da Casa Madre 7/8 - 2010 - Missionari della Consolata
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da Casa Madre 7/8 - 2010 - Missionari della Consolata
da Casa Madre Anno 90 - N. 7/8 - Luglio Agosto 2010 Istituto Missioni Consolata Perstiterunt in Amore Fraternitatis Sogno di una notte di mezza estate EDITORIALE P. Giuseppe Ronco, IMC “AVEVA L’ARTE DI NASCONDERSI” Editoriale 18 agosto 1922: morte del can. Giacomo Camisassa 2 “Esempio di fiducia reciproca e di stima mirabile, al sorgere della nostra famiglia missionaria, fu la collaborazione tra l’Allamano e il Camisassa. La loro amicizia sacerdotale e umana permetteva al Camisassa di scrivere ai missionari a nome del Fondatore, di cui interpretava perfettamente il pensiero, di benedire a suo nome, di dare consigli e di sostituirlo quando era necessario. Sperimentava la beatitudine di essere secondo! Quanto poi l’Allamano stimasse il Camisassa, oltre ad averlo dimostrato con tutta la vita, appare da queste sue affermazioni proferite durante la sua malattia e dopo la sua morte: «Per lui ho offerto la vita, ma vale niente» – «Senza di me potete fare, ma senza di lui, no» – «Tocca a me fare i suoi elogi. Era sempre intento a sacrificarsi, pur di risparmiare me; era un uomo che aveva l’arte di nascondersi e possedeva la vera umiltà» – «Con la sua morte ho perso tutte due le braccia» – «Quale perdita per il Santuario e più per l’Istituto e per le Missioni: Egli viveva per voi e per le Missioni» – «Non potremo certo dimenticarlo e dimenticare il bene che fece all’Istituto, per il quale si sacrificò fino all’ultimo respiro» – «Erano 42 anni che eravamo insieme, eravamo una cosa sola» – «Tutte le sere passavamo in questo mio studio lunghe ore. Qui nacque il progetto dell’Istituto, qui si è parlato di andare in Africa. Insomma tutto si combinava qui». Ciò che colpisce non è solo la collaborazione, quanto piuttosto lo stile con cui questa collaborazione venne attuata e per così tanti anni. Questo stile è tutto in quelle parole dell’Allamano: «Abbiamo promesso di dirci la verità e l’abbiamo sempre fatto». Si comprende allora perché diceva: “Non dimenticate quest’uomo!” (P. A. Fiorentini, Missionari di Gesù Cristo per la gioia del mondo, come da Casa Madre 7/8 - 2010 Paolo e i suoi collaboratori, BU 125, gennaio 2009). Vorrei riflettere sull’umiltà e sull’arte di sapersi nascondere, come atteggiamento necessario al missionario d’oggi. Infatti, anche se il processo di globalizzazione nella società liquida e multiculturale in cui viviamo ha ridimensionato di molto l’immagine eroica del missionario e “il regno del kitsch dove impera la dittatura del cuore”(M.Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere), fatica a morire in noi il desiderio di emergere, la voglia di protagonismo e la tendenza a metterci in evidenza. Fino al punto di non concedere valore e di non riconoscere il prossimo che ci circonda. Anzi, di considerarlo morto (Cfr L. Zoja, La morte del prossimo, Einaudi 2009). Lentamente, va elaborandosi in noi, mediante un processo inconscio ma preciso e mirato, Editoriale un progetto di vita che mette “l’io” al centro, facendogli ruotare attorno idee originali, attività creative e brillanti realizzazioni a tutti i livelli. Solo che lo scopo ultimo non è di far amare “colui che il mio cuore ama” (Cantico 3,2), Gesù Cristo, ma di celebrare se stessi, rendendoci culto e dandoci lode con ogni strumento possibile a nostra disposizione. E’ necessario un atteggiamento diverso per essere veri missionari oggi. E’ necessario morire a noi stessi. Giovanni Paolo II vedeva nella santità la vera identità del missionario (cfr RM 90 ), ma anche questo appello trova difficoltà a prendere piede, rompendo le resistenti corazze della nostra mediocrità. Adottare l’umiltà, il nascondimento, può aiutarci a ritrovare la via vera che il missionario deve percorrere. Dobbiamo infatti imparare da Gesù a fare missione: “imparate da me che sono mite e umile di cuore”. L’umiltà non è una via oscurantista che tenta di spersonalizzarci e di umiliarci, ma un sentiero nascosto e pieno di vita che nasce dal cuore libero e felice, e che porta al discernimento di scelte concrete ed efficaci di libertà. Ci porta a rompere l’egoismo, a riconoscere la presenza e il valore dell’altro che cammina con noi, a non lamentarci continuamente per i nostri malanni, ma a dare attenzione agli ultimi, a liberarci dall’ansia della ricerca dei soldi, alla capacità di dialogo. Umiltà è scendere dal piedistallo che ci siamo creati, per poter stringere le mani e guardare gli altri negli occhi. Umiltà è spogliarci di cariche, titoli e ruoli per essere nudi e deboli. Solo così chi vuole amarci riuscirà a raggiungere il nostro cuore. Umiltà è ascoltare gli altri, superando la tentazione di fare sempre da soli. Umiltà è servire. da Casa Madre 7/8 - 2010 3 “Occorre pertanto sottrarre l’umiltà alla soggettività e al devozionalismo e ricordare che essa nasce dal Cristo che è il magister humilitatis (maestro dell’umiltà), come lo chiama Agostino. Ma Cristo è maestro di umiltà in quanto «ci insegna a vivere» (Tito 2,12) guidandoci a una realistica conoscenza di noi stessi. Ecco, l’umiltà è la coraggiosa conoscenza di sé davanti a Dio e davanti al Dio che ha manifestato la sua umiltà nell’ abbassamento del Figlio, nella kénosi fino alla morte di croce. Ma in quanto autentica conoscenza di sé, l’umiltà è una ferita portata al proprio narcisismo, perché ci riconduce a ciò che siamo in realtà, al nostro humus, alla nostra creaturalità, e così ci guida nel cammino della nostra umanizzazione, del nostro divenire homo. Ecco l’humilitas: «O uomo, riconosci di essere uomo; tutta la tua umiltà consista nel conoscerti» (Agostino)” (E. Bianchi, L’umiltà, una virtù sospetta) . Editoriale Essa è anche elemento essenziale alla vita in comune, e non a caso nel Nuovo Testamento risuona costantemente l’invito dell’ apostolo ai membri delle sue comunità a «rivestirsi di umiltà nei rapporti reciproci» (I Pt 5,5; Col 4 da Casa Madre 7/8 - 2010 3,12), a «stimare gli altri, con tutta umiltà, superiori a se stessi» (Fil 2,3), a «non cercare cose alte, ma piegarsi a quelle umili» (Rom 12,16): solo così può avvenire l’edificazione comunitaria, che è sempre condivisione delle debolezze e delle povertà di ciascuno. Solo così viene combattuto e sconfitto l’orgoglio, che è «il grande peccato» (Salmo 19,14), o forse, meglio, il grande accecamento che impedisce di vedere in verità se stessi, gli altri e wDio. Possa l’intercessione del Camisassa ottenerci questi doni! P. Francesco Pavese, IMC Nel santuario della Consolata ci sono diversi coretti che si affacciano nell’interno del tempio. L’Allamano li frequentava per pregare. Uno però gli era particolarmente gradito, perché era il più vicino al tabernacolo e al quadro della Madonna. È quel coretto nel quale, potendo, anche noi sostiamo un istante in preghiera, ricordando il nostro Padre. In esso egli trascorreva ore di preghiera. «Più si sta - diceva - e più si starebbe: non vi è noia nella sua conversazione». Poteva così realizzare quanto il suo cuore maggiormente desiderava: adorare l’Eucaristia vicino alla SS. Vergine. Oltre al fervore con cui celebrava la S. Messa, momento centrale della sua giornata, di cui ho scritto qualcosa nel mese di febbraio, ci è facile ammirare nel Fondatore lo spirito eucaristico del sacerdote adoratore. Questo spirito lo ha testimoniato lui stesso con la vita, lo ha trasmesso a quanti gli erano vicini ed è stato ampiamente testimoniato. È ammirevole la semplicità con la quale lui stesso parlava della sua pietà eucaristica. Ecco due esempi: «Non a caso ho il tavolino del mio studio messo in quella posizione, e così il letto nella mia camera, perché resto rivolto verso il tabernacolo; e di tanto in tanto tiro di quei fili elettrici, che sono più che mai potenti». Inoltre: «Quell’anno che fui costretto ad andare in campagna al “Pian della Mussa”, in quella cappella non c’era il Signore; non mi piacque. Si sta così male lontani dal Signore». Il suo insegnamento. Non mi soffermo a riportare l’insegnamento del Fondatore sulla pietà eucaristica, perché lo abbiamo imparato fin dal nostro entrare nell’Istituto. Credo che ricordiamo a memoria parole come «cras cum Rege pransurus sum», «il tabernacolo è il centro della casa», ecc. Tuttavia, non riesco impedirmi di riportare due sue espressioni riferite da p. D. Ferrero. Spiegando come fare la visita al SS. Sacramento, il Fondatore suggeriva di non adoperare troppi libri, perché – diceva - «bisogna anche saper parlare un po’ a tu per tu con il Signore, tanto più dopo la S. Comunione. Ma forse che quando abbiamo da parlare con qualcheduno gli leggiamo ciò che gli vogliamo dire? I libri devono essere solo un aiuto: da essi prendiamo i pensieri: e poi fatti nostri, succhiarli, gustarli, come si fa di una caramella, e con essi parlare al Signore». Inoltre, dopo avere insegnato il vero spirito di preghiera, il Fondatore ha terminato con queste parole: «Fortunato colui che può aggirarsi sempre attorno (al S. Tabernacolo) come un “parpaiun” [piemontese che significa: “grande farfalla”]», accompagnando quest’ultima frase con il gesto espressivo della mano, insieme al gesto del capo e delle labbra, come se proprio in quel momento sentisse il gusto santo di stare con Gesù. da Casa Madre 7/8 - 2010 Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza L’ALLAMANO SACERDTOTE “ADORATORE” 5 Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza 6 Un cumulo di testimonianze. È sempre piacevole riascoltare le testimonianze di quanti hanno avuto la fortuna di essere in dimestichezza con il Fondatore per un lungo tempo. Sono davvero molto numerose, sempre vivaci e spesso anche commoventi. Bastino queste poche che riporto, incominciando da quella del suo domestico C. Scovero: «[L’Allamano] faceva frequenti e lunghe visite a Gesù Sacramentato dai coretti del santuario, e durante le medesime, si intratteneva in fervida preghiera. Anche alla sera, prima del riposo, di quando in quando si recava dai coretti a fare la visita. Così che quando io lo cercavo e non lo trovavo in camera sua, o nel suo confessionale, ero certo di trovarlo in preghiera nei coretti del santuario, che gli offrivano, data la loro ubicazione, situati a pochi passi dalla sua camera, l’occasione propizia di espandere il suo cuore dinnanzi a Gesù Sacramentato, e trattenersi con Lui in fervido colloquio». Ecco il ricordo personale del p. G. Cravero, partito per il Kenya ancora chierico nella seconda spedizione del 1902: «Accadeva alle volte che i miei trattenimenti con il santo canonico fossero interrotti dalla venuta di qualche visitatore. Il rettore mi congedava momentaneamente dicendomi: “Va sul coretto che dà nel santuario e fa compagnia alla SS. Consolata e a Gesù Sacramentato. Quando sono libero ti faccio chiamare”. E mi raccontava che lui, quando aveva un momento di libertà, si rifugiava in quel coretto per dare sfogo alla sua preghiera». Le missionarie hanno saputo intuire bene l’esperienza spirituale che l’Allamano visse in quei coretti. Le loro testimonianze hanno un tono tutto speciale. Sr. Margherita De Maria: «Se i coretti del santuario potessero parlare e dire tutte le ore passate là dal Servo di Dio in adorazione davanti a Gesù Sacramentato, ci svelerebbero cose magnifiche, di grande edificazione, che conosceremo solo in cielo. Questo lo arguisco dall’espressione soprannaturale intraducibile, con la quale parlava dei coretti, e della fortuna di averli così vicini al suo studio; e dalla fede e dall’amore con cui mandò pure me a pregare in quei coretti l’ultima sera prima del mio ritorno in Africa, sicuro che vi avrei trovato la forza ed il conforto, che mi abbisognavano in quella da Casa Madre 7/8 - 2010 circostanza». Sr. Giuseppina Tempo: «Attendeva all’orazione con tanto fervore, che a vederlo pregare nei coretti del Santuario della Consolata, sembrava più di là che di qua, e cioè, non sembrava più una creatura, ma quasi un angelo. In questo senza nessun sforzo, ma con piena naturalezza». «[Una postulante ed io] – ha narrato sr. Zaveria Pasqualini - avevamo avuto il permesso di andare a trovare il Padre nel suo ufficio, ma quando arrivammo non c’era. Sapevamo che, se non era lì, doveva essere nel santuario, e allora salimmo quiete le scale che portano ai coretti dove era solito pregare, perché da lì si può vedere l’immagine della Consolata quasi alla stessa altezza. E infatti era proprio lì. Immobile, con gli occhi fissi all’immagine della Vergine. Lo potevamo vedere molto bene. Aspettammo in silenzio circa mezz’ora. Quale amore era scolpito sul suo volto! Nessuno avrebbe potuto dubitare che egli era in profondo intimo colloquio con lei. Appena il Padre ci dette l’impressione di essere sul punto di alzarsi, scivolammo via Non soltanto il suo domestico, i missionari e le missionarie hanno compreso questo spirito eucaristico del Fondatore, ma anche tanti altri sacerdoti e gente del popolo. Era impossibile non rimanerne impressionati e edificati. Per esempio, il can. D. Turco: «Quand’io ero chierico e lui già sacerdote, l’accompagnavo sovente alla visita al SS. Sacramento, che si faceva in parrocchia, alla sera. Posso affermare questo: che si sentiva come una fragranza di fede. Non so esprimermi altrimenti. Tale era il suo contegno davanti al santo tabernacolo. Posso aggiungere che ho appreso da lui, per così dire, la fede viva e l’amore all’Eucaristia. Sembrava che vedesse Gesù. Del resto più volte egli stesso me lo confidava: che aveva tanto amore a Gesù Sacramentato». Il can. G. Cappella, collaboratore fedele al santuario, ma soprattutto ammiratore della santità del Fondatore, riporta il suo rincrescimento quando, dovendo tenere il letto per malattia, non poteva pregare nel coretto: «Il Signore lo sa, mi diceva più volte, come starei volentieri, come mi sarebbe caro passare delle ore là sul coretto inginocchiato ad adorarlo…è per me un vero sacrificio, una mortificazione il privarmi di queste visite» Concludo riportando un elenco di frasi, che traduco alla lettera dal latino, scritte dal Fondatore sul taccuino (cm 10,5 x 15,5) nel quale raccoglieva i pensieri degli esercizi spirituali. Servivano per la visita al SS. Sacramento. 1.° Ego sum Jesus [Io sono Gesù]. 2.° Accedite ad me et illuminamini [Venite a me e sarete illuminati]. 3.° Venite ad me omnes qui laborati et on… [Venite a me tutti voi che siete affaticati, ecc.]. 4.° Fili, prebe mihi cor tuum [Figlio, dammi il tuo cuore]. 5.° Ego sto ad ostium et pulso: aperi mihi [Sto alla porta e busso: aprimi]. 6°. Gustate et videte quam ego suavis sum [Gustate e vedete quanto io sono soave]. 7.° Discite a me quia mitis sum et humilis corde [Imparate da me che sono mite e umile di cuore].. 8.° Si indiges sapientia, postula a me et tibi dabo affluenter [Se hai bisogno di sapienza, chiedila a me e te la darà in abbondanza].. 9.° Quam exaltatus fuero, omina traham ad me ipsum [Quando sarò innalzato, attirerò tutto a me]. 10.° Deliciae meae esse cum filiis hominum [Le mie delizie sono stare con i figli degli uomini].. 11.° Quid ultra debui facere et non feci [Che cosa avrei dovuto fare ancora che non abbia fatto?].. 12.° Multi cupierunt videre quae vos videtis et non viderunt [Molto desiderarono vedere ciò che voi vedete e non lo videro].. 13.° Tanto tempore vobiscum sum et non cognovistis me [È da tanto tempo che sono con voi e non mi avete conosciuto]. 14.° Ego sum panis vivus, qui de coelis discendi [Io sono il pane vivo, disceso dal cielo]. 15.° Vulpes habent ubi... Ego autem non habeo ubi caput reclinem [Le volpi hanno dove... Ma io non ho dove posare il capo]. 16.° Medius vestri stetit, quem vos nescitis [In mezzo a voi ci sta uno che non conoscete]. Allamano: Sacerdote della Nuova Alleanza silenziosamente come eravamo arrivate, e ci facemmo trovare da lui ad aspettarlo davanti alla porta del suo ufficio. Nonostante la nostra emozione, riuscimmo a non dirgli che lo avevamo osservato così a lungo». 17.° Ecce ego vobiscum sum omnibus diebus usque ad... [Ecco io sono con voi tutti i giorni fino a...]. 18.° Venite et videte si est dolor sicut dolor meus [Venite e vedete se c‘è un dolore come il moi]. 19.° Quem utilitas in corpore et sanguine meo [Quale utilità nel mio corpo e sangue]. 20.° Creditis in me non quia vidistis me, sed quia manducastis panem (contro il sacerdote che bada nel dire messa alla buona) [Credete in da Casa Madre 7/8 - 2010 7 me non perché mi avete visto, ma perché avete mangiato il pane]. 25.° Aspice in me et miserere mei [Guardami e abbi compassione di me]. 21.° Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini… 26.° Ego ipse qui loquetur ecce adsum [Sono io che ti parlo]. 22.° Sitientes venite ad fontes [Assetati venite alle fonti]. 27.° Filium educavi, ipse autem sprevit me [Il figlio che ho educato mi ha disprezzato]. 23.° Qui manducat me, ipse vivet propter me [Chi mangia me, vivrà per me].. 28.° Ego respicio per cancellos [Guardo attraverso i cancelli]. 24.° Veni fili, audi me, timorem Domini docebo te [Vieni figlio, ascoltami, ti insegnerò il timore del Signore]. 29.° Quae utilitas in sanguine meo [Quale utilità nel mio sangue]. IMC MEETING OF FORMATORS OF AFRICA AT CONSOLATA MISSION CENTRE BUNJU – DAR ES SALAAM FROM 19-28 MAY 2010 Attività Generali Fr. Josaphat Wanyonyi, IMC and Fr. Erasto Mgalama, IMC. 8 This continental meeting of IMC Formators in Africa aims at reflecting on the formative process in our different houses of formation in Africa from the pre-novitiate to the postnovitiate level. It is a great opportunity for the formators to be able to share their various formative experiences and in a special way the challenges they face in order to help one another to find the way forward through concrete proposals applicable to our basic formation in the African context in line with the mission ad gentes today. Since the scope of this meeting is to reflect on our own style of formation, the formators themselves rather than external facilitators, have shared and enriched one another with their experiences in the following areas: the reality of the youth today, formation of brothers, interculturality, Interiorization of values, Formation to the mission, the presence of the founder in our IMC formation program, Discernment, how to deal with solitude, Spiritual direction, Formation to collaboration with Consolata Sisters and Lay Missionaries, how to administer the goods of the institute, the importance of languages in our mission ad intra and ad extra. da Casa Madre 7/8 - 2010 The formators present at this meeting come from the following countries: South Africa (2), Mozambique (2), Tanzania (2), Congo (3), Kenya (8), Ethiopia (1) and Ivory Coast (1) that hopes to start a formation house in the near future. Present at the meeting are also Fr. Matthew Ouma, the general councillor for Africa and Fr. Paco López, the general councillor in charge of the basic formation. The Reality of our Young People and their Formation The first day of our meeting reflected on the reality of the youth that fill in our formation houses in Africa. Reflecting on the reality of the young people whom we accompany in formation, we have noted the aspects that encourage us as formators to continue dedicating our lives in service of preparing the future missionaries. In spite of the encouraging aspects that we have noted, there are also some challenging elements that require our attention. Attività Generali On the second day of our meeting, we talked about the candidates to the brotherhood in our formation houses. The opinion from some brothers seems to contrast the points outlined above from the two General Chapters. Though they agree that candidates to brotherhood should be formed together with those for priesthood in the same house of formation and are in agreement that the brother should receive good and specialized professional studies, some prefer that religious studies be done before novitiate. The reactions from the formators regarding the above mentioned points singled out the difficulties in harmonizing the formative program in the seminaries due to the different timetables followed by the candidates for brotherhood and those for priesthood. The point whether the candidates for brotherhood should do professional studies before the novitiate and religious studies after the novitiate or vice versa, was discussed but left open for the further consultation and discernment. On third day, Fr. Cassiano Kalima, the Rector of our Theological Seminary in South Africa helped us to reflect on the theme of interculturality which was so appropriate for us in the sense that we are still in the biennium of interculturality. In the afternoon of the same day, we had a moment of relaxation visiting Bagamoyo (about 30 Kms from Bunju – Dar Es salaam), a place where the first missionaries (the Spiritans) arrived and built the first Church. This visit helped us appreciate the history of evangelization but at the same time the bitter reality of the slave trade which was practiced in this area by the Arab traders. On the fourth day, Fr. Inverardi accompanied us to reflect on the theme of the interiorization of values. He started by quoting some examples from Scripture in order to help us see the meaning of the interiorization of values from the Word of God. He also made reference to the founder who insists on the fact that the missionary who has interiorized the values of the Gospel has and acts from the convictions that are deep and flow from the interiority i.e. moved by the action of the Spirit in him. da Casa Madre 7/8 - 2010 9 Fr. Inverardi also related the theme and the process of interiorization of values to our formation in the seminaries. Given that the values are not connatural, but they are taught and learned, the formators play a fundamental role in the formation of our young brothers in the seminaries so that they may be well initiated in the human, spiritual, religious and missionary values according to the charisma of the Blessed Joseph Allamano. We spent the fifth day (23rd of May, The Solemnity of Pentecost) at Kigamboni parish (one of our missions in Dar es Salaam) where we had mass with local Christian community and had re-creative afternoon among ourselves in the parish and the seaside. Attività Generali In the afternoon of the 4th day, Fr. Matthews Odhiambo, helped the assembly to reflect on the IMC missionary formation in our Seminaries. 10 Our seminarians should know that the IMC is faithful to the Mission of the Church and it is for this reason that the IMC members dedicate their lives for the Mission Ad Gentes. A Consolata Missionary carries his mission through the proclamation of the Gospel and human promotion. Faithful to the charismatic foundation, the IMC should give priority to the proclamation of the Gospel first to the non Christians without forgetting the urban poverties and ethnic minorities. Fr. Odhiambo continued to add that wherever the Consolata Missionaries work within the local Church they should strive to give a qualified service through involvement in services such as: interreligious dialogue, work for peace and justice and integrity of the creation etc. All the missionaries in formation cannot leave behind the challenges of our present time in the areas da Casa Madre 7/8 - 2010 of social communication, the situation of the youth and human migrations and participation in the life of the civil society. Fr. Odhiambo concluded noting that our mission is ad gentes, ad extram, ad vitam and ad pauperes in the presence and inspiration of our Blessed founder. In the morning of the seventh day, Fr. Symphorien Fumwasendji helped us reflect on the theme of discernment in our own lives as formators and in our work in the formation houses. He started by defining what discernment means by saying that it is a process of deciphering what is significant and necessary from the many options that we have in life. He went on to say that discernment is a good judgement or a way of seeing things the way they are with authenticity and objectivity. He precised however that we as Christians should see and decide according to the will of God. We should be attentive in our daily lives to what God is telling us either through different circumstances or people. We are called upon to make choices and take action according to the will of God. In the afternoon of the Seventh day, the formators shared their experiences on the importance of paying visits to the families of our seminarians. It was noted that the visit should not be done from the investigative point On the 8th day of our meeting Fr. Piero Trabucco shared with us on the aspect of poverty as conceived and lived in our IMC family. Fr. Trabucco noted that poverty and its meaning to us as religious is more important now than ever because we live in a globalized society that seeks and encourages dehumanizing consumerism. Fr. Trabucco went ahead to note that the recent Chapters indicate that we have also fallen victims of consumerism in our individualism and pursuit of unnecessary goods. Quoting from the founder himself, Fr. Trabucco continued to note that, “A religious institute will prosper or it will die in so far as it lives religious poverty”. On the 9th day, Fr. Paul Muriithi presented to the assembly the System of Administration of the Institute. Fr. Muriithi then concluded his sharing by giving some concrete pedagogical means and ways through which we can begin approaching the IMC administrative system in our houses of formation. He invited all the formators to stimulate the young men in formation through concrete gestures such as allowing the students to manage the common fund, giving aid to special situations of difficulty, conduct parts of retreats or courses depending on their preparation, etc. The seminarians should be invited to participate responsibly in preparing budgets, in buying whatever the seminary needs, and in the accounting for it. This will help them see the economic dimension as something that is part of their lives, and not as something foreign. It would be good for seminarians to work during their holidays: as servants, waiters, house painters, farmers etc. in order to contribute to the expenses of the seminary. Even when seminarians cannot pay for their education in the seminary, it would be good to ask them for a small financial contribution. The young man should keep in mind that he is receiving from others, and therefore should also contribute something. Attività Generali of view but as a way of sharing and participating in the life of our seminarians right from their background. 11 da Casa Madre 7/8 - 2010 UN LIBRO PER LE VACANZE P. Giuseppe Ronco, IMC L’estate è tempo di riposo, di distensione. Le varie località che scegliamo per le vacanze, o i viaggi che programmiamo, ci aiutano a uscire dal tram-tram quotidiano del nostro lavoro e a rilassarci. A riprendere le forze. Anche la lettura di un libro interessante può riempire gli spazi del nostro riposo, nutrire lo spirito e aggiornarci su temi missionari di ampio interesse. Alain Elkann, scrittore e giornalista, afferma che “leggere libri è come laurearsi continuamente, come continuare ad andare avanti, a studiare, a conoscere, perché nulla ti insegna più dei libri.” “I libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di familiarità attiva e penetrante”(Petrarca). Vorrei presentare e suggerire la lettura di: Attività Generali Bevans Stephen , Schroeder Roger Teologia per la missione oggi. Costanti nel contesto. Brescia, Queriniana, 2010 pp.663 12 Il libro di Stephen Bevans e Roger Schroeder, Teologia per la missione oggi, dopo l’apparizione in lingua inglese (2004) e spagnola (2009), è ora disponibile anche in lingua italiana. Inserito nella prestigiosa “Biblioteca di Teologia Contemporanea” dell’Editrice Queriniana, è già considerato un classico della teologia della missione, come l’opera di David Bosch, La trasformazione della missione (1991). Teologia per la missione oggi offre un’ampia e profonda prospettiva sulla missione per il XXI secolo. I due missiologi verbiti, Stephen Bevans e Roger Schroeder, a partire dal loro impegno missionario personale e attraverso una metodologia storico-teologica innovativa, conducono a constatare che la Chiesa nasce dalla missione e si va configurando per la sua fedeltà ad essa. Lungo i tempi e gli spazi, con la guida di quest’opera, diventiamo testimoni e da Casa Madre 7/8 - 2010 compagni di modelli di missione, di agenti e protagonisti, e di grandi personalità che hanno incarnato la missione dando configurazione alla Chiesa nei duemila anni di cristianesimo. L’opera si articola in tre parti. La prima parte espone i fondamenti biblici e teologici della missione. La seconda parte individua le costanti nel contesto, descrivendo i modelli storici della missione: nella Chiesa primitiva, nel movimento monastico, nell’età delle scoperte, nell’età del progresso, nel XX secolo con l’emergere del cristianesimo mondiale. La terza parte trae le conclusioni illustrando una teologia per la missione oggi: missione come partecipazione alla missione del Dio unitrino; missione come servizio liberatore del Regno di Dio; missione come annuncio di Gesù Cristo salvatore universale; missione come dialogo profetico. “In estrema sintesi, Bevans e Schroeder ci dicono che la Chiesa nasce dalla missione e «Questo libro è destinato a diventare un classico della teologia della missione, come l’opera di David Bosch, La trasformazione della missione» (Hwa Yung, Centro per lo studio del cristianesimo in Asia, Singapore) Alcun commenti: «Un libro esaustivo sulla storia e la teologia della missione, che fornisce le indicazioni necessarie per articolare una teologia contemporanea della missione: radicata nel contesto e fedele alla tradizione cristiana» (José de Mesa, Università De La Salle, Filippine) «Opera magistrale, che situa la teologia della missione all’interno di una storia globale della missione della Chiesa» (Peter C. Phan, Georgetown University) Buona lettura, dunque. “Leggere, come io l’intendo, vuol dire profondamente pensare”(Vittorio Alfieri), arricchendoci dell’esperienza e dell’intelligenza altrui. La prefazione è di Justo González, storico e teologo cubano-americano. Attività Generali si va configurando per la sua fedeltà ad essa. Ma come dovrebbe configurarsi la missione oggi? Come dialogo profetico: “Soltanto annunciando, servendo e testimoniando il regno di Dio in un dialogo profetico audace e umile, la Chiesa missionaria sarà costante nel contesto di oggi”(M.Menin). 13 da Casa Madre 7/8 - 2010 «E RIPRESERO IL CAMMINO…CON FIDUCIA E SPERANZA VERSO IL XII CAPITOLO GENERALE». Attività Generali P. Ugo Pozzoli, IMC 14 Dal 7 al 22 giugno si è riunita a Roma la Commissione incaricata dalla Direzione Generale di preparare i Lineamenta in vista del XII capitolo generale IMC. Il tempo a disposizione non è stato molto, anche per i vari impegni di coloro chiamati a far parte della Commissione: padre Antonio Rovelli del Segretariato Generale per la Missione e i padri Erasto Mgalama, Jaime Patias e Ugo Pozzoli. Si è comunque cercato di ottimizzare al massimo i giorni a disposizione, raccogliendo i punti salienti emersi nelle risposte alla «Lettera al missionario» inviata l’anno passato ad ogni membro dell’Istituto e sintetizzate da ogni continente. Tali punti sono stati aggiunti ai desiderata espressi dalla Direzione Generale e frutto di un cammino quinquennale fatto da Casa Madre 7/8 - 2010 di visite, dialoghi e riflessioni sull’andamento dell’IMC. Il documento apparirà fra breve e ogni missionario avrà modo di fare le proprie osservazioni al riguardo, apprezzandone o criticando uno stile che volutamente non ricalca quello di un normale documento come i Lineamenta. Mi spiego meglio facendo due brevi commenti in merito allo spirito che ci ha animato, allo stile che ne è derivato e al metodo che abbiamo scelto nella stesura del testo. Partiamo innanzi tutto dal fatto che la «Lettera al missionario» ha avuto un’eco e una risposta inferiori alle aspettative, soprattutto in determinati continenti. Sono tante le ragioni che giustificano tale risultato e non sta a noi giudicarle. Si nota però una certa stanchezza e Consci che la missione non la facciamo noi, ma è opera dello Spirito, abbiamo provato a guardare questo momento di crisi come un kairós, un tempo favorevole per ri-centrare la nostra missione sull’essenziale e trovare insieme nuovi orientamenti che rispondano alle esigenze dell’oggi. Questi Lineamenta vogliono essere innanzi tutto un incoraggiamento ad andare avanti con fiducia verso l’appuntamento speciale del Capitolo e noi, attraverso questo testo, vorremmo, in tutta semplicità, affermare che vale la pena di viverlo e viverlo bene. I Lineamenta sono l’ultimo momento di partecipazione plenaria alla preparazione del Capitolo, l’ultimo atto in cui ha tutti è possibile far sentire la propria voce, esprimere quanto frulla per la testa, dare il proprio contributo. Abbiamo voluto dunque privilegiare alcune domande – e passo al metodo utilizzato – che ci sono sembrate particolarmente importanti per dare alla persona del missionario, alla sua formazione e all’organizzazione della sua famiglia quegli strumenti in grado di fargli affrontare il prossimo sessennio con rinnovata energia e maggior efficacia. Sono i punti che sia la Direzione Generale quanto le sintesi hanno individuato come cruciali e, dunque, bisognosi di una risposta. Più completa e condivisa sarà la risposta e più materiale sarà disponibile per redigere un Instrumentum Laboris «incisivo» e rispondente alle domande che i capitolari dovranno affrontare in assemblea. Abbiamo pensato di inserirlo in una cornice rappresentata da un racconto di Resurrezione, evento da cui ha inizio la missione, proprio per ricordare che questa non ci appartiene, ma viene condotta in prima persona dallo Spirito di Cristo. Sarà lui a guidarci per i cammini che riterrà più opportuni nei prossimi sei anni, mentre per ora ci chiede soprattutto di essere fedeli al momento che stiamo vivendo. Che la Vergine Consolata, nostra «fondatrice» e madre, e il beato Giuseppe Allamano ci accompagnino nel discernimento di questi mesi. Attività Generali un certo disorientamento rispetto ai continui cambiamenti a cui è sottoposto il mondo che ci circonda e alla missione che, come IMC, in esso siamo chiamati a svolgere. Anche il nostro Istituto sta cambiando; è un fatto che può non farci piacere o che forse ci spaventa; sicuramente ci sfida a trovare soluzioni nuove e adeguate alla missione di oggi. Di fronte a ciò, lo spirito con cui abbiamo affrontato questo compito è stato di gioia per la fiducia ricevuta e di entusiasmo di fronte a una situazione nuova e sfidante che ci obbliga, oggi, a ripensare seriamente il nostro ad gentes e il nostro stile di presenza missionaria. 15 da Casa Madre 7/8 - 2010 DIARIO DELLA CASA GENERALIZIA GIUGNO 2010 P. Michelangelo Piovano, IMC Iniziamo il mese del Sacro Cuore di Gesù e, per noi, della Consolata. Quest’anno avremo anche la gioia di partecipare alle varie celebrazioni di conclusione dell’anno sacerdotale. Il Superiore Generale incontra a Torino in Casa Madre i partecipanti del capitolo generale degli Orioniti e tiene per loro una conferenza. 1 giugno: arriva dall’Etiopia P. Shikur Gebremeskel destinato alla nostra comunità per un periodo di studi. Si iscrive subito al corso di italiano che frequenterà durante i mesi estivi. Benvenuto tra di noi! 2 giugno: ritorna dal Mozambico padre Fernandes e così la Direzione Generale è al completo per iniziare le riunioni del Consiglio che si protrarranno per tutto il mese. Casa Generalizia In questi giorni arrivano anche in casa i membri della commissione precapitolare: P. Patias, P. Mgalama, P. Pozzoli e P. Rovelli. Lavoreranno anche loro durante il mese di giugno. 6 giugno: iniziano a giungere in casa alcuni confratelli che parteciperanno al Congresso e celebrazioni di chiusura dell’anno sacerdotale. Accogliamo: P. Jack Viscardi, P. James Mwigani, P. Agostino Baima, P. Pietro Cravero, P. Mario Barbero, P. Paolo Marré e altri sacerdoti di varie diocesi. Per l’occasione giungono anche il Cardinale Poletto di Torino, Mons. Fiandino e Dom Roque, vescovo di Roraima. Alcuni membri della comunità partecipano alle meditazioni e celebrazioni che si tengono, secondo le varie lingue, nelle Basiliche di san Paolo fuori le Mura e san Giovanni in Laterano. 10 – 11 giugno: quasi tutta la comunità partecipa poi alle celebrazioni conclusive in Piazza san Pietro con il Santo Padre il 10 e 11. La città in questi giorni è veramente invasa da vari sacerdoti provenuti da ogni canto del mondo. Particolarmente bello e significativo l’incontro 16 da Casa Madre 7/8 - 2010 serale di giovedì 10 con testimonianze e l’intervento del Papa che risponde alle domande di 5 sacerdoti, uno per ogni continente. La sera dell’11 giugno, nella nostra cappella, iniziamo la Novena in preparazione alla festa della Consolata con la recita del Rosario, i Vespri ed una riflessione fatta a turno da un membro della comunità. Vengono messi in risalto gli aspetti del sacerdozio, della evangelizzazione, del servizio, della chiesa, della preghiera e della consolazione in relazione alla Maria Vergine. 17 giugno: incontro della comunità nel quale viene fatta la revisione annuale secondo quanto è stato programmato nel Progetto Comunitario di vita. Ognuno ha modo di intervenire e mettere in evidenza aspetti postivi, difficoltà della nostra vita quotidiana. Non mancano anche varie proposte per poter migliorare la nostra vita ed essere una comunità più autentica e partecipativa. 19 giugno: celebriamo la Festa della Consolata con la comunità di Bravetta nel Seminario Teologico. Presiede l’Eucarestia Padre Sandro Carminati, superiore regionale. Vi partecipano Casa Generalizia vari amici del seminario e dell’Istituto. Dopo la Messa un bel momento di fraternità e condivisione tra tutti. Il Superiore Generale partecipa alla festa a Torino, mentre P. Camerlengo nella comunità di Rovereto. 20 giugno: celebriamo la Consolata anche nelle comunità dove abitualmente prestiamo il servizio pastorale. Per l’occasione offriamo anche ad ognuna di loro il libro fotografico “Giuseppe Allamano: uomo per la missione.” 23 giugno: durante la Celebrazione comunitaria del mattino ricordiamo i 150 anni della morte de San Giuseppe Cafasso e ne celebriamo la Festa. I padri studenti poco per volta concludono gli esami o i corsi annuali di formazione che hanno frequentato. Padre Raphael Miru termina i suoi studi con la licenza in Pastorale Giovanile presso la Pontificia Università Salesiana. Padre Brown Cyprian il Corso per formatori presso la Gregoriana, i Padri Otieno Joseph e Hector Sanchez i corsi di aggiornamento presso la facoltà di Missiologia dell’Urbaniana. Sempre in questi giorni di fine giugno iniziano i lavori di ristrutturazione del salone Teatro chiuso da anni perché non a norma con le leggi vigenti. Non possiamo anche dimenticare che dall’11 giugno sono iniziati i mondiali di calcio in Sudafrica che in varie occasioni, soprattutto la sera, ci fanno stare assieme per assistere alle partite, fare il tifo per l’una o l’altra squadra e riposarci anche un po’ alla fine di un anno carico di lavoro per tutti. 17 da Casa Madre 7/8 - 2010 Brasile Vita nelle Circoscrizioni NOTÍCIAS... INFORMAÇÕES... NOTICIÁRIO IMC, 228 DOM SERVILIO CONTI – Nos primeiros dias de abril de 2010, na Faculdade de Medicina de Botucatu (SP), Dom Servilio submeteu-se à troca do marca-passo. O novo aparelho deve ajudar o coração dele a funcionar melhor, depois de pulsar 93 anos sem parar... Após a troca do aparelho, Dom Servilio veio para a Casa Regional (São Paulo). No passado dia 5 de maio ele recordou, com ações de graças a Deus, a data de sua ordenação episcopal (ocorrida a 5 de maio de 1968, na catedral de Bérgamo, Itália). Na concelebração da Eucaristia, presidida por ele, afirmou: “Agradeço a Deus pelo dom do sacerdócio e do episcopado... Sentime sempre honrado e feliz por pertencer ao Instituto Missões Consolata, ao qual agradeço de coração por me ter acolhido. Nos meus 66 anos de sacerdócio já celebrei 30.175 missas. E citando o Pai Fundador, concluiu: “ A santa missa é o tempo mais belo da vida! Ajudem-me a agradecer a Deus”. BREVE INFORMAÇÃO SOBRE A VISITA À BOLÍVIA – Em atenção ao que foi sugerido pelo último Capítulo Geral, e depois de dialogar com o Conselheiro Continental (Pe. Antônio Fernandes), as Direções Regionais da Argentina e do Brasil consideraram a possibilidade de enviar três missionários a Cochabamba, já em 2011, para se especializarem em matérias, conteúdos e línguas afins, em vista de uma futura abertura entre populações originárias da Bolívia. Assim, tendo em vista a possibilidade de iniciar no futuro uma nova abertura naquele país, os Superiores Regionais da Argentina e do Brasil – Pe. Jairo Calderón e Pe. Lírio Girardi, respectivamente – durante os dias 10-17 de maio de 2010 visitaram a Arquidiocese de Cochabamba, com a seguinte finalidade: * Colher informações acerca da possibilidade de estudos e especializações. 18 da Casa Madre 7/8 - 2010 * Manter contato com a Igreja local, com a Conferência Boliviana de Religiosos (CBR), com os responsáveis das Congregações Missionárias, masculinas e femininas. * Encontrar alternativas de hospedagem e de trabalho pastoral para os missionários a serem destinados. LEIGOS MISSIONÁRIOS DA CONSOLATA – No dia 20 de março de 2010, na Casa Regional (São Paulo), teve lugar o primeiro encontro dos LMC deste ano, reunindo as comunidades LMC de São Paulo e São Manuel. Objetivo do encontro: fortalecer e aprofundar a espiritualidade, em vista da Missão. O programa do dia contemplou, entre outras coisas, a exposição destes temas: Elementos da espiritualidade do Bem-aventurado José Allamano (pelo Pe. Jordão M. Pessatti); Identidade e vocação do LMC (Ir. Rosa Clara Franzoi). No dia 1º de maio, sempre na Casa Regional, realizou-se o segundo encontro dos LMC, com a participação de seis membros da comunidade de São Paulo. Padre Jordão falou ao pequeno grupo sobre a Origem e o desenvolvimento histórico do culto de Nossa Senhora Consolata. À tarde, Pe. Jaime C. Patias e o seminarista Michael Mutinda trataram com eles de outros assuntos de interesse da comunidade LMC. RETIRO MENSAL DE MAIO – No dia 3 de maio, as comunidades IMC de São Paulo fizeram o retiro mensal no Centro Missionário “José Allamano”. Padre Luiz Carlos Emer, formador no Seminário Teológico, apresentou o tema: O sacerdócio de Allamano e o nosso sacerdócio. No clima do Ano Sacerdotal e do XVI Congresso Eucarístico Nacional, prestes a se realizar (Brasília 13-16 de maio de 2010), Pe. Luiz nos levou a meditar sobre diversos e importantes pensamentos do Pai Fundador, relativos ao sacerdócio, convidando-nos a aprofundá-los e a vivenciá-los no cotidiano de nossa vida de consagrados. Jovem missionário, nos meus nove anos de Roraima, várias foram as funções que desempenhei, propostas por Dom Servilio Conti, na época Superior e depois Prelado, a saber: vice-diretor, professor e, durante alguns meses, diretor do Ginásio Euclides da Cunha, propriedade da Prelazia. Por três anos fui responsável pelo atendimento pastoral da reserva indígena Raposa-Serra do Sol. Representante do Prelado quando ele viajava; primeiro pároco da paróquia de Normandia; primeiro pároco da catedral; pároco da paróquia Nossa Senhora do Carmo; piloto do avião Dornier; primeiro vice-superior da recém-criada Delegação de Roraima. Em 1973 fui eleito conselheiro e transferido para a Região do Sul. Foi para mim uma surpresa, mas aceitei de bom grado. Ao chegar à Casa Regional (São Paulo), a Direção me confiou estas tarefas: ser animador vocacional-missionário e redator responsável pelo lançamento e publicação da nova revista missionária Missões Consolata, embora não tivesse o devido preparo jornalístico, mas assumi, movido pelo propósito da Casa Madre 7/8 - 2010 Brasile Sempre pautei minha vida de consagrado para a Missão, seja no exercício do ministério sacerdotal, seja no cargo de Conselheiro e de Superior Regional, como no ministério episcopal, por este princípio: Não me pertenço, sou propriedade do Senhor que me chamou, me capacitou e me enviou. Com este espírito, dom e graça que vem do alto e não mérito pessoal, nunca me apeguei a cargo ou função nenhuma. Com disponibilidade, prontidão e alegria, nunca me furtei ou disse “não”, mas de boa mente aceitei a função que a obediência me propunha, fundando meu “sim” nesta convicção: Aceitei, livremente, ser religioso, missionário e sacerdote para servir o povo, a comunidade e a Igreja, e não para servir-me dele e delas. Vita nelle Circoscrizioni Mensagem de Dom Walmir Alberto Valle, IMC 19 Brasile Vita nelle Circoscrizioni 20 de colaborar com a Região e a difusão do espírito missionário. Foram cinco anos nestas tarefas e no cargo de Conselheiro. Em maio de 1978 a responsabilidade aumentou: fui eleito Provincial, cargo que, pela reeleição, findou em 1984. Enfim, livre, pensei. Posso voltar para as missões além-fronteiras: Zaire (atual República Democrática do Congo), Venezuela, Roraima, etc... Que nada! Meu desejo e aspiração, expresso em carta, não encontrou ressonância no coração da Direção Geral e Regional e fui destinado para Cascavel, onde um fato grave e desagradável acontecera. Por obediência, novamente, aceitei o desafio: ser formador no seminário “São Paulo”, que vivia um momento difícil, complicado e conflitante, pelo abandono do Irmão Paulo da vida religiosa e da direção da casa. Foram poucos meses. Quando estava começando a gostar desta função, que nunca exercera na vida, o Papa João Paulo II, de saudosa memória, no dia 5 de novembro de 1985 me nomeia Bispo Diocesano da Diocese de Cândido Mendes, hoje Diocese de Zé Doca, no Estado do Maranhão. Lá fiquei durante 17 anos. A 6 de novembro de 2002, o mesmo Papa João Paulo II me transfere para a Diocese de Joaçaba, no Estado de Santa Catarina, onde fiquei durante 7 anos. Confesso que nas duas dioceses confiadas ao meu pastoreio me defrontei com muitas situações complicadas e difíceis: inexistência ou deficiência na organização pastoral, administrativa e estrutural, escassez de clero diocesano. A diocese de Zé Doca já era Igreja particular há 25 anos e a diocese de Joaçaba há 27 anos. Coube a mim, segundo os desígnios de Deus, prover as duas dioceses das estruturas que faltavam e que eram indispensáveis: o Centro Diocesano de Formação e o Seminário Diocesano para a formação das novas vocações ao sacerdócio. Em Zé Doca, além destas estruturas, construí a nova catedral, dedicada a Santo Antônio, a Cúria Diocesana e 280 casas para famílias carentes, utilizando para isso recursos financeiros enviados e doados pela da Casa Madre 7/8 - 2010 Associação do Pequeno Caminho – instituição inglesa que se inspira na espiritualidade da pequena via de Santa Teresinha do Menino Jesus. Contemporaneamente, com grande empenho e solicitude, procurei trabalhar e implementar na diocese a questão vocacional. Fruto deste esforço e trabalho vocacional foram os 12 presbíteros diocesanos para a diocese de Zé Doca e 6 para a diocese de Joaçaba. Quando cheguei em Zé Doca, não havia lá nenhum sacerdote diocesano; em Joaçaba, um clero diocesano escasso, e assim continua... Somando meus 6 anos no cargo de Superior Provincial e 25 de Episcopado, que completo no final deste ano, foram longos anos de serviço no desempenho da autoridade. Querendo ou não, há um desgaste natural neste trabalho, sobretudo nos tempos atuais. Fisicamente, já começava a sentir os efeitos da estafa e da fadiga. Nos últimos três anos, já não dispunha da energia e do vigor necessários para atender aos muitos compromissos pastorais e viagens. Estava desempenhando minha função no sacrifício. Nesta situação e realidade, resolvi dirigir uma carta ao Santo Padre, o Papa Bento XVI, expondo motivos e solicitando a renúncia do cargo de Bispo Diocesano de Joaçaba. Ele foi sensível e compreensivo e me exonerou do cargo, como se pode constatar no comunicado oficial, publicado a 14 de abril de 2010, data em que completei 72 anos de idade. São Paulo, 20 de maio de 2010. Dom Walmir Alberto Valle, IMC Bispo Emérito de Joaçaba p. Rinaldo Do, IMC Chers Missionnaires A vous tous, hérauts de l’Évangile, mes salutations en Jésus le Bon Berger qui nous a appelés à sa mission d’évangélisateur. Ma joie a été grande de vous avoir tous et toutes rencontrés, soit à la Maison Régionale, soit dans vos respectives communautés du Nord. Ce mois de juin est une belle occasion de nous renouveler, de nous fortifier ! Combien de grâces Dieu nous donne : notre Fête de la Consolata, la fête de notre oncle Joseph Cafasso, la clôture de l’année sacerdotale, les ordinations sacerdotale et diaconales. La Consolata : notre identité, notre famille, notre engagement! Le fondateur disait : «Nous devons être saintement fiers d’appartenir à la Vierge sous ce titre envié par plusieurs. Et combien nous aiment parce que nous nous appelons «Missionnaires de la Consolata». Le nom que vous portez doit vous inciter à devenir ce que vous devez être». Joseph Cafasso : Nous célébrons le 23 juin 150 ans de sa naissance au ciel. Il avait seulement 49 ans. Jean XXIII disait de Joseph da Casa Madre 7/8 - 2010 Congo Les quatre mois et demi passés en Italie ont été des mois de grâces, de joies et de rencontres avec des hommes et des femmes qui continuent à nous aimer et à croire davantage à notre vocation missionnaire au Congo. Il faut toujours remercier le Seigneur pour cette quantité de personnes qui continuent à se sentir unies à nous tous ! Et pour remercier davantage le Bon Dieu, c’est à nous de nous fortifier dans notre vocation missionnaire. Vita nelle Circoscrizioni LETTERA AI MISSIONARI DEL CONGO 21 Congo Vita nelle Circoscrizioni Cafasso : «Il a possédé en effet la vivacité dans les œuvres, la prudence dans les décisions, la promptitude dans l’exécution, l’énergie pour soutenir les difficultés, et l’ardente charité pour se donner aux devoirs du ministère sacré et pour aider inlassablement le prochain. Celui qui a l’âme débordante d’amour, a en effet toujours quelque chose à donner aux autres. Il fut en effet un remarquable formateur des âmes sacerdotales, en illuminant les intelligences avec une saine doctrine et en forgeant les coutumes avec des normes de perfection rénovée. Il fut un consolateur recherché, d’autant plus suave et vigilant que la misère était plus obsédante, surtout pour les prisons et les condamnés à mort». La clôture de l’année sacerdotale : en se souvenant du Curé d’Ars, ceux qui ont reçu le don du sacerdoce ministériel doivent vivre toujours en action de grâce. Être prêtre c’est un don, non une conquête ! Devenons ce que nous célébrons, comme disait le Curé d’Ars. Ordinations : C’est beau qu’à la fin de cette année sacerdotale nous ayons des confrères appelés au Diaconat et au Sacerdoce. Dans la prière et avec joie accompagnons nos frères dans leur ordination du 19 juin, à la paroisse Mater Dei. Mgr Giovanni D’Aniello, Nonce Apostolique en RD Congo, ordonnera prêtre le diacre Arthur MOKE et diacres Bruno BAPABONZA et Geoffrey KIRIA . Et après quelques semaines nous auront d’autres ordinations diaconales. Notre famille envoie le P. Nestor au Kenya pour des études et le P. Honoré en Tanzanie 22 da Casa Madre 7/8 - 2010 pour l’apostolat. Nous remercions de tout cœur les pères Nestor et Honoré pour toutes les années qu’ils ont vécu ici assumant les différentes responsabilités qui leur ont été confiées. Merci pour votre enthousiasme et votre dévouement. Le P. Gordon OKOTH vient d’arriver parmi nous. Il est en train d’étudier le Lingala à St Hilaire. Nous lui souhaitons bonne insertion et bon apprentissage de cette nouvelle langue. Les trois derniers confrères ordonnés ont déjà reçu leur première destination et ils sont déjà à l’œuvre : le P. Emmanuel à Isiro, le P. Evans à Bayenga, et le P. Vitalis à Mbengu. A eux nos souhaits de bon apostolat. Quelques confrères sont en congé ou repos médical, nous prenons l’occasion de leur dire : Nous vous attendons tous au Congo ! Que la fête du Cinquantième Anniversaire de l’Indépendance de la République Démocratique du Congo soit une occasion pour encourager nos chrétiens à s’engager davantage pour un Congo nouveau. A vous, à vos communautés, à vos familles, à vos collaborateurs mes salutations les plus sincères. Vive la Consolata ! Vive el Congo ! P. Alvaro Lopez, IMC, Matola Generalità Il Mozambico, con una superficie di 799.380 km² e 20.226.296 abitanti (Censo 2007) è un paese nell’Africa australe, pluriculturale e interculturale, formato da diverse etnie e lingue (17 tra le più numerose), una ex colonia del Portogallo e indipendente dal 1975. Un paese eminentemnete agricolo, con alcune risorse minerali e grande exportatore di energia elettrica e gas naturale ai paesi del interlland. con la stessa proporzionalità, cioè con il 75,5% de voti. La guerra ha ridotto il Mozambico in una precaria situazione economica, con quasi tutte le infrastrutture distrutte, e con questo l’immissione nella lista delle nazioni più povere del mondo. Attualmente più grande percentuale del bilancio dello Stato (50%) viene da donatori internazionali (Gruppo dei 19 paesi donatori= G19). Situazione politica Tre anni dopo la proclamazione di indipendenza, il Mozambico, allora sotto la guida del governo monolitico della FRELIMO (Fronte per la Liberazione del Mozambico), regime di partito unico, di orientamento marxista-leninista, era immerso in una guerra civile che, per seidici anni, ha costato la vita a più di un milione di persone, compresi i cittadini e gli stranieri, tre milioni di rifugiati e 9 milioni di sfollati. Dal 1992, il sistema politico vigente é democratico. Nelle ultime elezioni (28 ottobre 2009) il partito FRELIMO si é solidificato nel potere con la maggioranza assoluta (74,66% dei voti e 191 seggi su 250), la RENAMO appena con 17,69% e 51 seggi; e il Movimento Democrático di Moçambique appena con 3,93 % e 8 seggi nel Parlamento tra un totale di 250 deputati. Il Presidente Emilio Armando Guebuza ha vinto Situazione socio-economica Diciotto anni dopo gli accordi di pace di Roma, il paese sta vivendo l’era della ricostruzione post-bellica ed è indicato nella scena politica internazionale come uno degli esempi di successo di riconciliazione in Africa. Tuttavia, la situazione socio-economica della gente comune lascia ancora molto a desiderare, nonostante la dichiarata “guerra contro la povertà assoluta”, il programma del governo che mira a l’estinzione, entro il 2015, il livello di povertà al di sotto del minimo tollerabile. Il settore agricola (75% della popolazione) continua a essere il più prejudicato. Il salario minimo mensile è 1,486.00 Meticais, circa € 40.16 (Aprile 2009). Questo salario minimo è tre volte al di sottto del minimo vitale per una famiglia di cinque membri, stimato in 5.500,00 Meticais (= 148.69 €, dall’Organizzazione dei da Casa Madre 7/8 - 2010 Mozanbico Durante un lungo processo di pace che, fin dall’inizio, ha coinvolto tutta le nostre comunità cristiane e anche civile, e nella sua ultima fase ha avuto anche l’assistenza della Comunità di Sant’Egidio, la guerra civile è terminata nel 1992 con la firma dell’ Accordo Generale di Pace, a Roma, tra il governo della FRELIMO e la RENAMO (Resistenza nazionale del Mozambico), che aveva portato tanti alla guerriglia armata di opposizione. Vita nelle Circoscrizioni IL MOZAMBICO 23 Vita nelle Circoscrizioni Mozambico Lavoratori Mozambicani - Centrale Sindacale (OTM-CS). 24 Una grande parte della popolazione (più del 50%) vive in un reddito di meno di 1 USD al giorno, cioè sotto la line di povertà assoluta. Secondo il socilologo Rachel Watherhouse dell’ l’Istituto di Studi Sociali e Economici (IESE, 22.04.09), la povertà in Mozambico sembra. che cresca di nuovo a causa dell’aumento dei prezzi dei prodotto e della crise mundiale. L’istruzione La tassa di analfabetismo tra gli adulti è alta, il 50.4% della popolazione (datti ufficili del 2007). Appena il 46% dei ragazzi e il 35% delle ragazze (tra i 6 e 12 anni) frequentano la scuola, secondo i dati de INDE, Instituto para o Desenvolvimento do Ensino, Ministero di Educazione, 2002). Nell’Anno Lettivo 2009, circa 300.000 ragazzi in età scolare sono rimasti fuori del Sistema Nazionale di Educazione, 1 anno di vita; e 24% muoiono prima dei 5 anni. Il 54% delle consulte di ambulatorio e 40% delle ospitalizzazioni sono dovute alla malaria, che è anche la prima causa di morte in Mozambico. Altre malattie importanti sono la tuberculose, l’AISD e il colera. La prevalenza del AISD/ HIV a livello nazionale é del 16%. La sotto nutrizione affetta a più del 50% dei bambini in tutta la nazione. A livello religioso Religione Tradizionale Africana. 26,00%. É difficile calcolare gli aderenti, per il fatto di essere legata profundamente alla culturale ed è praticata allo stesso tempo dai membri delle diverse Religioni, supprattuto nei momentei fondamentali del ciclo vitale: nascita, povertà, matrimonio, malattia e morte. Islamismo È praticato dal 17,9% della popalazione (Censo 2007)diviso nelle varie correnti: Congresso Islamico, a cui appartiene la maggioranza della popolazione mussulmana; Associação Maometana, integrato nella sua maggioranza da comercianti indiani e paschitanes; Conselho Islâmico de Moçambique, formato da persone di alto livello economico; e, in fine, Gruppi stranieri come African Muslin Agency e altri, sono gruppi misisonafri, di espansione e fundamentalisti. secondo fonti ufficili del Ministero della Pubblica Istruzione ( Ministro Ayres Ali ,O Pais, 23.04.09). La salute La tassa di mortalità infantile è di 92,2 per 1.000 nati vivi (2009). La esperanza di vita è di 48,2 anos (2009). 14% dei bambini muoiono prima di completare da Casa Madre 7/8 - 2010 Nuovi Movimenti religiosi Formano un vasto insieme di chiese autonome della più svariate origine e composizini (Chiese de Sião : Christian Churche Zion; Chiese cristiane di diversa nomenclatura, Chiesa Universale del Regno di Dio, di origine brasiliano, etc.). Nell’insieme formano il 15.5% della popolazione del Mozambico (Censo 2007). servizio pastorale di parrocchie urbane e rurali; Le Chiese Evangeliche nate dalla Riforma (Chiesa Anglicana, Chiesa Metodista, Chiesa Congregazionale, tra le più importanti), formano il 12,2% della popolazione del Mozambico (Censo 2007) b) ) Formazione di animatori comunitari nei vari ministeri e servizi Chiesa Cattolica I cattolici sono il 28,4% del totale dei mozambicani (Censo 2007). Si vivono tempi della ricostruzione e consolidamento della evangelizzazione, che a sua volta ha avuto la prova di tempi duri con le regole del regime marxista-leninista. Il numero delle vocazioni sacerdotali e religiose, ancora che non sia cosí molto alto ( i sacerdote nazionali sonno appena attorno ai 200 per tutto il paese), può essere considerato prometente. La grande vitalità delle comunità cristiane e ministeri laici, risultato di una scelta di una chiesa ministeriale nei momenti della rivoluzione marxista Assamblea Nazionale di Pastorale Beira 1977) e posteriormente confermate nelle ulteriori Assemblee (Matola 1991 e Matola 2005) costituisce una forza a incoraggiare per la Chiesa locale del Mozambico. I Missionari della Consolata e) Educazione e assitenza sanitaria e lotta e prevenzione dell’AISDA/HIV; f) Altri impegni: ricerca antropologica e traduzioni nelle lingue nazionali, mass-media (radio, revista missionaria e publicazione di livri). Sfide che vogliamo affrontare: Sfide provenienti dal dialogo in seno alla società civile (dialogo sociale, interculturale e interreligioso: proclamare, escutare, imparare, arrichirsi mutuamente, collaborazione a tutti i livelli per la ricostruzuione del tessuto sociale, per vincere la miseria, per costruire una società più giusta, svillupata e fraterna. Sfide proveniente dell’accelerato processo d’urbanizzazione con i nuovi fenomeni sociali, sono i nuovi aeropaghi della Missione. Mozambico I Missionari della Consolata sono i risponsabili di questo progetto. Lavorano in Mozambico dal 1925. Attualmente sono 58 i missionari, presenti nelle provincie di Niassa, Nampula, Beira, Inhambane e Maputo. Formano una comunità interculturale originari di varie nazioni (Mozambico, Sudafrica, Tanzania, R.D. Congo, Brasile, Venezuela, Colombia, Canada, Portogallo, Spagna e Italia, Spagna. c) Animazione Missionaria e vocazionale: promozone della Chiesa locale; promozione e animazione missionaria nelle comunità cristiane per una apertura della fede; dialogo interreligioso; promozione della giustizia, pace, reconciliazione e integrità del creato; d) Formazione di base, media e superiore: scuole primerie, medie e università; Vita nelle Circoscrizioni Chiese Evangeliche I nostri impegni in Mozambico sono molto diversificati: a) Pastorale ordinarie: 25 da Casa Madre 7/8 - 2010 Mozambico Vita nelle Circoscrizioni 26 Ordenação episcopal de Dom Francisco Lerma, Bispo de Gurué P. Diamantino Antunes, IMC Na manhã de Domingo da Santíssima Trindade, dia 30 de Maio, teve lugar na catedral de Maputo a ordenação episcopal de Dom Francisco Lerma Martinez, missionário da Consolata espanhol, a trabalhar em Moçambique há quase 40 anos. A celebração eucarística foi presidida por Dom Lúcio Muandula, bispo de Xai-Xai e presidente da Conferência Episcopal de Moçambique, que foi o Bispo sagrante. Foram bispos consagrantes o arcebispo de Maputo, Dom Francisco Chimoio e o arcebispo da Beira, Dom Jaime Gonçalves. Concelebraram ainda 12 bispos e quase uma centena de sacerdotes. A catedral estava repleta de fiéis, entre eles alguns parentes e amigos do novo Bispo, nascido em Múrcia, Espanha, que vieram propositadamente de Espanha. Acompanhavam-nos o seu Bispo, alguns sacerdotes e de entre estes o pároco da terra natal de D. Francisco Lerma. da Casa Madre 7/8 - 2010 A liturgia foi animada pelo coro e por um grupo de dançarinas que executaram danças litúrgicas nos momentos mais importantes da celebração. Estavam presentes, na celebração algumas autoridades políticas, entre as quais se destacavam a presidente da Assembleia da República, Dra. Verónica Macamo e o antigo presidente da República, Dr. Joaquim Chissano. No final da cerimónia, durante o canto de acção de graças, o novo Bispo foi convidado a descer do presbitério e a juntar-se à dança de acção de graças, acompanharam-no várias individualidades locais e também familiares seus. Toda a assembleia cantou e dançou num momento de profunda comunhão e alegria. A tomada de posse de Dom Francisco Lerma da sua sede episcopal terá lugar no dia 13 de Junho, na cidade de Gurué. P. Salvador Medina , IMC “Para que vuestro trabajo sea eficaz debe tener tres cualidades: Fronteras, en el Putumayo, coordinados por el P. Armando. ü perseverante, Ø En la Filosofía han venido sucediendo muchas novedades: a). el Seminario de Medellín está llegando a su fin con la terminación de los estudios de el candidato a Hermano Misionero de la Consolata, José Hernando Chávez, quien ha sido admitido al Postulantado. En ese edificio de Medellín, mientras se aclara todo lo relacionado con la documentación legal y se pueda vender, funcionará como Centro de AMV; b). en el Jardín – Bogotá ha terminado su servicio de Formador el Equipo conformado por los PP. Edgar Chavarro, Alonso Álvarez y el Estudiante de Teología Gabriel Armando, en año de servicio y han asumido dicho servicio el P. Juan Pablo de los Ríos, quien está terminando el Curso para Formadores ofrecido por la Conferencia de Religiosos de Colombia, y el Diácono Gabriel Armando, quien sigue haciendo su Maestría en la javeriana, junto con tres estudiantes de Filosofía para el segundo semestre. ü concorde ü iluminado” (José Allamano, Lettere, n 72, p. 52) En este mes de la Consolata circula la vida, no sin dificultades, a raudales. Fiesta dominical: Ordenación Diaconal de Gabriel Armando Colombia Lunes con la Formación: Los dos Formadores de la Comunidad del Teológico (PP. Joaquín Pinzón y Sosimi Nyakenyanya), el P. Juan Pablo de los Rios, Formador del Filosófico en Bogotá, ele P. Armando Olaya, Formador del Propedéutico, actualmente en Sucumbios, junto con el P. Salvador Medina, Superior Regional IMC Colombia-Ecuador, tomaron conciencia sobre es momento que vive la formación, sus fortalezas y debilidades, lo mismo que de sus proyecciones. Vita nelle Circoscrizioni COLOMBIA: notizie Ø En el Propedéutico se encuentran actualmente, cinco candidatos al IMC. Iniciaron siete. Hemos reconocido la seriedad y la oportunidad de estos primeros pasos (propedéutico), acompañados con sabiduría pedagógica y evangélica por los Misioneros de las 27 da Casa Madre 7/8 - 2010 Colombia Ø El Postulantado, acompañado por los PP. Javier Velázquez y Carlos Zuluaga, contará con seis integrantes, presentados y admitidos en le Consejo, que vivirán en comunidad en torno a la misión con los Indígenas Chamies y a proyectos de economía auto-sostenible, en Roldanillo – Valle. Ø El 20 de junio por la noche el P. Salvador Medina partirá para el Noviciado, en Buenos Aires, en donde acompañará un breve curso sobre la Espiritualidad Misionera de la Consolata y tratará otros asuntos relacionados con el Noviciado. Ø Comunidad Formativa del Teologado con sus 33 integrantes Vita nelle Circoscrizioni 28 Martes y miércoles con la AMV con el tema ¿Qué tipo de Animación para nuestra Región hoy?, persiguiendo el objetivo de un Proyecto común de AMV para Región ColombiaEcuador, a través de la siguiente agenda metodológica: 1). Auto-evaluación de los Animadores; 2). Evaluación de los Centros de AMV; 3). Intercambio de visiones y propuestas (cada uno de los Animadores presenta la propuesta que está realizando o proyectando, lo mismo que el Administrador Regional y los integrantes del Consejo); 4). Propuestas para un Proyecto común de AMV para la Región. Jueves, viernes y sábado para el Consejo, con una agenda llena de asuntos, casi todos extraídos de la última gira del Superior Regional y complementada con las Admisiones al Postulantado y a la Profesión Perpetua y Ministerios Ordenados, las cuales deberán esperar la aprobación del Consejo General, actualmente reunido en Roma. En Bogotá: registramos la buena recuperación del P. Efrén Baldasso quien deberá guardar reposo absoluto por seis meses, mientras abrimos la búsqueda de alguien que, como párroco de Modelia, integre el CMC y la casa Regional al dinamismo misionero de la da Casa Madre 7/8 - 2010 Parroquia; constatamos la buena recuperación del P. Dubél Cifuentes y le agradecemos los útiles servicios prestados en la casa regional y otros campos, lo mismo que a los P. Lyimo Gervas y Salvador Mura quienes, además de los chequeos médicos, ofrecen sus servicios en la Parroquia; saludamos y esperamos a los Padres Cláudio Brualdi quien sigue, en Turin, esperando la operación de la cadera, después del haberlo operado de un fibroma al corazón, Angel Motta, quien viajó para chequeos médicos, lo mismo que Pepe Svanera, quien anticipó sus vacaciones por el mismo motivo. En Puerto Leguízamo: le agradecemos a los Misioneros y Misioneras de la Consolata, la Presentación y los Eudistas por la organización y realización del Encuentro de Iglesias Hermanas y la Fiesta fronteriza por la Paz, al mismo tiempo que los Felicitamos. Realmente trabajaron mucho y muy bien. En Licto – Ecuador: agradecemos la fiesta indígena-católica con ocasión del Diaconado de Clement Gacoka, ya registrado en el Annuario IMC 2010 en Corea. Nos sentimos, como misioneros ad gentes, en el corazón del mundo andino y, desde allí, abiertos a los cuatro puntos cardinales. Fue una linda y popular celebración. ¡Felicitaciones a los organizadores! En Guayaquil – Ecuador: agradecemos la misión realizada por Mattia e Corinna, nos alegramos con el nacimiento de Pietro y les deseamos tranquilo regreso en Italia y feliz reintegración de los tres en lee mundo familiar, social, eclesial y laboral. Seguimos acompañando al P. Felix, satisfactoriamente recuperado en su salud, en el proceso de negociación de la Escuela y el Colegio de la Consolata con la Curia Arquidiocesana y el Gobierno, para tornarlos auto-sostenibles a partir de los recursos locales. En dialogo con el Arzobispo, Mons. Antonio Arregui, se acordó que a partir de marzo del 2011 no se renovará más el Convenio entre los Misioneros de la Consolata y la Arquidiócesis. En María la Baja: se preparan para la Ordenación de Fredy Maza, Carmelita, primer En Cali: constatamos el nuevo momento que vive la Comunidad con la presencia de Deogratias y el P. Venanzio y la inminente salida del P. Vicente Pellegrino para sus vacaciones y controles médicos en Italia. Aunque hay varias propuestas de re-organización, esperaremos el regreso del P. Vicente. En Manizales se encuentran bien los Misioneros Mayores, PP. Francisco Mellino, Salvador Custodero y Agustín Baima, de vacaciones en Italia, cada uno con sus fortalezas y debilidades de la edad, lo mismo que Cirer Grisales y Fiorenzo Seveso al servicio de la Parroquia-Santuario de Fátima, que cada vez toma más forma y fuerza. Ni que decir del dinamismo del P. Guillermo Narváez, a pesar de los dolores artríticos, en el Gimnasio campestre la Consolata, en donde almorzamos y compartimos con profesores y alumnos, lo mismo que con Luis Fernando, admitido al Postulantado. La intensa lluvia no permitió visitar a Mons. José Luis Serna en su casa, en Pereira. Su situación, siendo Colombia En Santader de Quilichao nos encontramos los Misioneros del Cauca (PP. Ezio Roattino, Luis Crespi, Paul Maina, Geroge Kibura, Stanslaus Mnyawami, el Estudiante de Teologia Daniel Sugamo, faltando solo Naftaly Matogi, victima de la gripe, y el P. Salvador Medina para conversar sobre la continuación de los diálogos con la Iglesia Local de Popayán: quedamos de acurdo que no estamos dialogando para entregar parroquias sino para leer juntos el momento actual de la misión en esta Iglesia y nuestro aporte como Misioneros ad gentes y de la Consolata al servicio del Evangelio en, con y desde el Pueblo NASA con su historia, contextos y cultura. El encuentro, entonces, con el Arzobispo, Mons. Iván Marín, en el Seminario Mayor de Popayán transcurrió dentro de un sereno debate o confrontación entre visiones de misión e incluso de eclesiologías. administrativa de Mons. Alberto Giraldo, sobre el proceso del Propedéutico, el futuro inmediato de Oscar Mauricio Hernández y de la posibilidad de realizar allí el Postulantado 2010. Fue un lindo y edificante diálogo sobre maneras nuevas de vivir y organizar la misión, la economía y la formación en la Región y el IMC. Vita nelle Circoscrizioni Sacerdote local y, además, primo de Edilberto Maza, Misionero de la Consolata en Año de servicio en San Vicente del Caguán. Durante la visita del Superior Regional, acompañado del Administrador, se dialogó sobre la necesidad de coordinar el Equipo Misionero con el Proyecto de Misión y los diferentes proyectos de promoción humana; de integrar los sectores de la Parroquia en torno a un proyecto común de misión y de administración; de actuar coordinadamente con la propuesta de evangelización de la Arquidiócesis, sin dejar de ofrecer nuestra dimensión carismática específica, ni de evangelizar a partir y dentro de la cultura afro-caribeña. En Roldanillo la conversación con los PP. Carlos Zuluaga y Javier Velázquez nos llevó noche adentro. Compartimos sobre el próximo futuro de nuestra presencia en la Diocesis, sobre el cambio de Obispo y la presencia 29 da Casa Madre 7/8 - 2010 Colombia progresiva, lo mismo que la de su hermano, el P. Alvaro, está siendo bien acompañada por el resto de su familia. El 20 de junio, día de la Consolata y de las elecciones presidenciales en Colombia, celebraremos, en el marco del Centenarios de las Misioneras de la Consolata, los 60 años de Profesión Religiosa de Sor Elizana Bono, las Bodas de Oro de Sor Mariela Díaz y Sor Leandra Ontibon, junto con el Postulantado de los seis jóvenes admitidos en el último Consejo. Lugar: La Consolata del Vergel; Hora: 11.00 a.m. Continuaremos la fiesta con las hermanas de la Consolata, en su casa. Vita nelle Circoscrizioni Agradecimientos y Felicitaciones Agradecemos a las dos Familias de laicos Misioneros de la Consolata que nos han acompañado: Mattia, Corinna y Pedrito (recién nacido), en Guayaquil; Joseph, Rafaella, Pedro, Irene y Ester, en el Cauca. Les deseamos a todos y cada uno un feliz retorno a su Italia de origen y una optima 30 da Casa Madre 7/8 - 2010 re-inserción en sus ambientes familiares, apostólicos, profesionales y académicos. Felicitamos a los dos nuevos Diáconos, Gabriel y Clement; a los seis postulantes, a Julian Antonio Bedoya (ex alumno IMC) por su grado de Médico Cirujana de la Universidad Bolivariana de Medellín (junio 15 de 2010), al joven del Propedéutico Oscar Mauricio Hernández por su grado de Ingeniero Industrial de la U. Tecnológica de Pereira (2 de julio de 2010); al Postulante Robisson Gaviria por su titulo como Auxiliar en Enfermería del Centro Educativo para el trabajo y desarrollo humano – CESALUD, de Neiva (9 de junio de 2010), el Postulante Hernando José Chávez por su titulo de Auxiliar Contable del Centro de Estudios Especializados – CESDE, de Medellín (31 de julio de 2010), al P. Orlando Hoyos por su titulo en Comunicación Multimedia del mismo CESDE de Medellín; al P. Juan Pablo de los Ríos que concluye esta semana el Curso de Formadores administrado por la CRC. P. Mauricio, IMC O Mês de Maria começou abençoado com a Festa do Padroeiro do Zambujal, São José. Com simplicidade de um povo agradecido pelos benefícios recebidos da parte de Deus, o Centro Comunitário do Bairro Zambujal celebrou a tradicional “festa campal”. Procissão pelas ruas do bairro, Missa presidida pelo superior Pe.Norberto, almoço com sabor a Cabo Verde e música tradicional pincelaram de alegria o Domingo 2 de Maio. Além dos amigos vindos de vários lugares, tivemos a honra da visita do Pe. Elísio pela FM, Pe. Albino com os JMC do centro, e a TVI. A visita do Papa revolucionou o espírito dos cristãos em Lisboa e de modo especial na nossa Vigararia de Sintra. O João Batista acompanhou os jovens na caminhada do encontro com o Papa, “um grande momento emotivo e cheio de entusiasmo” referiu o nosso seminarista. que decorrerá no mês de Agosto de 2011 em Madrid. A ideia é aproveitar este encontro internacional para juntar os jovens das diversas regiões do nosso Instituto num encontro de reflexão, partilha e convívio mas com o Espirito allamaniano. Em nome da Comunidade IMC do Cacém, aproveito para vos convidar a à Festa da Consolata que dará inicio no sábado 19 de Junho com animação musical e jantar. No dia 20 com toda a FAMÍLIA MISSIONÁRIA DA CONSOLATA daremos graças a Deus e à Consolata pelo dom da Missão. Boa Festa a todos e a cada um de Vós. O nosso Centro de AMV do Cacém tem desenvolvido neste mês algumas actividades de animação ligada aos jovens. Uma semana intensa de reflexão com os jovens do 12 ano do colégio das Doroteias decorreu na nossa casa. Também a preparação do retiro para os crismandos da Paroquia de Monte Abraão foi um motivo para nos aproximar da realidade juvenil dessa paróquia. Estas actividades nos têm dado a coragem de organizar outros eventos no nosso Centro, como proposta de Animação e Formação missionária à Igreja local. Cacém Os preparativos para a Festa da Consolata já deram início. Somos todos novatos no modo de fazer e organizar a festa nesta comunidade do Cacém. Com muita calma temos acompanhado a organização da mesma, coordenada por alguns membros do AMC. Passaram a visitarnos neste mês alguns Solidários Missionários da Consolata e também Pe. João Monteiro quem precisava de matar saudades dos amigos angariados nesta a sua antiga missão. Eu fiz uma viagem fugaz a Roma no dia 9 de Maio para representar o Portugal na organização da Jornada Mundial da Juventude com o Papa Vita nelle Circoscrizioni Cacém 31 da Casa Madre 7/8 - 2010 Vita nelle Circoscrizioni Lisboa LISBOA P. Herculano, IMC Os primeiros dias de Maio estãomarcados por um suceder-se contínuo de festas celebradas em diversos lugares, pessoas e circunstâncias. São principalmente ocasiões de convívio, que fazem parte do nosso crescer e conviver, celebrando momentos felizes que acontecem na vida de todos. Logo no primeiro de Maio é o Superior Regional que se desloca à Sertã para participar nas bodas de ouro sacerdotais de um grupo de sacerdotes de Portalegre, sua diocese. No dia seguinte é a festa do Zambujal a que preside o Superior Regional e onde o P. Elísio dá uma espreitadela para caçar material para a Fátima Missionária e perpetuar os momentos mais significativos. Mas para o Superior Regional não há só festas: são também reuniões de trabalho nos dias 4 e5 marcadas pelo CEF e pela CIRP. Em sua vez, vem o P. Joaquim Gonçalves falar do seu trabalho às Mulheres Missionárias 32 da Casa Madre 7/8 - 2010 da Consolata e celebrar a eucaristia. No dia 8 dizemos adeus à Adeuzinha, a experiente e fiel secretária da paróquia de Santa Luzia em Manaus. Acabou-se o tempo, viveu intensamente alguns momentos em Portugal, mas o trabalho não espera. Neste mesmo dia celebramos os 91 anos do nosso veterano P. Zintu com a eucaristia concelebrada pelos membros da casa e, como não podia deixar de ser, com muitos bolos trazidos pelos seus numerosos amigos e visitas das pessoas que acompanha com o seu jeito sacerdotal que conquista o coração das pessoas. No dia 11 é a visita do Santo Padre à cidade de Lisboa, com a eucaristia na Praça do Comércio e os diversos encontros com as personalidades que fazem parte do programa. Mas a eucaristia na Praça do Comércio foi o momento mais alto desta visita com as duzentas mil pessoas que enchiam a Praça e as ruas que nela No dia 20 vem o electricista de Fátima reparar diversas avarias pela casa, entre as quais a câmara de vigilância do portão e as lâmpadas de emergência. Como não traz material suficiente, terá que voltar depois Mas esta casa com 22 anos tem precisado de muitos cuidados. Neste mesmo dia despedimo-nos do Superior Regional que parte para Moçambique para representar a Região na ordenação episcopal do novo bispo do Guruè, D. Francisco Lerma Martinez, nosso confrade e que terá lugar no dia 30 em Maputo. Não esquecemos as visitas breves para o P. Zintu, no dia 22, de dois casais seus amigos de Manaus que andam em digressão pela Europa e não quiseram deixar de vir visitar o amigo de longa data a quem ajudaram sempre que a eles recorria. Para terminar esta lenga lenga que já vai longa e enfadonha, menciono o facto simples e corriqueiro da necessidade de renovar a casa: desta vez é a passadeira da escada que vai para o lixo depois de ter desempenhado o seu papel desde o princípio, tendo vindo da casa do Sr. Chaves em Alcaravela. A velha e gasta passadeira dá lugar a uma nova, digna de acolher os passos da classe que antigamente rodava pelas salões da nobreza. Aqui me quedo, confiando na vossa compreensão que é capaz de perdoar os gatafunhos que aqui lancei. Vita nelle Comunità desembocam. Ainda neste dia 11 acolhemos um padre capuchinho e um casal italiano, parente do nosso padre Gianfranco Graziola, que se dirigem para Fátima. Partem para lá no dia 13 de madrugada e por milagre conseguem encontrar quarto. As cinzas do vulcão da Islândia que andam a dançar por esses ares, obrigando a cancelar alguns voos, deram sorte a outras pessoas. E agora regressamos a casa. Lisboa 33 da Casa Madre 7/8 - 2010 Torino Santuario della Consolata Professione perpetua di Suor Ivana Cavallo MC P. Antonio Giordano, IMC La sera del 29 maggio, la Messa missionaria mensile, che i missionari di Casa Madre celebrano al Santuario torinese, ha un accento particolare. Sr. Ivana Cavallo, missionaria della Consolata di voti temporanei, solennemente pronuncia la sua Professione Perpetua di consacrazione a Dio e alla missione per sempre. Vita nelle Comunità Presiede la solenne Liturgia Eucaristica il P. Alberto Trevisiol IMC, accompagnato da una ventina di con celebranti. La Madre Generale, Sr. Gabriella Bono, introduce la cerimonia con parole colme di gioia, di speranza e di augurio. La Suor Ivana, dopo diversi anni di missione in Venezuela, dove ritornerà presto, alla presenza della comunità delle Suore Missionarie, dei suoi genitori, del fratello, sacerdote e della sorella Suora, ambedue del Cottolengo, pronuncia la sua consacrazione «ad vitam» davanti alla Madonna Consolata, nel suo santuario di Torino, dove la meravigliosa avventura dell’Allamano, Padre di famiglie missionarie, ebbe inizio. Dopo la lettura del Vangelo il Celebrante rivolge la consueta domanda alla professanda; “Cosa chiedi alla Chiesa di Dio?”. “Chiedo di essere ammessa alla Professione perpetua nell’Istituto Suore Missionarie della Consolata” viene chiara e decisa la risposta. Tutti i fedeli inneggiano: “Rendiamo grazie a Dio”. All’omelia il Celebrante traccia, con somma maestria, inserendola nella festa della SS Trinità, il profilo della consacrata a Dio per la missione per sempre. È il mistero di quel Dio Uno e Trino che è sempre “di più” di quello che l’umana intelligenza può capire, che chiama una giovane a consacrarsi per sempre alla missione nella Chiesa. La risposta di questa giovane alla chiamata di Dio è pure sempre un “di più” di quello che possiamo capire, è un miracolo che ci riempie di meraviglia e ci porta la gioia dello stupore di un cuore che dice a Dio, “Signore io non avrò altro che Te per sempre”. La meraviglia di un tale atto affonda le sue radici nella fede nel Dio Trino e Uno che chiama a sé chi vuole e quando vuole per sola sua bontà. Il Celebrante poi si rivolge direttamente alla professanda: “Sr. Ivana, tu compi questo gesto di consacrazione che meraviglia lo stesso cielo, qui ai piedi della Madonna Consolata; davanti a quella stessa Consolata il Beato Allamano, il nostro Padre, ha vissuto nel suo cuore la missione, che ha poi trasmesso ai nostri Istituti, a te ed a me. Qui tu ti consacri per sempre alla missione per fare conoscere a tutti i popoli il Dio Trino ed Uno che ha mandato Gesù Cristo perché tutti nello Spirito Santo abbiano pienezza di vita”. Vengono quindi cantate le Litanie dei Santi, mentre la candidata è in ginocchio al centro di fronte all’altare. Sono invocati gli Apostoli, i grandi missionari, i martiri e anche i santi torinesi: Benedetto Cottolengo, Giovanni Bosco, Giuseppe Allamano …. Quindi la candidata, in piedi davanti all’altare, pronuncia la formula della sua Professione perpetua promettendo fedeltà per tutta la vita nei voti di obbedienza, castità e povertà secondo le Costituzione della Suore Missionarie della Consolata, e conclude chiedendo ai presenti di pregare per lei. Uno scroscio di battimani esprime l’attenta partecipazione del popolo di Dio. Il Celebrante 34 da Casa Madre 7/8 - 2010 Al segno della pace è il Celebrante che porta la pace alla neo professa perché la comunichi alla Madre Generale come segno di gioioso e filiale ossequio, e ai genitori come grazie vivo per il dono della vita. E Gesù Eucaristico, pane di vita, scende nell’anima di Sr. Ivana che Dio ha chiamato a consacrasi alla missione per sempre, e vi prende dimora con il Padre e lo Spirito Santo. Meravigliosa inabitazione della SS Trinità, dono pieno di stupore per l’anima che liberamente risponde di sì alla chiamata di Dio. THE PASTORALIST’S SPIRITUAL JOURNEY fr. Peter Kariuki, IMC SOUTH HORR PARISH, SAMBURU The parish of South Horr has been serving Samburus, Turkanas, and Rendiles of this area for more than 44 years now. The dominating community is the Samburu. Two years ago, with the aim of deepening and creating continuity to the work done by our committed missionaries for all these years, we formed an evangelizing group with one basic aim, to help us read the naked hearts of our people so that we can preach the good news better. Some discoveries of this more than two years’ adventure are what I would like to share with you here. Funny enough, our first challenge as preachers was who should preach the good news. Who should lead the prayers, songs, read the word and share with the whole group? Our people had no confusion on these questions. They said that the priest, sisters and the paid catechists should do all that. “Its their responsibility” they said, “we have ours of taking care of the children, animals, wives, husbands, fetching water and others. Why does the priest find it difficult to lead the prayers, visit the sick, teach the word and he has the catechists and sisters?” They complained! People were there to receive these new teachings. Since then we have started a tough campaign that each baptized person should do something for the church otherwise all that he/ she has is a baptism card in the parish office. da Casa Madre 7/8 - 2010 South Horr We evangelizers of South Horr Parish in the Northern Samburu District in Kenya have realized that a missionary needs to reach at the heart of his/her people and know how they see things and which questions disturb their minds as the new vision of Jesus Christ is preached to them. All communities in the world have developed a kind of a system to communicate with the deity and it’s taught until it enters into the blood system of a particular people so to speak. Some communities are very proud of many elements of their cultures which they have developed for centuries including their manner of prayer. The arrival of the gospel of Christ provokes many feelings and questions. They see the churches which preach the gospel as a threat to their sweet and hard constructed cultures. Being more specific, pastoralists groups in the northern part of Kenya are such people who value their culture and are very proud of it. Most of them listen carefully to the teachings of the gospel but there are some elements of their cultures they are not ready to renounce for the sake of the new instructions. Consolata missionaries like calling these communities “minority ethnic groups”. We need to ask Samburus, Turkanas, or Rendiles whether they are a minority group! They would spat you on the face. Just for an example, Samburu is one big kingdom now extending deep in Kenyan civil service and politics. Their greatness does not depend on their number but on the elements of their culture including their language which is colonizing many other communities around and within them. Vita nelle Comunità invoca lo Spirito Santo sulla nuova Professa perpetua augurandole di essere una missionaria della Consolata che vive in tutto e sempre lo Spirito del Beato Fondatore. 35 South Horr Vita nelle Comunità 36 The slogan “we are the Church” has gone down very well although some think the priest is more “the Church” than the others. Some agree to help but they want to be paid in one way or the other. Men especially don’t see the sense of going to Church every Sunday. One day we were talking of the Sunday mass and a Samburu man said, “Those who go to Church regularly die anyway!” The more direct question was; “What do I gain by going to Church so many times?” In another meeting when we were talking about prayer one man said, “We pray always in our traditional religion, so what’s all this!” As evangelizers, we realized that we had to answer the question; why do we seek God revealed by Jesus Christ? We explained to them that we seek God of Jesus in order to fill our minds and hearts with the unmistakable truth. The truth about our life and the life of all creatures including goats, cows, and camels. God teaches how to love the other in the best way. God also forgives our mistakes in life. A lot of God’s wisdom is written in the holy book called the bible. It’s not a question of just remembering or thinking about God but one has to learn the things God has revealed to us. As we expounded such ideas to our people, we realize that slowly by slowly they are getting home. Although such ideas make sense to them, they also expect tangible things from God. They want to see a sign so that they can believe. A sign about things they don’t produce themselves. They rarely plant or harvest, so a sign of food for their children and themselves can be wonderful. Many of them don’t consider it reasonable to sell an animal to buy uniform or pay fees for a child, thus a small sign to provide such is wonderful. If God can produce such things through the preachers especially the priest then the gospel is full of truth. This challenge puts us to confusion in our small evangelizing group. Most of them are poor. How could they now provide food and education for the children in the whole community? They told me to think on how to get these things since I am the parish priest. We realized that together with the good news, this community needs to be formed and trained thoroughly on self reliance otherwise the future will be doomed both in faith and in the daily life. da Casa Madre 7/8 - 2010 We have also realized that there is nothing which can replace the traditional ceremonies of this place. A Sunday mass is nothing in comparison to the ceremony of circumcision of a young lady somewhere. Samburu traditional wedding has almost completely kicked off catholic wedding or rather it has closed the doors for the sacrament of matrimony to enter well in this community. Even some of our preachers don’t accept the sacrament of matrimony while others leave to get a new young wife. Recently, one of the evangelizers married a young wife of seventeen years. I asked him why he did such a thing knowing that he will stop receiving the communion. He said he had not broken any rule of samburu traditions and from then he stopped coming to Church. The understanding of wealth and good life has also been a challenge to us as evangelizers. For a long time, I thought people considered me to be a rich man because they have been coming to me in search of the car, money, food and other things. I was shocked when I had a dialogue with some Samburu traditional women who can barely speak Swahili language. First they wanted to know how many goats I had. I told them fifteen. That was good but they also wanted to know their names. I could only remember the name of one he goat called Gorbachev, they laughed at me heartily. Then they wanted to know how many cows I had. I told them I had only one small bull called Paul. They exchanged glances suspiciously. Then the last question; “Do you have wife and children?” When I said no, they went away without a word knowing that they had just talked to a man who is a failure in life. Animals, wife or wives and children show the prestige of a man. A woman incapable of getting children is a disgrace to the whole community. In fact the real name for the animals is wealth. It’s not a sin for the young warriors to kill in order to obtain animals. With animals one can afford a new wife and therefore children. That’s a gate way to wealth and good life. This is the root cause of conflicts and killings here. There are also other small curious examples like when we ask for offerings. People easily sell the relief food they get from non governmental organizations to contribute for the lent and mission Sunday but they can’t sell animals for such things. It’s very difficult for us here to get cows meat because these animals are Another learning instrument for us has been the system of communication. The lifestyle of the pastoralists gives them a lot of The semi arid nature of this area also affects evangelization a lot. People spend a lot of time in search of water. The drier it becomes the more the animals migrate far from home in search of pastures. According to me these people are neither nomads nor semi nomads. They are pastoralists. They have their permanent villages and most of the people are always there as the shepherds follow the animals. When the animals are very far away from home, people are weaker, don’t sing well in the mass and are very distracted. Fewer women are pregnant. The trend changes when it rains and the place is all green. The animals come back home and with them a lot of milk and blood. da Casa Madre 7/8 - 2010 South Horr We have also met some excellent educative moments. One is the style these communities use to build peace and create As good evangelizers, we encourage people to go to Church and be baptized so that they can receive the communion thus becoming good friends of Jesus. Some of our catechumens now are these wives of goats. The cannon law says they should not be baptized unless in danger of death. When they finish their catechumen period and we don’t baptize them, they are very angry and they run away from us. Vita nelle Comunità Our preaching is also affected by the distance between men and women. This culture is not a kissing and embracing one. Even those who have gone to school are so reluctant to such public expression of nearness. They say its very shameful to embrace the woman you love in public. Men just don’t want to sit near the women. The young warriors are even worse. If the women are near them, they can’t even eat. Thus our churches have fewer men and more women and children. Something new is happening in our parish though. Men discovered that the catholic women association organization members are acquiring good skills of leadership and some can even speak in public better than them. Our men did not like the idea and now they are forming the catholic men association. space for reconciliation. Since they are very conflictive by nature, they have also managed to create tactics to bring love and communion among them. Two communities in conflict consult one another secretly and if they agree they fix a day when one of them will visit the other. The news pass from ear to ear. When the big day comes the visiting community arrives dancing. Normally in these dances, there are no musical instruments. The human body does it all. Some songs are accompanied by antelope trots and skips. The samburu dance has borrowed a lot from the seductive dance of the dove. The visitors are welcomed with dances also by the host community. After a short while, men of the hosting community convene an urgent meeting to plan how to provide a lot of tea and meat enough for all the visitors and the hosts. Many goats, a lot of milk and money to buy sugar are contributed. Women goes to fetch water and as the tea and meat is prepared, the dancing continues even more vigorously. The dancing has a psychological effect of friendship and love. The holding of hands, hip hop steps, dove like seductive styles, instrumental sounds from human mouth, rhythmic clapping of the hands and other gestures makes the participants experience that brotherly equality and oneness. Then comes the eating of the roasted meat which is washed down by hot sugary tea which gives more energy to continue dancing. While all this happens, people meet in small groups to discuss all what has happened in their two communities in the near past. Questions are asked and answered. Sins are confessed and forgiveness is offered. People chew a lot of tobacco in order to help in the concentration. The sinners and forgivers resume the dancing. After many hours of this celebration, the host community goes home with aching legs and hips, new friends, hearts full of happiness, others smiling for having negotiated an extra wife and the past of conflict and hatred buried until it will reappear in the future. The best tactic to preach the gospel here is creating a feast where tea is available, songs and if possible tobacco and a free atmosphere where one can spat freely. almost worshipped. They are killed when there is a reason and in rare cases for commercial purpose. Here there are some married women called wives of goats. That woman is married specifically to take care of the animals but she gets babies also. 37 Guiùa time to sit, observe and talk. The best part of the day is to communicate all what has been seen. Many villages here have no telephone network but the news pass all the same. If a man goes for a journey, as soon as he arrives, the other men come together and he exposes all the hot news. These in turn communicate to their wives in the secret of their houses. The shepherds bring home a lot of news including footsteps of Turkana people which is a sign of enemies spying on their wealth. The best evangelizers here are not even the catechists but Christians who have understood and love the gospel of Jesus Christ. They communicate all what they know to their friends and children. Unfortunately they are not many. We pray always to our lady because she is the best missionary and she has done wonders so far. We ask the Lord to fill us with the Holy Spirit so that we can take the right decisions always. All you who have been called to share in the cup of Christ we salute you and pray for you. May God bless each one of you! PARÓQUIA DO GUIÚA P. Diamantino Guapo Antunes, IMC Vita nelle Comunità Neste fim de semana toda a comunidade cristã do Guiúa, diocese de Inhambane, se despediu dos leigos Rui e Diana Antunes que se preparam para regressar a Portugal. Foram quase dois anos que este jovem casal esteve no Guiúa partilhando os seus talentos e sem dúvida recebendo muitos outros. 38 Foram muitas as actividades em que se envolveram: Escolinha; explicações; aulas de informática; participação na catequese; centro de saúde; apadrinhamento de jovens estudantes – Desafio Moçambique. Durante este tempo puderam também colaborar com na construção dos sites do Centro de Promoção Humana do Guiúa e no da Província dos Missionários da Consolata de Moçambique. Nos últimos meses percorreram todas as missões da Consolata para recolherem em vídeo testemunhos dos missionários sobre as respectivas missões. Colaboraram activamente na futura revista dos Missionários da Consolata em Moçambique – “Caminhos” - que brevemente surgirá. No Guiúa, realizou-se um jantar com as famílias dos catequistas em formação e seus filhos e ao serão houve um sarau com danças, cantos e relatos de contos tradicionais. À Diana foi oferecida uma capulana e ao Rui uma camisa, em capulana também. No dia seguinte, na missa de Domingo, após a procissão do Corpo de Cristo, a comunidade da Casa Madre 7/8 - 2010 quis despedir-se dos leigos missionários e em cortejo, acompanhado de cânticos fizeram ofertas de capulanas. Foram lidas várias mensagens de agradecimento e despedida que deixaram todos muito emocionados. A equipa missionária do Guiúa, associou-se naturalmente às despedidas e aos agradecimentos por todo este tempo de trabalho e partilha. Usamos por isso as palavras de um dos cânticos entoados, no final da celebração de domingo: “Diana e Rui vão partir: Deixam saudades!” P. Alvaro Pacheco, IMC confesso che sono stanco, perché è dal 1998 che sono l’editore-direttore-giornalista della nostra rivista, mentre scrivo il libretto della Quaresima dal 1999. 4 aprile : celebro la messa in portoghese nella parrocchia internazionale di Seul una volta al mese. Il giorno di Pasqua ho battezzato il bimbo di Joelma (brasiliana) e Richard (coreano), chiamato Noa, e Carina, una giovane brasiliana. Abbiamo anche celebrato la prima comunione di 5 bambini brasiliani. 5 aprile: gita comunitaria a Wasong (a circa un’ora in macchina a sud di Seul), dove si trovano alcune delle mura più famose in Corea dal tempo degli imperatori. C’erano ancora tra noi Mario e Ketta, ritornati in Portogallo la notte dello stesso giorno. Seul Eccomi, anche se con un ritardo significativo. Ma più importante è essere presente, vero? Questo ritardo si deve al molto lavoro che mi ha mantenuto molto occupato in questi ultimi mesi, soprattutto con la vendita dei libretti della Quaresima. Io e Pedro Louro abbiamo venduto libri in quasi 14 parrocchie e i risultati furono molto positivi: abbiamo venduto 22 mila copie, mentre 6 mila sono stati inviati come offerta ai nostri benefattori e altri 6 mila sono stai richiesti da vari parroci. Così, è valsa la pena, come al solito. Questo è uno dei modi di far arrivare il messaggio missionario a molti cristiani, assieme alla nostra rivista. Questo non è per niente facile, soprattutto perché la Chiesa coreana ha un carattere essenzialmente diocesano. Ma facciamo il nostro meglio… Però, Vita nelle Comunità SEUL 39 da Casa Madre 7/8 - 2010 Osizweni Vita nelle Comunità 40 STELLE DI PENTECOSTE P. Rocco Marra, IMC Anche quest’anno a Osizweni si è celebrata la veglia di Pentecoste. Abbiamo cominciato la sera della vigilia e concluso all’alba della festa. Come per quella pasquale tutt’e cinque le comunità si sono ritrovate nella chiesa madre per solennizzare il compleanno della Chiesa universale. Per me è la prima volta che celebro la Pasqua e la Pentecoste in questa township: la pasqua è stata numericamente più partecipata, la pentecoste è stata caratterizzata dalla presenza dei più giovani. Come Mandato Missionario, tipico di questa solennità, a tutti i responsabili delle piccole comunità abbiamo dato un libro-catechismo, scritto dal Vescovo emerito di Umtata, S. E. Mons.Oswald Hirmer, che tra l’altro è stato alunno di Karl Rahner. Il libro è molto semplice e descrive in modo pratico come noi cattolici manifestiamo la nostra fede e amiamo la chiesa di Gesù. Il titolo si potrebbe tradurre “La Nostra Gioia Di Essere Cattolici”. Proprio la Pentecoste ci parla di nascita, di giovinezza, dell’alba missionaria: è più che naturale pensare a quei cinquecento bambini distribuiti nei nostri tre asili infantili, da Casa Madre 7/8 - 2010 dove le maestre si danno da fare a dare il migliore del loro tempo per educarli al rispetto reciproco, all’amore a Dio, alla vita e al prossimo. Pochi giorni fa, arrivando in ufficio, mi sono accorto che i bambini dell’asilo di “Maria Immacolata” si erano riuniti tutti nel salone parrocchiale con alcuni genitori e maestre. La direttrice è venuta subito a informarmi che si trattava di un incontro per parlare loro del “traffico umano”. E io ben contento dell’iniziativa, l’ho incoraggiata a continuare. Proprio in questi giorni sto cercando, con l’aiuto di alcuni collaboratori della Conferenza Episcopale, di trovare un breve film, o un “power point” che presenti questa triste realtà ai più giovani. Abbiamo cominciato a parlare in chiesa del traffico umano durante le cresime dello scorso anno, il giorno di Cristo Re dell’universo; durante la veglia di Pasqua ne abbiamo parlato a lungo e in largo, servendoci anche di un visuale; poi abbiamo organizzato un incontro con gli agenti pastorali, infine prima di cominciare la veglia di Pentecoste abbiamo persino proiettato un film in chiesa. L’unico modo di difendersi dal traffico Voglio assicurare ai benefattori che per questi bambini si sta facendo di tutto, perché abbiano il meglio. So che le maestre di Maria Immacolata sono più preparate di quelle che insegnano negli altri due asili, così le sto sollecitando ad andare a migliorare il loro insegnamento attraverso corsi organizzati preparati da alcuni nostri professionisti in materia, in questo modo mi assicuro che la dimensione di fede è presente. A Mlondolozi, l’asilo di San Tarcisio, non si può fare il pozzo previsto lo scorso anno, perché la sorgente risulta di acqua salata, ma si sta riorganizzando la rete idrica e si sta sostituendo un serbatoio che dovrebbe assicurare l’acqua per tutti i giorni, anche quando capita che il municipio la chiude per lungo tempo. Per gli asili di San Tarcisio e di San Francesco (Umnduduzi Wethu) si è presentata per l’ennesima volta la domanda per ricevere il certificato delle autorità sudafricane, per poi avere il diritto a ricevere il salario per gli insegnanti e l’assistenza per i bambini più poveri. Quindi cari miei tutto continua a cadere su di noi se vogliamo continuare con San Tarcisio e San Francesco. Il 15 giugno compirò un anno di presenza a Osizweni e non mollo d’incoraggiare i responsabili delle nostre piccole comunità cristiane a collaborare mandando i loro bambini e quelli dei conoscenti ai nostri asili, pagando la retta mensile ed educando cristianamente i piccoli; tutto questo perché è là che si gioca il nostro futuro come cristiani a Osizweni. Quando i bambini crescono continuano con le loro famiglie e studiano nelle scuole elementari e superiori, e possibilmente all’università o in scuole professionali; anche se vanno in altri luoghi l’educazione cristiana no è mai persa. Pentecoste ci richiama che come comunità di Gesù non siamo chiusi nei posti dove abitiamo, ma l’orizzonte si allarga a tutti, specialmente ai più piccoli e bisognosi. Grazie a tutti della vostra preghiera e collaborazione finanziaria, senza la quale non potremmo continuare. Vita nelle Comunità umano, che è la schiavitù per eccellenza dei nostri giorni, è informarsi, sapere le dinamiche, creare una rete di contatti per smontare almeno parte dell’ingranaggio diabolico, e denunciare al momento opportuno. In qualsiasi momento alcuni di questi bambini possono diventare vittime di una di queste orribili organizzazioni che fagocitano i più deboli per annichilare i valori della vita e adorare il dio denaro e della morte. Specialmente in questi giorni con l’euforia della Coppa Mondiale di Calcio questi poveri bambini possono rimanere vittime senza rendersi conto. La vita è più forte della morte e noi cristiani siamo i primi collaboratori di Gesù, essendo, noi primi, ad essere invitati a crescere come suoi testimoni, non a parole, ma con i fatti. Osizweni 41 da Casa Madre 7/8 - 2010 COLOMBIA: COMPARTIENDO CAMINOS DE FE Y VIDA Nubia Gamboa M, LMC LMC Durante mi camino en la vida he conocido y compartido con muchas personas, iniciando con los integrantes de mi familia, compañeros de estudio, amigos, compañeros de trabajo, los misioneros de la Consolata y mi comunidad de laicos, todos ellos me han llevado a reflexionar sobre la vida laical cuando frecuentemente me hacen la siguiente pregunta: ¿QUE ES SER LAICO MISIONERO? ¿POR QUÉ SERLO? Y ¿PARA QUÉ? ” me he tomado mucho tiempo descubriendo estas respuestas, sé que no tengo la última palabra en lo que voy a decir, seguiré investigando, explorando y viviendo para poder seguir construyendo esta respuesta. 42 Una definición muy concreta de Dolores Golmayo Fernández dice1: “El Laico Misionero es un bautizado, llamado desde el Evangelio y la fe en Jesucristo a servir en la misión ad-gentes de la Iglesia; es un testigo del evangelio, parte integrante de una Iglesia local que le envía a misión, generalmente a proyectos concretos en los que se pide una colaboración técnica o bien una actividad pastoral, pero en cualquier caso va ante todo da Casa Madre 7/8 - 2010 a compartir vida y fe con otro pueblo. Desde su trabajo voluntario, entendido como un compromiso serio, responsable, gratuito y por algunos años, es enviado como un verdadero agente pastoral para compartir su fe con los demás”. Para saber dónde estamos y para saber hacia dónde vamos, hay que remontarnos a la historia y a los documentos de la Iglesia, es por eso que debemos saber que las primeras asociaciones del laicado misionero nacen en la década de los años 50 en el contexto del siglo XX, desde entonces el laicado ha ido creciendo y fortaleciéndose a lo largo de los años, al tiempo que se va produciendo un cambio en la valoración del fenómeno: “Hoy resulta que la misión universal sólo será posible si realmente los laicos asumen su compromiso y su responsabilidad misionera” (Lumen Gentium 33, Ad gentes 21). Los laicos cristianos constituyen la Iglesia en el mundo y por ello los procesos de la iniciación cristiana deben iluminarse desde esta perspectiva, para que los consagrados por el bautismo se inserten responsablemente en los problemas del mundo. La evangelización no Comprometidos con el Reino de Dios tengamos en cuenta que: Dios está en nosotros. Por el bautismo Dios nos consagra para cumplir una misión, no para pertenecer a un grupo. El bautismo es un acto de responsabilidad, de protagonismo y de compromiso con todas las exigencias de la alianza con Dios. El evangelio que es a su vez el mensaje de Jesús y el mensaje sobre Jesús de los primeros Cristianos, está dirigido a todos los hombres y desde el origen está libre de limitaciones sociales, nacionales, raciales o culturales. El campo de actividad evangelizadora de los laicos es el complejo mundo de la política, la realidad social, la economía, la cultura, las ciencias, las artes, los medios de comunicación, también otras realidades como el amor, la familia, la educación de los niños. LMC sería completa si no tuviera en cuenta la vida concreta personal y social del hombre; por lo tanto debe integrar el proceso humano, el desarrollo económico, la paz, la justicia, la lucha contra la pobreza y la opresión, el compromiso por la liberación frente a todo tipo de esclavitudes, la opción preferencial por los pobres y desfavorecidos (Documento de Medellin y de Puebla, Evangelii Nuntiandi 30, Redemptoris Missio 58). Juan Pablo II decía “Ser misionero es ayudar al hombre a ser artífice libre de su propia promoción y salvación” Cuantos más laicos existan compenetrados con los espíritus evangélicos, responsables de estas realidades y explícitamente comprometidos en ellas, competentes en su promoción y conscientes de tener que desarrollar toda su capacidad cristiana, otro mundo sería posible. Es muy grande la responsabilidad que tenemos en la sociedad, actuando siempre con ética, valores, respeto. El papel del laico en la Iglesia de hoy es muy importante porque estamos en todos los espacios, entornos y necesidades, entonces puedo concluir que un laico misionero es una persona que con su testimonio de vida proyecte el amor de Dios sin limitaciones. 43 da Casa Madre 7/8 - 2010 Sommario EDITORIALE..................................2 L’ALLAMANO SACERDTOTE “ADORATORE”............5 IMC MEETING OF FORMATORS OF AFRICA.........................................8 UN LIBRO PER LE VACANZE.............12 «E RIPRESERO IL CAMMINO CON FIDUCIA E SPERANZA VERSO IL XII CAPITOLO GENERALE»...................14 DIARIO DELLA CASA GENERALIZIA...16 NOTÍCIAS... INFORMAÇÕES.............18 Mensagem de Dom Walmir Alberto Valle, IMC....................................19 LETTERA AI MISSIONARI DEL CONGO.21 IL MOZAMBICO..............................23 Ordenação episcopal de Dom Francisco Lerma, Bispo de Gurué...........................26 COLOMBIA: notizie......................27 Cacém..........................................31 LISBOA.........................................32 Santuario della Consolata.......34 THE PASTORALIST’S SPIRITUAL JOURNEY..............................................35 PARÓQUIA DO GUIÚA ....................38 SEUL............................................39 STELLE DI PENTECOSTE..................40 COLOMBIA: COMPARTIENDO CAMINOS DE FE Y VIDA.................................42 da Casa Madre Mensile dell’Istituto Missioni Consolata 44 Redazione: Segretariato Generale per al Missione Supporto tecnico: Adriano Podestà Viale delle Mura Aurelie, 11-13 00165 ROMA - Tel. 06/393821 C/C postale 39573001 - Email: [email protected] da Casa Madre 7/8 - 2010
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