da Casa Madre 7/8 - 2010 - Missionari della Consolata

Transcrição

da Casa Madre 7/8 - 2010 - Missionari della Consolata
da Casa Madre
Anno 90 - N. 7/8 - Luglio Agosto 2010
Istituto Missioni Consolata
Perstiterunt in Amore Fraternitatis
Sogno di una notte di mezza estate
EDITORIALE
P. Giuseppe Ronco, IMC
“AVEVA L’ARTE DI NASCONDERSI”
Editoriale
18 agosto 1922: morte del can. Giacomo
Camisassa
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“Esempio di fiducia reciproca e di stima
mirabile, al sorgere della nostra famiglia
missionaria, fu la collaborazione tra l’Allamano
e il Camisassa. La loro amicizia sacerdotale
e umana permetteva al Camisassa di scrivere
ai missionari a nome del Fondatore, di cui
interpretava perfettamente il pensiero, di
benedire a suo nome, di dare consigli e di
sostituirlo quando era necessario. Sperimentava
la beatitudine di essere secondo! Quanto poi
l’Allamano stimasse il Camisassa, oltre ad averlo
dimostrato con tutta la vita, appare da queste sue
affermazioni proferite durante la sua malattia e
dopo la sua morte: «Per lui ho offerto la vita,
ma vale niente» – «Senza di me potete fare,
ma senza di lui, no» – «Tocca a me fare i suoi
elogi. Era sempre intento a sacrificarsi, pur di
risparmiare me; era un uomo che aveva l’arte di
nascondersi e possedeva la vera umiltà» – «Con la sua
morte ho perso tutte due le braccia» – «Quale
perdita per il Santuario e più per l’Istituto e
per le Missioni: Egli viveva per voi e per le
Missioni» – «Non potremo certo dimenticarlo
e dimenticare il bene che fece all’Istituto, per
il quale si sacrificò fino all’ultimo respiro» –
«Erano 42 anni che eravamo insieme, eravamo
una cosa sola» – «Tutte le sere passavamo in
questo mio studio lunghe ore. Qui nacque il
progetto dell’Istituto, qui si è parlato di andare
in Africa. Insomma tutto si combinava qui».
Ciò che colpisce non è solo la collaborazione,
quanto piuttosto lo stile con cui questa
collaborazione venne attuata e per così tanti
anni. Questo stile è tutto in quelle parole
dell’Allamano: «Abbiamo promesso di dirci la
verità e l’abbiamo sempre fatto». Si comprende
allora perché diceva: “Non dimenticate
quest’uomo!” (P. A. Fiorentini, Missionari
di Gesù Cristo per la gioia del mondo, come
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Paolo e i suoi collaboratori, BU 125, gennaio
2009).
Vorrei riflettere sull’umiltà e sull’arte di sapersi
nascondere, come atteggiamento necessario al
missionario d’oggi.
Infatti, anche se il processo di globalizzazione
nella società liquida e multiculturale in cui
viviamo ha ridimensionato di molto l’immagine
eroica del missionario e “il regno del kitsch
dove impera la dittatura del cuore”(M.Kundera,
L’insostenibile leggerezza dell’essere), fatica a morire
in noi il desiderio di emergere, la voglia di
protagonismo e la tendenza a metterci in
evidenza. Fino al punto di non concedere
valore e di non riconoscere il prossimo che ci
circonda. Anzi, di considerarlo morto (Cfr L.
Zoja, La morte del prossimo, Einaudi 2009).
Lentamente, va elaborandosi in noi, mediante
un processo inconscio ma preciso e mirato,
Editoriale
un progetto di vita che mette “l’io” al centro,
facendogli ruotare attorno idee originali, attività
creative e brillanti realizzazioni a tutti i livelli.
Solo che lo scopo ultimo non è di far amare
“colui che il mio cuore ama” (Cantico 3,2), Gesù
Cristo, ma di celebrare se stessi, rendendoci culto
e dandoci lode con ogni strumento possibile a
nostra disposizione.
E’ necessario un atteggiamento diverso per
essere veri missionari oggi. E’ necessario morire
a noi stessi. Giovanni Paolo II vedeva nella
santità la vera identità del missionario (cfr RM
90 ), ma anche questo appello trova difficoltà a
prendere piede, rompendo le resistenti corazze
della nostra mediocrità.
Adottare l’umiltà, il nascondimento, può aiutarci
a ritrovare la via vera che il missionario deve
percorrere. Dobbiamo infatti imparare da Gesù
a fare missione: “imparate da me che sono mite
e umile di cuore”.
L’umiltà non è una via oscurantista che tenta di
spersonalizzarci e di umiliarci, ma un sentiero
nascosto e pieno di vita che nasce dal cuore
libero e felice, e che porta al discernimento di
scelte concrete ed efficaci di libertà. Ci porta a
rompere l’egoismo, a riconoscere la presenza e
il valore dell’altro che cammina con noi, a non
lamentarci continuamente per i nostri malanni,
ma a dare attenzione agli ultimi, a liberarci
dall’ansia della ricerca dei soldi, alla capacità di
dialogo.
Umiltà è scendere dal piedistallo che ci siamo
creati, per poter stringere le mani e guardare gli
altri negli occhi.
Umiltà è spogliarci di cariche, titoli e ruoli per
essere nudi e deboli. Solo così chi vuole amarci
riuscirà a raggiungere il nostro cuore.
Umiltà è ascoltare gli altri, superando la
tentazione di fare sempre da soli.
Umiltà è servire.
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“Occorre pertanto sottrarre l’umiltà alla
soggettività e al devozionalismo e ricordare
che essa nasce dal Cristo che è il magister
humilitatis (maestro dell’umiltà), come lo chiama
Agostino. Ma Cristo è maestro di umiltà
in quanto «ci insegna a vivere» (Tito 2,12)
guidandoci a una realistica conoscenza di noi
stessi. Ecco, l’umiltà è la coraggiosa conoscenza
di sé davanti a Dio e davanti al Dio che ha
manifestato la sua umiltà nell’ abbassamento del
Figlio, nella kénosi fino alla morte di croce. Ma
in quanto autentica conoscenza di sé, l’umiltà
è una ferita portata al proprio narcisismo,
perché ci riconduce a ciò che siamo in realtà,
al nostro humus, alla nostra creaturalità, e così ci
guida nel cammino della nostra umanizzazione,
del nostro divenire homo. Ecco l’humilitas: «O
uomo, riconosci di essere uomo; tutta la
tua umiltà consista nel
conoscerti» (Agostino)” (E.
Bianchi, L’umiltà, una virtù
sospetta) .
Editoriale
Essa è anche elemento
essenziale alla vita in
comune, e non a caso nel
Nuovo Testamento risuona
costantemente l’invito dell’
apostolo ai membri delle
sue comunità a «rivestirsi
di umiltà nei rapporti
reciproci» (I Pt 5,5; Col
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3,12), a «stimare gli altri, con tutta umiltà,
superiori a se stessi» (Fil 2,3), a «non cercare
cose alte, ma piegarsi a quelle umili» (Rom
12,16): solo così può avvenire l’edificazione
comunitaria, che è sempre condivisione delle
debolezze e delle povertà di ciascuno. Solo così
viene combattuto e sconfitto l’orgoglio, che è «il
grande peccato» (Salmo 19,14), o forse, meglio,
il grande accecamento che impedisce di vedere
in verità se stessi, gli altri e wDio.
Possa l’intercessione del Camisassa ottenerci
questi doni!
P. Francesco Pavese, IMC
Nel santuario della Consolata ci sono diversi
coretti che si affacciano nell’interno del tempio.
L’Allamano li frequentava per pregare. Uno però
gli era particolarmente gradito, perché era il più
vicino al tabernacolo e al quadro della Madonna.
È quel coretto nel quale, potendo, anche noi
sostiamo un istante in preghiera, ricordando
il nostro Padre. In esso egli trascorreva ore di
preghiera. «Più si sta - diceva - e più si starebbe:
non vi è noia nella sua conversazione». Poteva
così realizzare quanto il suo cuore maggiormente
desiderava: adorare l’Eucaristia vicino alla SS.
Vergine.
Oltre al fervore con cui celebrava la S. Messa,
momento centrale della sua giornata, di cui ho
scritto qualcosa nel mese di febbraio, ci è facile
ammirare nel Fondatore lo spirito eucaristico
del sacerdote adoratore. Questo spirito lo ha
testimoniato lui stesso con la vita, lo ha trasmesso
a quanti gli erano vicini ed è stato ampiamente
testimoniato.
È ammirevole la semplicità con la quale lui
stesso parlava della sua pietà eucaristica. Ecco
due esempi: «Non a caso ho il tavolino del mio
studio messo in quella posizione, e così il letto
nella mia camera, perché resto rivolto verso
il tabernacolo; e di tanto in tanto tiro di quei
fili elettrici, che sono più che mai potenti».
Inoltre: «Quell’anno che fui costretto ad andare
in campagna al “Pian della Mussa”, in quella
cappella non c’era il Signore; non mi piacque. Si
sta così male lontani dal Signore».
Il suo insegnamento. Non mi soffermo a
riportare l’insegnamento del Fondatore sulla
pietà eucaristica, perché lo abbiamo imparato
fin dal nostro entrare nell’Istituto. Credo che
ricordiamo a memoria parole come «cras cum
Rege pransurus sum», «il tabernacolo è il centro
della casa», ecc. Tuttavia, non riesco impedirmi
di riportare due sue espressioni riferite da
p. D. Ferrero. Spiegando come fare la visita
al SS. Sacramento, il Fondatore suggeriva di
non adoperare troppi libri, perché – diceva -
«bisogna anche saper parlare un po’ a tu per tu
con il Signore, tanto più dopo la S. Comunione.
Ma forse che quando abbiamo da parlare con
qualcheduno gli leggiamo ciò che gli vogliamo
dire? I libri devono essere solo un aiuto: da
essi prendiamo i pensieri: e poi fatti nostri,
succhiarli, gustarli, come si fa di una caramella,
e con essi parlare al Signore». Inoltre, dopo
avere insegnato il vero spirito di preghiera, il
Fondatore ha terminato con queste parole:
«Fortunato colui che può aggirarsi sempre
attorno (al S. Tabernacolo) come un “parpaiun”
[piemontese che significa: “grande farfalla”]»,
accompagnando quest’ultima frase con il gesto
espressivo della mano, insieme al gesto del
capo e delle labbra, come se proprio in quel
momento sentisse il gusto santo di stare con
Gesù.
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Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza
L’ALLAMANO
SACERDTOTE “ADORATORE”
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Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza
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Un cumulo di testimonianze. È sempre
piacevole riascoltare le testimonianze di
quanti hanno avuto la fortuna di essere in
dimestichezza con il Fondatore per un lungo
tempo. Sono davvero molto numerose, sempre
vivaci e spesso anche commoventi. Bastino
queste poche che riporto, incominciando
da quella del suo domestico C. Scovero:
«[L’Allamano] faceva frequenti e lunghe visite
a Gesù Sacramentato dai coretti del santuario, e
durante le medesime, si intratteneva in fervida
preghiera. Anche alla sera, prima del riposo,
di quando in quando si recava dai coretti a
fare la visita. Così che quando io lo cercavo
e non lo trovavo in camera sua, o nel suo
confessionale, ero certo di trovarlo in preghiera
nei coretti del santuario, che gli offrivano, data
la loro ubicazione, situati a pochi passi dalla
sua camera, l’occasione propizia di espandere
il suo cuore dinnanzi a Gesù Sacramentato, e
trattenersi con Lui in fervido colloquio».
Ecco il ricordo personale del p. G. Cravero,
partito per il Kenya ancora chierico nella
seconda spedizione del 1902: «Accadeva alle
volte che i miei trattenimenti con il santo
canonico fossero interrotti dalla venuta di
qualche visitatore. Il rettore mi congedava
momentaneamente dicendomi: “Va sul coretto
che dà nel santuario e fa compagnia alla SS.
Consolata e a Gesù Sacramentato. Quando
sono libero ti faccio chiamare”. E mi raccontava
che lui, quando aveva un momento di libertà, si
rifugiava in quel coretto per dare sfogo alla sua
preghiera».
Le missionarie hanno saputo intuire bene
l’esperienza spirituale che l’Allamano visse in
quei coretti. Le loro testimonianze hanno un
tono tutto speciale. Sr. Margherita De Maria: «Se i
coretti del santuario potessero parlare e dire tutte
le ore passate là dal Servo di Dio in adorazione
davanti a Gesù Sacramentato, ci svelerebbero
cose magnifiche, di grande edificazione, che
conosceremo solo in cielo. Questo lo arguisco
dall’espressione soprannaturale intraducibile,
con la quale parlava dei coretti, e della fortuna
di averli così vicini al suo studio; e dalla fede e
dall’amore con cui mandò pure me a pregare in
quei coretti l’ultima sera prima del mio ritorno
in Africa, sicuro che vi avrei trovato la forza
ed il conforto, che mi abbisognavano in quella
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circostanza».
Sr. Giuseppina Tempo: «Attendeva all’orazione
con tanto fervore, che a vederlo pregare nei
coretti del Santuario della Consolata, sembrava
più di là che di qua, e cioè, non sembrava più
una creatura, ma quasi un angelo. In questo
senza nessun sforzo, ma con piena naturalezza».
«[Una postulante ed io] – ha narrato sr. Zaveria
Pasqualini - avevamo avuto il permesso di
andare a trovare il Padre nel suo ufficio, ma
quando arrivammo non c’era. Sapevamo che, se
non era lì, doveva essere nel santuario, e allora
salimmo quiete le scale che portano ai coretti
dove era solito pregare, perché da lì si può
vedere l’immagine della Consolata quasi alla
stessa altezza.
E infatti era proprio lì. Immobile, con gli occhi
fissi all’immagine della Vergine. Lo potevamo
vedere molto bene. Aspettammo in silenzio
circa mezz’ora. Quale amore era scolpito sul
suo volto! Nessuno avrebbe potuto dubitare
che egli era in profondo intimo colloquio con
lei. Appena il Padre ci dette l’impressione di
essere sul punto di alzarsi, scivolammo via
Non soltanto il suo domestico, i missionari e
le missionarie hanno compreso questo spirito
eucaristico del Fondatore, ma anche tanti altri
sacerdoti e gente del popolo. Era impossibile non
rimanerne impressionati e edificati. Per esempio,
il can. D. Turco: «Quand’io ero chierico e lui già
sacerdote, l’accompagnavo sovente alla visita
al SS. Sacramento, che si faceva in parrocchia,
alla sera. Posso affermare questo: che si sentiva
come una fragranza di fede. Non so esprimermi
altrimenti. Tale era il suo contegno davanti al
santo tabernacolo. Posso aggiungere che ho
appreso da lui, per così dire, la fede viva e l’amore
all’Eucaristia. Sembrava che vedesse Gesù. Del
resto più volte egli stesso me lo confidava: che
aveva tanto amore a Gesù Sacramentato».
Il can. G. Cappella, collaboratore fedele al
santuario, ma soprattutto ammiratore della santità
del Fondatore, riporta il suo rincrescimento
quando, dovendo tenere il letto per malattia,
non poteva pregare nel coretto: «Il Signore lo
sa, mi diceva più volte, come starei volentieri,
come mi sarebbe caro passare delle ore là sul
coretto inginocchiato ad adorarlo…è per me un
vero sacrificio, una mortificazione il privarmi di
queste visite»
Concludo riportando un elenco di frasi,
che traduco alla lettera dal latino, scritte dal
Fondatore sul taccuino (cm 10,5 x 15,5) nel quale
raccoglieva i pensieri degli esercizi spirituali.
Servivano per la visita al SS. Sacramento.
1.° Ego sum Jesus [Io sono Gesù].
2.° Accedite ad me et illuminamini [Venite a me
e sarete illuminati].
3.° Venite ad me omnes qui laborati et on…
[Venite a me tutti voi che siete affaticati, ecc.].
4.° Fili, prebe mihi cor tuum [Figlio, dammi il
tuo cuore].
5.° Ego sto ad ostium et pulso: aperi mihi [Sto
alla porta e busso: aprimi].
6°. Gustate et videte quam ego suavis sum
[Gustate e vedete quanto io sono soave].
7.° Discite a me quia mitis sum et humilis
corde [Imparate da me che sono mite e umile
di cuore]..
8.° Si indiges sapientia, postula a me et tibi
dabo affluenter [Se hai bisogno di sapienza,
chiedila a me e te la darà in abbondanza]..
9.° Quam exaltatus fuero, omina traham ad me
ipsum [Quando sarò innalzato, attirerò tutto a
me].
10.° Deliciae meae esse cum filiis hominum [Le
mie delizie sono stare con i figli degli uomini]..
11.° Quid ultra debui facere et non feci [Che
cosa avrei dovuto fare ancora che non abbia
fatto?]..
12.° Multi cupierunt videre quae vos videtis et
non viderunt [Molto desiderarono vedere ciò
che voi vedete e non lo videro]..
13.° Tanto tempore vobiscum sum et non
cognovistis me [È da tanto tempo che sono
con voi e non mi avete conosciuto].
14.° Ego sum panis vivus, qui de coelis discendi
[Io sono il pane vivo, disceso dal cielo].
15.° Vulpes habent ubi... Ego autem non habeo
ubi caput reclinem [Le volpi hanno dove... Ma
io non ho dove posare il capo].
16.° Medius vestri stetit, quem vos nescitis [In
mezzo a voi ci sta uno che non conoscete].
Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza
silenziosamente come eravamo arrivate, e ci
facemmo trovare da lui ad aspettarlo davanti
alla porta del suo ufficio. Nonostante la nostra
emozione, riuscimmo a non dirgli che lo
avevamo osservato così a lungo».
17.° Ecce ego vobiscum sum omnibus diebus
usque ad... [Ecco io sono con voi tutti i giorni
fino a...].
18.° Venite et videte si est dolor sicut dolor
meus [Venite e vedete se c‘è un dolore come
il moi].
19.° Quem utilitas in corpore et sanguine meo
[Quale utilità nel mio corpo e sangue].
20.° Creditis in me non quia vidistis me, sed
quia manducastis panem (contro il sacerdote
che bada nel dire messa alla buona) [Credete in
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me non perché mi avete visto, ma perché avete
mangiato il pane].
25.° Aspice in me et miserere mei [Guardami e
abbi compassione di me].
21.° Ecco quel cuore che ha tanto amato gli
uomini…
26.° Ego ipse qui loquetur ecce adsum [Sono io
che ti parlo].
22.° Sitientes venite ad fontes [Assetati venite
alle fonti].
27.° Filium educavi, ipse autem sprevit me [Il
figlio che ho educato mi ha disprezzato].
23.° Qui manducat me, ipse vivet propter me
[Chi mangia me, vivrà per me]..
28.° Ego respicio per cancellos [Guardo
attraverso i cancelli].
24.° Veni fili, audi me, timorem Domini docebo
te [Vieni figlio, ascoltami, ti insegnerò il timore
del Signore].
29.° Quae utilitas in sanguine meo [Quale utilità
nel mio sangue].
IMC MEETING OF FORMATORS OF AFRICA
AT CONSOLATA MISSION CENTRE BUNJU – DAR ES SALAAM
FROM 19-28 MAY 2010
Attività Generali
Fr. Josaphat Wanyonyi, IMC and Fr. Erasto Mgalama, IMC.
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This continental meeting of IMC Formators
in Africa aims at reflecting on the formative
process in our different houses of formation
in Africa from the pre-novitiate to the postnovitiate level. It is a great opportunity for
the formators to be able to share their various
formative experiences and in a special way the
challenges they face in order to help one another
to find the way forward through concrete
proposals applicable to our basic formation in
the African context in line with the mission ad
gentes today. Since the scope of this meeting
is to reflect on our own style of formation,
the formators themselves rather than external
facilitators, have shared and enriched one
another with their experiences in the following
areas: the reality of the youth today, formation
of brothers, interculturality, Interiorization of
values, Formation to the mission, the presence
of the founder in our IMC formation program,
Discernment, how to deal with solitude,
Spiritual direction, Formation to collaboration
with Consolata Sisters and Lay Missionaries,
how to administer the goods of the institute,
the importance of languages in our mission ad
intra and ad extra.
da Casa Madre 7/8 - 2010
The formators present at this meeting come
from the following countries: South Africa (2),
Mozambique (2), Tanzania (2), Congo (3), Kenya
(8), Ethiopia (1) and Ivory Coast (1) that hopes
to start a formation house in the near future.
Present at the meeting are also Fr. Matthew
Ouma, the general councillor for Africa and Fr.
Paco López, the general councillor in charge of
the basic formation.
The Reality of our Young People and their
Formation
The first day of our meeting reflected on the
reality of the youth that fill in our formation
houses in Africa. Reflecting on the reality
of the young people whom we accompany
in formation, we have noted the aspects
that encourage us as formators to continue
dedicating our lives in service of preparing the
future missionaries.
In spite of the encouraging aspects that we have
noted, there are also some challenging elements
that require our attention.
Attività Generali
On the second day of our meeting, we talked
about the candidates to the brotherhood in our
formation houses.
The opinion from some brothers seems to
contrast the points outlined above from the
two General Chapters. Though they agree that
candidates to brotherhood should be formed
together with those for priesthood in the same
house of formation and are in agreement that
the brother should receive good and specialized
professional studies, some prefer that religious
studies be done before novitiate.
The reactions from the formators regarding
the above mentioned points singled out the
difficulties in harmonizing the formative
program in the seminaries due to the different
timetables followed by the candidates for
brotherhood and those for priesthood. The
point whether the candidates for brotherhood
should do professional studies before the
novitiate and religious studies after the novitiate
or vice versa, was discussed but left open for the
further consultation and discernment.
On third day, Fr. Cassiano Kalima, the
Rector of our Theological Seminary in South
Africa helped us to reflect on the theme of
interculturality which was so appropriate for us
in the sense that we are still in the biennium of
interculturality. In the afternoon of the same
day, we had a moment of relaxation visiting
Bagamoyo (about 30 Kms from Bunju – Dar
Es salaam), a place where the first missionaries
(the Spiritans) arrived and built the first Church.
This visit helped us appreciate the history of
evangelization but at the same time the bitter
reality of the slave trade which was practiced
in this area by the Arab traders.
On the fourth day, Fr. Inverardi accompanied
us to reflect on the theme of the interiorization
of values. He started by quoting some examples
from Scripture in order to help us see the
meaning of the interiorization of values from
the Word of God.
He also made reference to the founder who
insists on the fact that the missionary who
has interiorized the values of the Gospel has
and acts from the convictions that are deep
and flow from the interiority i.e. moved by the
action of the Spirit in him.
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Fr. Inverardi also related the theme and the
process of interiorization of values to our
formation in the seminaries. Given that the
values are not connatural, but they are taught
and learned, the formators play a fundamental
role in the formation of our young brothers
in the seminaries so that they may be well
initiated in the human, spiritual, religious and
missionary values according to the charisma of
the Blessed Joseph Allamano.
We spent the fifth day (23rd of May, The
Solemnity of Pentecost) at Kigamboni parish
(one of our missions in Dar es Salaam) where
we had mass with local Christian community
and had re-creative afternoon among ourselves
in the parish and the seaside.
Attività Generali
In the afternoon of the 4th day, Fr. Matthews
Odhiambo, helped the assembly to reflect
on the IMC missionary formation in our
Seminaries.
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Our seminarians should know that the IMC
is faithful to the Mission of the Church and
it is for this reason that the IMC members
dedicate their lives for the Mission Ad Gentes.
A Consolata Missionary carries his mission
through the proclamation of the Gospel
and
human
promotion.
Faithful to the
charismatic
foundation, the
IMC should give
priority to the
proclamation
of the Gospel
first to the non
Christians without
forgetting
the
urban poverties
and
ethnic
minorities.
Fr.
Odhiambo continued to add that wherever the
Consolata Missionaries work within the local
Church they should strive to give a qualified
service through involvement in services such
as: interreligious dialogue, work for peace and
justice and integrity of the creation etc. All the
missionaries in formation cannot leave behind
the challenges of our present time in the areas
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of social communication, the situation of the
youth and human migrations and participation
in the life of the civil society. Fr. Odhiambo
concluded noting that our mission is ad gentes, ad
extram, ad vitam and ad pauperes in the presence
and inspiration of our Blessed founder.
In the morning of the seventh day, Fr. Symphorien
Fumwasendji helped us reflect on the theme
of discernment in our own lives as formators
and in our work in the formation houses. He
started by defining what discernment means by
saying that it is a process of deciphering what is
significant and necessary from the many options
that we have in life. He went on to say that
discernment is a good judgement or a way of
seeing things the way they are with authenticity
and
objectivity.
He
precised
however
that
we as Christians
should see and
decide according
to the will of
God. We should
be attentive in
our daily lives
to what God is
telling us either
through different
circumstances or
people. We are
called upon to make choices and take action
according to the will of God.
In the afternoon of the Seventh day, the
formators shared their experiences on the
importance of paying visits to the families of
our seminarians. It was noted that the visit
should not be done from the investigative point
On the 8th day of our meeting Fr. Piero
Trabucco shared with us on the aspect of
poverty as conceived and lived in our IMC
family. Fr. Trabucco noted that poverty and its
meaning to us as religious is more important
now than ever because we live in a globalized
society that seeks and encourages dehumanizing
consumerism. Fr. Trabucco went ahead to
note that the recent Chapters indicate that we
have also fallen victims of consumerism in our
individualism and pursuit of unnecessary goods.
Quoting from the founder himself, Fr. Trabucco
continued to note that, “A religious institute will
prosper or it will die in so far as it lives religious
poverty”.
On the 9th day, Fr. Paul Muriithi presented to the
assembly the System of Administration of the
Institute.
Fr. Muriithi then concluded his sharing by
giving some concrete pedagogical means and
ways through which we can begin approaching
the IMC administrative system in our houses
of formation. He invited all the formators to
stimulate the young men in formation through
concrete gestures such as allowing the students
to manage the common fund, giving aid to
special situations of difficulty, conduct parts
of retreats or courses depending on their
preparation, etc. The seminarians should be
invited to participate responsibly in preparing
budgets, in buying whatever the seminary
needs, and in the accounting for it. This will
help them see the economic dimension as
something that is part of their lives, and not
as something foreign. It would be good for
seminarians to work during their holidays: as
servants, waiters, house painters, farmers etc.
in order to contribute to the expenses of the
seminary. Even when seminarians cannot pay
for their education in the seminary, it would
be good to ask them for a small financial
contribution. The young man should keep
in mind that he is receiving from others, and
therefore should also contribute something.
Attività Generali
of view but as a way of sharing and participating
in the life of our seminarians right from their
background.
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da Casa Madre 7/8 - 2010
UN LIBRO PER LE VACANZE
P. Giuseppe Ronco, IMC
L’estate è tempo di riposo, di distensione. Le
varie località che scegliamo per le vacanze, o i
viaggi che programmiamo, ci aiutano a uscire
dal tram-tram quotidiano del nostro lavoro e a
rilassarci. A riprendere le forze.
Anche la lettura di un libro interessante può
riempire gli spazi del nostro riposo, nutrire
lo spirito e aggiornarci su temi missionari
di ampio interesse. Alain Elkann, scrittore
e giornalista, afferma che “leggere libri è come
laurearsi continuamente, come continuare ad andare
avanti, a studiare, a conoscere, perché nulla ti insegna
più dei libri.”
“I libri ci danno un diletto che va in profondità,
discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con
una sorta di familiarità attiva e penetrante”(Petrarca).
Vorrei presentare e suggerire la lettura di:
Attività Generali
Bevans Stephen , Schroeder Roger
Teologia per la missione oggi. Costanti nel
contesto.
Brescia, Queriniana, 2010
pp.663
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Il libro di Stephen Bevans e Roger Schroeder,
Teologia per la missione oggi, dopo l’apparizione in
lingua inglese (2004) e spagnola (2009), è ora
disponibile anche in lingua italiana. Inserito
nella prestigiosa “Biblioteca di Teologia
Contemporanea” dell’Editrice Queriniana, è
già considerato un classico della teologia della
missione, come l’opera di David Bosch, La
trasformazione della missione (1991).
Teologia per la missione oggi offre un’ampia e
profonda prospettiva sulla missione per
il XXI secolo. I due missiologi verbiti,
Stephen Bevans e Roger Schroeder, a
partire dal loro impegno missionario
personale e attraverso una metodologia
storico-teologica innovativa, conducono a
constatare che la Chiesa nasce dalla missione
e si va configurando per la sua fedeltà ad essa.
Lungo i tempi e gli spazi, con la guida
di quest’opera, diventiamo testimoni e
da Casa Madre 7/8 - 2010
compagni di modelli di missione, di agenti e
protagonisti, e di grandi personalità che hanno
incarnato la missione dando configurazione
alla Chiesa nei duemila anni di cristianesimo.
L’opera si articola in tre parti. La prima parte
espone i fondamenti biblici e teologici della
missione. La seconda parte individua le costanti
nel contesto, descrivendo i modelli storici della
missione: nella Chiesa primitiva, nel movimento
monastico, nell’età delle scoperte, nell’età del
progresso, nel XX secolo con l’emergere del
cristianesimo mondiale. La terza parte trae
le conclusioni illustrando una teologia per la
missione oggi: missione come partecipazione
alla missione del Dio unitrino; missione come
servizio liberatore del Regno di Dio; missione
come annuncio di Gesù Cristo salvatore
universale; missione come dialogo profetico.
“In estrema sintesi, Bevans e Schroeder ci
dicono che la Chiesa nasce dalla missione e
«Questo libro è destinato a diventare un classico
della teologia della missione, come l’opera di
David Bosch, La trasformazione della missione»
(Hwa Yung, Centro per lo studio
del cristianesimo in Asia, Singapore)
Alcun commenti:
«Un libro esaustivo sulla storia e la teologia
della missione, che fornisce le indicazioni
necessarie per articolare una teologia
contemporanea della missione: radicata nel
contesto e fedele alla tradizione cristiana»
(José de Mesa, Università De La Salle, Filippine)
«Opera magistrale, che situa la teologia
della missione all’interno di una storia
globale della missione della Chiesa»
(Peter C. Phan, Georgetown University)
Buona lettura, dunque. “Leggere, come io l’intendo,
vuol dire profondamente pensare”(Vittorio Alfieri),
arricchendoci dell’esperienza e dell’intelligenza
altrui.
La prefazione è di Justo González, storico e
teologo cubano-americano.
Attività Generali
si va configurando per la sua fedeltà ad essa.
Ma come dovrebbe configurarsi la missione
oggi? Come dialogo profetico: “Soltanto
annunciando, servendo e testimoniando
il regno di Dio in un dialogo profetico
audace e umile, la Chiesa missionaria sarà
costante nel contesto di oggi”(M.Menin).
13
da Casa Madre 7/8 - 2010
«E RIPRESERO IL CAMMINO…CON FIDUCIA E
SPERANZA VERSO IL XII CAPITOLO GENERALE».
Attività Generali
P. Ugo Pozzoli, IMC
14
Dal 7 al 22 giugno si è riunita a Roma la
Commissione incaricata dalla Direzione
Generale di preparare i Lineamenta in vista del
XII capitolo generale IMC.
Il tempo a disposizione non è stato molto, anche
per i vari impegni di coloro chiamati a far parte
della Commissione: padre Antonio Rovelli del
Segretariato Generale per la Missione e i padri
Erasto Mgalama, Jaime Patias e Ugo Pozzoli. Si
è comunque cercato di ottimizzare al massimo
i giorni a disposizione, raccogliendo i punti
salienti emersi nelle risposte alla «Lettera al
missionario» inviata l’anno passato ad ogni
membro dell’Istituto e sintetizzate da ogni
continente. Tali punti sono stati aggiunti ai
desiderata espressi dalla Direzione Generale
e frutto di un cammino quinquennale fatto
da Casa Madre 7/8 - 2010
di visite, dialoghi e riflessioni sull’andamento
dell’IMC.
Il documento apparirà fra breve e ogni
missionario avrà modo di fare le proprie
osservazioni al riguardo, apprezzandone o
criticando uno stile che volutamente non
ricalca quello di un normale documento come
i Lineamenta. Mi spiego meglio facendo due
brevi commenti in merito allo spirito che ci ha
animato, allo stile che ne è derivato e al metodo
che abbiamo scelto nella stesura del testo.
Partiamo innanzi tutto dal fatto che la «Lettera
al missionario» ha avuto un’eco e una risposta
inferiori alle aspettative, soprattutto in
determinati continenti. Sono tante le ragioni
che giustificano tale risultato e non sta a noi
giudicarle. Si nota però una certa stanchezza e
Consci che la missione non la facciamo noi,
ma è opera dello Spirito, abbiamo provato a
guardare questo momento di crisi come un
kairós, un tempo favorevole per ri-centrare la
nostra missione sull’essenziale e trovare insieme
nuovi orientamenti che rispondano alle esigenze
dell’oggi.
Questi Lineamenta vogliono essere innanzi tutto
un incoraggiamento ad andare avanti con fiducia
verso l’appuntamento speciale del Capitolo e
noi, attraverso questo testo, vorremmo, in tutta
semplicità, affermare che vale la pena di viverlo
e viverlo bene.
I Lineamenta sono l’ultimo momento di
partecipazione plenaria alla preparazione del
Capitolo, l’ultimo atto in cui ha tutti è possibile
far sentire la propria voce, esprimere quanto
frulla per la testa, dare il proprio contributo.
Abbiamo voluto dunque privilegiare alcune
domande – e passo al metodo utilizzato – che
ci sono sembrate particolarmente importanti
per dare alla persona del missionario, alla sua
formazione e all’organizzazione della sua
famiglia quegli strumenti in grado di fargli
affrontare il prossimo sessennio con rinnovata
energia e maggior efficacia. Sono i punti che
sia la Direzione Generale quanto le sintesi
hanno individuato come cruciali e, dunque,
bisognosi di una risposta. Più completa e
condivisa sarà la risposta e più materiale sarà
disponibile per redigere un Instrumentum Laboris
«incisivo» e rispondente alle domande che i
capitolari dovranno affrontare in assemblea.
Abbiamo pensato di inserirlo in una cornice
rappresentata da un racconto di Resurrezione,
evento da cui ha inizio la missione, proprio
per ricordare che questa non ci appartiene, ma
viene condotta in prima persona dallo Spirito
di Cristo. Sarà lui a guidarci per i cammini che
riterrà più opportuni nei prossimi sei anni,
mentre per ora ci chiede soprattutto di essere
fedeli al momento che stiamo vivendo. Che la
Vergine Consolata, nostra «fondatrice» e madre,
e il beato Giuseppe Allamano ci accompagnino
nel discernimento di questi mesi.
Attività Generali
un certo disorientamento rispetto ai continui
cambiamenti a cui è sottoposto il mondo che
ci circonda e alla missione che, come IMC, in
esso siamo chiamati a svolgere. Anche il nostro
Istituto sta cambiando; è un fatto che può non
farci piacere o che forse ci spaventa; sicuramente
ci sfida a trovare soluzioni nuove e adeguate alla
missione di oggi. Di fronte a ciò, lo spirito con
cui abbiamo affrontato questo compito è stato
di gioia per la fiducia ricevuta e di entusiasmo
di fronte a una situazione nuova e sfidante che
ci obbliga, oggi, a ripensare seriamente il nostro
ad gentes e il nostro stile di presenza missionaria.
15
da Casa Madre 7/8 - 2010
DIARIO DELLA CASA GENERALIZIA
GIUGNO 2010
P. Michelangelo Piovano, IMC
Iniziamo il mese del Sacro Cuore di Gesù e, per
noi, della Consolata. Quest’anno avremo anche
la gioia di partecipare alle varie celebrazioni di
conclusione dell’anno sacerdotale.
Il Superiore Generale incontra a Torino in Casa
Madre i partecipanti del capitolo generale degli
Orioniti e tiene per loro una conferenza.
1 giugno: arriva dall’Etiopia P. Shikur
Gebremeskel destinato alla nostra comunità
per un periodo di studi. Si iscrive subito al
corso di italiano che frequenterà durante i mesi
estivi. Benvenuto tra di noi!
2 giugno: ritorna dal Mozambico padre
Fernandes e così la Direzione Generale è al
completo per iniziare le riunioni del Consiglio
che si protrarranno per tutto il mese.
Casa Generalizia
In questi giorni arrivano anche in casa i membri
della commissione precapitolare: P. Patias, P.
Mgalama, P. Pozzoli e P. Rovelli. Lavoreranno
anche loro durante il mese di giugno.
6 giugno: iniziano a giungere in casa alcuni
confratelli che parteciperanno al Congresso e
celebrazioni di chiusura dell’anno sacerdotale.
Accogliamo: P. Jack Viscardi, P. James Mwigani,
P. Agostino Baima, P. Pietro Cravero, P. Mario
Barbero, P. Paolo Marré e altri sacerdoti di
varie diocesi. Per l’occasione giungono anche il
Cardinale Poletto di Torino, Mons. Fiandino e
Dom Roque, vescovo di Roraima.
Alcuni membri della comunità partecipano
alle meditazioni e celebrazioni che si tengono,
secondo le varie lingue, nelle Basiliche di san
Paolo fuori le Mura e san Giovanni in Laterano.
10 – 11 giugno: quasi tutta la comunità partecipa
poi alle celebrazioni conclusive in Piazza san
Pietro con il Santo Padre il 10 e 11. La città
in questi giorni è veramente invasa da vari
sacerdoti provenuti da ogni canto del mondo.
Particolarmente bello e significativo l’incontro
16
da Casa Madre 7/8 - 2010
serale di giovedì 10 con testimonianze e
l’intervento del Papa che risponde alle domande
di 5 sacerdoti, uno per ogni continente.
La sera dell’11 giugno, nella nostra cappella,
iniziamo la Novena in preparazione alla festa
della Consolata con la recita del Rosario, i Vespri
ed una riflessione fatta a turno da un membro
della comunità. Vengono messi in risalto gli
aspetti del sacerdozio, della evangelizzazione,
del servizio, della chiesa, della preghiera e della
consolazione in relazione alla Maria Vergine.
17 giugno: incontro della comunità nel quale
viene fatta la revisione annuale secondo quanto
è stato programmato nel Progetto Comunitario
di vita. Ognuno ha modo di intervenire e
mettere in evidenza aspetti postivi, difficoltà
della nostra vita quotidiana. Non mancano
anche varie proposte per poter migliorare la
nostra vita ed essere una comunità più autentica
e partecipativa.
19 giugno: celebriamo la Festa della Consolata
con la comunità di Bravetta nel Seminario
Teologico. Presiede l’Eucarestia Padre Sandro
Carminati, superiore regionale. Vi partecipano
Casa Generalizia
vari amici del seminario e dell’Istituto. Dopo
la Messa un bel momento di fraternità e
condivisione tra tutti.
Il Superiore Generale partecipa alla festa a
Torino, mentre P. Camerlengo nella comunità di
Rovereto.
20 giugno: celebriamo la Consolata anche
nelle comunità dove abitualmente prestiamo
il servizio pastorale. Per l’occasione offriamo
anche ad ognuna di loro il libro fotografico
“Giuseppe Allamano: uomo per la missione.”
23 giugno: durante la Celebrazione comunitaria
del mattino ricordiamo i 150 anni della morte de
San Giuseppe Cafasso e ne celebriamo la Festa.
I padri studenti poco per volta concludono gli
esami o i corsi annuali di formazione che hanno
frequentato.
Padre Raphael Miru termina i suoi studi con la
licenza in Pastorale Giovanile presso la Pontificia
Università Salesiana.
Padre Brown Cyprian il Corso per formatori
presso la Gregoriana, i Padri Otieno Joseph e
Hector Sanchez i corsi di aggiornamento presso
la facoltà di Missiologia dell’Urbaniana.
Sempre in questi giorni di fine giugno iniziano
i lavori di ristrutturazione del salone Teatro
chiuso da anni perché non a norma con le leggi
vigenti.
Non possiamo anche dimenticare che dall’11
giugno sono iniziati i mondiali di calcio in
Sudafrica che in varie occasioni, soprattutto la
sera, ci fanno stare assieme per assistere alle
partite, fare il tifo per l’una o l’altra squadra e
riposarci anche un po’ alla fine di un anno carico
di lavoro per tutti.
17
da Casa Madre 7/8 - 2010
Brasile
Vita nelle Circoscrizioni
NOTÍCIAS... INFORMAÇÕES...
NOTICIÁRIO IMC, 228
DOM SERVILIO CONTI – Nos primeiros
dias de abril de 2010, na Faculdade de Medicina
de Botucatu (SP), Dom Servilio submeteu-se à
troca do marca-passo. O novo aparelho deve
ajudar o coração dele a funcionar melhor,
depois de pulsar 93 anos sem parar... Após a
troca do aparelho, Dom Servilio veio para a
Casa Regional (São Paulo). No passado dia 5 de
maio ele recordou, com ações de graças a Deus,
a data de sua ordenação episcopal (ocorrida a 5
de maio de 1968, na catedral de Bérgamo, Itália).
Na concelebração da Eucaristia, presidida
por ele, afirmou: “Agradeço a Deus pelo
dom do sacerdócio e do episcopado... Sentime sempre honrado e feliz por pertencer ao
Instituto Missões Consolata, ao qual agradeço
de coração por me ter acolhido. Nos meus 66
anos de sacerdócio já celebrei 30.175 missas.
E citando o Pai Fundador, concluiu: “ A santa
missa é o tempo mais belo da vida! Ajudem-me
a agradecer a Deus”.
BREVE INFORMAÇÃO SOBRE A
VISITA À BOLÍVIA – Em atenção ao que foi
sugerido pelo último Capítulo Geral, e depois
de dialogar com o Conselheiro Continental (Pe.
Antônio Fernandes), as Direções Regionais
da Argentina e do Brasil consideraram a
possibilidade de enviar três missionários a
Cochabamba, já em 2011, para se especializarem
em matérias, conteúdos e línguas afins, em
vista de uma futura abertura entre populações
originárias da Bolívia. Assim, tendo em vista
a possibilidade de iniciar no futuro uma nova
abertura naquele país, os Superiores Regionais
da Argentina e do Brasil – Pe. Jairo Calderón
e Pe. Lírio Girardi, respectivamente – durante
os dias 10-17 de maio de 2010 visitaram a
Arquidiocese de Cochabamba, com a seguinte
finalidade:
* Colher informações acerca da possibilidade
de estudos e especializações.
18
da Casa Madre 7/8 - 2010
* Manter contato com a Igreja local, com a
Conferência Boliviana de Religiosos (CBR), com
os responsáveis das Congregações Missionárias,
masculinas e femininas.
* Encontrar alternativas de hospedagem e de
trabalho pastoral para os missionários a serem
destinados.
LEIGOS
MISSIONÁRIOS
DA
CONSOLATA – No dia 20 de março de
2010, na Casa Regional (São Paulo), teve lugar
o primeiro encontro dos LMC deste ano,
reunindo as comunidades LMC de São Paulo e
São Manuel. Objetivo do encontro: fortalecer e
aprofundar a espiritualidade, em vista da Missão.
O programa do dia contemplou, entre outras
coisas, a exposição destes temas: Elementos da
espiritualidade do Bem-aventurado José Allamano
(pelo Pe. Jordão M. Pessatti); Identidade e vocação
do LMC (Ir. Rosa Clara Franzoi). No dia 1º de
maio, sempre na Casa Regional, realizou-se o
segundo encontro dos LMC, com a participação
de seis membros da comunidade de São Paulo.
Padre Jordão falou ao pequeno grupo sobre a
Origem e o desenvolvimento histórico do culto de Nossa
Senhora Consolata. À tarde, Pe. Jaime C. Patias e o
seminarista Michael Mutinda trataram com eles
de outros assuntos de interesse da comunidade
LMC.
RETIRO MENSAL DE MAIO – No dia 3 de
maio, as comunidades IMC de São Paulo fizeram
o retiro mensal no Centro Missionário “José
Allamano”. Padre Luiz Carlos Emer, formador
no Seminário Teológico, apresentou o tema:
O sacerdócio de Allamano e o nosso sacerdócio. No
clima do Ano Sacerdotal e do XVI Congresso
Eucarístico Nacional, prestes a se realizar
(Brasília 13-16 de maio de 2010), Pe. Luiz nos
levou a meditar sobre diversos e importantes
pensamentos do Pai Fundador, relativos ao
sacerdócio, convidando-nos a aprofundá-los
e a vivenciá-los no cotidiano de nossa vida de
consagrados.
Jovem missionário, nos meus nove anos
de Roraima, várias foram as funções que
desempenhei, propostas por Dom Servilio
Conti, na época Superior e depois Prelado,
a saber: vice-diretor, professor e, durante
alguns meses, diretor do Ginásio Euclides da
Cunha, propriedade da Prelazia. Por três anos
fui responsável pelo atendimento pastoral
da reserva indígena Raposa-Serra do Sol.
Representante do Prelado quando ele viajava;
primeiro pároco da paróquia de Normandia;
primeiro pároco da catedral; pároco da
paróquia Nossa Senhora do Carmo; piloto
do avião Dornier; primeiro vice-superior da
recém-criada Delegação de Roraima.
Em 1973 fui eleito conselheiro e transferido para
a Região do Sul. Foi para mim uma surpresa,
mas aceitei de bom grado. Ao chegar à Casa
Regional (São Paulo), a Direção me confiou estas
tarefas: ser animador vocacional-missionário
e redator responsável pelo lançamento e
publicação da nova revista missionária Missões
Consolata, embora não tivesse o devido preparo
jornalístico, mas assumi, movido pelo propósito
da Casa Madre 7/8 - 2010
Brasile
Sempre pautei minha vida de consagrado
para a Missão, seja no exercício do ministério
sacerdotal, seja no cargo de Conselheiro e
de Superior Regional, como no ministério
episcopal, por este princípio: Não me pertenço,
sou propriedade do Senhor que me chamou, me
capacitou e me enviou. Com este espírito, dom
e graça que vem do alto e não mérito pessoal,
nunca me apeguei a cargo ou função nenhuma.
Com disponibilidade, prontidão e alegria, nunca
me furtei ou disse “não”, mas de boa mente
aceitei a função que a obediência me propunha,
fundando meu “sim” nesta convicção: Aceitei,
livremente, ser religioso, missionário e sacerdote
para servir o povo, a comunidade e a Igreja, e
não para servir-me dele e delas.
Vita nelle Circoscrizioni
Mensagem de Dom Walmir Alberto Valle, IMC
19
Brasile
Vita nelle Circoscrizioni
20
de colaborar com a Região e a difusão do
espírito missionário. Foram cinco anos nestas
tarefas e no cargo de Conselheiro. Em maio de
1978 a responsabilidade aumentou: fui eleito
Provincial, cargo que, pela reeleição, findou em
1984.
Enfim, livre, pensei. Posso voltar para as
missões além-fronteiras: Zaire (atual República
Democrática do Congo), Venezuela, Roraima,
etc... Que nada! Meu desejo e aspiração,
expresso em carta, não encontrou ressonância
no coração da Direção Geral e Regional e fui
destinado para Cascavel, onde um fato grave
e desagradável acontecera. Por obediência,
novamente, aceitei o desafio: ser formador no
seminário “São Paulo”, que vivia um momento
difícil, complicado e conflitante, pelo abandono
do Irmão Paulo da vida religiosa e da direção
da casa. Foram poucos meses. Quando estava
começando a gostar desta função, que nunca
exercera na vida, o Papa João Paulo II, de
saudosa memória, no dia 5 de novembro de
1985 me nomeia Bispo Diocesano da Diocese
de Cândido Mendes, hoje Diocese de Zé Doca,
no Estado do Maranhão. Lá fiquei durante 17
anos. A 6 de novembro de 2002, o mesmo
Papa João Paulo II me transfere para a Diocese
de Joaçaba, no Estado de Santa Catarina, onde
fiquei durante 7 anos.
Confesso que nas duas dioceses confiadas
ao meu pastoreio me defrontei com muitas
situações complicadas e difíceis: inexistência
ou deficiência na organização pastoral,
administrativa e estrutural, escassez de clero
diocesano. A diocese de Zé Doca já era Igreja
particular há 25 anos e a diocese de Joaçaba há
27 anos. Coube a mim, segundo os desígnios
de Deus, prover as duas dioceses das estruturas
que faltavam e que eram indispensáveis: o
Centro Diocesano de Formação e o Seminário
Diocesano para a formação das novas vocações
ao sacerdócio. Em Zé Doca, além destas
estruturas, construí a nova catedral, dedicada a
Santo Antônio, a Cúria Diocesana e 280 casas
para famílias carentes, utilizando para isso
recursos financeiros enviados e doados pela
da Casa Madre 7/8 - 2010
Associação do Pequeno Caminho – instituição
inglesa que se inspira na espiritualidade da
pequena via de Santa Teresinha do Menino
Jesus. Contemporaneamente, com grande
empenho e solicitude, procurei trabalhar e
implementar na diocese a questão vocacional.
Fruto deste esforço e trabalho vocacional foram
os 12 presbíteros diocesanos para a diocese de
Zé Doca e 6 para a diocese de Joaçaba.
Quando cheguei em Zé Doca, não havia lá
nenhum sacerdote diocesano; em Joaçaba, um
clero diocesano escasso, e assim continua...
Somando meus 6 anos no cargo de Superior
Provincial e 25 de Episcopado, que completo
no final deste ano, foram longos anos de serviço
no desempenho da autoridade. Querendo ou
não, há um desgaste natural neste trabalho,
sobretudo nos tempos atuais. Fisicamente,
já começava a sentir os efeitos da estafa e da
fadiga. Nos últimos três anos, já não dispunha
da energia e do vigor necessários para atender
aos muitos compromissos pastorais e viagens.
Estava desempenhando minha função no
sacrifício. Nesta situação e realidade, resolvi
dirigir uma carta ao Santo Padre, o Papa Bento
XVI, expondo motivos e solicitando a renúncia
do cargo de Bispo Diocesano de Joaçaba. Ele
foi sensível e compreensivo e me exonerou do
cargo, como se pode constatar no comunicado
oficial, publicado a 14 de abril de 2010, data em
que completei 72 anos de idade.
São Paulo, 20 de maio de 2010.
Dom Walmir Alberto Valle, IMC
Bispo Emérito de Joaçaba
p. Rinaldo Do, IMC
Chers Missionnaires
A vous tous, hérauts de l’Évangile, mes
salutations en Jésus le Bon Berger qui nous
a appelés à sa mission d’évangélisateur. Ma
joie a été grande de vous avoir tous et toutes
rencontrés, soit à la Maison Régionale, soit dans
vos respectives communautés du Nord.
Ce mois de juin est une belle occasion
de nous renouveler, de nous fortifier ! Combien
de grâces Dieu nous donne : notre Fête de
la Consolata, la fête de notre oncle Joseph
Cafasso, la clôture de l’année sacerdotale, les
ordinations sacerdotale et diaconales.
La Consolata : notre identité, notre
famille, notre engagement! Le fondateur disait :
«Nous devons être saintement fiers d’appartenir
à la Vierge sous ce titre envié par plusieurs. Et
combien nous aiment parce que nous nous
appelons «Missionnaires de la Consolata». Le
nom que vous portez doit vous inciter à devenir
ce que vous devez être».
Joseph Cafasso : Nous célébrons le
23 juin 150 ans de sa naissance au ciel. Il avait
seulement 49 ans. Jean XXIII disait de Joseph
da Casa Madre 7/8 - 2010
Congo
Les quatre mois et demi passés en
Italie ont été des mois de grâces, de joies et de
rencontres avec des hommes et des femmes qui
continuent à nous aimer et à croire davantage
à notre vocation missionnaire au Congo. Il
faut toujours remercier le Seigneur pour cette
quantité de personnes qui continuent à se sentir
unies à nous tous ! Et pour remercier davantage
le Bon Dieu, c’est à nous de nous fortifier dans
notre vocation missionnaire.
Vita nelle Circoscrizioni
LETTERA AI MISSIONARI DEL CONGO
21
Congo
Vita nelle Circoscrizioni
Cafasso : «Il a possédé en effet la vivacité dans
les œuvres, la prudence dans les décisions, la
promptitude dans l’exécution, l’énergie pour
soutenir les difficultés, et l’ardente charité pour
se donner aux devoirs du ministère sacré et
pour aider inlassablement le prochain. Celui
qui a l’âme débordante d’amour, a en effet
toujours quelque chose à donner aux autres. Il
fut en effet un remarquable formateur des âmes
sacerdotales, en illuminant les intelligences avec
une saine doctrine et en forgeant les coutumes
avec des normes de perfection rénovée. Il fut
un consolateur recherché, d’autant plus suave
et vigilant que la misère était plus obsédante,
surtout pour les prisons et les condamnés à
mort».
La clôture de l’année sacerdotale : en
se souvenant du Curé d’Ars, ceux qui ont reçu
le don du sacerdoce ministériel doivent vivre
toujours en action de grâce. Être prêtre c’est
un don, non une conquête ! Devenons ce que
nous célébrons, comme disait le Curé d’Ars.
Ordinations : C’est beau qu’à la fin
de cette année sacerdotale nous ayons des
confrères appelés au Diaconat et au Sacerdoce.
Dans la prière et avec joie accompagnons nos
frères dans leur ordination du 19 juin, à la
paroisse Mater Dei.
Mgr
Giovanni
D’Aniello,
Nonce
Apostolique en RD
Congo,
ordonnera
prêtre le diacre Arthur
MOKE et diacres
Bruno BAPABONZA
et Geoffrey KIRIA .
Et après quelques
semaines nous auront
d’autres
ordinations
diaconales.
Notre famille envoie
le P. Nestor au Kenya
pour des études et le
P. Honoré en Tanzanie
22
da Casa Madre 7/8 - 2010
pour l’apostolat. Nous remercions de tout cœur
les pères Nestor et Honoré pour toutes les
années qu’ils ont vécu ici assumant les différentes
responsabilités qui leur ont été confiées. Merci
pour votre enthousiasme et votre dévouement.
Le P. Gordon OKOTH vient d’arriver parmi
nous. Il est en train d’étudier le Lingala à St
Hilaire. Nous lui souhaitons bonne insertion et
bon apprentissage de cette nouvelle langue.
Les trois derniers confrères ordonnés ont déjà
reçu leur première destination et ils sont déjà à
l’œuvre : le P. Emmanuel à Isiro, le P. Evans à
Bayenga, et le P. Vitalis à Mbengu. A eux nos
souhaits de bon apostolat.
Quelques confrères sont en congé ou repos
médical, nous prenons l’occasion de leur dire :
Nous vous attendons tous au Congo !
Que la fête du Cinquantième
Anniversaire de l’Indépendance de la République
Démocratique du Congo soit une occasion pour
encourager nos chrétiens à s’engager davantage
pour un Congo nouveau.
A vous, à vos communautés, à vos
familles, à vos collaborateurs mes salutations
les plus sincères. Vive la Consolata ! Vive el
Congo !
P. Alvaro Lopez, IMC, Matola
Generalità
Il Mozambico, con una superficie di 799.380
km² e 20.226.296 abitanti (Censo 2007) è
un paese nell’Africa australe, pluriculturale e
interculturale, formato da diverse etnie e lingue
(17 tra le più numerose), una ex colonia del
Portogallo e indipendente dal 1975. Un paese
eminentemnete agricolo, con alcune risorse
minerali e grande exportatore di energia elettrica
e gas naturale ai paesi del interlland.
con la stessa proporzionalità, cioè con il 75,5%
de voti.
La guerra ha ridotto il Mozambico in una
precaria situazione economica, con quasi
tutte le infrastrutture distrutte, e con questo
l’immissione nella lista delle nazioni più
povere del mondo. Attualmente più grande
percentuale del bilancio dello Stato (50%)
viene da donatori internazionali (Gruppo dei
19 paesi donatori= G19).
Situazione politica
Tre anni dopo la proclamazione di
indipendenza, il Mozambico, allora
sotto la guida del governo monolitico
della FRELIMO (Fronte per la
Liberazione del Mozambico), regime
di partito unico, di orientamento
marxista-leninista, era immerso in
una guerra civile che, per seidici anni,
ha costato la vita a più di un milione
di persone, compresi i cittadini e gli
stranieri, tre milioni di rifugiati e 9
milioni di sfollati.
Dal 1992, il sistema politico vigente
é
democratico. Nelle ultime elezioni (28 ottobre
2009) il partito FRELIMO si é solidificato nel
potere con la maggioranza assoluta (74,66% dei
voti e 191 seggi su 250), la RENAMO appena con
17,69% e 51 seggi; e il Movimento Democrático
di Moçambique appena con 3,93 % e 8 seggi
nel Parlamento tra un totale di 250 deputati. Il
Presidente Emilio Armando Guebuza ha vinto
Situazione socio-economica
Diciotto anni dopo gli accordi di pace di Roma,
il paese sta vivendo l’era della ricostruzione
post-bellica ed è indicato nella scena politica
internazionale come uno degli esempi di
successo di riconciliazione in Africa. Tuttavia,
la situazione socio-economica della gente
comune lascia ancora molto a desiderare,
nonostante la dichiarata “guerra contro la
povertà assoluta”, il programma del governo
che mira a l’estinzione, entro il 2015, il livello
di povertà al di sotto del minimo tollerabile.
Il settore agricola (75% della popolazione)
continua a essere il più prejudicato. Il salario
minimo mensile è 1,486.00 Meticais, circa €
40.16 (Aprile 2009). Questo salario minimo è
tre volte al di sottto del minimo vitale per una
famiglia di cinque membri, stimato in 5.500,00
Meticais (= 148.69 €, dall’Organizzazione dei
da Casa Madre 7/8 - 2010
Mozanbico
Durante un lungo processo di pace che, fin
dall’inizio, ha coinvolto tutta le nostre comunità
cristiane e anche civile, e nella sua ultima fase
ha avuto anche l’assistenza della Comunità
di Sant’Egidio, la guerra civile è terminata nel
1992 con la firma dell’ Accordo Generale di
Pace, a Roma, tra il governo della FRELIMO
e la RENAMO (Resistenza nazionale del
Mozambico), che aveva portato tanti alla
guerriglia armata di opposizione.
Vita nelle Circoscrizioni
IL MOZAMBICO
23
Vita nelle Circoscrizioni
Mozambico
Lavoratori Mozambicani - Centrale Sindacale
(OTM-CS).
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Una grande parte della popolazione (più del
50%) vive in un reddito di meno di 1 USD al
giorno, cioè sotto la line di povertà assoluta.
Secondo il socilologo Rachel Watherhouse dell’
l’Istituto di Studi Sociali e Economici (IESE,
22.04.09), la povertà in Mozambico sembra.
che cresca di nuovo a causa dell’aumento dei
prezzi dei prodotto e della crise mundiale.
L’istruzione
La tassa di analfabetismo tra gli adulti è alta,
il 50.4% della popolazione (datti ufficili del
2007). Appena il 46% dei ragazzi e il 35%
delle ragazze (tra i 6 e 12 anni) frequentano la
scuola, secondo i dati de INDE, Instituto para
o Desenvolvimento do Ensino, Ministero di
Educazione, 2002). Nell’Anno Lettivo 2009,
circa 300.000 ragazzi in età scolare sono rimasti
fuori del Sistema Nazionale di Educazione,
1 anno di vita; e 24% muoiono prima dei 5 anni.
Il 54% delle consulte di ambulatorio e 40% delle
ospitalizzazioni sono dovute alla malaria, che è
anche la prima causa di morte in Mozambico.
Altre malattie importanti sono la tuberculose,
l’AISD e il colera. La prevalenza del AISD/
HIV a livello nazionale é del 16%. La sotto
nutrizione affetta a più del 50% dei bambini in
tutta la nazione.
A livello religioso
Religione Tradizionale Africana. 26,00%.
É difficile calcolare gli aderenti, per il fatto di
essere legata profundamente alla culturale ed è
praticata allo stesso tempo dai membri delle
diverse Religioni, supprattuto nei momentei
fondamentali del ciclo vitale: nascita, povertà,
matrimonio, malattia e morte.
Islamismo
È praticato dal 17,9% della
popalazione (Censo 2007)diviso
nelle varie correnti: Congresso
Islamico, a cui appartiene la
maggioranza della popolazione
mussulmana;
Associação
Maometana, integrato nella sua
maggioranza da comercianti
indiani e paschitanes; Conselho
Islâmico de Moçambique, formato da
persone di alto livello economico;
e, in fine, Gruppi stranieri come
African Muslin Agency e altri, sono
gruppi misisonafri, di espansione
e fundamentalisti.
secondo fonti ufficili del Ministero della
Pubblica Istruzione ( Ministro Ayres Ali ,O
Pais, 23.04.09).
La salute
La tassa di mortalità infantile è di 92,2 per 1.000
nati vivi (2009).
La esperanza di vita è di 48,2 anos (2009).
14% dei bambini muoiono prima di completare
da Casa Madre 7/8 - 2010
Nuovi Movimenti religiosi
Formano un vasto insieme di chiese autonome
della più svariate origine e composizini
(Chiese de Sião : Christian Churche Zion;
Chiese cristiane di diversa nomenclatura,
Chiesa Universale del Regno di Dio, di origine
brasiliano, etc.). Nell’insieme formano il 15.5%
della popolazione del Mozambico (Censo 2007).
servizio pastorale di parrocchie urbane e rurali;
Le Chiese Evangeliche nate dalla Riforma
(Chiesa Anglicana, Chiesa Metodista, Chiesa
Congregazionale, tra le più importanti), formano
il 12,2% della popolazione del Mozambico
(Censo 2007)
b) ) Formazione di animatori comunitari nei
vari ministeri e servizi
Chiesa Cattolica
I cattolici sono il 28,4% del totale dei
mozambicani (Censo 2007).
Si vivono tempi della ricostruzione e
consolidamento della evangelizzazione, che
a sua volta ha avuto la prova di tempi duri
con le regole del regime marxista-leninista. Il
numero delle vocazioni sacerdotali e religiose,
ancora che non sia cosí molto alto ( i sacerdote
nazionali sonno appena attorno ai 200 per tutto
il paese), può essere considerato prometente.
La grande vitalità delle comunità cristiane
e ministeri laici, risultato di una scelta di una
chiesa ministeriale nei momenti della rivoluzione
marxista Assamblea Nazionale di Pastorale
Beira 1977) e posteriormente confermate nelle
ulteriori Assemblee (Matola 1991 e Matola 2005)
costituisce una forza a incoraggiare per la Chiesa
locale del Mozambico.
I Missionari della Consolata
e) Educazione e assitenza sanitaria e lotta e
prevenzione dell’AISDA/HIV;
f) Altri impegni: ricerca antropologica e
traduzioni nelle lingue nazionali, mass-media
(radio, revista missionaria e publicazione di
livri).
Sfide che vogliamo affrontare:
Sfide provenienti dal dialogo in seno alla
società civile (dialogo sociale, interculturale e
interreligioso: proclamare, escutare, imparare,
arrichirsi mutuamente, collaborazione a tutti i
livelli per la ricostruzuione del tessuto sociale,
per vincere la miseria, per costruire una società
più giusta, svillupata e fraterna.
Sfide proveniente dell’accelerato processo
d’urbanizzazione con i nuovi fenomeni sociali,
sono i nuovi aeropaghi della Missione.
Mozambico
I Missionari della Consolata sono i risponsabili
di questo progetto. Lavorano in Mozambico
dal 1925. Attualmente
sono 58 i missionari,
presenti nelle provincie
di Niassa, Nampula,
Beira, Inhambane e
Maputo. Formano una
comunità interculturale
originari di varie nazioni
(Mozambico, Sudafrica,
Tanzania, R.D. Congo,
Brasile,
Venezuela,
Colombia,
Canada,
Portogallo, Spagna e
Italia, Spagna.
c) Animazione Missionaria e vocazionale:
promozone della Chiesa locale; promozione
e animazione missionaria nelle comunità
cristiane per una apertura della fede; dialogo
interreligioso; promozione della giustizia,
pace, reconciliazione e integrità del creato; d)
Formazione di base, media e superiore: scuole
primerie, medie e università;
Vita nelle Circoscrizioni
Chiese Evangeliche
I nostri impegni in
Mozambico sono molto
diversificati:
a) Pastorale ordinarie:
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da Casa Madre 7/8 - 2010
Mozambico
Vita nelle Circoscrizioni
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Ordenação episcopal de Dom Francisco Lerma,
Bispo de Gurué
P. Diamantino Antunes, IMC
Na manhã de Domingo da Santíssima Trindade,
dia 30 de Maio, teve lugar na catedral de Maputo a
ordenação episcopal de Dom Francisco Lerma
Martinez, missionário da Consolata espanhol, a trabalhar em Moçambique há quase 40 anos.
A celebração eucarística foi presidida por Dom
Lúcio Muandula, bispo de Xai-Xai e presidente
da Conferência Episcopal de Moçambique,
que foi o Bispo sagrante. Foram bispos
consagrantes o arcebispo de Maputo, Dom
Francisco Chimoio e o arcebispo da Beira,
Dom Jaime Gonçalves. Concelebraram ainda
12 bispos e quase uma centena de sacerdotes. A
catedral estava repleta de fiéis, entre eles alguns
parentes e amigos do novo Bispo, nascido em
Múrcia, Espanha, que vieram propositadamente
de Espanha. Acompanhavam-nos o seu Bispo,
alguns sacerdotes e de entre estes o pároco da
terra natal de D. Francisco Lerma.
da Casa Madre 7/8 - 2010
A liturgia foi animada pelo coro e por um
grupo de dançarinas que executaram danças
litúrgicas nos momentos mais importantes da
celebração. Estavam presentes, na celebração
algumas autoridades políticas, entre as quais
se destacavam a presidente da Assembleia da
República, Dra. Verónica Macamo e o antigo
presidente da República, Dr. Joaquim Chissano.
No final da cerimónia, durante o canto de
acção de graças, o novo Bispo foi convidado
a descer do presbitério e a juntar-se à dança
de acção de graças, acompanharam-no várias
individualidades locais e também familiares
seus. Toda a assembleia cantou e dançou num
momento de profunda comunhão e alegria.
A tomada de posse de Dom Francisco Lerma
da sua sede episcopal terá lugar no dia 13 de
Junho, na cidade de Gurué.
P. Salvador Medina , IMC
“Para que vuestro trabajo sea eficaz debe tener
tres cualidades:
Fronteras, en el Putumayo, coordinados por
el P. Armando.
ü perseverante,
Ø En la Filosofía han venido sucediendo
muchas novedades: a). el Seminario de
Medellín está llegando a su fin con la
terminación de los estudios de el candidato
a Hermano Misionero de la Consolata, José
Hernando Chávez, quien ha sido admitido
al Postulantado. En ese edificio de Medellín,
mientras se aclara todo lo relacionado con
la documentación legal y se pueda vender,
funcionará como Centro de AMV; b). en el
Jardín – Bogotá ha terminado su servicio
de Formador el Equipo conformado por
los PP. Edgar Chavarro, Alonso Álvarez y el
Estudiante de Teología Gabriel Armando,
en año de servicio y han asumido dicho
servicio el P. Juan Pablo de los Ríos, quien
está terminando el Curso para Formadores
ofrecido por la Conferencia de Religiosos de
Colombia, y el Diácono Gabriel Armando,
quien sigue haciendo su Maestría en la
javeriana, junto con tres estudiantes de
Filosofía para el segundo semestre.
ü concorde
ü iluminado”
(José Allamano, Lettere, n 72, p. 52)
En este mes de la Consolata circula la vida, no
sin dificultades, a raudales.
Fiesta dominical: Ordenación Diaconal de
Gabriel Armando
Colombia
Lunes con la Formación: Los dos
Formadores de la Comunidad del Teológico
(PP. Joaquín Pinzón y Sosimi Nyakenyanya),
el P. Juan Pablo de los Rios, Formador del
Filosófico en Bogotá, ele P. Armando Olaya,
Formador del Propedéutico, actualmente en
Sucumbios, junto con el P. Salvador Medina,
Superior Regional IMC Colombia-Ecuador,
tomaron
conciencia
sobre es momento que
vive la formación, sus
fortalezas y debilidades,
lo mismo que de sus
proyecciones.
Vita nelle Circoscrizioni
COLOMBIA: notizie
Ø En el Propedéutico se
encuentran actualmente,
cinco candidatos al IMC.
Iniciaron siete. Hemos
reconocido la seriedad
y
la
oportunidad
de
estos
primeros
pasos (propedéutico),
acompañados
con
sabiduría
pedagógica
y evangélica por los
Misioneros
de
las
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da Casa Madre 7/8 - 2010
Colombia
Ø El Postulantado, acompañado por los PP.
Javier Velázquez y Carlos Zuluaga, contará
con seis integrantes, presentados y admitidos
en le Consejo, que vivirán en comunidad en
torno a la misión con los Indígenas Chamies
y a proyectos de economía auto-sostenible,
en Roldanillo – Valle.
Ø El 20 de junio por la noche el P. Salvador
Medina partirá para el Noviciado, en Buenos
Aires, en donde acompañará un breve curso
sobre la Espiritualidad Misionera de la
Consolata y tratará otros asuntos relacionados
con el Noviciado.
Ø Comunidad Formativa del Teologado con
sus 33 integrantes
Vita nelle Circoscrizioni
28
Martes y miércoles con la AMV con el
tema ¿Qué tipo de Animación para nuestra Región
hoy?, persiguiendo el objetivo de un Proyecto
común de AMV para Región ColombiaEcuador, a través de la siguiente agenda
metodológica: 1). Auto-evaluación de los
Animadores; 2). Evaluación de los Centros
de AMV; 3). Intercambio de visiones y
propuestas (cada uno de los Animadores
presenta la propuesta que está realizando o
proyectando, lo mismo que el Administrador
Regional y los integrantes del Consejo); 4).
Propuestas para un Proyecto común de AMV
para la Región.
Jueves, viernes y sábado para el
Consejo, con una agenda llena de asuntos,
casi todos extraídos de la última gira del
Superior Regional y complementada con las
Admisiones al Postulantado y a la Profesión
Perpetua y Ministerios Ordenados, las cuales
deberán esperar la aprobación del Consejo
General, actualmente reunido en Roma.
En Bogotá: registramos la buena recuperación
del P. Efrén Baldasso quien deberá guardar
reposo absoluto por seis meses, mientras
abrimos la búsqueda de alguien que, como
párroco de Modelia, integre el CMC y la
casa Regional al dinamismo misionero de la
da Casa Madre 7/8 - 2010
Parroquia; constatamos la buena recuperación
del P. Dubél Cifuentes y le agradecemos los
útiles servicios prestados en la casa regional
y otros campos, lo mismo que a los P. Lyimo
Gervas y Salvador Mura quienes, además de
los chequeos médicos, ofrecen sus servicios
en la Parroquia; saludamos y esperamos a los
Padres Cláudio Brualdi quien sigue, en Turin,
esperando la operación de la cadera, después
del haberlo operado de un fibroma al corazón,
Angel Motta, quien viajó para chequeos
médicos, lo mismo que Pepe Svanera, quien
anticipó sus vacaciones por el mismo motivo.
En Puerto Leguízamo: le agradecemos a
los Misioneros y Misioneras de la Consolata,
la Presentación y los Eudistas por la
organización y realización del Encuentro de
Iglesias Hermanas y la Fiesta fronteriza por
la Paz, al mismo tiempo que los Felicitamos.
Realmente trabajaron mucho y muy bien.
En Licto – Ecuador: agradecemos la fiesta
indígena-católica con ocasión del Diaconado
de Clement Gacoka, ya registrado en el
Annuario IMC 2010 en Corea. Nos sentimos,
como misioneros ad gentes, en el corazón
del mundo andino y, desde allí, abiertos a
los cuatro puntos cardinales. Fue una linda
y popular celebración. ¡Felicitaciones a los
organizadores!
En Guayaquil – Ecuador: agradecemos
la misión realizada por Mattia e Corinna,
nos alegramos con el nacimiento de Pietro
y les deseamos tranquilo regreso en Italia y
feliz reintegración de los tres en lee mundo
familiar, social, eclesial y laboral. Seguimos
acompañando al P. Felix, satisfactoriamente
recuperado en su salud, en el proceso de
negociación de la Escuela y el Colegio de la
Consolata con la Curia Arquidiocesana y el
Gobierno, para tornarlos auto-sostenibles a
partir de los recursos locales. En dialogo con el
Arzobispo, Mons. Antonio Arregui, se acordó
que a partir de marzo del 2011 no se renovará
más el Convenio entre los Misioneros de la
Consolata y la Arquidiócesis.
En María la Baja: se preparan para la
Ordenación de Fredy Maza, Carmelita, primer
En Cali: constatamos el nuevo momento
que vive la Comunidad con la presencia de
Deogratias y el P. Venanzio y la inminente salida
del P. Vicente Pellegrino para sus vacaciones y
controles médicos en Italia. Aunque hay varias
propuestas de re-organización, esperaremos el
regreso del P. Vicente.
En Manizales se encuentran bien los
Misioneros Mayores, PP. Francisco Mellino,
Salvador Custodero y Agustín Baima, de
vacaciones en Italia, cada uno con sus
fortalezas y debilidades de la edad, lo mismo
que Cirer Grisales y Fiorenzo Seveso al
servicio de la Parroquia-Santuario de Fátima,
que cada vez toma más forma y fuerza. Ni
que decir del dinamismo del P. Guillermo
Narváez, a pesar de los dolores artríticos, en el
Gimnasio campestre la Consolata, en donde
almorzamos y compartimos con profesores y
alumnos, lo mismo que con Luis Fernando,
admitido al Postulantado. La intensa lluvia
no permitió visitar a Mons. José Luis Serna
en su casa, en Pereira. Su situación, siendo
Colombia
En Santader de Quilichao nos encontramos
los Misioneros del Cauca (PP. Ezio Roattino,
Luis Crespi, Paul Maina, Geroge Kibura,
Stanslaus Mnyawami, el Estudiante de Teologia
Daniel Sugamo, faltando solo Naftaly Matogi,
victima de la gripe, y el P. Salvador Medina para
conversar sobre la continuación de los diálogos
con la Iglesia Local de Popayán: quedamos
de acurdo que no estamos dialogando para
entregar parroquias sino para leer juntos el
momento actual de la misión en esta Iglesia
y nuestro aporte como Misioneros ad gentes
y de la Consolata al servicio del Evangelio en,
con y desde el Pueblo NASA con su historia,
contextos y cultura. El encuentro, entonces,
con el Arzobispo, Mons. Iván Marín, en el
Seminario Mayor de Popayán transcurrió
dentro de un sereno debate o confrontación
entre visiones de misión e incluso de
eclesiologías.
administrativa de Mons. Alberto Giraldo,
sobre el proceso del Propedéutico, el futuro
inmediato de Oscar Mauricio Hernández y de
la posibilidad de realizar allí el Postulantado
2010. Fue un lindo y edificante diálogo sobre
maneras nuevas de vivir y organizar la misión,
la economía y la formación en la Región y el
IMC.
Vita nelle Circoscrizioni
Sacerdote local y, además, primo de Edilberto
Maza, Misionero de la Consolata en Año de
servicio en San Vicente del Caguán. Durante la
visita del Superior Regional, acompañado del
Administrador, se dialogó sobre la necesidad
de coordinar el Equipo Misionero con el
Proyecto de Misión y los diferentes proyectos
de promoción humana; de integrar los sectores
de la Parroquia en torno a un proyecto
común de misión y de administración; de
actuar coordinadamente con la propuesta de
evangelización de la Arquidiócesis, sin dejar
de ofrecer nuestra dimensión carismática
específica, ni de evangelizar a partir y dentro
de la cultura afro-caribeña.
En Roldanillo la conversación con los PP.
Carlos Zuluaga y Javier Velázquez nos llevó
noche adentro. Compartimos sobre el próximo
futuro de nuestra presencia en la Diocesis,
sobre el cambio de Obispo y la presencia
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da Casa Madre 7/8 - 2010
Colombia
progresiva, lo mismo que la de su hermano,
el P. Alvaro, está siendo bien acompañada por
el resto de su familia.
El 20 de junio, día de la Consolata y de
las elecciones presidenciales en Colombia,
celebraremos, en el marco del Centenarios de
las Misioneras de la Consolata, los 60 años
de Profesión Religiosa de Sor Elizana Bono,
las Bodas de Oro de Sor Mariela Díaz y Sor
Leandra Ontibon, junto con el Postulantado
de los seis jóvenes admitidos en el último
Consejo. Lugar: La Consolata del Vergel;
Hora: 11.00 a.m. Continuaremos la fiesta con
las hermanas de la Consolata, en su casa.
Vita nelle Circoscrizioni
Agradecimientos y Felicitaciones
Agradecemos a las dos Familias de laicos
Misioneros de la Consolata que nos han
acompañado: Mattia, Corinna y Pedrito
(recién nacido), en Guayaquil; Joseph,
Rafaella, Pedro, Irene y Ester, en el Cauca.
Les deseamos a todos y cada uno un feliz
retorno a su Italia de origen y una optima
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da Casa Madre 7/8 - 2010
re-inserción en sus ambientes familiares,
apostólicos, profesionales y académicos.
Felicitamos a los dos nuevos Diáconos,
Gabriel y Clement; a los seis postulantes, a
Julian Antonio Bedoya (ex alumno IMC) por
su grado de Médico Cirujana de la Universidad
Bolivariana de Medellín (junio 15 de 2010),
al joven del Propedéutico Oscar Mauricio
Hernández por su grado de Ingeniero
Industrial de la U. Tecnológica de Pereira (2 de
julio de 2010); al Postulante Robisson Gaviria
por su titulo como Auxiliar en Enfermería del
Centro Educativo para el trabajo y desarrollo
humano – CESALUD, de Neiva (9 de junio
de 2010), el Postulante Hernando José Chávez
por su titulo de Auxiliar Contable del Centro
de Estudios Especializados – CESDE, de
Medellín (31 de julio de 2010), al P. Orlando
Hoyos por su titulo en Comunicación
Multimedia del mismo CESDE de Medellín;
al P. Juan Pablo de los Ríos que concluye esta
semana el Curso de Formadores administrado
por la CRC.
P. Mauricio, IMC
O Mês de Maria começou abençoado com
a Festa do Padroeiro do Zambujal, São José.
Com simplicidade de um povo agradecido pelos
benefícios recebidos da parte de Deus, o Centro
Comunitário do Bairro Zambujal celebrou a
tradicional “festa campal”. Procissão pelas
ruas do bairro, Missa presidida pelo superior
Pe.Norberto, almoço com sabor a Cabo Verde
e música tradicional pincelaram de alegria o
Domingo 2 de Maio.
Além dos amigos vindos de vários lugares,
tivemos a honra da visita do Pe. Elísio pela FM,
Pe. Albino com os JMC do centro, e a TVI.
A visita do Papa revolucionou o espírito dos
cristãos em Lisboa e de modo especial na nossa
Vigararia de Sintra. O João Batista acompanhou
os jovens na caminhada do encontro com o
Papa, “um grande momento emotivo e cheio de
entusiasmo” referiu o nosso seminarista.
que decorrerá no mês de Agosto de 2011 em
Madrid. A ideia é aproveitar este encontro
internacional para juntar os jovens das diversas
regiões do nosso Instituto num encontro de
reflexão, partilha e convívio mas com o Espirito
allamaniano.
Em nome da Comunidade
IMC do Cacém, aproveito para vos convidar a
à Festa da Consolata que dará inicio no sábado
19 de Junho com animação musical e jantar. No
dia 20 com toda a FAMÍLIA MISSIONÁRIA
DA CONSOLATA daremos graças a Deus e
à Consolata pelo dom da Missão. Boa Festa a
todos e a cada um de Vós.
O nosso Centro de AMV do Cacém tem
desenvolvido neste mês algumas actividades de
animação
ligada aos jovens. Uma semana
intensa de reflexão com os jovens do 12 ano
do colégio das Doroteias decorreu na nossa
casa. Também a preparação do retiro para os
crismandos da Paroquia de Monte Abraão foi
um motivo para nos aproximar da realidade
juvenil dessa paróquia. Estas actividades nos
têm dado a coragem de organizar outros eventos
no nosso Centro, como proposta de Animação e
Formação missionária à Igreja local.
Cacém
Os preparativos para a Festa da Consolata já
deram início. Somos todos novatos no modo de
fazer e organizar a festa nesta comunidade do
Cacém. Com muita calma temos acompanhado
a organização da mesma, coordenada por
alguns membros do AMC. Passaram a visitarnos neste mês alguns Solidários Missionários
da Consolata e também Pe. João Monteiro
quem precisava de matar saudades dos amigos
angariados nesta a sua antiga missão.
Eu fiz
uma viagem fugaz a Roma no dia 9 de Maio
para representar o Portugal na organização da
Jornada Mundial da Juventude com o Papa
Vita nelle Circoscrizioni
Cacém
31
da Casa Madre 7/8 - 2010
Vita nelle Circoscrizioni
Lisboa
LISBOA
P. Herculano, IMC
Os primeiros dias de Maio estãomarcados por
um suceder-se contínuo de festas celebradas
em diversos lugares, pessoas e circunstâncias.
São principalmente
ocasiões de convívio,
que fazem parte do nosso crescer e conviver,
celebrando momentos felizes que acontecem
na vida de todos. Logo no primeiro de Maio
é o Superior Regional que se desloca à Sertã
para participar nas bodas de ouro sacerdotais
de um grupo de sacerdotes
de Portalegre,
sua diocese.
No dia seguinte é a festa do
Zambujal a que preside o Superior Regional
e onde o P. Elísio dá uma espreitadela para
caçar material para a Fátima
Missionária e
perpetuar os momentos mais significativos.
Mas para o Superior Regional não há só festas:
são também reuniões de trabalho nos dias 4
e5
marcadas pelo CEF e pela CIRP. Em
sua vez, vem
o P. Joaquim Gonçalves falar
do seu trabalho às
Mulheres Missionárias
32
da Casa Madre 7/8 - 2010
da Consolata e celebrar a
eucaristia.
No
dia 8 dizemos adeus à Adeuzinha, a experiente
e fiel secretária da paróquia de Santa Luzia
em
Manaus. Acabou-se o tempo, viveu
intensamente alguns momentos em Portugal,
mas o trabalho não espera. Neste mesmo
dia celebramos os 91 anos do nosso veterano
P. Zintu com a eucaristia concelebrada pelos
membros da casa e, como não podia deixar
de ser, com muitos bolos trazidos pelos seus
numerosos amigos e visitas das pessoas que
acompanha com o seu jeito sacerdotal que
conquista o coração das pessoas.
No dia 11 é a visita do Santo Padre à cidade de
Lisboa, com a eucaristia na Praça do Comércio
e os diversos encontros com as personalidades
que fazem parte do programa. Mas a eucaristia
na Praça do Comércio foi o momento mais
alto desta visita com as duzentas mil pessoas
que enchiam
a Praça e as ruas que nela
No dia 20 vem o electricista de Fátima reparar
diversas avarias
pela casa, entre as quais a
câmara de vigilância do portão e as lâmpadas
de emergência. Como
não traz material
suficiente, terá que voltar depois Mas esta casa
com 22 anos tem precisado de muitos cuidados.
Neste mesmo dia despedimo-nos do Superior
Regional que parte para Moçambique para
representar a Região na ordenação episcopal
do novo bispo do Guruè, D. Francisco Lerma
Martinez, nosso confrade e que terá lugar no
dia 30 em
Maputo.
Não esquecemos as
visitas breves para o P. Zintu, no dia 22, de
dois casais seus amigos de Manaus que andam
em digressão pela Europa e não quiseram
deixar de vir visitar o amigo de longa data a
quem ajudaram sempre que a eles recorria.
Para terminar esta lenga lenga que já vai longa
e enfadonha, menciono o facto simples e
corriqueiro da necessidade de renovar a casa:
desta
vez é a passadeira da escada que vai
para o lixo depois de ter desempenhado o seu
papel desde o princípio, tendo vindo da casa
do Sr. Chaves em Alcaravela. A velha e gasta
passadeira dá lugar a
uma nova, digna de
acolher os passos da classe que antigamente
rodava pelas salões da nobreza.
Aqui me
quedo, confiando na vossa compreensão que
é capaz de perdoar os gatafunhos que
aqui
lancei.
Vita nelle Comunità
desembocam. Ainda neste dia 11 acolhemos
um padre capuchinho
e um casal italiano,
parente do nosso padre Gianfranco Graziola,
que se dirigem para Fátima. Partem para lá no
dia 13 de madrugada e por milagre conseguem
encontrar quarto. As cinzas do
vulcão da
Islândia que andam a dançar por esses
ares,
obrigando a cancelar alguns voos, deram sorte
a outras pessoas. E agora regressamos a casa.
Lisboa
33
da Casa Madre 7/8 - 2010
Torino
Santuario della Consolata
Professione perpetua di Suor Ivana Cavallo MC
P. Antonio Giordano, IMC
La sera del 29 maggio, la Messa missionaria
mensile, che i missionari di Casa Madre
celebrano al Santuario torinese, ha un accento
particolare. Sr. Ivana Cavallo, missionaria della
Consolata di voti temporanei, solennemente
pronuncia la sua Professione Perpetua di
consacrazione a Dio e alla missione per sempre.
Vita nelle Comunità
Presiede la solenne Liturgia Eucaristica il P.
Alberto Trevisiol IMC, accompagnato da una
ventina di con celebranti.
La Madre Generale, Sr. Gabriella Bono,
introduce la cerimonia con parole colme di gioia,
di speranza e di augurio. La Suor Ivana, dopo
diversi anni di missione in Venezuela, dove
ritornerà presto, alla presenza della comunità
delle Suore Missionarie, dei suoi genitori,
del fratello, sacerdote e della sorella Suora,
ambedue del Cottolengo, pronuncia la sua
consacrazione «ad vitam» davanti alla Madonna
Consolata, nel suo santuario di Torino, dove la
meravigliosa avventura dell’Allamano, Padre di
famiglie missionarie, ebbe inizio.
Dopo la lettura del Vangelo il Celebrante
rivolge la consueta domanda alla professanda;
“Cosa chiedi alla Chiesa di Dio?”. “Chiedo
di essere ammessa alla Professione perpetua
nell’Istituto Suore Missionarie della Consolata”
viene chiara e decisa la risposta. Tutti i fedeli
inneggiano: “Rendiamo grazie a Dio”.
All’omelia il Celebrante traccia, con somma
maestria, inserendola nella festa della SS
Trinità, il profilo della consacrata a Dio per la
missione per sempre. È il mistero di quel Dio
Uno e Trino che è sempre “di più” di quello che
l’umana intelligenza può capire, che chiama una
giovane a consacrarsi per sempre alla missione
nella Chiesa. La risposta di questa giovane alla
chiamata di Dio è pure sempre un “di più” di
quello che possiamo capire, è un miracolo che
ci riempie di meraviglia e ci porta la gioia dello
stupore di un cuore che dice a Dio, “Signore io
non avrò altro che Te per sempre”. La meraviglia
di un tale atto affonda le sue radici nella fede nel
Dio Trino e Uno che chiama a sé chi vuole e
quando vuole per sola sua bontà.
Il Celebrante poi si rivolge direttamente alla
professanda: “Sr. Ivana, tu compi questo gesto
di consacrazione che meraviglia lo stesso cielo,
qui ai piedi della Madonna Consolata; davanti
a quella stessa Consolata il Beato Allamano,
il nostro Padre, ha vissuto nel suo cuore la
missione, che ha poi trasmesso ai nostri Istituti,
a te ed a me. Qui tu ti consacri per sempre alla
missione per fare conoscere a tutti i popoli
il Dio Trino ed Uno che ha mandato Gesù
Cristo perché tutti nello Spirito Santo abbiano
pienezza di vita”.
Vengono quindi cantate le Litanie dei Santi,
mentre la candidata è in ginocchio al centro
di fronte all’altare. Sono invocati gli Apostoli,
i grandi missionari, i martiri e anche i santi
torinesi: Benedetto Cottolengo, Giovanni
Bosco, Giuseppe Allamano ….
Quindi la candidata, in piedi davanti all’altare,
pronuncia la formula della sua Professione
perpetua promettendo fedeltà per tutta la vita
nei voti di obbedienza, castità e povertà secondo
le Costituzione della Suore Missionarie della
Consolata, e conclude chiedendo ai presenti di
pregare per lei.
Uno scroscio di battimani esprime l’attenta
partecipazione del popolo di Dio. Il Celebrante
34
da Casa Madre 7/8 - 2010
Al segno della pace è il Celebrante che porta la
pace alla neo professa perché la comunichi alla
Madre Generale come segno di gioioso e filiale
ossequio, e ai genitori come grazie vivo per il
dono della vita. E Gesù Eucaristico, pane di
vita, scende nell’anima di Sr. Ivana che Dio
ha chiamato a consacrasi alla missione per
sempre, e vi prende dimora con il Padre e lo
Spirito Santo. Meravigliosa inabitazione della
SS Trinità, dono pieno di stupore per l’anima
che liberamente risponde di sì alla chiamata di
Dio.
THE PASTORALIST’S SPIRITUAL JOURNEY
fr. Peter Kariuki, IMC
SOUTH HORR PARISH, SAMBURU
The parish of South Horr has been
serving Samburus, Turkanas, and Rendiles
of this area for more than 44 years now. The
dominating community is the Samburu. Two
years ago, with the aim of deepening and
creating continuity to the work done by our
committed missionaries for all these years, we
formed an evangelizing group with one basic
aim, to help us read the naked hearts of our
people so that we can preach the good news
better. Some discoveries of this more than two
years’ adventure are what I would like to share
with you here.
Funny enough, our first challenge as
preachers was who should preach the good
news. Who should lead the prayers, songs,
read the word and share with the whole
group? Our people had no confusion on these
questions. They said that the priest, sisters
and the paid catechists should do all that. “Its
their responsibility” they said, “we have ours
of taking care of the children, animals, wives,
husbands, fetching water and others. Why does
the priest find it difficult to lead the prayers,
visit the sick, teach the word and he has the
catechists and sisters?” They complained!
People were there to receive these new
teachings. Since then we have started a tough
campaign that each baptized person should do
something for the church otherwise all that he/
she has is a baptism card in the parish office.
da Casa Madre 7/8 - 2010
South Horr
We evangelizers of South Horr Parish in the
Northern Samburu District in Kenya have
realized that a missionary needs to reach at the
heart of his/her people and know how they see
things and which questions disturb their minds
as the new vision of Jesus Christ is preached
to them. All communities in the world have
developed a kind of a system to communicate
with the deity and it’s taught until it enters into
the blood system of a particular people so to
speak. Some communities are very proud of
many elements of their cultures which they have
developed for centuries including their manner
of prayer. The arrival of the gospel of Christ
provokes many feelings and questions. They see
the churches which preach the gospel as a threat
to their sweet and hard constructed cultures.
Being more specific, pastoralists groups in the
northern part of Kenya are such people who
value their culture and are very proud of it.
Most of them listen carefully to the teachings
of the gospel but there are some elements of
their cultures they are not ready to renounce
for the sake of the new instructions. Consolata
missionaries like calling these communities
“minority ethnic groups”. We need to ask
Samburus, Turkanas, or Rendiles whether they
are a minority group! They would spat you on
the face. Just for an example, Samburu is one big
kingdom now extending deep in Kenyan civil
service and politics. Their greatness does not
depend on their number but on the elements
of their culture including their language which
is colonizing many other communities around
and within them.
Vita nelle Comunità
invoca lo Spirito Santo sulla nuova Professa
perpetua augurandole di essere una missionaria
della Consolata che vive in tutto e sempre lo
Spirito del Beato Fondatore.
35
South Horr
Vita nelle Comunità
36
The slogan “we are the Church” has gone
down very well although some think the priest
is more “the Church” than the others. Some
agree to help but they want to be paid in one
way or the other.
Men especially don’t see the sense of
going to Church every Sunday. One day we
were talking of the Sunday mass and a Samburu
man said, “Those who go to Church regularly
die anyway!” The more direct question was;
“What do I gain by going to Church so many
times?” In another meeting when we were
talking about prayer one man said, “We pray
always in our traditional religion, so what’s
all this!” As evangelizers, we realized that we
had to answer the question; why do we seek
God revealed by Jesus Christ? We explained to
them that we seek God of Jesus in order to
fill our minds and hearts with the unmistakable
truth. The truth about our life and the life of
all creatures including goats, cows, and camels.
God teaches how to love the other in the best
way. God also forgives our mistakes in life.
A lot of God’s wisdom is written in the holy
book called the bible. It’s not a question of
just remembering or thinking about God but
one has to learn the things God has revealed
to us. As we expounded such ideas to our
people, we realize that slowly by slowly they
are getting home. Although such ideas make
sense to them, they also expect tangible things
from God. They want to see a sign so that
they can believe. A sign about things they
don’t produce themselves. They rarely plant or
harvest, so a sign of food for their children and
themselves can be wonderful. Many of them
don’t consider it reasonable to sell an animal
to buy uniform or pay fees for a child, thus a
small sign to provide such is wonderful. If God
can produce such things through the preachers
especially the priest then the gospel is full of
truth. This challenge puts us to confusion in
our small evangelizing group. Most of them
are poor. How could they now provide food
and education for the children in the whole
community? They told me to think on how to
get these things since I am the parish priest. We
realized that together with the good news, this
community needs to be formed and trained
thoroughly on self reliance otherwise the
future will be doomed both in faith and in the
daily life.
da Casa Madre 7/8 - 2010
We have also realized that there is nothing
which can replace the traditional ceremonies
of this place. A Sunday mass is nothing in
comparison to the ceremony of circumcision of
a young lady somewhere. Samburu traditional
wedding has almost completely kicked off
catholic wedding or rather it has closed the doors
for the sacrament of matrimony to enter well in
this community. Even some of our preachers
don’t accept the sacrament of matrimony while
others leave to get a new young wife. Recently,
one of the evangelizers married a young wife
of seventeen years. I asked him why he did such
a thing knowing that he will stop receiving the
communion. He said he had not broken any
rule of samburu traditions and from then he
stopped coming to Church.
The understanding of wealth and good
life has also been a challenge to us as evangelizers.
For a long time, I thought people considered
me to be a rich man because they have been
coming to me in search of the car, money,
food and other things. I was shocked when I
had a dialogue with some Samburu traditional
women who can barely speak Swahili language.
First they wanted to know how many goats I
had. I told them fifteen. That was good but
they also wanted to know their names. I could
only remember the name of one he goat called
Gorbachev, they laughed at me heartily. Then
they wanted to know how many cows I had. I
told them I had only one small bull called Paul.
They exchanged glances suspiciously. Then the
last question; “Do you have wife and children?”
When I said no, they went away without a word
knowing that they had just talked to a man who
is a failure in life. Animals, wife or wives and
children show the prestige of a man. A woman
incapable of getting children is a disgrace to the
whole community. In fact the real name for the
animals is wealth. It’s not a sin for the young
warriors to kill in order to obtain animals. With
animals one can afford a new wife and therefore
children. That’s a gate way to wealth and good
life. This is the root cause of conflicts and
killings here. There are also other small curious
examples like when we ask for offerings. People
easily sell the relief food they get from non
governmental organizations to contribute for
the lent and mission Sunday but they can’t sell
animals for such things. It’s very difficult for us
here to get cows meat because these animals are
Another learning instrument for us
has been the system of communication. The
lifestyle of the pastoralists gives them a lot of
The semi arid nature of this area also
affects evangelization a lot. People spend a lot
of time in search of water. The drier it becomes
the more the animals migrate far from home
in search of pastures. According to me these
people are neither nomads nor semi nomads.
They are pastoralists. They have their permanent
villages and most of the people are always there
as the shepherds follow the animals. When the
animals are very far away from home, people
are weaker, don’t sing well in the mass and are
very distracted. Fewer women are pregnant. The
trend changes when it rains and the place is all
green. The animals come back home and with
them a lot of milk and blood.
da Casa Madre 7/8 - 2010
South Horr
We have also met some excellent
educative moments. One is the style these
communities use to build peace and create
As good evangelizers, we encourage people to
go to Church and be baptized so that they can
receive the communion thus becoming good
friends of Jesus. Some of our catechumens now
are these wives of goats. The cannon law says
they should not be baptized unless in danger
of death. When they finish their catechumen
period and we don’t baptize them, they are very
angry and they run away from us.
Vita nelle Comunità
Our preaching is also affected by the
distance between men and women. This culture
is not a kissing and embracing one. Even those
who have gone to school are so reluctant to
such public expression of nearness. They say
its very shameful to embrace the woman you
love in public. Men just don’t want to sit near
the women. The young warriors are even worse.
If the women are near them, they can’t even
eat. Thus our churches have fewer men and
more women and children. Something new is
happening in our parish though. Men discovered
that the catholic women association organization
members are acquiring good skills of leadership
and some can even speak in public better than
them. Our men did not like the idea and now
they are forming the catholic men association.
space for reconciliation. Since they are very
conflictive by nature, they have also managed
to create tactics to bring love and communion
among them. Two communities in conflict
consult one another secretly and if they agree
they fix a day when one of them will visit the
other. The news pass from ear to ear. When
the big day comes the visiting community
arrives dancing. Normally in these dances,
there are no musical instruments. The human
body does it all. Some songs are accompanied
by antelope trots and skips. The samburu
dance has borrowed a lot from the seductive
dance of the dove. The visitors are welcomed
with dances also by the host community. After
a short while, men of the hosting community
convene an urgent meeting to plan how to
provide a lot of tea and meat enough for all
the visitors and the hosts. Many goats, a lot of
milk and money to buy sugar are contributed.
Women goes to fetch water and as the tea
and meat is prepared, the dancing continues
even more vigorously. The dancing has a
psychological effect of friendship and love.
The holding of hands, hip hop steps, dove
like seductive styles, instrumental sounds from
human mouth, rhythmic clapping of the hands
and other gestures makes the participants
experience that brotherly equality and oneness.
Then comes the eating of the roasted meat
which is washed down by hot sugary tea which
gives more energy to continue dancing. While
all this happens, people meet in small groups
to discuss all what has happened in their two
communities in the near past. Questions are
asked and answered. Sins are confessed and
forgiveness is offered. People chew a lot of
tobacco in order to help in the concentration.
The sinners and forgivers resume the dancing.
After many hours of this celebration, the host
community goes home with aching legs and
hips, new friends, hearts full of happiness,
others smiling for having negotiated an extra
wife and the past of conflict and hatred buried
until it will reappear in the future. The best
tactic to preach the gospel here is creating
a feast where tea is available, songs and if
possible tobacco and a free atmosphere where
one can spat freely.
almost worshipped. They are killed when there
is a reason and in rare cases for commercial
purpose. Here there are some married women
called wives of goats. That woman is married
specifically to take care of the animals but she
gets babies also.
37
Guiùa
time to sit, observe and talk. The best part of
the day is to communicate all what has been
seen. Many villages here have no telephone
network but the news pass all the same. If a
man goes for a journey, as soon as he arrives,
the other men come together and he exposes
all the hot news. These in turn communicate to
their wives in the secret of their houses. The
shepherds bring home a lot of news including
footsteps of Turkana people which is a sign
of enemies spying on their wealth. The best
evangelizers here are not even the catechists
but Christians who have understood and love
the gospel of Jesus Christ. They communicate
all what they know to their friends and children.
Unfortunately they are not many.
We pray always to our lady because she is
the best missionary and she has done wonders
so far. We ask the Lord to fill us with the Holy
Spirit so that we can take the right decisions
always. All you who have been called to share
in the cup of Christ we salute you and pray for
you. May God bless each one of you!
PARÓQUIA DO GUIÚA
P. Diamantino Guapo Antunes, IMC
Vita nelle Comunità
Neste fim de semana toda a comunidade
cristã do Guiúa, diocese de Inhambane, se
despediu dos leigos Rui e Diana Antunes que
se preparam para regressar a Portugal. Foram
quase dois anos que este jovem casal esteve
no Guiúa partilhando os seus talentos e sem
dúvida recebendo muitos outros.
38
Foram muitas as actividades em que se
envolveram: Escolinha; explicações; aulas de
informática; participação na catequese; centro
de saúde; apadrinhamento de jovens estudantes
– Desafio Moçambique. Durante este tempo
puderam também colaborar com na construção
dos sites do Centro de Promoção Humana do
Guiúa e no da Província dos Missionários da
Consolata de Moçambique. Nos últimos meses
percorreram todas as missões da Consolata
para recolherem em vídeo testemunhos dos
missionários sobre as respectivas missões. Colaboraram activamente na futura revista dos
Missionários da Consolata em Moçambique –
“Caminhos” - que brevemente surgirá.
No Guiúa, realizou-se um jantar com as famílias
dos catequistas em formação e seus filhos e
ao serão houve um sarau com danças, cantos
e relatos de contos tradicionais. À Diana foi
oferecida uma capulana e ao Rui uma camisa,
em capulana também.
No dia seguinte, na missa de Domingo, após a
procissão do Corpo de Cristo, a comunidade
da Casa Madre 7/8 - 2010
quis despedir-se dos leigos missionários e em
cortejo, acompanhado de cânticos fizeram
ofertas de capulanas. Foram lidas várias
mensagens de agradecimento e despedida que
deixaram todos muito emocionados.
A equipa missionária do Guiúa, associou-se
naturalmente às despedidas e aos agradecimentos
por todo este tempo de trabalho e partilha.
Usamos por isso as palavras de um dos cânticos
entoados, no final da celebração de domingo:
“Diana e Rui vão partir: Deixam saudades!”
P. Alvaro Pacheco, IMC
confesso che sono stanco,
perché è dal 1998 che sono
l’editore-direttore-giornalista
della nostra rivista, mentre
scrivo il libretto della
Quaresima dal 1999.
4 aprile : celebro la messa in
portoghese nella parrocchia
internazionale di Seul una
volta al mese. Il giorno di
Pasqua ho battezzato il
bimbo di Joelma (brasiliana) e
Richard (coreano), chiamato
Noa, e Carina, una giovane
brasiliana. Abbiamo anche
celebrato la prima comunione
di 5 bambini brasiliani.
5 aprile: gita comunitaria a
Wasong (a circa un’ora in macchina a sud di
Seul), dove si trovano alcune delle mura più
famose in Corea dal tempo degli imperatori.
C’erano ancora tra noi Mario e Ketta, ritornati
in Portogallo la notte dello stesso giorno.
Seul
Eccomi, anche se con un ritardo significativo.
Ma più importante è essere presente, vero?
Questo ritardo si deve al molto lavoro che mi
ha mantenuto molto occupato in questi ultimi
mesi, soprattutto con la vendita dei libretti della
Quaresima. Io e Pedro Louro abbiamo venduto
libri in quasi 14 parrocchie e i risultati furono
molto positivi: abbiamo venduto 22 mila copie,
mentre 6 mila sono stati
inviati come offerta ai
nostri benefattori e altri
6 mila sono stai richiesti
da vari parroci. Così, è
valsa la pena, come al
solito. Questo è uno dei
modi di far arrivare il
messaggio missionario a
molti cristiani, assieme
alla nostra rivista. Questo
non è per niente facile,
soprattutto perché la
Chiesa coreana ha un
carattere essenzialmente
diocesano. Ma facciamo
il nostro meglio… Però,
Vita nelle Comunità
SEUL
39
da Casa Madre 7/8 - 2010
Osizweni
Vita nelle Comunità
40
STELLE DI PENTECOSTE
P. Rocco Marra, IMC
Anche quest’anno a Osizweni si è celebrata
la veglia di Pentecoste. Abbiamo cominciato
la sera della vigilia e concluso all’alba
della festa. Come per quella pasquale
tutt’e cinque le comunità si sono ritrovate
nella chiesa madre per solennizzare il
compleanno
della
Chiesa
universale.
Per me è la prima volta che celebro la Pasqua
e la Pentecoste in questa township: la pasqua
è stata numericamente più partecipata, la
pentecoste è stata caratterizzata dalla presenza
dei più giovani.
Come Mandato Missionario, tipico di questa
solennità, a tutti i responsabili delle piccole
comunità abbiamo dato un libro-catechismo,
scritto dal Vescovo emerito di Umtata, S.
E. Mons.Oswald Hirmer, che tra l’altro è
stato alunno di Karl Rahner. Il libro è molto
semplice e descrive in modo pratico come noi
cattolici manifestiamo la nostra fede e amiamo
la chiesa di Gesù. Il titolo si potrebbe tradurre
“La Nostra Gioia Di Essere Cattolici”.
Proprio la Pentecoste ci parla di nascita,
di
giovinezza,
dell’alba
missionaria:
è più che naturale pensare a quei cinquecento
bambini distribuiti nei nostri tre asili infantili,
da Casa Madre 7/8 - 2010
dove le maestre si danno da fare a dare il
migliore del loro tempo per educarli al rispetto
reciproco, all’amore a Dio, alla vita e al
prossimo.
Pochi giorni fa, arrivando in ufficio, mi sono
accorto che i bambini dell’asilo di “Maria
Immacolata” si erano riuniti tutti nel salone
parrocchiale con alcuni genitori e maestre.
La direttrice è venuta subito a informarmi
che si trattava di un incontro per parlare loro
del “traffico umano”. E io ben contento
dell’iniziativa, l’ho incoraggiata a continuare.
Proprio in questi giorni sto cercando, con
l’aiuto di alcuni collaboratori della Conferenza
Episcopale, di trovare un breve film, o un
“power point” che presenti questa triste
realtà ai più giovani. Abbiamo cominciato a
parlare in chiesa del traffico umano durante le
cresime dello scorso anno, il giorno di Cristo
Re dell’universo; durante la veglia di Pasqua ne
abbiamo parlato a lungo e in largo, servendoci
anche di un visuale; poi abbiamo organizzato
un incontro con gli agenti pastorali, infine
prima di cominciare la veglia di Pentecoste
abbiamo persino proiettato un film in chiesa.
L’unico modo di difendersi dal traffico
Voglio assicurare ai benefattori che per questi
bambini si sta facendo di tutto, perché abbiano
il meglio. So che le maestre di Maria Immacolata
sono più preparate di quelle che insegnano negli
altri due asili, così le sto sollecitando ad andare
a migliorare il loro insegnamento attraverso
corsi organizzati preparati da alcuni nostri
professionisti in materia, in questo modo mi
assicuro che la dimensione di fede è presente.
A Mlondolozi, l’asilo di San Tarcisio, non si può
fare il pozzo previsto lo scorso anno, perché
la sorgente risulta di acqua salata, ma si sta
riorganizzando la rete idrica e si sta sostituendo
un serbatoio che dovrebbe assicurare l’acqua
per tutti i giorni, anche quando capita che il
municipio la chiude per lungo tempo. Per gli asili
di San Tarcisio e di San Francesco (Umnduduzi
Wethu) si è presentata per l’ennesima volta la
domanda per ricevere il certificato delle autorità
sudafricane, per poi avere il diritto a ricevere
il salario per gli insegnanti e l’assistenza per i
bambini più poveri.
Quindi cari miei tutto continua a cadere su di
noi se vogliamo continuare con San Tarcisio e
San Francesco. Il 15 giugno compirò un anno di
presenza a Osizweni e non mollo d’incoraggiare
i responsabili delle nostre piccole comunità
cristiane a collaborare mandando i loro bambini
e quelli dei conoscenti ai nostri asili, pagando
la retta mensile ed educando cristianamente i
piccoli; tutto questo perché è là che si gioca
il nostro futuro come cristiani a Osizweni.
Quando i bambini crescono continuano con le
loro famiglie e studiano nelle scuole elementari
e superiori, e possibilmente all’università o in
scuole professionali; anche se vanno in altri
luoghi l’educazione cristiana no è mai persa.
Pentecoste ci richiama che come comunità di
Gesù non siamo chiusi nei posti dove abitiamo,
ma l’orizzonte si allarga a tutti, specialmente
ai più piccoli e bisognosi. Grazie a tutti della
vostra preghiera e collaborazione finanziaria,
senza la quale non potremmo continuare.
Vita nelle Comunità
umano, che è la schiavitù per eccellenza dei
nostri giorni, è informarsi, sapere le dinamiche,
creare una rete di contatti per smontare almeno
parte dell’ingranaggio diabolico, e denunciare
al momento opportuno. In qualsiasi momento
alcuni di questi bambini possono diventare
vittime di una di queste orribili organizzazioni
che fagocitano i più deboli per annichilare i valori
della vita e adorare il dio denaro e della morte.
Specialmente in questi giorni con l’euforia della
Coppa Mondiale di Calcio questi poveri bambini
possono rimanere vittime senza rendersi conto.
La vita è più forte della morte e noi cristiani
siamo i primi collaboratori di Gesù, essendo,
noi primi, ad essere invitati a crescere come suoi
testimoni, non a parole, ma con i fatti.
Osizweni
41
da Casa Madre 7/8 - 2010
COLOMBIA: COMPARTIENDO CAMINOS DE FE Y VIDA
Nubia Gamboa M, LMC
LMC
Durante mi camino en la vida he conocido
y compartido con muchas personas,
iniciando con los integrantes de mi familia,
compañeros de estudio, amigos, compañeros
de trabajo, los misioneros de la Consolata
y mi comunidad de laicos, todos ellos me
han llevado a reflexionar sobre la vida
laical cuando frecuentemente me hacen la
siguiente pregunta: ¿QUE ES SER LAICO
MISIONERO? ¿POR QUÉ SERLO? Y
¿PARA QUÉ? ” me he tomado mucho
tiempo descubriendo estas respuestas, sé que
no tengo la última palabra en lo que voy a
decir, seguiré investigando, explorando y
viviendo para poder seguir construyendo
esta respuesta.
42
Una definición muy concreta de Dolores
Golmayo Fernández dice1: “El Laico
Misionero es un bautizado, llamado desde el
Evangelio y la fe en Jesucristo a servir en la
misión ad-gentes de la Iglesia; es un testigo
del evangelio, parte integrante de una Iglesia
local que le envía a misión, generalmente a
proyectos concretos en los que se pide una
colaboración técnica o bien una actividad
pastoral, pero en cualquier caso va ante todo
da Casa Madre 7/8 - 2010
a compartir vida y fe con otro pueblo. Desde
su trabajo voluntario, entendido como un
compromiso serio, responsable, gratuito y por
algunos años, es enviado como un verdadero
agente pastoral para compartir su fe con los
demás”.
Para saber dónde estamos y para saber hacia
dónde vamos, hay que remontarnos a la historia
y a los documentos de la Iglesia, es por eso que
debemos saber que las primeras asociaciones del
laicado misionero nacen en la década de los años
50 en el contexto del siglo XX, desde entonces
el laicado ha ido creciendo y fortaleciéndose
a lo largo de los años, al tiempo que se va
produciendo un cambio en la valoración del
fenómeno: “Hoy resulta que la misión universal
sólo será posible si realmente los laicos asumen
su compromiso y su responsabilidad misionera”
(Lumen Gentium 33, Ad gentes 21).
Los laicos cristianos constituyen la Iglesia
en el mundo y por ello los procesos de la
iniciación cristiana deben iluminarse desde esta
perspectiva, para que los consagrados por el
bautismo se inserten responsablemente en los
problemas del mundo. La evangelización no
Comprometidos con el Reino de Dios tengamos
en cuenta que:
Dios está en nosotros.
Por el bautismo Dios nos consagra para cumplir
una misión, no para pertenecer a un grupo.
El bautismo es un acto de responsabilidad, de
protagonismo y de compromiso con todas las
exigencias de la alianza con Dios.
El evangelio que es a su vez el mensaje de
Jesús y el mensaje sobre Jesús de los primeros
Cristianos, está dirigido a todos los hombres
y desde el origen está libre de limitaciones
sociales, nacionales, raciales o culturales.
El campo de actividad evangelizadora de los
laicos es el complejo mundo de la política,
la realidad social, la economía, la cultura, las
ciencias, las artes, los medios de comunicación,
también otras realidades como el amor, la
familia, la educación de los niños.
LMC
sería completa si no tuviera en cuenta la vida
concreta personal y social del hombre; por
lo tanto debe integrar el proceso humano,
el desarrollo económico, la paz, la justicia,
la lucha contra la pobreza y la opresión, el
compromiso por la liberación frente a todo
tipo de esclavitudes, la opción preferencial por
los pobres y desfavorecidos (Documento de
Medellin y de Puebla, Evangelii Nuntiandi 30,
Redemptoris Missio 58). Juan Pablo II decía
“Ser misionero es ayudar al hombre a ser artífice
libre de su propia promoción y salvación”
Cuantos más laicos existan compenetrados con
los espíritus evangélicos, responsables de estas
realidades y explícitamente comprometidos
en ellas, competentes en su promoción y
conscientes de tener que desarrollar toda su
capacidad cristiana, otro mundo sería posible.
Es muy grande la responsabilidad que tenemos
en la sociedad, actuando siempre con ética,
valores, respeto. El papel del laico en la Iglesia
de hoy es muy importante porque estamos en
todos los espacios, entornos y necesidades,
entonces puedo concluir que un laico misionero
es una persona que con su testimonio de vida
proyecte el amor de Dios sin limitaciones.
43
da Casa Madre 7/8 - 2010
Sommario
EDITORIALE..................................2
L’ALLAMANO
SACERDTOTE “ADORATORE”............5
IMC MEETING OF FORMATORS OF
AFRICA.........................................8
UN LIBRO PER LE VACANZE.............12
«E RIPRESERO IL CAMMINO CON
FIDUCIA E SPERANZA VERSO IL XII CAPITOLO GENERALE»...................14
DIARIO DELLA CASA GENERALIZIA...16
NOTÍCIAS... INFORMAÇÕES.............18
Mensagem de Dom Walmir Alberto
Valle, IMC....................................19
LETTERA AI MISSIONARI DEL CONGO.21
IL MOZAMBICO..............................23
Ordenação episcopal de Dom Francisco Lerma,
Bispo de Gurué...........................26
COLOMBIA: notizie......................27
Cacém..........................................31
LISBOA.........................................32
Santuario della Consolata.......34
THE PASTORALIST’S SPIRITUAL JOURNEY..............................................35
PARÓQUIA DO GUIÚA ....................38
SEUL............................................39
STELLE DI PENTECOSTE..................40
COLOMBIA: COMPARTIENDO CAMINOS
DE FE Y VIDA.................................42
da Casa Madre
Mensile dell’Istituto Missioni Consolata
44
Redazione: Segretariato Generale per al Missione
Supporto tecnico: Adriano Podestà
Viale delle Mura Aurelie, 11-13 00165 ROMA - Tel. 06/393821
C/C postale 39573001 - Email: [email protected]
da Casa Madre 7/8 - 2010

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