Casa Madre da - Missionari della Consolata
Transcrição
Casa Madre da - Missionari della Consolata
da Casa Madre ANNO 89 - N.10 - OTTOBRE 2009 ISTITUTO MISSIONI CONSOLATA PERSTITERUNT IN AMORE FRATERNITATIS CELEBRIAMO CON GIOIA IL SECONDO SINODO AFRICANO. Senegal, Suonatore di kora. Editoriale P. Giuseppe Ronco, imc La Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi sarà celebrata dal 4 al 25 ottobre prossimi sul tema: “La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. ‘Voi siete il sale della terra ...Voi siete la luce del mondo’ (Mt 5, 13.14)”. La gioia dei Missionari della Consolata è grande: P. Aquileo Fiorentini, nostro Superiore Generale, parteciperà come padre sinodale, facendosi voce e portavoce delle sofferenze e delle gioie di tutto il continente africano, soprattutto dei Paesi dove noi siamo presenti. Le parole di un famoso Negro Spiritual esprimono bene ciò che lo Spirito, invocato come balsamo e capace di guarire e curare le ferite, potrà fare: There is a balm in Gilead To make the wounded whole; There is a balm in Gilead To heal the sin-sick soul. Sometimes I get discouraged, And think my work’s in vain; But then the Holy Spirit Revives my soul again. Editoriale If you cannot preach like Peter, If you cannot pray like Paul, Just tell the love of Jesus, And say He died for all. 2 There is a balm in Gilead To make the wounded whole; There is a balm in Gilead To heal the sin-sick soul. L’Instrumentum laboris mette in evidenza le luci e le ombre dell’Africa sottolineando che “il bene che si fa è spesso più discreto ma più profondo del male bruciante e tragico riportato dai media”. Tra le evoluzioni positive segnala l’emancipazione dalle dittature e lo sviluppo “pur se timido di una cultura democratica” anche grazie all’importante e riconosciuto ruolo delle Commissioni ecclesiali da Casa Madre - 10/09 giustizia e pace. C’è poi la crescita della cooperazione tra Paesi africani (Ua, Nepad, Maep) e, a livello spirituale, una grande sete di Dio che vede l’aumento dei battezzati e la crescita delle vocazioni sacerdotali e religiose, l’impegno dei catechisti, lo sviluppo di movimenti e associazioni di laici cattolici, con comunità ecclesiali molto vivaci. E poi ancora la diffusione delle università cattoliche e dei mass media d’ispirazione cristiana, soprattutto le radio. Per non parlare dell’impegno della Chiesa nel campo della sanità con centri e ospedali: in particolare contro l’Aids le strutture cattoliche coprono quasi il 30% del totale. Di contro è forte la denuncia di quelle “forze internazionali” che sfruttano l’Africa: “fomentano le guerre con la vendita delle armi. Sostengono poteri politici irrispettosi dei diritti umani e dei principi democratici per assicurarsi, come contropartita, dei vantaggi economici”. “Le multinazionali continuano ad invadere gradualmente il continente per appropriarsi delle risorse naturali. Schiacciano le compagnie locali, acquistano migliaia d’ettari espropriando le popolazioni delle loro terre, con la complicità dei dirigenti africani” causando anche gravi danni all’ambiente. Il documento denuncia anche le modalità degli aiuti internazionali che sono accompagnati “da condizioni inaccettabili” che indeboliscono ulteriormente le economie africane e aumentano il “divario tra ricchi e poveri”. Tutto questo mentre non vengono rispettate le promesse degli aiuti allo sviluppo, che continuano a diminuire. C’è poi il capitolo agricolo con l’ingiustizia subita dai contadini che sono costretti a vendere i propri prodotti a prezzi molto bassi. Denunciata anche la vasta propaganda degli Ogm che secondo alcuni dovrebbero garantire la sicurezza alimentare: è una tecnica invece – si legge – che “rischia di rovinare i piccoli coltivatori e di sopprimere le loro semine tradizionali rendendoli dipendenti dalle società produttrici di Ogm”. “La globalizzazione” – da una parte “tende ad emarginare il continente africano”, dall’altra sta attuando “un processo organizzato di distruzio- La Chiesa da parte sua vuole “far sentire il grido dei poveri” schiacciati dalla “neo-colonizzazione”, lotta contro le ingiustizie, la corruzione dilagante, lo sfruttamento e la violazione dei diritti dei bambini e delle donne. Si tratta di una “missione profetica … spesso bloccata dalla pressione dei poteri” che utilizzano anche le sette cristiane per attaccare la Chiesa cattolica. Le sette infatti predicano spesso un Vangelo disimpegnato, disinteressandosi delle questioni sociali. Invece la Chiesa vuole essere “segno di contraddizione” e “voce di chi non ha voce” “risvegliando le coscienze cristiane alla difesa dei diritti umani”. L’Instrumentum laboris – di fronte a quanti sono interessati a far tacere la voce dei cattolici - esorta ad avere “coraggio profetico” sulla scia di quanto dice Gesù che prepara i discepoli “a vivere assieme a lui la persecuzione, gli insulti e ogni sorta d’infamia” per causa sua. Il documento si conclude con una preghiera alla “Madre di Dio, Protettrice dell’Africa” perché attraverso di Lei i cristiani possano “essere testimoni del Signore Risorto” e diventare “sempre più sale della terra e luce del mondo” Editoriale ne dell’identità africana” e dei suoi tipici valori “di rispetto degli anziani, della donna come madre, della cultura della solidarietà, dell’aiuto reciproco e dell’ospitalità, dell’unità, della vita” provocando “la destrutturazione del tessuto familiare” e della coesione sociale. “L’Africa è diventata vulnerabile di fronte all’invasione dei modelli delle potenze militari ed economiche” che stanno imponendo “un unico modello culturale e la negazione della vita” mentre “le società africane constatano, impotenti, la disgregazione delle loro culture”. «Una Chiesa non chiusa su se stessa ma che condivide gioie e speranze, problemi e sfide dell’intera società africana» (sintesi di interviste a varie personalità) Quali i punti centrali del documento? Il cuore di tutto è l’annuncio di Cristo. Si nota, in particolare, l’influsso positivo dell’ultimo sinodo sulla parola di Dio per i tanti riferimenti biblici, a partire proprio dai concetti di giustizia, pace e riconciliazione. Il dialogo è indicato come irrinunciabile: particolare attenzione viene posta ai rapporti con l’islam rilevando che in alcune regioni ci sono aspetti positivi, ma in altre non mancano problemi. Si affrontano inoltre questioni come le malattie o la schiavitù. Il testo suggerisce anche un esame di coscienza su quanto è stato fatto dopo il primo sinodo africano del 1994 e su quanto ancora resta da fare: propone una verifica e costituisce anche un incoraggiamento. È evidente, infatti, che una Chiesa riconciliata al suo interno è più credibile nell’annunciare la riconciliazione. Il testo che cosa mette più in luce? La speranza. Esaminando in profondità la realtà dell’Africa abbiamo riscontrato tanti elementi che inducono alla speranza. La Chiesa nel continente è sempre in prima linea quando si tratta di riconciliazione, pace, giustizia, educazione, sanità. La pace di cui l’Africa ha bisogno non consiste solo nel “mettere il silenziatore alle armi”, ma nel favorire “una pace della mente e del cuore”. da Casa Madre - 10/09 3 In questa seconda assemblea sinodale sull’Africa l’argomento da affrontare sarà quello di “individuare insieme le strade che portano alla pace, alla giustizia, alla riconciliazione”. “Puntiamo a una realtà di comunione dove tutti si sentano fratelli; dove non ci siano nemici e tutti si sentano riconciliati come Cristo ci chiede di fare - spiega l’arcivescovo - Il progetto di Chiesa famiglia di Dio e quanto emerso nel primo Sinodo ci hanno portato automaticamente all’urgenza di una seconda assemblea”. Come sarà questo secondo Sinodo? Sarà un Sinodo autenticamente africano che contribuirà, come già avvenuto nel 1994, a stimolare la coscienza dell’unità in ogni parte del continente e a favorire il dinamismo evangelico. Oggi la Chiesa in Africa è una realtà in pieno sviluppo. I cattolici sono circa 154 milioni, il 17 per cento della popolazione. Basti pensare che all’inizio del Novecento non erano neppure due milioni. Nelle riunioni preparatorie del Sinodo africano del 2009 sono emersi dati significativi: per esempio, rispetto all’assemblea del 1994, i vescovi sono oggi circa il 18 per cento in più il 60 per cento è stato nominato dopo il primo Sinodo - i sacerdoti diocesani addirittura il 58. C’è senza dubbio una crescita eccezionale, con una nuova capacità di raccogliere sfide antiche e recenti. Editoriale La parola del Papa 4 “Amici miei, armati di un cuore integro, magnanimo e compassionevole, voi potete trasformare questo Continente, liberando il vostro popolo dal flagello dell’avidità, della violenza e del disordine, guidandolo sul sentiero segnato dai principi indispensabili ad ogni moderna civile democrazia...” (Discorso del Santo Padre alle Autorità politiche e civili e al Corpo Diplomatico dell’Angola, 20 marzo 2009) “Non arrendetevi alla legge del più forte! Perché Dio ha concesso agli esseri umani di volare, al di sopra delle loro tendenze naturali, con le ali della ragione e della fede” (Discorso in occasione della Cerimonia di benvenuto all’Aeroporto internazionale 4 de Fevereiro di da Casa Madre - 10/09 Luanda, 20 marzo 2009) “In presenza di sofferenze atroci, noi ci sentiamo sprovveduti e non troviamo le parole giuste. Davanti ad un fratello o una sorella immerso nel mistero della Croce, il silenzio rispettoso e compassionevole, la nostra presenza sostenuta dalla preghiera, un gesto di tenerezza e di conforto, uno sguardo, un sorriso, possono fare più che tanti discorsi” (Discorso del Santo Padre ai malati del Centro Card. Léger di Yaoundé, 19 marzo 2009) La preghiera a Maria per il Sinodo Santa Maria, Madre di Dio, Protettrice dell’Africa, tu hai dato al mondo la vera Luce, Gesù Cristo. Con la tua obbedienza al Padre e per mezzo della grazia dello Spirito Santo ci hai dato la fonte della nostra riconciliazione e della nostra giustizia, Gesù Cristo, nostra pace e nostra gioia. Madre di tenerezza e di saggezza, mostraci Gesù, il Figlio tuo e Figlio di Dio, sostieni il nostro cammino di conversione affinché Gesù faccia brillare su di noi la sua Gloria in tutti i luoghi della nostra vita personale, familiare e sociale. Madre, piena di Misericordia e di Giustizia, con la tua docilità allo Spirito Consolatore, ottieni per noi la grazia di essere testimoni del Signore Risorto, affinché diventiamo sempre più sale della terra e luce del mondo. Madre del Perpetuo Soccorso, alla tua intercessione materna affidiamo la preparazione e i frutti del Secondo Sinodo per l’Africa. Regina della Pace, prega per noi! Nostra Signora d’Africa, prega per noi! “Figliuoli miei.. siamo al Sacramento dell’Ordine. E’ un Sacramento che sembra non riguardi nessuno di voi e che invece riguarda tutti. Questo Sacramento eleva l’uomo fino a Dio. Chi è il Sacerdote? E’ un uomo che tiene il posto di Dio. “Va’, dice Nostro Signore al Sacerdote.. come il Padre mi ha mandato..Io ti mando... Tutti i poteri mi sono stati dati in cielo e sulla terra. Va’ dunque..insegna a tutti i popoli. Chi ascolta voi ascolta me..chi disprezza voi..disprezza me”. Quando il Sacerdote rimette i peccati..non dice: “Dio ti perdona”..egli dice: “IO ti assolvo”. San Bernardo ci dice che tutto è venuto da Maria. Si può anche dire che tutto ci viene dal Sacerdote: sì..tutti i benefici..tutte le grazie..tutti i doni celesti. Se non avessimo il Sacramento dell’Ordine..non avremmo Nostro Signore”. (dal Catechismo del Santo Curato d’Ars) Don PRIMO MAZZOLARI: sono una spiaggia arida …. “Non c’è niente da guardare: un povero cenacolo di chiesa povera. C’è l’ostia da guardare: il pane dell’ultima cena, preso in mano, benedetto, consacrato da mani che Gesù ha fatto sue, appunto perché non sono sante, perché non son pure come le sue. Dio! come strazia questo confronto divenuto più facile nel gesto che continua dinanzi al Dono, poiché la messa di oggi è sospesa aspettando il domani. Di mezzo c’è l’agonia, la tua, o Gesù, e la mia. La tua è l’ineffabile agonia di chi nel dare sopravanza ogni attesa di chi riceve: la mia è l’agonia di chi ripete e non sa, di chi tende le mani e non capisce neppure di tendere le mani, di chi continua il mistero in un gesto più meccanico che spirituale. Sono una spiaggia arida: viene l’onda e non so accoglierla. Me ne accorgo quando il flutto è già lontano. Che angusto recipiente per la tua straripante abbondanza! Quanta impurità per l’Innocenza che mi gorgoglia tra le mani!” Preghiera per l’Anno sacerdotale Signore Gesù, che in San Giovanni Maria Vianney hai voluto donare alla Chiesa una toccante immagine della tua carità pastorale, fa’ che, in sua compagnia e sorretti dal suo esempio, viviamo in pienezza quest’Anno sacerdotale. Fa’ che, sostando come lui davanti all’Eucaristia, possiamo imparare quanto sia semplice e quotidiana la tua parola che ci ammaestra; tenero l’amore con cui accogli i peccatori pentiti; consolante l’abbandono confidente alla tua madre Immacolata. Fa’, o Signore Gesù, che, per intercessione del Santo Curato d’Ars, le famiglie cristiane divengano “piccole chiese”, in cui tutte le vocazioni e tutti i carismi, donati dal tuo Santo Spirito, possano essere accolti e valorizzati. Concedi, Signore Gesù, di poter ripetere con lo stesso ardore del Santo Curato le parole con cui egli soleva rivolgersi a te: «Ti amo, o mio Dio, e il mio solo desiderio è di amarti fino all’ultimo respiro della mia vita. Ti amo, o Dio infinitamente amabile, e preferisco morire amandoti piuttosto che vivere un solo istante senza amarti. Ti amo, o Signore, e l’unica grazia che ti chiedo è di amarti eternamente. Mio Dio, se la mia lingua non può dirti a ogni istante che ti amo, voglio che il mio cuore te lo ripeta tante volte quante volte respiro. Ti amo, o mio divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me, e mi tieni quaggiù crocifisso con te. Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti e sapendo che ti amo». Amen. Benedetto XVI da Casa Madre - 10/09 Anno sacerdotale Modelli di santità sacerdotale 5 Evodia e Sintiche Animatrici missionarie e pastorali della comunità di Filippi p. Afonso Osorio Citora, imc I collaboratori di Paolo Paolo si trova ormai in carcere, a Roma, per il vangelo quando scrive la lettera ai Filippesi . Nell’ultimo capitolo (Fil 4,1-9) si rivolge in modo particolare ad Evodia e a Sintiche (Fil 4,2-3). Ricorda il ruolo che esse hanno avuto nel primo annunzio del vangelo e quello che hanno ancora nella chiesa, cioè animare la comunità dei filippesi – presidenza della domus ecclesiae – e le esorta a continuare con zelo, per la gloria di Dio e la salvezza dei fratelli. Nulla di certo si sa dei rapporti reciproci di queste due donne, però, Paolo nella sua esortazione, le invita a collaborare nell’opera di evangelizzazione insieme ai fratelli tra i quali è Clemente Evodia, dal greco “eudia” cioè “buona strada”, è il nome di una cristiana di Filippi la quale viene esortata dall’Apostolo , insieme con Sintiche, ad “essere del medesimo sentimento”.. Si nota che queste due donne greche non sono menzionate altrove nell’epistolario paolino. Evodia e Sintiche: collaboratrici: dall’uso intelligente del termine “synergós” cioè “collaboratore” (Fil 4,3) - termine riservato ai collaboratori paolini nell’opera missionaria e nell’attività pastorale - si può supporre che Evodia e Sintiche avessero un ruolo attivo nell’opera di evangelizzazione a Filippi assieme agli altri cooperatori (Confronta l’uso del termine “synergós” in Rm 16,3: Aquila e Prisca; Rm 16,9: Urbano; Rm 16,21: Timoteo; 1 Cor 3,9: Paolo ed altri). Dalle bellissime espressioni paoline “perché avete collaborato al vangelo dal primo giorno fino al presente” in Fil 1,5 e “Proprio voi, Filippesi, sapete che all’inizio dell’evangelizzazione, quando lasciai la Macedonia, nessuna chiesa aprì un conto con me di dare e di ricevere, eccetto voi soli, ” in Fil 4,15 ,si potrebbero fare due supposizioni: 6 da Casa Madre - 10/09 La prima è che Evodia e Sintiche sono state due attive collaboratrici di Paolo al momento della loro conversione e della fondazione della comunità di Filippi e che attualmente svolgano un ruolo di animatrici missionarie e pastorali nella stessa comunità cioè presiedono la domus ecclesiae. Con questa frase di Fil 1,5 “perché avete collaborato al vangelo dal primo giorno fino al presente” Paolo voleva sottolineare che la loro collaborazione non solo avveniva con soccorsi pecuniari (Fil 4,15-16), ma anche con il loro contributo alla sua testimonianza apostolica (1,7; Cfr. 2,15-16) ed avevano sofferto con lui per il vangelo (1,29-30). (Infatti, esse collaborarono alla diffusione del vangelo”).... La seconda supposizione è quella che probabilmente l’opera delle due donne si era distinta per generosità (dovrebbe distinguersi) anche dalla comune partecipazione dei filippesi all’azione missionaria di Paolo che consisteva nell’inviare il contributo e provvedere all’assistenza materiale delle chiese più povere. Si può quindi capire ciò che viene detto nella prima supposizione. Evodia e Sintiche: “hanno lottato per il Vangelo”: Per Paolo, Evodia e Sintiche sono “quelle che hanno combattuto con noi per il vangelo”. Seguendo il pensiero di Paolo, sapremo in 1 Ts 2,2 che il rapporto tra Paolo, il gruppo dei missionari e la comunità dei filippesi è maturato in mezzo a prove e sofferenze d’ogni genere. Infatti, scrivendo ai tessalonicesi Paolo dice che è arrivato nella loro città per annunziare il vangelo di Dio con coraggio in mezzo a molte lotte “dopo avere prima sofferto e subito oltraggi a Filippi, come ben sapete” (Fil 2,2). Luca raccontando il suo viaggio – assieme a Paolo – verso Filippi (At 16, 11ss ), sottolinea che quando arrivarono in quella città, dopo avere cominciato ad annunziare il Vangelo, la Animatrici missionarie e pastorali: Nella lettera Paolo esorta al suo “sincero compagno, di venire loro in aiuto” (Fil 4,3). Paolo invita di andare in aiuto alle due donne perché esse, a suo tempo, lottarono a fianco di Paolo e con gli altri collaboratori, all’opera di evangelizzazione. Dunque la motivazione data da Paolo lascia capire che l’intervento del “compagno sincero” consiste nel dare una mano per l’opera pastorale e missionaria nella quale sono tuttora impegnate le due donne: l’animazione della comunità dei filippesi – presidenza della domus ecclesiae. Tale opera, tesa a costruire la comunità, ha la sua fonte e il criterio fondamentale nella convergenza spirituale, come raccomanda Paolo dicendo “raccomando ad avere lo stesso modo di sentire nel Signore” (Fil 4,2), un modo di sentire radicato nel Signore. L’esortazione ad avere “uno stesso modo di sentire” non presuppone necessariamente uno stato effettivo di dissensi e divisione tra di loro. “Avere lo stesso modo di sentire” corrisponde a quell’atteggiamento spirituale dei cristiani sul quale si regge la comunità, ieri come oggi. Non possiamo terminare senza fare allusione alle parole del nostro padre generale che ha saggiamente sintetizzato la vita di queste donne in questi termini: “esse avevano un ruolo di primo piano delle prime comunità cristiane, in quanto ‘hanno lavorato per il Signore’ e sono la più gloriosa attestazione di onore per l’apostolato della donna nella Chiesa di origini”. Padre Aquile, continua facendo una citazione saggia di Giovanni Paolo II in questi termine: “il terzo millennio attende ancora la rivelazione del genio femminile... un genio da manifestare con creatività, non solo come silenzio, ma anche come parola, non solo come capacità esecutiva, ma anche come partecipazione effettiva ai processi decisionali della Chiesa. Si tratta di assumere tutto il positivo delle rivendicazioni delle donne nel mondo, valorizzando il genio femminile per la costruzione della Chiesa e del mondo” Bollettino Ufficiale dell’IMC (n° 125 p.9). I collaboratori di Paolo folla insorse contro Paolo e Luca, e si rivolse ai magistrati dicendo: “Questi uomini gettano il disordine nella nostra città; sono giudei e predicano usanze che a noi romani non è lecito accogliere né praticare” (At 16,20-21.27). Possiamo immaginare quindi che è in questo ambiente ostile che Paolo assieme ad Evodia, Sintiche ed altri collaboratori ha non soltanto iniziato la fondazione della comunità di Filippi, ma anche ha svolto insieme l’attività missionaria e pastorale. 7 da Casa Madre - 10/09 Da forestiero - Biennio di interculturalità Dare dalla nostra povertà p. Giuseppe Ronco, imc Pensando al Biennio di Interculturalità, ho voluto visitare la 53esima Esposizione Internazionale dell’Arte della Biennale di Venezia. La mostra, ampia e articolata, vede 77 padiglioni dedicati a 99 artisti stranieri. In maniera visiva si può intuire il pensiero di molte nazioni sul tema. Il tema che il suo direttore Daniel Birnbaum ha scelto, Fare Mondi – Making Worlds, mi sembrava particolarmente interessante per un missionario che si propone di evangelizzare il mondo di oggi e di domani. Come sarà infatti il mondo di domani? La Biennale rivolgeva un invito agli artisti di tutto il mondo affinché elaborassero intuizioni, descrizioni, desideri, aspettative o paure su come sarà il mondo di domani e su come lo si potrebbe costruire. Girare tra gli stands della mostra era un’occasione per conoscere ciò che gli artisti pensano del futuro e prepararsi per non giungere impreparati alle sfide che si porranno all’evangelizzazione. Dipingere il mondo di domani è sempre una sfida e le risposte variano. Per gli artisti egiziani Adel El Siwi e Ahmad Askalany, con le loro statue in vimini e terracotta, impressionanti e a volte terrificanti, la visione del mondo futuro appare come una realtà evanescente, fatta di fragilità e mostruosità. 8 da Casa Madre - 10/09 La Francia, con Le grand Soir di Claude Léveque, lascia poche speranze. La grande sera del vecchio mondo, degli anciens régimes, della libertà più spesso ostentata che reale, sta lasciando il passo alla notte che viene. Magari la sera scompare per lasciare il posto a un mondo nuovo! Fathiya Tahiri e Mahi Binibine, artisti marocchini legati al Musée Hassan di Rabat, che espongono nella Chiesa della Pietà dove Vivaldi diresse le Quattro Stagioni, suscitano dubbi e interrogativi. Binebine, come nei suoi romanzi, presenta maschere silenti e contorte, figure intrappolate che implorano aiuto per liberarsi, mentre Fathiya Tahiri, mettendo in scena una bocca volgare da cui spunta una linguaccia circondata da denti molari che macinano tutto, fa presupporre un futuro ingoiatore e beffardo che non concede speranze. Michelangelo Pistoletto, italiano, con la sua filosofia dello specchio come strumento di comprensione del mondo, si diverte a presentare specchi rotti e frantumati, immagine di ciò che il domani riserva. Più positiva è Lygia Pape, nota artista brasiliana, che con la sua opera Ttèia dipinge il mondo futuro con fili d’oro, sospesi tra pavimento e soffitto e illuminati dall’alto, creando una scultura di luce che ispira qualcosa di metafisico. Ma vorrei parlare di Matteo Basilé, giovane e promettente artista italiano, nato nel 1974 a Roma, dove vive e lavora. E’ stato uno dei primi a usare l’arte digitale per modernizzare il ritratto, sovrapponendo e mescolando con gran raffinatezza volti presi dalla strada e tecnologia moderna. Con i suoi lavori, l’artista mette in scena la metamorfosi, il grottesco, una geografia umana ambigua e multiforme alla ricerca di un’identità, con nani giullari o calati nell’iconografia del Cristo morto, oppure nerboruti uomini tatuati addolorati dalla perdita delle loro giovani amanti. Fu definito “veritas in liquido” perché sa esprimere con abilità e precisione i tratti della società liquida descritti e analizzati da Zygmunt Bauman. Questa sua opera, Thisoriented People Series, è molto bella e di grande effetto. Nasce da un lungo soggiorno dell’artista a Bali, dove scopre che alcuni valori fondamentali non appartengono a una singola cultura, ma sono universali. Il tentativo di esprimere questi valori con forme pittoriche nuove (in Thisoriented si tratta di stampa lambda su alluminio e plexiglass) mette in evidenza non solo il valore universale, ma anche la validità attuale e moderna di tali valori. Illuminato da una luce che viene dall’alto, da Casa Madre - 10/09 Da forestiero - Biennio di interculturalità La Finlandia, con un manichino suicida in piscina, presenta una visione dai toni macabri e cupi. Un uomo si è ucciso forse perché è stato inghiottito dalla crisi e il popolo dopo aver appreso la notizia, incurante dei motivi del suo folle gesto, continua a distrarsi girandogli attorno incurante, avido solo di notizie provenienti dal suo lunapark. 9 Da forestiero - Biennio di interculturalità 10 protagonisti, sapendo offrire dalla loro povertà un dono, seppure povero e insignificante. “Il modo di dare conta di più di ciò che si dà” (Marie Sabine Roger). Ossequio anche alla madre terra, che tramite il mondo animale dei galli, viene restituita in offerta al Creatore e all’umanità intera, per il benessere dell’uomo. Questo vecchio è orientato a questo tipo di mondo. Il titolo però, Thisoriented, contiene un’ambiguità di pronuncia e segnala la possibilità di un’altra lettura: disorientato. Davanti al nuovo e al diverso, questa possibilità non è mai da escludere. Mi vengono alla mente le parole di Benedetto XVI nella sua enciclica Caritas in veritate: dall’occidente e dall’oriente, questo vecchio povero dal volto contemporaneamente asiatico ed europeo, fissa lo sguardo verso Colui che sta al di sopra del mondo. E dalla sua povertà dona l’offerta di due galli. A chi? Perché? Serviranno a qualcosa? Il messaggio è molto bello. I poveri che danno qualcosa preso dalla loro povertà ci insegnano che può nascere in futuro un mondo nuovo e diverso, in cui loro sono i da Casa Madre - 10/09 “La grande sfida che abbiamo davanti a noi, fatta emergere dalle problematiche dello sviluppo in questo tempo di globalizzazione e resa ancor più esigente dalla crisi economicofinanziaria, è di mostrare, a livello sia di pensiero sia di comportamenti, che non solo i tradizionali principi dell’etica sociale, quali la trasparenza, l’onestà e la responsabilità non possono venire trascurati o attenuati, ma anche che nei rapporti mercantili il principio di gratuità e la logica del dono come espressione della fraternità possono e devono trovare posto entro la normale attività economica. Ciò è un’esigenza dell’uomo nel momento attuale, ma anche un’esigenza della stessa ragione economica. Si tratta di una esigenza ad un tempo della carità e della verità”(CIV 36). P. Lorenzo Sales testimone del pensiero del fondatore p. Francesco Pavese, imc P. Lorenzo Sales (1889-1972) fu uno dei Missionari della Consolata che conobbe più intimamente il pensiero del Fondatore. Entrato nell’Istituto nel 1907, solo 6 anni dopo la fondazione, ebbe la fortuna di respirare l’atmosfera fervorosa delle origini e di essere formato direttamente dall’Allamano, al quale fu sempre legato da sincero affetto e profonda stima. Generoso apostolo nelle missioni del Kenya dal 1914 al 1920, viste le sue doti di brillante scrittore e di facondo oratore, fu richiamato in patria per collaborare alla redazione della rivista “La Consolata” e per l’animazione missionaria. In vista di pubblicare un articolo in occasione del 50° di sacerdozio dell’Allamano, ebbe con lui diversi incontri. L’Allamano, nonostante la sua riservatezza, si lasciò intervistare da questo suo figlio, del quale si fidava. La trascrizione di quelle interviste, se non fosse andata perduta, sarebbe ancora per noi una fonte fresca di notizie e soprattutto di spirito. Nel 1936, 10 anni dopo la morte dell’Allamano, P. Sales ne pubblicò la prima biografia, che rimane ancora oggi un’opera di ineguagliabile fascino. Missionari insieme L’Allamano e il suo primo biografo voce, ho pensato utile pubblicare, in ordine cronologico, alcuni stralci delle conferenze alle missionarie, tenute a S. Mauro e altrove, dove P. Sales parla dell’Allamano. Sono vivaci e, per molti aspetti, esprimono un’attualità sorprendente. Nel 1948, P. Sales si ritirò come cappellano nella casa delle Missionarie della Consolata a San Mauro Torinese. Durante quegli anni, oltre alle sue molteplici attività apostoliche, divenne maestro di spirito delle missionarie, intrattenendole, con appropriate conferenze, sullo spirito del Fondatore. Anche queste conferenze di P. Sales, della quali sono state fatte fedeli trascrizioni, sono una miniera molto ricca da cui trarre notizie sullo spirito del Fondatore. 13 agosto 1967: «Mio fratello Giuseppino […] era al sanatorio e gli avevano già asportato un polmone e gli avevano tolto anche delle costole, ed era in fin di vita. Gli avevo già preso l’ambulanza della Croce Rossa, perché la mamma lo voleva a casa, vivo o morto. Mi venne un’ispirazione; gli dissi: “Guarda, cominciamo ancora una novena all’Allamano”. E il giorno dopo stava bene e poi per 25 anni ha fatto il professore. Senza fare correzioni e conservando le espressioni come sono state colte dalla viva (…) Ricordate sempre la risposta del Can. Allamano a quel sacerdote convittore. da Casa Madre - 10/09 11 L’Allamano gli aveva fatto osservare che accarezzava troppo i fanciulli che erano in sacrestia. E lui: “Anche Gesù li accarezzava”. “Ma tu non sei Gesù!”. È una risposta profonda, sapete.”Ma tu non sei Gesù!”». 10 ottobre 1968: «Vi dirò due parole alla buona. Ho scelto cinque punti, perché mi pare che racchiudano meglio lo spirito del Fondatore. Missionari insieme Il primo è la santificazione dei Membri dell’Istituto. Mi si domanda: ma l’ha proprio detto il Fondatore? “Prima santi e poi missionari”: cento e cento volte, cento e cento volte, di continuo. E non solo. Notate, diceva ancora: “Prima religiose e poi missionarie”. Non possiamo prescindere da questo. Mi direte: ma non sbagliava? […] È come dei due comandamenti che formano la Legge: l’amore di Dio e l’amore del prossimo. Il primo dei due, il massimo: l’amore di Dio. Il secondo, simile al primo, ma secondo, l’amore del prossimo. Ecco che qui non si sbagliava il Fondatore. 12 Il secondo punto, che è una conseguenza del primo, fondamentale nello spirito del Fondatore, è la preghiera. Preghiera. Intendetela come volete […]. Concretizziamo tutto in una parola: vita interiore. (…) E non sto qui, perché non è il caso, a far passare gli esempi del Fondatore. Ne avete dei capitoli interi nella “vita”. Ma quando penso che fin da chierico (mi stupisco sempre quando ci penso), fin da chierico proponeva di accostare ogni boccone di cibo al costato di Gesù…dico: povero me! Io ho ottant’anni, ottanta, e non sono ancora giunto al punto che il Can. Allamano raggiunse da chierico di vita interiore, di vita unitiva, di vita soprannaturale. […]. Era un uomo di preghiera, vera anima di vita interiore, quindi vero sacerdote, sì, e vero apostolo. È qui, non andatelo a cercare altrove, è qui il segreto di tutte le sue opere, di tutti i suoi successi, nonché la spiegazione della sua santità. […]. Il terzo punto è questo: la questione del materiale non deve mai prevalere sulla questione morale del buon nome dell’Istituto, e da Casa Madre - 10/09 soprattutto sulla questione spirituale. […]. E per venire al nostro Padre, ricordate la rinuncia all’eredità dell’Abate Robilant; perché non si potesse dire che l’aveva assistito durante la malattia per lucro: ha rinunciato all’eredità. Diceva: l’Istituto ha più bisogno del buon nome che del denaro. […]L’assillo della sua anima, il tormento quasi della sua anima: lo spirito. Comunicare a noi il suo spirito; che il suo spirito fosse il nostro spirito, che lo assorbissimo, lo vivessimo…[…]. Il quarto punto riguarda il concetto che il nostro Fondatore si è sempre fatto sull’autorità. […]. Il nostro Padre lo aveva assimilato bene. E veramente il faro che illuminò tutti i suoi passi, tutte le sue opere, fu la Volontà di Dio, nella sottomissione ai legittimi superiori. […]. E ricordate anche questo: l’ultima lettera circolare, il nostro Fondatore la scrisse in occasione del Giubileo d’oro della sua Messa e in quella lettera breve, non dubita, con un piede nella fossa, come si dice, non dubita di affermare: non temo di propormi a voi come modello di obbedienza. Ecco il Fondatore, ecco lo spirito del Fondatore. Ricordate tutto questo, se volete essere vere figlie dell’Allamano e apostole […]. Il quinto ed ultimo punto, collegato a questo, è la totale dedizione dei Membri dell’Istituto alla causa della Chiesa. Quando il Padre, nei suoi viaggi a Roma, metteva il capo sotto il piede sporgente della statua di S. Pietro nella basilica, non era mica solo un atto di umiltà suo personale o di pietà sua personale; oh, ce lo diceva: era tutto l’Istituto, vostro e nostro, erano tutti i membri dei due Istituti, presenti e futuri, che egli intendeva rappresentare. (…) Una fede integra, senza sottintesi, senza riserve, senza quei “ma” e quei “chissà”. Il Can. Allamano diceva: “Anime piene di chissà, ma vuote di pietà”». 25 maggio 1969: «Il nostro Fondatore non ha mai voluto che lo si chiamasse “fondatore”; non soltanto a voce, ma anche per lettera, quando facevamo gli auguri a S. Giuseppe, al compleanno…Mai…e neppure superiore. E lo chiamavamo “signor Rettore”. Era Rettore della Consolata e del Convitto, e tutti gli altri 2 agosto 1970: «Il nostro Fondatore, presentando le Costituzioni corrette, ci diceva che ogni parola era stata studiata ai piedi del Tabernacolo e che quindi ogni regola, nel suo insieme, poteva ritenersi come ispirata. E come non trascurò nessun mezzo di preghiera, così non trascurò nessun altro mezzo per conoscere la Volontà di Dio. Fra i mezzi umani, quello di essere ricorso, oltre ad alcuni Superiori Generali, anche alle loro Costituzioni. Un giorno andavo a trovare il Can. Allamano (andavo sovente), e aveva sul tavolo un mucchio di librettini. “Sai che cosa sono?”, mi dice. “Sono le Regole di tutti gli Istituti che ho potuto avere” Chiese anche di poter vedere le Costituzioni dei Gesuiti, e il Padre Gesuita rispose: “No, Canonico, non possiamo dare le Costituzioni”. “Ma io me ne servo con prudenza…”. “Mi rincresce, Canonico, non posso dargliele”. E mentre aveva le Costituzioni, le spingeva verso il Canonico Allamano e continuava a dire: “Vede, non posso…”. Il Padre concluse: “Ah! Ho capito, non possono darmele, ma io posso prenderle!”». na, e il Can. Allamano gli dice: “Senti, fammi un po’ passare tutti e indicami quello che salverà più anime”. E il bambino guarda fisso il primo e tira diritto; ne guarda un altro, scuote la testina e tira diritto. E così facendo ne passa diversi. Poi si ferma davanti a me, mi guarda, e puntando il ditino dice: “Questo!”. È una stupidaggine; lui era un bambino, cosa poteva capire di queste cose! Ma qualche volta ci penso: non posso più fare apostolato e sono alla fine dei miei giorni, perciò mi dico: fatti furbo, ama…». 5 settembre 1971: «Si prega nel nostro Istituto? Il nostro Fondatore (lo sapete e sta scritto) aveva fatto il conto di tutti i minuti che nell’Istituto erano impiegati nella preghiera, contando anche la meditazione; e aveva trovato tre ore di preghiera. Era contento. Ce lo disse in una conferenza: “Quest’oggi ho fatto il calcolo, ed è risultato che ci sono tre ore di preghiera. Sono contento!”». 15 novembre 1970: «Quando eravamo chierici, tutte le settimane facevamo la passeggiata a Rivoli, e giunti alla villa ci mettevamo seduti sulle panche a semicerchio intorno al Can. Allamano che ci intratteneva con pensieri spirituali. Era ricchissimo di pensieri. Quella volta, c’era anche la signora Rosanna, benefattrice dell’Istituto, e il Padre la fece sedere accanto a lui, e noi chierici tutti insieme. Questa signora aveva un bambino come quelli della vostra scuola mater- Missionari insieme lo chiamavano “Rettore” Ma quando lo chiamavamo “fondatore” lo vedevamo subito oscurarsi in volto». 13 da Casa Madre - 10/09 Visita canónica en contexto de interculturalidad Attività della Direzione Generale p. Salvador Medina, imc La Región IMC Colombia-Ecuador, a los 62 años de vida, ha sido visitada por la Dirección General del Instituto a través de la llamada Visita Canónica, realizada por los PP. Stefano Camerlengo (Vice-superior general) y Antonio Fernandes (Consejero General para ele Continente América), entre el 13 de julio y el 15 de septiembre de 2009. Para leer e interpretar el acto ordinario de una visita que se convierte en acontecimiento extraordinario para cada misionero y su comunidad local, lo mismo que para toda la Región IMC ColombiaEcuador. Me valdré de tres categorías relacionadas con la interculturalidad: el encuentro, la reciprocidad y la colaboración. ENCUENTRO Los Misioneros Stefano y Antonio salieron de Roma o mejor, continuaron su viaje por la geogra- 14 da Casa Madre - 10/09 fía e la misión del Instituto de la Consolata y aterrizaron en Guayaquil. Ni descubrimiento sorpresivo e intimidador, ni conquista dominadora o controladora por parte de estos enviados del Instituto, sino encuentro fraternal, más evangélico que canónico. En Guayaquil se inició la VISITA y avanzó por el territorio de dos naciones hermanas enfrentadas ideológica y políticamente. El ENCUENTRO, como dinamismo antropológico del ser humano que sale de…, va o camina hacia…, entra en el mudo-visión del “otro” semejante y diferente…, desata la comunicación y teje la comunión, caracterizó toda la VISITA: Encuentro, cara a cara, de los visitadores con cada uno de los misioneros. Diálogos personalizados, íntimos e intensos, de una y más horas, que se prolongaron a lo largo de todo el recorrido. Más RECIPROCIDAD Las actitudes y gestos fraternos de los visitadores se mezclaron la apertura para la acogida, la escucha y la revelación de los visitados, con algunas excepciones que no han de faltar. Ellos nos enriquecieron con sus dádivas y nosotros los retribuimos, para bien del Instituto, con nuestros dones. Colombia-Ecuador ofrece variados, novedosos, actuales y desafiantes espacios de misión ad gentes en los campos y en las ciudades: el primer anuncio se mezcla con el diálogo intercultural, ecuménico y religioso; la justicia y la paz imploran por administradores fieles de los valores del Reino de Dios y artistas cuidadosos de la obra de la creación; los pobres, en exilio, esperan la verdadera consolación que no puede ser otra que la liberación integral; las Iglesias locales nos piden autenticidad testimoniada y animación misionera calificada para su propia realización eclesial. Los visitadores nos provocan con sus exhortaciones a favor de las vocaciones misioneras ad gentes y de la Consolata y nosotros abrimos las puertas del corazón, la casa y la cultura para la formación misionera internacional y la práctica misionera de los hermanos africanos; juntos, los de Roma y los de Colombia-Ecuador nos intercambiamos bienes materiales, espirituales y culturales, mientras caminamos hacia una más firme y liberadora auto sostenibilidad económica y financiera de la vida y de la misión. El Instituto se hace cada día más local, sin dejar de ser internacional. La interculturalidad se impone en la sociedad y nosotros, IMC, nos sentimos portadores de un novedoso y verdadero sacramento que debemos intercambiar ya, aquí en América y más allá, en Europa, Asia, África y Oceanía algún día. De toda esta reciprocidad son testigos los 34 misioneros europeos encabezados por el P. Silvio Vettori quien se despidió de la Región después de cortos y bien vividos 57 años de gracia y gratuidad; los 33 africanos, los 45 americanos y el asiático Kim Moonjung, quien emitió su Profesión Perpetua al concluir la Asamblea Regional. Attività della Direzione Generale de 150 encuentros personales sembraron de revelación y proyección la vida íntima de la Región IMC Colombia-Ecuador. Encuentro fraterno, en la intimidad de la casacomunidad, para leer juntos el presente, recogiendo las huellas del pasado, con sus luces y sombras, iluminarlo con la palabra autorizada y exhortativa, suscitar la conversión y proyectar la misión con fidelidad carismática y realismo contextualizado. En las 30 comunidades locales se celebró el sacramento de la comunión fraterna en torno a las mesas de la cocina y del altar de la alianza. Encuentro con las comunidades cristianas, las Iglesias Locales y algunas autoridades civiles y, hasta militares. De las 15 jurisdicciones eclesiásticas en donde están presentes los Misioneros de la Consolata, 11 Obispos acogieron a los visitadores y compartieron con ellos su visión del Instituto y sus planes de evangelización. La comunión con la Iglesia Local se manifestó generosa y enriquecedora para ambas las partes. Encuentro impregnado de admiración y asombro con la variada y desafiante geografía física de la misión: selvas de cemento atiborradas de gente en movimiento, amazonia biodiversa irrigada por gigantescos ríos y pequeñas cebradas, inmensas montañas de la cordillera andina con sus imponentes nevados y sus profundos cañones, serpenteadas por largas carreteras vinculadas con oscuros túneles y arquitectónicos puentes. Cada paisaje suscitando la advocación, la alabanza, el asombro y el temor. Muchos de ellos fueron capturados por la cámara de los visitadores y guardado para perenne memoria o distribuidos para la comunión de bienes a través de los medios de comunicación. Los encuentros culminaron con una Asamblea general iluminada misiológicamente por Mons. Luis Augusto Castro y carismáticamente por los dos Visitadores canónicos. Los 60 participantes evidenciamos, una vez más, el Proyecto misionero regional en su proceso histórico, muy bien sintetizado e interpretado por el P. Antonio Bonanomi, lo actualizamos, revitalizamos y proyectamos hasta el 2011 cuando concluirá la actual Dirección Regional y celebraremos el Capítulo General. COLABOARACIÓN Con la Eucaristía de clausura de la Visita y la Asamblea Regional sellamos nuevas, enriquecedoras y comprometedoras alianzas entre el Instituto y la Región Andina, con presencia en ColombiaEcuador-Perú, entre la Región Andina y el Continente, vinculados por la amazonia y las etnias indígenas y afro descendientes, entre el IMC, las da Casa Madre - 10/09 15 Attività della Direzione Generale 16 MC y los LMC, hacia la conformación de la Familia de la Consolata al servicio de la misma misión y dinamizados por el mismo carisma, recibido del Beato Allamano y desarrollado con la luz y la fuerza de ese Otro Paráclito, enviado por Jesucristo desde el Padre de la vida y de la misión. Todos queremos seguir viviendo y trabajando en la misma casa-familia de la Consolata, al servicio de la misión ad gentes en cada lugar y con espíritu práctico y operativo de partir, repartir y compartir los bienes, las personas, los saberes en la mesa común de mamá Consolata y papá Allamano. La Dirección General sabrá, después de haber conocido mejor, mirar las posibilidades y necesida- des de la Región. Podrá repartir con mayor equidad los recursos humanos y económicos, ala mismo tiempo que podrá. Conclusión La Visita, cuando es más evangélica que canónica, general intercambio para el bien de todos. Gracias a los visitadores, mientras aceptamos sus agradecimientos: “A tutti ed a ognuno un profondo ringraziamento ed uniti nella missione. Fraternamente padre Stefano alleluia!” “Siate come lievito nella massa” Breve racconto della Visita Canonica alla Delegazione Corea (6-16 settembre 2009) p. Diego Cazzolato, imc Quella volta fu Paolo che salì a Gerusalemme con alcuni suoi collaboratori, per esporre a Cefa e alle persone più ragguardevoli il vangelo che egli predicava tra i pagani, per non trovarsi nel rischio di correre o di aver corso invano (cfr. Gal 2:1-2). Questa volta invece sono state le “persone ragguardevoli”, concretamente il superiore generale p. Aquiléo e il consigliere continentale per l’Asia, p. Paco, a fare un lungo viaggio per venire a trovare noi in Corea, per rassicurarci di non correre, o aver corso, invano. La finale della storia è invece la stessa in ambedue i casi: le “colonne” hanno dato a Paolo e a noi la loro destra, “in segno di comunione” (Gal 2:9). Dopo tutta la preparazione fatta, a suon di relazioni sulla delegazione, su ogni comunità locale, sugli Uffici e anche quella personale, abbiamo accolto con gioia i due Visitatori il giorno 3 settembre. Abbiamo concesso loro di smaltire un poco il fuso orario, e poi, il sabato 5 settembre, noi del consiglio di delegazione abbiamo avuto un “anteprima” alla Visita. Nel senso che avevamo “marinato”, a suo tempo, la settimana di formazione permanente diretta a tutte le direzioni di da Casa Madre - 10/09 circoscrizione dell’Europa e Asia, ma siamo stati “pescati” lo stesso in questa occasione per una giornata particolare su quel tema. Non è certo possibile riassumere i contenuti formativi di un’intera settimana in una sola giornata, ma almeno p. Aquiléo e Paco ci hanno provato. E noi abbiamo ascoltato, con attenzione e interesse. La Visita vera e propria ha avuto inizio la sera della domenica 6 settembre, con la preghiera solenne dei Vespri, alla quale abbiamo potuto essere presenti tutti, nonostante i vari impegni di Messe nelle parrocchie vicine. Poi gli eventi si sono susseguiti per ordine, secondo il programma fatto: incontro iniziale con il consiglio di delegazione; incontro di “famiglia” con l’intera comunità, visita ad ognuna delle tre comunità locali, visita ai vescovi delle due diocesi nelle quali lavoriamo, conclusione di tutto, prima con il consiglio di delegazione e poi con tutta l’assemblea. P. Aquiléo e p. Paco hanno affrontato tutto con pazienza e molta disponibilità; noi abbiamo fatto del Quali conclusioni? Innanzitutto, proprio quella della comunione! L’assicurarci che, se siamo qui in Corea, lo siamo proprio a nome dell’Istituto, ed e’ attraverso di noi che l’Istituto vive, soffre, lavora ed evangelizza in Corea. L’assicurarci che le dimensioni del nostro Progetto Missionario (l’evangelizzazione dei poveri, il dialogo interreligioso e l’AMV della Chiesa locale) sono veramente in linea con il nostro carisma ad gentes, e non abbiamo corso, o stiamo correndo, invano! Poi il riconoscimento e l’apprezzo dimostrato al nostro “stile” di vita comunitaria, con il nostro ritmo di incontri settimanali del lunedì, con la cassa comune, con il dialogo e il discernimento comunitari su ogni questione che abbia a che vedere con la comunità o con la sua missione… I Visitatori ci hanno anche suggerito di “calibrare” meglio quella che e’ la vita comunitaria a livello di comunità locale, perché e’ a quel livello che va affrontata prima di tutto la vita comune, l’interculturalità e la missione. Inoltre i Visitatori hanno dimostrato di capire la “particolarità” della missione in Corea, così diversa da quella che l’Istituto svolge in tante altre parti del mondo. La difficoltà della lingua, e le sfide poste alla nostra missione da una società ormai post-moderna; la nostra piccolezza e debolezza davanti a tutto questo; il non essere assolutamente “protagonisti”, ma semplici “servi” in una Chiesa locale ben organizzata e forte; una missione che non raggiunge grandi “numeri”, ma che si svolge nella vita di ogni giorno in una rete di relazioni con le persone più diverse. E’ proprio a proposito di questo che il p. Aquiléo ci insisteva di essere “come lievito nella massa”. Ma lievito buono, capace di far lievitare la massa! La nostra missione non si gioca a livello di quantità, ma di “qualità”, e come tale è molto esigente. Naturalmente, i Visitatori hanno fatto anche le loro osservazioni sulle cose che si potrebbe/dovrebbe migliorare. Le loro raccomandazioni si sono ripetute: sulla fedeltà all’orario della preghiera comunitaria, sulla convenienza che ogni comunità locale abbia il suo “diario di missione” (cosa che noi, finora, avevamo completamente ignorato…); sulla necessità di discernere gli a volte numerosi e pesanti “altri impegni” che ognuno si assume oltre al compito specifico da svolgere all’interno del Progetto Missionario; sull’ordine da tenere nell’archiviare i documenti importanti della delegazione; la raccomandazione che ognuno sappia Attività della Direzione Generale nostro meglio per rendere la visita il più serena ma profonda possibile. Senza lesinare nemmeno sui momenti di relax, sugli incontri con le “nostre signore” del Gruppo Amici IMC, ed altro ancora. 17 da Casa Madre - 10/09 Attività della Direzione Generale raggiungere un adeguato ritmo di vita e di lavoro, in modo da potersi prendere cura di sé e diventare sempre più “lievito buono”… 18 Come ogni Visita che si rispetti (almeno, finora per noi in Corea è sempre stato così), anche questa non ha mancato di lasciarci una “sfida” seria sulla quale riflettere e discernere il da farsi. La sfida è costituita dai giovani coreani! Non solo quelli che ci sforziamo con ogni mezzo di incontrare nell’ambito della nostra AMV, ma proprio dai “giovani” intesi come “mondo giovanile” e “nuovo areopago” della Missione. Giovani post-moderni, “confusi” nei valori, lasciati da tutti in balia di se stessi, bisognosi di vangelo e di vita. Ehi, se c’e’ qualcuno là in giro che si diletti di ipod, sms, twitter e quant’altro… venite a darci una mano! L’ultima parola di questa breve relazione non può essere che di ringraziamento ai PP. Aquiléo e Paco. Abbiamo visto con i nostri occhi quanto le visite possano essere faticose ed esigenti (e noi siamo un piccolo gruppo! Chissà cosa succederà nelle nostre Regioni più numerose…). Grazie per averci ascoltati. Grazie per aver condiviso la nostra vita per qualche giorno. Grazie per i suggerimenti e le sfide che ci avete messi davanti. Chiediamo al Signore della Missione di saper far tesoro di tutto quanto ci avete trasmesso, e di continuare il nostro cammino di “lievito” con maggior coscienza e dedizione. Corso di Formazione Continua dei Missionari e Missionarie della Consolata p. Gianni Treglia, imc È trascorso oramai un mese da quando un gruppo di 24 tra missionari e missionarie della Consolata si ritrova insieme a Nepi, appena fuori Roma, in provincia di Viterbo, nella casa Generalizia delle Suore Missionarie della Consolata per un periodo di formazione continua. Il gruppo è composto da 15 Missionari e 9 Missionarie della Consolata di ben nove nazionalità diverse. Tutti hanno alle spalle tra i dieci e i quindici anni di Professione perpetua o Ordinazione Sacerdotale e svolgono il loro apostolato missionario in Africa (Mozambico, Tanzania, Kenya, Congo, Costa d’Avorio e Gibuti), America (Argentina, Brasile, Colombia, Venezuela e Stati Uniti), Europa (Italia). Il percorso Il 17 agosto 2009 siamo giunti a Nepi dove abbiamo potuto godere di una calorosa accoglienza da parte delle nostre consorelle che ci hanno fatto sentire da subito a casa nostra. Madre Gabriella, superiora generale delle Missionarie, e padre Paco, Consigliere Generale dei Missionari, ci hanno accolti e introdotti a questo periodo di formazione continuata. Lo specchio, dove guardarsi e riscoprirsi, la pentola, dentro cui porre le nostre da Casa Madre - 10/09 esperienze condividendole con gli altri, un bicchierino, segno della convivialità e fraternità dei partecipanti, sono stati solo alcuni dei simboli usati che hanno dato inizio al nostro cammino. I padri Ronco e Rovelli ci hanno poi illuminati sul percorso che ci terrà impegnati fino al 31 ottobre 2009. Il percorso stesso è stato pensato ed organizzato in cinque tappe attraverso le quali saremo guidati alla riscoperta della nostra persona e della nostra vocazione, all’approfondimento della vita religiosa e missionaria condivisa e vissuta nella comunità, alla progettazione della missione cui siamo chiamati e inviati. Finora le tappe percorse sono state due. Nella prima, con l’aiuto di una equipe dell’Associazione Edith Stein, abbiamo cercato di entrare in noi stessi per individuare le emozioni con cui rispondiamo ai fatti della vita e rivedere, così, le nostre capacità, punti di forza da coltivare, e le debolezze, che non debbono essere motivo di scoramento, anzi opportunità da cui ripartire e migliorare. Attraverso poi la rilettura di alcune vocazioni nella Bibbia, i padri Ronco e Rovelli ci hanno stimolati a rileggere la nostra storia vocazionale, e quindi la nostra rispo- Il nostro Carisma Nella seconda tappa del nostro cammino non poteva mancare certo una rilettura del nostro carisma alla luce degli insegnamenti e dello spirito del nostro Beato fondatore, Giuseppe Allamano. In questo momento ci hanno splendidamente guidati il padre Pavese e Suor Teresa Edvige. Abbiamo potuto notare con gioia quanto ci sentiamo figli dell’Allamano e da lui ancora oggi ispirati. La missione vissuta con la santità della nostra vita innanzitutto e con una vita fraternamente condivisa è ancora oggi motivo per ciascuno di noi ad essere Missionari della Consolata. Alle parole ascoltate sul nostro Fondatore e sul Carisma, ha fatto seguito il nostro pellegrinaggio sui luoghi della nostra fondazione. Abbiamo così avuto modo di rivisitare i luoghi significativi della storia del nostro Istituto: la Casa Madre dei Missionari e quella della Missionarie della Consolata, la tomba del padre Allamano, sulla quale a lungo abbiamo sostato in preghiera, tutti insieme e personalmente, la casa di Rivoli, la casa natale dell’Allamano a Castelnuovo, il Santuario della Consolata, cuore ancora oggi palpitante dell’Istituto e di ciascun missionario. Senza dimenticare la visita e l’incontro con coloro che sono testimonianze viventi della storia dell’Istituto: le consorelle anziane di Venaria e i confratelli anziani di Alpignano. Fraternità e condivisione Questo nostro corso di formazione continuata non è però solo nelle conferenze e nelle parole rivolteci da esperti e professori. Si sta rivelando anche nella fraternità e nella condivisione che noi, missionari e missionarie della Consolata, partecipanti al corso, stiamo vivendo ogni giorno che passa in modo più intenso. Alcuni di noi già si conoscevano per comuni esperienze di studio o lavoro. La maggior parte però si è ritrovata insieme in questa occasione per la prima volta. Eppure non ci siamo sentiti stranieri gli uni agli altri. La vocazione comune alla vita religiosa, in questa vita religiosa consolatina, ci ha fatti sentire subito parte della stessa famiglia. Condividere le nostre esperienze è per noi logica conseguenza di questa comune appartenenza. Attività della Direzione Generale sta alla chiamata di Dio, in modo da poter capire in che misura possiamo dirci identificati con quello che siamo e facciamo. La seconda tappa ci ha guidati ad approfondire la nostra vita religiosa. La dott.ssa Scaiola e Suor Renata, Consigliera Generale delle Missionarie della Consolata, attraverso approfondimenti biblici, ci hanno portati a vedere in Gesù, inviato del Padre, il fondamento della nostra chiamata e della nostra missione, nonché motivo della nostra professione Religiosa. Sotto la guida di don Andrea Lonardo abbiamo anche gustato la figura di Paolo di Tarso, quale missionario instancabile di Cristo e modello di missionarietà. 19 da Casa Madre - 10/09 Diario della casa generalizia Settembre 2009 Casa Generalizia p. Michelangelo Piovano, imc 20 Il 2 settembre partono per la visita canonica in Mongolia e Corea il Superiore Generale e Padre Paco. Li salutiamo e gli facciamo gli auguri per questo momento di incontro con i nostri confratelli che lavorano in Asia. Partenza anche di padre Osorio Afonso per la Turchia, assieme ai Corsisti del Biblico, per una visita e studio sui luoghi paolini. Anche in questo mese si susseguono gli arrivi dalle ferie o dal lavoro pastorale dei confratelli e la partenza di altri. Durante la prima settimana del mese, Fratel Mario Bernardi e P. Bruno Americani, partecipano al Corso di Esercizi Spirituali ad Alpignano. Domenica 6 settembre riceviamo in casa il gruppo dei missionari e missionarie giovani che stanno facendo il Corso di aggiornamento a Nepi. Nella mattinata fanno una visita a San Pietro guidati da P. Giuseppe Ronco. E’ per loro il giorno del rinnovamento della professione di fede. Celebrano l’Eucarestia nella cappella della casa generalizia e poi il pranzo condiviso nella fraternità con i membri della comunità. Lo stesso gruppo, il 10 settembre parte per Torino, guidato da P. Antonio Rovelli, per un pellegrinaggio al santuario della Consolata e alla tomba del Fondatore, una visita alla Casa Madre, a da Casa Madre - 10/09 Castelnuovo ed alcuni giorni di formazione sulla nostra spiritualità. Il 17 settembre ritorna, dopo la lunga visita canonica alla Regione Colombia, Padre Camerlengo. Nei giorni seguenti tiene alcuni giorni di incontro e formazione con il gruppo del Corso che è a Nepi Dal 20 al 27 settembre Padre Piovano predica gli Esercizi Spirituali alla comunità della Polonia a Varsavia avendo così il modo di conoscere questa nuova presenza e realtà. Ospiti graditi di questo periodo sono il cardinal Poletto, a Roma per l’incontro della CEI, e monsignor Abraham Desta, Vicario apostolico di Meki, venuto per il Sinodo Africano. IL 28 settembre, Padre Joseph Kihwaga, dopo aver terminato il Corso di Licenza presso la Pontificia Università Salesiana, lascia la nostra comunità e parte per Londra per un successivo Corso all’Istituto St. Anselmo, prima di giungere alla sua nuova destinazione in Kenya. Gli facciamo gli auguri per il suo futuro lavoro e lo ringraziamo per la sua presenza nella comunità in questi tre anni. Padre Osorio Afonso, appena ritornato dalla Turchia, dal 25 al 30 settembre predica gli Esercizi Spirituali alla comunità dei teologi di Bravetta. Vi partecipano anche P. Stephen Korambu e p. Otieno Joseph.. Chiara Giovetti Durante l’estate 2009 ho avuto la possibilità di visitare le missioni in Kenya ed Etiopia, dove ho trascorso quattro settimane tra luglio e agosto. Si è trattato di un viaggio informale che ha coinciso con le mie vacanza; tuttavia, dato il mio incarico di responsabile dell’Ufficio progetti UGCM, ho colto l’occasione per tracciare il punto della situazione sulle attività in corso nell’ambito della cooperazione allo sviluppo e per raccogliere informazioni sulla storia, la politica l’economia e la cultura di questi Paesi. La prima parte del mio viaggio in Kenya mi ha portato fino a Loyiangalani, sul lago Turkana, facendo tappa a Maralal, Baragoi, Sererit e South Horr, nel distretto Samburu. Guidata dai missionari che lavorano in loco, mi sono calata in una realtà per me completamente nuova, estremamente complessa, fatta di lotte per accaparrarsi risorse scarse (l’acqua in primis) e di tratti culturali unici. Casa Generalizia Viaggio in Kenya ed Etiopia: quattro settimane di full immersion La tensione che si avverte, causata dai difficili rapporti inter-etnici e aggravata dalla siccità di quest’anno, impone ai missionari una riflessione incessante e un’attenzione costante ai bisogni delle comunità con cui lavorano, ora duramente colpite dalla mancanza d’acqua che sta decimando il bestiame. Sulla via del ritorno verso Nairobi, ho fatto tappa a Wamba, dove ho visitato missione e ospedale, e a Isiolo, nella sede della Diocesi, dove ho raccolto informazioni sullo stato dei progetti e sulla realtà della Diocesi più in generale. Da lì ho poi proseguito per Mukululu, per vedere la rete idrica di Tuuru e per riordinare le idee nella quiete della foresta di Nyambene. I giorni passati a Nairobi, poi, mi hanno permesso di conoscere la multiforme varietà degli slums, durante le giornate trascorse a Deep Sea, Masaai, da Casa Madre - 10/09 21 Suswa, Kahawa, Korogocho e Kibera. Ciò che davvero colpisce di questi luoghi non è tanto il contrasto con la Nairobi elegante dei centri commerciali e dei grattacieli, di cui si è ampiamente parlato, quanto la consapevolezza che in un contesto di degrado inconcepibile secondo canoni occidentali si annida in realtà un microcosmo fatto di quotidianità, di lotte per i diritti, di sistemi economici informali che fanno degli slums un’esperienza straordinaria, una sfida unica per chiunque intenda operare nell’ambito della cooperazione allo sviluppo. Casa Generalizia Sconcertante e stimolante insieme, poi, è vedere all’opera nelle metropoli come Nairobi le stesse dinamiche che sono alla base delle migrazioni verso il Nord del mondo: dalle zone rurali verso le città africane o dai Paesi dell’Africa sub – sahariana verso l’Europa, gli uomini si spostano alla ricerca di un lavoro, di un’occasione, inseguendo un sogno, o forse un miraggio, di una potenza devastante. 22 Da Nairobi mi sono poi spostata a Kisumu, sul Lago Vittoria, dove ho conosciuto i missionari che lavorano a Buoye, Chiga e Alendu, facendomi guidare da loro nelle visite all’ospedale, alle scuole, ai centri pastorali. Colpisce che una zona con risorse ittiche così ingenti come quelle garantite dal lago la popolazione locale versi in condizioni così difficili dal punto di vista socio – economico. Sono inoltre ancora visibili i segni dell’ondata di odio inter – etnico che ha contrapposto in particolare Luo e Kikuyu dopo le elezioni del dicembre 2007: palazzi sventrati e case bruciate sono un monito, sul quale i missionari concordano, a non abbassare la guardia, nella consapevolezza che le tensioni ora sopite potrebbero rivelarsi un fuoco che cova sotto la cenere. Le uscite nei dintorni di Nairobi, infine, mi hanno fatto scoprire realtà ancora diverse, come il Sagana Technical Institute, la missione di Gaturi o quella di Makima, dove i missionari mi hanno accolto con il consueto calore, saziando con ammirevole pazienza la mia fame di notizie e informazioni. Il viaggio è poi proseguito in Etiopia, dove ho trascorso soltanto una settimana, troppo poco per entrare in profondità nella situazione politica ed economica di un Paese così sfaccettato, ma abbastanza per avere un assaggio delle difficoltà che la da Casa Madre - 10/09 popolazione etiope attraversa. Ho visitato l’ospedale e la missione di Gambo, la missione di Modjo e la sede della Diocesi a Meki. Grazie all’accoglienza dei padri e dei fratelli, ho potuto familiarizzare con concetti come la green famine (la fame verde), che sintetizza la carenza di cibo anche quando tutto, intorno, è verde e rigoglioso: la causa è la presenza di piogge che cadono però solo in momenti inappropriati rispetto al ciclo di sviluppo delle piante di cereali come il tiff o il mais. Ho poi ricevuto informazioni sul crescente costo del cemento e delle materie prime in generale, sulla penetrazione economica della Cina, sul business dei fiori recisi – visibile anche in Kenya – che ha visto un proliferare di serre dalle quali multinazionali straniere ottengono alti ricavi, senza che sia chiaro l’effettivo beneficio per la popolazione locale anche considerando i rischi sanitari dovuti all’utilizzo di pesticidi. Il viaggio si è concluso con un incontro con il personale della Cooperazione italiana presso l’Ambasciata d’Italia ad Addis Abeba – come già era avvenuto a Nairobi – per una ricerca di informazioni circa la possibilità di presentare al Ministero degli Affari Esteri progetti relativi ai due Paesi a nome della ong Missioni Consolata Onlus. Un ringraziamento di cuore va ai superiori di Circoscrizione, P. Franco Cellana e P. Antonio Vismara, a Fratel Miguel Reyes e a Fratel Francisco Reyes, a P. Angelo Riboli, a P. Abraham Markos, a Beatrice Romeo, responsabile cooperazione a Nairobi, a Emanuela Costamagna e Fabio Ferraro, laici missionari a Gambo, e a tutti i missionari e i laici che ho incontrato e che sarebbe troppo lungo elencare, per l’accoglienza calorosa che mi hanno riservato, l’entusiasmo con cui mi hanno accompagnato e la mole monumentale di informazioni che mi hanno fornito. Ricordo a tutti, a nome dell’Ufficio Generale di Cooperazione Missionaria/ Ufficio progetti di Missioni Consolata Onlus che P. Antonio Rovelli, P. Giuseppe Ronco ed io siamo a disposizione di tutti per contribuire a rendere sempre più efficace il lavoro dei Missionari della Consolata in Kenya, in Etiopia e nel mondo. p. Francisco Lerma, imc Nomeações Foram apresentados aos respectivos Bispos de Lichinga e de Inhambane: o Pe. Luis Fernando López Acevedo como Pároco de Mecanhelas e Entre-Lagos; o Pe. Manoel Aparacido Monteiro, como Vigário de M ecaanhelas e Entre-Lagos; o Pe. Salvatore Forner, Reitor do Santuário da Consolata de Massangulo. o Pe. Guillerme Jorge, como Pároco de Vilankuo/Mapinhane. O Conselho nomeou: 1. o Pe. Manoel Aparecido Monteiro, Ecónomo e superior religioso da comunidade imc de Mecanhelas; 2. o Pe. José Neves, como colaborador da comunidade de Mecanhelas, interinamente, até Dezembro. 3. o Pe. Mário Teodori, colaborador da comunidade do Seminário da Consolata da Matola. o teólogo Piero Demaria no Seminário da Matola, para o periodo de inserção e estudo de português, e a partir de Dezembro, membro da comunidade imc de Maúa para o período de experiência missionária. O leigo Gonçalves Meparara, do grupo de Leigos Missionários da Consolata de Lichinga, para um período de um ano na comunidade imc de Maúa. Encontro regional de formadores Os formadores das três Casas de Formação da Região, terão um encontro em Maputo, no próximo mês de Dezembro, para estudar a questão do Propedéutico e mais outros assuntos relacionados com a formação. Para a data, deverão ter em conta o Encontro vocacional com candidatos para o próximo curso. Noviciado Datas das próximas actividades e celebrações: - Período de experiência pastoral durante este mês de Setembro nas Paróquias de Liqueleva, Guiúa, Massinga, Vilankulo e Mambone e o próprio Noviciado. - Celebração da 1ª Profissão Religiosa: no Noviciado no dia 26 de Dezembro de 2009. - Entrada no Noviciado: no Noviciado, nas Véspras do dia 29 de Dezembro de 2009. Bolsas de estudo No próximo ano 2010 entrarão em vigor as novas orientações que a Comissão está a preparar e que serão comunicadas na devida altura. da Casa Madre - 10/09 Mozambico Nos dias 1 a 3 deste mês de Setembro, o Conselho Regional esteve reunido em Maputo, em sessão ordinária. Eis algumas informações: Sobre as Conclusões da nossa Assembleia da Beira, nomeadamente sobre os vários projectos relacionados com a AMV, posso informar-vos que se estão dando os passos necessários para concretizarmos cada uma das conclusões: Logo tipo e revista missionária regional “KHAMINHOS”: vão ser legalizados e registados oficialmente nas respectivas repartições civis, em ordem a podermos usá-los exlcusivamente. CAM: o topógrafo entregou o estudo do terreno ao arquitecto e éste preparou um estudo prévio que vai ser enviado à Direcção Geral brevemente. A planta contem: dois blocos de 25 quartos cada e para duas camas, com serviço completo; salão para plenário com pequenas salas para trabalhos de grupo e sala da revista/computers; refeitório geral, cozinha, e despensa; capela; residência para a comunidade imc; prevê-se também a construçaõ de quatro/oito apartamentos para alugar, como fonte de autosustentamento. KHAMINHOS: O pe Bonifácio está completando o projecto que foi apresentado na assembleia da Beira. Página Web/Sito: os LMC Rui Antunes e a Diana Antunes, estão trbalhando na construção do sito. Já foi pago mo domínio e o correspondente aluguer para o próximo ano. Vita nelle Circoscrizioni Carta às comunidades 23 Brasile Vita nelle Circoscrizioni 24 Podemos adiantar o siguinte: o subsídio para entregar a cada beneficiário será de 750,00MT, que será atribuído da seguinte maneira: 75% a cargo da Região e o 25 % a cargo da comunidade imc que apresenta o candidato; os benefiários serão três (3) por cada comunidade imc. Visita Canónica A Direcção Geral confirmou que a Visita Canónica será nos meados de Julho até os fins de Agosto do próximo ano 2010, com a seguinte modadlidade: Será feita pelo Pe. Stefano Camerlengo, Vice Superior Geral e pelo P. Matthew Ouma, Conselheiro Continental; Os visitadores visitarão cada uma das comunidades imc, demorando em cada uma o tempo suficiente, pelo menos dois dias, para o diálogo pessoal com os missionários, e para encontros comunitários. Também desejam reunirse com os Bispos das Dioceses onde trabalhamos, os agentes de pastoral (conselho paroquial) e outras pessoas que acharem conveniente. Encerramento: No fim da Visita haverá uma assembleia geral da Região em Maputo. Para facilitar a participação de todos, peço aos missionários que terão férias durante o próximo ano, para as programarem fora do tempo da Visita Canónica, tendo em conta as datas indicadas (meados de Julho e fins de Agosto). Pelo que programem as férias para um período antes ou depois, mas não durante a visita. Economia Faz-se um apelo para todos sermos fiéis à prestação de contas, a termos a contabilidade ao dia, ao estudo de formas de autosustentabilidade locais. Neste mesmo sector torna-se necessário lembrar, para quem ainda o não fez, que se faça o que for necessário para regularizarem a situação laboral dos trabalhores das nossas comunidades e paróquias: contratos de trabalho, salário mínimo e providência social. Calendários Já foi impresso o Calendário de parede de 2010. Na distribuição seguir-se-á o esquema do ano anterior. Estamos à espera dos Calendários de bolso. Foram impressos 10.000 exemplares. Noticiario do Brasil p. Pessatti Jordão Maria, imc SOLENIDADE DA SANTÍSSIMA CONSOLATA No domingo 21 de junho de 2009 a Paróquia Nossa Senhora Consolata” (Jardim Sao Bento, São Paulo) celebrou a festa de sua Padroeira, que foi precedida por solene novena, animada pelas equipes litúrgicas, pelos alunos do Seminário Teológico Pe João Batista Bísio, pelas Missionárias da Consolata e por outros grupos ligados à vida da Paróquia. Nas homilías, os sacerdotes encarregados da celebração da Eucaristia (João Monteiro da Felícia, Jordão Maria Pessatti, Patrick Gomes Silva, Luiz Andriolo, Joakim Kamau, Alex Brito (dos Arautos do Evangelho), Pietro Plona, Valeriano Paitoni, Luiz Carlos Emer, da Casa Madre - 10/09 Jaime Díaz Cadavid e Lírio Girardi) apresentaram a Mãe Consolata como encaminho de justiça e paz” na comunidade, na vida das crianças e dos jovens, na família, na segurança do povo, nas diferenças culturais dos povos, na vida dos idosos e enfermos, na promoção humana, na vida da missão. No dia da solenidade (21 de Junho), às 10 horas, teve lugar a Missa solene, celebrada pelo Pe. Lírio Girardi (Superior Regional). Ao meio-dia, no salão da paróquia, almoço de confraternização, do qual participaram numerosas famílias da comunidade, juntamente com alguns padres e os alunos do nosso Seminário Teológico. ORDENAÇÕES NO INSTITUTO Em Boa Vista (Roraima), no dia 2 de agasto de 2009, o bispo diocesano, Dom Roque Paloschi, conferiu a Ordem do Diaconato ao jovem missionário Corrado Giovanni Dalmonego. Corrado é italiano, mas fez os estudos teológicos em São Paulo (aluno do Seminário Jipe. João Batista Bispo). Padre Pietro Plona, que fora a Boa Vista para pregar o retiro a vários membros de diversas congregações religiosas, representou a Região do Brasil na cerimónia da ordenação diaconal. Diácono Corrado trabalha na Missão do Catrimani, junto aos índios Yanomami. Como lema de seu ministério escolheu estas palavras de Jesus: O Filho do Homem não veio para ser servido, mas para servir e dar a sua vida em resgate por todos (Mc 10,45). Outras ordenações sacerdotais à vista: dia 22 de agosto de 2009, em Murang’a (Quênia): Diácono Benard IMwrangi; dia 17 de Outubro próximo, também no Quenia: Diácono Job Masyula. Nossa profunda gratidão a Deus e à Mãe Consolata pela dádiva dos novos presbíteros. Aos neo-sacerdotes, votos de fiel perseverança e frutuoso apostolado missionário! assuntos tratados, refletidos e debatidos giraram em torno da biodiversidade amazónica, ecologia, questões sociais, populações indígenas, quilombos, ribeirinhos e seringueiros, reforma agrária, desmatamentos, queimadas... A Região IMC do Brasil foi representada pelo Pe. Jaime Carlos Patias. LEIGOS MISSIONARIOS DA CONSOLATA (LMC), REGULO DO BRASIL O grupo LMC de São Paulo, nos dias 4 e 5 de julho de 2009 reuniu-se na Casa Regional (salão de encontros), dando continuidade ao programa formativo que Ihes está sendo ministrado. Participantes: Nélson, Lucrecia, Lucília, Mônica, Karla e Emília As Missionarias da Consolata (Irmãs Maria Costa e Maria Angelina) partilharam a caminhada de acompanhamento de quatro grupos de LMC, assessorados pelos Missionários da Consolata, em Votuporanga, Jandira, São Miguei e São Paulo. Depois, irmã Rosa Clara expôs o tema Discernimento vocacional e identidade, dizendo que é necessário buscar luz e clareza, antes de tomar uma decisão acerca da própria vida. Por sua vez, Pe. Pietro Plona apresentou este outro tema: A missão do leigo na Igreja e no IMC. E disse, citando o Estatuto dos LMC (Europa): Vita nelle Circoscrizioni Diácono Rodrick Tumaini Minja, ex-aluno do Seminário Teológico jipe. João Batista Bisio” (São Paulo), foi ordenado sacerdote no dia 9 de Julho de 2009, na Parõquia Santo Agostinho», por S. Excia Dom Isaac Amani Massawe, bispo da diocese de Moshi, na Tanzània. “O Leigo Missionário da Consolata é uma pessoa que, desejosa de responder ao chamado de Cristo no âmbito da vocação leiga, faz da missão ad gentes uma opção de vida, segundo o espírito e o carisma que o Bem-avenhurado José Allamano recebeu de Deus, e partilha da f nalidade missionária do Inshtuto Missões Consolata por ele fundado”. 12° INTERECLESIAL DAS CEBs OFICINA DE CRESCIMENTO PESSOAL Crescer, bebendo do próprio Poço - O curso realizou-se em Itaparica (Salvador, Bahia), de 30 de junho a 11 de Julho de 2009. Da Região IMC do Brasil participaram três missionários: Pe. Jose Tolfo, Pe. Durvalino Condicelli e Pe. Sabino Mariga. A Oficina de Crescimento Pessoal é uma oportunidade para fazer uma experiência de autoconhecimento que permite reconhecer o próprio processo vulnerado e desenvolver as qualidades mais autenticas e profundas, base de qualquer opção de vida. Em outras palavras: é trabalhar a formação humana, para adquirir um conhecimento mais profundo de si mesmo. A Oficina destina-se a quem deseja investir no seu próprio processo, tendo em vista o crescimento pessoal. da Casa Madre - 10/09 Brasile Aconteceu em Porto Velho (Rondõnia), de 21 a 25 de julho de 2009, o 12° Intereclesial das Comunidades Eclesiais de Base (CEBs), que teve como tema: CEBs: Ecologia e Missão, e como lema: Do ventre da terra o grito que vem da Amazônia. O evento contou com milhares de participantes, algumas dezenas deles provenientes de países da America Latina. A maioria dos participantes era constituída por delegados escolhidos, encarregados de representar as 272 dioceses do Brasil, organizadas em 17 Regionais da CNBB. Entre os participantes havia representantes dos povos indígenas da America Latina, 32 jornalistas, 53 bispos, bom número de sacerdotes: todos foram acolhidos pelas famílias credenciadas das paróquias de Porto Velho (RO). Os 25 Tanzania Vita nelle Circoscrizioni 26 L’asino muoia, ma il carico… I gemelli fioriscono p. Lello Salutaris Massawe, imc Mentre i missionari della Consolata in Tanzania compiono novant’ anni (90) da quando hanno toccato il suolo del Tanganyika per la prima volta il 18 maggio 1919, la loro gioia e’ benedetta dal dono dei padri Rodrick Tumaini Minja, nativo della diocesi di Moshi, e William Mkalula Mayanda nativo della diocesi di Mahenge, consacrati sacerdoti quest’anno qui in Tanzania. Padre Rodrick Minja che ha completato i suoi studi nel seminario maggiore di San Paolo (Brasile), ha ricevuto il sacerdozio con l’imposizione delle mani dal vescovo di Moshi il 9 Luglio 2009 e ha celebrato la messa di ringraziamento sabato 11 Luglio nella sua Parrocchia di Makomu. Padre William Mkalula che ha terminato i suoi studi a Bravetta - Roma, e’ stato consacrato Sacerdote da Mons. Agapit Ndorobo Vescovo di Mahenge il 14 Agosto, circa un mese dopo del suo “gemello” Rodrick mentre la prima messa e’ stato da Casa Madre - 10/09 il 16 Agosto. Ho avuto l’occasione di parlare con ciascuno di loro riguardo all’evento e alle sfide della vita sacerdotale e della missione. P. Rodrick (34 a.) ha espresso la sua riconoscenza a Dio per aver ricevuto il Sacerdozio nel periodo in cui la Chiesa celebra l’anno sacerdotale. “La Chiesa e la societa’ oggi sono messe alla prova da questioni come: giustizia e pace, inquinamento dell’ambiente, mancanza di buoni rapporti tra le nazioni, che spesso inducono i popoli alla guerra. Altre sfide sono: la crisi economica mondiale, la fame, malattie diffuse da nuovi virus,l’ HIV Aids, la mancanza di istruzione per molti, che provocano una poverta’ sempre piu’ diffusa.” sottolinea P. Minja Per questo motivo P. Minja e’ convinto che la Chiesa, soprattutto quella specificamente missionaria, deve impegnarsi a cercare nuove soluzioni per far fronte a queste sfide con piu’ competenza e disse: “ e’ un interrogativo che ci poniamo ogni giorno. Ha sottolineato ancora che la vita dell’Istituto e’ cambiata, non c’e’ piu’ fuoco. Questo e’ pericoloso, anche se l’ambiente stesso e’ cambiato. Dobbiamo avere l’ardore che avevano i Santi. I nostri missionari molto facilmente si accomodano seguendo lo stile del mondo d’oggi”, ha poi detto con convinzione l’anziano missionario, mentre si preparava ad andare al villaggio a visitare gli ammalati. P.Giorda non ha dubitato di dire il suo pensiero riguardo alla sfida dell’interculturalita’ qui in Tanzania, e riferendosi al documento “Il fuoco della Missione” disse che dobbiamo riaccendere di nuovo lo zelo di portare la Salvezza. “Sono venuto per servire e non per essere servito”- dice il Vangelo – volendo cioe’ nuovamente sottolineare che non e’ venuto in missione a cercare le comodita’ “L’asino muoia....” Siamo chiamati a perseverare nella nostra vocazione. Hai tribolato a raggiungere il Sacerdozio e poi non riesci a perseverare? Ha chiesto P.Giorda, stupito davanti a coloro che lasciano l’Istituto o il Sacerdozio. Dobbiamo impegnarci a proseguire senza perdere la speranza, chiediamo questa grazia a Gesu’; noi possiamo riuscire se consideriamo che per 90 anni qui in Tanzania abbiamo fatto un grande lavoro per la Chiesa e per la societa’. Il numero dei Padri nativi e’ gia’ di 26. Vita nelle Circoscrizioni profetismo cristiano, dovunque siano i suoi ministri. P.William, (37 a.) dal canto suo, guardando all’ altra parte della medaglia, porta il discorso sui giovani. “Desidero esprimere le difficolta’ reali dei giovani africani. Un problema e’ il loro modo di guardare allo stile di vita dell’Occidente. Spesso pensano che l’ Europa sia ricca economicamente (questo e’ vero) ma non conoscono altri aspetti della realta’ di vita nel suo insieme. Non voglio entrare nei problemi che oggi incontrano gli emigranti che cercano di entrare in Europa, vorrei solo invitare molti governi del continente d’Africa, a portare un miglioramento in tutti i settori della vita sociale. Questo aiuterebbe senza dubbio molti dei nostri giovani ad ottenere un impiego e a vivere meglio nel rispetto dei diritti umani, come in altri paesi piu’ sviluppati. Da parte sua P.Giorda Giovanni (82 a.) giunto in Tanzania nel 1952 e che attualmente lavora ancora a Tosamaganga, ha esortato i Padri giovani dicendo” L’asino muoia, ma il carico raggiunga la sua destinazione.” Volendo significare: piuttosto muoia l’uomo, ma Cristo viva.” “Noi – disse – siamo venuti in Tanzania e abbiamo cominciato a lavorare senza sapere la lingua Kiswahili e neppure l’inglese. Abbiamo lavorato con il cuore piu’ di quanto veda oggi fare da alcuni giovani missionari “ concluse l’anziano Padre, che tuttora lavora senza sosta. “ I giovani non hanno piu’ lo spirito missionario che c’era ai nostri tempi, molti non sono pronti a sacrificarsi. Non basta riuscire bene negli studi, no, no!” ha continuato a insistere il saggio P.Giorda. E ha scelto le parole di S. Paolo come punto focale della vita missionaria: “ Il mio vivere e’ Cristo.... (Fil 1:21) Tanzania Nell’Istituto dobbiamo sempre avere l’entusiasmo per la missione, altrimenti diventiamo missionari incapaci e handicappati. Questa debolezza fa retrocedere gli uomini socialmente e spiritualmente anziche’ progredire; per questo motivo a volte i giovani passano ad altre denominazione.” aggiunse P.Giorda. Riguardo al futuro dell’Istituto 27 da Casa Madre - 10/09 Area Maria Goretti Vita nelle comunità 28 Área Missionária Santa Maria Goretti p. Gianfranco Graziola, imc Nos dias 12 e 15 de Agosto aconteceram duas reuniões na Área. A primeira do Conselho da Área, a segunda dos Coordenadores Pastorais da Área e das Comunidades. De ambos encontros podemos retirar as seguintes informações: Passaram 6 meses depois do desmembramento da Área. O trabalho de coordenação tornou-se mais fácil, assim como a concretização de formação, de celebrações a nível de área, as reuniões são mais participadas, ainda que algumas coordenações de pastorais se tenham desestruturado, o que já foi solucionado. Aspectos que mais marcaram a Pastoral: trabalhou-se o tema da C.F. nas famílias, na catequese; nas casas continuaram as novenas; reestruturam-se grupos de jovens nas comunidades; assistência a idosos e alcoólatras; alguma dificuldade em harmonizar a pastoral da Área com a das comunidades. Agosto é o mês vocacional. Além das atividades próprias da pastoral vocacional, está-se tentando calendarizar em cada comunidade um momento de oração vocacional a ritmo mensal. Particular atenção foi dada à formação litúrgica com vários encontros já realizados na Comunidade de Cristo Rei destinados às duas áreas missionárias A pastoral do Batismo acompanha as famílias que pedem o batismo de seus filhos em encontros na família e na comunidade, seguindo orientações da coordenação da Área. É tempo de Primeiras Comunhões. É sempre motivo de festa para as famílias e para a Comunidade. Há a preocupação de aproveitar o momento para ajudar as famílias a descobrirem a comunidade tornando- da Casa Madre - 10/09 se presentes nas celebrações. Jubileu de consagração religiosa Vem aí Outubro, o mês Missionário. É também o mês em que o Ir. Tarcísio celebra o aniversário da sua consagração religiosa ao serviço da Missão. 50 anos. A Área Missionária santa Maria Goretti, vai unir-se a ele, agradecendo e louvando a Deus e pedindo mais vocações missionárias para a Igreja. O momento comemorativo, será no dia 17 de Outubro. David Moke Diversas reuniões do Movimento nós existimos que està passando por um momento de dificuldades, especialmente pela falta de um coordenador com mais tempo disponivel. O Sr. José Antônio assumiu um trabalho na prefeitura pois não tinha mais um salário nas atividades que desenvolvia no CMDH, e precisa manter a família. Tivemos o primeiro econtro do conselho de administração, e o Encontro Regional, os dois foram produtivos e nos deram o prazer da companhia de ter conosco os “amazonenses”. Depois de uma degência de algumas semanas, recebemos a notícia do falecimento do amigo Gunter, ativo e respeitado membro do Cimi Norte I. No sábado 18/07 teve uma festinha de despedida dos funcionários da Diocese que por vários anos se dedicaram à saúde yanomami, através de convênio com a Funasa. A Funasa achou por bem não renovar o convênio, com as organizações que assumiram a saúde nesses últimos anos, e fazer um chamamento público, para os dois distritos sanitários de Roraima. A SESAU acabou sendo a única entidade que se apresentou ao tal chamamento. Os índígenas recusaram esta assistência e escreveram documentos contundentes contra os dirigentes do Estado de Roraima, motivando a recusa. A Profissão Perpetua e a Ordenação Diaconal do querido Corrado Dalmonego, movimentou a casa e a Diocese toda, a ele os nossos votos de perseverância e generosidade. Um bom grupo de AIS yanomami da região do Catrimani ficou conosco uns dias, enquanto resolviam as questões trabalhistas, e com a liquidação aproveitavam para fazer as compras de bens manufaturados que eles não produzem. A equipe do Catrimani assessorou as várias atividades, com muita paciência e dedicação. Feitas as compras, calcularam o peso delas em 1500 kg., alugaram um taxi aéreo para levar tudo e voltaram de barco com o P. Laurindo. Vita nelle comunità Da Casa Regional Boa Vista 29 da Casa Madre - 10/09 Boa Vista Vita nelle comunità Uma das atividades desses meses foi a preparação e a Conferência Estadual de Segurança Pública. Outra atividade que nos propiciou a presença, entre outros do vice presidente nacional do CIMI, foi a reunião da pastoral indigenista. A luta para a defesa dos direitos indigenas està particularmente dificil e exige adaptações na nossa presença entre os índigenas. Houve a renovação da coordenação da Pastoral Indigenista, o ir Carlo foi reeleito e terà como acompanhantes a irmã Rita de Lima(Caridade) e o Pe. Henry(Comboniano) A visita do Pe. Pierino Plona nos traz notícias do sul do Pais e a alegria da sua presença. As irmãs M.d.C. fazem com ele um retiro anual, seguido de um bem sucedido Forum Missionário, em comemoração do centenário de fundação do Instituto, enriquecido com a presença do Padre Paulo Suess; em seguida reelegem a superiora Regional. O Pe. Bindo aproveita a oportunidade para ficar mais em casa e ter umas férias de sua atividade ministerial e ter mais tempo para pensar nos oleiros de Sta. Cecília. O mês de agosto nos trouxe duas comitivas de italianos. A primeira com jovens parentes do Pe. João Calleri, para conhecer os lugares nos quais ele atuou e as pessoas que foram ligadas a ele. A segunda comitiva foi chefiada pela senadora Emanuela Baio Dossi, que jà conheciamos, e que visitou também boa parte das nossas missões para 30 da Casa Madre - 10/09 conhecer e documentar as nossas atividades. As avaliações dos dois grupos foram muito positivas e as visitas darão certamente resultados num próximo futuro. Nesses meses continuaram as peregrinações do Pe. Fernando entre Manaus e Boa Vista. O ir. Carlo esteve uma semana em Manaus no Xare, para reuniões do CIMI. O P. Davi começou a frequentar um curso noturno de administração na universidade federal de Boa Vista. A horta da casa começou a produzir alface, pepinos, pimenta de cheiro, pimentão, maxixi e abobrinha. Os gaviões rondam o galinheiro atráz dos pintos e os camaleões comem verdura seleta e fruta a vontade. A safra de mangas foi muito farta, e produzimos muito suco para o nosso consumo. Tentativas de comercialização dos frutos não foi muito bem sucedida. A Diocese foi convidada a assumir as atividades de saúde nos dois distritos sanitários de Roraima, mas não aceitou pois não confia minimamente na atuação atrelada a Funasa. Ainda aguardamos as mudanças prometidas pelo Ministro da Saúde e pelo Presidente da República, de criar uma Secretaria especial de Saúde Indígena; inexplicavelmente (para nós) isto està demorando, e a Funasa, atrelada a elementos de destaque do PMDB nacional, continua a dominar a cena, impossibilitando uma atividade sanitária digna. p. Gianfranco Graziola, imc As freqüentes e fortes chuvadas do inverno passado, o descuido da prefeitura, tornaram intransitáveis a maior parte das ruas, sobretudo na Comunidade de Nossa Senhora Aparecida. Agora a Prefeitura arrancou com maquinários para esta área com o fim de tapar todos os buracos. Para ser tudo feito “em família” convidou todos os moradores dos bairros para uma feijoada. Pois é, a política e os pobres ... feijoadas para fazer esquecer... ai o coração dos políticos. A comunidade IMC vai andando. Enquanto tivermos forças para subir e descer os degraus da escadaria que dá acesso aos nossos aposentos é bom sinal. Mas algumas avarias vão acontecendo até agora fáceis de remediar. O padre César, partiu no início de Agosto para Roma . Estamos os dois. O Ir. Tarcísio, como coordenador da Área Missionária, correndo de reunião para reunão, acudindo a quem chama por ele “ a horas e a deshoras” , saltando de Santa Etelvina para santa Luzia em atividades formativas, e presidindo a celebrações litúrgicas em fins de semana. Eu vou celebrando umas missas ao domingo, uma ou outra visita a doentes, a benção para os que vão morrendo,e por aí vamos. Quanto a ações de AMV, JPIC , elas situam-se no contexto das atividades pastorais assessorando grupos de jovens, infância missionária, fé e política, pastoral vocacional, trabalho este em parte acompanhado pelo padre César, com a ajuda dos seminaristas diocesanos e IMC , sábados e domingos. da Casa Madre - 10/09 Comunidad Jorje Teixeira Estamos no mês de Agosto. O tempo das chuvas já foi. O rio Negro deixou de subir, de alarmar as famílias, de ser notícia nos jornais. Agora o nível das águas há tempos que vai descendo, deixando nas ruas, antes alagadas, toneladas de lixo. Graças a Deus que o bairro onde moramos fica longe do rio. O calor do verão chegou dono e senhor de todos os segundos, minutos e horas do dia e da noite. Vita nelle comunità Comunidade de Jorje Teixeira 31 Fatima Vita nelle comunità 32 Curso de Missiologia celebrou universalidade da Missão p. Albino Brás, imc O Curso de Missiologia 2009 que decorreu na Consolata, em Fátima, entre os dias 24 a 29 de Agosto último foi do agrado de todos os participantes. Esta é a conclusão a que se chega depois de lidas as avaliações dos cursistas. O curso, que tem um rosto e uma expressão cada vez mais internacional e multicultural, parece ter correspondido às expectativas dos participantes. Professores, temas, conteúdos, metodologia, workshops, debates, convívio, oração, partilha, espírito de família e organização foram alguns dos aspectos ressaltados pelos participantes. Um dos aspectos menos conseguidos, apontado por alguns é o facto do curso ainda não poder contar com um número mais ou menos significativo de sacerdotes. Dos mais de 60 inscritos havia apenas dois padres, ambos religiosos. A explicação é simples: se a dimensão missionária é uma das dimensões básicas da Igreja, a par da liturgia, por exemplo, não pode continuar da Casa Madre - 10/09 a ser entendida como um exclusivo dos Institutos Missionários Ad Gentes e, portanto, têm todo o sentido a presença de padres diocesanos. Uma tendência que se nota claramente, de ano para ano, é a internacionalização e a multiculturalidade das presenças. Os Institutos têm cada vez mais presenças dos países do sul e isso reflecte-se nas inscrições e, consequentemente, na dinâmica do Curso. A maioria encontra-se a trabalhar ou a estudar em Portugal, como é o caso dos dez seminaristas espiritanos e dois da Consolata inscritos. Os participantes, finalistas ou não, preparam-se para partir, comprometidos com a tarefa missionária de levar Jesus e o seu Evangelho aos quatro cantos da Terra. Alguns deles já se encontram na Missão e aproveitaram o período das férias para fazer o Curso. O Curso de Missiologia quebra fronteiras, junta corações e vontades. É o banquete do Reino na universalidade do evangelho. p. Francesco Giuliani, imc Ora sono solo a casa e in Diocesi. Il Vescovo ha scritto una lettera che mi abilita a fare le sue veci…ma solo nel periodo che lui non c’è. P. André è in vacanza. Per la comunità MC e IMC di Gibuti i mesi scorsi sono stati ricchi di riflessioni per vivere il dialogo con i nostri fratelli Musulmani ,con i quali condividiamo ogni giorno gioie e dolori,delusioni e speranze. Prima, la visita dei nostri Superiori che ci hanno incoraggiato a continuare con entusiasmo il nostro essere presenza significativa in questa Chiesa e in questo stato di Gibuti dove la semplicità, l’umiltà, la povertà sono le caratteristiche fondamentali. Poi, i ‘’grandi’’ della terra ci hanno aiutato, con i loro viaggi e il loro riflettere sul dialogo con i musulmani, ad approfondire il nostro modo di essere testimoni efficaci di amore e di pace . Nella baraccopoli di PK12, che frequentiamo già da un po’ di tempo, ci siamo inseriti con umiltà e con tanto amore a rendere quei servizi che gli abitanti del quartiere ci hanno richiesto. Continuiamo a restare in ascolto dei loro bisogni,che sono tanti e che noi purtroppo non sempre sappiamo dare una risposta . ,fraternità e pace. Ho capito perché tutti sono partiti: è arrivato il KAMSIN, che significa 50 giorni di vento e tempesta di sabbia, 50 gradi di caldo all’ombra e non nel vento che scotta. Ho capito anche il senso del burka delle donne e dei turbanti per gli uomini: fuori si riesce a stare solo vestiti,tutti coperti, altrimenti la finissima sabbia ti sferza la faccia ed entra ovunque. Il sole non si vede più, è buio anche di giorno perché la nube di sabbia prende tutto il cielo. La vita allora si svolge al chiuso, in casa, e quando devo andare a celebrare la Messa in macchina, si va a fari accesi, a bassa velocità. Le Missioni fuori di Gibuti sono chiuse,quindi ho solo il servizio in città. Vita nelle comunità A Gibuti è arrivato il Kansin Per questo caldo ,spesso viene meno la corrente ed allora si comincia a soffrire molto ,non funziona più l’aria condizionata e il motorino dell’acqua spento ,senza luce e senza acqua,proprio come gli amici del deserto,ma dopo ore di sudate tutto si ripristina e si incomincia a respirare,mi sembra proprio di vivere in frigo. Andiamo ancora a PK12 e i nostri amici sono sempre più contenti di ricevere i nostri servizi,comunque anche loro con le capre vanno in montagna fino a settembre. La settimana prossima faremo la festa di fine attività. Gibuti Condividere le loro sofferenze è un modo vero per essere fratelli,e come ci ha ricordato il Re Hussein, anche noi cristiani come i Musulmani, dobbiamo vivere con loro e fare opere virtuose di carità,di pietà di buona volontà. Il Papa ci ricorda come il dialogo deve iniziare da un profondo amore per l’altro,un’amore vissuto nella verità,nell’ascolto reciproco,nel rispetto, come dice Obama,e questo ci fa crescere assieme in comunione 33 da Casa Madre - 10/09 Torino La Casa Madre continua il suo cammino centenario p. Antonio Giordano, imc Vita nelle comunità Le prime celebrazioni del centenario della costruzione della Casa Madre ebbero luogo all’inizio di maggio di quest’anno con la partecipazione di numerosi confratelli dalla case viciniore, di Amici e di Laici MC. Quello è stato come l’inizio del cammino di ricordi, rinnovamenti e speranze, che ha avuto un momento particolare con la presenza del Superiore Generale, P. Aquiléo Fiorentini, il 20 giugno, giorno della festa della Consolata, e con la pubblicazione della storia della Casa Madre in tre numeri di Famiglia IMC; questo cammino che si concluderà ufficialmente il 7 ottobre prossimo con una cerimonia che vorrà coinvolgere i missionari giubilari di Professione e di Sacerdozio e l’arcidiocesi di Torino, è un avvenimento speciale per tutto l’Istituto. Il cammino centenario, durante questi mesi 34 da Casa Madre - 10/09 estivi appena trascorsi, anche se senza cerimonie particolari, è stato produttivo di migliorie e ristrutturazioni in diversi ambienti della Casa Madre. Ricordiamo i seguenti: I due cortili interni hanno migliorato la loro faccia con la nuova tinta al porticato di divisione e l’aggiunta delle nuove gigantografie della Casa, del Santuario della Consolata e del Confondatore. Inoltre la ristrutturazione della pensilina che funge da riparo alle auto con nuova segnaletica delle linee di posizione, vi ha aggiunto un senso di elegante pulito. L’angolo estremo del secondo cortile, in cui campeggia la statua bronzea del Fondatore, è stato adornato da fiori da apparire un vero giardino circondato dalla siepe di alloro. Anche i vasi di fiori, posti lungo il colonnato hanno acquistato gaiezza sotto la mano esperta del Rettore della Chiesa del Beato corso Ferrucci si estende fino al salone Beato Allamano. Qui sono convenuti gli uffici di ONLUS, ONG, MISNA che riguardano l’amministrazione delle riviste, le offerte, i negozi e la libreria. L’ambiente che ne è risultato è bello e decoroso, ed è, e questa è la cosa più importante, a norma di legge per l’impiego di segretari e segretarie laici, i quali si trovano anche a proprio agio in un ambiente riservato a loro. Sta procedendo la ristrutturazione del piano ammezzato, sopra il piano “business”, per la sistemazione della redazione delle riviste Missioni Consolata, Amico e Famiglia IMC. Anche in questo lavoro editoriale sono impiegati diversi laici e la sistemazione del locale a norma di legge era divenuta una necessità. Questo ha richiesto il trasferimento del Museo Etnologico nella nuova sede, che è nei due seminterrati che fanno angolo tra Corso Ferrucci e Via Cialdini, sede che è ancora da sistemare e la cui ristrutturazione richiederà forse ancora lungo tempo. Il museo guadagnerà in spazio, avrà la possibilità di risistemarsi a norma di legge ed avrà la comodità di una sua entrata per i visitatori da via Cialdini, accanto all’entrata della libreria. Ulteriori sistemazioni di altri locali sono in aria come proposte, suggerimenti e auspici, che in qualche modo perpetueranno l’anno centenario della Casa Madre per molti anni a venire. Carla Polentarutti Quest’anno la comunità di Villagrande ricorda il 50° anniversario dell’Ordinazione sacerdotale, avvenuta a Torino il 14 marzo 1959, di padre Giovanni Polentarutti missionario della Consolata, istituto fondato nel 1901 dal Beato Giuseppe Allamano, con lo scopo di portare il messaggio del Vangelo a tutti gli uomini, ispirandosi a Maria come Madre e Consolatrice. Originario del nostro Comune, padre Giovanni, all’età di 13 anni, entrò in Seminario a Feltre. Nel 1953, terminati gli studi liceali nel Seminario di Belluno, sentì la vocazione di far parte della grande “famiglia” dei missionari della Consolata, consacrati e testimoni dell’’universalità del Cristiano e della Chiesa nel da Casa Madre - 10/09 Torino Polentarutti Giubileo sacerdotale di padre Giovanni Polentarutti Vita nelle comunità Allamano, il quale ha curato il decoro della cappella che racchiude il sarcofago del Fondatore, ha adornato la chiesa e la cappella della comunità con fiori perenni freschi, che portano il loro tocco di vita alla Liturgia e il loro invito al raccoglimento personale. La ristrutturazione del refettorio della comunità è stata più laboriosa: si trattava infatti, oltre alla tinteggiatura, di cambiare i tavoli. L’austerità dei tavoli rettangolari che richiamavano alla mente e al cuore il motto religioso, “il refettorio è palestra di santa mortificazione”, citato anche dal nostro Fondatore, ha lasciato spazio a tavolini rotondi leggeri, disposti in modo variegato, facile a essere modificato. Alcuni missionari hanno rimpianto la tradizionale austerità del refettorio “conventuale”, altri hanno applaudito all’innovazione. Tutti augurano che la libertà di scegliere il posto in refettorio porti comunione e non crei ghetto di amici o di missionari impegnati allo stesso tipo di lavoro, o di malcontenti che si uniscono per sfogare il proprio animo. Certamente tutti auspicano che il Beato Allamano che sembra guardare dal suo quadro, appeso al muro centrale accanto a quello della Consolata, possa trovare ciò che lui voleva, una “famiglia” che si rafforza per affrontare la fatica quotidiana. Si è appena ultimato la sistemazione degli uffici “business”, raggruppandoli nello stesso ambiente, l’ala a pian terreno che dall’entrata principale di 35 Torino Polentarutti mondo che professano i voti di povertà, castità e obbedienza. Conclusi gli studi teologici nel. Seminario di Torino e conseguito a Londra il Diploma di lingua inglese, padre Giovanni, con. grande entusiasmo e forse con un po’ di timore, coronò il suo sogno partendo per il Kenya, la grande Africa. Il primo compito affidatogli fu quello di insegnare teologia e filosofia nel Seminario diocesano dì Nyeri. Successivamente, dopo circa quattro anni, fu inviato, sempre con il ruolo di insegnante, all’High School femminile di Ngandu. Vita nelle comunità Nell’esperienza africana di padre Giovanni non mancò l’attività di apostolato svolta nei vari villaggi dove incombevano la miseria e la fame. 36 Ottenuto il Diploma in lingua e civiltà francese a Lione, nel 1967 fu inviato in Canada come incaricato della Pastorale nelle parrocchie, trovandosi così a passare da una realtà di povertà assoluta, dove mancava l’essenziale per vivere, ad un mondo proiettato nel futuro, in cui c’era di tutto, m a dove, forse, il bisogna di Gesù era ancora più significativo. In Canada, tra Montreal. e Windsor Ontario, padre Giovanni rimase fino al 1993, avendo l’occasione di incontrare e frequentare parecchie famiglie di emigranti cadorini tra cui le cugine Ida con il marito Larese Cella Elio (fratello di Mosè) e Lia, residenti nel West Virginia degli Stati Uniti d’America. Queste esperienze gli consentivano di sentirsi a casa sua, nonostante si trovasse oltreoceano e potesse tornare ad Auronzo solo ogni sette anni. Alla missione in Kenya e in Canada seguì l’esperienza, durata circa due anni, di viceparroco nelle città di Bogotà e Puerto Rico Caquetà in Colombia, ponte naturale tra da Casa Madre - 10/09 il Sud, il Centro e il Nord America, in cui era presente tanta povertà, con una criminalità molto diffusa legata al narcotraffico. Padre Giovanni trascorse gli ultimi dieci anni prevalentemente nella missione di San Francisco - Cordoba in Argentina, Paese dei “desaparecidos” e in cui la situazione economica stava sempre più peg giorando, come risulta dalle sue stesse parole: “I ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri”. Prima di rientrare definitivamente in Italia, Padre Giovanni rimase per circa quattro anni nella missione di Egg Harbor City nel New Jersey (U.S.A.), in una parrocchia anglo-americana con una consistente presenza di famiglie messicane e portoricane. Rientrò in Italia nel 2004 e per un anno prestò servizio presso il Santuario Madonna del Monte a Rovereto (TN), ufficiato dai Missionari della Consolata. Attualmente Padre Giovanni, a causa di alcuni problemi di salute e con tanta nostalgia nel cuore per la sua vita missionaria, si trova alla Casa Madre di Torino. Pur nella diversità di lingua e cultura, la vocazione missionaria di Padre Giovanni si è proiettata oltre i confini del proprie paese e, con il sostegno di nostro Signore Gesù Cristo: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20) e il patrocinio della SS. Vergine della Consolata, ha portato unitamente allo sforzo concreto di promozione umana nella cura per i più poveri ed emarginati, il conforto del messaggio evangelico alle persone da lui incontrate. L’intera comunità, ringraziando il Signore “il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” (1 Tim. 2,4), desidera esprimere a Padri Giovanni la propria gioia e riconoscenza per lo spirito di sacrificio e di dedizione dimostrati in questi cinquant’’anni di missione in realtà economico sociali difficili e tanto diverse dalla nostra. p. Rocco Marra imc nite, o qualcosa del genere: Chi si può permettere di sapere se la faccenda è veramente suina! Visita medica, analisi da fare e soprattutto le dieci pastiglie della cura, costano un decente salario che il 90% della popolazione non se lo può permettere. Oggi, 2 settembre 2009, per festeggiare il mio 25° di vita religiosa sono andato al nostro Seminario Teologico di Merrivale. P. Pietro Trabucco, che è stato il mio maestro di noviziato, 25 anni fa, ora è parte dell’ equipe for mativo di codesta comunità. Con la comunità abbiamo ringraziato il Signore nella celebrazione Eucaristica e abbiamo gioito nell’agape fraterna. Veramente l’aeroporto internazionale più vicino è quello di Durban, a più di 300 Km. di distanza. Certo è che in Sud Africa ufficialmente sono una ventina i casi di decessi a causa di codesta infezione, ma a Osizweni i funerali scoccano e picchiano a più non posso. Certo la causa del decesso è la solita polmo- Abbiamo avuto la gioia di essere visitati da una nipote di P. Giovanni Bertè, il nostro pioniere deceduto nel 2005. Lei con altre due compagne studentesse di medicina ha voluto visitare i luoghi e gli amici dello zio: Ha fatto notare che il Sud Africa è una nazione dove si mangia e s’ingrassa, per cui sono tornate in Italia per dimagrire un po’. Una seconda nota, che mi piace riprendere dai loro commenti, è che la gente si aspetta tutto dal governo. Il primo punto mi piace perché porta a cambiare la mentalità dell’attuale primo mondo, così la missione non è per annunciare il Vangelo ai morti di fame come alcuni pensano, ma alle genti, come c’insegna l’apostolo Paolo. Sono interessato al secondo commento perché potete immaginare la difficoltà che abbiamo a educare la nostra gente sudafricana per da Casa Madre - 10/09 Osizweni Febbre da cavallo, o febbre da suino: questo è il problema urgente da risolvere. E’ un’ennesima malattia che si aggiunge alla lunga lista dell’appestato Sud Africa. Persino a Osizweni è arrivato l’aereo della febbre suina. Proprio parlando di salari andiamo a un punto rovente in questo momento storico sudafricano: gli scioperi continuano, e vanno sulle strade a marciare persino i militari, tutti sono scontenti. In un momento di crisi economica mondiale, in un contesto di corruzione galoppante, con i politici che ingrassano a dismisura e la maggior parte si accontenta di qualche pezzo di lardo sputato dai lord della nuova apartheid ricamata di democrazia. Vita nelle comunità Notizie da Osizweni 37 Osizweni Maia Ratschitz è una missione nata nella seconda metà del1800 e aperta dai monaci Trappisti tedeschi. Storicamente questo luogo è molto interessante, perché fa parte dei pochi centri di evangelizzazione nella regione popolata dagli zulu. Era un centro di spiritualità e di catechesi e anche un luogo dove s’istruivano i giovani a scuola e s’insegnava alla gente arti e mestieri. Il nome Maria Ratschitz, poi, viene da un omonimo luogo europeo. La storia di Maria Ratschitz, in Sud Africa, è stata abbastanza travagliata durante il XX secolo. Tanto che ad un certo momento è stata abbandonata e gli edifici hanno subito notevoli danni. Vita nelle comunità passare da una chiesa infantile, che tutto riceve, a una chiesa adulta, protagonista del suo cammino di crescita a tutti i livelli. Storia di un pellegrinaggio: La Diocesi di Dundee di cui la mia missione di Osizweni n’è parte, ogni anno organizza un pellegrinag gio diocesano a Maria Ratschitz. Con l’arrivo delle suore francescane di Nardini, di fondazione tedesca, nel 1998, la missione ha ripreso la sua vitalità, sia pure in modo diverso dall’originale. Le suore hanno ricostruito edifici, oramai rasi al suolo; con l’aiuto gratuito di artisti tedeschi hanno ridato vita alla bellissima chiesa che era stata inaugurata, per la prima volta, nel 1905 e una volta messa a nuovo è stata inaugurata nuovamente nell’anno giubilare 2000. Le suore si son date da fare a creare a un hospice per malati terminali, e portano avanti corsi di educazione giovanile e delle famiglie per prevenire HIV e accompagnare con dignità coloro che soffrono a causa dell’AIDS. Riprendendo a parlare di pellegrinaggi: la tradizione è stata cominciata dai francescani, probabilmente durante gli anni ’60. I pellegrini arrivavano durante la notte tra venerdì e sabato, a metà settembre, per venerare la Madonna Addolorata, titolare del santuario. Dall’anno 2000 si è cercato di riprendere la tradizione della veglia, poi si è deciso per il giorno di sabato, e negli ultimi tre anni 38 da Casa Madre - 10/09 Importanti momenti, prima e durante la celebrazione Eucaristica, sono stati: Celebrazione penitenziale confessione personale. si celebra di domenica, dando a tutti i fedeli (neri, bianchi, colorati, indiani e d’altre razze) della diocesi di prenderne parte. Anno di preghiera per i sacerdoti: Anche quest’anno abbiamo avuto il pellegrinaggio nel centro spirituale della nostra diocesi di Dundee, a Maria Ratschitz, domenica 13 settembre. A settembre, la natura comincia a schiudere le sue bellezze, nascoste durante il periodo invernale. Nella bellissima regione montagnosa del kwaHlathikhulu, nella prima mattinata, arrivano veicoli di tutti i tipi, trasportando i pellegrini della Madonna Addolorata. con Sensibilizzazione circa la realtà del traffico umano e recita del rosario meditando i misteri della luce. Benedizione dell’acqua e imposizione delle mani su tutti i pellegrini. Vita nelle comunità Il coordinatore dell’èquipe organizzatrice di quest’ anno è stato un sacerdote diocesano, don Musa Mncwango; i componenti dell’èquipe provengono soprattutto dal decanato (forania) di Newcastle, essendo questa città, da quest’ anno, residenza del vescovo e degli uffici di curia. Doni per l’orfanotrofio e per la casa degli anziani diocesani. Preghiera per il prossimo Sinodo per l’Africa, dal tema Riconciliazione, Giustizia e Pace. Quest’ anno il tema scelto per l’occasione è stato: Osizweni Lo Spirito del Signore è sopra di me A presiedere la celebrazione è stato il neo-ordinato vescovo della diocesi, S. E. Monsignor Graham Rose: con lui c’è stato il Vescovo emerito Monsignor Michael P. Rowland e un bel gruppo di sacerdoti. 39 da Casa Madre - 10/09 Warsawa Vita nelle comunità 40 Abbiamo anche ballato la “polones” (polka) PP. Silvanus, Luca, Ashenafi, imc 1 Agosto In Varsavia si celebra oggi il 65?anniversario dell’inizio della rivolta contro l’occupazione nazista. La città è piena di bandiere e alle 17.00 suonano le sirene. Tutti si fermano per un minuto per ricordare le migliaia e migliaia di caduti. Noi al mattino usciamo solo per fare un po’ di spesa mentre Ashanefi inizia il corso estivo di lingua e cultura polacca presso l’università di Varsavia. Nel pomeriggio andiamo tutti a fare una passeggiata nel bel parco di ?azienki, vicino al centro. La bella giornata di sole risalta ancor più i colori della natura. Poi verso sera organizziamo con i nostri vicini un buon grill nel nostro giardino. 5-14 Agosto Partecipiamo per il secondo anno al pellegrinag gio degli studenti universitari di Varsavia al santuario di Cz?stochowa. I giorni scorsi abbiamo preso accordi con Ks. Andzrej, il parroco della parrochia di S. Pio, con cui già l’anno scorso abbiamo camminato nel gruppo color argento. Ci troviamo puntuali alle 5.30 del mattino nella parrocchia di S. Anna, nel centro storico, per concelebrare la Messa con il Vescovo Nycz e dare inizio al pellegrinaggio. Il percorso di 300 km sarà lo stesso dello scorso anno. Questa è la 29?edizione. Domani partirà sempre da Varsavia un da Casa Madre - 10/09 altro pellegrinag gio organizzato dai pp. Paolini custodi del santuario di Cz?stochowa. Questo pellegrinaggio ha quasi 4 secoli di storia. Al termine della Messa quando vengono elencati i gruppi c’è una sorpresa, il nostro gruppo è stato unito a quello bianco-verde. Chiediamo informazioni insieme ad altri persone del nostro gruppo argento e ci viene spiegato che il parroco all’ultimo momento non è potuto venire. Le notizie sono un po’ confuse. Per fortuna che siamo soli e ci possiamo adattare bene, senza grandi difficoltà, anche se resta sconosciuto il perché di questa assenza. La provvidenza ci porta in un gruppo guidato da due sacerdoti professori. Ks. Franciszek, docente di Diritto Romano presso l’università Jagellona di Cracovia e Ks. Tadeusz, vice rettore del seminario diocesano di Varsavia. Con loro ci troveremo molto bene. Sono due persone che hanno già esperienza di molti pellegrinaggi, inoltre fanno delle conferenze molto interessanti, su vari temi che interessano un po’ tutti. Anche noi siamo invitati a fare delle conferenze durante il pellegrinaggio, ma preferiamo per quest’anno ancora non farle. Dovremmo prepararle scritte ma è ancora un lavoro che ci prende tanto tempo. Guidiamo delle preghiere, Silvanus propone dei canti molto apprezzati e soprattutto ci dedichiamo ai dialoghi inter- Insieme a noi cammina un pellegrinaggio di soldati polacchi, tedeschi e americani. Conosciamo un cappellano militare che ci invita qualche ora con loro. Silvanus è molto apprezzato soprattutto quando intona l’inno polacco: un vero successo. Portiamo con noi anche un qualche biglietto informativo che spiega chi siamo e dove abitiamo. In questo periodo conosciamo molti giovani e famiglie. Il 14 arriviamo di buon mattino al santuario, dove ad attenderci, oltre all’Icona della Madonna Nera, c’è anche la famiglia di Matteo, fratello di Luca insieme a una famiglia amica di Argentini che vive a Milano. Con loro passeremo una settimana di vacanze al termine del pellegrinaggio. 17 Agosto La regione in cui ci troviamo, Mazury, è chiamata anche regione dei 1000 laghi. La natura qui è davvero bella ed è tutto un alternarsi di verdi boschi, fiumi, laghi e colline per centinaia di chilometri. Uno degli sport più famosi qui è il Kajak. Decidiamo oggi provarlo. Andiamo vicino al lago Wygry dove vicino c’è un antico convento camaldolese, oggi trasformati in centro turistico. Accompagnati da Andrzej, affittiamo delle canoe e iniziamo il nostro percorso lungo ben 20 kilometri. Sarebbero in realtà 18, ma un errore di orientamento ci ha fatto fare due chilometri in più. C’è poca gente e la natura è bellissima. L’acqua limpida e trasparente, nei canali è poco profonda. Incontriamo molti uccelli acquatici e bellissimi fiori galleggianti. Poi verso sera stanchi ma molto contenti torniamo in canonica dove ci attende una buona cena. Vita nelle comunità personali con i pellegrini mentre camminiamo e durante le pause. Verso la fine confessiamo diversi pellegrini. E’ un’esperienza che ci piace molto, anche se faticosa. Quest’anno ha piovuto per quasi due giorni mentre il resto dei giorni è stato molto bello con un sole caldo e l’aria fresca. Le gambe, a parte qualche momento di pesantezza, sono andate molto bene, meglio delle previsioni e dello scorso anno. 19 Agosto Questa giornata la trascorriamo visitando in macchina i dintorni di Suwa?ki. Ci spingiamo a nord fino a toccare il confine tra la Lituania e la Russia dove ci sono soldati che controllano il divieto d’accesso. Qui il paesaggio è collinare e molto verde. L’aria fresca. Questa parte della Polonia è la più fredda del paese. C’e anche il Lago Ha?cza, il più profondo della Polonia (108 mt.). da Casa Madre - 10/09 Warsawa 22 Agosto L’ultimo giorno della visita lo dedichiamo ad Auszwitz. Ci tengono molto a vederlo, anche se con noi ci sono dei bambini. Arriviamo e ci uniamo a un gruppo di italiani accompagnati da una guida. La guida ci dà tante indicazioni e molti particolari, a volte molto crudi. Per questo filtriamo le notizie ai più piccoli e soprattutto gli evitiamo i luoghi più forti come le prigioni o le camere a gas. 41 Warsawa Vita nelle comunità 42 23 Agosto Salutiamo questa domenica pomeriggio il nostro amico Ks. Dariusz. Fra due giorni partirà per la Moldavia per iniziare a lavorare in questa nuova missione. Presiede una Messa nel suo paese per salutare parenti e amici. Anche noi al termine leggiamo un ringraziamento per tutto il bene che ci ha fatto. La nostra amicizia è nata casualmente condividendo le camere presso i comboniani ma è stata provvidenziale per tante cose. Anche noi per lui siamo stati importanti in un momento non facile della sua vita. 28 Agosto Sempre oggi Ashenafi conclude il corso estivo universitario. Di questa esperienza scrive: Questo mese di agosto è stato una grazia, una benedizione di Dio. Ho fatto una bella esperienza multiculturale e multinazionale nell’Università di Varsavia. Era un corso di lingua, cultura e storia polacca per stranieri. C’erano più di 200 partecipanti provenienti da diversi paesi. Il maggior numero dall’Europa e dall’Asia. Eravamo divisi in 10 gruppi e guidati da due professori responsabili. Discorsi, letture, film…tutto ben organizzato. Le prime due settimane erano sulla storia della Polonia divisa in tre momenti: il periodo tra le due guerre mondiali, durante il comunismo e oggi. Una storia da Casa Madre - 10/09 molto triste. Innumerevoli le persone uccise e i luoghi distrutti. Si è parlato anche degli Ebrei nel dopo guerra. Queste presentazioni erano accompagnate da audiovisivi (in inglese e polacco). Abbiamo visitato diversi musei. La seconda settimana la storia era raccontata a partire da alcune importanti città: Varsavia, Cracovia, Danzica, durante il dopo guerra. Varsavia era una città quasi totalmente distrutta, Cracovia e Danzica meno distrutte. La terza settimana era dedicata alla cultura polacca e alla Chiesa. Furono presentate figure di spicco come il Card. Wyszynski e il Papa Giovanni Paolo II e il loro aiuto nel processo di liberazione del paese. L’ultima settimana, anche questa interessante ma più corta. Abbiamo fatto diverse attività socio culturali. Abbiamo conosciuto alcuni piatti della cucina polacca, come i pierogi che abbiamo anche cucinato e i Bigos. Abbiamo anche ballato la danza tradizionale “polones”presentandola il giorno conclusivo del corso. E’ venuta davvero bene. Alla fine posso dire che è stata non solo una bella esperienza ma anche una grazia e un’opportunità. Sicuramente mi ha aiutato a conoscere di più il paese, la gente, la cultura. Questo corso, mi aiuterà nel lavoro pastorale”. LMC Nuestra experiencia misionera en Cartagena… ….pero del Chaira (Caqueta) Claudia Ruiz Tello y Luz Helena Esparza, LMC 43 da Casa Madre - 10/09 Han pasado más de 70 días desde que nuestro deseo de salir a misión se hizo realidad, hoy ya estamos en misión en las hermosos tierras de Cartagena del Chaira. Juntas hemos comenzado un camino que al principio tenia muchas expectativas, la primera de ellas era la de cómo seria realmente nuestro sitio de misión. Poco a poco se han ido aclarando muchas dudas y los temores que había al principio se han convertido en un reto para nosotras. La convivencia con los sacerdotes ha sido muy enriquecedora ya que su amplio conocimiento de la misión nos ha sido muy importante. LMC Nuestro trabajo pastoral lo hemos enfocado en varios campos: en lacatequesissacramental en niños, jóvenes y adultos; en el acompañamiento a los niños monaguillos y al grupo juvenil. Dentro de nuestro trabajo pastoral entra también las visitas a las veredas (que han sido pocas ya que el costo de transporte por agua es muy alto y la mayoría de veredas hay que llegar por agua). El Edén es una de las veredas que pertenecen a nuestra parroquia y en ella estuvimos acompañándolos el jueves y viernes santo; fue muy grato porque pasamos de ser unas espectadoras a ser las directamente encargadas de dirigir los actos que se realizan en estas fechas. También fue nuestra primera travesía en río, en coche que es jalado por un caballo y siiiiiiii………hasta en caballo montamos, ah………..y por cierto nos comimos los frijoles de todo un año y eso que es el plato predilecto de Luz Helena. Pero muy rico. De igual for ma estamos colaborando al Padre Ricardo Tovar que es el encargado de la catequesis profética en el vicariato de San Vicente-Puer to Leguizamo; ah y por ultimo estamos confor mando el grupo de las ES.PE.RE., ya que este año nuestro vicariato lo tomó como el año de la reconciliación, estamos seguras en seguir cumpliendo con cada una de las exigencias que se nos presenten en la misión pero todo eso será posible si seguimos unidos en le oración y la Virgen Consolota seguirá iluminando nuestro camino. da Casa Madr e Mensile dell’Istituto Missioni Consolata Redazione: Segretariato Generale per la Missione Supporto Tecnico: Mauro Monti Viale delle Mura Aurelie, 11-13 00165 ROMA - Tel. 06/393821 44 C/C postale 39573001 - E-mail: [email protected] da Casa Madre - 10/09 SOMMARIO Editoriale 2 Modelli di santità sacerdotale 5 Evodia e Sintiche 6 Dare dalla nostra povertà 8 L’Allamano e il suo primo biografo 11 Visita canónica en contexto de interculturalidad 14 “Siate come lievito nella massa” 16 Corso di Formazione Continua dei Missionari e Missionarie della Consolata 18 Diario della Casa Generalizia 20 Viaggio in Kenya ed Etiopia: quattro settimane di full immersion 21 Carta às comunidades 23 Noticiario do Brasil 24 L’asino muoia, ma il carico... I gemelli fioriscono 26 Área Missionária Santa Maria Goretti 28 Da Casa Regional 29 Comunidade de Jorje Teixeira 31 Curso de Missiologia celebrou universalidade da Missão 32 A Gibuti è arrivato il Kansin 33 La Casa Madre continua il suo cammino centenario 34 Giubileo sacerdotale di padre Giovanni Polentarutti 35 Notizie da Osizweni 37 Abbiamo anche ballato la “polones” (polka) 40 Nuestra experiencia misionera en Cartagena… …pero del Chaira (Caqueta) 43