile e marcio, quindi da questa lettera inviata il 22 giugno 1921 Borges esprime il desiderio di voler tornare quanto prima al vecchio continente. In ogni modo, secondo lo stesso Borges, le poesie del libro si concentrarono nella totalità dei suoi lavori: «...penso che non sono mai stato soddisfatto come questo libro- sento che tutti gli altri miei lavori furono lo sviluppo dei temi toccati la prima volta- sento che tutta la mia vita ha trascorso per poter ritornare a scrivere questo unico libro». Mentre la tematica rimane sempre relazionata con Buenos Aires, alle sue strade, le caratteristiche, e ai suoi personaggi. Borges esprime i versi delle poesie in prima persona singolare e solamente alcune volte in plurale. Con questo primo libro manifestò da subito una lucida coscienza del lavoro di scrittore e poeta. La semplicità della prosa allude a essere il frutto di una vita di lavoro, quando il giovane poeta era poco più che ventenne sì, ma anche con la capacità di riuscire a dimostrare una grande unità dal punto di vista della voce, tono, lessico e tematica: in questo senso, la prosa si lascia facilmente attribuite un soggetto lirico che manifesta una passione per Buenos Aires, i quali spazi emblematici e sconosciuti, o pubblici e privati, alla base di tutto sono strettamente legati a eventi o circostanze che sono familiari e individuali. (hide spoiler)] Pare che furono regalate alcune copie agli amici, altre sono state lasciate nei cappotti degli attaccapanni nell’anticamera di una rivista letteraria, però il libro non ha mai avuto un invio a librerie o critici. Sta di fatto che un anno dopo, quando lo scrittore argentino tornò in patria si sorprese che alcune delle poesie furono lette e recensite. Borgese da quel momento iniziò la sua carriera con la reputazione di poeta. Chi oggigiorno lo legge o lo studia può accertare da sé l’onorevole carriera letterale che gli fu riconosciuta, e lo dimostrano anche le ripetute versioni impresse. Raccontare e recensire Borges verrebbe da dire che è una coscienza che parla, sicuramente dovuta a una ricca conoscenza letterale: nell’amata città natale e lontano dalle luci di una città moderna è dalle viscere dello scrittore che si apre l’immaginario urbanistico borgesiano. Il suo genio metafisico esplora il tempo e lo spazio, e nel più assoluto silenzio con parole scritte esalta una rappresentazione enigmatica e affascinante. Riesce a non essere corrosivo. E l’adepto dell’autore è affidato al movimento letterale ultraista, questo al tempo stesso che nel libro di poesie i versi stanno accarezzano le pieghe più segrete con una scrittura che è evocata in modalità d’avanguardia. 5 gennaio 2015, Giuseppe Sirugo.|Com este livro, primeiro publicado por Borges, encerro minha leitura da primeira parte de suas Obras Completas. Há muito não me emocionava tanto com um livro de poemas. Vasto em alvoreceres e crepúsculos sobre os pátios, as ruas e encruzilhadas de Buenos Aires - e por isso mesmo sobre os pátios, as ruas e as encruzilhadas de todas as cidades do mundo -, o livro já anuncia as metáforas que Borges usaria dali por diante, como os espelhos a repetir o mundo, e o homem a repetir os homens, vencendo assim, como o mármore perdurável, a morte e o tempo. Há também a alusão aos sonhos. E a percepção de que, quando se tem ciência do sonho, é já o seu fim, como dito no poema "Afterglow". Como a percepção do fluxo de pensamento já é consciência e, portanto, saída do pensamento. Ou pensamento em segundo grau. Por fim um Borges que eu desconhecia, ou que não reconhecia: o lírico. Do que declara, mais que seu amor, o amor, e que assim o sintetiza, no poema "Sábados": "En la sala severa se buscan como ciegos nuestras dos soledades." E assim é que o amor é tentativa de esquecimento da solidão. Mas como esquecer quando o ser desejado nos presenteia e se presentifica com sua ausência? Este é, aliás, título de um poema pungente. Como esconder-se dela, da ausência? "¿En qué hondonada esconderé mi alma "¿En qué hondonada esconderé mi alma para que no vea tu ausencia que como un sol terrible, sin ocaso, brilla definitiva y despiadada? Tu ausencia me rodea como la cuerda a la garganta, el mar al que se hunde." Este é um livro a ser relido, ad infinitum et ultra. E assim o será, enquanto houver um só leitor seu.